Torvaianica, grande attesa per il live show dei “Me Contro Te” a Zoomarine

Ancora eventi ed ospiti nell’ultimo week-end di agosto a Zoomarine, il Parco
divertimenti alle porte di Roma.
Venerdì 30 Zoomarine ospita la Festa di compleanno di una icona italiana, il Cornetto Algida, un protagonista senza tempo dell’estate che compie 60 anni. In programma un evento a tema con la partecipazione di Andrea Paris, il PrestigiAttore noto per la sua partecipazione al programma Sky Italia’s Got Talent.
E agosto si chiude in musica! Sabato 31, l’appuntamento è alle 16:00 alla Radio Subasio Arena (Baia dei Pinnipedi) con il live show di Federica Carta. Giovanissima ma già affermata cantante, da Amici di Maria de Filippi al Festival di Sanremo 2019, Federica ha dimostrato grandi doti artistiche arrivando a collezionare molteplici successi. Tre album pubblicati, la partecipazione ai concerti di Laura Pausini, le sue canzoni scelte come colonne sonore di film di successo, la partecipazione a diverse ed importanti trasmissioni tv fanno di Federica Carta una giovanissima e talentuosa musicista molto amata dal pubblico
giovane.
E gli appuntamenti del week-end chiudono un mese di agosto particolarmente ricco di eventi a Zoomarine che ha presentato un ampio calendario e palinsesto di attività che hanno arricchito il contenuto del Parco. Un programma ricco di attività firmate dal direttore artistico Claudio Cecchetto e organizzate dallo staff del Parco guidato dall’Amministratore Delegato Dott. Renato Lenzi.
“Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Abbiamo presentato questa estate un’offerta ricchissima e variegata che ha abbracciato ogni fascia di età e di gusto. A Zoomarine si gode il divertimento delle nostre piscine e attrazioni, si scoprono animali unici, si trascorrono giornate di relax e si incontrano i personaggi dello spettacolo più amati dal pubblico” commenta il Dott. Lenzi.
Ed un primo accenno agli eventi di settembre riporta subito in scena gli idoli dei teenagers, i “Me Contro Te”, che a Zoomarine si esibiranno domenica 1° settembre con il live show “Back To School”: un evento a tema in attesa di tornare tra i banchi di scuola da trascorrere tra sfide incredibili, musica, sorprese e tanto divertimento. Per l’evento è previsto un biglietto evento speciale che comprende l’ingresso a Zoomarine per l’intera giornata del 1° settembre, tutti gli spettacoli del Parco, le attrazioni, le dimostrazioni con gli animali e il live show dei “Me Contro Te”, acquistabile solo su www.zoomarine.it
Inoltre fino all’8 settembre Zoomarine organizza i Beach Party con festa in piscina a tema, musica, animazione e proposte food mentre rimane attiva la speciale promozione Torna gratis.
Zoomarine e Aquafelix, i Parchi italiani del Lazio del Gruppo Dolphin Discovery, regalano infatti un biglietto omaggio ai propri clienti per tornare a visitare i 2 Parchi durante la stagione 2019. Una promozione speciale, attiva dal primo agosto e dedicata a tutti coloro che acquistano un biglietto ed hanno voglia di tornare gratis in uno dei due Parchi romani.
La speciale promozione offre infatti l’opportunità ad ogni visitatore pagante di richiedere, nel giorno della sua visita a Zoomarine o Aquafelix, un ingresso omaggio nominale per ritornare gratis un qualsiasi giorno di apertura nella stagione 2019 (ad eccezione del giorno successivo alla visita al Parco e per entrare ad eventi speciali che richiedono un biglietto dedicato o a numero chiuso). La promozione è applicabile a tutti i biglietti validi paganti comprati online o in cassa, vidimati lo stesso giorno della richiesta ed è valido fino all’8 settembre 2019 per Aquafelix e fino al 6 gennaio 2020 per Zoomarine.

