ROMA, CHIUSO UN TRATTO DI GRA E IL TRAFFICO VA IN TILT

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di Silvio Rossi

Roma – Giornata campale per gli automobilisti romani. Il Grande Raccordo Anulare, autostrada cittadina percorsa da centinaia di migliaia di veicoli ogni giorno, è stato chiuso al traffico nel tratto compreso tra la Cassia Veientana e la Cassia.

In carreggiata esterna un mezzo pesante si è intraversato, occupando praticamente tutta la sede stradale, con la cabina del mezzo che ha invaso la carreggiata destinata al senso di marcia opposto.

Le ripercussioni sul traffico cittadino nel quadrante nord sono drammatiche. La polizia stradale ha istituito l’uscita obbligatoria sulla statale 2 bis, Cassia Veientana, arteria che prevede l’uscita dalla città, ma non un percorso di ingresso, per le vetture che devono raggiungere i quartieri a nord della capitale.

Sulla carreggiata esterna la lunga fila di vetture ferme arriva fino a via Nomentana, pesanti anche le ripercussioni sul lato interno, per l’interessamento parziale del veicolo nella corsia di sorpasso, e per i curiosi che provocano rallentamenti.

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MARCO PANTANI: FORSE LA SUA MORTE RIMARRA' UN MISTERO

di Silvio Rossi

Sembra destinata all’archiviazione l’inchiesta della Procura di Rimini, per far luce sulla morte di Marco Pantani, condotta dal procuratore Paolo Giovagnoli. Le indagini sono state riaperte, oltre dieci anni dopo la scomparsa del pirata, su richiesta del legale della famiglia, Antonio De Rensis, secondo il quale il campione fu costretto ad assumere il cocktail di droga e farmaci che ne determinò la morte.

La nuova perizia del professor Franco Tagliaro, consulente della procura, ha confermato, in linea di massima, quanto emerso nella prima inchiesta. Pantani è morto per l’assunzione di cocaina sommata a una massiccia dose di psicofarmaci. Sembra impossibile, a quanto si apprende, che il pirata sia stato indotto con la violenza a prendere i farmaci che ne hanno determinato la morte. Non c’è nessun segno di violenza sul corpo, ecchimosi, ferite.
Sembra inoltre ridurre l’influenza della cocaina come causa di morte, per l'Istituto di Medicina legale di Verona, che ha condotto le analisi tossicologiche, la causa principale sono stati gli psicofarmaci, in particolare Venlafaxina e Trimipramina, mentre la droga è solo una concausa, ma decisamente secondaria.

La perizia non entra nel merito se l’eccessivo uso degli psicofarmaci sia stato determinato da un errore nelle dosi, presente a volte in pazienti particolarmente instabili, oppure sia stato determinato da un preciso intento autolesionista, una vera volontà suicida.
Resta da comprendere se sia stato lo stesso Pantani a mettere a soqquadro la stanza della camera d’albergo dove, il giorno di San Valentino del 2004 fu trovato senza vita.

L’avvocato De Renzis ha annunciato che, in caso di archiviazione dell’inchiesta, presenterà ricorso. La famiglia dell’ex ciclista, in testa la mamma Tonina, è da anni che sta chiedendo di fare luce sulla morte di Marco, convinti che, nonostante la depressione conseguente alle inchieste sul doping, non avrebbe mai preso una decisione così drammatica.




SLEGATI

di Silvio Rossi

 

