ANGUILLARA: E' ARRIVATO IL MOMENTO DELLA PROTESTA

di Silvio Rossi

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Alla fine la protesta dei cittadini di Anguillara ci sarà, in forma di corteo, che percorrerà le strade del centro cittadino, il prossimo 7 marzo, alle ore 15:00.

Il gruppo #anguillaraprotesta, nato sul web da un gruppo di cittadini, che vogliono dare una scossa al torpore politico e amministrativo, che ha generato un ridimensionamento dei servizi ai cittadini nella cittadina lacustre, ha deciso di far sentire la propria voce in maniera più decisa, con una manifestazione che, partendo da Largo dello Zodiaco, scenderà fino a Piazza del Molo, per concludersi a Piazza del Lavatoio.

Proprio Piazza del Molo è uno dei simboli delle proteste lanciate dagli organizzatori della manifestazione, più volte sono stati criticati i lavori di pavimentazione della pizza, che a ogni evento atmosferico generano una nuova falla: una mattonella sconnessa, un’asse di legno rotto, la parte dietro il monumento ai marinai che si sta letteralmente sbriciolando.

 

Abbiamo sentito Stefano, uno degli organizzatori, al quale abbiamo chiesto informazioni.

 

Quante persone pensate di far partecipare?

La richiesta che abbiamo fatto alla questura è stata per 400 persone, pensavamo di essere ottimisti, che poi alla fine potessero essere di meno, ma a sentire le persone che ci incontrano, forse saremo molti di più.

 

Avete scritto che non volete simboli di partiti politici.

Abbiamo chiesto alcuni punti fondamentali. Il primo è che non vogliamo manifestazioni di alcun tipo di appartenenza politica, bandiere, striscioni, motti, sciarpe. Non vogliamo neanche azioni violente, questa è una manifestazione pacifica, sono invece graditi striscioni irriverenti, di dissenso, di presa in giro.

 

Puntante quindi allo sfottò, all’ironia.

Certo. Io giudico l’ironia, una modalità di protesta “elegante”, se fatta con cervello, che non scade sul volgare è una forma di protesta intelligente, perché secondo me è più difficile fare una vignetta ironica che dire le cose come stanno.

 

Avete avuto in questi giorni contatti da parte dei partiti politici, di maggioranza e opposizione?

Per quanto riguarda la maggioranza, è come se non esistessimo, ho anche incontrato un assessore l’altro giorno in comune, mi aspettavo perlomeno che mi chiedesse qualcosa, invece sembra che a loro questa cosa non li tange. Invece l’opposizione si è affacciata quando abbiamo fatto la riunione preparatoria, ma non ci hanno detto nulla. Che poi non siamo stati anche molto critici nei confronti dell’opposizione, quando hanno fatto la richiesta del consiglio straordinario, ci siamo sentiti un po’ presi in giro.

 

Vi è sembrato che volessero cavalcare la protesta?

Sì, anche perché hanno avuto quasi quattro anni per fare una cosa del genere, hanno avuto altre occasioni, e che si muovono adesso?




GINO PAOLI: SAPORE DI… DIMISSIONI

di Silvio Rossi

Dopo l’accusa di evasione fiscale, per aver trasferito due milioni di euro in Svizzera, per farli rientrare in Italia “scudati”, il cantautore genovese Gino Paoli, sta valutando se è il caso di dimettersi dall’incarico di presidente della SIAE.

L’avvocato di Gino Paoli, Andrea Vernazza, consiglia invece una sospensione, in attesa di chiarire. L’inchiesta che ha inguaiato l’autore di numerosi successi, è partita da alcune truffe ai danni di Banca Carige, che hanno visto coinvolto il commercialista del cantautore, Andrea Vallebuona, nelle indagini seguite, è stata intercettata una telefonata tra i due che lascia pochi dubbi sulla natura degli spostamenti di valori.

Gino Paoli, che ha avuto anche un passato in Parlamento, dal 1987 al 1992, è considerato il regista principale dell’aumento del “compenso per copia privata”, una tassa su smartphone e tablet, per compensare i diritti d’autore che potrebbero essere persi con l’ascolto di musica su questi supporti, rincaro di circa il 450%, passando da 0,90 a 4 euro ogni apparecchio.

