Roma, tutti pazzi per lo swing: a Celimontana è standing ovation per Emanuele Urso e la sua orchestra

ROMA – Villa Celimontana ha riaperto la sua stagione il 7 agosto e lo ha fatto alla grande: bellissima la programmazione che accompagnerà gli amanti della buona musica fino al 31 di ottobre.

Emanuele Urso, The King of swing, inaugura la stagione

Il video servizio di Valeria De Luca trasmesso a Officina Stampa del 27/08/2020

A riaprire la stagione the king of swing, Emanuele Urso, clarinettista e batterista d’eccellenza insieme alla sua band, così composta: il virtuosistico Adriano Urso al pianoforte, lo splendido sax di Patrizio Destriere, la magnifica coloritura della tromba di Lorenzo Soriano, Stefano Napoli al contrabbasso che sotto le sue mani diventa infuocato, la sapienza di Fabrizio Guarino alla chitarra, l’inconfondibile Luca Ingletti alla batteria e la bellissima voce di un giovane talento, Clara Simonoviez, anche co-organizzatrice della stagione del village Celimontana insieme a Francesco Ottavi, direttore artistico del rinomato Cotton club di Roma.

“Chi ve lo fa un jazz così!” – è il grido divertito di Emanuele tra un pezzo e l’altro e in effetti ogni sua promessa ante concerto viene mantenuta: lo spettacolo è un vero e proprio show, montato sapientemente da musicisti di grandissima qualità e condito con una gran dose di coinvolgimento e di simpatia. “Un musicista non dovrebbe salire sul palco per far vedere quanto è bravo, ma far passare un paio d’ore di felicità alle persone che lo ascoltano”.

Questa è la magia che si crea quando the King e la sua band sono sul palco. Per un momento possiamo dimenticare la crisi mondiale, la fatica e l’incertezza di questo momento per tuffarci nella magica atmosfera dello swing americano degli anni 30/40 – “ma come suona il jazz un italiano non c’è n’è per nessuno”, commenta Emanuele, “perché i musicisti italiani mettono nella musica il cuore”. Proprio quello che serve in questa fase così delicata, poter imparare di nuovo a sorridere e a guardare avanti con ottimismo e allegria.

“Tutto quello che rallegra il cuore permette di trovare nuove soluzioni anche in situazioni difficili come quella che stiamo vivendo”, aggiunge Luca Ingletti, batterista jazz dal tocco inconfondibile “Miles Davis chiamava il jazz musica popolare, proprio perché nasceva per le persone. È questo il jazz che vogliamo fare, quello che fa star bene la gente”. Comunicare senza perdere la qualità, questa è la formula della band, che riesce perfettamente nel suo intento. Ed è difficile non ballare tutto il tempo del concerto, come hanno fatto i bambini presenti alla manifestazione, fino a notte fonda.

Tutti i lunedì e i venerdì, dalle 22 in poi, un bello spettacolo e tanta buona musica assicurate, nella cornice sempre meravigliosa del village Celimontana, attrezzato con tutte le misure di sicurezza per far godere in serenità una splendida serata a tutti quelli che si affacceranno.
Come sarebbe se la musica e l’arte riprendessero il loro posto e potessero nuovamente offrire a tutti uno spazio di benessere dal quale ripartire? Ce lo auguriamo, e vi invitiamo calorosamente a prendere parte alla festa swing di Celimontana.




Covid-19, al via i test sierologici della ASL Roma 6: ecco come accreditarsi

La ASL Roma 6, in linea con le indicazioni regionali, offre ai cittadini la possibilità di effettuare le indagini di sieroprevalenza COVID-19 presso i centri prelievo dell’Ospedale dei Castelli, dell’Ospedale di Velletri, dell’Ospedale di Anzio.

L’accesso all’esame sierologico per la ricerca di anticorpi anti-SARS-CoV-2 è consentito a coloro che, muniti di prescrizione su ricetta bianca del medico curante (Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera Scelta, specialista, medico competente, etc.) e tessera sanitaria, si presentino in una struttura autorizzata/accreditata.

Il costo è pari al ticket regionale comprensivo di tariffa prelievo, per un totale di € 15,23.

