METRO LONDRA E SHAKESPEARE, UN ESEMPIO CHE NON POSSIAMO SEGUIRE

di Silvio Rossi

 

In questi giorni, in corrispondenza del quadricentenario della morte di William Shakespeare, il più famoso drammaturgo britannico, scomparso, sembra, il 23 aprile del 1616, nel giorno del suo cinquantaduesimo compleanno (anche se le notizie reali sulla nascita e morte del bardo sono avvolte nella nebbia della leggenda), la metropolitana di Londra ha cambiato il nome delle sue stazioni in suo onore, assumendo i nomi dei personaggi narrati nelle sue opere.
Un’operazione di marketing territoriale che unisce due eccellenze del paese, da un lato lo scrittore più rappresentativo non solo dell’isola, ma dell’intera cultura occidentale dell’epoca rinascimentale, dall’altro il sistema di trasporto metropolitano urbano più antico del mondo, inaugurato oltre un secolo e mezzo fa, tra i più estesi ed efficienti dell’intero continente.
Una scelta che rende certamente più simpatico il viaggio sotterraneo nella capitale inglese, anche se inizialmente qualche equivoco potrà comunque generarsi, che potremmo ripetere, adattandola alle nostre strutture e alla nostra cultura.
La metropolitana romana avrebbe potuto quindi, se ne avessimo avuto la giusta ispirazione lo scorso anno in concomitanza con i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, vedere trasformata la sua linea con stazioni ispirate a Paolo e Francesca, a Caronte, o ad altri personaggi presenti nella Divina Commedia.
Nel caso, però, c’era solo un piccolo problema. Se avessimo voluto intitolare le tre linee della metro romana ai libri della commedia dantesca, sarebbe stato semplice affidare a una qualsiasi delle direttrici di trasporto il collegamento all’inferno. Più difficile scegliere quale linea avrebbe potuto sposare il nome del purgatorio, impossibile pensare all’abbinamento col paradiso.
Perché, viste le condizioni del trasporto capitolino, sia che si parli di superfice che, tanto più, si pensi alle sotterranee, l’abbinamento più naturale, per tutte le linee romane, resta quello del primo libro della commedia dantesca: lasciate ogni speranza o voi che entrate.




REFERENDUM: DIVISIONI, POLEMICHE E "MAGGIORANZA SILENZIOSA"

di Silvio Rossi

Nella consultazione referendaria di domenica scorsa, gli italiani hanno scoperto come, a fronte delle minoranze politicizzate e sempre pronte a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, e a volte anche oltre la ragione, c’è sempre una maggioranza silenziosa, che non fa propaganda, non twitta, non polemizza, non lancia strali contro chi la pensa in maniera diversa, ma che determina l’esito delle votazioni.

Che poi la maggioranza degli italiani abbia contribuito al fallimento del quesito referendario, preferendo l’astensione rispetto al voto negativo, sebbene sia stata una scelta duramente avversata dai sostenitori del SI, non è certo una novità. Da venti anni a questa parte, se si escludono i quesiti del giugno 2011 su acqua pubblica e nucleare, sono stati ventiquattro i quesiti che non hanno raggiunto il numero di votanti necessario per essere presi in considerazione. Troppi per non far comprendere ai promotori (che siano comitati cittadini o consigli regionali, come nell’ultimo caso) che lo strumento referendario deve essere utilizzato con parsimonia, con intelligenza, per evitare di gettare alle ortiche la possibilità di influire nelle decisioni con scelte sbagliate nei tempi e nei modi, e che a ogni passo falso, si bruciano risorse che avrebbero potuto essere destinate a iniziative migliori.
L’astensione sulle trivelle, così come quelle passate sulle carriere dei magistrati, sull’ordine dei giornalisti, su alcune norme elettorali, ha fatto comprendere che gli astenuti sono paragonabili ai quarantamila che nell’ottobre 1980 misero all’angolo le minoranze sindacalizzate in Fiat.

