BASILICATA: GRAVI LE ACCUSE DELLA PROCURA PER L'ENI

Redazione
 
Potenza – L’inchiesta sul petrolio in Basilicata cresce in modo esponenziale poiché la squadra mobile di Potenza e i Carabinieri del Noe hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altre nove società tra i 70 indagati, tra queste spicca Eni. Bisogna precisare però che gli avvisi notificati non riguardano il filone siciliano, che è ancora aperto, in particolar modo alla rinomata “Cricca del petrolio” con a capo Gianluca Gemelli. Si parla invece di archiviazione per Vito De Filippo (PD), sottosegretario alla salute. Colui che nei mesi scorsi fu indagato per corruzione e per induzione a fini elettorali. Il suo nome non è nell’elenco degli indagati dei due filoni dell’inchiesta sul petrolio. La posizione del colosso Eni è ben diversa poiché l’accusa si basa sullo smaltimento illecito al centro oli di Viaggino di rifiuti prodotti dall’estrazione petrolifera che avrebbero fatto conseguire al colosso un “ingiusto profitto”. Con tale motivazione, il Tribunale del Riesame di Potenza ha confermato il sequestro di due vasche e di un pozzo di reiniezione dell’Eni in Val d’Agri. Secondo i Pm, l’Eni, oltre a reiniettare l’acqua che veniva in superficie con l’estrazione del petrolio svolgeva “altri reflui provenienti da distinti processi di produzione effettuati all'interno del centro oli”. Secondo il Riesame, tali rifiuti non potevano essere smaltiti nelle modalità in cui venivano smaltiti in Val d’Agri. Sono state valutate dal Tribunale le intercettazioni degli indagati e alcune di esse sono state definite “imbarazzanti” ed è stato confermato inoltre che tali conversazioni confermano il quadro accusatorio. Nelle motivazioni si legge inoltre che la difesa non ha contestato i contenuti delle intercettazioni “né ha offerto di esse una qualunque interpretazione alternativa”. Il portavoce Eni, in seguito alle motivazioni del Tribunale del Riesame, riferisce “Eni ribadisce la correttezza del proprio operato e conferma che il Centro Olio Val d'Agri rispetta le best practice internazionali” ha ribadito inoltre “la massima collaborazione alla magistratura e il proprio interesse a che possa essere fatta chiarezza sulla vicenda. Gli esiti delle perizie indipendenti che la società ha promosso, non solo ribadiscono la correttezza dell'impianto ma anche l'assenza di rischi sanitari e ambientali”.