AD OGNI COSTO

A QUALSIASI COSTO

DI ROBERTO RAGONE

Ormai non si tratta più della volontà degli Italiani: i mezzi adottati da Renzi & Co. per far passare la ‘schiforma’ costituzionale non conoscono limiti. Menzogne – a quelle ci siamo abituati – intimidazioni, donazioni, spese folli – 4 milioni che sarebbero bastati, ad esempio, per la promessa stabilizzazione del precariato nei Conservatori, compresa nella legge di stabilità, e saltata, a favore di un folle invio di corrispondenza da parte dei sindaci, a tutti, a propaganda del SI’, al limite dello stalking, promettendo ‘più soldi al nostro comune’, – ma non si chiama ‘voto di scambio’? – calpestando la legge . La carica ha i suoi privilegi, nessuno lo denunzierà, avallando il detto che ‘se davanti alla legge siamo tutti uguali,  ci sono alcuni che sono più uguali degli altri’.  Perfino la Lorenzin ha fatto la sua parte, garantendo cure più efficaci ai malati di cancro, nel caso di approvazione della riforma. Siamo ai guaritori! Un’Italia più forte nei confronti dell’odiatissima Unione Europea, anche questo è uno degli slogan adottati da un Renzi alla frutta, in pieno marasma, tallonato da Napolitano – che va perfino a Porta a Porta per fare propaganda – dalla Merkel, e dai suoi referenti esteri, che possiamo intuire. Tanto fervore avrebbe dovuto già suscitare legittimi dubbi negli Italiani: qui non si tratta più di ciò che si promette  in maniera ormai riconosciuta ingannevole, ma sotto c’è ben altro, e tutti dovremmo metterci in allarme. In realtà quella che il ragazzo di Rignano – ma, a proposito i boy-scout non dovrebbero dire sempre la verità? – definisce ‘un’accozzaglia’,  è formata dai più eminenti e prestigiosi costituzionalisti che l’Italia possa annoverare, e il NO è espresso nel merito, e non per mandare a casa il suo governo: che rimanga pure, purchè sia messo in condizioni di non nuocere. Mentre Berlusconi, pur di mettere il piedino nella stanza dei bottoni, e di tagliare fuori il M5S, è pronto ad allearsi, lui centrodestra, con un centrosinistra eventualmente sconfitto: non gli è bastata la fregatura del primo Nazareno. Il che, in altri ambiti, si chiamerebbe con un brutto nome, che riguarda le lucciole dei marciapiedi. Ma tant’è, questa classe politica ci ha abituati a tutto. Come mai Obama, Merkel, Schauble, Moscovici, Schultze e Juncker si preoccupano tanto del nostro benessere, o, per lo meno, come mai fanno finta di preoccuparsene proprio ora, quando invece le loro decisioni hanno sempre causato disastri all’Italia, come alla Grecia? A che tende tutto questo fervore di opere? La Commissione Antimafia ha chiesto l’acquisizione dei documenti che riguardano un presunto caso di voto di scambio nei confronti del governatore De Luca: perché Renzi lo vuole Commissario per la Sanità in Campania, pur essendo per l’ennesima volta indagato? È chiaro che il suo radicamento sul territorio è molto forte, infatti è stato eletto con percentuali di oltre il 70%: dipenderà dalla sua bravura, o dalle fritture di calamari e gamberi che promette in propaganda elettorale? È chiaro che Renzi lo sostiene in ragione del numero di voti che può procurare, mettendo da parte ogni altra questione, etica o morale, mentre continua ad erogare denaro alla Campania per appalti pubblici: ha già superato, a quanto pare, gli undici miliardi di euro. Forse De Luca gli ha fatto un’offerta tanto vantaggiosa, da non poter essere rifiutata? Insomma, questa riforma deve passare ad ogni costo. Mentre aspettiamo di conoscere il risultato del voto degli Italiani all’estero, esposto ad ogni possibilità di brogli, ma che potrebbe, con i suoi quattro milioni di voti circa, ribaltare un eventuale risultato negativo in Italia, dove i più hanno aperto gli occhi. Nel frattempo l’Italia vera, quella di tutti i giorni, si sveglia ogni mattina più povera e meno sicura, nonostante i comunicati dell’Istat, evidentemente falsati nei risultati da un’indagine orientata