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di Silvio Rossi
Bergamo – Nel film britannico “L’erba di Grace”, la protagonista, una vedova di mezza età, si avventura in una coltivazione di marijuana, per poter pagare i debiti lasciati dal marito. La pellicola è una commedia, per cui la vicenda viene raccontata in una chiave grottesca, dove la vedova e il suo fidato giardiniere (che le aveva proposto l’affare, e la aiutava nell’impresa) s’infilano in una serie di guai, riuscendo però abilmente a cavarsela.
La storia, all’apparenza surreale, ha ispirato due coniugi bergamaschi, che hanno realizzato in un capannone preso in affitto una coltivazione controllata di 205 piante, alte circa un metro e mezzo, in un ambiente a umidità controllata, con tanto d’incubatore con lampade al neon per le piantine di cannabis appena germogliate, e di essiccatoio per la lavorazione delle piante mature. Nel capannone c’erano anche manuali e manoscritti per la lavorazione del prodotto.
I coniugi arrestati, lui un ex autotrasportatore settantacinquenne, lei una chiromante quarantottenne, hanno dichiarato di effettuare quest’attività in piena autonomia, e di essersi ispirati proprio al film L’erba di Grace, che avevano visto in televisione lo scorso anno. Nei loro confronti è contestato il reato di produzione, coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
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