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BLITZ ALLA CLINICA COLLE CESARANO: TROPPI MISTERI CHE LEGANO BUZZI, VINCENZI E LA REGIONE LAZIO

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Colle Cesarano sembra sia al centro di vari interessi, che la vedono implicata con la gestione del centro accoglienza Agorà, intercettazioni che coinvolgono oltre Buzzi, Manfredino Genova e nel diario del ras delle cooperative lo stesso Marco Vincenzi. La clinica sembrerebbe non rispettare le caratteristiche per ottenere un accredito dalla regione Lazio…che fa arrivare però nelle casse circa 9 milioni id euro all’anno

di Cinzia Marchegiani

Sulla clinica psichiatrica Colle Cesarano di Tivoli troppe ombre e misteri fanno finire questa struttura al centro di una grande inchiesta che il M5S alla regione Lazio ha voluto sollevare. Luogo incontrastato e centrale delle intercettazioni di Mafia Capitale, la clinica diventa una bella torta a molti zeri e anche un centro accoglienza, Agorà nel 2011, gestito dalle stesse cooperative di Buzzi. Colle Cesarano, dopo l’insediamento di Nicola Zingaretti alla Presidenza della Regione Lazio riceve l’accreditamento e un generoso aumento del budget annuale che da 8,5 milioni di euro, riescono a confluire 9 milioni tondi tondi. E per non farci mancare nulla, sulla clinica ancora una volta ritorna coinvolta la figura dell’ex capogruppo del PD alla Regione Lazio, dimessosi lo scorso 9 giugno 2015 con il ras delle cooperative, Salvatore Buzzi..ma non solo.
La storia di questa clinica vede il proprietario fino al 2003, Aurelio Casati, raccontare in un’intervista di essere stato costretto a pagare una tangente del 2% ad alcuni funzionari delle Asl per ottenere i risarcimenti pubblici che gli sarebbero comunque spettati per legge e di aver chiesto aiuto tra il 1998 e il 1999 anche a Marco Vincenzi, allora direttore sanitario di Tivoli Terme. A causa dei ritardi dei pagamenti della Asl, purtroppo Casati cede la proprietà alla società Geress, nella stessa entrerà Manfredino Genova, il quale veniva contattato da Buzzi per parlare di come gestire il business dei migranti.

IL CASO AURELIO CASATI, LA PROCURA DI TIVOLI E IL DOCUMENTO

Aurelio Casati, l'ex presidente del consiglio di amministrazione della clinica Colle Cesarano aveva richiesto un incontro urgente al sostituto procuratore di allora Gabriella Fazi, presso il tribunale di Tivoli (RM) datata 28 gennaio 2011. Dall’articolo a firma di Giuliano Ghirlando su Antimafiaduemila si scopre il documento dove si evince che procuratore Fazi, dopo aver letto l'invito di Casati ad essere ascoltato, poiché riteneva di avere informazioni di rilevanza penale, non accoglie la richiesta e risponde la propria motivazione nella non disponibilità ad ascoltare l'ingegnere Casati, poiché come riporta il documento datato 3 febbraio 2011 a firma di Gabriella Fazi: “Allo stato attuale non è possibile, per ragioni attinenti al lavoro d'ufficio”.
Eppure nella richiesta l’Ing. Aurelio Casati ripercorreva la sua storia giudiziaria dello stesso Aurelio Casati, dove emergevano importanti e sensibili informazioni proprio sulla Clinica Colle Cesarano e gli attori che ne avevano determinato la sua vendita alla Geress. Aurelio Casati aveva ricoperto la carica di presidente del Consiglio di Amministrazione della società Centro Clinica Colle Cesarano S.p.A., residente in Tivoli, fino a revoca da parte del Tribunale di Tivoli (decreto del 16 luglio 2004). A conclusione di una lunga indagine codesta Procura aveva prosciolto Casati dall'ipotesi di reato di cui agli artt. 323 e 479 Codice Penale (dott. Scalera, RG.N.R 2810105) con dispositivo accolto dal GIP in data 05 maggio 2010. Nell'udienza del 9 dicembre 2010 Casati veniva assolto dal reato di cui agli artt. 646 e 61 n. 11 Codice Penale perche il fatto non sussiste e in tale sede, codesta Procura (dott.ssa Fazi, RG.N.R 4034/04) chiedeva I'assoluzione. Ma Casati faceva presente al pm Fazi soprattutto che la sentenza, era passata in giudicato, del Tribunale di Roma del 30 giugno 2009 di assoluzione dai reati di cui all'art. 81 Codice Penale e 2 D.L.vo 12.09.83 n. 463 perché iI fatto non sussisteva e nel dispositivo si dava atto che la crisi finanziaria della società è stata determinata dal comportamento ingiustificato della ASL Roma G.
Nella richiesta di incontro urgente Casati faceva sollecitava opportune indagini in memo alle ipotesi di azioni estorsive ai danni della società e dello stesso Casati in qualità di amministratore e di socio dl minoranza, come del resto aveva citato esposto.