Ciò che ci ha lasciato, a pochi giorni dal voto, il referendum, è una spaccatura sempre più aspra tra le opposte fazioni, un’acredine che traspare da parte degli sconfitti, che hanno apostrofato chi non ha votato con ingiurie e accuse non degne di persone civili.
A certi attivisti devono essere ricordate due cose: una minoranza, per quanto rumorosa, per diventare maggioranza, deve raggiungere e superare il cinquanta per cento della forza votante, altrimenti resta minoranza, e soprattutto, che non ci si può permettere di dare lezioni di democrazia agli altri, se si ignora la massima attribuita (forse però non fu veramente lui a dirla) a uno dei padri della democrazia moderna, il francese François-Marie Arouet, che nel Settecento disse: «Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo».




L'ASSOCIAZIONE SALVIAMO BRACCIANO RISPONDE ALLE INSINUAZIONI DELL’EX VICESINDACO NARDELLI

di Redazione Politica

 

Non solo il leader del Patto per Bracciano, Armando Tondinelli, che ha prontamente replicato a quanto scritto dall’ex vicesindaco Giampiero Nardelli. Anche l’associazione Salviamo Bracciano ha risposto a quanto scritto da quest’ultimo, dove ha lanciato accuse ai rappresentanti delle associazioni che, dalle sue parole: “in questi ultimi 7-8 anni sono stati la grancassa delle gesta e delle denunce portate avanti dall’ex consigliere Tondinelli”.
I membri dell’associazione non ci stanno a essere additati a colpevoli di chissà quale manchevolezza. Non sono certo loro, ci dicono, ad aver nulla da nascondere del loro operato, non sono stati loro, continuano, a dover subire gli accertamenti della magistratura.
Per questo motivo hanno affidato a un comunicato la risposta a Nardelli, che pubblichiamo in seguito.

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Arriva la prima reazione a orologeria da parte di qualcuno della vecchia amministrazione Sala, al quale non è piaciuta la folla di braccianesi presenti all’inaugurazione della sede elettorale della nuova lista civica Patto per Bracciano, che sostiene Armando Tondinelli candidato sindaco. Ecco Gianpiero Nardelli, ex vicesindaco con alcune considerazioni sull’Osservatore Laziale di ieri: “Tra queste persone abbiamo scorto – evidenzia l’ex vice sindaco – anche rappresentanti di varie associazioni e amministratori di pagine facebook, apartitiche si intende!, che in questi ultimi 7-8 anni sono stati la grancassa delle gesta e delle denunce portate avanti dall’ex consigliere Tondinelli: ma tutto questo (dobbiamo riconoscerlo e chi non lo fa è in malafede), è avvenuto ovviamente con “smisurata” obiettività ed in linea con le regole anglosassoni dello stile giornalistico”.

Chi potrebbero essere queste associazioni innominate? Per quanto riguarda la nostra, Salviamo Bracciano, ci riconosciamo in pieno in queste righe. Ma non si capisce come Nardelli arrivi ad insinuare che alcuni dei nostri soci erano lì in rappresentanza di Salviamo Bracciano. Siamo cittadini con diritto di voto o lo è solo lui quando si dichiara, sempre nello stesso articolo, “ ‘semplice elettore’, specificando il fatto che quest’ultima condizione non significa essere ‘apartitico o apolitico’ “? Gestire pagine facebook e informare i cittadini di Bracciano toglie forse il diritto sancito dall’art.48 della Costituzione Italiana? Semmai Nardelli si legga il comma quattro, non si sa mai. E si legga anche la legge sul diritto d’informazione. Salviamo Bracciano è stata la grancassa dell’ex consigliere Tondinelli? E voi dov’eravate quando chiedevamo spiegazioni, trasparenza, partecipazione? Quando vi chiedevamo i consigli comunali aperti alla cittadinanza? Quando in quelli a senso unico (come la sua pagina facebook) erano vietate foto e registrazioni audio-video? Quando non rispondevate alle nostre istanze e richieste di informazione e di accesso agli atti protocollate? Quando le nostre notizie erano interdette su Fuori dal Comune? Quando i Consigli di Quartiere erano controllati da membri di vostra fiducia? Quando lei con sarcasmo ci accusava di “turismo giudiziario” alle udienze dei suoi colleghi amministratori pubblici?