Situato a Torvaianica, alle porte di Roma, con i suoi 40 ettari di verde, acqua e attrazioni, Zoomarine è stata 11 anni fa la prima struttura nel nostro Paese a ricevere il riconoscimento di Giardino Zoologico.
Visitato da oltre 600mila persone l’anno e 60mila studenti, il Parco ospita 384 animali di 33 specie diverse.
Zoomarine ha vinto numerosi riconoscimenti internazionali che ne attestano gli elevati standard di conservazione e salvaguardia del benessere animale (tra i tanti un autorevole primato, unico Parco in Italia
e secondo in Europa a ricevere la prestigiosa certificazione della “American Humane”) ed è membro certificato delle più importanti associazioni mondiali del settore, l’AMMPA (Alliance of marine mammal parks e aquariums), l’EAAM (European association for aquatic mammals) e l’EAZA (European Association of Zoos and Aquaria). Ha ottenuto riconoscimenti importanti da TripAdvisor, Parksmania, Le Fonti Award.
E’ guidato da Renato Lenzi, Amministratore delegato Zoomarine e Vice Presidente Europa Dolphin Discovery.
Sviluppa il proprio impegno a favore della ricerca e della salvaguardia dell’ecosistema marino grazie ad una proficua collaborazione con 15 Università italiane e straniere attive in progetti rivolti al benessere e
alla tutela degli animali e alla sensibilizzazione del pubblico sul tema della salvaguardia ambientale.
La proprietà Dolphin Discovery – azienda leader al mondo nel settore dei Parchi tematici con mammiferi marini presente in 10 Paesi con 30 Parchi – continua ad investire notevolmente su Zoomarine, mirando ad introdurre una ampia gamma di novità tali da rendere la struttura tra le più
all’avanguardia in Europa.
Secondo la filosofia della capogruppo e nello spirito di un’esperienza internazionale di successo, Zoomarine offre agli ospiti un’esperienza di visita sempre più interattiva, all’insegna di avventura, emozioni e
divertimento.
I Parchi gestiti da Dolphin Discovery sono in Messico, Anguilla, Tortola, Grand Cayman, Jamaica, St. Kitts, Repubblica Dominicana, Stati Uniti, Argentina e Italia.
In Italia il gruppo Dolphin Discovery gestisce 3 Parchi: Zoomarine a Torvaianica, Acquafelix a Civitavecchia e Acquajoss a Consalice (Ravenna).




A Fregene un esempio di integrazione positiva: Karim El Mostafa, l’ambulante con il pos

FREGENE (RM) – Si presenta con un cappellino stile vuitton, in tinta con i pantaloncini, maglietta sgargiante, occhiali da sole, borsa a tracolla e pos in mano: un’altra strisciata per Karim El Mostafa che ha appena venduto qualcosa a una bella signora seduta su un lettino di un esclusivo stabilimento di Fregene.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 11/7/2019

El Mostafa lo conoscono in molti sul litorale romano

Non è un vu cumprà qualsiasi ma un artigiano ambulante che vende merce non contraffatta, rilascia lo scontrino fiscale ed è munito di biglietti da visita con tanto di contatto Facebook e Instagram. Secondo Karim in Italia si può lavorare e anche bene “basta seguire le regole e pagare le tasse”. Un esempio quello di El Mostafa di integrazione positiva che arricchisce reciprocamente il Pil della nostra bella Penisola.




Estate 2019, tornano i caschetti e il taglio carrè per un viso molto glam

Con l’estate 2019 tornano i caschetti
semplici e versatili che incorniciano il viso e lo rendono molto glam in tutta
semplicità. Il taglio con
carrè
è infatti un vero trend e la bob-mania sta conquistando a
grande velocità anche le star, che ne sfoggiano versioni diverse e che
diventano l’ispirazione modaiola da cui prendere spunto.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 6/6/2019

Chi lo ha detto che i
tagli corti da donna
debbano per forza essere mascolini? Il caschetto corto sdogana
questa idea dimostra che, per vincere a colpo sicuro tra le tendenze moda dei
capelli più cool, basta un
taglio di capelli a caschetto
semplice da portare e acconciare
in tanti modi diversi.

Così la bellezza del caschetto mosso invita a giocare con il
multitasking e divertirsi con la tinta sfumata anche se non la si riteneva
ideale per un taglio di
capelli corti con caschetto
. Un buon modo per provare prima di
sforbiciare può essere trovato attraverso le parrucche con cui poter
sperimentare nuovi look anche alle feste. A voi la scelta!




Albano Laziale: Arcigay apre il primo circolo in provincia di Roma

Sabato 11 maggio alle 17,30 presso il giardino popolare in via del Macello 12, ad Albano Laziale Arcigay inaugura il proprio circolo ai Castelli Romani.

