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Borderlands 3, varietà e humor per lo shooter targato Gearbox

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Borderlands 3 arriva su Pc, Xbox One e Ps4 a 7 anni di distanza dal secondo capitolo canonico della saga. Il nuovo titolo sviluppato da Gearbox e prodotto da 2k Games si presenta come il capitolo più grande e folle della saga e, dopo un’attenta analisi e moltissime ore passate nel mondo di gioco, possiamo affermare che ci si trova davanti a un vero e proprio capolavoro. Ma andiamo a capire il perché di questa nostr affermazione. Il titolo è ambientato alcuni anni dopo gli eventi di Borderlands 2, con la scoperta di numerose altre Cripte oltre quella di Pandora. La scomparsa di Jack il Bello ha portato inoltre all’ascesa dei Gemelli Calypso, un duo di psicopatici che sono riusciti in breve tempo a riunire tutti i clan di banditi di Pandora in un unico culto chiamato “Figli della Cripta”, che venera i due gemelli come divinità e che ha come unico scopo il ritrovamento della Grande Cripta. Ad opporsi a questa nuova follia c’è la Sirena Lilith, una vecchia conoscenza della serie che adesso è a capo dei Crimson Rider, l’unico gruppo che si ribella ai Calypso e che tenta di fermare i loro folli piani. Tra i Crimson Rider ci sono anche altri volti noti come la sexy barista Mad Moxxi, lo storico mercante Marcus e l’immancabile robot monoruota CL4P-TP, meglio conosciuto come Claptrap. Nonostante ciò però i Crimson Raider non riescono a gestire la continua espansione dell’esercito dei Calypso, questo almeno fino all’arrivo di quattro nuovi Cacciatori della Cripta: Amara, FL4K, Zane e Moze. Come di consueto anche in Borderlands 3 il primo compito del giocatore è proprio quello di scegliere quale di questi impersonare, ognuno che come da tradizione rappresenta una diversa “classe” e stile di gioco, completamente diverso l’uno dall’altro. Amara è una Sirena in grado di evocare delle braccia di energia con cui picchiare, difendersi o immobilizzare i nemici, FL4K invece è un robot in grado di stringere legami con gli animali e sfruttarli in combattimento attaccando o distraendo gli avversari. Zane è un maestro dell’inganno ed è in grado di creare ologrammi di sé stesso per confondere i nemici utilizzando inoltre diversi gadget in battaglia, mentre la piccola Moze può evocare un mech da combattimento dotato di un armamento letale e di una corazza in grado di assorbire un gran numero di colpi. Ovviamente, proprio come avveniva già in passato, anche in Borderlands 3 si punta tantissimo sulla componente ruolistica, quindi ogni personaggio salendo di livello può essere personalizzato attraverso tre diversi skill-tree con abilità attive e passive. Ogni abilità può essere potenziata singolarmente per migliorarne gli effetti, inoltre si possono anche mescolare bonus di diversi skill-tree per creare delle build “ibride” che aprono potenzialmente a decine di combinazioni per soddisfare ogni esigenza. Inoltre in qualsiasi momento si possono riassegnare i punti per sperimentare combinazioni differenti.

