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Berlusconi: 80 anni e non sentirli

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Tempo di lettura 8 minuti Oggi, 29 settembre 2016, compie 80 anni Silvio Berlusconi. Un politico, un imprenditore, il Dorian Gray che non invecchia mai

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di Angelo Barraco

Milano – “La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini” disse Leonardo Sciascia. Parole dal retrogusto amaro e quasi sgradevole che se raffrontate con la realtà odierna, emerge lo specchio di una politica prettamente illusoria e ingannevole che fa leva su quelle che sono le problematiche sociali che dai salotti televisivi vengono dipinte come semplici pratiche d’ufficio risolvibili in tempi brevi e nella tanto palese quanto becera bugia dall’altro lato vi è un popolo che vive nella speranza del cambiamento sociale. Ma quello che state leggendo non è certamente un articolo sulle fandonie che i politici raccontano ogni giorno ma è una breve introduzione che vuole metaforicamente raccontare una politica del passato che non si evolve con il passare del tempo ma tende a replicarsi per mantenere giovane il suo aspetto, esattamente come Dorian Gray, il famoso personaggio del romanzo di Oscar Wild, che trova il modo per rimanere eternamente giovane: “Il valore di un'idea è assolutamente indipendente dalla sincerità dell'uomo che la enuncia; anzi è probabile che quanto meno l'uomo è sincero tanto più sia intelligente sia l'idea”. La politica odierna in mano a Renzi che rappresenta perfettamente lo specchio di un contraddittorio espresso mediante una bandiera politica dai colori diversi rispetto alle promesse e alle azioni che dovrebbe  compiere nei confronti dei cittadini. La prova oggettiva che lo Stato Italiano è privo di bandiere politiche  che rappresentano la maggioranza e l’opposizione è riscontrabile nel silenzio assenso dei cittadini dinnanzi ai  tanto visibili quanto imbarazzanti comportamenti e promesse da marinaio dei politicanti  che rendono le bandiere tanto sventolate a destra e a manca un fattore prettamente simbolico. L’ideale di maggioranza e opposizione è diventato una mera utopia poiché il bipartitismo si è annullato a seguito di una saturazione messa in atto dai politicanti che hanno ammorbato da destra a sinistra i cittadini di becere e insulse promesse, dandole in pasto per un pugno di voti come fossero carne da macello e sottraendo il tutto al momento dell’ottenimento del risultato finale.
 