L’esame presso le strutture della ASL Roma 6 si prenota telefonicamente:

  • ​Ospedale dei Castelli – Tel. 0693278887, prenotazioni dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 19.00;
  • Ospedale Paolo ColomboVelletri – Tel. 0693273005 – 0693272362, prenotazioni dal lunedì al venerdì dalle ore 10,30 alle ore 13,30;
  • Ospedale di Anzio – Tel. 0693276439 – Dal Lunedì al Sabato dalle 10.30 alle 13.30,

Lunedì, Mercoledì e Venerdì anche dalle 15.30 alle 19.30

Con e-mail: prenotazioneprelievi.anzio@aslroma6.it

Con SMS / WhatsApp al numero 338 61 28 506

Il cittadino, in caso di risposta positiva al test sierologico, deve seguire le seguenti indicazioni:

  • informare tempestivamente dell’esito positivo del test il proprio Medico di Medicina Generale che provvede a prescrivere, attraverso ricetta dematerializzata, il tampone naso/orofaringeo oltre al Medico competente in caso di indagine svolta all’interno della sorveglianza sanitaria;
  • rispettare da subito le norme legate al distanziamento sociale, anche all’interno della propria abitazione;
  • recarsi da solo, a partire dal giorno successivo alla prescrizione ed entro 48 ore dalla stessa, dotato della stessa prescrizione e della tessera sanitaria, con mezzo autonomi, presso una delle sedi “drive in” presenti sul territorio della propria ASL di residenza per l’esecuzione del tampone;
  • nel caso necessiti di essere accompagnato, dovranno essere rispettate le misure di distanziamento nell’abitacolo;
  • rimanere presso la propria abitazione in attesa del risultato del test molecolare e delle eventuali valutazioni da parte del SISP e del proprio Medico di Medicina Generale/Pediatra di Libera Scelta.



Bisceglie, arrestati i responsabili del pestaggio al 16enne di Trani

BISCEGLIE (BT) – Arrestati sette ragazzi del posto ritenuti responsabili del brutale pestaggio di un sedicenne di Trani avvenuto nella centralissima piazza Vittorio Emanuele la sera dello scorso 2 giugno.

A eseguire l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Trani sono stati i carabinieri della Tenenza di Bisceglie che hanno posto agli arresti domiciliari i 7 giovani che rispondono alle seguenti iniziali e data di nascita: D.P.A. (classe 1987), R.M. (classe 1999), B.N. (classe 1999), D.P. F. (classe 2001), T.M. (classe 2001), G. B. (classe 2001) e M.S. (classe 2001).

Le risultanze delle serrate indagini portate avanti dagli uomini dell’Arma sono state integralmente condivise dalla Procura della Repubblica di Trani, e poi dal Giudice per le indagini preliminari, sicché gli arrestati sono tutti accusati, in concorso con altri sette minorenni, di minacce gravi e lesioni gravi pluriaggravate.

La feroce e immotivata aggressione è avvenuta per futili motivi alle ore 22:00 circa, allorquando in quattordici hanno selvaggiamente picchiato il sedicenne tranese, ponendolo in pericolo di vita e lasciandolo ferito ed esanime. Gli altri tre amici minorenni dell’aggredito nulla hanno potuto fare per difenderlo dalla violenza del “branco”.

La giovane vittima è stata colpita con calci (anche in testa) e pugni, persino con l’uso di noccoliere metalliche, e l’inumana violenza non è cessata nemmeno quando il malcapitato era a terra, ormai privo di sensi. Gli aggressori sono poi scappati in ordine sparso per le vie del centro, non appena udivano le sirene delle forze dell’ordine immediatamente accorse, su segnalazione di un amico della vittima.

Il sedicenne tranese è stato quindi subito soccorso dai Carabinieri e dell’ambulanza del 118, che lo ha trasportato prima all’ospedale di Bisceglie e poi al nosocomio di Andria, ove giungeva in “codice rosso”, ossia in imminente pericolo di vita.

I militari operanti, grazie alle immagini di videosorveglianza (che però non hanno ripreso direttamente l’aggressione), e soprattutto attraverso le informazioni rese dagli amici del sedicenne aggredito e da lui stesso, sono giunti ad individuare con certezza gli odierni indagati.

Nonostante l’aggressione sia avvenuta nella principale piazza cittadina, sempre molto frequentata, a parte i suoi tre amici, nessuno ha difeso il ragazzo e nessuno si è fatto avanti per collaborare alle indagini.




Parte il progetto “I CAN”: 11 polizie del mondo contro la ‘ndrangheta

Si sono riuniti oggi in videoconferenza, alle ore 14, i vertici delle forze di polizia di 10 Paesi del mondo, oltre all’Italia e ad Interpol, per il kick-off del Progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), presentato il 30 gennaio scorso a Reggio Calabria.

