Bracciano, spese elettorali fantasma a 5 stelle: ecco i documenti per i paladini della trasparenza e dell’onestà

BRACCIANO (RM) – Il nostro articolo sulle spese elettorali dei candidati M5S alle amministrative di Bracciano, finite sotto segnalazione della Corte di Appello di Roma, hanno suscitato l’attenzione del consigliere comunale di opposizione Marco Tellaroli che nonostante l’emoticon “divertito” sul suo post è sembrato tutt’altro che allegro.

Puntualizziamo per chi cerca sempre di giustificare condotte singolari

Intanto la questione non è stata definita “regolare” da nessuno e la lettera di Venerina Marziano è del 2018, quindi la vicenda non è affatto finita nel 2016 come asserito da Marco Tellaroli.

Marziano ha altresì scritto una dura lettera a Marco Tellaroli dove gli fa presente che è al corrente che al Comune di Bracciano è stata depositata una dichiarazione non sottoscritta riferita alla sua persona dove addirittura la stessa Marziano avrebbe dichiarato di aver sborsato euro 106,63 per la campagna elettorale. Ecco la lettera di Marziano a Tellaroli e la dichiarazione non sottoscritta presentata all’insaputa di Venerina Marziano.

La lettera del 2018 di Venerina Marziano a Marco Tellaroli dove contesta la dichiarazione di spese a suo nome presentata al Comune

Qui la documentazione presentata al Comune da Tellaroli che attesta le presunte spese di Venerina Marziano

Inoltre c’è una denuncia alla Corte di Appello che porta la data di dicembre 2018 (quindi già le prime dichiarazioni del consigliere “divertito” sono facilmente smentite). Ovviamente per la fonte, ovvero l’autore dell’esposto è tutelato dal segreto professionale. Tutto normale, anzi guai se non fosse così. Le fonti che forniscono documentazioni, atti e dichiarazioni ai giornalisti (giornalisti e non blogger o leoni da tastiera) devono potersi sentire libere di non essere sottoposte a facile gogna mediatica come sta succedendo in questo momento proprio da parte di chi potrebbe e dovrebbe dare un esempio di “democrazia”, “onestà” e “trasparenza”.

Ma c’è di più perché sul caso delle dichiarazioni delle spese elettorali pentastellate pende anche una denuncia recente presso la Procura della Repubblica di Civitavecchia.

Tellaroli nel suo post svia però l’attenzione sui gettoni di presenza che è ben altro argomento rispetto al caso che lo riguarda in prima persona. E se deve chiedere chiarimenti in proposito (sui gettoni s’intende) suggeriamo al consigliere di chiedere all’Amministrazione comunale per le vie ufficiali e non certamente su Facebook soltanto per fare probabilmente facile propaganda e cercare di guadagnare qualche “like”.

Lui stesso che non appare aver gestito al meglio la questione delle spese elettorali punta il dito sugli altri. Ma è chiaro che stavolta sarebbe meglio che chiarisse la sua posizione, visto che gli atti pubblici non gli danno manforte.

Ribadiamo che il consigliere comunale di Bracciano per il Movimento Cinque Stelle Marco Tellaroli ha presentato all’ufficio elettorale del Comune e Corte d’Appello alcuni moduli con le dichiarazioni di spese elettorali che avrebbero sostenuto diversi candidati consiglieri M5S alle comunali 2016 senza che siano state sottoscritte dagli stessi. E’ dunque consentito a tutti i candidati a sindaco dichiarare cifre riferite ai candidati consiglieri del partito senza che questi ultimi ne siano al corrente e senza la firma degli stessi? E per giunta in netto contrasto con le singole dichiarazioni inviate spontaneamente e singolarmente da ciascun candidato consigliere? Difficoltà di comunicazione all’interno della compagine braccianese a 5 stelle?

Nel modello di rendiconto inviato al collegio regionale di garanzia elettorale ci sono anche i dati di Egle Onori e alla voce delle spese dichiarate dalla stessa c’è l’importo di 103,63 euro.

Qui la documentazione presentata al Comune da Tellaroli che attesta le presunte spese di Egle Onori

La candidata consigliera M5S Egle Onori ha dichiarato il 23 agosto 2016 di non aver sostenuto spese elettorali e neppure ricevuto alcun contributo. E ha firmato di suo pugno tale dichiarazione.

Qui la dichiarazione di Egle Onori che attesta di non aver speso nulla per la campagna elettorale

Qui la documentazione presentata al Comune da Tellaroli che attesta le sue spese

Marco Tellaroli ha dichiarato cifre che non superano il tetto di 2.500 euro oltre il quale è previsto l’obbligo di un mandatario.

Venerina Marziano candidata consigliere M5S alle elezioni amministrative 2016 di Bracciano ha richiesto (con una lettera al Comune di Bracciano datata 13 settembre 2018) spiegazioni su chi avesse compilato la dichiarazione relativa alle spese elettorali, in quanto la stessa ha dichiarato di non aver sottoscritto nulla. Adesso sui social va dicendo che non è stata interpellata prima che uscisse il nostro precedente articolo, ma lo stesso si basa su prove documentali e non su richieste di pareri. Se la stessa volesse invece smentire quanto pubblicato, la invitiamo a mandarci una richiesta di rettifica ai sensi della legge sulla stampa facendo esplicitamente riferimento ai presunti passaggi che a suo dire non corrisponderebbero a verità.

La Marziano ha anche chiesto accesso agli atti per visionare la documentazione inerente le consultazioni elettorali presentate dall’allora candidato sindaco M5S Marco Tellaroli.

Ecco la richiesta

Venerina Marziano ha presentato presso il Collegio regionale di Garanzia Elettorale presso la Corte di Appello di Roma una dichiarazione dove palesava di non aver corrisposto alcun importo di denaro ne a titolo di contributo elettorale ne a titolo di spesa per la propria candidatura.

Tutte le dichiarazioni sono agli atti in Comune

Inoltre agli atti in Comune ci sono tutte le dichiarazioni dei candidati M5S inerenti le spese elettorali ma l’unica firmata è quella di Marco Tellaroli, diverse altre non sono state sottoscritte dai singoli candidati. Ad inviarle è stato proprio Marco Tellaroli. Il consigliere pentastellato ha firmato la sua dichiarazione, sottoscrivendo di aver speso 790 euro per la campagna elettorale. L’unico a firmare, ripetiamo, è stato lui.

Secondo Tellaroli la questione sarebbe chiusa dal 2016, ma le date riportate sugli atti ufficiali e le notizie acquisite dicono l’esatto contrario. Dato che il consigliere si erge di continuo a rappresentante di onestà e trasparenza dovrebbe utilizzare altrettanta onestà e trasparenza nell’ammettere che il caso delle spese elettorali deve essere giustamente approfondito nelle sedi opportune per evitare che in futuro si ripetano dinamiche simili. Cosa avrebbe fatto Tellaroli se il protagonista di questa triste vicenda fosse stato un antagonista politico?