AS ROMA. SCRITTE VERGOGNOSE CONTRO PALLOTTA

di Silvio Rossi

Una contrapposizione che, in casa romanista, non si vedeva da tempo. Critiche all’operato dei presidenti, negli anni scorsi, ce ne sono state molte, sia con la “nuova” proprietà d’oltreoceano, sia con la famiglia Sensi, ma una guerra dichiarata, come quella odierna da parte della “sud” nei confronti di Pallotta non ha confronti recenti di uguale durezza.
La “colpa” del patron giallorosso è non aver fatto ricorso contro la squalifica della curva per la prossima partita contro l’Atalanta, comminata dal giudice sportivo per gli striscioni contro Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto prima della finale di Coppa Italia Fiorentina Napoli dello scorso anno, rea ai loro occhi di aver guadagnato con le copie del libro “Ciro Vive”, il libro con cui la famiglia vuol mantenere presente il ricordo del figlio.
Una serie di insulti gratuiti, che invece di generare, una volta scoperto come gli incassi del libro sono devoluti in beneficenza, una richiesta di scuse (se mai sia possibile scusare tanta violenza verbale), vengono giustificati da un lievitare di insulti, indirizzati in questo caso contro chi non si è schierato per “dovere di scuderia” al loro fianco.
Prima della partita che non vedrà partecipare la curva sud, nei pressi dello stadio Olimpico, sono apparse scritte ingiuriose nei confronti di Pallotta, in cui si afferma che “la sud ti schifa”. Noi invece, la maggioranza dei tifosi, quelli che sanno distinguere un tifoso da un assassino, quelli che rispettano l’avversario, e non l’odiano, schifiamo i quattro violenti che non hanno compreso che lo sport è quanto di più lontano possa esistere rispetto alla violenza.




SPAGNA. TROVATO IL PADRE IN FUGA COL FIGLIO NEONATO

 

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di Silvio Rossi

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Si è conclusa col lieto fine la fuga di Enzo Costanza, l'uomo di 38 anni che tre giorni fa aveva rapito il figlio, di soli quindici giorni. I due sono stati avvistati in un centro commerciale ad Albacete, città spagnola nella regione di Castilla-La Mancha.

Il neonato era in buone condizioni, ed è stato accompagnato per accertamenti in un ospedale pediatrico, l’uomo è stato fermato dalla polizia spagnola. La fuga è iniziata martedì scorso a Orbassano, popoloso comune della cintura torinese, quando il padre, mentre erano al centro commerciale della cittadina, mentre le moglie era intenta a fare acquisti, ha maturato la decisione di partire col neonato, a bordo della sua Freemont. L’uomo, che soffriva di problemi psichici, è stato avvistato durante la sua fuga, prima in Francia e poi in Spagna.

Proprio in quest’ultimo paese si erano concentrate le indagini, che hanno portato all’esito positivo odierno.




RENZI E LA LEGGE ELETTORALE. ULTIMO ATTO?

di Silvio Rossi

 

La legge elettorale sta diventando il vero punto di fuoco dell’azione governativa. Renzi si sta giocando tutto sull’approvazione dell’Italicum, la legge che stabilirà i metodi di composizione della prossima assemblea legislativa.
Una scelta coraggiosa, perché in parlamento sono più i contrari che i favorevoli alla proposta governativa. Per motivi diversi, stanno però tutti schierandosi contro la riforma partorita al Nazzareno durante gli incontri con Berlusconi.
Le opposizioni sono ferme nell’opposizione al progetto di legge, e soprattutto sono contrarie alla possibilità paventate di inserire il voto di fiducia per l’approvazione del testo governativo. Forza Italia, Lega e Sel hanno inviato ognuna una lettera al presidente Mattarella, in cui evocano un golpe nel caso di blindatura del testo. Fratelli d’Italia ha annunciato un’iniziativa analoga.
A far paura al Primo Ministro è però l’atteggiamento della minoranza interna. Le posizioni sono distanti, la possibilità di una mediazione è esclusa. Renzi vuole arrivare alle regionali col trofeo della legge approvata. Perché rimandare la discussione sul sistema di voto, anche se non cambierebbe nulla sotto il punto di vista dell’impatto istituzionale, specialmente se la legislatura arriva alla scadenza naturale.
Avere la legge approvata però serve a confermare l’immagine del premier decisionista. Serve a dargli la possibilità di dire che mentre gli altri parlano, lui fa i fatti. Proprio per questo motivo, pur di arrivare al risultato, è disposto a tutto, anche se preferisce giungere al voto senza porre la fiducia, e per questo sposta la votazione nel partito all’Assemblea Nazionale, chiedendo successivamente ai “suoi” deputati e senatori di rispettare il voto del PD, in una nuova forma di centralismo democratico.
Una fiducia che nessuno vuole, ma che pesantemente entra nel dibattito politico. Si rievocano i fantasmi del 1953, quando la “legge truffa” voluta dal segretario della DC, Alcide de Gasperi, per bloccare le opposizioni di destra e sinistra. Un tentativo che avrebbe dovuto mietere molte vittime, ma che ha nuociuto solo al suo ideatore.