A livello di gameplay Borderlands 3 riprende la tradizionale formula di gioco tanto apprezzata dai fan, in cui l’azione adrenalinica dei first-person shooter sposa la profondità dei giochi di ruolo in un mix a dir poco perfetto. In questo terzo capitolo della serie il combat system in generale e gli scontri a fuoco sono stati vistosamente svecchiati grazie a un sistema di movimento più dinamico. I giocatori possono ora effettuare scivolate durante le sparatorie, arrampicarsi per raggiungere eventuali alture e infine schiantarsi al suolo, con uno scenografico attacco in picchiata. Tutto contribuisce allo sviluppo di un’azione più trascinante rispetto al passato, destinata a decollare con le stravaganti bocche da fuoco e le abilità dei cacciatori della Cripta. Che sia l’erculea Sirena Amara, l’impertinente Zane, l’enigmatico FL4K o la letale Moze, la scelta non cambierà il risultato finale, regalando sempre del puro e coinvolgente caos dal primo all’ultimo minuto della campagna. Per quanto riguarda le armi, in Borderlands 3 si possono raccogliere un numero davvero impressinante di fucili d’assalto, SMG, shotgun e lanciarazzi che sembrano concepiti da una mente folle, con significativi passi in avanti in termini di fantasia e di mera potenza di fuoco; come se ciò non bastasse, molte armi offriranno una modalità di fuoco secondaria, che permetterà di agganciare un nemico con i proiettili traccianti, passare dallo sparo automatico alla raffica o lanciare scariche di micro-razzi dalla canna di quella che sembra solo un’”inoffensiva” pistola. Insomma, se non si fosse ancora capito il titolo offre centinaia di scontri in cui il caos sarà all’ordine del giorno, talvolta con effetti disorientanti sull’azione trasposta su schermo, ma Borderlands 3 offre molto di più di qualche boss fight impegnativa o dell’ennesima carneficina di nemici. Affiancando la storyline principale, le quest secondarie raccontano le curiose vicende di alcuni personaggi fuori dal coro che, paradossalmente, si riveleranno essere le figure più caratteristiche di Pandora e dintorni. Puntando sulla varietà delle folli situazioni esposte, e su una scrittura, in questo caso, sorprendentemente ispirata, gran parte delle missioni secondarie regalano esperienze stimolanti e momenti di pura ilarità, che vanno ben oltre la semplice consegna del solito pacchetto o della taglia da riscattare. Inoltre va sottolineato il lavoro certosino svolto dal team di sviluppo in quanto il titolo è stracolmo di squisiti riferimenti alla cultura pop anni 80 e infarcito di continui rimandi agli altri episodi del franchise, The Pre-Sequel compreso. Inoltre è bene sottolineare che le side-quest offrono ai Cacciatori più valorosi laute ricompense oltre che essere un pretesto per esplorare a fondo la rumorosa galassia di Borderlands 3.

Nell’ultima opera di Gearbox la varietà è l’aspetto portante, infatti, il titolo offre il maggior numero di scenari esplorabili dai fan della serie, che potranno finalmente abbandonare il pianeta Pandora per intraprendere un viaggio interplanetario alla ricerca delle Cripte. Questa è l’occasione per rifarsi gli occhi sui colossali grattacieli ultrafuturistici di Promethea, per meditare nei templi di Athenas o per esplorare le paludi selvagge di Eden-6. Per intraprendere i viaggi spaziali basterà impostare la rotta dalla sala di comando della Sanctuary-III, nave dei Crimson Raider e hub centrale della campagna, e preparsi all’atterraggio. Il mondo di gioco è nuovamente suddiviso in macro-aree, collegate tra loro attraverso varchi e stazioni adibite al viaggio rapido: insomma, un ritorno al passato che sà di occasione sprecata nei confronti di un potenziale open world, ma che, se non altro, può ora offrire dei caricamenti sensibilmente ridotti. Da apprezzare, inoltre, l’inedita verticalità dell’ambientazione, che spesso invita i giocatori a puntare gli occhi verso l’alto e a sfruttare la nuova scalata. In Borderlands 3 una volta atterrati sul pianeta destinazione, ci si potrà dirigee alla prima stazione Catch-A-Ride e utilizzare uno dei veicoli disponibili. Tra questi si trovano le solite camionette corazzate e i runner in stile Mad Max, affiancati dai nuovi futuristici Cyclone che permettono di sfrecciare a tutta velocità verso l’ignoto all’interno di una ruota gigante. L’esplorazione dello scenario è incentivata dalla presenza di oggetti collezionabili disseminati in ogni area: tra questi sono presenti i diari di Typhon DeLeon, il primo Cacciatore della Cripta, o dei nuovi componenti per i bolidi di Ellie. Tra i contenuti da scovare ci sono anche alcune sfide esclusive, come le taglie di Zer0 in cui sarà necessario uccidere i ricercati o le cacce leggendarie di Sir Hammerlock, con creature esotiche da studiare e da far fuori, ovviamente.

