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5 anni faon
La Polizia di Stato ha arrestato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord don Michele Mottola della parrocchia di Trentola Ducenta per abusi su una minore di 12 anni che frequentava la chiesa. Era stata la Diocesi di Aversa a inviare la prima segnalazione alla Procura guidata da Francesco Greco sui presunti abusi realizzati dal prete, che nel maggio scorso era stato sospeso dal servizio. Della vicenda si era occupata anche la trasmissione “Le Iene”.
La Diocesi di Aversa in un comunicato spiega che Don Michele Mottola, accusato dalla piccola Marina di abusi sessuali, è stato sospeso dal suo ruolo e allontanato dalla comunità parrocchiale. Nina Palmieri ci aveva raccontato la tremenda storia di questa bambina
Don Michele Mottola è stato sospeso e isolato dalla comunità parrocchiale.
Lo comunica la Diocesi di Aversa, che interviene per fare il punto nella vicenda di presunti atti di pedofilia del parroco campano ai danni di una bambina di 10 anni. Ve ne abbiamo parlato nel drammatico servizio di Nina Palmieri, che potete rivedere qui sopra.
La Diocesi chiarisce il parroco è stato sospeso in via cautelativa, lo stesso giorno in cui si è avuta segnalazione dei fatti, da parte della famiglia di “Marina”, accompagnata in Diocesi da alcuni parrocchiani.
“La Diocesi ha fornito ai familiari della minore la propria collaborazione affinché fosse sporta anche regolare denuncia alle autorità giudiziarie”, si aggiunge, e “attualmente al sacerdote non è permesso di celebrare pubblicamente o avere contatto di tipo pastorale con nessun gruppo di fedeli”. Il comunicato conclude così: “Sono in atto i procedimenti giudiziari, sia canonico che civile”.
Vi abbiamo raccontato questa terribile vicenda di presunti abusi con Nina Palmieri.
Marina, così chiameremo questa bambina, sarebbe caduta nelle grinfie di Don Michele Mottola, il parroco di un comune del casertano che frequentava la casa dei suoi genitori.
La storia di Marina è anche la storia di un incredibile coraggio, perché la bimba riesce con lucidità a documentare, con il suo telefonino, quegli incontri per incastrarlo.
Le violenze, che si sarebbero protratte fino allo scorso febbraio, sarebbero iniziate quando Marina aveva circa dieci anni e mezzo.
Il parroco inizia a fare piccoli grandi regali alla bambina, prima un orologio, poi un giubbino e addirittura un computer. Regali che giustifica come un ringraziamento per quelle cene a casa della sua famiglia.
Ma Marina, proprio in quel periodo, avrebbe iniziato a essere al centro delle attenzioni di Don Michele, provando poi a confidarsi con due amici parrocchiani. Che però all’inizio non riescono a crederle.
“La bambina mi fece una confidenza ‘sai in parrocchia c’è qualcuno che mi fa delle cose, è Don Michele, lui mi bacia’ e li per lì rimango stupefatta e dico: ma come? Ma ti bacia come bacia tutti quanti?”. E Marina risponde: “No, lui mi bacia qua”, e indica le labbra.
Di fronte a quegli adulti che non si fidano delle sue parole, Marina decide di iniziare a registrare gli incontri. Registrazioni agghiaccianti, che Nina Palmieri ci fa ascoltare: “Io ti terrei dalla mattina alla sera qua se tua mamma fosse più consenziente”, le dice don Michele, che aggiunge: “Lo sai che ti voglio bene, vuoi un bacino?”
Gli incontri si susseguono, come le registrazioni audio di Marina. Si possono sentire sospiri, silenzi, rotti improvvisamente dal lamento della bambina, che dice “basta, basta”. A un certo punto Don Michele le dice: “Prendi questa per asciugarti”.
Passano altri mesi, senza che nessuno la sottragga dalle sue mani e poi, il 2 febbraio 2019, c’è un nuovo incontro, durante il quale Marina decide di affrontare Don Michele.
“Quelle cose che noi facciamo, gradirei non continuare”, gli dice a muso duro ma lui liquida il tutto come “una storiella”. Tu mi consideri una specie di malato mentale se mi tratti così”, le dice. “Non vorrei che tu mi vedi come uno che fa violenza ai bambini…” e le dice che sarebbe stata consenziente.
Marina torna a confessarsi con i due parrocchiani, che avvertono i genitori.
Ma la madre, che affronta la figlia davanti a Don Michele, all’inizio dubita, tanto da dire alla piccola che la manderà in un istituto.
Don Michele avrebbe provato anche a spaventarla: “Le bugie le sai dire. Mi hai capito che le bugie le sai dire? Sei come i kamikaze islamici, buttano una bomba, uccidono la gente e se ne vanno”. E la spaventa: “Il fango va a finire anche su quello che è la famiglia, su di te”.
Finalmente la madre di Marina apre gli occhi e va dal vescovo, mentre don Michele avrebbe confessato quelle violenze dicendosi pentito.
Un pentimento e un caso che verrà valutato nelle sedi giuste, mentre a noi non resta che portargli da leggere una delle lettere che la piccola Marina ha provato a scrivergli: “Caro Don Michele con tutto il rispetto le volevo dire che un futuro con voi non lo voglio costruire. Io dentro di me mi sento scoppiare e non so fino a quando potrò resistere. Io non mi sento più una bambina, mi sento troppo grande”. Ma l’uomo, davanti alle telecamere de Le Iene, nega tutto con fermezza.