I Paesi sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, la Colombia, la Francia, Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Uruguay che lavoreranno insieme per un progetto di tre anni, ideato dall’Italia insieme ad Interpol, per un attacco globale alla ‘Ndrangheta, oggi presente in 32 Paesi di quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania), di cui 17 Stati europei. Per l’Italia era presente il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, insieme al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, e al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana, perché le forze di polizia italiane lavoreranno insieme con un’unica squadra che rappresenterà il punto di riferimento per tutti i Paesi coinvolti.

L’avvio del progetto era fissato per la fine di marzo ma è stato bloccato a causa della pandemia da Covid-19

Nel periodo di lockdown si è, però, continuato a lavorare su tutti gli aspetti organizzativi del progetto che ha come obiettivi la cattura dei latitanti e la confisca dei patrimoni illeciti, sulla base di una conoscenza approfondita del fenomeno criminale e del rischio che rappresenta soprattutto nelle sue proiezioni internazionali. In apertura dei lavori l’intervento del Segretario Generale dell’Interpol, Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo. Il progetto I CAN è stato illustrato dal Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, mentre a conclusione dell’incontro è intervenuto il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho.

La Pandemia offre opportunità di business straordinarie ed insperate alla ‘ndrangheta

“Il Covid-19, che per il mondo intero rappresenta la più tragica ed improvvisa pandemia dell’era moderna, per la ‘Ndrangheta potrebbe diventare una straordinaria occasione per acquisire nuove aree di mercato e riciclare denaro sporco” queste le parole del Capo della Polizia, Direttore Generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza durante la videoconferenza, appena iniziata, di avvio del progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta). L’Italia insieme ad Interpol ha lanciato la strategia di attacco globale alla ‘Ndrangheta, con un enorme impegno economico, di quattro milioni e mezzo di euro per tre anni di lavoro. “Nel post-emergenza la minaccia mafiosa potrebbe esplodere con una forza inedita: l’onda d’urto della massa di capitali sporchi della ‘Ndrangheta potrebbe finanziare la crisi di liquidità delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, che a causa del lockdown e della conseguente recessione economica potrebbero non essere in grado di far fronte ai propri pagamenti. Il rischio concreto è che la ‘Ndrangheta sfrutti il momento di difficoltà per insinuarsi nelle gare pubbliche e nelle compagini societarie, così che al termine dell’emergenza potrebbe aver inquinato tutti i settori economici, controllando imprese in precedenza sane” ha proseguito Gabrielli. In apertura della videoconferenza le parole del Segretario Generale dell’Interpol Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo: “Non c’è bisogno di tradurre il termine ‘Ndrangheta ed I CAN vuole sostenere tutti i Paesi in una lotta globale grazie al sostegno economico ed operativo dell’Italia”.

I CAN: arresto dei latitanti e confisca dei patrimoni della mafia, 11 paesi del mondo come unica hub contro la ‘ndrangheta

“I focal point operativi dei nostri Paesi si sono già incontrati giovedì e venerdì della scorsa settimana, con tre appuntamenti distinti per aree geografiche, per dare immediata attuazione agli obiettivi operativi del nostro progetto”, le parole del Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, che nella videoconferenza in corso su I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), ha illustrato i tre pilastri su cui si fonda il progetto: “La realizzazione di un programma di awareness globale per colmare la mancanza di notizie di dettaglio sul metodo di infiltrazione della ‘ndrangheta; l’utilizzo e lo sviluppo delle più moderne tecnologie per l’analisi operativa, anche di natura predittiva; la realizzazione di attività operative coordinate volte all’arresto di latitanti ed al sequestro ed alla confisca dei beni illecitamente acquisiti.

L’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, la cui componente di livello strategico coinvolge i vertici delle Forze di Polizia, della Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo”

11 polizie del mondo contro la ‘ndrangheta: parte I CAN

Nel corso della videoconferenza I CAN contro la ‘Ndrangheta sono stati tanti gli spunti d’interesse emersi dalle dichiarazioni dei vertici delle forze di polizia dei 10 Paesi coinvolti, oltre all’Italia. “E’ difficile smantellare la ‘Ndrangheta da soli. In Australia sono in atto numerose operazioni di polizia con la ‘Ndrangheta ma dobbiamo lavorare insieme con un approccio innovativo anche per superare i disallineamenti normativi. Al riguardo, è in fase di chiusura un memorandum d’intesa per la cooperazione internazionale di polizia con la Direzione Centrale della Polizia Criminale italiana” così il Capo della Polizia Federale australiana (AFP), Reece Kershaw.

