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di Domenico Leccese
Avigliano (Pz) – Una torre eolica di proprietà di privata, convenzionata per veicolare energia elettrica all'Enel, è collassata rovinosamente in agro di Avigliano (PZ). Così ora anche i problemi legati alla sicurezza si aggiungono alla lunga lista di obiezioni contro la realizzazione dei mega impianti eolici sul territorio lucano, considerando anche precedenti incidenti analoghi: caso di Fenner, negli Usa, ed un precedente caso più nostrano negli anni scorsi, infatti, una delle torri eoliche dell'impianto di Schiavi di Abruzzo, subì dei danni a causa del forte vento e una pala si staccò precipitando rovinosamente al suolo.
L'incidente, fortunatamente, non ha avuto conseguenze più gravi, perchè il sito sul quale sorge la centrale eolica è abbastanza isolato rispetto al centro abitato.
Ora da parte di numerosi cittadini di Avigliano è arrivato un altro motivo per dire no all'eolico selvaggio in Basilicata. "È necessario chiedere ed effettuare maggiori controlli sulla esecuzione dei lavori di fornitura e posa in Opera (F.P.O.) sulla sicurezza delle intere strutture installate su base in cemento debolmente armato" Dichiarano dal fronte del no all'eolico, dove hanno anche evidenziato il fatto che "non è pensabile che una struttura progettata costruita ed installata per essere alimentata dal vento collassi per vento forte".
La denuncia che arriva è quella che il mondo dell'eolico in Basilicata sarebbe frequentato anche da "certi" soggetti che non si farebbero scrupoli, pur di concludere affari eolici. Chiunque ha liquidità resta abbagliato dall'investimento nell'eolico ed è facile preda, in Basilicata, di alcuni spregiudicati affaristi che, sulla base di fasulli business plan, continuerebbero a vendere connessioni o anche progetti chiavi in mano.
Il business del momento sembrerebbe essere quello delle pale da 60kW. Vengono proposte pale rigenerate (forse il 70% di quelle installate) e pale di nuova progettazione e realizzazione, per lo più di manifattura italiana. Quelle rigenerate sono dei vecchi rottami che provengono da Danimarca e Germania. Non rispondono alle norme CE nella maggior parte dei casi. Ma vengono tutte certificate per lo più sulla base di autocertificazioni.
Se un giorno il GSE si metterà in giro a controllare in sito tutte le pale, ci sarà da ridere. Ma anche se non arriverà il GSE, sono tutte macchine soggette ad usura. Se fossero state ancora buone, se le sarebbero tenute i danesi ed i tedeschi! Sono quindi destinate a funzionare ben poco e comunque i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno ingenti.
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