Quanto avete fatto pagare a quei cittadini per aver divulgato, criticato, espresso la propria preoccupazione su molte azioni dell’amministrazione Sala, della quale lei è stato parte integrante per due legislature? Ci riferiamo alle cause giudiziarie e a quelle scelte volute e sottoscritte anche da lei, che sono costate centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici per “punire” e mettere sotto silenzio quello che la magistratura adesso contesta a lei e ai suoi “sodali”, secondo la sua espressione. Ma ci riferiamo soprattutto ai risultati catastrofici della vostra gestione, sotto gli occhi di tutti i cittadini. Avete avuto 9 anni per dimostrare che le cause del disastro odierno vanno attribuite alla giunta Negri (2002-2007) e a Tondinelli. Da cittadini parte in causa per quello che abbiamo subito e per quello che ci riserva il futuro, abbiamo il diritto di condividere la nostra indignazione, senza dover rendere conto a lei. Poi ognuno farà le proprie scelte elettorali. E’ stata l’occasione per dire grazie a un consigliere comunale che da solo, nonostante le vostre persecuzioni, ha cercato di porre un freno a quanto stava succedendo. Aveva altre possibilità oltre che fare denunce? Sì, se fosse sceso a patti con voi!

Dalle sue insinuazioni emerge la lunga battaglia che Salviamo Bracciano ha condotto in tutti questi anni. Chissà che qualche merito non venga attribuito anche a questa associazione che rimane e rimarrà fuori dall’attività di partiti e liste civiche, chiunque sia il candidato sindaco che verrà scelto dall’elettorato.

Ass. Salviamo Bracciano
 




BRACCIANO, INAUGURATA LA SEDE DI "PATTO PER BRACCIANO"

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – A Bracciano molte persone hanno fatto da cornice all’inaugurazione della sede del comitato elettorale della lista “Patto per Bracciano”, nei locali di via San Francesco d’Assisi 14.

Assieme ad Armando Tondinelli, leader del movimento, c’erano diversi amici, persone che hanno sostenuto le iniziative dell’ex consigliere comunale nelle sue battaglie per la legalità, e molti cittadini che hanno ritenuto degna di attenzione l’iniziativa.

Non ci sono state sfilate di politici, frasi di convenuto, discorsi lunghi. La cerimonia è stata caratterizzata dalla sobrietà e dalla promessa di impegnarsi per portare il Patto a conquistare la vittoria alle elezioni di giugno. “Abbiamo avuto un’ottima risposta da parte dei cittadini – afferma il leader della lista “Patto per Bracciano”, Armando Tondinelli – che hanno compreso lo sforzo che abbiamo messo in atto – prosegue Tondinelli – per mandare definitivamente a casa le persone che fino a oggi hanno male amministrato la città. È la prima volta che a Bracciano avviene un coinvolgimento simile. – Aggiunge Tondinelli – Sono venuti molti sostenitori che appartengono a diversi settori della società civile, coinvolti da un progetto che ha come elemento fondante la trasparenza e la condivisione delle scelte. Da oggi la struttura è a disposizione di tutti i cittadini che vogliono impegnare il proprio tempo e mettere in comune le proprie esperienze. Bracciano ha bisogno di un cambiamento radicale, – evidenzia il candidato a sindaco – perché la politica cittadina non può più rimanere schiava di chi, fino a ora, ha anteposto i propri interessi a quelli collettivi. Nella nostra sede sono bene accette tutte le proposte, le iniziative, volte a coinvolgere la cittadinanza, perché la politica deve essere vicino ai braccianesi, e non essere vista come un elemento estraneo alla vita delle persone. Dobbiamo riportare nelle piazze, – conclude Tondinelli -nei negozi, tra i bar, la voglia di parlare del nostro futuro. Per questa ragione è nato il nostro slogan: "Gli indignati abBRACCIANO il cambiamento".




