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di Chiara Rai
Bracciano (RM) – Bracciano sceglie la strada del referendum consultivo per decidere se entrare o meno nella città metropolitana capitolina, perché di fatto, alla stragrande maggioranza dei cittadini, Roma Capitale fa paura. Si guarda con interesse a Viterbo, ben distante da Roma caput mundi e una buona pista d’atterraggio con tanto di red carpet dove pure lo status dell’ospedale Padre Pio ne uscirebbe rafforzato.
Anche Civitavecchia, Manziana e Trevignano Romano scelgono la strada del referendum. Ma questo di Bracciano è l’ultimo fotogramma di una grande mobilitazione cittadina dove sono state raccolte 4 mila 200 firme in circa 10 giorni pari a circa il 30 per cento dell’elettorato.
A mobilitarsi sono stati i “Cittadini di Bracciano in MoVimento” che guardano al sindaco capitolino come all’ “imperatore Marino”: ”Aderire all’Area Metropolitana – spiegano i membri del comitato – significa sottostare al volere del sindaco di Roma, che è, per legge e per statuto, il presidente dell’Area Metropolitana, senza possibilità di sottrarsi alle sue decisioni”. E se Marino docet, perché nel futuro Consiglio metropolitano i consiglieri eletti di Roma “peseranno” di più di quelli dell’ex provincia, allora problemi come l’arsenico, i rifiuti e le tasse sono visti come ipotetici pseudo “mostri” che potrebbero scagliarsi tutti nella provincia romana.
Il terrore è anche che l’hinterland si trasformi in un grande campo rom. Quali invece i privilegi di un ingresso a Viterbo? Bracciano confina con Sutri, Bassano e Oriolo Romano, Comuni della Provincia di Viterbo: “diventeremmo il secondo paese per popolazione – dicono ancora dal comitato – posizione attualmente detenuta da Civita Castellana con circa 16 mila abitanti.
Nella nuova sede avremmo i numeri giusti: Viterbo, con i suoi 64 mila abitanti, sia solo un Comune primus inter pares, e noi il polo di riferimento per la bassa Tuscia”. Questo significherebbe benefici per turismo ed economia perché Bracciano finirebbe in un sistema turistico più evoluto come quello della Tuscia Viterbese. Per il sindaco Giuliano Sala è giusto che i cittadini scelgano: “In base all’esito referendario – dice Sala – la procedura da avviare sarà quella di approvazione di una legge che modifichi le circoscrizioni provinciali come previsto dall’articolo 133 della Costituzione italiana”.
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