https://www.youtube.com/watch?v=hdImDagjNGQ

Complessivamente l’avventura di Gearbox ha una durata che spazia tra le 40 e le 60 ore, a seconda di come si gioca, ma il bello di Borderlands 3 è che offre un alto tasso di rigiocabilità. Dopo aver portato a termine la campagna infatti sarà possibile intraprendere diverse modalità di gioco con cui proseguire nell’avventura o, in alternativa, ricominciare da capo ma con una marcia in più. La prima novità endgame si chiama Modalità Caos. Suddivisa in tre diversi livelli di sfida, essa dà una maggiore probabilità di ottenere i pezzi di loot più rari e di ricevere percentuali bonus sull’esperienza, il denaro e l’Eridium guadagnati. Il prezzo da pagare coincide con un considerevole aumento dell’energia e della corazza dei nemici, così come diverse mod che potenzieranno ulteriormente gli avversari con resistenze ai proiettili, ai danni elementali e chi più ne ha più ne metta. Puro e semplice caos, nulla da aggiungere. Segue la Modalità Vero Cacciatore della Cripta, anch’essa contenente ricompense più ghiotte e criminali più ardui da affrontare, ma che in questo caso non offre nulla di nuovo se non il rivivere la storia di Borderlands 3, conservando tutti i progressi raggiunti fino a quel momento e mettendo contro livelli molto più duri da abbattere. E’ bene sottolineare che il sistema di progressione del gioco non è legato al singolo personaggio, bensì all’intero account, permettendo quindi di guadagnare nuovi gradi utilizzando anche altri Cacciatori. Un’aggiunta molto interessante, soprattutto agli occhi di chi macina numeri per scovare le migliori combinazioni per la propria build. Forti dei bonus e dell’equipaggiamento ottenuto sul campo, i giocatori in cerca di una vera sfida potranno mettersi alla prova in Circle of Slaughter, la modalità “orda” ideata dall’inimitabile Torgue, o nei Terreni di Prova. Mentre la prima si presenta come un piacevole passatempo da sperimentare da soli o in co-op, le arene di Terreni di Prova richiederanno grande concentrazione e, possibilmente, l’aiuto di un amico (ricordiamo che in Borderlands 3 si può giocare fino a 4 giocatori contemporaneamente in qualsiasi modalità di gioco), nel disperato tentativo di superare le numerose ondate e lo scontro finale con il temibile boss.

Sul versante grafico/tecnico Borderlands 3 sfoggia il suo caratteristico stile “disegnato” che ha reso famosa la serie, e il passaggio alle nuove console (se si esclude la remastered Handsome Collection) si nota grazie ad una pulizia generale dell’immagine e un maggior numero di dettagli a schermo, sia per quanto riguarda i nemici che per le stesse armi, che possono anche essere decorate con diversi accessori. Peccato, però, che il comparto visivo di Borderlands 3 cada in qualche imperfezione tecnica. I primi problemi che affliggono le versioni PS4 e Xbox One si palesano nel framerate. Su PS4 Pro e Xbox One X, Gearbox Software propone due diverse modalità grafiche, Prestazioni e Risoluzione, che prediligono rispettivamente la fluidità visiva (60 fps) e il livello di dettaglio (4K). A conti fatti, la prima opzione si è dimostrata la scelta preferibile per godere pienamente del titolo, là dove Risoluzione compromette in maniera evidente l’azione di gioco; eppure, neanche i 60 fotogrammi al secondo si dimostrano solidissimi, perdendo diversi frame nelle situazioni più concitate dell’avventura. È possibile arginare tali problemi disattivando le notifiche Social, ma solo in piccola parte. Passando sopra l’instabilità del framerate (fortunatamente rara), gli occasionali pop-in delle texture e i bug si viene ricompensati con un clamoroso colpo d’occhio, offerto dagli sconfinati scenari che si esploreranno e dai più dettagliati modelli poligonali. Netto miglioramento anche per le curatissime animazioni, che segnano un notevole distacco dalle precedenti avventure della serie. Un elemento che ci ha davvero colpiti di Borderlands 3, tuttavia, è legato al sonoro. Non stiamo parlando della soundtrack, che in ogni caso è davvero molto bella da ascoltare, ma ci riferiamo al doppiaggio in italiano: ogni singolo personaggio prende vita attraverso interpretazioni a dir poco sensazionali, con