Oggi, 29 settembre 2016, compie 80 anni Silvio Berlusconi. Un politico, un imprenditore, il Dorian Gray che non invecchia mai e che si riflette perfettamente nella politica odierna che maldestramente vuole imitare quelli che sono stati i fasti di un ventennio sull’orlo del precipizio. Malgrado l’età, porta con se la grinta che lo ha accompagnato dal maggio 1994, data in cui divenne un carismatico Premier e annuncia a reti unificate: “L’Italia è il paese che amo, qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita il mio mestiere d’imprenditore, qui ho anche appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un paese liberale governato da forze immature e uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare. Per poter compiere questa scelta di vita ho rassegnato oggi stesso le mie dimissioni da ogni carica sociale nel gruppo che ho fondato. Rinuncio dunque al mio ruolo di editore e di imprenditore per mettere la mia esperienza e tutto il mio impegno a disposizione di una battaglia in cui credo con assoluta convinzione e con la più grande fermezza”. Un leader carismatico che sin da subito si è imposto agli italiani, mettendo a nudo quelle che erano le sue radici e abbattendo un muro tra politicante e soggetto passivo, cercando di istaurare un dialogo ai fini del raggiungimento di un obiettivo comune attraverso una politica che abbracciava un’ideale diverso rispetto a quello fallimentare del passato e per compiere ciò ha messo a nudo se stesso davanti a tutti coloro che lo hanno scelto dichiarando pubblicamente le sue rinunce ed evidenziando con determinazione e fermezza il suo obiettivo. Rivelatosi poi palesemente fallimentare, becero e deludente come aria fritta.  Sarà un compleanno intimo quello dell’ex Cavaliere, che sarà festeggiato ad Arcore, Villa San Martino con gli amici e i parenti e chissà se ci saranno anche Emilio Fede, il chirurgo plastico e due spogliarelliste per rallegrare la serata. Da alcune indiscrezioni emerge che si tratterà di una cena intima in cui ci saranno i cinque figli, inoltre ha pregato tutti di non fare regalo e se proprio voglio che facciano beneficienza. Cena riservata in cui si prevede aperitivo, antipasto, due primi, un secondo e dolci. Tra gi invitati dovrebbero presenziare Michela Brambilla, Giovanni Toti. Venerdì mattina partirà per gli Stati Uniti per un controllo al cuore. Fonti di FI riferiscono che i familiari vogliono che “che ci sia un controllo medico prima di dare il via libera ad un ritorno a tutto campo di Berlusconi in politica, con tanto di comizi” e chi ultimamente è stato accanto a lui spiega che “Non è mai stato così bene da mesi”. Tale trasferta però potrebbe essere anche il nuovo trampolino di lancio per un nuovo ed imminente ritorno in politica: sarà così? In mer L’ex Cavaliere ha chiesto espressamente di non voler nessun regalo ma un suo amico gli ha fatto pervenire direttamente a Villa San Martino un regalo di compleanno speciale, una Lancia Astura del 37, insomma uno di quei regali che ci si fa tutti i giorni! Intanto anche i suoi avversari politici hanno rivolto a lui i migliori auguri attraverso la testata giornalistica de Il Tempo: Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano ha detto “Gli auguro altri ottant’anni di vita (spero privata) perché possa rifondere agli italiani tutti i danni fatti nei primi ottanta”. Francesco Rutelli che nel 2001 lo sfidò per Palazzo Chigi ha detto invece “Auguri a un avversario mai considerato come un nemico. Bravo a creare il pluralismo tv. Bravo col Milan. Molto meno al governo. Un commento meditato lo facciamo nel 2043 (50esimo della discesa in campo pro- Fini e anti-Rutelli)”. Ovviamente non mancherà la nuova compagna Francesca Pascale e chissà se ci sarà anche Dudù a rallegrare gli ospiti.
 
E’ l’anno delle riconciliazioni politiche e affettive ed emerge un Berlusconi pronto ad aprire le porte del cuore per lasciare da parte i rancori di un passato ormai lontano. Emerge infatti che, a distanza di due anni da battesimo del primo figlio di Eleonora, avrebbe incontrato in una stanza d’albergo di Milano l’ex moglie Veronica Lario. Sarebbe stato un incontro a quattro occhi, lontano dalle telecamere, per chiudere un contenzioso che si protraeva da troppo tempo dopo il divorzio. Veronica vorrebbe porre fine a tutto ciò attraverso una somma di 100 milione di euro, l’offerta sarebbe però poco superiore ai 50. Ma la sua grinta e determinazione che lo hanno portato in auge per poi far collassare il paese nell’oblio dei deliri di onnipotenza renziani sembra essere tornata poiché ha incontrato nella sua villa ad Arcore Salvini e la Meloni che lo hanno raggiunto per porre gli auguri di compleanno. Il trittico vuole creare un’alternativa a Renzi immediata, in modo tale che se dovesse passare al referendum il no, il salto nel buio sarebbe mera utopia poiché vi sarebbe già un’alternativa. Un incontro che ha voluto rafforzare i punti focali di una politica che brancola nel buio ed è prima di struttura ma che emerge dal carisma e dalla voglia di rimettersi in gioco da parte di un uomo che per anni ha retto in mano le sorti del paese, direzionandolo verso mete certamente discutibili ma sicuramente concretizzate da una bandiera e da un’ideale identificativo e rappresentativo. Berlusconi infatti, nel corso dell’incontro, ha voluto far capire che qualora non ci fosse Renzi ci sarebbe il centrodestra e non certamente Grillo.
 
