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Roma

Bracciano: Ossigeno per l'Informazione consegna al Comune il pannello della Memoria

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Tempo di lettura 2 minuti Alla presenza del vicesindaco Rinaldi e di due scuole, il dott. Spampinato ha porlato di legalità e informazione

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di Simonetta D'Onofrio

 

BRACCIANO (RM) – “Cercavano la verità: 28 volti una sola storia”. Due pannelli donati da Ossigeno per l’Informazione (OSSIGENO per l’Informazione – Osservatorio sui giornalisti minacciati e le notizie oscurate in Italia è sostenuto dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana) all’amministrazione comunale di Bracciano.

Per ricordare il sacrificio dei giornalisti uccisi in questi anni in Italia il direttore dell’associazione, Alberto Spampinato, ha consegnato nelle mani delle figure istituzionali, il Vice Sindaco Gianfranco Rinaldi, l’assessore Roberta Alimenti e il consigliere Salvatore Ferretti, il quadro murale commemorativo con i volti e i nomi dei giornalisti italiani uccisi dalla mafia, terrorismo o dalle milizie in confitto nelle zone di guerra.


Ventotto nomi di diversa estrazione, dalle storie diverse, che si occupavano di argomenti diversi, tutti accomunati dal triste destino di essere stati uccisi mentre cercavano di informare, mentre svolgevano il loro compito di far sapere ai cittadini cosa avviene intorno a loro.
Nata come osservatorio nel 2008, Ossigeno è un’associazione che si occupa di monitorare e denunciare le minacce che giungono ai giornalisti italiani, organizzando campagne informative nelle scuole, e sensibilizzando le istituzioni per il rispetto dell’informazione, portando questo messaggio anche a livello internazionale, con la partecipazione a numerosi convegni sulla libertà di parola. L’iniziativa del pannello commemorativo, giunta alla sua seconda edizione, è stata presentata anche al Senato della Repubblica, alla presenza del presidente Pietro Grasso, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Camera dei Deputati, alla presenza della presidente Laura Boldrini.


La consegna del pannello è avvenuta nell’aula consiliare del Comune di Bracciano, alla presenza di una quinta classe dell’Istituto Luca Paciolo, accompagnata dalla professoressa Gabriella Pompili, e da una quarta classe dell’Istituto Aeronautico e Geometri Salvo D’Acquisto, accompagnati dall’insegnante Roberta Alimenti, presente anche come assessore ai servizi scolastici del Comune.


Spampinato ha spiegato ai ragazzi l’importanza dell’informazione, di come essa vada difesa come bene irrinunciabile in una società moderna. Ha ricordato come in Italia, durante il ventennio fascista, tra le prime libertà negate proprio l’informazione è stata messa a dura prova. Ha ricordato il ruolo di giornalisti coraggiosi, come il fratello Giovanni, ucciso dalla mafia nel 1972, e soprattutto di Peppino Impastato, la cui vicenda è diventata di dominio pubblico con il film “I cento passi”. Ha raccontato come, per la famiglia, è difficile superare un lutto simile. Lui stesso ha iniziato a parlare di quanto avvenuto al fratello solo molti anni dopo, quando la convinzione che l’unico modo per fermare questa barbarie è far conoscere alle nuove generazioni la realtà dei fatti, la crudezza del male, e soprattutto far apprezzare il lavoro di queste persone sacrificate all’altare della comune conoscenza.


I rappresentanti istituzionali del Comune hanno apprezzato l’iniziativa, rendendosi disponibili a promuovere un percorso nelle scuole del territorio per approfondire l’argomento, portandolo all’attenzione di un numero maggiore di ragazzi. Hanno annunciato che il pannello verrà installato in un’area del comune con maggiore affluenza di pubblico proprio per aumentarne la visibilità. Hanno anche annunciato che hanno il progetto di intitolare alcune strade a giornalisti uccisi da mafie e terrorismo.
Al termine dell’incontro, il dott. Spampinato ha annunciato che sono stati presi contatti con altri comuni del territorio, per ripetere l’iniziativa, e cercare di creare un polo della legalità e della libertà d’informazione che possa partire proprio dal lago di Bracciano, proposito che è stato accolto favorevolmente dai presenti.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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