Ci chiediamo a questo punto, però, cosa attende ancora a dimettersi. Gino Paoli ha un vitalizio da ex deputato, ha venduto milioni di dischi, per altri milioni di copie brani cantati da altri artisti ha incassato i diritti d’autore, ha cantato in migliaia di concerti da oltre mezzo secolo, ha superato, lo scorso settembre ottanta anni.

Quando si arriva, in Italia, a renderci conto che un incarico in un’azienda pubblica deve essere affidato a un manager in età da lavoro, che possa far funzionare l’ente a tutela dei dipendenti e dei cittadini, e non “regalare” la carica a una cariatide, messa lì solo per mantenere vivi, e magari incrementare vecchi privilegi.

E la difesa di Grillo al suo amico indagato, contro quanto chiesto dai parlamentari del movimento, che hanno chiesto le dimissioni di Paoli, non nasconde la strenua difesa del presidente alle rendite dei super ricchi? Perché forse, i due, sono accomunati da una voglia di ricchezza, parafrasando uno dei primi successi del cantautore, che è “senza fine”.




Forza Italia. Tra Fitto e Berlusconi รจ guerra senza indugi

di Silvio Rossi

Siamo alla battaglia finale, come nel film Highlander, dei due contendenti solo uno rimarrà in piedi.
Non stiamo parlando di un film, o di una saga epica romanzata da uno scrittore di best seller, bensì della battaglia interna a Forza Italia tra Raffaele Fitto, europarlamentare e leader dei frondisti, e Silvio Berlusconi, fondatore e presidente del partito.
L’altro giorno Berlusconi deciso di sostituire i vertici del partito in Puglia, la regione di Fitto, dove la dirigenza è molto legata al suo rappresentante, che in passato ha ricoperto anche l’incarico di Governatore in Regione, mettendo come commissario Luigi Vitali, avvocato tarantino, molto vicino al Cavaliere quando era Presidente del Consiglio, tanto da essere stato relatore di numerosi provvedimenti “ad personam”. Per tutta risposta i coordinatori e vicecoordinatori provinciali pugliesi hanno presentato in blocco le dimissioni, non accettando di essere giudicati se fedeli o meno al “nuovo corso” del partito, quello che, con parole di Fitto, da “Forza Renzi, è diventato dalla sera alla mattina Forza Salvini”.
Il capo dei frondisti condanna la mossa di Berlusconi, giudicandola un atto di debolezza, e conferma che non ha nessuna intenzione di lasciare il partito, che stanno conducendo una battaglia per una reale ricostruzione del Paese, che le decisioni come il commissariamento, nella regione che porta più consensi a Forza Italia, servono solo ad allontanarlo dalla massa.
Intanto oggi, a Roma, Fitto lancia la sua convention, chiamata dei “ricostruttori”, perché, dice il leader pugliese, c’è bisogno di ricostruire Forza Italia e il Paese.
La querelle che si sta disputando oggi in Forza Italia non è la prima, negli anni passati, sia Fini che Alfano (quando il partito si chiamava Popolo della Libertà) hanno “rotto” con Berlusconi, formando delle formazioni politiche diverse. Questa volta però, a differenza del passato, Fitto è deciso nel voler mantenere nel suo nome l’ortodossia del partito, nel tentativo di prendere l’eredità politica berlusconiana, puntando su un possibile tramonto dell’highlander degli ultimi decenni della politica italiana.




TERAMO: TRUFFA DI OLTRE 500MILA EURO CON CARTE CLONATE

di Silvio Rossi

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Teramo – Viene dall’Abruzzo l’ennesima truffa realizzata con carte di credito clonate, che ha fruttato all’organizzazione per delinquere circa mezzo milione di euro. A seguito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile in collaborazione con la Polizia Postale, sono state arrestate nove persone, tra cittadini italiani e stranieri, che formavano un’organizzazione, con la base lungo il litorale teramano, tra i comuni di Alba Adriatica, Teramo e Colonnella.

