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6 anni faon
BRACCIANO (RM) – Il sindaco di Bracciano torna ancora a rispondere al consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Marco Tellaroli riguardo quanto asserito da quest’ultimo in merito al piano di riequilibrio dell’Ente locale alla luce del recente dispositivo emesso lo scorso 21 novembre dalla Corte dei Conti a sezioni riunite in sede giurisdizionale in speciale composizione nell’udienza dello scorso 21 novembre che ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Bracciano per l’annullamento della deliberazione del 10 agosto 2018 della sezione Regionale di controllo per il Lazio in cui la procura contabile bocciava il piano di riequilibrio del Comune di Bracciano.
“A pagina 12, della sentenza, – ha dichiarato Tellaroli – sulla bocciatura, della Corte dei Conti Deliberazione n. 62/2018 nei confronti dell’Amministrazione Tondinelli, la Sezione Regionale di Controllo per il Lazio, dichiara: “dall’esame del Rendiconto per l’esercizio 2017, approvato con Deliberazione di consiglio comunale” (votata favorevolmente dalla sola maggioranza) ” del 29 giugno 2018, il disavanzo registrato dal Comune di Bracciano ammonta a 5.568.549,43 milioni di euro. Nel piano di riequilibrio finanziario, adottato nel 2016 il disavanzo era pari a 5.017.468,23 milioni di euro. Un PEGGIORAMENTO di ben € 551.081,20. Quindi: o la Corte dei Conti ha le “traveggole”, così come le aveva il sottoscritto Consigliere comunale, quando denunciava i presunti danni arrecati dall’Amministrazione, oppure chiediamo che vengano licenziati tutti gli esperti che compongono la Sezione di controllo del Ministero dell’Interno prima, e tutti gli esperti della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per il Lazio dopo. Tutti quelli che hanno deliberato l’annoso disavanzo economico.”
“Il consigliere Tellaroli – commenta il sindaco di Bracciano Armando Tondinelli – intravede “traveggole” o incapacità, da parte dei vari soggetti di controllo coinvolti, perché non hanno tenuto nel debito conto l’evidente anomalia che il disavanzo di bilancio dell’esercizio 2017 risulta maggiorato di circa mezzo milione di euro rispetto a quanto indicato nel Piano di riequilibrio finanziario.
Le sue analisi portano alla conclusione che gli addetti preposti al controllo siano meritevoli perfino di essere licenziati per la dabbenaggine e incompetenza da loro dimostrata . Oltre ai componenti la Sezione di controllo del Ministero dell’Interno e quella della Corte dei conti regionale, dal testo sembra evincersi che il licenziamento debba essere esteso anche ai membri della maggioranza del Consiglio comunale in quanto avrebbero approvato impropriamente il bilancio 2017, sempre secondo il suo giudizio.
Non si capisce un atteggiamento così perentorio e drastico nei confronti di persone che hanno agito correttamente e non hanno commesso alcun errore. Non esiste alcuna contraddizione tra i diversi valori riportati nelle varie analisi. Si tratta, semplicemente, di un confronto tra un dato reale, il disavanzo ufficiale nel 2017 , ed un valore di previsione, riferito alla stessa data, ipotizzato nel Piano di riequilibrio.
I dati su cui si è basato il ricorso del Comune sono dati accertati dopo le gestioni del 2016 e del 2017 che hanno dimostrato il lavoro di risanamento finanziario attuato dall’Amministrazione.
Una corretta e, soprattutto, serena ed oggettiva lettura dei numeri avrebbe evidenziato che il disavanzo certificato al termine del 2017 è comprensivo anche della quota, già deliberata dalla Giunta Sala, che il Comune è tenuto a ripianare in un temine più lungo (30 anni) in quanto maturata dalle operazioni di riaccertamentostraordinario. Il dato finale, pertanto, depurato della quota trentennale residua di € 2.809.963, indica un saldo finale di € 2.833.771 notevolmente inferiore all’impegno assunto con il Piano di rientro decennale per l’anno 2016.
Non abbiamo mai nascosto alla Magistratura Contabile gli errori commessi dal Comune nella stesura del progetto di rientro, elaborata troppo in fretta nel settembre 2916, ma ciò non può inficiare in alcun modo l’operato dell’Amministrazione che è riuscita a ripristinare una corretta gestione contabile.
Il consigliere Tellaroni si sofferma sempre sul dato previsionale esposto nel progetto di rientro mentre avrebbe dovuto analizzare i reali dati contabili del 2017, verificando l’ accertata effettiva operazione di risanamento che ha trovato riscontro nelle valutazioni dell’organo giudicante.
Non resta che concludere che sia stato proprio il consigliere Tellaroli a non aver compreso a fondo la dinamica delle operazioni contabili, quantomeno nella specifica circostanza che lo ha visto lanciare strali del tutto fuori luogo anziché apprezzare gli sforzi fatti dall’Amministrazione volti a fronteggiare un dissesto finanziario con tutte le conseguenze che avrebbe comportato.
Il consigliere Tellaroli ha commesso un evidente errore di valutazione, forse dovuto ad una non approfondita conoscenza delle dinamiche di contabilità pubblica. Meriterebbe per questo – conclude Tondinelli – anche lui il licenziamento in tronco, come da lui auspicato nei confronti degli esperti ministeriali e della Corte dei conti?
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