Un aforisma di Talleyrand, reso famoso in Italia da Giulio Andreotti, che l’ha utilizzato come un mantra, recita “il potere logora chi non ce l’ha”. Infatti, colui che è stato uno dei più longevi politici della Repubblica, ha fatto logorare decine di colleghi di partito o di suoi avversari.
Matteo Renzi, che della vecchia scuola democristiana è stato un allievo molto attento, ha assimilato la lezione, pronto a utilizzarla nel momento in cui le condizioni politiche lo pongono in una situazione di vantaggio.
Dopo la “salita al trono” dell’allora sindaco di Firenze, in molti scommettevano nella spaccatura del PD, convinti che la minoranza bersaniana non avrebbe accettato il cambio di strategia politica del partito. In effetti, tensioni e malumori, dal momento della successione a Letta, fino alle recenti approvazioni delle riforme, ce ne sono stati. Spesso i più strenui sostenitori dell’ala più a sinistra, da Fassina a Civati, da Cuperlo a Mineo, hanno minacciato uscite, spaccature, rese dei conti.
Se però analizziamo la situazione politica di questi ultimi tredici mesi, ci accorgiamo che uno dei partiti che ha subito meno defezioni è stato proprio il Nazareno. Se nel PD molti annunciano uscite, ma nessuno imbocca definitivamente la porta, nelle altre formazioni, anche senza annunci, le scissioni sono all’ordine del giorno.
SEL ha visto una decina di parlamentari, con in testa Gennaro Migliore, confluire nel partito di Renzi. Stessa cosa avvenuta per Scelta Civica. Per quanto riguarda i Cinquestelle, le defezioni c’erano prima di Renzi, ci sono oggi, e probabilmente continueranno a esserci, finché non resteranno soltanto Grillo e Casaleggio.
Delle tensioni dentro Forza Italia, ne abbiamo parlato molto. Tra Verdini e Fitto c’è più distanza di quella che separa l’estrema sinistra con l’estrema destra del fronte parlamentare. Ultima in ordine di tempo, anche la Lega sta affrontando il problema “divisioni”.
Tra Salvini e il sindaco di Verona Tosi non corre buon sangue. Quest’ultimo non ha digerito la deriva populista che il segretario ha impresso alla formazione, con l’alleanza di Casapound. Un partito come la lega, per sua natura, riesce a rimanere unito se mantiene un’attenzione forte nei temi più consoni (tutela del nord, controllo dell’immigrazione, federalismo), ma rischia molto se si avventura in politiche troppo schierate a destra o a sinistra. Con le ultime decisioni il rischio è di presentare due liste contrapposte, facendo il gioco del centrosinistra.
Se una nave cambia repentinamente la sua direzione, i passeggeri che si trovano sul lato esterno rischiano di essere sbalzati fuori. Rischio che è più attenuato se la nave è grande, perché la stazza attenua parzialmente lo scarto. Se la nave è più piccola invece, chi si trova dal lato opposto alla virata, rischia più facilmente di finire in acqua.
Per questo motivo il Partito Democratico si è potuto permettere modifiche della propria politica che hanno lasciato conseguenze non drammatiche, mentre la stessa azione a via Bellerio può avere conseguenze letali.




8 MARZO NEL RICORDO DELLE GRANDI DONNE DEL PASSATO

di Silvio Rossi

Parlare di donne, nel giorno a loro dedicato, senza cadere nella retorica, è particolarmente difficile. Esistono numerosi esempi di esponenti del “gentil sesso” che hanno nobilitato il loro impegno, e quello degli uomini che hanno condiviso con loro una parte della loro esistenza. In quest’occasione, vorremmo parlare di quella che può essere considerata la prima grande prova dell’impegno femminile avvenuta nel risorgimento italiano, una delle vicende che sono sconosciute alla maggior parte delle persone, ma che rappresentano la nascita di una storia italiana non più coniugata solamente al maschile, ma condivisa tra i generi.

Nel 1849, durante quel movimento liberale che ha coinvolto le grandi città europee, conosciuto come la “primavera dei popoli”, a Roma si è sperimentata una delle forme più avanzate di democrazia dell’epoca, durata solo cinque mesi, ma che ha posto tra l’altro, le basi ideali su cui è stata realizzata la Costituzione repubblicana quasi un secolo più tardi.

Durante questo esperimento democratico, una degli aspetti più rivoluzionari è stato determinato dall’attenzione a particolari che fino ad allora erano praticamente sconosciuti, a Roma sono iniziati gli scavi archeologici ai Fori imperiali, è stata organizzata una distribuzione delle derrate di stampo socialista, è stato organizzato un ospedale di guerra, con un’organizzazione moderna.

