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di Chiara Rai
BRACCIANO (RM) – Il tema è come sempre tutti gli strascichi della “mala gestio” della discarica di Cupinoro a Bracciano. La Corte dei Conti, sezione terza centrale di appello, ha accolto il ricorso dell’ex sindaco Pd Giuliano Sala sul quale era piombata un sentenza di risarcimento per danno erariale di quasi un milione di euro. Il sindaco Sala era stato infatti condannato a risarcire 900.000 euro per il danno erariale alla Società pubblica Bracciano Ambiente SpA. Lo ha stabilito la sentenza del 6 agosto scorso N.367/2015 della sezione regionale della Corte dei Conti del Lazio. Il danno quantificato è stato imputato per “sprechi di denaro pubblico” connessi alla gestione e realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato presso la discarica di Cupinoro, di proprietà del Comune e concesso in gestione alla società, unitamente al servizio di discarica dei rifiuti connessi alla inefficienza dell’impianto a causa della insufficiente alimentazione energetica.
Dunque un impianto rivelatosi inefficiente e vanificata la spesa per la sua realizzazione per non parlarlare delle spese extra sostenute per lo smaltimento del percolato causando così un danno al Comune di Bracciano perché socio unico della società. Parliamo degli anni 2011, 2012 e 2013 quando l’impianto del percolato o non è funzionato per nulla o comunque parzialmente. E per la Corte dei Conti che ha emesso la sentenza il responsabile è Giuliano Sala perché il Comune, socio unico, risponderebbe direttamente degli sprechi derivanti dal mancato guadagno su un investimento così grande e sarebbe reo anche di non aver effettuato il controllo analogo.
Poi che succede? Giuliano Sala fa ricorso in appello avverso questa sentenza giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Lazio notificata a settembre del 2015 che di fatto s’impernia sul difetto di prova della sussistenza del danno imputato. Nel ricorso Sala dice sostanzialmente che il Giudice ha sostanzialmente sentenziato su un fatto diverso da quello sottopostogli che si sostanziava in via esclusiva nella imputazione dei costi al convenuto per la realizzazione dell’impianto nonché dei costi extra per lo smaltimento del percolato all’esterno. I costi, ha puntualizzato Sala nel ricorso, non sono stati sostenuti dal Comune (ndr come si capisce nella sentenza) bensì dalla società.
Inoltre si specifica che la Procura non ha mai prodotto bilanci della società (ndr per dimostrare l’effettiva perdita di efficacia dell’investimento). Non ultimo la società per l’appellante non sarebbe neppure inquadrabile come in house in quanto gestisce la discarica di Cupinoro non solo per il Comune di Bracciano ma anche per diversi altri Comuni.
Insomma il ricorso di Sala è stato accolto perché il giudice di prime cure non avendo risposto e proceduto nel merito ha prodotto un vizio. Il danno ha riguardato il patrimonio della Bracciano Ambiente e non può richiamare la responsabilità diretta degli amministratori anche perché non è la fattispecie sui cui doveva pronunciarsi la sezione regionale della Corte dei Conti. La mala gestio grava dunque solo sul patrimonio della società stessa soggetta a regole privatistiche e di autonomia rispetto ai soci.
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