E’ la prima volta che la principale associazione Lgbt+ apre un circolo in provincia di Roma. Ad oggi, infatti, e da oltre vent’anni Arcigay è presente con una storica sede nella capitale.

Il circolo dei Castelli Romani arriva dopo i positivi esperimenti degli ultimi tre anni nei quali si sono tenute in estate manifestazioni per l’orgoglio lgbt+ chiamate “Lazio Pride” a Latina, Ostia e quest’anno a Frosinone. Proprio la città di Albano nei Castelli Romani è rimasta in lizza fino all’ultimo per essere sede della manifestazione.

La militanza lgbt+ ai Castelli Romani, tuttavia, ha conosciuto nel corso della sua storia ormai cinquantennale protagonisti di primissimo piano originari del territorio: uno su tutti Massimo Consoli, di famiglia marinese, vissuto per anni a Frattocchie dove ha messo insieme il suo archivio di storia lgbt, tra i più importanti al mondo e oggi di proprietà dello Stato Italiano.

Consoli è stato inoltre promotore delle primissime manifestazioni di visibilità della comunità gay a Roma, su tutte quella immediatamente successiva all’omicidio del poeta e regista Pier Paolo Pasolini, assassinato a Ostia nel 1975 e fondatore al Testaccio della Gay House

Proprio alla figura e all’opera di Massimo Consoli sarà intitolato il neonato circolo castellano che intende essere un punto di ritrovo e di ascolto per la comunità LGBT+, uno spazio culturale e di socializzazione.

Nel corso della festa di inaugurazione di sabato 11 maggio prossimo, chiamata #TesseraParty si ripercorrerà anche la vita di Massimo Consoli tra storie, aneddoti e testimonianze di alcuni testimoni della lunga stagione del movimento di liberazione omosessuale in Italia.

Sarà un momento di serenità, cultura e conoscenza, dove tutti saranno i benvenuti ad entrare in contatto con la nuova realtà dell’Arcigay Castelli Romani che vorrà essere presidio di inclusione, lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione, tutela, occasione di incontro, confronto e formazione di una comunità comunità lgbt+ finalmente consapevole e visibile anche sul territorio castellano.

L’incontro sarà aperto e libero. Tutti sono invitati a partecipare.




Verona, congresso delle famiglie: la stupidità e l’insensatezza governano il mondo

Per fortuna nel nostro paese c’è ancora la libertà che concede a chiunque di organizzare eventi a tema su qualsiasi argomento. Questo fa si che anche il congresso delle famiglie di Verona possa esistere. E ne sono felice. Perché ognuno ha diritto a far sentire la propria voce.
La cosa diventa grave quando a una tale manifestazione ignominiosa e reazionaria, condita di mancanza di intelligenza storica oltre che di qualsiasi forma più elementare empatica, partecipa il nostro Vicepresidente del Consiglio dei Ministri.
Un personaggio che in più occasioni, grazie ai suoi slogan e comunicazione martellante, sta indirettamente fomentando chi del razzismo ne fa una bandiera, riuscendo a materializzare nell’immaginario dei più deboli (e ahimè, sono più di quanto potessimo immaginare) la cara vecchia
favoletta de “l’uomo nero”. Tirando fuori e capitalizzando tutto quel ”peggio” che i decenni di Berlusconismo avevano fertilizzato attraverso l’impoverimento culturale e l’imbecerimento dei costumi.
Tralasciamo i gadget di plastica a forma di feto e quelle manifestazioni che travalicano di così tanto il buon gusto da non riuscire neanche ad essere oggetto di un dibattito (francamente non saprei da dove iniziare).
Tralasciamo l’improvvisata della senatrice 5 stelle che confida agli esponenti del convegno di essere stata molto combattuta in questa partecipazione ma che il suo cuore è con loro.
Tralasciamo anche qualsiasi commento su una compagine di governo all’interno della quale i due genitori si insultano e sono agli antipodi anche in questa – ennesima – buffonata, nella migliore tradizione della tanto auspicata “famiglia naturale”.
Abrogazione del divorzio, dell’aborto e anche di qualsiasi tecnica di indagine prenatale che possa indicare la presenza di malformità e malattie, messa al bando dell’omosessualità, divieto di contraccezione, e indicazioni “igieniche” più restrittive, parametro che francamente non ho ancora
approfondito per estenuazione.
Il futuro che la famiglia naturale si auspica è dunque un futuro in cui: famiglie – costituitesi con la lungimiranza che spesso vediamo in giro – possano vivere per sempre infelici e scontente, senza potersi civilmente separare, con figli gravemente malati sui quali in nessun modo si è potuto intervenire prima della nascita; un futuro in cui gli omosessuali siano costretti a sposarsi e figliare o vivere per sempre da soli, in silenzio portando nella tomba la “colpa” segreta del loro orientamento malato; un
futuro senza contraccezione in cui le malattie veneree diventino il nuovo sport e le gravidanze indesiderate aumentino del 500%.
Anziché andare contro e lottare con i mulini a vento dell’idiozia più nera e dell’assurdo che diventa ragionevolmente accettabile, forse volendo fare davvero qualcosa per il pianeta terra potremmo iniziare a dire di nuovo la verità.
Che tutto questo è un crimine contro il futuro dell’umanità, per esempio. 
E che – anche se ora abbiamo improvvisamente capito che il climate change esiste e che se vogliamo sopravvivere almeno i prossimi 100 anni in un ecosistema vivibile dobbiamo muoverci e alzare il fondo schiena – forse dovremmo riconoscere che avrebbe ancor più senso se ci occupassimo di far sì che un manipolo di imbecilli infelici e rancorosi non possa vendere come progetto per il futuro roba che 50 anni fa ci avrebbe fatto rabbrividire. 
Sveglia 2019, sarebbe ora di farla finita con queste cose ridicole e godere delle possibilità incredibili che sono oggi alla nostra portata.
Valeria De Luca