L’organizzazione aveva ramificazioni anche in altre regioni, e contatti all’estero, in particolare in Pakistan, dove venivano clonati i codici delle carte, poi utilizzate per acquistare tabella vari, in particolare elettrodomestici e vestiti firmati, che venivano poi rivenduti sottocosto a privati, ottenendo così un guadagno per i truffatori.

Sono stati dimostrati anche alcuni contatti tra la banda e alcuni commercianti compiacenti. In questo caso venivano realizzati degli acquisti fittizi, i truffatori ricevevano in cambio la metà del valore delle transazioni effettuate, mentre i venditori trattenevano la merce “venduta”, potendo in questo modo ottenere un guadagno illecito con la successiva vendita degli stessi tabella a ignari acquirenti.




ANGUILLARA: CONTRO I FURTI NELLE CASE AL VIA MOBILITAZIONE WHATSAPP

di Silvio Rossi

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Anguillara (RM) – La tecnologia usata come passa parola. Alcuni abitanti dei quartieri periferici di Ponton dell’Elce e Colle Sabazio, nel comune di Anguillara Sabazia, a seguito di una serie di furti che si sono verificati in questi giorni nelle abitazioni, hanno deciso di riunirsi in gruppi su whatsapp, un software di messaggistica, in uso sugli smartphone, per segnalare le presenze sospette in zona.

Un uso questo, dei messaggi telefonici, che realizza una sorta di “ronda virtuale”, l’evoluzione di quanto previsto nel 2009 nel decreto Maroni, con una serie di vantaggi rispetto alle ronde “padane”, così chiamate poiché proprio il partito del ministro, la lega nord era la formazione più decisamente favorevole all’introduzione delle squadre di sorveglianza, viste con sospetto sia dal centrosinistra che da alcuni partiti del governo, tra cui Alleanza Nazionale, in particolare nel gruppo più vicino all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Certamente la ronda distribuita, armata di telefonino, può avere un controllo del territorio più diffuso, rispetto a persone che si muovono in gruppo, quindi più facilmente evitabili dai malintenzionati. Inoltre, un singolo che vede qualcosa che lo insospettisce, non muovendosi in gruppo, difficilmente tende ad affrontare direttamente il sospetto, cosa che può far rischiare comportamenti pericolosi, sia per i residenti che per chi, scambiato come sospetto, potrebbe non essere coinvolto in reati o azioni da censurare.

Il rischio in questi casi, però, è la possibile gogna virtuale, una falsa accusa lanciata sul gruppo potrebbe mettere in cattiva luce chi, scambiato per sospetto, viene ripreso, fotografato, segnalato, gli vengono messe in rete modello e targa della macchina.

La tecnologia è un ottimo strumento se utilizzato bene, può aiutare i cittadini a superare lo stato d’insicurezza che, a causa di tagli nei fondi alle forze armate, percepiscono sempre più intensamente. Ma ricordiamo che la tecnologia è uno strumento che ha sempre due facce. La dinamite, inventata dallo scienziato svedese Alfred Nobel era stata studiata per facilitare i lavori minerari, ma l’industria bellica ottocentesca non ha tardato a scoprirne le applicazioni militari.

Ben venga, quindi, l’uso della tecnologia per rendere più sicure le nostre case, ma la cautela non può mai venir meno.




BRACCIANO: SINDACI DEL TERRITORIO UNITI A DIFESA DELL'OSPEDALE PADRE PIO

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Hanno convocato una conferenza stampa per ribadire la propria contrarietà al piano di riorganizzazione regionale che vede il polo sanitario braccianese del Padre Pio notevolmente ridimensionato. I sindaci del territorio, uniti nella battaglia per la difesa dell’ospedale, hanno confermato quanto depositato nel nuovo ricorso presentato al Tar del Lazio lo scorso 2 febbraio.
Giuliano Sala, sindaco di Bracciano, coadiuvato dai sindaci del territorio, ha ribadito come le precedenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che avevano stralciato dal decreto 80 del 2010 il Padre Pio, sono disattese dalle azioni che il Commissario ad acta, che ha intrapreso una serie di azioni nei “Piani Operativi” 2013-2015, dei quali chiedono la sospensiva, con l’evidenziazione di una serie di reati, secondo il parere del legale che sta curando la pratica presso il Tribunale Amministrativo.