ANGUILLARA ELEZIONI, CENTRODESTRA: COLPO DI SCENA DI ANTONIO PIZZIGALLO

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Ad Anguillara Sabazia la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative inizia ad entrare nella fase calda e così si assiste alle prime schermaglie dentro e fuori le varie coalizioni.
Dopo l’investitura di Matteo Flenghi per il partito Democratico e la presentazione della squadra del Movimento 5 stelle, la grande attesa è ora sul nome che il centrodestra deciderà di presentare per la candidatura a sindaco di Anguillara.

Lo scorso 20 marzo, all’apertura della sede elettorale della lista civica 'AnguillaraSvolta', i tre esponenti del centrodestra di Anguillara – Sergio Manciuria capogruppo in consiglio comunale per "ScegliAmo Italia per riformare l'Europa", Stefano Paolessi e Antonio Pizzigallo quest'ultimo capogruppo Forza Italia – apparivano uniti con la convinzione che solo con un lavoro di squadra si possono battere gli avversari nel confronto alle urne.

Ma come spesso accade, nelle squadre c’è sempre qualcuno che non sa rinunciare alle proprie ambizioni a favore del bene comune ed ecco che nella serata di martedì 29 marzo 2016, nonostante dalle nostre informazioni le trattative interne alla coalizione per la definizione delle cariche sia ancora in divenire,  è stato sfoggiato uno striscione che lascia pochi dubbi sulle ambizioni dell’ex sindaco di Anguillara.  

La scritta “PIZZIGALLO Sindaco”, forse riesumata da precedenti campagne elettorali, è comparsa in maniera evidente davanti a una zona commerciale di Anguillara, quasi a voler chiamare i propri alleati ad accontentare le volontà dell’esponente politico che si presentò nel 2011 a capo di una lista civica che “tolse” 1.800 voti dal campo del centrodestra spianando la strada alla vittoria del sindaco Pd Francesco Pizzorno.

Se è vero, da come sembra, che non è ancora stata presa una decisione collegiale su chi debba rivestire l’incarico più prestigioso, come prenderanno i suoi alleati questo “coup de theatre”? Aver messo in bella mostra questo striscione, ancor prima di un annuncio ufficiale da parte della squadra di centrodestra rappresentata dalla lista civica 'AnguillaraSvolta'  è interpretabile come un evidente segno di forzatura e di insicurezza da parte dell'ex sindaco Antonio Pizzigallo.Una convinzione o una speranza lanciata in aria? Forse l'ex sindaco di Anguillara si è ormai convinto di non avere argomenti più convincenti di quelli dei suoi alleati?

Per conoscere la risposta occorrerà attendere ancora qualche giorno
quando gli elettori di centrodestra e non scopriranno se lo striscione piazzato ufficiosamente è stato solo l’anticipo di un’investitura o se si è trattato di una mossa azzardata che rischia di compromettere l’accordo che fino a pochi giorni fa sembrava costruito su solide basi.
 
Una ostinazione, così appare ad alcuni elettori di centrodestra contattati dal nostro quotidiano per avere un’opinione, quella di Pizzigallo, per la poltrona cittadina più ambita, che rischia di creare danni irreparabili, come avvenne nel 2009 quando, nonostante una incompatibilità che ne determinò la decadenza, si candidò diventando sindaco, fino alla nota sentenza del giudice.

Non sappiamo se definirla voglia di protagonismo o altro, fatto sta che Antonio Pizzigallo siede in Consiglio comunale da oltre venti anni. È stato sindaco nello scorso millennio, è stato candidato alla carica anche nel 2004 e nel 2011, risultando sconfitto dai suoi avversari di centrosinistra. E non può certamente apparire in linea con la dicitura di “svolta” richiamata nella lista elettorale.