Timothy Shea, Amministratore della DEA (Drug Enforcement Administration) e Calvin Shiver dell’FBI (Federal Bureau of Investigation) per gli USA: “Consapevoli della pericolosità della ‘Ndrangheta, anche se non possiediamo una conoscenza completa di questo fenomeno criminale, così complesso e strutturato. Il nostro obiettivo è arricchire le conoscenze e condividere le informazioni che possediamo”.

L’Argentina, con il Capo della Polizia Federale, Juan Carlos Hernandez, ha sottolineato che continueranno i proficui rapporti con l’Italia che verranno estesi anche a livello multilaterale grazie ad I CAN: “Ci aspettiamo brillanti risultati già nel breve periodo”.

Carlos Henrique Oliviera De Sousa, Direttore Generale della Polizia Federale brasiliana: “Segnalo la penetrazione della ‘Ndrangheta nel settore immobiliare a San Paolo e a Rio de Janeiro. Dal 2010 esiste un link tra la ‘Ndrangheta e le organizzazioni criminali sudamericane, lo testimoniano le numerose operazioni condotte negli ultimi dieci anni e la confisca di 10 tonnellate complessive di cocaina”.

Oscar Atehortua, Direttore Generale della Polizia Nazionale colombiana: “I CAN è un’iniziativa formidabile per una lotta integrata contro la ‘Ndrangheta. In Colombia le note di ricerca Interpol hanno contribuito ad arrestare pericolosi criminali. In Colombia, abbiamo anche offerto ricompense a chi fornisse informazioni utili al loro rintraccio”.

Diego Fernandez Vallarino “In Uruguay è importante sensibilizzare la Polizia ma soprattutto la politica sui rischi di infiltrazione della ‘Ndrangheta. L’Uruguay non è un paese produttore di droga ma una piattaforma di esportazione verso l’Africa, l’Europa e l’Asia di sostanze stupefacenti e il grosso flusso di denaro in entrata alza il rischio di corruzione”.

Frederic Veaux, Direttore Generale della Polizia Nazionale francese: La Francia conosce poco la ‘Ndrangheta, ma sappiamo che è tra le più pericolose, strutturate ed estese organizzazioni criminali del mondo. Dalle informazioni in possesso sembra attiva a Parigi e nell’Est della Francia: I-CAN arriva, dunque, al momento giusto e ci incontreremo presto”.

Martina LINK, Vice Presidente del BKA Germania: “Cooperazione stretta con l’Italia, ma I CAN rappresenta un salto di qualità per la cooperazione di polizia multilaterale. La Germania è un Paese che ospita da tempo la ‘Ndrangheta, dal 1995 sono stati arrestati 185 appartenenti alla ‘Ndrangheta”.

Nicoletta Della Valle (Svizzera): la Svizzera è un partner molto interessato. L’Economia è molto forte ma anche la mafia italiana è presente dagli anni ‘50. La ‘Ndrangheta è l’organizzazione con il maggior numero di appartenenti in Svizzera.

Cafiero De Raho (DNA): La ‘ndrangheta è un punto di riferimento internazionale per il traffico degli stupefacenti e la Direzione Nazionale Antimafia italiana è impegnata quotidianamente con le Forze di Polizia di molti Paesi nel mondo. La ‘ndrangheta parla tutte le lingue ed è capace di mimetizzarsi e di essere ovunque. Colonizza i territori e richiama su quei territori i propri uomini.

Malgrado sia infiltrata in più di 30 Paesi nel mondo, le organizzazioni non sono autonome; esiste un organismo centrale che disciplina i rapporti e risolve gli attriti tra le strutture territoriali. Queste concorrono alla formazione dell’organismo centrale, ma non ne conoscono l’intera struttura di vertice, per evitare che eventuali collaborazioni con gli investigatori possano minare il sistema.

Nel periodo delle stragi di mafia degli anni ’90, la ‘ndrangheta aveva iniziato a collaborare con cosa nostra eseguendo alcuni attentati, per fare dopo poco un passo indietro evitando ripercussioni negative per i propri affari economici.

Tra le attività più pericolose l’infiltrazione nelle economie legali. In particolare costituendo società in Paesi dai sistemi giuridici più vulnerabili e meno collaborativi, in cui è più facile riciclare denaro sporco.

