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Roma

BERTONE "RESTITUISCE" 150 MILA EURO AL BAMBINO GESÙ

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Tempo di lettura 3 minuti La fondazione: "Il cardinale ha riconosciuto che tutto quello che è successo ha costituito per il nostro ospedale un danno"

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I.G.

"Il cardinale Bertone non ha avuto direttamente denaro però ha riconosciuto che tutto quello che è successo ha costituito per il nostro ospedale un danno e quindi ci viene incontro con una donazione di 150mila euro, quindi una donazione importante, per sostenere i nostri progetti di ricerca per le malattie orfane". Ad annunciarlo è la presidente della fondazione Bambino Gesù, Mariella Enoc, parlando dello scandalo Vatileaks e della vicenda che ha riguardato il cardinale Bertone venuta alla luce dal libro di Emiliano Fittipaldi "Avarizia" secondo cui il porporato avrebbe pagato la ristrutturazione di un suo immobile a Roma con i soldi della Fondazione Bambino Gesù. "La somma che donerà Bertone – sottolinea la Enoc – sono tanti perché alla fine, per tanti motivi, non so in che misura, ma certamente il cardinale non ha avuto direttamente denaro, e quindi questo è un atto che gli abbiamo chiesto di fare ma che lui ha fatto volentieri. Il mio incontro con lui – aggiunge – è stato molto sereno. Credo che sia un bel gesto, anche un po' di riconciliazione col passato".

Bertone: è una donazione volontaria "Dopo aver chiarito la mia totale estraneità alla vicenda ho deciso di aiutare un progetto di ricerca per manifestare il mio attaccamento e la mia dedizione al Bambino Gesù, così come ho fatto precedentemente con il Gaslini di Genova". Così l'ex segretario di Stato racconta quanto già anticipato dalla presidente della Fondazione ammettendo che "la vicenda ha arrecato un danno materiale e morale al Bambino Gesù". "La presidente Enoc – spiega il cardinale – mi ha presentato un progetto di ricerca sulle malattie rare e io ho accettato". Poi il porporato, che devolverà la somma a rate precisa: "Il mio contributo è una donazione volontaria, non un risarcimento"

La ristrutturazione dell'attico Parquet in listone di legno rovere oltre 20 mila euro, impianto di diffusione sonora da 19 mila euro, deumidificatore ad altissima efficienza 17 mila euro. Sono solo alcune voci del capitolato per la ristrutturazione dell’attico per il cardinale Tarcisio Bertone: la ristrutturazione più contestata d’Italia.


La versione del cardinale Bertone ha smentito che la ristrutturazione fosse stata pagata dalla fondazione. E anzi, ha sostenuto di avere versato al Governatorato la somma di 300 mila euro, richiesta come contributo per i lavori di restauro. Le indagini interne, poi, hanno dimostrato che in effetti il Governatorato ha pagato quella cifra all’azienda che fa capo a Gianantonio Bandera. Così come la Fondazione del Bambino Gesù ne ha pagata una di 200 mila. Entrambe hanno come causale i lavori di ristrutturazione dell’appartamento di Palazzo San Carlo. Le stesse opere, insomma, sarebbero state pagate due volte. La prima con i risparmi della fondazione, la seconda dal Governatorato. Circostanza sulla quale ora si vuole fare chiarezza.

Le intercettazioni Spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro come l’indagine, nella parte che riguardava il fallimento dell’Idi, l’Istituto dermatologico italiano, sia stata poi trasmessa per competenza al tribunale di Roma che il 2 ottobre scorso ha disposto l’archiviazione per monsignor Giuseppe Versaldi e il professor Giuseppe Profiti, allora presidente del Bambin Gesù:

«Tra le intercettazioni allegate c’era proprio questa con Bertone, che non è mai stata sfiorato dall’inchiesta. È la vigilia di Natale del 2013 e i due parlano della Finanziaria appena approvata. Profiti: «L’aggiorno così poi le arriverà il solito, il solito memo che le mando (..) È finita la legge di stabilità. Ci hanno dato quei soldi in più, che ci serviranno per salvare l’Idi come d’accordo… C’è solo un po’ di, insomma, come un articoletto, un paio di articoletti un po’ antipatici, ma, come lei può immaginare non le dico in quale città, sui soldi che vengono dati al Bambin Gesù».

Bertone: «Ah!».

P.: «Quindi qui a Genova, insomma, se la sono un po’, se la sono un po’ presa (ridendo) ». B.: «Eh! Beh!».

P.: «Tutto lì. Però, niente! Una cosa, una cosetta locale, tutto lì».

B.: «Però, però, però a loro hanno dato qualcosa?».

P.: «Hanno dato cinque milioni, eminenza. Il titolo era che “Bambin Gesù batte Gaslini ottanta a cinque!”».

B.: «Eh!». P.: «Eh! E quindi questo li ha un po’ irritati (…)». B.: «Ma, ma scusi, loro hanno, hanno delle situazioni che…».

P.: «Eminenza, sono un ospedale piccolo. Sono grande come Palidoro, ormai. Ha presente Palidoro?». (…) B.: «Hanno quegli atteggiamenti lì (…) Gli atteggiamenti irosi e gelosi che nuocciono. Loro non capiscono che collegandosi ottengono, separandosi non ottengono (…) come città».

P. «Genova! C’è niente da fare. La causa del declino di una città».

I due parlano poi di cose di Vaticano e il riferimento probabilmente è al presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova che era appena stato estromesso dalla Congregazione per i vescovi. B.: «Purtroppo, sta di fatto anche l’altro fatto che, diciamo così, il Presidente è stato…». P.: «Ma non dà le dimissioni! Cioè, agli occhi di noi laici è inspiegabile. Gli ha tolto il segretario, annunciato un diverso modo elettorale. Già quello, insomma, è il motivo per cui uno dovrebbe… ma, una cosa del genere ha nominato un suo sostituto nella Congregazione dei vescovi, anzi! Complimenti a lei e a don Versaldi per la conferma». Ridono. P.: «Quindi, insomma, il messaggio è chiaro, eh! Forse un po’ brutale, forse». B.: «Eh! Un po’, po’ tanto (…)».

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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