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Redazione
Bracciano (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota congiunta di: Comitato Bracciano Stop Discarica, Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio, Comitato No Discarica Cerveteri, Comitati No Biogas al Sasso, Comitato Terra Nostra, Salviamo il Paesaggio Roma Nord, Comitato di Zona Borgo San Martino, Liberi Cittadini per la Tutela del Territorio, Associazione Bracciano Bene Comune, Associazione Salviamo Bracciano, Associazione Terrattiva " I Terzi", Associazione Rifiuti Zero Valcanneto
Ecco la nota:
Ieri, 22 gennaio 2014, nell’ambito del Consiglio Regionale sui rifiuti, Lei ha affermato che la discarica di Cupinoro, che fino a qualche anno fa accoglieva 140.000 tonnellate di rifiuti l’anno, in questo momento ne riceverebbe solo 60.000, destinate a diminuire ulteriormente, grazie al progressivo aumento della raccolta differenziata da parte dei Comuni conferenti ed all’impiantistica che vorrebbe realizzare: TMB da 135.000 tonnellate l’anno e Biogas.
A questo punto la domanda sorge spontanea: che senso ha autorizzare un nuovo e spropositato invaso da 450.000 metri cubi (Vaira1)? Gli ipotetici scenari che vengono in mente sono due:
– o Cupinoro vivrà per almeno altri 10 anni
– oppure, coerentemente con la capacità dell’impianto di TMB, aumenterà il numero dei Comuni e/o la loro potenzialità di conferimento.
Egregio Civita, non ci ha convinto: la vostra politica rimane ferma al ricorso alle discariche e alla “raffinata” strategia del buco da riempire. Le ricordiamo che la discarica di Cupinoro è attiva da 25 anni, che è composta da una vecchia discarica abusiva sulla quale è stata impiantata quella attualmente visibile, ed è da tempo che si parla della sua chiusura e messa in sicurezza. Dirci che ora sarà conferito solo tal quale tritovagliato, che fa meno male, non ci rallegra perché sempre tal quale è!
Dopo le Sue dichiarazioni siamo certi che questa discarica, in caso di emergenza, avrà l’opportunità di diventare il sito prescelto data la sua caratteristica di avere “una gestione pubblica”. Un'idea dietro la cui presunta ragionevolezza si nascondono ulteriori ferite al territorio ed alla salute, quella sì pubblica.
Per noi questa è più di una triste ipotesi: i nostri dubbi diventano certezza quando lo stesso presidente Zingaretti adotta lo scenario presentato recentemente da Confservizi, che sposta al 2020 la data entro la quale raggiungere nel Lazio il 65% di RD: e’ la versione, riveduta e corretta, del piano B della Polverini, checché voi pomposamente diciate.
I cittadini avvelenati di questo territorio contrasteranno in ogni modo possibile questo inaccettabile progetto.
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