MARCO VINCENZI, COLLE CESARANO E INTERROGAZIONE M5S REGIONE LAZIO

Ritorna impetuoso il M5S alla regione Lazio e il 23 giugno 2015, i consiglieri Davide Barillari e Devid porrello presentano un’interrogazione indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio On. Daniele Leodori “Riscontro requisiti minimi Casa di Cura Colle Cesarano e revoca accreditamento” dove si interrogava il Presidente della Giunta Regionale, On. Nicola Zingaretti, di confermare il mancato riscontro dei requisiti minimi per la struttura di Colle Cesarano, chiarire ogni aspetto legato alla gestione del centro migranti in relazione all'inchiesta di mafiacapitale e alle sue relazioni con Marco Vincenzi (ex capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio), e procedere con la revoca dell'accreditamento con la Regione Lazio Roma, 17/06/15.
Si legge: “Durante la seduta d'aula del 17/6/15 dedicata alla mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti, viene annunciato ufficialmente che i consiglieri del M5S consegneranno carte ed emendamenti alla Procura di Roma che cercherà riscontri e valuterà eventuali illeciti, di certo negli atti sono già finiti gli incontri tra Marco Vincenzi (Ex capogruppo PD in Regione Lazio) e Buzzi, per l'inchiesta mafiacapitale. Uno il 12 settembre 2014 a Villa Adriana (Tivoli) “dove Buzzi consegnava a Vincenzi un foglietto”, e poi una cena annunciata da Buzzi: “ Stasera vado da Vincenzi.. che è il padrone de Tivoli.. a cena e gli faccio un p.. poi vedemo se me riesce”. Buzzi annota (sul suo diario ndr) anche un appuntamento e una località: Colle Cesarano. Questa struttura, rappresenta quindi un luogo “importante”, non solo per questioni prettamente sanitarie ed assistenziali, ma anche un luogo importante “politicamente”…come dimostrano le intercettazioni di Buzzi. Colle Cesarano e' alle porte di Tivoli, dove Vincenzi è stato sindaco. E intanto a Colle Cesarano è nato nel 2011 il Centro Agorà, un centro migranti gestito proprio dalla cooperative di Buzzi, e a giugno 2014 la regione Lazio ha riconosciuto l’edificabilità all’area in variante al piano regolatore vigente”.

BLITZ NOTTURNO ALLA CASA DI CURA COLLE CESARANO – TIVOLI, 23/06/15
Con un report steso dal M5S e il sindacato Si-CEL viene descritto il blitz effettuato alla clinica Colle Cesarano avvenuto la notte del 23 giugno 2015, lo stesso giorno che Barillari e Porrello avevavo chiesto riposte dirette in Regione Lazio con l’interrogazione sopra descritta.
Su Colle Cesarano, oltre ai misteri sopra descritti, gli autori del blitz vogliono vederci chiaro se sia una coincidenza che la Regione Lazio nel giugno 2014 abbia riconosciuto l'edificabilità all'area in variante al piano regolatore vigente, con lo scopo di costruire un grande centro immigrati della cui possibilità Coltellacci (arrestato per mafiacapitale insieme a Buzzi). Barillari incalza: “sappiamo inoltre che fino al 2003 venivano pagate tangenti ad alcuni funzionari delle Asl per ottenere risarcimenti pubblici. Scopriamo poi che fra i proprietari della struttura di Colle Cesarano, c'e' un tale Manfredino Genova… contattato sempre da Buzzi per parlare di come gestire il business dei migranti” –

ll MoVimento 5 Stelle cerca fra mille reticenze e mille omissioni, di analizzare da 2 anni le opacità che rivestono la struttura sanitaria di Colle Cesarano, e ha presentato ben 6 interrogazioni a Zingaretti, ricevendo solo risposte incomplete e parziali.