una scelta delle voci sempre azzeccata. Un grande plauso al registro umoristico scelto che fa letteralmente scompisciare dalle risate in quanto non è mai esagerato ma si sposa perfettamente con le situazioni presenti sullo schermo. Tirando le somme, se si passa sopra i leggeri problemi di framerate, Borderlands 3 rappresenta pienamente tutto ciò che un vero appassionato della saga desidera, ma è anche un ottimo titolo per chi si avvicina per la prima volta al brand. La comicità travolgente e il gameplay semplice ma in grado di creare dipendenza fanno trascorrere le ore in maniera piacevole e spensierata, e non si vedrà l’ora di scoprire quali folli missioni aspettano ad ogni nuova area e pianeta. Insomma, l’ultima fatica di Gearbox è un titolo di un certo spessore, che non giocare sarebbe davvero un peccato e che continuare dopo l’endgame sarebbe un vero spreco. Un arsenale spaventoso, mezzi assurdi, follia allo stato puro, humor intelligente, riferimenti alla cultura pop e tantissime cose da fare fanno di Borderlands 3 una vera perla nell’olimpo del gaming.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Samsung, Qualcomm e Google unite nel nome del metaverso

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Durante l’evento Unpacked svoltosi a Parigi, Samsung ha confermato lo sviluppo di un visore per la realtà mista. Dopo aver svelato i Galaxy Z Fold e Z Flip di sesta generazione, smartphone pieghevoli del gruppo, l’azienda ha aggiornato le tempistiche di presentazione del suo progetto di metaverso, che coinvolge anche Google e Qualcomm. La prima fornirà una versione adattata di Android per la realtà virtuale e aumentata, due termini che insieme vengono ottimizzati in “realtà mista”, mentre sarà delegata a Qualcomm la realizzazione dell’hardware che potenzierà il dispositivo. Non si hanno altre notizie in merito se non che tutte le compagnie prevedono di lavorare sodo per portare sul mercato il prodotto entro le festività natalizie. Vale la pena ricordare che parte della catena produttiva di Samsung è attualmente sotto pressione, con i dipendenti sudcoreani che stanno scioperando a oltranza per questioni economiche. Stando a quanto viene riportato sul sito Sammobile, Il visore “XR” potrebbe usare due schermi Micro Oled costruiti dalla sussidiaria di Samsung Display chiamata eMagin. “Sarà probabilmente un dispositivo di fascia alta e funzionerà con gli smartphone Galaxy (e probabilmente con i laptop)” scrive il portale. Dubbi sul prezzo, visto che Samsung potrebbe posizionare il visore in una fascia più accessibile di Apple, che attualmente vende i Vision Pro a partire da 3.500 dollari. Non resta altro che aspettare e scoprire tutte le novità e le possibilità legate a questo importantissimo quanto innovativo settore.

F.P.L.

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Destiny 2 la Forma Ultima, lo splendido finale di un capolavoro lungo dieci anni

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Destiny 2 La Forma Ultima è il nuovo contenuto a pagamento stagionale dedicato all’universo di Bungie. Il gioco, che ha visto muovere i passi di milioni di guardiani sulla leggendaria torre ha infatti compiuto 10 anni, e proprio con questo nuovo capitolo della storia si chiude una parentesi enorme della storia del gaming. Intendiamo, il brand Destiny continuerà ad esistere, ma il ciclo della storia principale pare essere arrivato a un punto definitivo. Quindi alla domanda ma Destiny è finito? La risposta è no, ad essere finito il ciclo della saga della luce e dell’oscurità che dal 9 settembre 2014 è stata la base dell’intreccio narrativo. La Forma Ultima è stata pubblicata nella giornata del 4 giugno 2024 su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S, ma i guardiani avranno ancora molto da fare poiché gli sviluppatori hanno già annunciato tre episodi, i quali fungeranno da sequel per gli avvenimenti successi nel DLC tanto atteso dalla community. Inoltre, la software house statunitense ha già annunciato l’Anno 11, con il nome in codice di Frontiere. Ma pensiamo al presente: la storia che Bungie propone in questo ultimo episodio della saga è davvero entusiasmante, poiché propone una campagna narrativa