CERVETERI. FERITO IL SINDACO PASCUCCI

di Silvio Rossi

Cerveteri – Il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, è stato colpito al volto da un pugno sferrato dal gestore di uno stabilimento balneare nell’ambito di un incontro, tra sindaco e alcuni imprenditori, per risolvere il problema generato dalla presenza di strutture abusive sulla spiaggia.
L’episodio, grave in se, assume una particolare valenza se collegato con quanto avvenuto pochi giorni fa in Piazza Barberini, a Roma, quando un tassista ha colpito scaraventando a terra un anziano che si era recato in farmacia per acquistare un medicinale per il figlio affetto da sindrome di down.
In entrambi i casi, gli aggressori erano titolari di licenze pubbliche, uno per l’attività balneare, l’altro per la guida di taxi, in entrambi i casi hanno agito per “difendere” la loro attività da ciò che, nella loro cieca follia, identificavano come un’aggressione ai loro diritti.
Un diritto inteso, in Italia, in maniera troppo estensiva. Le autorizzazioni ad aprire un’attività commerciale, la licenza di guida di un taxi, vengono percepite come una “proprietà privata”, e non come un esercizio pubblico. La posizione di privilegio, il posto in prima fila, è un “must” che supera qualsiasi regola del vivere in comunità, si applica più facilmente il “prima il mio”, che il bene comune.
Non volendo, e non potendo, sulle pagine di un giornale, celebrare un processo nei confronti degli aggressori, attività per cui esiste un’apposita istituzione, non possiamo esimerci, però, dal fare una richiesta. A coloro che, in flagrante e in maniera così palesemente evidente, indipendentemente dalla sanzione che il giudice riterrà giusto applicare, commettono violenze legate alle licenze, quest’ultime devono essere revocate, per mancanza dei requisiti di correttezza che ogni titolare di un’autorizzazione pubblica deve detenere.
In fondo, lo stesso gesto compiuto da un dipendente di una società pubblica o privata, sarebbe stato causa di un giusto licenziamento, non è accettabile quindi che a un titolare di licenza pubblica, una volta che si è macchiato di un fatto simile, questa non venga revocata.




SILVIO CONTRO FITTO. LOTTA ALL'ULTIMO SANGUE

di Silvio Rossi

 

