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Cronaca

BANDA DELLA MAGLIANA – TERZA PARTE

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Tempo di lettura 4 minuti Abbruciati inizia a stringere amicizie nel campo dei colletti bianchi, conosce persone per bene e usurai, conosce anche Domenico Calducci, usuraio conosciuto a Roma

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di Angelo Barraco

Abbatino raccoglie l’eredità di Giuseppucci e guida i compagni verso la vendetta e si libera del suo nemico, Selis. Agli inizi degli anni 80 Abbatino deve affrontare ben altri problemi, la Banda è diventata un’organizzazione talmente ramificata che sfugge al controllo del suo stesso capo e il rischio è quello di una nuova faida sanguinaria. All’interno della Banda si sta sviluppando una nuova corrente che si sviluppa nel gruppo del quartiere Testaccio guidato da Enrico De Pedis e Danilo Abbruciati. Abbruciati sin da giovane è attivo negli ambienti criminali, sin da giovane si unisce alla banda dei Marsigliesi, nel 1976 il clan viene sgominato, Abbruciati scampa all’arresto e torna ai margini della criminalità romana. Abbruciati mantiene un rapporto non simbiotico con la banda, poiché è costretto ad attuare misure cautelari per i suoi trascorsi criminali, ma si serve spesso della banda per i suoi interessi. Abbruciati porta all’interno della banda una giovane spacciatrice, Fabiola Moretti sua compagna. Agli inizi degli anni 80 Abbruciati  e De Pedis controlla il traffico di droga nel quartiere Testaccio. La droga arriva dalle più importanti organizzazioni mafiose, l’eroina arriva da cosa nostra e il principale fornitore è Stefano Bontade, che agisce sulla capitale attraverso Pippo Calò, conosciuto come il cassiere della mafia. A lui spetta riciclare il denaro in attività lecite, è lui il tramite con i colletti bianchi. Il gruppo dei Testaccini aveva stretto legami con Cosa Nostra e con Pippo Calò. Gli affari tra i Testaccini e Cosa Nostra proseguono fino al 1981, il 23 aprile a Palermo viene ucciso Stefano Bontade, vittima della seconda guerra di mafia che vede l’ascesa del boss Totò Riina. Pippo Calò, uomo di Stefano Bontade, si allea ai Corleonesi e ha salva la vita. Roma si divide in due gruppi, i Testaccini, alleati con Pippi Calò che entrarono in affari e quello della Magliana che mantiene i suoi interessi sullo spaccio dei stupefacenti.

Abbruciati inizia a stringere amicizie nel campo dei colletti bianchi, conosce persone  per bene e usurai, conosce anche Domenico Calducci, usuraio conosciuto a Roma perché teneva nel suo negozio a Campo dei Fiori un cartello con su scritto “Qui si vendono soldi”. Memmo Balducci commette però un errore, trattiene una quota di deraro per se da un versamento di Pippo Calò. Un gesto che Calò non gradisce. 16 ottobre 1981, Balducci rientra a casa e spuntano alle sue spalle tre uomini armati, Balducci cade a terra ucciso da cinque colpi di pistola. Secondo i pentiti, i sicari di Balducci sono: Danilo Abbruciati ed Enrico De Pedis. I ragazzi della Magliana, gli uomini di Abbatino erano invece all’oscuro di tutto. Questo gesto dei Testaccini viene visto come un favore fatto a Cosa Nostra, siglando un patto di sangue con Cosa Nostra e Pippo Calò. Questa spaccatura ai ragazzi della Magliana non piace affatto. La frantumazione ha portato a sentimenti di odio e rancore, di invidia per non aver seguito tutti un’unica direzione e presupponeva una guerra interna che di li a poco si sarebbe sviluppata. L’organizzazione compatta si incrina e si frammenta. 

Il 27 novembre 1981, gli agenti della Digos fanno irruzione nel Ministero della Sanità all’Eur, nel cui sottoscala la Banda della Magliana custodiva il suo arsenale. Il custode, Biagio Alesse, all’oscuro di tutto, viene arrestato, viene arrestato anche Abbatino il 14 ottobre. Si comprenderà, dalla scoperta di quel deposito, che quel deposito era estremamente importante poiché la Banda della Magliana dava armi ai NAR, alla Mafia e a varie organizzazioni criminali. Abbatino viene accusato da Biagio Alesse e, arrestato, deve rispondere di quell’arsenale. Ma Alesse dopo qualche giorno ritratta tutto tramite una lettera e individua come responsabili coloro che sono già detenuti. Abbatino ha i suoi metodi per rimanere fuori dalle mura della prigione, negli anni ha costruito una fitta rete di corruzione e clientele che lo hanno messo al sicuro da ogni arresto. Per i Maglianesi il carcere si deve vivere il meno possibile e si deve vivere il carcere da padroni. I Maglianesi corrompevano anche medici per testimoniare il falso e poter uscire. E’ l’inizio 1982, Abbatino è libero e vuole regolare i conti con i Testaccini di Abbruciati e De Pedis. 18 gennaio 1982, in un cantiere edile viene trovato un cadavere carbonizzato, dopo due giorni si identifica il cadavere che è di Massimo Barbieri. E’ stato ucciso da Abbruciati per questioni di donne, futili motivi alla base. Malgrado Abbruciati avesse stretto fitti rapporti con l’alta finanza, non dimentica il mondo da cui proviene. Abbatino un mese dopo l’omicidio-Barbieri, Abbatino ordina l’omicidio di Claudio Vannicola, spacciatore che non vuole rifornirsi della Banda della Magliana reputandola finita, errore che gli costerà la vita.

Nei primi anni 80 uno scandalo senza precedenti scuote l’Italia. In una lussuosa villa in provincia di Arezzo, la guardia di finanza trova un foglio di carta destinato a cambiare per sempre la storia della Repubblica Italiana. Un mistero mistero rimasto chiuso nella cassaforte dell’imprenditore Licio Gelli. Una lista di nomi e cognomi altisonanti, ministri, imprenditori, militari, giornalisti, tutti affiliati con la loggia massonica P2 di cui Gelli è il gran maestro venerabile. La loggia rappresentava un insieme di interessi politici, economici, finanziari e criminali che aveva come obbiettivo quello di condizionare, in maniera occulta, il potere costituito. Dopo pochi giorni, il presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, viene arrestato e processato. Nella lista della P2 c’è anche il suo nome. L’accusa contro Calvi è grave, Calvi attraverso la sua banca avrebbe appoggiato le attività economiche della loggia massonica di Gelli, un insieme di denaro riciclato nascosto in società fantasma all’estero che coinvolge anche Cosa Nostra e istituti insospettabili come lo IOR (istituti opere religiose) con sede nella Città del Vaticano. Anche Danilo Abbruciati sarà protagonista di questo misterioso e tortuoso groviglio. A coinvolgerlo sarà Pippo Calò, il cassiere di Cosa Nostra con cui Abbruciati è da tempo il affari. Calò ha tanti interessi su Roma, ma quello che lo preoccupa di più è recuperare le ingenti somme che la mafia ha perso negli investimenti di Roberto Calvi.

LEGGI ANCHE:

 06/12/2014 BANDA DELLA MAGLIANA – I PARTE

 18/12/2014 BANDA DELLA MAGLIANA – II PARTE

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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