pronta a trasportare i giocatori nel Pallido Cuore del Viaggiatore, con l’unico obiettivo di fermare il Testimone, il principale antagonista di lunga data di Destiny 2. Quest’ultimo è molto pericoloso perché il suo potere gli permette di manipolare la realtà. È chiaro fin da subito che Bungie ha adottato un approccio differente rispetto ai capitoli giocati nelle espansioni scorse, applicando magistralmente le lezioni apprese dalle stagioni più di successo, che hanno enfatizzato maggiormente l’umanità e il background dei personaggi piuttosto che perdersi su altro. Oltretutto, avendola giocata dall’inizio alla fine a difficoltà leggendaria e anche con un certo coinvolgimento, possiamo senza dubbio affermare che la Forma Ultima rappresenta la migliore espansione che Destiny abbia mai offerto. Sebbene la scrittura si sia rivelata piuttosto lineare, ci ha fatto davvero piacere vivere come Guardiani l’esperienza che è poi culminata nello scontro con il Testimone. Uno dei principali punti di forza di questa trama, e della campagna in generale, è stata inoltre la stessa ambientazione. Destiny 2 ci ha abituato a viaggiare per lo spazio, a esplorare pianeti sconosciuti durante il corso delle espansioni pubblicate per il gioco, tuttavia oggi con la Forma Ultima, il Cuore Pallido si è rivelato semplice quanto efficace, dato che proponeva un luogo strano, a tratti inquietante ma comunque straordinario visto anche con gli occhi di chi Destiny non l’ha seguito dal day-one. Ci è sembrato quasi di viaggiare all’interno di un inferno dantesco sci-fi corrotto da Bungie, dato che al suo interno sono presenti elementi familiari tratti da tutta la storia del franchise, ma spesso ricombinati in modi bizzarri o distorti dalla corruzione. È essenziale sottolineare che la campagna si prende il tempo necessario per approfondire la caratterizzazione dei personaggi utilizzando filmati, monologhi e molte conversazioni tra gli NPC, un elemento che sicuramente migliora l’esperienza dato che in altri casi gli unici elementi di lore disponibili erano rappresentati da documentazioni e poco altro ancora. Quindi da questo punto di vista si vede che Bungie ha lavorato sodo per dare a tutti i fan un fantastico ultimo capitolo. Ma parliamo di novità: con La Forma Ultima Bungie ha introdotto una nuova fazione avversaria chiamata “Dread”, che introduce diversi tipi di nemici e riscrive le dinamiche degli scontri di Destiny 2 in modo sostanziale, cambiando le carte in tavola anche per i giocatori più esperti, soprattutto alle difficoltà più elevate. Questi antagonisti si presentano con una forma antropomorfa, in qualche modo corrotta come dalla presenza di alcuni cristalli, che in molti casi determinano anche le loro abilità. Per dire, gli Omen possono ghiacciare i Guardiani, mentre gli Harbinger possono invece metterci in stasi, creando situazioni non facili da gestire sul campo di battaglia.

La Forma Ultima inserisce anche una nuova sottoclasse dei guardiani soprannominata Prismatica, che dal nome vuole fare riferimento a una fusione di quelle precedentemente pubblicate, armate di poteri che facevano riferimento a Luce e Ombra. La sottoclasse Prismatica concede ai giocatori la possibilità di attingere al “meglio dei due mondi”, creando così nuove sinergie, combinando magari abilità per ottenere risultati diversi. Non si tratta di una sottoclasse radicalmente innovativa o entusiasmante come lo Strand al momento del suo completo sblocco nell’ultima espansione, ma manipolare i vari poteri e abilità è gratificante quando si riesce a trovare la combinazione giusta di elementi per massimizzare l’efficienza del proprio setup. Ad esempio utilizzare il missile ad arco del Titano con la spallata di fuoco con martello e la granata soppressiva da vuoto è davvero una roba fantastica. Ma l’attenzione alla costruzione delle build dei personaggi continua anche dopo la campagna, infatti nelle missioni e nelle attività aggiuntive che portano i giocatori a esplorare il Cuore Pallido ci sono una miriade di cose da fare per sbloccare nature, e frammenti necessari a rendere la sottoclasse prismatica completa. Alcuni dei momenti più intriganti e commoventi della storia si verificano