Alla fine potrebbero trovarsi uno contro l’altra Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone, il che equivale a dire che, per quanto riguarda le regionali pugliesi, la vera contrapposizione è tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi.
Nessuno dei due vuole fare un passo indietro. Il primo, perché sa che cedere rispetto ai propri candidati consiglieri significa autocondannarsi all’isolamento, non avere più in futuro la possibilità di chiedere alcunché, il secondo perché non concepisce, come non ha mai concepito in passato, la possibilità che qualcun altro nel partito gli detti la linea politica.
In questo dialogo tra sordi si stanno verificando situazioni assurde. Berlusconi incorona Schittulli per metterlo contro Fitto, e il candidato si schiera dalla parte di quest’ultimo. Quando anche lo stesso Schittulli chiede a Silvio di candidare i consiglieri fittiani, l’ex Cavaliere propone la Poli Bortone, che attualmente è parlamentare europea di Fratelli d’Italia. Il duo Fitto-Schittulli, che hanno ottenuto il sostegno del Nuovo Centro Destra e di Fratelli d’Italia, hanno dichiarato che con la candidatura dell’ex sindaco di Lecce, Forza Italia è fuori dalla coalizione che appoggia l’ultimo Presidente della Provincia di Bari.
Attualmente la situazione del centrodestra pugliese è alquanto contorta. Forza Italia, o perlomeno la costola del partito guidata dal commissario Vitali, mandato dal nazionale per estromettere Fitto dal controllo dei consiglieri, appoggia un candidato di un altro partito, contro un uomo che milita nelle sue file. Fratelli d’Italia, per voce della presidente Meloni, pur dichiarandosi lusingata della candidatura della Poli Bortone, sostiene Schittulli, contro quindi la sua candidata. Il Nuovo Centro Destra e la Lega, tanto per non perdere l’abitudine nazionale, puntano su due cavalli diversi, i primi per Schittulli i secondi per la candidata leccese.
Tra le schermaglie autodistruttive per la scelta del presidente, e gli arresti della giunta di Cellino San Marco, chi gongola è il candidato del centrosinistra Michele Emiliano, che vola nei sondaggi a una percentuale vicina al 50% dei voti, potendo diventare agevolmente il successore di Nicola Vendola alla guida della Regione.




Strage Milano. I tanti possibili Giardiello

di Silvio Rossi

 

I magistrati, dopo quanto avvenuto nel Palazzo di Giustizia di Milano, hanno lamentato la continua delegittimazione della Magistratura, indicandola come concausa dell’evento. Pur concedendo ai giudici la legittimità delle recriminazioni, confermando la scarsa attenzione della politica, se non una poco celata ostilità, l’episodio in questione non riteniamo di attribuirlo alla serie “attacco ai giudici”.
L’episodio di giovedì ha visto Giardiello, l’imprenditore accusato di bancarotta, colpire “lo Stato”, o perlomeno chi, nel suo folle immaginario, rappresentava lo Stato. Ha quindi colpito il giudice, reo di aver comminato una condanna nei suoi confronti, ha colpito l’avvocato che doveva testimoniare contro di lui, e due coimputati. Tutti accomunati dalla “colpa” di essersi occupati del fallimento della società che vedeva Giardiello socio con il nipote, rimasto ferito, e un terzo socio, che ha generato debiti per quasi tre milioni di euro.
Nell’immaginario dell’assassino la colpa dei suoi guai non era la sua amministrazione societaria, la colpa era del legale che ha chiesto la restituzione delle somme, del giudice che ha certificato queste richieste, dei creditori che volevano indietro i propri soldi.
La storia non è diversa da quella avvenuta tre anni fa nella sede di Equitalia a Bergamo. Un uomo, che rifiutava di pagare il canone Rai, ha preso in ostaggio alcuni impiegati sparando dei colpi di fucile contro il soffitto. Anche lui attribuiva alla società fiscale la colpa dei suoi obblighi non rispettati.
Anche l’ex vigile urbano che a Cardano in Campo, nel varesotto, quando ha sparato a sindaco e vicesindaco, uccidendo la prima cittadina Laura Prati, nel luglio 2013, riteneva che la colpa del suo allontanamento non dipendesse dalla truffa che aveva realizzato, ma di chi gliela contestava.
Troppo spesso c’è gente troppo piena di se, convinta di poter vivere sopra le regole, certa che i diritti degli altri siano sottomessi ai propri. La mancanza di responsabilità, di coscienza civica, di senso del dovere, è superiore a tutte le possibili falle dei sistemi di sicurezza, alle lacune, alle omissioni dei direttori.
Prima di blindare i palazzi istituzionali, sarebbe il caso di creare un senso dell’onestà che nel nostro paese è merce rara.