Access Consciousness, un processo che promette di liberare la mente e rilasciare i vecchi modelli di pensiero

Secondo diverse scuole filosofiche e dottrine religiose,
noi umani: “Siamo esseri infiniti, padroni di conoscenze e capacità infinite”,
ma i traumi e le difficolta della vita ci fanno perdere tale consapevolezza
che, secondo alcuni, riguardano non solo la nostra vita attuale, ma anche le
esistenze precedenti, “bloccandoci”.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 28/3/2019

Così si potrebbe riassumere la dottrina
rappresentata da “Access Consciousness”
che vede tra i fondatori il texano Gary Douglas, un tempo uno dei membri più
importanti di Scientology.

Una sorta di associazione, quindi, che organizza corsi,
incontri e seminari per condividere quello che viene definito “un diverso punto
di vista sul mondo”, con intenti motivazionali e spirituali.

Una metodica, scomodando un termine caro ai
ricercatori, che permette di recuperare la consapevolezza della nostra
“infinità” e delle nostre capacità di superare i blocchi.

I Bars, in lingua inglese, sbarre, sono elementi di
tale insieme, la prima classe di accesso. Ci sono, secondo gli esponenti di Access
Consciousness, 32 sbarre dove sono immagazzinati tutti i blocchi
e i traumi che rendono la nostra vita meno fluente, meno appagante e meno
ricca.

I “Facilitatori”, termine che indica chi ha compiuto studi su
tali tecniche, acquisendo la capacità di intervento pratico, sarebbero dunque in
grado, toccando leggermente i 32 punti della testa, sulle tempie, leggermente
sotto gli occhi, dietro le orecchie, e così via, di far scorrere le Barre (I
Bars) e liberare l’energia elettromagnetica accumulata nel corso di molte vite
che “congelava” problemi percepiti come irrisolvibili, rendendoci ricettivi e
aperti alle infinite possibilità di cui disponiamo.

Un processo che promette di liberare la mente e
rilasciare i vecchi modelli di pensiero, attraverso un tocco leggero in
sequenza di questi 32 punti sulla testa.

E migliaia di persone, asseriscono che grazie ai
massaggi dei Bars di Access Consciousness,
hanno visto cambiare molti aspetti del loro corpo e della loro vita. Risolto problemi
in diverse aree, come nel sonno, salute, peso, soldi, sesso, relazioni, ansia,
stress e molto altro ancora. Credere, non credere a
tutto ciò?
E’ un dilemma che caratterizza da sempre il pensiero umano, perché si
riferisce all’affascinante idea di poter determinare la propria esistenza,
colmandola di gioia e gratificazioni.