Proprio in quest’ultima esperienza, l’importanza delle donne è stata determinante. Direttrice dell’Ospedale dei Pellegrini, nato tre secoli prima per accogliere i visitatori durante i giubilei, e convertito alla cura dei feriti di guerra (indifferentemente italiani e francesi), era la contessa Cristina Trivulzio di Belgioioso, tra le sue più strette collaboratrici c’erano la marchesa Giulia Bovio Paulucci de Calboli, Anna de Cadillac, Giulia Calame Modena, Enrichetta di Lorenzo Pisacane e la giornalista americana Margaret Fuller Ossoli.
Cinque anni prima che Florence Nightingale creò l’ordine delle infermiere volontarie, base della croce rossa internazionale, la Belgioioso e le sue collaboratrici avevano regolarizzato allo stesso modo l’assistenza dei combattenti della Repubblica Romana. In due mesi di assedio nell’ospedale diretto dalle volontarie, sono stati curati oltre 1.500 feriti, alcuni hanno visto la fine dei propri giorni, come l’autore dei versi dell’inno d’Italia, Goffredo Mameli.
Celebriamo le donne di oggi, portando l’esempio di grandi donne del passato.




ANGUILLARA: E' POLEMICA, POLITICI PRONTI A "SCIPPARE" LA MANIFESTAZIONE

di Silvio Rossi

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"Non strumentalizzate la nostra protesta", sembrano voler dire i ragazzi che domani sfileranno per le strade di Anguillara. E appaiono convinti di quanto affermano. Non guardano in faccia nessuno, sicuri di operare per una buona causa, non si preoccupano di contrapporsi a forze che, per storia e tradizione, sono più organizzate di loro.

Sono critici nei confronti dell’Amministrazione Pizzorno, ma questo non significa che approvino quanto fatto, o meglio non fatto, dalle minoranze o dalle precedenti amministrazioni. Anguillara, secondo loro, ha bisogno di una cura drastica per svegliarsi da quel torpore che le ha fatto perdere posizioni nei confronti dei paesi confinanti, e non si può rimandare oltre, attendere la speranza di un nuovo sindaco, chiunque esso fosse, che venga cambiare radicalmente la politica che le amministrazioni hanno applicato nella cittadina da sempre.

"Se non facciamo sentire la nostra voce, non ci sarà qualcuno che si porrà come obiettivo il risanamento cittadino", ci dicono gli organizzatori. Nel frattempo le opposizioni soffiano sul fuoco della protesta, nella speranza che possa fare il loro gioco, e cercano di indirizzare tutto il malcontento in direzione della maggioranza. Da parte di quest’ultima, o meglio di alcuni sostenitori acritici, c’è il tentativo di screditare la protesta, bollandola come “di destra”, dando dei “manovrati” ai ragazzi.

Noi, abbiamo cercato di capire, un giorno prima del corteo, qual è la loro aspettativa.

 

Cosa manca ad Anguillara per superare le posizioni passate, e cercare di far partire una fase di "rinascita" condivisa?

ANGUILLARA: PIAZZA DEL MOLO SOTTO CANTIERE E IL RUDERE?


LEGGI ANCHE ANGUILLARA: E' ARRIVATO IL MOMENTO DELLA PROTESTA / ANGUILLARA, LA TORRE GALFA E IL RUDERE DI PIAZZA DEL MOLO

 

Nel 2012 su queste colonne Emanuel Galea scriveva: "Ad Anguillara, all’inizio di Via Reginaldo Belloni, affacciato su piazza del Molo, da anni immemori resiste ed insiste, inquinando il panorama, un rudere bruciato ed ormai decadente che deturpa e degrada il decoro di quell’angolo del lago e punta il dito accusatorio verso l’alto, laddove siedono gli amministratori locali". Chissà se per l'occasione verrà recuperata anche questa situazione di degrado.

 

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Le coincidenze temporali possono risultare sospette, alimentano dubbi. Anche quando il risultato ottenuto è la soluzione a una delle richieste iniziali di chi protesta. Avviene così che Piazza del Molo, ad Anguillara, ha visto, durante la giornata di ieri, gli operai sistemare le numerose falle che la pavimentazione mostra a residenti e turisti. Lavori che sono stati chiesti molte volte dai cittadini, in una piazza che dalla sua “riqualificazione” avvenuta sette anni fa, non ha mai trovato pace, tra errori nella posa in opera, che ha fatto sollevare una parte dei lastroni, continue infiltrazioni che hanno determinato anche una transazione tra amministrazione e ditta esecutrice dei lavori, che si è fatta carico della sistemazione per evitare un contenzioso.