proprio in queste fasi successive alla campagna, e Bungie è riuscita a nostro avviso a mantenere alta la qualità in tutte queste missioni. Intendiamoci, anche in questo nuovo episodio il farming è molto alto, ma il risultato finale è veramente soddisfacente. Una volta svelati i segreti del Cuore Pallido, il gioco offre una nuova tipologia di missione che si può soprannominare Dual Destiny. Questa è a tutti gli effetti una missione esotica speciale che richiede di essere giocata esclusivamente da due giocatori. Coordinazione e velocità sono necessarie per portare a termine questo speciale stage e alla fine di esso una scelta morale renderà il tutto ancora più intrigante. Ma noi non vi vogliamo rovinare l’esperienza di gioco, quindi non diremo altro. Unico indizio che possiamo darvi è. Non fidatevi mai di nessuno! Altra missione del tutto innovativa è Escissione, ossia lo scontro finale con il Testimone. Questa missione, che si è resa disponibile solo dopo il primo completamento del nuovo raid a livello mondiale, è assolutamente favolosa perché si deve giocare in 12 ed è affrontabile con il matchmaking, sia nella sua versione normale che nella sua versione super difficile a “Leggendario”. Insomma, anche qui ci troviamo dinanzi a una bella novità. Una menzione giusta da fare riguarda l’incursione Salvation’s Edge. Quest’ultima richiede un alto grado di cooperazione e comunicazione tra i giocatori, questo perché al suo interno sono presenti nuove meccaniche intelligenti che offrono sfide davvero stimolanti. I combattimenti sono impegnativi e gli ambienti, belli e strani, in certi casi sono equiparabili a quanto creato artisticamente all’interno del Cuore Pallido. Inoltre, Salvation’s Edge è leggermente più lungo e difficile rispetto alla maggior parte dei raid recenti, il che soddisfa i giocatori di alto livello in cerca di una sfida più intensa da affrontare settimanalmente. Per quanto riguarda le armi esotiche Bungie ha inserito delle bocche di fuoco davvero interessanti in questa Forma Ultima.

Primo fra tutti va menzionato il cecchino Caccia Immobileterna. Quest’ultimo è veramente interessante perché funzionerà come qualsiasi altro cecchino (solo inizialmente), ma allo stesso tempo propone una barra di caricamento che una volta carica potrà sparare dei colpi d’orati come se fosse una sorta di Pistola d’oro del cacciatore. Inoltre, sarà possibile utilizzarlo con il casco esotico Falconotte del cacciatore per creare delle combinazioni con un danno veramente impressionante forse attualmente la combinazione di quest’arma e di quest’elmo sono la combo arma/super col Dps più alto. Parlando ancora una volta delle bocche da fuoco Esotiche, è presente anche un fucile laser pesante chiamato Microcosmo. Quest’ultimo è molto particolare perché è la prima arma pesante che non ha nessun elemento: l’arma in questione però è molto forte in quanto non solo infligge dei danni ingenti, ma presenta anche dei bonus contro i nemici dotati di scudo, fattore che potrebbe rivelarsi particolarmente vincente nelle attività più difficili come i Cala la Notte in Gran Maestro, dove sono presenti tante minacce con diversi scudi. In più, ci sono due graditi ritorni dal primo Destiny: Il Morte Rossa e il Khvostov. Il primo, ad ogni uccisione permette di recuperare la salute, mentre il secondo rispetto alla precedente iterazione è in grado di far rimbalzare il settimo proiettile sui nemici circostanti. Insomma, per quanto riguarda le armi Esotiche, il team creativo ha fatto un lavoro estremamente importante, così come le armature Esotiche che sono disponibili due per ogni classe, e le quali daranno libero sfogo alla vostra creazioni di build all’interno dello sparattutto online. In conclusione, siamo rimasti particolarmente estasiati da queste aggiunte particolarmente azzeccate! Ovviamente è presente anche un’altra arma esotica esclusiva del raid, ma al momento non siamo riusciti ancora ad ottenerla, ma pare sia estremamente forte. Bungie, attraverso l’aggiornamento in Destiny 2 La Forma Ultima, ha effettuato dei cambiamenti anche ad alcuni NPC proponendo diversi ritorni. Innanzitutto, il Criptarca è stato aggiornato con un sistema di reputazione, il quale