Parlare di “svolta”, che poi è il nome della lista del centrodestra sabatino, qualora dovesse confermarsi la candidatura di Antonio Pizzigallo a sindaco di Anguillara sarebbe forse più fedele ai fatti cambiare il nome della lista in  'AnguillaraRISvolta… nel passato'.
 




ADDIO A JOHAN CRUYFF, LEGGENDA DEL CALCIO

di Silvio Rossi

È morto oggi, all’età di 69 anni Johan Cruyff, una leggenda del calcio degli anni settanta, centravanti di quel calcio totale olandese che è stata la più grande innovazione tattica dello sport forse più seguito al mondo.
Il calciatore, nato ad Amsterdam nel 1947, è stato la bandiera dell’Ajax, con cui ha giocato dieci campionati, vincendo tre Coppe dei Campioni, la Supercoppa Uefa e la Coppa Intercontinentale. Dal mese di ottobre 1973 passò al Barcellona (vincendo al primo anno il campionato spagnolo dopo 14 anni di digiuno), dove rimase per cinque anni.
Fu uno dei protagonisti della grande Olanda, che giunse seconda ai mondiali del 1974 in Germania dietro ai padroni di casa, meravigliando il mondo per la spettacolarità del calcio, la grande capacità di corsa, l’intercambiabilità dei ruoli tra gli uomini in campo. Proprio Cruyff, schierato come centravanti, ma diverso dalle punte statiche che popolavano le squadre di quel tempo.
Durante i mondiali tedeschi si mise in luce segnando una doppietta all’Argentina e un goal contro il Brasile, non riuscì però a essere incisivo nella finale, persa per 2 a 1 contro la squadra di Vogts e Muller (che realizzò la rete decisiva). Durante la sua carriera segnò circa 400 reti, guadagnandosi il soprannome di “Profeta del goal”.
Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, ha intrapreso l’attività di allenatore, con la stessa squadra che lo vide esordire come calciatore (l’Ajax), portandolo in due anni a vincere di nuovo una coppa internazionale (la Coppa delle Coppe del 1987), cosa che non accadeva dal 1973, anno in cui Cruyff lasciò la squadra.
L’anno successivo andrà ad allenare il Barcellona (ripetendo il passaggio che fece già da calciatore), portando la squadra catalana a vincere le prime coppe internazionali, una Coppa delle Coppe e nel 1992 la Coppa dei Campioni battendo in finale la Sampdoria di Mancini e Vialli.
Negli anni novanta subì diversi interventi per problemi cardiaci, che lo hanno allontanato per diversi anni dalla carriera di allenatore, ripresa nel 2009, fino all’addio definitivo nel 2013 quando allenava la selezione catalana.
Nel mese di ottobre 2015 ha annunciato di essere malato di tumore ai polmoni, malattia che lo ha portato alla morte, annunciata da una nota della famiglia, che ha chiesto di “rispettare la privacy della famiglia durante il loro momento di dolore”. Cruyff era sposato con Danny Coster, ex modella, figlia di un industriale dei diamanti, e aveva tre figli e un nipote.




ANGUILLARA, ELEZIONI: IL CENTRODESTRA INIZIA LA CAMPAGNA ELETTORALE "ROVENTE"

Red. Politica

Anguillara (RM) – Si può definire caustico il commento dei capigruppo dell’opposizione nel Consiglio Comunale di Anguillara Sabazia alla notizia del risultato delle primarie del centrosinistra. In un comunicato congiunto scrivono: “Facciamo i migliori Auguri al nostro avversario Matteo Flenghi per l’investitura al fotofinish alla candidatura Sindaco del partito democratico”.

Cosi commentano i gruppi consiliari di opposizione all'indomani del risultato del 20 Marzo mentre nella medesima giornata unitariamente erano impegnati all'inaugurazione delle sede di AnguillaraSvolta.

