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Sara Galea
La vita si muove intorno ai bisogni umani. Tutto è frutto della creazione che scaturisce da un momento di mancanza, ovvero dalla spazio in cui si muove l’assenza, dal punto in cui si muove la crisi, ciò che manca, a ciò che desideriamo.
Esistono vari tipi di bisogni, i primari, secondari, superiori.
I primari sono quelli che soddisfano i nostri istinti di sopravvivenza, quindi la fame, la sete ed il desiderio sessuale.
I Secondari sono quelli che vanno a contentare il bisogno di sicurezza, affetto, stima, approvazione.
I Superiori sono i bisogni legati all’autorealizzazione, ovvero l’aspirazione individuale a diventare ciò che vuole diventare, sfruttando completamente le proprie capacità, potenzialità e quindi sono quelli che, adempiuti i bisogni ‘’vitali’’, portano un essere umano in uno stato di benessere totale. Il grado di soddisfazione cui un individuo può arrivare è condizionato dalla propria intima natura, dalle potenzialità, emozioni, dall'educazione familiare, e dal contesto storico, politico e sociale in cui nasce e vive.
Ovviamente questi tre bisogni non hanno un ordine di importanza perché qualora ne venisse a mancare soltanto uno si creerebbe una Crisi di governo, ovvero sorgerebbe un problema.
A questo punto possiamo capire il perché uno stato emotivo positivo induca all'ottimismo : Mayer e Volanth (1985), infatti, hanno trovato una correlazione diretta tra grado di buonumore e probabilità stimata di eventi positivi. Chi sta bene e soddisfa tutti i suoi bisogni diventa psicologicamente forte.
Essere felici induce anche ad essere più audaci.
A questo proposito, Isen e Patrick (1983) hanno messo in luce come la gioia tendenzialmente porti a sottovalutare la gravità dei rischi e quindi porti ad agire in modo meno prudente.
In ogni caso si è anche visto che questo accade solo se la decisione da prendere non comporta dei rischi seri. In presenza di uno stato d'animo positivo, non solo il mondo sembra più colorato e desiderabile e le azioni più facili, ma anche le persone che ci circondano sembrano migliori. E' forse per questo che molti esperimenti rilevano come le persone felici siano più disponibili, generose e altruiste e provochino negli altri una maggior simpatia.
In ultimo, per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, si è visto che il buon umore ha degli effetti positivi sulle capacità di apprendimento e di memoria e sulla creatività: in sostanza quando si è felici si apprende con più facilità, in misura maggiore e in modo più duraturo (Ellis , Thomas e Rodriguez , 1984; Ellis , Thomas McFarland e Lane , 1985) e inoltre si è maggiormente creativi nella soluzione dei problemi.
Ed a tale riguardo quali istruzioni ci potremmo dare per avere delle istruzioni per l'uso? visti i vantaggi che essere felici comporta, ci potremmo aiutare a raggiungere questo stato con qualche strategia, soprattutto nei momenti in cui perdiamo la capacità di vivere con un umore quanto meno decente. In questo senso D'Urso e Trentin (1992) riportano una serie di attività e atteggiamenti che accompagnano o favoriscono uno stato di benessere. Tali attività o atteggiamenti sono catalogabili su per giù nell’elenco che segue:
comprendere che sia gli eventi spiacevoli che quelli piacevoli vedono sempre anche una componente esterna alla realizzazione dell’evento stesso, e quindi non prendersi mai totalmente la responsabilità;
che stare in compagnia di persone felici ci predispone ad una sensazione positiva, quindi di felicità;
che dobbiamo prenderci cura di noi stessi, del nostro corpo, della nostra mente, del nostro equilibrio, cultura, ascolto di noi stessi, abbigliamento;
che non dobbiamo mai confrontare la nostra situazione fisica, materiale etc con quella degli altri;
che dobbiamo individuare quali sono le nostre potenzialità per valorizzare la nostra capacità di dedicarci al nostro lavoro e ottimizzarlo;
fare una lista delle attività che personalmente ci fanno stare di buon umore e praticarle.
Insomma la felicità non è un evento fine a se stesso, possiamo darci veramente una mano per raggiungerla e viverla.
Molto spesso accade, però, che non riusciamo ad essere noi stessi, amarci e prenderci cura di noi perché contro di noi remano una marea di convinzioni sabotanti, ovvero sbagliate, che sono radicate dentro di noi e instradano la nostra vita senza che ce ne rendiamo conto, soltanto inserendo il pilota automatico.
Alla prossima settimana per approfondire le convinzioni e acquisire, in questo modo, un nuovo strumento per rendere la vita gradevole e gioiosa.
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