Il Procuratore Nazionale Antimafia ha concluso sottolineando l’importanza della collaborazione tra Forze di Polizia di Paesi diversi. La ‘ndrangheta si muove con grande velocità in un mondo globalizzato e solo la fiducia tra le Forze di Polizia può garantire la costituzione di un sistema investigativo comune, senza frontiere.




Roma, pratiche di condono edilizio: in manette 6 persone

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Eur hanno eseguito un’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, truffa e falsa attestazione e certificazione.

Dalle indagini sarebbero emerse irregolarità nella trattazione delle pratiche di condono edilizio commesse da quattro dipendenti della Società “Risorse per Roma spa” appaltata dal comune di Roma per la gestione dell’Ufficio Condono, un funzionario del comune di Roma e un geometra, libero professionista, che avrebbero agevolato i privati richiedenti nell’approvazione delle pratiche in danno della Pubblica Amministrazione.

In particolare, i pubblici impiegati, avrebbero richiesto compensi in denaro dai privati che avevano in pendenza l’istruttoria di istanze di condono di immobili per aggirare la burocrazia, manovrando a loro piacimento le richieste per sanare violazioni edilizie e regolarizzare immobili abusivi. 




Allarme ambiente: diminuisce la portata del fiume Po

Osservatorio Anbi: “Servono interventi strutturali per tutelare agricoltura Made in Italy”

Come annunciato, è bastata una settimana senza piogge significative per ridurre cospicuamente la portata dei principali vettori idrici nel Nord Italia.

Tra i grandi bacini calano i livelli dei laghi di Garda e d’Iseo (entrambi 96,4% del riempimento e comunque sopra la media storica), mentre crescono Maggiore e lago di Como, unico sotto media (rispettivamente 93% e 80% del riempimento); tali invasi fungono da cisterna per le esigenze idriche della Pianura Padana e per questo saranno progressivamente svasati nelle settimane a venire, rispettando gli accordi in essere.

Come previsto, diminuiscono rapidamente le portate del fiume Po, ora sotto media seppur ancora superiori allo scorso anno; nel tratto emiliano, in una settimana, il Grande Fiume è calato di 600 metri cubi al secondo.

Tutte in calo le altezze idrometriche dei principali fiumi veneti (Adige, Piave, Brenta, Livenza) ad eccezione del Bacchiglione; diminuiscono nettamente anche le portate dei corsi d’acqua piemontesi (Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo).

Se i fiumi lombardi (Mincio, Brembo, Adda, Ticino, Chiese), pur con forti escursioni, restano sostanzialmente in linea con lo scorso anno, si registrano significativi cali idrici negli alvei dell’Emilia Romagna (Savio, Taro, Trebbia); il fiume Secchia è tornato a sfiorare il minimo storico (mc/sec 2,01) dopo aver perso, in un paio di settimane, una portata di quasi 17 metri cubi al secondo.

“Gli allarmanti dati sulla Romagna, dove nel 2020 è finora piovuto il 70% in meno di quanto caduto su un Paese tradizionalmente siccitoso come Israele, sono corollario ad una situazione complessiva, bisognosa di interventi strutturali per non sacrificare uno dei più importanti areali agricoli d’Italia” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI)

L’acqua contenuta nei principali bacini marchigiani è calata, in 7 giorni, di circa 800.000 metri cubi, mentre la diga di Penne, in Abruzzo, pur rimanendo vicino alla massima capacità d’invaso (mc. 8.800.000) ha visto, in un mese, ridursi le proprie disponibilità di circa 400.000 metri cubi.

Si conferma migliorata la situazione del laziale lago di Bracciano rispetto ad un anno fa; altrettanto può dirsi del fiume Volturno in Campania dove, invece, l’altezza idrometrica del fiume Sele è ridotta del 75%.

Continua, infine, inesorabile la discesa delle riserve idriche in Puglia (- 4 milioni di metri cubi nei recenti 7 giorni per toccare un deficit complessivo di oltre 106 milioni sul 2019) e in Basilicata (piogge pressoché a zero nella settimana scorsa con quasi 5 milioni di metri cubi in meno nelle riserve idriche ed un deficit d’acqua complessivo, pari a 71,94 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa).

“Nel momento, in cui si chiudono gli Stati Generali dell’Economia, non possiamo che allinearci con quanti hanno chiesto interventi concreti per la infrastrutturazione irrigua del Paese, un’opera strategica per l’economia agricola italiana” sottolinea Massimo Gargano, Direttore Nazionale ANBI.