La frase “feccia” di Massimiliano Galli: ci sono parole e azioni che non hanno colore

Apro un noto quotidiano online e trovo la seguente notizia:
“Faresti bene ad aprire le tue cosce facendoti pagare per esempio”. Lo ha scritto su Facebook il consigliere comunale di Amelia della Lega Massimiliano Galli. Il commento riguardava la notizia che la
cantante Emma Marrone, durante un concerto, avrebbe urlato dal palco la frase “aprite i porti”. Il partito ha annunciato oggi che il suo iscritto sarà espulso”.
Eppure quel consigliere è lì, e per ora nulle si muove.
Ci sono affermazioni e azioni che dovrebbero essere duramente sanzionate e che soprattutto non dovremmo mai leggere,vivere, subire. Ciò a prescindere da chi voti, da che parte stai, da chi ti sta simpatico o da chi non sopporti.
Le cose non accadono. 
Le creiamo, anno dopo anno, decidendo che non è così grave che qualcuno venga accusato in un modo così becero. 
E francamente non è neppure corretto che quando qualcuno osa osservare elementi basici del rispetto umano viene subito additato come “buonista di sinistra”, “e allora accoglili a casa tua”. 
Basta gettare fumo negli occhi su un fenomeno così dilagante e preoccupante qual’è questa esondazione della violenza più vergognosa, verbale e fisica, sempre più largamente tollerata.
Voglio preservare il mio angolo di intolleranza. 
Non tollero questa feccia alla quale stiamo dando il nome di “opinione”. La feccia non è opinione. È solo feccia.
Se poi il problema è il colore della pelle, il sesso, la religione, le opinioni politiche o le simpatie musicali, francamente, me ne infischio. 
Il momento in cui un consigliere comunale può permettersi di far uscire dalla cloaca della sua bocca frasi del genere e rimanere indisturbato al suo posto facendo “gli interessi dei cittadini”, francamente mi dissocio. 
Mi voglio dissociare in pubblico e voglio gridare che queste indecenze non sono soltanto aberranti, sono anche pericolose. 
Ci siamo abituati che si può dare della “scimmia” a una ministra, “Troia” a qualunque donna dica qualcosa su cui non siamo d’accordo, auspicandole stupri e sevizie; siamo abituati che si può massacrare di botte qualcuno perché è nero, uccidendolo, come un bambino un po’ sadico si diverte a
uccidere i bagarozzi; siamo abituati che è normale chiudere gli occhi su quelle parti del mondo dove la tortura e l’orrore sono la quotidianità, pensando di poter affogare il senso civile in un multisala mentre
mangiamo un hamburger imbibito di antibiotici. 
Non so cos’è che ci ha fatto perdere la coscienza e che ci ha estraniati così tanto dalla giusta considerazione di valori universali fondanti di qualsiasi persona sana e ragionevole. 
Non so dove abbiamo iniziato a rinunciare prima all’interesse per gli altri e poi alla dignità e anche al decoro. Vorrei solo che ci ricordassimo che questo è accaduto. 
Così per non stupirci quando qualcuno ce lo dirà senza troppi giri di parole. 
Vorrei solo che ci ricordassimo che rischiamo di vedere seduti in parlamento gruppi anticostituzionali che inneggiano al fascismo e sfoggiano cori razzisti senza alcuna reprimenda. 
Vorrei solo che ci ricordassimo che il problema dell’Italia non sono i Negri ma gli imbecillì, gli ottusi, gli analfabeti funzionali e gli analfabeti emozionali.
E che il problema di Palermo non è il traffico.
Vorrei solo dirlo, anche se è inutile, per evitare di scivolare nel guano pensando sia un buon cioccolato. Non lo è.
Valeria De Luca




Gaslight, esiste veramente: ti fanno perdere l’autostima fino a farti sentire sbagliato!

Se qualcuno ha visto il film “Angoscia” (titolo originale “Gaslight”), con una strepitosa Ingrid Bergman e un altrettanto eccezionale Charles Boyer, ha chiaro di cosa stiamo parlando.

Nel 1946 andò in concorso a Cannes ma ancora oggi questo fenomeno sembra essere sconosciuto ai più.

