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Paolino Canzoneri
MILANO – Dopo molte indiscrezioni e voci di corridoio adesso è ufficiale, il Milan a 30 anni dal suo esordio nel mondo del calcio è stato venduto ad una cordata di importanti imprenditori di Pechino ed esponenti legati al governo stesso cinese. Silvio Berlusconi dopo tanti rinvìì ed apparenti ripensamenti ha disposto ufficialmente che la Fininvest ceda il 99,93 per cento del capitale azionario compresi i debiti che ammontano a circa 220 milioni, per una cifra pari a circa 740 milioni. L'acquisizione del controllo del club rossonero passerà ad una corporazione di società dal nome Sino-Europe Investment Management Changxing formata anche da Haixia Capital, il fondo per lo sviluppo e gli investimenti di stato nata sei anni fa con mansioni operative relative al settore coltivazione ed allevamenti della provincia sud-orientale dell'area del Fujian in costante espansione. Silvio Berlusconi in una calorosa stretta di mano con il manager Yonghong Li, con cui ha condotto trattative da molte settimane, ha ufficializzato il passaggio nonostante ancora non si conoscano gli investitori e ha incluso nel contratto precise clausole relative a ulteriori investimenti mirati a riportare la squadra del Milan a livelli alti di competizione tale da essere in grado di poter partecipare a prossime Champions League. La cordata, in perfetta strategia di marketing, tenderà a fare del Milan una sorta di marchio del made in Italy con precisi fini commerciali ed esponenti del governo, facenti parte dell'accordo, renderanno obbligatorio il gioco del calcio nelle scuole con lo scopo di acquisire competenze tecniche necessarie per una sorta di esordio competitivo nel mondo del calcio a livello internazionale. Silvio Berlusconi resterà comunque Presidente Onorario e ne ha dato annuncio a Villa Certosa. Ovviamente come sempre l'ilarità e le battute su questo imponente passaggio di consegna non si sono fatte mancare, risibile il fatto che il presidente abbia da sempre condotto campagne elettorali puntando il dito sui cosiddetti "comunisti" visti come il male assoluto del paese e poi vederlo beato e tranquillo nelle passeggiate in barca o nelle lussuose ville con il presidente russo Putin o in questo caso accordandosi con i cinesi in importanti affari da cifre da capogiro. Questo la dice lunga sulle sue preferenze e su cosa realmente abbracci il suo consenso e il suo gradimento. Gli interessi economici hanno sempre avuto la preferenza rispetto l'ideologia politica, ma questo è chiaramente lo specchio della nostra società contemporanea esteso oramai a livello nazionale e non solo.
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