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Editoriali

Belpaese, non ci resta che piangere…

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Il profeta Geremia, attivo nel Regno di Giuda tra il 626-586 a.C. circa, al 31:15 del suo Libro scrisse: “Geova ha detto questo: ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro pianto; Rachele piange i suoi figli. Ha rifiutato d’essere confortata per i suoi figli, perché non sono più”.

La Rachele nazionale rifiuta d’essere confortata e lamenta piangendo sul calo di tanti valori che sta subendo la società italiana,

Quello di Geremia non è altro che il ritratto profetico dei giorni nostri.

Cala la demografia, cala la produzione, calano i consumi, cala il benessere, si riduce la sicurezza, si restringe l’assistenza sanitaria, si degrada la qualità di vita, si svaluta la sacralità della fede, scarseggia la frequenza dei fedeli ai riti sacri domenicali, mentre si alza lo spread, si impenna il costo della vita, cresce il degrado, si dilaga il materiale trash negli intrattenimenti televisivi e si allunga la lista di parroci che annacquano il Vangelo, incuranti dei lamenti dei fedeli.

Europa, la prossima primavera si voterà per un guscio vuoto

Le urne si apriranno in tutti i paesi appartenenti all’UE tra il 23 e il 26 Maggio 2019 e lo scrutinio si aprirà per tutti a partire dalle ore 23:00 del 26 Maggio 2019. Sarà la nona volta che i cittadini della Comunità europea verranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo e sarà anche la nona volta, ahinoi, che si chiameranno 400 milioni di
cittadini dei paesi europei a votare per un guscio vuoto. Nei 4 paesi della Ue, Lussemburgo, Cipro, Grecia e Belgio il voto è obbligatorio, nei restanti paesi, per fortuna, il voto è libero. E’ una occasione ghiotta e non è sfuggita ai faccendieri della politica , i soliti che vegetano tra partiti e affaristi. I contrassegni per la partecipazione a questa kermesse si contano intorno a numero 47. Ci sono dei più strani come il Partito Pirata, il Movimento dei Poeti d’Azione, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, la Liga Veneta Repubblica, La Catena, Democrazia Cristiana, l’Altra Italia e poi il Sacro Romano Impero Cattolico, il Partito Internettiano e “Fuori dalla Ue per diventare il Giappone d’Europa”.

Poi, naturalmente ci sono da aggiungere i big della “politica” come il M5S, la Lega dei popoli di Salvini, Più Europa, Zingaretti con il simbolo “Ora Unità” per il PD, Forza Italia e di tutto e di più. Si sa quanti sono, come e da chi si faranno rappresentare ma non è dato sapere cosa vogliono andare a fare al parlamento europeo, quale programma hanno in mente, cosa ci si potrà attendere dalla loro presenza , eventuale, a Bruxelles.

Con candore risponde Mirella Cece, presidente del Sacro Romano Impero Cattolico : “.. il mio programma è ambizioso ma non lo voglio anticipare perché troppo articolato”. Sarebbe troppo per il comprendonio dei cittadini capire l’articolato di Mirella Cece, bisogna votare a scatola chiusa, prendere o lasciare. Si tralascia la novità di Zingaretti, “Ora Unità” e quando mai! Viene da rispondere: domani Bella Ciao.

Con queste prospettive come fa la Rachele nazionale a non lamentarsi e
ben si capisce perché rifiuta d’essere confortata.

L’Europa non è il paese del pater familae e tanto meno una buona mamma

Tra le liste iscritte per la presentazione alle prossime europee c’è chi più di altri vende retorica dicendo: “Fuori dalla Ue per diventare il Giappone d’Europa” senza spiegare cosa affascinerebbe a questo gruppo del sistema giapponese. Poi c’è chi, con convinzione, ma non convince, insiste su “Più Europa”. Quale,domanda il cittadino, perché quella che c’è basta e avanza.
L’altro sabato, 6 aprile , nel corso della seconda giornata della Dottrina Sociale della Chiesa, evento promosso dall’Osservatorio Van Thuan e svolto nel teatro Rosetum di Milano, l’Arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi, nella sua lectio magistralis “Europa, processo di unificazione europea”, citava delle opinioni di illustri personaggi riguardo all’Europa che si riproduce qui di seguito: Remi Brague, professore emerito di Filosofia medievale e araba presso l’Università Paris, ha affermato che l’Europa non crede più in nulla; Gianni Baget-Bozzo aveva detto che l’Europa si considera una colpa ed è stretta tra nichilismo e islam;