“Tale scelta con lo strumento delle primarie va sicuramente rispettata, seppure ha fatto riaffiorare antichi rancori e guerre intestine – continuano Manciuria, Pizzigallo e Paolessi – soprattutto perché darà l'opportunità a noi Capogruppo di Minoranza di conoscerlo e confrontarsi in campagna elettorale, forti del fatto che la sua azione amministrativa in questi cinque anni di agonia per la città lo ha visto protagonista solo sotto forma di sbiadito ologramma.

Purtroppo per Anguillara, cui va il nostro primo pensiero, – sostengono i tre esponenti – dai banchi dell'opposizione non siamo mai riusciti a sentire una sua dichiarazione, né abbiamo mai avuto contezza di qualche sua azione incisiva come assessore delegato al turismo e alle attività produttive. Il turismo in questa città è il vero punto programmatico scomparso dal calendario, nulla è stato fatto per rendere il paese un attrazione per i turisti, un vero peccato considerata la straordinaria bellezza del territorio”.
Le critiche degli esponenti di centrodestra si concentrano sull’azione dell’attuale assessore della giunta Pizzorno, colpevole, a loro detta di non essere stato efficiente.

“Le attività produttive languono come il settore del commercio ormai alla frutta per carenza di programmazione e interventi significativi per uscire dalla crisi economica. Anzi insieme al mentore Pizzorno e all'intercambiabile Stronati è stato l'artefice del raddoppio delle tasse per la raccolta dei rifiuti a favore del dimezzamento per le banche.

Le uniche attività produttive che hanno proliferato sono state le cave, a danno dell'ambiente e della salute dei cittadini. L’area artigianale, in precedenza fiore all'occhiello, ora rappresenta una landa desolata dove sopravvivono quattro cinque attività a fronte delle cinquanta previste. Per finire tra le sue deleghe quella dello sport dove siamo in attesa dei bandi e della sistemazione definitiva dei campi e palazzetti di Prato Viale e dell'utilizzo di quella di Ponton Elce dopo l'inaugurazione del 13 Settembre scorso.

Se il buongiorno si vede dal mattino, Flenghi – concludono gli esponenti sabatini- può sicuramente rappresentare una soluzione di continuità per lo sconfitto Vice Sindaco e nella condotta disamministrativa dell' uscente Pizzorno, ma non certo per la rinascita del paese. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida per invertire lo stato di degrado e far vivere una nuova primavera alla città di Anguillara”. Un attacco frontale, che preannuncia una campagna elettorale rovente.




ANGUILLARA, PRIMARIE PD: VINCE MATTEO FLENGHI

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Sarà Matteo Flenghi il candidato del Partito Democratico per le elezioni amministrative di Anguillara. L’assessore al turismo e alle attività produttive ha ottenuto 917 voti, superando di poche preferenze l’attuale vicesindaco Silvio Bianchini che si è fermato a 899 schede a suo favore.

Il risultato è giunto a tarda notte, segno evidente dell’attenzione nelle operazioni di spoglio che una consultazione così equilibrata tra i due esponenti dell’attuale giunta ha generato. Una battaglia vera per conquistare la candidatura al palazzo baronale, che ha visto il partito diviso praticamente a metà, tra il vincitore, che aveva dalla sua parte l’endorsement del sindaco uscente, del resto della giuunta e del deputato Emiliano Minnucci, e lo sconfitto che, numeri alla mano, va riconosciuto l’onore delle armi.

I votanti sono stati circa duemila, un buon risultato, che ha premiato lo sforzo dei volontari del partito, presenti in quattro seggi per tutta la giornata di ieri. Al termine dello spoglio ci sono state 7 schede bianche, 13 nulle e 5 schede contestate, segno evidente dell’equilibrio tra le due fazioni.

