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Roma

BRACCIANO: ATTI PUBBLICI CON PROTOCOLLI UGUALI – INDAGA LA MAGISTRATURA

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Il protocollo gode di validità giuridica ed è obbligatorio per legge in tutti gli enti pubblici. È necessario che siano presenti tutti e quattro gli elementi necessari alla protocollazione (progressivo, data, mittente o destinatario, regesto)

 

Nota a cura del M5S di Bracciano

Bracciano (RM) – Dove era la Politica di Bracciano, dalla maggioranza con il Sindaco e i suoi Assessori, e l'opposizione? Qui non si tratta di bandiere, ma di un reato Penale, dove una dipendente è stata archiviata, " dandole la ragione " . Perché nessuno ha protetto la dipendente e non ha denunciato per obbligo la verità?

Si tratta di atti pubblico di fede privilegiata (tra le altre, si vedano Cons. Stato, sez. VI, sentenza 26.5.1999, n. 693, Cass. pen., sez. V, sentenza 2.5.1994, Cons. Stato, ad. plen., sentenza 5.8.1993, n. 10).

Da ciò deriva non solo che qualunque pubblico dipendente operi nel sistema di protocollazione lo fa in qualità di pubblico ufficiale, ma anche che chiunque intenda contestare la veridicità di una o più registrazioni contenute nel protocollo di un’Amministrazione è tenuto a proporre querela di falso, in base all’art. 221 del codice di procedura civile. Il protocollo gode di validità giuridica ed è obbligatorio per legge in tutti gli enti pubblici. È necessario che siano presenti tutti e quattro gli elementi necessari alla protocollazione (progressivo, data, mittente o destinatario, regesto) e che venga chiuso e aperto con regolarità e precisione all'inizio del nuovo anno solare. Se queste regole vengono rispettate il protocollo assume la caratteristica di atto pubblico di fede privilegiata: può cioè essere usato non solo per esigenze pratiche o amministrative, ma anche in qualsiasi necessità probatoria in campo giudiziario, ed ha validità assoluta ("fa fede" come prova), tranne quando venga esplicitamente provata la falsificazione. Si tratterebbe di un reato grave, perseguibile anche a livello penale. Infatti a norma dell’art. 479 del Codice Penale saremmo di fronte ad un caso di di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” il che, in soldoni significa che il pubblico ufficiale, ricevendo o formando un atto, ha attestato una verità falsa: di aver fatta una cosa senza averla mai fatta, di aver ricevuto dichiarazioni a lui mai rese, o che le abbia taciute, o che le abbia alterate. Se un giorno i Cittadini vedranno alla fine fatta chiarezza su una tema così importante, non sarà infatti per un caso, ma solo grazie a quanti si sono spesi con generosità e senso del dovere civile, di una Dipendente Antonella Paciotti.

Riceviamo e Pubblchiamo da Gerardo Barbarulo

Dal procedimento penale 2036/10 risultava da tempo una denuncia sulle disgrazie del registro protocollo….Ad ammetterlo e chiederne l'accertamento era stato, oltre al consigliere Armando Tondinelli, per ragioni strettamente personali legate al suo status di indagato l'ing. Luigi di Matteo. Tra l'altro tutti i vertici comunali, capi area, e consiglieri erano stati informati delle gravissime irregolarità presenti nel protocollo e dell'assoluta mancanza di fede pubblica che ne deriva. Nessuno e si sottolinea nessuno ( tranne il consigliere Tondinelli) si è adoperato per far emergere la verità a difesa degli intetessi dell'intera comunità. A far emergere nella sua interezza la vicenda legata alla mancanza di fede pubblica del protocollo, alla sua possibile manipolazione e all'utilizzo di protocolli "dormienti" è stata una semplice dipendente signora Paciotti Antonella.

Il risultato è stato che dal giorno dopo le sue denunce è stata sottoposta a pressioni, minacce e atti discriminatori che si sono ripercossi sul suo stato fisico/mentale e sulla " pace familiare ".

Oggi, la Paciotti Antonella risulta però parte offesa in un procedimento penale che vede rinviato a giudizio il Dott. Razzino Roberto per falso, a causa dello stato di necessità in cui è stata costretta ad agire la Paciotti.

Il Razzino nell'udienza preliminare chiedeva di essere giudicato allo stato degli atti del fascicolo ( rito abbreviato), circoscrivendo in tal modo i fatti all'unico episodio contestato ( per ora). Ora la domanda è quanto si dovrà aspettare ancora e quante vittime ancora dovrà mietere la mancanza di fede pubblica del protocollo prima che vengano presi i dovuti provvedimenti da parte della Magistratura e dei veritici Comunali nei confronti dei responsabili?

I vertici comunali potranno smentire pubblicamente i fatti e l'esito delle indagini richieste dall' ing. Di Matteo nell'ambito del suddetto procedimento e dichiarare che non esistono violazioni nel sistema informatico e di protocollazione ne le stesse siano mai state riscontrate negli anni precedenti.

Altra domanda da porsi: perché la Paciotti è stata oggetto di un provvedimento disciplinare e di pressioni, che il P.M. ha ritenuto essere ipotesi di reato, mentre altri dipendenti che sono ricorsi più volte in violazioni gravissime al sistema informatico e alla segnatura degli atti continuano ad agire indisturbati?

Avesse ragione la Paciotti? Si è anche appreso da un ex dipendente del Comune di Bracciano che l'ing. Di Matteo si vanta di coperture da parte della Procura e dei Giudici e che tutti i denunciati sarebbero stati oggetto di ripercussioni……. Ma allora bisogna avere paura di dire la verità? Vedremo nei vari processi se l'aria è cambiata iniziando da quello del prossimo 6 maggio 2015.