MOLISANI NEL MONDO: SHORT FOOD MOVIE OSPITE IN RAI

di Silvio Rossi

Smartphone, tablet o un camcorder connessi velocemente per accedere con un click e registrare un racconto, una storia, divertirsi, da un posto all’altro. Facilmente. Senza confini.
In questo scenario, trovano spazio i cortometraggi della prima edizione di “Molisani nel mondo. Short food movie”, un concorso che ha al suo interno un unica prerogativa, il Molise, la regione d’origine, per narrarlo con gli occhi dei suoi emigrati.
MoliseCinema in collaborazione con l’Ufficio “Molisani nel Mondo” e la regione Molise ha concepito le performance, con un diverso senso degli spazi, delle scene e dei movimenti, attraverso il meraviglioso mondo digitale, quindi con l’ausilio di strumenti tecnologici, ci si infrange con la terra d’origine.

Il contest si lega all’Expo 2015 di Milano: il binomio cibo-vita, in tutti i suoi aspetti culturali, antropologici e produttivi. Infatti la prima edizione di “Molisani nel mondo. Short food movie” dedicherà un’attenzione particolare ai corti che affronteranno questo argomento, legandolo anche ai temi della tradizione alimentare molisana, ai piatti tipici, agli antichi sapori, alle pratiche agricole sostenibili e alle contaminazioni tra luoghi d’origine e luoghi di destinazione. I vincitori parteciperanno alla 13a edizione di MoliseCinema Festival che si terrà a Casacalenda (CB) dal 4 al 9 agosto e a loro verranno dedicati momenti di incontro e di dibattito nei quali potranno raccontare la loro esperienza di vita e di lavoro fuori dai confini regionali e nazionali. Un premio speciale sarà assegnato ai lavori provenienti dal Venezuela, Paese che ospita una delle più grandi comunità di emigrati molisani al mondo.

Di tutto ciò se ne parlerà anche il 21 aprile a Community – L'altra Italia, la trasmissione RAI dedicata agli italiani che vivono all'estero. Cristian Ferrao (Responsabile della programmazione del festival) e Simonetta D'Onofrio (Coordinatrice del progetto Molisani nel Mondo nuovo progetto Molisani nel mondo – Short Food Movie e giornalista de L'Osservatore d'Italia . Dieci minuti per descrivere il concorso, la storia di MoliseCinema, le novità e i progetti, a pochi mesi dalla partenza della tredicesima edizione del Festival.
Le informazioni riguardanti il concorso possono essere prese collegandosi sul sito web: www.molisecinema.it ( in diverse lingue, inglese, spagnolo, tesesco, francese). Fino al 16 maggio qualsiasi molisano residente in Italia e nel resto del Mondo può partecipare. è molto semplice: registrare un breve video, inviarlo www.molisecinema.it o all’indirizzo mail: moliseincorto@molisecinema.it

Il programma RAI – COMMUNITY – L’ALTRA ITALIA sarà in onda in tutto il mondo il prossimo 21 aprile con i seguenti orari:

Rai Italia 1 (Americhe)
NEW YORK / TORONTO: lunedì ore 18.30, dal martedì al giovedì ore 18.45, venerdì ore 18.30
BUENOS AIRES: lunedì ore 19.30, dal martedì al giovedì ore 19.45, venerdì ore 19.30

Rai Italia 2 (Asia-Australia)
PECHINO/PERTH: dal lunedì al venerdì ore 14.45
SYDNEY: dal lunedì al venerdì ore 17.45

Rai Italia 3 (Africa)
JOHANNESBURG: dal lunedì al giovedì ore 16.45, venerdì ore 17.00

Sul sito RAI è possibile leggere il palinsesto aggiornato con gli orari di messa in onda. A fine programmazione, il video della puntata resterà consultabile online, accedendo all'archivio multimediale di Community.