Il segretario della sezione ci ha detto: “Posso dire che l’affluenza è in linea con le precedenti primarie. Considerato che a Roma o in altre realtà locali, rispetto a qualche anno fa i votanti alle primarie sono diminuiti, lo ritengo un segno di buona salute del Partito Democratico di Anguillara Sabazia”. Sarà compito di Flenghi ora cercare di attirare i voti della coalizione, cercando di trovare l’intesa con la sinistra più radicale e con le associazioni cittadine.




LOS ANGELES. TROVATO MORTO KEITH EMERSON: SI IPOTIZZA IL SUICIDIO

di Silvio Rossi

Nella notte, nella sua casa di Los Angeles, è morto all’età di 71 anni, Keith Emerson, il più eclettico tastierista che la storia del rock mondiale abbia conosciuto. Il suo nome è legato al trio che ha stravolto il progressive rock dei primi anni settanta: “E, L & P”, assieme a Greg Lake, chitarrista e Carl Palmer, batterista.

Il corpo di Emerson è stato trovato dalla compagna con un colpo alla testa, le forze dell’ordine hanno formalizzato l’ipotesi di suicidio. La star soffriva di una forte depressione, a causa della tendinite che lo colpiva da anni, e ne ha condizionato la carriera.

L’immagine di Emerson resta legata alla superband, formata nel 1970, e al concerto “Picture at an esibition”, registrato l’anno successivo, che ha rappresentato la più interessante rivisitazione in chiave rock di un concerto di musica classica (la suite “Quadri a un esposizione” di Modest Musorgskij), un esperimento di virtuosismo che esaltava le grandi qualità strumentali dei tre musicisti britannici. Nei concerti del gruppo, l’immagine di Emerson appare, coi suoi lunghi capelli biondi, spesso seminascosta da enormi sintetizzatori Moog, composti da centinaia di manopole abilmente manomesse dal tastierista, per la riproduzione di originali suoni che hanno caratterizzato la loro musica. Dopo la conclusione dell’esperienza con gli ELP, Keith ha continuato la carriera da solista, alternata da una serie di reunion con i suoi compagni, che non sono mai riuscite però a ricostituire gli antichi fasti. Nel nostro paese, il grande successo commerciale arrivò nel 1976, quando la sua incisione di un brano del 1927 di Meade Lux Lewis fu utilizzata come sigla del programma televisivo “Odeon – tutto quanto fa spettacolo”. Honky tonk train blues, questo il titolo del pezzo, è diventato, nella versione di Emerson, una vera e propria palestra per centinaia di pianisti.

Personalmente abbiamo visto Emerson tre anni fa, ospite della trasmissione di Carlo Conti “I migliori anni”. Durante le prove, nonostante l’immagine non era più certo quella dei primi anni, e la tendinite alla mano destra che si portava dietro da una ventina d’anni, nel momento in cui le sue dita hanno iniziato a sfiorare i tasti del pianoforte, tutto lo studio si è bloccato per ammirare la tecnica sopraffina che non ha mai abbandonato il musicista proveniente dallo Yorkshire.




SIRACUSA: SITO DELLA PROVINCIA SOTTO ATTACCO

di Silvio Rossi

Siracusa – Qual è il livello di sicurezza informatica dei portali istituzionali? Come fa un cittadino a essere sicuro quando naviga nel sito della regione, della provincia, del proprio comune? Spesso le istituzioni locali non hanno la possibilità di garantire un’adeguata manutenzione, col risultato di avere pagine vulnerabili all’attacco degli hacker.

Uno degli ultimi esempi è il sito della Provincia di Siracusa, dal quale sono partite mail spamming verso molte persone, nel tentativo di estorcere al malcapitato di turno i dati di accesso al conto bancario (il cosiddetto phishing). Una mail che giunge da un indirizzo riconducibile a una pubblica amministrazione può far abbassare le difese del navigatore medio, che può sentirsi rassicurato, per cui il pericolo è notevole.