REPORT DEL BLITZ. La visita a sorpresa a Colle Cesarano inizia alle 22.00 del 23 giugno 2015, trovando i cancelli sbarrati al nostro ingresso. Ci siamo correttamente e puntualmente qualificati come consiglieri regionali, parlamentari ed esponenti locali e nazionali del sindacato presente nella struttura e firmatario di contratto, il Si-cel…ma nonostante la legittimita' dell'accesso, ci hanno risposto che avrebbero "verificato l'autorizzazione".
Ribadiamo che in tanti anni, è la prima volta che viene negato l'accesso alla struttura, per una visita di rappresentanti politici e sindacali. Dopo 30 minuti abbiamo chiamato la locale caserma dei carabinieri, avvisando della situazione il comandante di Tivoli. Arriva subito una pattuglia, ma anche per loro, nessuna risposta al citofono della casa di cura…nonostante la volante abbia acceso i lampeggianti e i carabinieri abbiano intimato l'accesso immediato delle forze dell'ordine. Nulla da fare.
Solo all'arrivo dei proprietari della struttura su un roboante suv bianco, giunto di corsa direttamente da Roma, siamo potuti entrare (circa 1 ora dopo).
La visita e' potuta iniziare nonostante tutti i tentativi di fermarci.
Abbiamo visitato tutti i reparti dove sapevamo che c'erano forti dubbi, e abbiamo cercato di parlare con i lavoratori, ma non tutti erano disponibili a parlare. Il clima era pesante…eravamo scortati a vista dall'avvocato della struttura e dalla schiera dei proprietari/dirigenti/amministratori.
Nonostante questo, abbiamo identificato diverse presunte irregolarità nella gestione del personale, dell'organico, dei servizi di assistenza ai pazienti.
Requisiti minimi per l’accreditamento dato dalla regione. Abbiamo raccolto molte informazioni, in modo da verificare una volta per tutte se sussistono i requisiti minimi per l'accreditamento della struttura, direttamente dai responsabili (pianta organica, presenze nei turni notturni). Altre informazioni ci dovevano essere consegnate oggi (planimetria, fogli turni mensile), come da accordi, ma la struttura stamattina ha fatto un bel passo indietro e non è più disponibile a fornire ulteriori dati.
Abbiamo già appurato, nell'interrogazione in aula del 23/6/15, che la Regione Lazio, sottovalutando volutamente o meno tutta la questione, conferma ufficialmente la perfetta regolarità dei requisiti, che invece il M5S contesta sulla base dei dati oggettivi già in nostro possesso.
Mancanza di organico. Nelle oltre 4 ore di visita alla struttura, si e' discusso principalmente della mancanza di organico evidenziata reparto per reparto: OTA e OSS che svolgono mansioni non appropriate per il loro ruolo, personale che esce dalla struttura per andare a comprare medicine in farmacia, lasciando i pazienti soli o in carico a un solo operatore…
Dai calcoli del sindacato Si-cel, confermati dal MoVimento 5 Stelle, risultano mancanti 33 figure professionali specializzate necessarie al funzionamento ottimale della struttura. E la struttura nel recente passato ha avviato ben 2 cicli di licenziamenti di personale.
Troppe domande non risposte. Troppi dubbi ai quali i dirigenti di Colle Cesarano non hanno risposto.

La struttura non sembra operare in maniera adeguata al finanziamento ricevuto dalla Regione Lazio (circa 8 milioni di euro come rimborso alle prestazioni erogate).
Le responsabilità appaiono molto chiare:
– Geress spa, che nonostante all'apparenza fornisca informazioni dettagliate e accolga tutti i visitatori con grandi sorrisi, non ha ancora chiarito i tanti, troppi aspetti oscuri relativi alla gestione economica e sanitaria della casa di cura di Colle Cesarano.
– Asl RMG, che in tutti questi anni effettua periodici controlli ed ispezioni ma non ha mai trovato nulla di strano. Come mai ? (ieri, dopo la nostra interrogazione in consiglio regionale, guarda caso arriva un'altra ispezione della Asl…)
– Marco Vincenzi, e il PD del Lazio, che su questa struttura sembrano avere un particolare interesse….e non solo loro, come dimostrano le intercettazioni di mafia capitale
– Regione Lazio, che ha garantito troppo facilmente a a Colle Cesarano l'accreditamento definitivo, e anno dopo anno finanziano questa struttura con un badget fra i piu' alti di tutte le strutture private laziali
– L'Assessore Visini, che solo l'altro ieri in risposta all'ultima interrogazione in aula del M5S, ha dichiarato il falso confermando che la struttura e' perfettamente in regola e ha tutti i requisiti necessari per effettuare a pieno la sua attività..

REVOCA DELL’ACCREDITO. Il Movimento 5 Stelle ha già chiesto più volte, motivandola, la REVOCA dell'accreditamento della struttura sanitaria neuropsichiatrica e riabilitativa di Colle Cesarano, proprieta' Geress spa, ma abbiamo ottenuto solo un anomalo silenzio da parte di Zingaretti e di tutta la Direzione regionale Salute e Integrazione Socio sanitaria della Regione Lazio.

M5S ANNUNCIA DENUCIA IN PROCURA. Completeremo oggi le ultime verifiche legali, e presenteremo nei prossimi giorni una denuncia alla Procura, confidando che la magistratura, con tutti gli elementi, le prove e i documenti in suo possesso, possa intervenire al più presto per chiarire una volta per tutte dove sta "la verità" in tutta questa complicata faccenda.

Sembra che questa gelatinosa e alquanto oscura gestione della clinica Colle Cesarano dovrà occuparsene la Procura di Roma, che a quanto sembra abbia già sulla propria scrivania una massiccia documentazione, oltre gli interrogatori effettuati a Salvatore Buzzi a noi sono sconosciuti. Ma soprattutto La Procura di Roma ormai, potrebbe battere la pista del fallimento della gestione Casati della Colle Cesarano, visto che anche una sentenza ha ricostruito che per colpa della crisi finanziaria, e dei pagamenti non pervenuti dalla asl RmG ad Aurelio Casati, che lo stesso Ingegnere a dovuto vendere alla Geress SpA.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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