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Roma

BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: IL SINDACO SI APPELLA A GIORGIO NAPOLITANO

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Sala: “L’attuale proposta di riconversione prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto".

 

Redazione

Bracciano (RM) – In difesa dell’ospedale Padre Pio di Bracciano, contro la paventata chiusura che si profila in questi giorni, il sindaco di Bracciano Giuliano Sala ha scritto oggi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito alla “situazione molto grave che stanno vivendo i cittadini di Bracciano e di altri sei Comuni del comprensorio”. Una lunga ed articolata lettera nella quale il primo cittadino di Bracciano, tra le altre cose, mette in evidenza la sperequazione nel rapporto tra popolazione e posti letto tra la Al Rm/F e le aziende sanitarie romane. 
“Nella ASL RM/F di Civitavecchia dove si trova il nosocomio di Bracciano – scrive Sala nella nota – detto rapporto al momento è pari allo 0,9 posti letto per mille abitanti che, qualora si attuasse la cosiddetta riconversione del Padre Pio con la eliminazione di 40 posti letto per acuzie, passerebbe allo 0.5, molto al di sotto di una soglia minima per garantire una dignitosa risposta al diritto alla salute dei cittadini. E tutto questo si consuma – aggiunge – senza avere il coraggio di tagliare posti letto soprattutto in alcune Aziende Ospedaliere della città di Roma che hanno un rapporto che oscilla tra i 4,5 e i 6 posti letto per mille abitanti. 
“L’attuale proposta di riconversione (leggasi chiusura) presentata, – scrive poi il sindaco Sala a Napolitano – prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto. In mancanza di tali reparti l’esistenza di un Pronto Soccorso, oltre a violare la previsione normativa citata, rappresenterebbe un rischio per il personale sanitario e potrebbe causare gravi conseguenze per l’utenza”. 
Nella nota si fa riferimento anche alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai Comuni sul mantenimento dell’ospedale. “Per quanto mi riguarda – scrive ancora Sala –  continuerò a tenere aperte tutte le porte per un confronto costruttivo, ma non posso evitare di provare una profonda frustrazione per l’impotenza istituzionale che i Comuni del comprensorio della ASL RM F stanno sperimentando sulla propria pelle”. 

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA DEL SINDACO DI BRACCIANO GIULIANO SALA INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

Al  Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 – R O M A 


Illustrissimo Presidente,
mi permetto di disturbarla per portare alla Sua attenzione  la situazione molto grave che stanno vivendo i cittadini di Bracciano e di altri sei Comuni  del comprensorio , per la paventata riconversione  dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano da parte della Regione Lazio.

Ormai  nella nostra bella Italia, tutto viene monetizzato e, pur consapevole delle difficoltà del momento, non posso condividere che venga valorizzato economicamente il diritto alla salute dei cittadini e i livelli essenziali di assistenza che debbono essere forniti all’utenza tutta, senza differenze e disequilibri territoriali.

La legge 135 del 2012 individua il rapporto di posti letto ospedalieri nel  livello di 3,7 posti letto per mille abitanti e nella Regione Lazio, che deve rientrare dal disavanzo per le spese sanitarie, detto limite è ridotto a 3. Ebbene, nella ASL RM/F di Civitavecchia dove si trova il nosocomio di Bracciano detto rapporto al momento è pari allo 0,9 posti letto per mille abitanti che, qualora si attuasse la cosiddetta riconversione del Padre Pio con la eliminazione di 40 posti letto per acuzie, passerebbe allo 0.5, molto al di sotto di una soglia minima per garantire una dignitosa risposta al diritto alla salute dei cittadini.

E tutto questo si consuma senza avere il coraggio di tagliare posti letto soprattutto in alcune Aziende Ospedaliere della città di Roma che hanno un rapporto che oscilla tra i 4,5 e i 6 posti letto per mille abitanti.

Vorrei rappresentarLe, Signor Presidente,  come ancora nel nostro paese, con grande indifferenza, vengano violati alcuni diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione Italiana come l’art. 32, che nel sancire la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adattare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, ciò a significare che non possono esserci cittadini italiani che possono curasi con facilità ed altri al contrario vedersi depauperato tale diritto. Mi riferisco al fatto che mentre i cittadini della Aziende Ospedaliere romane possono tranquillamente contare su un numero di posti letto per acuzie nelle specialità sanitarie che operano all’interno degli ospedali molto superiore al rapporto previsto dalla Legge 135, al contrario nel territorio dell’Ospedale di  Bracciano che conta una utenza potenziale di 140.000 abitanti residenti, con punte di 200.000 nei periodi estivi, si cerca di attuare la desertificazione dei posti letto per acuzie negli ospedali.

Inoltre va rilevato che il Comune di Bracciano insieme ad altre amministrazioni comunali, ugualmente impattate dal Decreto n.80/2010 del Commissario per l’Emergenza per la Sanità della Regione Lazio, ha fatto ricorso alla Giustizia Amministrativa contro l’applicazione di tale provvedimento  ed è stata emessa la sentenza n. 03242/2012 del Consiglio di Stato in riforma della sentenza di primo grado, annullando il provvedimento impugnato e riconoscendo, tra l’altro, l’obbligo del mantenimento del Pronto Soccorso nell’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano.

L’attuale proposta di riconversione ( leggasi chiusura) presentata , prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto. In mancanza di tali reparti l’esistenza di un Pronto Soccorso, oltre a violare la previsione normativa citata, rappresenterebbe un rischio per il personale sanitario e potrebbe causare gravi conseguenze per l’utenza.

Purtroppo quanto esplicitato sopra non è stato sufficiente a garantire che la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale del Lazio salvaguardasse diritti riconosciuti dalla Costituzione e difesi,nello specifico, da una Sentenza del Consiglio di Stato (inappellabile).

Le chiedo, pertanto, Signor Presidente della Repubblica, quali siano le azioni che ancora un Sindaco può mettere in atto a difesa e tutela non di un campanile, ma di un’intera comunità stimata (ripeto) in 140.000 persone residenti.

Per quanto mi riguarda, continuerò a tenere aperte tutte le porte per un confronto costruttivo, ma non posso evitare di provare una profonda frustrazione per l’impotenza istituzionale che i Comuni del comprensorio della ASL RM F stanno sperimentando sulla propria pelle.

La ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicare alla problematica da me sollevata e Le comunico la mia di totale disponibilità ad un possibile incontro con Lei, se lo riterrà opportuno.

Sentiti ossequi.

Bracciano li 19/6/2014

         Il Sindaco
                   Giuliano Sala