L’idea del trittico Berlusconi-Salvini-Meloni è quello di creare un asse politico. Una politica nuova e fresca quindi, rispetto alla politica tradizionale che da sempre ha attorniato l’ex Cavaliere. Salvini in fondo ha sempre cercato di portare in auge il suo partito mediante l’uso di messaggi trasmessi attraverso il mezzo televisivo che da sempre hanno fatto leva sulle problematiche sociali che affliggono il paese. Problematiche sociali su cui certamente l’odio e la denigrazione non possono porre rimedio ne tantomeno essere ritenute la reale soluzione al problema, ma con una dose insana di vittimismo ha portato nelle piazze di tutta Italia una fitta schiera di sostenitori sempre pronti ad appoggiare ideali confusi e poco chiari. Tutto ciò si contrappone con quanto fatto in passato da Berlusconi, che attraverso il mezzo televisivo arrivava in modo diretto nelle case degli italiani, mirava dritto all’obiettivo schiacciando senza mezze misure avversari di ogni fazione. Una politica che non si abbassava all’insulto pubblico ma comunque ugualmente fallimentare ai fini di un oggettivo e concreto miglioramento del paese. L’alleanza tra Salvini e Berlusconi fa scuotere la testa a molti italiani poiché preannuncia il ritorno in campo di un leader carismatico e rafforza la posizione di un soggetto che si autoproclama leader del suo orticello. Salvini ha dichiarato in merito a questo incontro con l’ex Cavaliere e i progetti futuri “È giusto ragionare di cose da fare, e quindi ben venga la cancellazione della legge Fornero, l'abolizione degli studi di settore, il blocco dell'immigrazione clandestina e la riduzione delle tasse. Ma parlare di poltrone e ministeri è l'ultima delle mie preoccupazioni e non interessa al momento né alla Lega, né agli italiani”. La Meloni usa il pugno duro invece “Berlusconi parla di accordi inesistenti su un futuribile governo nazionale di centrodestra per cercare di far dimenticare che nelle ultime settimane le scelte compiute dal suo partito vanno in tutt'altra direzione, cioè in quella di un rinverdito patto con Matteo Renzi e il suo pessimo Governo. È un modo come un altro per provare a recuperare un elettorato di FI che non capisce perché Berlusconi si sia rifiutato di sostenere la candidatura di un suo storico alleato. E queste dichiarazioni dimostrano che la ragione è tutt'altro che nei contenuti. Infatti, se a Roma FdI rappresenta una politica dalla quale prendere le distanze, non si capisce perché a livello nazionale sia invece cosa buona e giusta un'alleanza con noi”. Tutti i nodi vengono al pettine e Berlusconi ha detto la sua in merito alla posizione di Stefano Parisi “Non so se dovevo aspettarmi qualcosa di diverso. Certo, da quello che ho visto mi è parsa un’adunata poco scintillante e un po’ troppo professorale” ha detto, sottolineando poi che “Parisi l’ha citata pochissimo, quasi come se volesse tenersi a distanza dall’eredità berlusconiana. Forse è così. Di certo, Stefano può far riavvicinare a noi un pezzo di società civile e di imprenditoria con cui Forza Italia non parla da un pezzo”. Berlusconi è certamente un uomo criticato per la sua politica sfacciata e priva di coerenza, per i suoi innumerevoli passi politici attraverso il quale ha arrecato danni al paese mediante l’uso di scorciatoie insane ma bisogna ricordare è anche l’uomo della comunicazione e dei media poiché ha cambiato il volto della televisione italiana poichè nella seconda metà degli anni 70 vengono aperte le strade all’editoria televisiva che fino a poco tempo prima era limitata alle sole reti private. Nel 78 Berlusconi rileva Telemilano che due anni dopo sarà rinominata Canale 5 e diventa rete televisiva nazionale. Fonda Fininvest che coordina le attività. Certamente quella tv d’intrattenimenti di un tempo in cui c’era il buon Mike e ormai è un lontano ricordo poiché oggi rimangono barlumi di risate cosparse di sangue divenuto mercimonio per fare un ottimo share. Berlusconi è l’uomo dello sport quando nel 1986 acquista l’Associazione Calcio Milan, portando in auge la squadra con ottimi acquisti e vittorie. Ma è anche l’uomo della P2, tessera numero 1816 codice E.19.78 gruppo 17, fascicolo 0625. Anche se lui ha sempre negato l’appartenenza alla logica Massonica di Gelli “Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata chiesta”. Ma è anche l’uomo delle donne degli scandali e dei processi come quello di Ruby, dove è cavaliere fu accusato di corruzione per aver versato alle ragazze cospicue somme di denaro per il loro silenzio. Barbara Guerra che, in un messaggio audio inviato tramite Whatsapp ad Ioana Visan dice di essere insoddisfatta per non aver ricevuto la macchina che aveva chiesto al tesoriere di Giuseppe Spinelli, tesoriere di Silvio Berlusconi. E dice “Domani butto giu' il cancello di Arcore comunque, vado a rubargli una macchina al vecchio”, Barbara Guerra, in un altro file audio, dice: “Ho appena richiamato Arcore e mi sono incazzata che io sono la p…… sono a 35 anni zitella perche' la p…… del presidente non la vuole piu' nessuno,  mi sono incazzata come una bestia, io del bla bla bla del burattino di Spinelli non me ne faccio piu' un c…. gli ho detto di riferirlo al presidente che se no io vado la' e gli chiamo magistrati giornalisti e inquirenti,  stasera veramente gli entro in casa”. La donna si lamenta con Spinelli e invia un sms nel febbraio 2014 dove scrive: “Dica al presidente che sono nella merda per colpa sua. Sto aspettando ancora la consegna della vettura. Io andro' con il mio legale in questura se non mi risolve i problemi che lui mi ha recato! Non ho ricevuto nulla. Ho urgenza per la vettura ragioniere. Grazie”. Politica, affari, donne, imprenditoria e scandali di ogni tipo con relativi processi: è questa la vita di un uomo che ha sempre guardato il paese dall’alto al basso, professando il bene per un paese che sta stringendo la cinghia ormai da troppi anni ma che comunque rimane un esempio di sfacciata disonesta onestà. Tanti auguri di buon compleanno Silvio! 

Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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Ambiente

Traffico, New York la città più congestionata al mondo nel 2023, Roma al 15° posto

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Il traffico nelle grandi città è un problema sempre più pressante, e New York si conferma la città più congestionata al mondo nel 2023, secondo il Global Traffic Scorecard di Inrix, aggiornato al primo trimestre del 2024. Gli automobilisti di New York hanno trascorso ben 101 ore bloccati nel traffico durante gli orari di punta, un dato leggermente migliorato rispetto alle 105 ore del 2022, ma comunque peggiore rispetto ai tempi pre-pandemia, quando si perdevano in media 91 ore.

Lo studio ha analizzato 947 città in tutto il mondo, mettendo in luce un problema che non riguarda solo la qualità della vita, ma ha anche un impatto economico significativo. Negli Stati Uniti, ad esempio, la congestione del traffico è costata 70,4 miliardi di dollari nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questo costo deriva dal tempo perso nel traffico, che riduce la produttività e influisce negativamente sulle economie locali.

Dietro New York, altre città con gravi problemi di traffico sono Città del Messico, Londra, Parigi, Chicago e Istanbul, tutte con oltre 90 ore perse all’anno negli ingorghi. Queste città, nonostante le loro dimensioni e infrastrutture, lottano per gestire l’afflusso di veicoli nelle ore di punta.

Roma, la Capitale italiana, si trova al 15° posto in questa classifica globale, con 69 ore perse nel traffico nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. La velocità media a cui si riesce a percorrere un miglio (circa 1,6 km) nel centro di Roma è di 21 km/h, leggermente superiore a quella di New York, dove la velocità è di 17,7 km/h. In Europa, Roma è la terza città più congestionata, superata solo da Londra e Parigi.