Ci dice il sindaco Sala: “La Direzione Generale della ASL, in data di ieri, – lunedì 16 febbraio – ha emanato un comunicato stampa, che è contraddittorio rispetto a ciò che si sta realizzando. Leggendo ciò che hanno scritto sembra che l’ospedale sta migliorando e noi siamo scemi che non vogliamo i miglioramenti. Noi invece conosciamo la realtà dei fatti, e per questo motivo abbiamo fatto un ricorso – continua il primo cittadino – e siamo interessati anche a un discorso di scorporo, e possiamo aderire ad un’altra ASL ”.

Sono stati illustrate le continue violazioni di legge, evidenziate dall’avvocato Damiani, che comportano, ad esempio, la sostituzione dei servizi in loco, col trasferimento presso le altre strutture regionali, senza dotare però la struttura braccianese di adeguati servizi di trasporto. Si legge dal ricorso che il soccorso di emergenza è affidato prevalentemente tramite elicottero, nonostante la continua carenza di mezzi e la difficoltà di operare in condizioni atmosferiche contrarie.
Quello odierno non è la prima, né l’ultima azione che gli amministratori del lago stanno mettendo in piedi per la difesa dei posti letto, che nel territorio sono già notevolmente inferiori alla media nazionale.




Lega Pro (o contro) Lotito

di Silvio Rossi

 

Il mondo del calcio italiano è spaccato da guerre intestine al confronto delle quali le battaglie parlamentari per l’approvazione delle riforme costituzionali sembrano delle scaramucce tra bambini.
L’ultima querelle ha riguardato il Presidente della Lega Pro, terza organizzazione del calcio professionistico nostrano, quella con il maggior numero di squadre presenti, sessanta, organizzate in tre gironi da venti squadre l’uno.
Il presidente della lega, Mario Macalli, è già da mesi al centro di una contestazione, portata avanti da un certo numero di formazioni, con a capo Paolo Toccafondi, patron del Prato, e Pino Iodice, Direttore Generale dell’Ischia. Nell’assemblea del 16 febbraio la “fronda” ha chiesto la sospensione dell’assemblea, respinta con un solo voto di vantaggio (29 a 28), ma col voto favorevole dell’Ascoli, che non è stato ammesso al voto per mancanza del “requisito d’anzianità”, ragione che è apparsa al club marchigiano una scusa per condizionare il risultato, e presenterà ricorso contro la decisione.
La spaccatura nella lega è però insanabile. La scelta del consigliere del direttivo di Lega (Claudio Arpaia, presidente della Vigor Lamezia) se viene vista da Macalli come una vittoria, ha visto ben 27 rappresentanti su 60 abbandonare l’assemblea.
Macalli è legato, nel gioco delle alleanze che si creano in questi contesti, alla cordata che fa riferimento a Claudio Lotito, patron della Lazio e della Salernitana, che proprio in virtù del ruolo rivestito nella squadra campana, ha partecipato attivamente alle votazioni. Il manager romano è sempre al centro delle polemiche, si può affermare che, ogni volta che si assumono le decisioni sulla governance del calcio. Pochi giorni fa il nome di Lotito è balzato agli onori della cronaca per la telefonata registrata da Iodice, che ha fatto indignare i vertici dello sport italiano, da Abete a Malagò, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Del Rio, con delega allo sport.
Claudio Lotito continua a dividere il calcio italiano. La sua tanto annunciata azione “didascalica e moralizzatrice” come amava annunciare, tanto da essere stata usata come base per le parodie che alcuni comici gli hanno prontamente confezionato, non appare però reale. Lui e i suoi “compagni di cordata”, come Tavecchio e Macalli non rappresentano certo quel rinnovamento di cui il calcio italiano ha bisogno.
Non possiamo relegare lo sport più seguito e praticato, che muove un fatturato di rispetto, a figure che a livello internazionale non possiamo portare ad esempio di chiarezza e rinnovamento. Lotito ha avuto due condanne giudiziarie per aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, in appello (nel 2014 l’aggiotaggio si è prescritto mentre la Cassazione ha chiesto di rideterminare le pene per i reati connessi), e una condanna in primo grado per lo scandalo Calciopoli del 2006. Intanto in questi giorni il procuratore federale Palazzi ha aperto altri due fascicoli d’inchiesta che coinvolgono Lotito, per alcune dichiarazioni contro gli arbitri e per la telefonata a Iodice.
Se in prima persona il patron biancazzurro non fornisce un esempio illuminante, gli uomini a lui più vicini non possono essere citati come esempio di rinnovamento, che servirebbe enormemente al nostro calcio. Carlo Tavecchio, 71 anni, è l’uomo voluto da Lotito alla presidenza della FIGC, con un curriculum di tutto rispetto, comprese le cinque condanne penali (per reati finanziari e per violazione alle norme sull’inquinamento), e la sospensione decisa dall’UEFA e dalla FIFA, per sei mesi, a tutti gli incarichi internazionali, per le famose frasi pronunciate dall’allora candidato alla presidenza sui calciatori del nostro campionato provenienti dall’Africa.
Macalli invece di controversie ne ha una, minore, per l’acquisto del Pergocrema, società militante nello stesso campionato di cui è presidente di Lega. Ci si chiede però se, a 78 anni (che compirà tra un mese esatto), non sia stato più opportuno far godere al dirigente sportivo la meritata pensione, invece di vederlo avvinghiato alla poltrona. Anche la Fornero non avrebbe avuto nulla da obiettare.