 




ANGUILLARA. I COMITATI DI QUARTIERE CHE NESSUNO (O QUASI) VUOLE

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Stenta la nascita dei comitati di quartiere ad Anguillara. Dopo che lo scorso dicembre sono state effettuate le elezioni del quartiere numero 9 (Ponton dell’Elce, Colle Sabazio, Al Bucceto), qualcuno si attendeva la rapida costituzione di analoghe organizzazioni nelle altre realtà cittadine. Lo scorso mese di marzo avrebbero dovuto essere consegnate le candidature per il quartiere Campo Marinaro/Stazione, per quello che avrebbe dovuto essere, secondo le intenzioni, il secondo comitato nato in rispetto all’istituzione degli stessi. Nonostante la pubblicità data all’evento, e all’impegno personale di Benedetto Titocci, che è stato tra gli autori del regolamento comunale, sono giunte al consigliere con delega ai quartieri, Secondo Ricci, solamente due cittadini hanno dato la loro disponibilità a candidarsi per il direttivo.

Tra pochi giorni, il 18 aprile, ci sarà un nuovo tentativo, che riguarderà questa volta il quartiere Residenza Claudia/Colle dei Pini. Il consigliere Ricci presiederà un’assemblea con i cittadini delle zone interessate, nel tentativo di riuscire a far decollare questo istituto che sembra non scaldare gli animi dei cittadini di Anguillara.

Se la nascita del comitato nei quartieri periferici aveva fatto ben sperare, era logico immaginare una maggiore difficoltà in altri quartieri che, globalmente, hanno meno problemi rispetto a Ponton dell’Elce, Al Bucceto o Colle Sabazio, zone che avevano già comitati precedenti alla nascita di quelli “istituzionalizzati”. Ingenuamente gli ideatori del progetto non hanno considerato come non basta definire la struttura perché i comitati hanno ragione di essere solo se i partecipanti intendono impegnarsi in prima persona per rivendicare i propri diritti, per costruire un’alternativa, o anche una forma di collaborazione con l’amministrazione comunale.

È molto più facile lamentarsi dietro a una tastiera, ma quando si devono trasferire le lamentele nella vita reale, quando c’è il rischio di poter subire critiche per il proprio operato, dopo averne dispensate a profusione contro coloro che vengono accusati di essere degli incompetenti totali.

Se i nostri politici sono in genere restii all’istituzione di organismi di controllo del proprio operato, e preferiscono avere una maggiore libertà d’azione, chi dimostra di non essere pronto alla democrazia partecipata è proprio quel popolo che lamenta sempre la distanza dei politici dalla vita reale.




CONSIGLIO DEI MINISTRI: TROVARE SUBITO DIECI MILIARDI

di Silvio Rossi

Servono dieci miliardi di tagli alle spese. Questo l’imperativo che il premier Matteo Renzi vuole rispettare per evitare l’aumento delle accise IVA imposte dalla manovra fiscale come clausola di salvaguardia.

Un aumento che, se realizzato, significherebbe incrementare di cinquantaquattro miliardi le tasse nel triennio, una cifra notevole, che significherebbe mettere a rischio la ripresa. Il salasso che ne determinerebbe ha un valore di circa lo 0,7% del PIL, cosa che potrebbe far scendere intorno allo zero l’aumento previsto per l’anno in corso.

Nel Consiglio dei Ministri odierno il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan presenterà il DEF, che dovrà contenere le misure di taglio necessarie per scongiurare questa eventualità. Misure che, come da richiesta del Codacons, potrebbero partire dal taglio di oltre cinquecento enti inutili, con risparmi che da soli potrebbero coprire gran parte di quei dieci miliardi. Sembra possibile riproporre il taglio delle centrali di spesa, che sono oggi circa 32.000, e che potrebbero essere ridotte a trentacinque, come propose lo scorso anno il commissario alla spending rewiev Cottarelli.

Quella odierna sarà la vera prova di tenuta del governo, perché più del bilancino sulle quote di poltrone occupate dai vari partiti nella composizione dell’esecutivo, il taglio delle risorse significa depotenziare questo o quel ministero, operazione che ha sempre determinato i malumori nelle formazioni che hanno dato vita alle passate legislature, e che oggi non rinunciano a cercare di mantenere la quota di denaro gestibile direttamente.
Chi sta mettendo le mani avanti, temendo nuovi tagli, sono i sindaci, che devono già subire la diminuzione di 2,2 miliardi previsti per quest’anno. È il presidente dell’ANCI, Piero Fassino, a mettere in guardia l’esecutivo dal far pagare ai comuni le ristrettezze, come ripeterà giovedì in occasione della riunione delle città metropolitane, per affrontare la local tax.