Permane, infine, critica la situazione idrica in alcune zone della Sicilia, mentre è quasi tornata in media nella Calabria ed è più che soddisfacente in Sardegna.




Canale Monterano: contro l’abbandono dei rifiuti arrivano le foto-trappole

CANALE MONTERANO (RM) – Nell’ambito delle attività mirate al contrasto dell’incivile pratica di abbandonare rifiuti sul territorio, l’Amministrazione Comunale ha attivato un servizio di controllo basato sull’utilizzo di “foto-trappole”, posizionate a rotazione in diversi punti del territorio comunale, in modo da coprire la più vasta area possibile. Si tratta di una misura finalizzata a colpire un fenomeno che, per quanto legato ad un comportamento scellerato di pochi, comporta certamente delle conseguenze a livello ambientale e tende a restituire l’immagine di un paese che le comunità di Canale e Montevirginio non meritano.     

Le apparecchiature utilizzate, dotate di sensore di movimento, sono in grado di scattare foto (o brevi filmati) anche in assenza della luce naturale, che saranno poi trasmesse ad un sistema di raccolta per la visione ed elaborazione da parte la Polizia Locale e delle figure incaricate del loro trattamento.

L’obiettivo dell’iniziativa non è solo ed esclusivamente di carattere sanzionatorio, cioè far pagare a chi abbandona e inquina, ma anche quello di attivare un’azione continuativa e costante di prevenzione, a supporto di una parallela attività educativa e informativa, oltre che di un miglioramento continuo del servizio di raccolta, per cercare di venire incontro alle diverse esigenze dei cittadini.

“Facciamo notare – commenta il Consigliere Delegato al Ciclo dei rifiuti, Cesare Gizzi – che l’utilizzo delle foto-trappole è tanto più efficace quanto più supportato da una piena collaborazione dei cittadini, come ad esempio con il prezioso lavoro di monitoraggio e segnalazioni di rifiuti abbandonati, ma anche con il rispetto delle regole di funzionamento del servizio di ritiro e gestione. L’attenzione alle regole, infatti, oltre che fornire il buon esempio, ingenera un comportamento virtuoso e altamente contagioso, che lascia sempre meno spazio a chi giustifica le proprie incivili azioni con l’inosservanza delle regole da parte degli altri”.  

“Le foto-trappole – aggiunge Alessandro Bettarelli, Sindaco di Canale Monterano – andranno ad implementare il circuito di videosorveglianza già esistente che, nei prossimi mesi, sarà esteso anche alla frazione di Montevirginio e potranno essere utilizzate non solo per l’abbandono dei rifiuti nei luoghi più periferici del paese, ma anche per contrastare i furbetti che, anche nel pieno centro del paese, gettano i sacchetti della spazzatura all’interno dei cestini urbani, pratica incivile almeno quanto quella degli abbandoni in piena campagna. Non escludiamo, infine, un utilizzo estensivo di questi dispositivi anche nella lotta al vandalismo, agli atti persecutori, agli episodi di microcriminalità e alle altre attività illecite che potrebbero avvenire sul territorio comunale. Mettiamo, in definitiva, un ulteriore tassello al progetto di videosorveglianza pubblica comunale iniziato nel 2017 con l’approvazione in Consiglio del relativo Regolamento: verso chi non rispetta il nostro territorio non avremo remore ad applicare il massimo del rigore.”

I dispositivi sono stati già istallati e potranno iniziare a sanzionare i comportamenti illeciti trascorsi i 10 giorni previsti dal Regolamento di comunicazione alla cittadinanza.




Guidonia, la vergogna delle 195 salme accatastate in un locale interrato che attendono ancora una degna sepoltura nonostante il sollecito della Asl al sindaco

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Da quattro anni 195 salme attendono ancora una degna sepoltura a Guidonia. Una situazione che ha visto intervenire anche la Asl – dopo l’esposto della consigliera comunale di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo – che ha intimato al primo cittadino un intervento risolutivo immediato.

“Continua il negazionismo sulla vicenda orribile ed inqualificabile – ha detto Giovanna Ammaturo – Raccapriccia leggere la nota di richiamo del 13 maggio inviata al Sindaco Barbet del M5S nella seconda città d’Italia non capoluogo di provincia a firma del dott. Luca Enrico Ruscitti, dirigente del dipartimento di prevenzione e servizio igiene e sanità pubblica: “Dal sopralluogo del 6 febbraio 2020,al fine di verificare quanto segnalato, all’interno di un locale interrato di circa 100 mq provvisto di un impianto forzato dell’aria, non funzionante, è stata constatata la presenza di numerose casse di zinco, 195 come riportato nell’esposto, contenenti resti mortali provenienti da esumazione e estumulazioni una parte delle quali risultano danneggiate. Sono risultate presenti anche alcune casse in legno lasciate in deposito in attesa di cremazione. Le casse sono risultate disposte in parte su strutture metalliche e in parte a terra accatastate una sull’altra”.