La foto con il pavimento che si sfalda, tra il monumento dei marinai e il lago, è una delle immagini utilizzate dal gruppo di cittadini che sabato prossimo ha indetto una manifestazione per le vie del paese, che proprio in Piazza del Molo farà una delle tappe. Uno dei simboli della decadenza di Anguillara, un metro per misurare la difficoltà che incontra l’amministrazione nel riuscire a risolvere le domande che vengono effettuate.

“Stanno facendo di tutto per infangare la manifestazione” riferisce uno degli organizzatori. La sistemazione della piazza, proprio nella settimana che la vedrà percorsa dalla protesta, le continue voci su apparentamenti politici che gli organizzatori smentiscono, vengono visti come un tentativo in zona Cesarini per delegittimare le ragioni del contendere.

Qualcuno tra i promotori del corteo di protesta che andrà in onda il prossimo sabato 7 marzo ad Anguillara sceglie la via dell’ironia, definendo l’iniziativa “con l'appoggio morale e fisico dell'attuale Amministrazione. Ai più sembra infatti che chi amministra sia totalmente assente e invece fervono i lavori e i preparativi per accogliere i cittadini al meglio! Si stanno asfaltando le strade, sistemando Piazza del Molo, s’inizia a vedere qualcuno pulire delle vie dimenticate da Dio, una vera esplosione di lavori. E dire che prima non c'erano soldi!. Noi speriamo – proseguono nelle dichiarazioni i promotori del corteo – che la sistemazione di piazza del Molo sia indipendente dalla manifestazione. Che sia un lavoro pianificato da tempo e organizzato con tutti i dovuti criteri. Perché un lavoro effettuato di corsa per nascondere eventuali lacune in un’occasione particolare, in genere, non viene realizzato a regola d’arte, per cui se questi lavori fossero “una pezza” messa sul buco (e noi speriamo non sia così), si rischierebbe di doverlo riaffrontare tra pochi mesi". Concludono.

Nel 2012 su queste colonne Emanuel Galea scriveva: "Ad Anguillara, all’inizio di Via Reginaldo Belloni, affacciato su piazza del Molo, da anni immemori resiste ed insiste, inquinando il panorama, un rudere bruciato ed ormai decadente che deturpa e degrada il decoro di quell’angolo del lago e punta il dito accusatorio verso l’alto, laddove siedono gli amministratori locali". Chissà se per l'occasione verrà recuperata anche questa situazione di degrado. 




ANGUILLARA, DOPO STRISCIA LA NOTIZIA: MERCATO DELLA TERRA O DEL FANGO?

LEGGI ANCHE: ANGUILLARA: ARRIVA STRISCIA E MONTA LA… BUFALA!

 

di Silvio Rossi

 

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Anguillara (RM)- Più che “della terra”, il mercato che si svolge una volta al mese presso l’ex consorzio agrario di Anguillara, potrebbe essere chiamato “del fango”.

Questa curiosa variazione sul nome della manifestazione, è determinata dal fatto che la Condotta Slowfood di Bracciano, che organizza l’esposizione, tende a dare più credito alla macchina del fango che “Striscia la notizia” ha montato sul caso, che ad anni di partecipazione onesta e seria da parte del produttore di Anguillara.

Ricapitoliamo i fatti. Domenica scorsa, 1 marzo, si è svolto, così come avviene ogni prima domenica del mese, il Mercato della Terra, presso il locale dell’ex consorzio agrario. La referente di Slowfood, Consuelo Massacci, ha chiesto a Mastro Checco, per partecipare, un documento dell’Asl che certificava la qualità dell’azienda e dei prodotti.

Una richiesta insolita, a giudicare da quanto ci riferisce Salvatore Scrivieri, che non ha mai dovuto produrre in passato documentazioni simili. Il fatto che proprio ora, dopo il servizio di Striscia, siano richiesti documenti in particolare, ci fa riflettere.

Convince ancora meno, inoltre, il fatto che la signora Massacci, da noi raggiunta telefonicamente, abbia negato che l’estromissione di Mastro Checco dal mercato dipenda da quanto andato in TV recentemente. Ci è stato detto che questa volta non poteva prendere parte al mercato perché i produttori sono molti e c’è una turnazione. Peccato però che Mastro Checco sia sempre stato presente nei mesi passati, non avendo mai dovuto avvicendarsi con nessuno, ed era diventato un vero punto di riferimento domenicale.