Il gaslighting è la tecnica con la quale qualcuno, persona fisica o gruppo, individua una vittima alla quale fa in modo di far perdere le certezze che aveva avuto fino ad un momento prima.

Come? Insinuando differenti visioni della realtà, volutamente alterate, che finiscono per diventare “ovvie” e reali, a scapito della vittima, complice il sostegno di prove fallaci o persone conniventi.
Spy story? Purtroppo no.

Il gaslight è molto più subdolo e presente di quanto possa sembrare.
Bauman e la Arendt lo sapevano bene quando descrivevano come il nazismo e le sue intollerabili assunzioni si fossero insinuate man mano, modificando e modellando i parametri di verità e giustizia della società tedesca di quegli anni attraverso l’instillazione progressiva e letale di
assurdità che man mano diventavano vere e condivisibili.
La vittima di gaslight viene portata a riconoscere progressivamente la sbagliatezza – o la patologia delle sue convinzioni, pensieri, idee, fino al punto di abbandonarle in virtù delle “nuove verità” propinate come vere, a volte in modo molto sofisticato, altre in modo molto becero ma altrettanto efficace alla lunga.

Ecco alcuni dei segnali d’allarme per riconoscere quando questa strategia sta entrando in azione contro di noi:
1 le bugie eclatanti passate per vere. È una tecnica di comunicazione efficacissima. Se qualcuno mente in modo spudorato non sarò più sicuro che nulla di ciò che dice è vero. È uno dei modi con i
quali chi fa gaslight instilla il dubbio su cose vere.
2 negare di aver detto qualcosa. Il gaslighter per eccellenza è colui che nega l’evidenza in modo sfacciato, finchè a te non venga il dubbio che se nega con tanta veemenza in effetti stia dicendo la
verità
3 attacco alle fondamenta dell’identità. Il gaslightin prevede che chi lo agisce attacchi le cose che ti sono più care fino al punto di farti sorgere dei dubbi sui tuoi parametri di riferimento
4 Minare lentamente l’autostima della vittima. Con piccoli, costanti, commenti negativi. Fino a che tu stesso non sarai convinto della giustezza di quelle critiche
5 Parole e azioni non coincidono. Se vuoi accorgerti di chi sta facendo gaslight guarda a quello che fa e non lasciarti distogliere da quello che dice: spesso noterai una grande differenza
6 mentre stanno demolendoti fanno o dicono qualcosa di molto carino, perché tu vada in confusione e non possa pensare davvero male di loro che “sono stati tanto gentili in quella circostanza”

7 conoscono e usano molto bene la confusione come tecnica per indebolire le difese delle persone.
8 Ti accusano costantemente di ciò che stanno facendo loro. Attacco preventivo. Saranno stati i primi ad accusare di qualcosa e potranno con meno efficacia venirne accusati.
9 Ti portano le persone contro. Non sempre direttamente. A volte sono mezze parole, ma il risultato nel tempo sarà portare le persone a dubitare o allontanarsi da te
10 dicono di te o a te direttamente che forse sei matto o hai qualcosa che non va. Per quanto possa essere assurdo, prima o poi il dubbio che sia vero verrà sia a te che agli altri
11 ti dicono che “tutti là fuori ti mentono e non ti devi fidare”, in modo da toglierti nel tempo riferimenti esterni che ti aiuterebbero a riacquistare lucidità.
Ci sono diversi studi clinici che indagano questa modalità e le sue conseguenze. Al di là di teorie complottiste, al di là del voler sempre vedere un’intenzionalità negativa, ma rimanendo ben presenti a noi stessi, quante delle cose alle quali oggi sembriamo essere abituati (dal razzismo, alla
mancanza di coesione sociale, al mal costume; dalla tv spazzatura, alla cultura della violenza, alla promiscuità sessuale patologica, alle dipendenze, all’incapacità relazionale, all’analfabetismo funzionale) fino a un certo punto ci sembravano folli e orribili?
Come sarebbe iniziare ad avere più presenza e poter guardare a ciò che ci dicono i cosiddetti esperti o i tuttologi che vagano per il mondo o i media con uno sguardo un po’ più consistente? Io, come al solito, me lo auguro.

