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BOLZANO – Oetzi la mummia custodita al Museo di Bolzano dell’Alto Adige continua a dare informazioni su di sé e di come era la vita nell’Età del rame, a questo proposito è stato effettuato un esame radiologico su Iceman ed è emerso che la Mummia del Simulan quando morì aveva un’età presumibilmente di 46 anni ed aveva tre calcificazioni coronariche, la quantità di calcio è paragonabile a quella che si può riscontrare in un uomo di carnagione chiara dei nostri giorni di età compresa tra i 40 e i 50 anni. I risultati dell’esame sono stati pubblicati nella rivista scientifica specializzata “RoFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Rontgenstrhlen”.
Dal momento che Oetzi non aveva uno stile di vita sedentario, gli autori concludono che la predisposizione genetica è un fattore scatenante significativo per l’arteriosclerosi. A questa diagnosi è giunta un’équipe guidata dalla radiologa bolzanina Patrizia Pernter che ha risposto a noi dell’Osservatore d’Italia qualche domanda.
Questo esame cosa comporta dal punto di vista scientifico?
La identificazione di calcio anche a livello dell’albero vascolare coronarico è un’ulteriore dimostrazione che
Oetzi soffriva di arteriosclerosi. In lavori precedenti sono state descritte le calcificazioni carotidee e
dell’aorta e la disposizione genetica per l’arteriosclerosi. Questa nuova notizia è una piccola pietra
aggiuntiva nel “puzzle” che ci svela le caratteristiche e i misteri di un uomo vissuto migliaia anni fa, lontano
dai tempi moderni e ciò nonostante veramente identico a noi, uno di noi.
Perché è stato fatto questo esame?
Iceman viene sottoposto con cadenza di alcuni anni ad esami radiologici, in primis alla tomografia computerizzata perché questa metodica consente di analizzare la mummia in modo non invasivo, con apparecchiature sempre più precise con sempre maggiore dettaglio, alla ricerca di nuovi segreti e per controllare lo stato di conservazione.
Oetzi venne ritrovato nel settembre del 1991 sulle Alpi Venoste ai piedi del ghiacciaio del Simulan, datato al radiocarbonio C 14 tra 3350 e 3100 avanti Cristo, è custodito al Museo Archeologico di Bolzano da vent’anni e in questi due decenni ha avuto ben 5 milioni di visitatori, ogni anno circa 250.000 persone con una tendenza di costante aumento. Nel 2017 il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha registrato il suo record assoluto con 286.972 visitatori provenienti da tutti i continenti, il museo offre anche mostre itineranti su Oetzi con immagini ed un introduzione informativa sulla realtà dell’uomo venuto dal ghiaccio.
L’exibithion presenta diverse riproduzioni di oggetti e indumenti appartenenti a Iceman. Esempi del corredo che aveva con sé: L’uomo venuto dal ghiaccio insieme all’abbigliamento e l’attrezzatura forniscono grazie all’eccellente stato di conservazione una nuova prospettiva della vita dell’età del rame. il “corredo” di Oetzi comprende una sopravveste, gambali, perizoma, berretto e scarpe e varie cinture, tutto molto pratico e funzionale e per proteggerlo dal freddo, i materiali utilizzati erano di pelliccia, pelle ed erbe intrecciate, ed anche l’attrezzatura che aveva con sé come l’ascia di rame, l’arco, pugnale, la faretra, e anche altri vari utensili che aveva nel momento del ritrovamento ed anche la zona vicino al luogo dov’è stato ritrovato hanno restituito dei reperti, essi costituiscono un vero tesoro dell’umanità, ognuno di loro sono pezzi originali e unici. Fra i reperti oltre al vestiario e l’attrezzatura per poter affrontare e sopravvivere nella natura selvaggia
costituendo una parte molto importante di questo tesoro è l’ascia, questo reperto è perfettamente conservato ed è attualmente unico al mondo.
L’ascia è un reperto unico di quell’epoca datato anch’esso al radiocarbonio C14 tra il 3346-3011 a. C i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Plos One, l’arma è costituita da un manico in legno di tasso ed ha una lunghezza di circa 60 cm, mentre la lama è costituita da 99,7 % da rame puro e non proviene dalle Alpi come si presumeva all’inizio, ma proviene dal centro Italia, a tal proposito un gruppo di ricercatori hanno scoperto che il rame proviene da giacimenti di minerali nel sud della Toscana.
La mummia del Simulan non finisce mai di stupire perché non solo aveva attrezzature per sopravvivere, ma disponeva anche di una vasta conoscenza, egli aveva anche con sé dell’equipaggiamento. Aveva infilato nelle strisce di pelle due pezzi di un fungo degli alberi del poliporo di betulla, si ipotizza che avessero una funzione terapeutica, dal momento che fino al xx secolo furono utilizzati a scopo curativo. Al poliporo viene attribuito un effetto antibiotico ed emostatico. Iceman in questi anni è diventato un vero divo basti pensare che Brad Pitt ha tatuato sul braccio la sua sagoma, infatti grazie ai suoi segni sparsi su tutto il corpo è diventato molto famoso tra i tatuatori, ne sono all’incirca una sessantina e si trovano sulle parti più vulnerabili come giunture e la schiena, essi sono ottenuti da tagli sottili – linee e croci – tra cui alcuni sono pigmentati con il carbone, questi “tatuaggi” – si ipotizza che avessero una funzione terapeutica – sono stati
fotografati con una macchina speciale e sono fra gli esempi più antichi di body modification.
Oetzi continua a stupire e come un portale del tempo ci fa viaggiare direttamente all’epoca di quando lui visse, una vera connessione a lunga distanza tra millenni, grazie alla tecnologia tassello dopo tassello stiamo ricostruendo le nostre radici e ad avere risposte e sapere più cose di noi e delle nostre abitudini.
Giuseppina Ercole
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