Non è la prima volta che gli organizzatori del mercato si sono trovati in contrasto con le realtà produttive locali. Già in passato un altro produttore locale, che con i broccoletti ha portato anche all’estero il nome di Anguillara, ed è da ritenersi una delle eccellenze locali, è stato costretto a lasciare la manifestazione.

“Si stanno facendo il mercato per loro, invitano gli amici loro – ci conferma Armenio Molrlupi – sono esaltati, si sono fatti la loro nicchia. Mi hanno contestato una volta ho portato dei carciofi, che erano di un mio amico di Cerveteri, usandola come scusa per mandarmi via, e ora ho visto persone che hanno portato prodotti comprati, che neanche si trovano nel nostro territorio”.

Ci chiediamo, a questo punto, se il Mercato della Terra non dà spazio alle migliori realtà locali, qual è la sua finalità?  




Manifestazione della lega. Berlusconi messo all'angolo

di Silvio Rossi

 

La manifestazione della Lega a Piazza del Popolo, che ha visto la partecipazione attiva di Fratelli d’Italia e Casapound, ha sancito, più del Patto del Nazareno, e in linea con lo stesso, la fine dell’egemonia berlusconiana nella destra italiana.
Innanzi tutto, le formazioni presenti in piazza hanno visto una deriva più radicale, rispetto alle manifestazioni politiche precedenti, verso la destra. Le posizioni più moderate, che erano la “faccia pulita da presentare”, sono state abbandonate, e chi le rappresenta, è stato oggetto delle forti critiche della piazza, analogamente agli storici avversari del centrosinistra.
Più vicini a Casapound che a Forza Italia, quindi, nella piazza della manifestazione odierna, i primi hanno raggiunto i leghisti in piazza, con uno dei leader storici del movimento neofascista, Simone di Stefano, che ha indicato Salvini come «assolutamente l’unico leader da contrapporre a Renzi. Non ce ne sono altri oggi in Italia».
Non pervenuti invece i militanti di Forza Italia, non per loro scelta, un gruppo con le bandiere azzurre aveva anche provato a raggiungere la piazza, ma perché allontanati dal resto dei manifestanti.
Una scelta che è un vero punto di rottura nel centrodestra. La “cacciata” ha significato che non è più l’ex Cavaliere che determina, come in passato, la linea politica. Per la prima volta, se si facessero le primarie del centrodestra, che fino a pochi mesi fa avrebbero avuto un risultato scontato, Berlusconi rischierebbe di ottenere una sonante sconfitta.
A una linea politica balbettante e contraddittoria portata avanti da Forza Italia e dal suo leader, tutti coloro che non s’identificano nel “cerchio magico” berlusconiano, preferiscono il decisionismo, a volta anche un po’ semplicista, del segretario leghista.
Matteo Salvini è riuscito in ciò che Fini e Alfano hanno fallito: rinnovare la politica del centrodestra dopo un ventennio berlusconiano. Ma non è certo tutto merito suo. Il Berlusconi che ha “cacciato” Gianfranco Fini era determinato, decisionista, sicuro delle sue scelte. Quando ha abbandonato il governo Monti, con la conseguente rottura degli alfaniani, aveva alcuni interessi molto forti da difendere, e non poteva permettersi il lusso di titubare. Oggi invece, dopo la condanna, dopo la sconfitta dell’elezione del Presidente della Repubblica, dopo i continui cambi di strategia, non è più il toro feroce che entra nell’arena in apertura della corrida, ma sembra la bestia ferita e dolente che ha subito in numerosi colpi dei banderilleros, che offre la schiena al matador.




ANGUILLARA: ARRIVA STRISCIA E MONTA LA… BUFALA!