Valeria De Luca




Campodimele, il rifugio Faggeto torna ad essere il punto di riferimento per gli escursionisti

CAMPODIMELE (LT) – Il rifugio Faggeto a 1136 metri a Campodimele, nel cuore del Parco dei Monti Aurunci, è tornato a vivere.
Il rifugio ha riaperto le porte negli ultimi giorni del 2018 con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per tutti gli escursionisti.
Il primo gruppo di escursionisti “Svalvolati in the wild” di Terracina lo ha raggiunto partendo da Pico e lasciandolo scendendo verso Itri, tracciando un primo segmento del progetto “alta via degli Aurunci”, un collegamento tra sentieri e rifugi, che l’Ente Parco ha intenzione di realizzare nel 2019.

“Il 29 dicembre abbiamo dato corso come Asd Svalvolati into the Wild Terracina al progetto di percorrere una via di cresta e pernottare in uno rifugio del Parco Regionale dei Monti Aurunci” hanno raccontato gli escursionisti. Alla due giorni nel Faggeto ha preso parte: Ivano Giuliani, Giulio Colandrea, Pino Coratti, Angelo Di Girolamo, Daniele Cervelloni, Sara Simoneschi e Andrea Tomeucci.
“Siamo partiti da Pico dal Rifugio Ranucci lungo il sentiero 906 e dopo un primo tratto di sottobosco corredato dalla caratteristica di sentiero letterario con segnavia e bacheche che riportano frasi del romanzo La Pietra Lunare di Tommaso Landolfi, scrittore di Pico, abbiamo percorso tutta la Serra Pontecorvo, costellata di Karren e formazioni carsiche affioranti. Bellissimo l’affaccio sulla innevata catene delle Mainarde, sul monte Meta e sul monte Marsicano, nel Parco Nazionale del Lazio, Abruzzo e Molise. Dopo quattro ore di cammino siamo finalmente arrivati al rifugio Faggeto non prima di esserci imbattuti in un barbagianni che ha spiccato il volo da un pozzo carsico delimitato da staccionata ed irritato dal nostro passaggio”. Il gruppo ha pernottato nel Rifugio Faggeto.
“Attrezzata la cucina, il camino ed il termocamino per rendere caldo e più accogliente il nostro riparo, – hanno aggiunto – abbiamo cenato cucinando una bella amatriciana e carni alla brace. Emozionante il cielo stellato e la policromia dell’alba. Il 30 dicembre sveglia alla 7 del mattino e partenza dal rifugio Faggeto per il monte omonimo e da qui discesa verso il monte Fragoloso e lo stupendo bosco e cuspidi del monte Revole dal quale poi nel tardo pomeriggio abbiamo fatto ritorno al rifugio di Tozze e ad Itri con sosta per una birra di commiato presso il bar di località Taverna. Grandi emozioni e luoghi di una bellezza antica ed incontaminata”.

“Il Rifugio Faggeto è il cuore pulsante di tutti i sentieri, è raggiungibile da diversi punti dell’area Parco: da Itri, da Esperia, da Pontecorvo, da Pico e Campodimele. Un tracciato per escursionisti e appassionati di montagna che vogliono immergersi nella natura in un luogo incantevole, tra colori ed emozioni uniche”, ha affermato il direttore del Parco dei Monti Aurunci Giorgio De Marchis.

“Ridare piena fruibilità alle strutture immerse nella splendida area del Parco è l’obiettivo che ciò siamo posti, con la riapertura del Rifugio Faggeto – ha aggiunto il presidente del Parco Marco Delle Cese -, un primo grande obiettivo è stato raggiunto a pieno. Ora lavoriamo per la realizzazione all’Alta via degli Aurunci. Ringrazio quanti si sono adoperati per la riapertura del Rifugio, in primis il direttore dell’Ente Parco Giorgio De Marchis”.




Addio 2018, considerazioni semi serie sulla fine di un anno

Probabilmente tutti ci siamo accorti, in un modo o in un altro, che qualcosa sta profondamente cambiando. 

Probabilmente tutti abbiamo percepito un’intensità crescente, a volte parecchio scomoda e spesso decisamente spaesante.

Si, anche quelli che quando lo dici ti guardano come se fossi un marziano. Anche loro lo stanno percependo. Saperlo o non saperlo non cambia moltissimo.

C’è un mondo vecchio che sta morendo: i vecchi parametri della politica, della cultura, dei valori e delle strutture di riferimento (famigli, partiti, associazionismo di vario genere) sono ormai come dinosauri che camminano stupiti in una metropoli millenni dopo la loro estinzione. Non perché non avessero valore di per se, quelle cose. Al contrario. Semplicemente perché fanno l’effetto di un abito da damigella in una discoteca house. 

Il vecchio mondo non c’è più, anche se il suo riflesso a volte è così forte che sembra di poterci ancora riferire ad esso. Ma è come allucinare la figura di qualcuno che è morto, anziché vedere che non è più in quella forma, in quel corpo.. 

A volte mi chiedo quanto ci vorrà per fare quel salto di coscienza che ci permetterà di ragionare fuori dai vecchi schemi, anziché rincorrerli; a volte – guardandoci – mi sembra di vedere tanti adulti che cercano di farsi calzare ancora addosso la tutina dei sei mesi disperandosi nel vedere che non entra neanche più in un braccio o, a volte, andando in giro nudi senza accorgersi che quella tutina non li copre più. 

Altre volte invece mi sembra di intravedere un’umanità gravida di cose nuove, in dolce attesa di un futuro più ampio, meno rigido, più creativo e più libero di qualsiasi passato vogliamo rendere la nostra nostalgica Itaca. 

Come sarebbe accorgerci che tutto quello che stiamo lasciando sono le nostre vecchie limitazioni e abbracciare finalmente il nuovo con nuova presenza, gioia e con una rinnovata capacità di giocare e di essere spensierati, accorgendoci finalmente che giocare è la forma più seria di creazione che abbiamo a disposizione?

Brindo in questa fine anno ad un presente e un futuro in cui poter sperimentare assenza di giudizio ed esuberanza della creazione. 

Un mondo in cui si sventolino meno bandiere e più armonia. 

Un mondo, in poche parole, più sveglio e allegro. 

Buon 2019 a tutti!

Valeria De Luca 




Una cura che si chiama “Cultura”. In Canada si è già iniziato

Sulla base dei risultati di alcune ricerche condotte da medici appartenenti a “Médicins francophones du Canada (MFDC)” a Montreal fra le prescrizioni mediche inizieranno ad esserci visite gratuite al Musée des beaux-arts.

Ciascun medico ne potrà prescrivere fino a 50 per anno, per i pazienti e per il personale sanitario. Per ogni “prescrizione” sarà emesso un biglietto che permette al paziente, in modo altrettanto gratuito, di portare con sé un altro adulto e fino a due bambini o ragazzi entro i 17 anni.

Hélène Boyer, che è la vicepresidente dell’associazione medica francofona del Canada, ha dichiarato: “Abbiamo studiato che gli ormoni del benessere che vengono secreti quando si pratica esercizio fisico sono simili a quelli prodotti durante una visita al museo”.

Per la prima volta viene riconosciuta – da un sistema sanitario nazionale – la valenza benefica dell’arte.

Il Museo di Belle Arti di Montreal grida giustamente vittoria e il suo direttore generale, Nathalie Bondil, esulta: “Nel XXI secolo, la cultura sarà ciò che l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo”.

Ci auguriamo che questa visione virtuosa e globale della salute della persona faccia presto capolino dalle nostre parti, dove pare che anche gli assunti più banali legati all’importanza fondamentale dello sviluppo culturale e artistico come garanzia di equilibrio e benessere psicofisico sembrino vacillare.

Del resto, in un mondo sempre più olistico nel quale – attraverso la fisica quantistica e le neuroscienze – varchiamo alla velocità della luce le frontiere scientifiche di ciò che prima sembrava soltanto una fantasia esoterica, sarebbe del tutto antistorico relegare la salute della persona ad un puro ambito medico di diagnosi, protocolli e statistiche sui valori chimici senza guardare a tutti quei pharmakoi naturali dell’anima e del corpo quali l’abitudine al bello, all’armonico, alla cultura e all’arte in generale i quali, come finalmente è stato dimostrato, possono essere una vera a propria terapia senza alcun effetto collaterale se non quello dell’innalzamento della qualità di vita del singolo e della sua nazione.

Da questa bella prospettiva speriamo sia possibile augurarsi, per il futuro di tutti, un veloce regresso di quella vera e propria epidemia di analfabeti funzionali così sottovalutati e così preoccupanti.

Veleria De Luca