Connect with us

Editoriali

Banca Popolare del Lazio, “minaccia” a L’Osservatore d’Italia: O si cancella l’articolo o sono 2mila euro al giorno…

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Rispondiamo con chiarezza e senza troppi giri di parole

Il 4 ottobre ci arriva una lettera che non abbiamo problemi a definire “temeraria” dall’avvocato Gianluca Massimei in rappresentanza della Banca Popolare del Lazio per contestare “la natura diffamatoria, sotto plurimi profili, della pubblicazione “Conflitti di interesse, amici delle banche e curriculum striminziti: a.a.a. cercasi Banca d’Italia”.

Una lettera che contesta un articolo pubblicato su questo quotidiano lo scorso 26 giugno ma che arriva a ottobre, in un momento, caso vuole, dove pare ci siano diversi maldipancia dovuti a una operazione (resa pubblica a giugno scorso) in cui la Banca Popolare Valconca viene incorporata in Blu Banca, che fa capo alla Banca Popolare del Lazio.

Immaginarsi dunque quanto possa apparire scomodo, in questo momento, un giornale libero che ha sempre mantenuto la propria indipendenza di pensiero esercitando il sacrosanto diritto di critica e di cronaca. Mettere in luce gli affidamenti dati senza garanzie, il verbale di Banca d’Italia e certe strane coincidenze proprio mentre Blu Banca ingloba una popolare non è il massimo che i soci della Popolare Valconca possano sperare per il loro futuro.

In un momento delicato quindi dove l’operazione di fusione viene sostanzialmente sottoposta al vaglio autorizzativo della Banca d’Italia che L’Osservatore d’Italia ha spesso richiamato nei suoi articoli in quanto ha l’onere di vigilare sul corretto andamento delle banche e che in questi ultimi anni non risulta aver evidenziato le tante criticità rilevate poi in un verbale che all’esito non colpisce la governance della banca Popolare del Lazio facendo un po’ la parte del genitore che fa al figlio disobbediente una sgridata un po’all’acqua di rosa: “Ti sei comportato male, non farlo più e adesso esci pure con gli amici e divertiti!”.

Dopo cosicché le assemblee dei soci di Blu Banca e di BPV potranno pronunciarsi in merito alla medesima subordinatamente al positivo esito del procedimento autorizzativo in Banca d’Italia.

L’avvocato Massimei, dall’alto dell’incarico a lui affidatogli si concede la licenza di scrivere al giornale che “L’Articolo (il nostro articolo di giugno titolato su Banca d’Italia) arreca grave pregiudizio alla Banca, soprattutto per via della grave e notevolissima progressione informativa che la narrativa – ricca di superflue enfasi, sottesi e (poco celate) allusioni – ingenera nel lettore, inducendolo a dubitare della corretta gestione dell’Istituto”. Peraltro appare davvero singolare il fatto che la Banca Popolare del Lazio si faccia addirittura paladina e difensore della Banca d’Italia. E ancor più singolare che nessun fatto narrato nell’articolo in questione è stato contestato come non vero. Insomma anche la banca indirettamente sembra ammettere che non abbiamo raccontato falsità. Basta leggere “la lettera temeraria”.

Rispondiamo con chiarezza e senza troppi giri di parole:

Quello che abbiamo scritto è fondato, gli articoli non sono “informative” aziendali ma sono scritti proprio per far riflettere chi legge, in pieno diritto dell’esercizio della libertà di espressione e critica. Tanto più se gli ispettori di Banca d’Italia (che dal 15 maggio al 26 luglio del 2018 hanno effettuato una ispezione nella direzione generale di Banca Popolare del Lazio a Velletri ) scrivono nero su bianco che l’attività creditizia di Bpl ha seguito logiche puramente commerciali che hanno comportato l’assunzione di elevati rischi, anche per l’erogazione di finanziamenti al settore agricolo promossa, senza un attento vaglio, con l’intervento di una società di mediazione creditizia (Coopcredit). Gli ispettori di Banca d’Italia, (la stessa che ratifica la fusione di Blu Banca con la popolare Valcanonica) scrivono ancora che gli accertamenti hanno fatto emergere risultanze “parzialmente sfavorevoli da ascrivere ad un sistema di governo inciso da conflittualità interne che, oltre a ledere l’immagine della Banca, hanno compromesso l’efficacia dell’azione di indirizzo gestionale, con negativi riflessi sul presidio dei rischi creditizi e operativi nonché sulla redditività aziendale”. E ancora nelle considerazioni: “Gli organi aziendali (ndr. I vertici della Banca Popolare del Lazio) non hanno assicurato piena trasparenza informativa su potenziali conflitti d’interessi”.

Potremmo continuare ancora con esempi calzanti e circonstanze ma rischiamo di replicare quanto già accuratamente scritto nei precedenti nostri approfondimenti.  E poi, sinceramente, nel 2022 e con una mole di diritto che ci sostiene, perché mai dovremmo giustificare la pubblicazione di articoli critici che non piacciono certo ai diretti interessati ma che sono senz’altro approfondimenti di pubblico interesse e con anche la finalità di rendere un pubblico servizio utile alla società nonché a rendere informazioni utili che difficilmente si trovano sui canali promozionali di soggetti che ovviamente sono interessati a comunicare le loro virtù piuttosto che i chiaroscuri. Noi il bavaglio non lo mettiamo. E ci hanno provato e ci provano ancora.

Risparmiamo la lungaggine dei virgolettati del nostro articolo riportati e contestati e andiamo alla parte che consideriamo più grave e offensiva: la parte della minaccia economica

Per ogni giorno che “disobbediamo” a quanto ordinato dall’avvocato Massimei ci intimano di pagare duemila euro. Una minaccia bella e buona: se non cancelliamo gli articoli sono duemila euro al giorno che dobbiamo corrispondere alla Banca Popolare del lazio.

Non siamo il Tg1 e neppure una testata da migliaia di copie vendute ogni giorno nelle edicole italiane. Siamo però una redazione libera che non si piega ad alcun condizionamento. Forse non siamo troppo “affidabili” per mantenere un silenzio imposto ma siamo onesti nel rispedire al mittente queste offensive missive.

Iniziassero a fare il conto alla rovescia noi non ci pieghiamo a questo deplorevole e condannabile comportamento. Una condotta che ci riserviamo di denunciare alle Autorità competenti perché viola diversi principi costituzionali.

Leggere per credere (pubblichiamo per intero la diffida che ci è arrivata dalla Banca). Tant’è. E come diceva il grande Corrado con il suo bel sorriso aperto nella sua indimenticabile trasmissione “La Corrida”: “Non finisce qui”.

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

Continua a leggere

Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

Continua a leggere

Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti