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Redazione
Tre giorni fa, alla riunione dei senatori, l'ultimo scontro: da una parte Verdini e Romani, dall'altra Renato Brunetta. Quando il capogruppo di FI alla Camera il giorno dopo ha cercato di rinviare il voto sulle riforme c'e' stata, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, una telefonata tra Silvio Berlusconi e l'ex ministro della Funzione Pubblica. Anche in quella circostanza il Cavaliere si e' limitato ad invitare l'esponente azzurro a non deviare dalla linea del 'Patto del Nazareno'. Io vado avanti per questa strada, se non va bene posso sempre essere sostituito, e' stata la risposta.
Ma e' oggi che per la prima volta l'ex premier ha espresso pubblicamente la sua irritazione per i continui distinguo da parte di Brunetta. Lo ha invitato a cambiare atteggiamento e se Brunetta rimanda la 'querelle' all'appuntamento di mercoledi' prossimo e' perche' i malpancisti sono convinti di poter ampliare l'area dei 'frondisti' e sbarrare la strada al percorso individuato dal premier Matteo Renzi. La richiesta e' nota: posticipare il passaggio alle Camere della legge elettorale e del pacchetto costituzionale a dopo l'elezione del presidente della Repubblica. Ma gia' ieri sera Berlusconi ai suoi aveva ribadito la sua intenzione di rispettare i patti, convinto che il Renzi concordera' proprio con gli azzurri un nome per la sostituzione di Napolitano.
Questa mattina Verdini avrebbe fatto sentire la sua voce, ribadendo al Cavaliere – dicono fonti parlamentari di FI – che non possono esserci due linee. Da qui la decisione di Berlusconi di mettere fine alle polemiche. Io non c'entro nulla, ha fatto sapere ai suoi Raffaele Fitto. Ma lo scontro di oggi potrebbe portare anche a delle conseguenze in settimana visto che la riunione di gruppo alla Camera si potrebbe trasformare, spiega un esponente di FI di primo piano, in una sorta di sfiducia a chi guida i deputati. Una 'mossa' che Berlusconi ha sempre negato di voler compiere ma che non e' esclusa alla luce della 'delegittimazione' odierna. FI vuole a tutti i costi essere sul tavolo delle trattative sul Quirinale: i nomi di Amato e Mattarella – le ipotesi al momento piu' accreditate per il Colle – agli azzurri vanno benissimo.
Per ora il Capo dell'esecutivo non scopre le carte, ha fornito solo il metodo e tratteggiato un identikit che lascia in gioco tutti i papabili al Quirinale emersi in questi giorni. Alla direzione del Pd non c'e' stato uno scontro tra la minoranza e la maggioranza del partito, ma l'annunciata fuoriuscita di Sergio Cofferati potrebbe pesare sul clima interno al partito. Nel centrodestra Alfano e Berlusconi hanno concordato di vedersi martedi' o mercoledi' per portare avanti un patto di responsabilita' che veda proprio FI, Pd e l'area popolare capaci di arrivare all'individuazi9one di una figura entro il quarto scrutinio. Da questo patto verrebbero esclusi la Lega e il Movimento 5 stelle, con Salvini e Grillo che per ora si sfilano anche se anche loro vogliono essere della partita
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