ANGUILLARA, BRACCIANO E TREVIGNANO: CONCESSIONI ARENILI SOTTO IL LIVELLO DELLE ACQUE


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di Silvio Rossi

Le acque del lago, che hanno superato di una ventina di centimetri il livello di sfioro delle paratie che convogliano le acque nel fiume Arrone, preoccupano i gestori degli stabilimenti posti nelle spiagge distribuite nei tre comuni lacustri di Anguillara, Bracciano e Trevignano.
Spiagge che sono state erose dall’innalzamento della superficie delle acque, delle quali è rimasto soltanto un misero ricordo, inutilizzabile per qualsiasi attività balneare. Tale situazione ha fatto preoccupare chi nell’offerta ai turisti ha creato la propria attività, col rischio di non poter più svolgere il proprio lavoro.

Fermo restando il rispetto per chi lavora, offrendo servizi ai bagnanti, viene da riflettere come sia stato possibile, da parte dei tre comuni (Anguillara, Bracciano e Trevignano), aver concesso le autorizzazioni per lo sfruttamento degli arenili.

Il livello del lago, oggi, è di circa 163,20 metri sul livello del mare. Un valore più alto di almeno mezzo metro rispetto alla media tenuta dal lago negli ultimi decenni. Un valore ritenuto troppo alto sia dai sindaci che dagli imprenditori del settore. Un livello che è però 80 centimetri più basso di quanto stabilito dal catasto per definire la proprietà dei terreni, pubblici o privati, che corrisponde a 164 metri.

In pratica, basandoci sulle mappe catastali, sono state date le concessioni in zone che si trovano sotto il livello delle acque, è stata data la possibilità di realizzare degli stabilimenti in una terra che, legalmente, non esiste.
Sebbene tutte le autorità, nel recente incontro organizzato dai sindaci del territorio, abbiano espresso la volontà di stabilire una regolamentazione delle acque che possa salvaguardare la riserva idrica per ACEA, e le esigenze degli stabilimenti, se un domani una qualsiasi autorità dovesse stabilire che tutto ciò che è stato costruito sotto i metri non merita tutela, i gestori diventerebbero, come viene detto usualmente, “cornuti e mazziati”. Speriamo solo che il buon senso eviti di giungere a questo punto.




PERISCOPE, LA MODA DEL MOMENTO CONTAGIA I VIP

di Silvio Rossi

Sta diventando la moda del momento. Così com’è avvenuto qualche tempo fa per Facebook, e più recentemente per Twitter, la nuova frontiera della comunicazione globale è l’app “Periscope”, che consente di inviare in streaming, in diretta, i video dal nostro telefonino.
Disponibile attualmente solo per I-phone, ma tra breve verrà rilasciata anche la versione Android, la piattaforma di condivisione ha conquistato un gran numero di utenti in pochissime settimane. Sta esplodendo la “periscopemania”, che coinvolge normali cittadini e, soprattutto, i vip.
Molti personaggi pubblici, infatti, stanno sperimentando per primi questa forma di comunicazione “social”, così com’erano tra i più assidui twittatori. Forse perché un attore, un cantante, un personaggio del mondo dello spettacolo, è più predisposto a condividere con proprio pubblico le emozioni, perché ha già infranto il velo di riservatezza che spesso frena i “comuni mortali”.

Ne parliamo con Giulio Base, attore e regista che è tra i primi in Italia a “divertirsi” con il nuovo media.


Tu sei una persona che si lancia volentieri in queste “avventure”, usi Twitter in maniera intensiva, qual è stato il tuo approccio con Periscope, e perché lo usi?
Il mio approccio parte dalla curiosità, soprattutto la curiosità. Credo che venga dall’amare da sempre la tecnologia, il futuro… e anche le persone, e quindi in un mondo in cui effettivamente si sta un po’ rinchiusi, è vero da una parte che i social possono rendere ancora più rinchiusi, ma invece il lato della medaglia che piace a me, è che ti fa conoscere migliaia, decine di migliaia, milioni di persone.