“A tre anni dalla proclamazione a sindaco – prosegue Ammaturo – Barbet e la sua amministrazione pentastellata nulla hanno nonostante 10 interrogazioni, interpellanze, verbalizzazioni in consiglio comunale e commissioni, denunce, comunicati stampa interviste sui giornali dai nazionali ai locali, TV e radio. Da tre anni ho segnalato l’apatia di un sindaco che non dovrebbe chiudere il Comune per tre Agenti della Municipale positivi al Covid 19, che avrebbero potuto ragionevolmente essere cautelati se fosse stato utilizzato il termo scanner, ma vergognarsi per l’inciviltà palese e saper prendere altre strade. Mi sono rivolta, il 16 gennaio scorso, al prefetto Pantaleone e al presidente della ASL RMG dottor Giorgio Giulio Santonocito che ringrazio, a cui ho fatto appello richiamando la pietas cristiana, lo ius sepulchri oltre a chiedere rassicurazioni sul pericolo incombente per l’igiene e la salute pubblica che il caso rappresenta. Solo io ho provato, non certo Barbet, a girare intorno alla piccola cappella, a guardare attraverso i vetri la stanzetta seminterrata lo scempio evidente e il dileggio perpetrato, sentire l’odore quasi di gigli, forte, acre, che prende alla gola: l’odore della morte. Sono stata male per un giorno. Barbet da tre anni sta giocando a fare l’amministratore mostrando solo il negazionismo dell’orrore e girato il capo. Ho raccapriccio a raccontare i fatti ma i cittadini debbono sapere: sono stata eletta ed ho giurato loro di difendere gli interessi generali ed averne cura non per lo stipendio. Il mancato rispetto delle spoglie mortali non è una questione di colore politico o della pelle, di religione: qui è evidente da parte del sindaco e del cerchio magico oltre che di questa amministrazione penta stellata un bassissimo livello di sviluppo civile.

Il dott. Ruscitti ha intimato al sindaco ad adoperarsi richiamando l’Art. 67 L.285 del 90, ovvero che ogni cimitero debba avere un ossario, un manufatto destinato, in modo che le ossa siano sottratte alla vista del pubblico. A Guidonia Montecelio di ossari se ne contano 695 nuovi e 2036 loculi pronti da due anni almeno che attendono solo : il collaudo, che va effettuato dopo le diffide del Concessionario che per 25 anni onorerà la Città con duecentomila euro all’anno lasciando tutte le costruzioni edificate alla proprietà dell’Ente. Manufatti che erano stati oggetto di ordinanza di demolizione n° 409 del 27 Novembre 2017 con Prot. n. 106775 del 27-11-2017.

Unico caso in Italia di un Ente che ordina di abbattere suoi manufatti e che la sentenza del TAR N° 09794/2018 ha annullato. Barbet, gli assessori, i dirigenti in due anni non hanno trovato il tempo di definire un gruppo di 2-3-5 anche 10 ingegneri ed architetti capaci di farlo. Lo abbiamo chiesto per iscritto ma la maleducazione istituzionale di non rispondere alla interrogazioni è cosa normale per questa amministrazione, alla faccia della trasparenza. Non esiste una questione economica: prot. 35398 del 14 aprile 2017 dà atto dell’avvenuto stanziamento di somme in bilancio. Già si parlava di incolumità pubblica il 26 luglio 2018 con sentenza 00772 del Consiglio di Stato che si è pronunciato contro il Comune, sentenziando a: ”provvedere alla rimozione senza indugio dei 195 cadaveri giacenti nel deposito cimiteriale, la cui permanenza determina una situazione di pericolo per l’igiene e la salute pubblica”. Dal 13 maggio questa ennesima intimazione che non lascia dubbi per il difetto. Un sindaco che non rispetta una sentenza del Consiglio di Stato e da oltre un mese la nota della ASL RMG in questione con il consueto silenzio verso i Cittadini e i consiglieri tutti urla più della emozione e della pelle d’oca che fa venire questa vicenda orribile, esecrabile, abominevole e priva di buonsenso. Un orrore già fotografato dalla ASL RMG il 5 settembre del 2016 con prot. 24208 inviato al Comune : eppure nessuno ha mosso un dito. Sebbene richiesto nessuno ha saputo spiegarmi come mai di 195 salme stumulate non si è riusciti a rintracciare i parenti prossimi per il da farsi. Questo non giustifica la mancanza di concretezza e rispetto per i morti: si chiama civiltà.”