Altre città italiane figurano nella classifica: Milano si posiziona al 25° posto, con 60 ore perse nel traffico e una velocità media di 22,5 km/h. Torino, invece, è al 94° posto, con 46 ore perse in un anno e una velocità media di 19,3 km/h.

Questi dati evidenziano come il traffico non sia solo una questione di disagi quotidiani, ma un problema globale che richiede soluzioni urgenti per migliorare la mobilità urbana e ridurre l’impatto economico e ambientale delle congestioni stradali.

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In evidenza

Emergenza Peste Suina Africana (PSA): misure stringenti per tre regioni italiane per contenere i focolai

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Il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024

La diffusione della peste suina africana (PSA) sta destando grande preoccupazione in Italia, con nuovi focolai individuati nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. In risposta a questa emergenza sanitaria, il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Dott. Giovanni Filippini, ha firmato l’Ordinanza n. 3/2024, che introduce misure urgenti per la gestione dei focolai negli allevamenti suini di queste regioni.

La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici, causando gravi danni economici e sanitari. Sebbene non rappresenti un pericolo diretto per l’uomo, la sua diffusione può avere conseguenze devastanti per l’industria suinicola e per l’economia agricola in generale.

Le misure di prevenzione e controllo

L’Ordinanza firmata dal Dott. Filippini prevede diverse restrizioni per contenere la diffusione del virus. L’articolo 1 stabilisce i divieti principali, tra cui il blocco dei movimenti di suini in entrata o uscita dagli allevamenti situati nelle zone di restrizione delle tre regioni interessate, con eccezioni limitate per gli animali destinati al macello. Inoltre, viene imposto il divieto di accesso agli allevamenti per chiunque non sia direttamente coinvolto nella gestione quotidiana degli animali, compresi veterinari e tecnici, a meno di autorizzazioni specifiche.

Le norme sono particolarmente severe anche per quanto riguarda l’igiene e la sicurezza: i lavoratori devono utilizzare abbigliamento monouso e sono tenuti a rispettare rigidi protocolli per evitare la trasmissione del virus. Sono vietati anche eventi come fiere e mercati suinicoli nelle zone a rischio, per ridurre al minimo il rischio di ulteriori contagi.

L’articolo 2, invece, riguarda la verifica delle condizioni di biosicurezza negli allevamenti, con ispezioni mirate da parte dei servizi veterinari locali. Queste verifiche devono garantire che gli allevamenti rispettino tutti i requisiti di sicurezza per prevenire la diffusione della malattia. Se durante le ispezioni vengono rilevate carenze gravi che non possono essere risolte in tempi brevi, il provvedimento prevede lo svuotamento degli allevamenti attraverso la macellazione o l’abbattimento degli animali, senza possibilità di risarcimento per gli allevatori in caso di gravi violazioni.

Importanza della prevenzione

La peste suina africana non è pericolosa per l’uomo, ma il virus può essere trasportato da persone, mezzi di trasporto e oggetti contaminati, facilitando così la sua diffusione. Per questo motivo, la prevenzione è essenziale. Gli allevatori devono adottare tutte le precauzioni necessarie, compresa la limitazione dei contatti tra suini domestici e selvatici, che sono i principali vettori del virus.

Implicazioni per l’industria suinicola

Le misure contenute nell’ordinanza sono cruciali per evitare che la peste suina africana si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio l’intera filiera produttiva. La chiusura degli allevamenti, il divieto di movimentazione degli animali e la sospensione di eventi zootecnici sono azioni dolorose ma necessarie per tutelare l’industria e prevenire perdite economiche su larga scala.

L’Ordinanza resterà in vigore fino al 30 settembre 2024 e rappresenta un segnale chiaro dell’importanza di agire con rapidità e determinazione per proteggere il settore agricolo e prevenire una crisi sanitaria su vasta scala.

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