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di Silvio Rossi

Anguillara Sabazia (RM) – "Una vigliaccata, e una scorrettezza inaudita". Così Salvatore e Bernardino Scrivieri, titolari dell’azienda agricola “Mastro Checco” di Anguillara, hanno definito il servizio mandato in onda su Striscia la Notizia lo scorso 20 febbraio.
“Ci sono tutta una serie d’inesattezze, anzi, oserei chiamarle falsità, che il giornalista ha detto, infischiandosene del lavoro di persone perbene. Il servizio è una grande montatura fatta apposta per mettere in cattiva luce il sottoscritto.
Gli animali che vengono mostrati sul video, che pascolano vicino ai copertoni non sono i miei, ma del mio vicino. Noi abbiamo pecore, cavalli e mucche che non sono nel servizio, pascolano su terreni controllati, e sono alimentati bene. Il locale mostrato, che viene detto è quello dove viene munto il latte, non è affatto come è descritto. Noi abbiamo una sala latte, dove facciamo la produzione, che loro non hanno neanche visitato.

Infine hanno mostrato una pecora malata, che era isolata dalle altre, proprio per salvaguardare lei e il resto del gregge, ma hanno fatto credere che fosse la normalità”.


Il titolare ci ha confermato come il 9 febbraio alcuni Ufficiali del Comando dei Carabinieri per la tutela della salute – Nucleo antisofisticazioni e sanità di Roma – unitamente a personale dell’ASL RM F Servizi Veterinari, hanno proceduto a effettuare un’ispezione igienico sanitaria e una verifica delle condizioni di benessere degli animali presso l'allevamento e le relative pertinenze, affermando testualmente " i bovini, caprini ed equidi sono stabulati all'interno di tre strutture adibite a ricoveri, mentre i suini, vengono custoditi in struttura di cemento, parzialmente coperta da agenti atmosferici, ricavata all'interno di una vasca da insilato; gli ovini sono tenuti allo stato brado; dette strutture presentavano fondo in cemento con lettiera in paglia che al momento del sopralluogo si presentava asciutta e priva di accumuli di letame, nelle parti coperte; le stesse dispongono di acqua e foraggio; non sono stati rinvenuti animali legati, né vitelli all'interno delle gabbie singole; gli animali si presentano in discreto stato nutrizionale e non presentano ferite o altri segni di maltrattamento né indicatori di stress".


A quanto si può concludere, qualcuno che forse non gradisce la presenza degli Scrivieri, una persona “vicina”, prima ha provato a metterli in difficoltà mandandogli un controllo dei Carabinieri, quando ha visto che l’azienda non aveva problemi di sorta, ha pensato bene di affidare l’incarico a chi, con meno scrupoli, non ha esitato a costruire una “verità diversa” per fare qualche punto di audience in più (è risaputo che raccontare di un’azienda che funziona, è meno redditivo che denunciare una schifezza, anche se finta).
“Stiamo valutando la possibilità di intraprendere azioni a nostra tutela – ci dice Salvatore – perché non è possibile, per un servizio che racconta falsità, rovinare intere famiglie”.




Anguillara. L'ufficio scuola rimanda da pagare i bollettini giĆ  saldati

di Silvio Rossi

 