Lago di Martignano, strade spianate: per la gioia dei turisti torna il servizio navetta

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Riattivato il servizio navetta per il lago di Martignano dopo che la strada sterrata è stata spianata e le buche ricoperte: “La navetta – ha detto il commissario prefettizio di Anguillara Sabazia Gerardo Caroli – è di nuovo attiva anche se potrà portare un numero limitato di persone alla volta”.  

Torna dunque un servizio essenziale per tutti quei visitatori che fino a pochi giorni fa erano costretti a percorrere 2 chilometri a piedi per poter fruire dell’ambita meta turistica dei romani che può essere raggiunta sia da Campagnano che da Anguillara Sabazia.

La strada spianata che conduce al lago di Martignano

Soddisfatto anche Sergio Manciuria, presidente di Anguillara Svolta che più volte ha sollecitato l’amministrazione straordinaria a procedere con i lavori: “Il lago di Martignano – ha detto Manciuria – rappresenta uno dei tre gioielli naturali a disposizione dei turisti per godersi insieme al centro storico Belloni e Vigna di Valle, la nostra splendida città di Anguillara.  Siamo parzialmente soddisfatti dei lavori di manutenzione avviati che almeno possono garantire il transito delle navette – bus sino alle sponde lacuali senza dover effettuare un estenuante passeggiata . Sollecitiamo il Commissario Prefettizio a completare gli impegni presi con i vari concessionari per garantire una ricettività decorosa. Noi piuttosto con l’avvento della nuova amministrazione, pretendiamo l’istituzione di un super assessorato al Turismo affinché finalmente Anguillara possa primeggiare in questo settore vitale per l’economia del paese”.




Trevignano, distrutte strutture in spiaggia per il distanziamento sociale: minuti contati per i vandali

TREVIGNANO (RM) – Questa notte a Trevignano Romano alcuni vandali hanno distrutto le strutture per garantire il distanziamento interpersonale in spiaggia. predisposte sulle spiagge del lago di Bracciano.

Minuti contati per i responsabili. Le Forze dell’Ordine, che stanno indagando sull’episodio di vandalismo, stanno infatti visionando tutte le immagini riprese dalle telecamere pubbliche e private che hanno immortalato tutte le persone in transito presso l’area vandalizzata.

 “La parola d’ordine sarà intransigenza, – ha detto il vicesindaco di Trevignano Luca Galloni – a prescindere dall’età dei vandali che risponderanno del reato personalmente se maggiorenni o attraverso le famiglie se minorenni. Mi vergogno – ha proseguito Galloni – di avere cittadini così”

Ora, probabilmente, se i responsabili si costituiranno, potrebbero alleggerire le loro responsabilità.

Le strutture prima di essere distrutte



Bar e ristoranti: si riparte… con fatica

Bar e ristoranti, un comparto dove gira un terzo del Pil italiano e fattore non meno trascurabile gran parte dell’immagine del “Made in Italy” nel mondo, riparte con fatica dopo il lungo periodo di chiusura imposto dalle norme anti Covid e soprattutto nell’incertezza relativa le linee guida da seguire, cambiate per ben 4 volte dagli esperti governativi.

Obbligatorio l’uso del termoscanner per chi consuma al tavolo

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 4/6/2020

Vietato il buffet in self-service, una modalità quest’ultima consentita però solo attraverso la somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo quindi la possibilità per i clienti di toccare quanto esposto e prevedendo l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo della mascherina con modalità che consentano un ordinato afflusso al buffet rispettoso del distanziamento interpersonale.

Bar e Ristoranti sono state le aziende in assoluto più colpite dal lockdown, ma sono anche quelle da cui dipende il futuro di tutta la filiera dell’agroalimentare di qualità, dell’industria delle attrezzature, degli hotel e del turismo. Rappresentano uno dei simboli del nostro stile di vita che più piace agli stranieri.

Ora per il comparto non resta che incrociare le dita e sfoderare la grinta necessaria per ripartire alla grande.