Walter Laqueur, storico e commentatore politico, sostiene che l’Europa stia vivendo i suoi ultimi giorni; Giulio Meotti dice che l’Europa si suicida ed è alla fine; Jürgen Habermas dice che è in crisi e Benedetto XVI ha detto che l’Europa odia se stessa.

Piange Rachele meditando al crepuscolo, seduta su una polveriera con in mano la miccia a lenta combustione

Anche l’Italia, come Achille sarebbe stata immersa dai suoi costituenti in acque sicure, anche lei sarebbe stata posta su basi solide per affrontare qualsiasi emergenza e non per niente da sempre aveva conquistato l’appellativo di Belpaese. Madre natura non le aveva fatto mancare niente. Nei suoi annali vantando uomini illustri ha conosciuto momenti di gloria. Poi arrivarono i personaggi dai quali Platone avvertiva di stare lontani perché pretendevano di dare ed insegnare agli altri ciò che non possedevano e non conoscevano.

Pretendevano di amministrare il Paese creando debiti piacendo di piacere, pareggiando favori e raccomandazioni e sempre con il sorriso stampato salutavano chiunque : “ciao caro”. Grazie a loro oggi l’Italia è sommersa sotto un debito pubblico mastodontico che ostacola ogni e qualsiasi manovra. Un buon e vero amministratore, prima di gridare “più Europa” farebbe bene a convincersi per un “più Italia” ed il primo passo andrebbe fatto verso la rimozione di questo macigno.

Non più i pastori che guidano il gregge ma quest’ultimo che pasce i pastori

Per fortuna di noi credenti ancora ci sono tanti sacerdoti che dedicano la loro vita al bene degli altri. Lavorano in silenzio, affrontano pericoli e insulti e talvolta anche minacce di morte. Non indietreggiano e spesso se ne vanno senza onori come hanno sempre vissuto. Ahinoi non tutti sono cosi. Tanti altri stanno sposando il vento che tira. Sono i cosiddetti preti di frontiera, quelli d’assalto che trascinati dal gregge seguono il politically correct, accantonano il Vangelo nel cassetto ed elevano i gommoni degli immigranti agli onori dell’altare.
I profughi sostituiscono i pastorelli nei presepi, le stazioni della via crucis , l’omelia domenicale e il Sinodo dei giovani. Questi pastori guidati dal gregge predicano la carità verso il prossimo e va benissimo perché è un precetto evangelico però dimenticano di predicare che non si può amare il fratello che sta in Zambia o in Burkina Faso e fregarsene del fratello nella periferia della propria città. Questi stessi stanno facendo della Santa Messa uno show domenicale con canti e balli, chitarre e tamburi, tanti ye ye e tanti clap clap.

Scrisse Geremia : ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro pianto”.
Da oltre Tevere non si odono voci, nessuno lamento, l’amaro pianto
proviene dalle tante Racheli fedeli che sono costrette a subire questo
decadimento.

Primo pomeriggio ora delle trasmissioni trash e cascame a go go

L’abbiamo letto, sempre su questo giornale, in una edizione precedente, che la televisione non copre più quel ruolo di una volta, e cioè ruolo educativo. Lontani sono i tempi delle trasmissioni di Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi”. Le conduttrici di oggi pescano le loro storie dalle periferie profonde e presentano storie di pochi, tristI storie di matrimoni falliti, figli abbandonati e altre storie di decadenza, degrado e declino.

Ha più di una ragione Rachele a piangere i suoi figli e rifiuta d’esser confortata, perché non è questa l’Italia che a lei piace vedere promossa. Non vede nulla di educativo e ciò che si trasmette non rappresenta la società italiana. C’è una parte maggioritaria del paese sana, che ride, che ama e rifiuta di essere coinvolta in questa cloaca magna di tanto trash e cascame del primo pomeriggio in TV

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