ROMA: LA METRO A COMPIE 35 ANNI

di Silvio Rossi

Roma – Quel giorno di 35 anni fa, il 16 febbraio 1980, i cittadini romani hanno vissuto l’illusione di trovarsi in una capitale moderna, efficiente. Una speranza che, negli anni successivi, si è scontrata contro una realtà tutta italiana fatta di continui rinvii di opere necessarie per una serie di motivi, dei quali solo alcuni condivisibili. Quattordici chilometri, che si aggiungevano ai dieci circa della metro B, da Anagnina a Ottaviano, una diminuzione drastica dei tempi di percorrenza in un quadrante della capitale molto popoloso, sulla direttrice della Tuscolana, una rivoluzione per il trasporto pubblico romano.

Scrive il Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti: “Nel ricordare questa data, che ha radicalmente cambiato il modo di viaggiare a Roma, vogliamo rendere il doveroso omaggio a tutte le persone che prima come STEFER, poi come ACoTraL/CoTraL, poi come Met.Ro. ed ora come ATAC hanno reso e rendono possibile, con il loro lavoro, lo svolgimento quotidiano del servizio, garantendo il diritto alla mobilità di romani e turisti. E a queste persone, gli uomini e le donne della metropolitana di Roma: agenti di stazione, operai, macchinisti, personale del movimento, della direzione d’esercizio…va il nostro più sentito grazie”.

Bisogna però aggiungere che da allora, se in altre città europee come Madrid la rete ha visto un’espansione di circa duecento chilometri di linee, a Roma le uniche variazioni fino a poco tempo fa sono stati i prolungamenti da Termini a Rebibbia per la metro B, realizzato in occasione dei Mondiali del ’90, e da Ottaviano a Battistini pronto per il giubileo del 2000. Così come per la linea A nel 1980, anche in questi anni la rete metropolitana sta ampliandosi. Da una parte è stato realizzato il ramo “B1”, che da Piazza Bologna porta fino a Conca D’Oro, e tra breve a Viale Jonio, e da qualche mese è stato aperto un tratto della metro “C”, che fra alcuni mesi verrà prolungata fino a Piazza Lodi, a due passi dalla stazione San Giovanni della metro A. C’è da dire però che, mentre l’apertura della linea A trentacinque anni fa fu un evento perché la nuova infrastruttura attraversava completamente il centro storico, con stazioni a Piazza di Spagna, a Piazzale Flaminio, a Piazza Vittorio, il tratto già funzionante della nuova linea è troppo periferico per rappresentare, ancora, una soluzione al traffico. Inoltre nel 1980 si sperava che in futuro per le successive linee non si sarebbe dovuto attendere anni di rinvii prima dei lavori reali, come fu anche in quel caso, oggi invece i romani sono rassegnati al fatto che ogni opera che si vuole costruire in città, la data di fine lavori resta sempre un’utopia.