Hanno mandato questa lettera per ritorsione contro la denuncia che ho fatto come commissione mensa. Questo è stato il commento lasciato a caldo da un genitore che si è visto recapitare a casa la richiesta di pagamento di quasi seicento euro per i bollettini da inizio anno scolastico a tutto febbraio.
Ricapitoliamo la vicenda. Il 17 febbraio, due genitori appartenenti alla commissione mensa della scuola di Scalo hanno presentato una denuncia per la presenza di muffe nel locale, scrivendo “la situazione della dispensa e della cucina sono risultate gravissime, tali da convincerci a inviare immediatamente un esposto all’ASL, per richiedere un’ispezione immediata” (cosa che abbiamo documentato nell’articolo “ANGUILLARA: E' ALLARME MENSA SCOLASTICA”).
Lo stesso giorno, a Massimiliano De Rosa, uno dei due relatori della denuncia è stato spedito dall’ufficio scuola un sollecito di pagamento dei bollettini già pagati nei mesi precedenti. Quando lo abbiamo sentito ci ha dichiarato: “Delusione, sconforto e amarezza sono le uniche parole che mi vengono in mente dopo l'ultima vicissitudine avuta con il Comune di Anguillara Sabazia. Per un cittadino che si è sempre dimostrato rispettoso delle regole, che ha cercato di contribuire in ogni modo con idee e partecipazione in ambito scuola, vedersi recapitare un sollecito di pagamento senza alcun controllo preventivo e per giunta lo stesso giorno in cui, in veste di genitore della Commissione Mensa, presentava esposto/denuncia all’ASL per denunciare l'indegna situazione in cui si trovano tutti i giorni i bambini della scuola di Scalo a consumare il loro pasto perché cucinato fra i muri pieni di muffa nera di cucina e dispensa, mi lascia attonito”.
Abbiamo effettuato alcuni controlli. Sembra che le richieste di pagamento dei bollettini precedenti siano giunti ad alcuni genitori, perché questi, una volta effettuato il pagamento con bollettino postale o bonifico, non hanno poi fatto timbrare il cartellino, e per questo motivo l’ufficio scuola, che forse è rimasto fermo al concetto di burocrazia weberiana, li hanno considerati come non iscritti e quindi morosi.
Anche se, come crediamo, la lettera di sollecito non è giunta per ripicca contro la denuncia dei genitori (troppo veloce per i lenti processi amministrativi degli uffici anguillarini), non è giustificabile nel 2015 un ufficio che, in barba a tutte le indicazioni governative sull’identità digitale, le smart cities, l’efficienza amministrativa, si basa ancora sulla vidimazione dei pizzini istituzionali.
Come ci dice sempre De Rosa, “Questo avviene a pochi giorni dall'incontro fra gli Amministratori dell’Ente Locale e il Consiglio Direttivo del PD da cui è scaturito un comunicato che fra le altre cose citava «…il Partito Democratico di Anguillara è pronto a stimolare la cittadinanza tutta, sia in forma singola che associata, poiché riteniamo che la crescita di una comunità passa soprattutto attraverso la discussione e il confronto…». Se questa è la collaborazione che il Comune decide di instaurare con i cittadini significa che abbiamo già toccato il fondo prima di iniziare!!!! Bisogna fare qualcosa affinché le incompetenze non continuino a opprimere i cittadini onesti”.




Oscar al lavoro italiano

di Silvio Rossi

 

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Solo un’italiana partecipava da protagonista alla Notte degli Oscar, vincendo la sua quarta statuetta per i costumi del film The Grand Budapest Hotel. Una delle categorie considerate nella “hall of fame” come minori, che testimoniano però il livello di professionalità impiegato nei dettagli di una produzione cinematografica.

Milena Canonero, torinese trasferita a Los Angeles, alla sua nona nomination, ha portato a casa la quarta statuetta, tante quante ne hanno vinte Fellini e De Sica. Costumi che nel passato hanno visto premiare due volte Piero Gherardi, Vittorio Nino Novarese e Danilo Donati, per una Francesca Squarciapino e Gabriella Pescucci. Una tradizione che si sposa col successo della moda italiana nel mondo.

Non solo i costumi hanno premiato l’Italia cinematografica. Gli effetti speciali hanno visto Carlo Rambaldi salire tre volte sul palco dell’Academy Award (per King Kong, Alien ed E.T.), la scenografia altrettante Dante Ferretti e Federica Lo Schiavo, la fotografia sempre tre volte Vittorio Storaro. Altri professionisti hanno vinto la statuetta per trucco, montaggio, scenografia.

Una nazione che esprime, nella settima arte, oltre ai grandi nomi, che si impongono per i film, soprattutto una élite di lavoratori di successo, di onesti professionisti, che dimostrano come, quando ci mettiamo all’opera, sappiamo essere apprezzati in tutto il mondo.

Un esempio che può, e deve, essere riproposto in altri campi. Per decenni l’industria italiana ha rappresentato l’eccellenza nella meccanica di precisione, nell’ottica, nella chimica. Abbiamo avuto la leadership nel settore della moda. L’agroalimentare italiano ha il maggior numero di prodotti DOP dell’Unione Europea.

Non sembriamo però più capaci di valorizzare queste qualità, non sappiamo venderci in un mercato globale dove non basta solo la manualità, ma bisogna investire nelle eccellenze per mantenere il brand Italia desiderabile.

Milena Canonero, come Fabiola Gianotti al CERN, come Samantha Cristoforetti, come molti manager di importanti aziende multinazionali, devono essere i modelli da imitare da parte di molti giovani italiani, che forse non ne conoscono neanche i nomi, mentre conoscono tutto su tronisti e veline di mediocri trasmissioni televisive.