ad ogni Engramma decifrato da quest’ultimo permetterà al giocatore di salire di grado e sbloccare determinate ricompense. Ma non è questa la novità più eclatante, ma bensì Xur: il venditore di Esotici disponibile dal venerdì al martedì a partire dalle 19:00 italiane. Prima di procedere, dobbiamo dirvi che Bungie ha deciso di far ritornare una vecchia valuta, ossia le Strane Monete. Chi ha giocato al primo Destiny lo saprà bene: quest’ultime permettevano l’acquisto dell’equipaggiamento Esotico, feature che fa il suo ritorno con qualche modica rispetto al passato. Innanzitutto, non ci sono solo gli oggetti Esotici ma anche Leggendari, i quali potranno essere acquistati con tanto di perk piuttosto interessanti per le vostre bocche da fuoco preferite. Ma una novità che mi ha lasciato sorpreso è la possibilità di acquistare i Catalizzatori delle armi Esotiche. Seppure il costo è molto elevato, questo permetterà ai giocatori di non andare forzatamente a grindare un’attività per ottenere quest’ultima ed effettuare innumerevoli kill. Infatti, il Catalizzatore Esotico vi verrà fornito con l’obiettivo già sbloccato, un salto di qualità decisamente importante. In aggiunta, come già successo nel precedente capitolo, anche qui ci saranno tre armature Esotiche, una per classe, insieme ad una bocca da fuoco Esotica. Insomma, da questo punto di vista Xur diventa maggiormente più utile rispetto al passato, poiché nelle stagioni precedenti fungeva solamente da NPC utile nel fornire delle statistiche migliori per le proprie armature preferite. Ora, la situazione è nettamente diversa. Ultima ma non per questo meno importante novità è il sistema Pathfinder. Quest’ultimo non è particolarmente difficile da spiegare: in poche parole, al guardiano vengono dati alcuni compiti che saranno collegati tra loro, come effettuare delle uccisioni con un determinato elemento o distruggere dei boss in un’area nello specifico. In base al task che viene proposto, poi bisogna marcarlo all’interno di un’interfaccia molto semplice e intuitiva ed infine eseguirlo. La prima volta che si porta a termine quest’ultimo si viene ricompensanti con un Engramma Potente, il quale permette di ottenere un equipaggiamento di livello alto e facilitare la scalata al Livello Potere massimo che è 2000 attualmente se si esclude il potere extra donato dall’artefatto. Dopo aver completato il primo task, ripetendo il sistema appena citato sarà possibile ottenere una spada Esotica di cui non abbiamo fatto ancora menzione: l’Ergo Sum. Essa avrà ben 11 caratteristiche diverse. Questa infatti è una di quelle armi Esotiche in possesso di perk diversi (per un totale di 11) e può essere droppata da vuoto, ad arco e di fuoco. Ad esempio, è capitato che con i fendenti pesanti si generassero delle granate le quali potevano appiccicarsi ai nemici, oppure sempre con la stessa tipologia d’attacco sferrare dei colpi come il Lanciagranate esotico Colonia. Insomma, questa è una buona cosa per invogliare i giocatori a sfruttare ogni volta questo sistema veramente interessante e capirne le potenzialità, specialmente per eventuali aggiunte future. Ricordiamo inoltre che il catalizzatore di Ergo Sum può essere ottenibile solo completando la missione Escissione in leggendario. Buona Fortuna! Tirando le somme, Destiny 2 La Forma Ultima è l’epilogo perfetto che racchiude questi 10 anni di Destiny in una lotta che vede le forze della Luce contro l’Oscurità. Tutti i contenuti si sono rivelati all’altezza dell’aspettative, iniziando dalla campagna che propone diverse cinematiche, una regia nettamente migliore e con dei momenti veramente da cardiopalma. Le sottoclassi prismatiche, una delle novità più interessanti dell’espansione, funzionano a meraviglia e creano diverse combinazioni all’interno del gioco. Anche gli altri contenuti come il Raid e il sistema Pathfinder sono dei contenuti vincenti. Insomma, sia che siate dei guardiani di vecchia data, sia che siate delle New Light Destiny 2 la Forma Ultima è un’espansione veramente grandiosa e che vi terrà impegnati per molte, anzi moltissime ore di gioco.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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