I social comunque possono anche farti conoscere persone che poi si incontrano dal vivo e ci si fa amicizia.
Certo, ma non hai idea. Gli ultimi migliori amici, amiche, persone belle che ho incontrato, le ho incontrate proprio sui social. Ci si studia, ci si capisce, si vedono tante affinità, poi quando ci s’incontra, sembra di conoscersi da sempre, ed effettivamente si è molto affini, e le amicizie durano.


Tu sei regista, quindi impegnato nelle riprese di video con una ben definita scrittura. Realizzando questi video “per gioco”, li vedi sempre con l’occhio del regista, o ti abbandoni alla parte più ludica?
Io direi le due cose insieme. In quell’attimo sono io, Giulio che riprende, che certamente si diverte, quindi la componente del gioco esiste, però sono io, con tutto quello che io ho, quindi evidentemente con una capacità, diversa se vuoi, di saper guardare le cose, e nello stesso momento dimenticandomi che quello è uno strumento non adeguato a fare delle cose professionali, per quanto ormai gli I-phone hanno qualità di altissimo livello. Quindi mi butto, diciamo, mi piace, mi diverte l’idea. Adesso, per esempio ho fatto dei video, cinque minuti fa, perché ho visto un tramonto meraviglioso a Castel Sant’Angelo mentre andavo a casa, e vedevo che dal mondo, dal Texas, dalla Thailandia, dalla Cina, dall’India, dal Messico, dalla Turchia, dagli Stati Uniti, che mi salutavano, che dicevano “che bello, grazie per condividere questo”, che è un’emozione abbastanza nuova. Infatti parlavo in inglese, qualcuno mi chiedeva perché parlavo in inglese, e ho preso a parlare italiano, poi mi hanno salutato dalla Francia e mi sono messo un po’ a parlare francese. L’emozione della diretta, in cui tutti ti ringraziano per quello che tu stai facendo, è un’esperienza sicuramente nuova, ma non per me, per il mondo. Quindi è sicuramente affascinante.
Ma mettere tutto in diretta, non fa perdere il rischio della perdita dell’intimità? Non ci fa rischiare di rimanere scoperti?
Quello io credo sia il rischio di tutti i video, diretta o meno. Se tu fai un video mentre stai al bagno, o mentre fai l’amore, e lo metti su youtube, l’intimità l’hai persa lo stesso, la diretta è la stessa cosa, cioè si tratta di saper calibrare la propria, io la chiamerei la propria dignità.


È un po’ come il pilota che deve sapere qual è il punto in cui deve frenare?
Sì, certo. La mia la conosco, ed è abbastanza alta, cioè non metterei mai le cose mie intime: il mio bagno, la mia camera da letto, le mie cose private. Però ognuno il limite della sua dignità lo decide da se. Così come ha recentemente detto papa Francesco: “Chi sono io per giudicare un altro?”, cioè è evidente che delle regole vengono date, io credo che la stessa organizzazione di Periscope sia pronta a cancellare materiale pornografico o pericoloso.


Tu comunque, a volte hai twittato foto in famiglia, in momenti di divertimento, quando hai comprato l’asticella per i selfie.
È, vero, mi sa che a Pasqua li faccio di nuovo…


Hai comunque un rapporto con i figli che ti vedono come partecipe all’uso della tecnologia, mentre molti genitori sono in imbarazzo nell’uso di questi strumenti. Cosa ti dicono loro? Sono contenti di avere un padre che si mette in gioco?
Loro mi fomentano. Stiamo parlando di nativi digitali. Per loro il fatto che adesso sto su Periscope, li diverte da morire, mi seguono, vogliono farlo loro, questo è il loro modo di comunicare.


Sono contenti allora di avere un padre che parla il loro linguaggio?
Sono strafelici. Mi dicono: “Papà, ieri hai fatto un video, che figata, che bello, facciamone un altro”, io direi che il motivo per cui sono così attivo, è per stare al passo loro.