Nel caso specifico, la mail, inviata da un indirizzo “postmaster@provincia.siracusa.it”, che non è una casella di mail gestita direttamente dal sistema informatico provinciale, ma probabilmente un “alias”, ossia un nome di facciata, generato da qualche hacker quando è entrato nel sistema di controllo del sito, contiene un link a una pagina chiamata: www.provincia.siracusa.it/public/atti.

Una pagina apparentemente innocua, ma che contiene il tranello. Infatti, come ci ha confermato la responsabile del sito provinciale, la dottoressa Vincenza Sicuso, nel loro dominio non esiste una pagina col nome “public”. Il link in questione, tramite la pagina creata dall’hacker nel sito, rilancia a un sito dove vengono raccolti i dati dei malcapitati, cui viene chiesto di confermare i dati di accesso al sistema di home banking di Banca Intesa (questo nel caso da me controllato, probabilmente ci sono altre pagine con le schermate di altre banche).

Il sito dove gli ignari visitatori vengono reindirizzati è gestito da una oscura società di software indiana, ubicata a Calcutta, dove difficilmente le denunce per truffa intentate da chi ha subito il furto dei dati potranno avere soddisfazione.
La responsabile del sito ci ha confidato come è un po’ di tempo che sono sotto l’attacco di hacker, e che le numerose denunce da loro presentate non sono riuscite comunque a far fermare questo problema. La provincia non dispone di fondi per dotarsi di un sistema di sicurezza adeguato. Forse, un piano nazionale per far convergere i siti istituzionali in server più controllati, gestiti direttamente dal Ministero all’Interno, con il controllo della Polizia Postale, potrebbe essere una soluzione da non sottovalutare.




ANGUILLARA. SECONDO RICCI RIMETTE LA DELEGA AI QUARTIERI

di Silvio Rossi

 

La notizia, con la campagna elettorale già iniziata, sorprende inizialmente il lettore. Il Presidente del Consiglio Comunale, Secondo Ricci, rimette nelle mani del sindaco la delega ai quartieri. La motivazione, secondo le dichiarazioni dello stesso Ricci, è la sofferenza che i comitati vivono nel non ricevere risposte da parte degli amministratori alle loro richieste. Ha scritto che i comitati “sono allo stremo”.
Strano, però, che solo pochi giorni fa, su un giornale del luogo, si lodavano le mille iniziative dei tre comitati esistenti, raccontati come la più grande istituzione democratica dopo le polis greche.
Non riusciamo a credere che Ricci sia veramente così affranto delle mancate risposte date dagli assessori alle sue “creature” istituzionali. Perché se è vero che pretende attenzione dagli altri, avrebbe dovuto per primo lui fornire le risposte a chi, certo di aver subito un’ingiustizia, ha chiesto il suo intervento, come responsabile dei quartieri.
Non lo ha fatto neanche con le richieste protocollate a suo nome, dove dietro precise e documentate accuse, ci si sarebbe dovuti attendere una sua presa di posizione, anche fosse stata di diniego. Invece no, il consigliere delegato ai quartieri ha pilatescamente ignorato qualsiasi richiesta d’intervento, applicando rieptutamente quel comportamento che oggi rimprovera ai suoi colleghi di coalizione.
In certi casi le dimissioni non sono un atto di orgoglio, ma una fuga dalle proprie responsabilità, effettuata nel momento in cui ha raggiunto la consapevolezza di non essere capace a governare in maniera adeguata la partecipazione popolare tanto sbandierata, ma poco sostenuta dai fatti.
Non sono le risposte non fornite dagli assessori a spaventare Secondo Ricci. Certamente come causa di questo suo gesto riteniamo sia più plausibile l’interrogazione che il consigliere Sergio Manciuria ha presentato proprio a lui, che come Presidente del Consiglio Comunale, avrebbe dovuto fra qualche giorno discutere sulle sue stesse mancanze.
È troppo comodo oggi fuggire e lasciare la patata bollente nelle mani del sindaco, che si era fidato, forse eccessivamente, della sua collaborazione, i cui risultati oggi sono impalpabili.