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Cronaca

BANCA ETRURIA, BLITZ DELLA FINANZA AD AREZZO

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Tempo di lettura 2 minuti Fiamme Gialle nella sede centrale dell'istituto bancario. L'ipotesi di reato è la truffa ai danni del pensionato D'Angelo che si è suicidato dopo aver perso tutti i suoi risparmi

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Redazione

Arezzo – Blitz della Finanza negli uffici di Banca Etruria ad Arezzo per acquisire nuovi documenti. L'accusa ipotizza il reato truffa ai danni di Luigi D'Angelo, il pensionato suicida di Civitavecchia che si è tolto la vita il 28 novembre dello scorso anno dopo aver saputo di aver perso i suoi risparmi – oltre 100 mila euro – per l'azzeramento delle obbligazioni subordinate della banca.
Secondo quanto si è appreso, le Fiamme Gialle si sono recate in Banca Etruria per ordine della Procura di Civitavecchia (Roma), per acquisire documentazione relativa proprio all'emissione di obbligazioni subordinate sottoscritte dalla clientela retail (i clienti "al dettaglio" della banca) e anche documentazione specifica, ulteriore rispetto a quella già acquisita, che riguardava il pensionato suicida. La Procura di Civitavecchia sta lavorando già da alcuni mesi per verificare se qualche dipendente della banca abbia ingannato D'Angelo – pensionato e pertanto persona con bassa propensione al rischio – modificando il suo profilo per indurlo a comprare (cosa che D'Angelo ha fatto) obbligazioni subordinate per 90 mila euro e azioni per circa 20 mila euro, strumenti finanziari entrambi con alto livello di rischio.

Nel frattempo Il gup del Tribunale di Arezzo, Anna Maria Loprete, non ha ammesso la costituzione delle oltre 200 parti civili rappresentate da ex obbligazionisti ed ex azionisti nel procedimento in corso per ostacolo alla vigilanza nei confronti degli ex vertici di Banca Etruria. Unica parte civile ammessa è stata la Banca d'Italia, parte offesa secondo l'ipotesi della Procura. La decisione è stata presa stamani nel corso della terza udienza preliminare fissata a seguito della richiesta di rinvio a giudizio per l'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, dell'ex amministratore delegato Luca Bronchi e dell'ex direttore centrale Davide Canestri. Ex obbligazionisti ed ex azionisti di Banca Etruria, insieme ad alcune associazioni di tutela dei consumatori, chiedevano di poter entrare nel processo per ottenere eventuali risarcimenti. I giudice ha rigettato la costituzione di parte civili di oltre 200 soggetti non ritenendo un danno diretto per le vittime del Salva-Banche il reato per il quale si procede, ovvero l'ostacolo alle autorità di vigilanza. La Procura era rappresentata in udienza dal procuratore capo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore che fa parte del pool di magistrati che si occupa delle inchieste sul dissesto di Banca Etruria, si era pronunciata a favore dell'ammissione di tutte le parti civili. La difesa dei tre imputati aveva richiesto l'esclusione di tutte le parti civili, così come la Banca d'Italia che si riteneva l'unica parte offesa dal reato.

I tre ex vertici della vecchia Banca Etruria sono accusati dalla Procura di Arezzo, diretta dal procuratore Roberto Rossi, di ostacolo alle autorità di vigilanza, avendo fornito dati non veritieri sulla situazione dell'istituto di credito alla Banca d'Italia. Si tratta del primo filone di indagine arrivato a conclusione sul dissesto dell'istituto di credito aretino, commissariato nel febbraio 2015. A questo si aggiungono quello per bancarotta fraudolenta, che vede sotto inchiesta tutto il vecchio cda compreso l’ex vicepresidente Pierluigi Boschi, quello per omessa dichiarazione di conflitto d’interessi, che vede indagati Rosi e l’ex membro del cda Luciano Nataloni, quello per false fatturazioni e quello per truffa ai risparmiatori che hanno acquistato azioni e obbligazioni subordinate senza essere informati dei rischi.

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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