Sanremo. Il volo sopra le polemiche

di Silvio Rossi

 

Non c’è Sanremo senza la sua buona dose di polemica, e l’edizione di quest’anno non ha fatto eccezione alla regola. La vittoria dei tre ragazzi de “Il volo” non è piaciuta alla stragrande maggioranza della “intellighenzia” musicale, ai critici saputoni che stabiliscono chi avesse meritato o meno il riconoscimento del pubblico. Gli stessi critici che negli anni ottanta relegavano puntualmente Zucchero, Vasco Rossi o gli Stadio all’ultimo posto della classifica generale.
Forse, da parte di alcune firme, si rimprovera al trio di non essere “particolarmente accondiscendenti” nei confronti di chi scrive sui giornali col piglio del professorino di scuola pronto a mettere il voto “con la penna rossa”. Forse alcuni non riconoscono come reali i successi ottenuti dai giovani artisti oltreoceano, cosa che è avvenuta per molti artisti, in genere dotati di buone qualità vocali, e di un repertorio legato alla tradizione melodica italiana, conosciuti oltreoceano o nei paesi nordeuropei, ma apprezzati in Italia solo da pochi affezionati.
Qualcuno contesta il fatto che la canzone “Grande amore”, con la quale hanno trionfato alla kermesse sanremese, sia poco orecchiabile, difficile da cantare, troppo “costruito”, troppo retrò.
Non si pongono il problema che musicalmente la nostra nazione non è ricordata per aver lanciato i Beatles o Elvis Presley, ma la sua caratteristica meglio conosciuta in tutto il mondo è proprio il “belcanto”? Si sono per caso resi conto che a New York o a Rio sono più conosciute le note di “Volare” o di “Quando Quando” rispetto alle canzoni di Vasco Rossi o di Ligabue?
Premiare un prodotto che non limita il suo successo non solo tra le “quattro mura” della penisola, ma che potrebbe essere cantato anche da folle lontane dalla riviera dei fiori, non è una limitazione della nostra creatività musicale. Far vincere chi esprime delle qualità vocali superiori alla media della concorrenza, e che riesce a valorizzare un brano ben costruito, che forse non risulta innovativo, ma che, a differenza di alcuni vincitori degli anni passati, non è mediocre, come è avvenuto per vincitori precedenti, troppo spesso scomparsi dal Gotha.
Sentendo i commentatori televisivi del giorno dopo c’è chi ha detto che la canzone che ha vinto Sanremo verrà cantata solo nelle pizzerie di New York. Forse in suo cuore avrebbe preferito un brano che veniva ignorato ovunque?




ANGUILLARA: DAL WEB ALL'ONYX SCOPPIA LA PROTESTA CONTRO IL DEGRADO CITTADINO

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Numerosa partecipazione all’assemblea organizzata da alcuni cittadini di Anguillara per protestare contro il degrado in cui versa la città, e per portare alcune proposte da sottoporre all’attenzione di “chi di dovere”.
“Sostanzialmente un successo. – ci dice uno degli organizzatori – Non essendo noi legati a qualche partito, temevamo di essere snobbati dalla popolazione. Invece molti hanno compreso che le ragioni della protesta erano giuste, che non stavamo facendo strumentalizzazioni, e hanno partecipato numerosi. Non credevamo all’inizio di poter raggruppare più di cinquanta persone, vedere invece molti, e abbastanza determinati, ci ha convinto a proseguire nella nostra azione, che chiede solamente di rivendicare i nostri diritti, come cittadini, di avere servizi migliori”.

Numerosi sono stati gli interventi di cittadini che lamentano una serie di problemi, dalle buche della strada alle condizioni delle scuole, temi spesso al centro della politica anguillarina, ai quali però, a detta di molti, l’amministrazione comunale non riesce a dare una risposta sufficiente. “Nessuna strumentalizzazione politica. Non siamo qui per creare un movimento per presentarci alle elezioni”, è stata la frase pronunciata da Stefano all’apertura della riunione. Il rischio del politico disposto a cavalcare il malcontento è reale. Fra poco più di un anno ad Anguillara si voterà per il rinnovo del Consiglio, e chi ha intenzione di succedere a Pizzorno alla poltrona di sindaco deve iniziare a muoversi ora, per evitare di essere rimproverato con un “ma tu finora dove eri?”.

Alla riunione ha partecipato, per cercare di portare le risposte alle domande dei presenti, l’assessore Enrico Stronati. La presenza del componente della giunta è stata apprezzata dagli organizzatori, che hanno compreso come, almeno da parte di qualcuno, ci sia la volontà di dialogare. Certo, un solo membro è poco, per dare un segnale di comprensione vero sarebbe stato giusto far partecipare almeno tre o quattro consiglieri della maggioranza. Anche col rischio di prendersi gli insulti da parte dei più esagitati, ma se si voleva rispettare lo slogan elettorale “Insieme si può”, che ha portato al governo cittadino questa giunta, quella di ieri era uno dei momenti in cui “insieme” ha un valore maggiore.

La riunione di mercoledì è stata definita “organizzativa”, i promotori stanno ora organizzando una protesta formale, una manifestazione (di cui ancora non è stata fissata ufficialmente la data), per reclamare con più forza le proprie ragioni, nella speranza di dare una scossa a chi ha la possibilità e il dovere di risolvere i problemi cittadini.




ANGUILLARA: L'ASPA LANCIA L'ALLARME VELENO

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Esche per topi lasciate libere in strada, che mettono a rischio l’incolumità degli animali domestici. È l’allarme lanciato dall’ASPA di Anguillara Sabazia, per voce della presidente Barbara Strano. Lo scorso venerdì Stefano Dambrosio, un volontario della sezione locale dell’associazione, mentre portava i suoi due cani come tutti i giorni presso il parco delle case popolari, nella zona predisposta per gli amici a quattro zampe, aveva notato, su una stradina percorribile soltanto a piedi una bustina di colore rosso, ma non aveva dato particolare importanza alla cosa, perché c’erano molti scarti (incarti di cibo, bottigliette di plastica), per cui non aveva indagato sul contenuto della bustina.

Al ritorno, quando una dei cani, Lulù, ha velocemente ingoiato quella bustina, si è reso conto della situazione. La fortuna di Lulù è stata che Stefano l'abbia vista e soprattutto che avendo un minimo di conoscenza per affrontare le emergenze ha fatto ingoiare alla poverina dell'acqua ossigenata che le ha fatto rimettere l'intera bustina.

La presidente Aspa fa sapere ai proprietari di animali domestici come, in casi come questo, la prima cosa da fare è provocare il vomito alle povere bestie, per questo scopo, tra gli oggetti che sono a disposizione facilmente e che non provocano danni peggiori, si possono usare appunto l’acqua ossigenata o il sale grosso.

Dopo l’avvenuto, l’animale è stato portato dal veterinario di fiducia, che ha somministrato una vitamina K1 protettiva per venti giorni. Giacché il volontario percorre quella stradina tutti i giorni, e che non è successo nulla nei mesi scorsi, non si pensa a un atto doloso, come invece avvenne lo scorso anno, in diversi quartieri della cittadina, quando nel mirino di qualche misterioso vandalo sono finiti i gatti.

Tra randagi e felini appartenenti alle famiglie di zona, sono stati contati oltre cinquanta animali avvelenati, cosa che rende certa l’origine dolosa, tanto che lo stesso Comune pubblicò dei manifesti in cui annunciava sanzioni per gli eventuali responsabili, che non furono però mai scoperti. "Chiunque abbia dei sospetti, – dichiara Barbara Strano –  o avesse bisogno di consigli in materia, può rivolgersi all’Aspa Anguillara Sabazia, al sito http://www.aspaonlus.blogspot.it/ o sulla pagina Facebook ASPA, Anguillara Sabazia Protezione Animali"