Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
Redazione
Brescia – È in corso in Lombardia, dalle prime ore del mattino, un'operazione della Polizia di Stato contro il terrorismo internazionale che ha portato ad arresti e perquisizioni. L'operazione è stata denominata 'Bay'a'. La Polizia di Stato di Milano sta eseguendo a Brescia un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 2 persone accusate di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico.
Progettavano attentati a Roma e Milano. Le indagini condotte dagli uomini della Digos e del Servizio Centrale Polizia Postale hanno permesso di accertare che gli indagati, sostenitori dell'organizzazione terroristica IS svolgevano continuativa attività di istigazione pubblica in rete. Le indagini hanno riguardato in particolare un cittadino tunisino di 35 anni e un pakistano di 27 anni. Il primo aveva creato l'account twitter Islamic_State_in_Rom e, insieme al complice pakistano, progettava il compimento di azioni terroristiche nel territorio italiano attraverso la medesima piattaforma informatica. Messaggi minacciosi a firma Islamic State sullo sfondo di alcuni luoghi-simbolo italiani, a Roma e Milano. «Siamo nelle vostre strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell'ora X». Questi alcuni dei messaggi, scritti a penna, in italiano, arabo e francese, su dei foglietti tenuti in mano e, sullo sfondo, alcuni luoghi simbolo come il Colosseo, il Duomo o la stazione di Milano. Immortalati anche mezzi della Polizia di Stato e della Polizia locale, fermate della metropolitana, tratti autostradali e bandiere dell'Expo.
I due arrestati Lavorava come dipendente di una ditta di pulizia con la mansione di operaio per lavare i macchinari di un'ortofrutticola Lassad Briki, il tunisino 35enne arrestato a Brescia per terrorismo internazionale. Celibe, ha una sorella che vive a Milano. Invece Muhammad Waqas, 27 anni il prossimo agosto, lavorava per una ditta che confezionava alimenti ma più spesso faceva l'autista e i suoi genitori e parenti vivono in Pachistan. Entrambi erano in Italia da diversi anni, con regolare permesso di soggiorno. Ancora non è noto, spiegano gli inquirenti, come si siano conosciuti.
Le intercettazioni Durante la conferenza stampa il procuratore aggiunto, Maurizio Romanelli, ha spiegato che i due uomini arrestati, nelle intercettazioni telefoniche, parlavano di più obiettivi, "anche se non c'è mai stato un inizio di passaggio all'azione". In particolare i loro discorsi riguardavano la base militare di Ghedi ma anche possibili attacchi alle forze dell'ordine o ai danni della società per la quale lavorava il cittadino tunisino.
Studiavano online il manuale di Mujaheddin "How to survive in the west. A Mujahid guide". Era questo manuale per mujaheddin residenti in occidente e reperibile online la bibbia di Lassad Briki e Muhammad Waqas, il tunisino e il pachistano arrestati per terrorismo internazionale. Intercettati dalla polizia, i due stranieri aspiranti attentatori "parlavano tra loro di addestramento militare per mujaheddin, di un possibile agire terroristico all'interno del territorio dello Stato e di una serie di possibili obiettivi e parallelamente avevano iniziato un'attività di autoaddestramento attraverso la lettura di un manuale in circolazione in rete che contiene indicazioni su come devono comportarsi i mujaheddin nei territori occidentali, come confezionare armi e ordigni in modo artigianale".
Correlati