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di Vincenzo Giardino
BOLOGNA – La scalinata del Pincio, che da via Indipendenza porta al parco della Montagnola, tornerà a splendere: saranno restaurate tutte le superfici in arenaria interessate da fenomeni di disgregazione che le stanno pian piano sbriciolando, tanto che alcune parti sono oggi protette da una serie di reti. E tornerà al suo posto il braccio della figura di sirena, parte del gruppo scultoreo a nord-ovest della fontana, opera di Diego Sarti, collocata al centro del Parco della Montagnola. Tra la primavera e l'autunno del 2014 la vasca e i gruppi scultorei sono stati oggetto di un significativo intervento di manutenzione ordinaria e restauro: poco dopo però si è spezzato un ramo dall'albero sovrastante il gruppo scultoreo a nord-ovest e ha fratturato il braccio di una delle sirene. Dopo il semaforo verde della Soprintendenza, la giunta di Virginio Merola, nel corso della seduta di martedì scorso, 15 novembre, ha approvato il progetto esecutivo di questi due restauri. Ora dunque si potrà andare a gara per affidare i lavori, che avranno una durata di circa quattro mesi. Il valore dell'operazione è di 70.000 euro.
Storia e curiosità
Nel 1662 la Montagnola divenne il primo giardino pubblico all'interno delle mura: un grande piazzale circolare ornato da un doppio filare di olmi, preceduto da un doppio filare di gelsi. La creazione di un vero grande parco per la città si deve però a Napoleone Bonaparte, il quale, in segno di gratitudine per la calorosa accoglienza riservatagli dai bolognesi, stanziò ben duecentomila lire (una cifra esorbitante per l'epoca) per la sua valorizzazione. I lavori di sistemazione del parco sul lato della nuova via Indipendenza, su progetto dell'architetto Tito Azzolini e dell'ingegner Attilio Muggia, ebbero inizio il 6 aprile 1893 e furono ultimati tra il 1896 e il 1898. Il progetto del 1888 prevedeva la riqualificazione del piazzale posto a capo della nuova arteria che da Piazza Maggiore avrebbe condotto alla stazione ferroviaria e la definizione del suo tratto terminale. L'ampio scalone monumentale con il corpo centrale e le due rampe laterali conduce ad una terrazza intermedia e da qui al versante ovest del parco, permettendo il collegamento tra la nuova via Indipendenza e i giardini della Montagnola, il cui raccordo è sottolineato anche dal portico e dalla soprastante terrazza panoramica, adornata da grandi candelabri in piombo con lanterne a olio per illuminare quella che all'epoca rappresentava la passeggiata serale della borghesia cittadina al fresco degli imponenti platani secolari e dei filari di tigli ed ippocastani.
Quanto alla fontana di cemento posta al centro del parco, fu eseguita per l'Esposizione Emiliana del 1888, ed è una tra le opere più note di Diego Sarti che riscosse un immediato e clamoroso successo, confermando le doti e le capacità dell'artista nel gestire sculture di grandi dimensioni e nel rendere efficacemente le lotte tra animali, tanto da essere l'unico manufatto risparmiato dalle demolizioni al termine della manifestazione. Dopo un lungo periodo di abbandono i gruppi scultorei furono ricomposti nel 1935 nella collocazione attuale, al centro del parco della Montagnola.
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