anch’essa a favorire il governo Renzi. Pare infatti che gli Italiani ‘molto soddisfatti’ siano in netto aumento rispetto all’anno scorso, e che i posti di lavoro a tempo indeterminato abbiano superato i 500.000. Roba da non credere! Infatti non ci crede nessuno: basta guardare intorno, o in casa propria, per capire che si tratta di fandonie. Dopotutto il famoso detto a proposito delle statistiche racconta che se io mangio un pollo, statisticamente un altro ne ha mangiato metà. Ma la realtà non cambia. La statistica smentisce se stessa per definizione. Uno studio della Confcommercio, invece, rivela che l’equazione ‘più immigrati, più crimini’ è esatta, a dispetto di tutti i buonisti dell’accoglienza ad ogni costo. Quindi non è razzismo quello di chi vuole più tutela dei confini e delle città. Alla quale tutela non possono provvedere i soldati, messi per strada con un fucile d’assalto: i delinquenti sanno molto bene che non possono usarlo in un teatro urbano; oltre al fatto che correrebbero il rischio di essere perseguiti quando dovessero ferire o peggio ancora uccidere qualcuno. Quindi massimo riserbo anche sulle regole d’ingaggio. Intanto Renzi non ha ancora spiegato, come riporta in prima pagina il quotidiano ‘La Verità’, perchè si sia fatto pagare per tre anni l’affitto da un imprenditore, Carrai,  che riceveva appalti dal Comune di Firenze.  Un appartamento in via degli Alfani, 8, vista tetti, preso in affitto per mille euro al mese, e ceduto in comodato gratuito a Renzi, pare per incontri a sfondo ‘politico’ con Maria Elena Boschi, dei quali pare anche che Alfonso Signorini, direttore di ‘Chi’, abbia alcune foto, come riferisce l’ex impiegato al Comune di Firenze Alessandro Maiorano. Prosegue intanto la campagna denigratoria contro il M5S, reo d’aver clonato firme di ignari cittadini. Chi scrive in passato ha fatto parte di una sezione di partito politico: se andassimo a controllare tutte le firme raccolte dai partiti, e in particolare dalle sezioni ad essi facenti capo, scopriremmo, senza sorpresa, che nessuno è immune da ‘scorciatoie’. Però, di Grillo e dei suoi si parla ad ogni piè sospinto, come se le firme fossero vitali per la sopravvivenza di un partito, o di un Movimento. So di almeno un caso in cui qualcuno s’era inventato anche un falso notaio, dato che le firme andavano apposte in sua presenza. Purtroppo per loro, anche in questo caso i Grillini hanno peccato di ingenuità: dovevano sapere che, dato il clima, sarebbero stati super controllati, fermo restando che ciò che hanno commesso è e rimane una irregolarità: ma, alla fine, una tempesta in un bicchier d’acqua. Altri partiti, in passato, sono stati beccati nella stessa condizione, e anche peggio, a proposito di tessere fantasma per partecipare ad un congresso, senza che succedesse granchè, e senza che nessuno si autosospendesse. Oltreoceano, contro ogni previsione della Casta internazionale, Donald Trump inanella un successo via l’altro, e la sua popolarità aumenta ogni giorno. Ha già riconosciuto le risoluzioni di Parigi sul riscaldamento globale, la Obamacare – assistenza medica gratuita –, sconfitto il TTIP, con gran disdoro della velenosa Merkel,  e cavalca verso un’America ‘Great Again’, come nei suoi programmi. L’Italia rimane nelle peste, con questo governo, con questa classe politica e con questa ‘accozzaglia’ di gente che non vuole governare, ma solo riempirsi le tasche: ma gliel’hanno detto che le casse da morto, le tasche, non le hanno?




Vincenzo De Luca: la commissione antimafia sta verificando i presupposti per l'avvio di un'inchiesta legata al tema della mafia

 

di Roberto Ragone

 

È probabile che arrosto ci finisca lui, Vincenzo De Luca, governatore renzianissimo della Campania, per alcune esternazioni piuttosto pecorecce, come è nel suo stile, che lui definisce ‘battute’ , di fronte a circa 300 sindaci, convocati a proposito del referendum confermativo della riforma costituzionale del 4 dicembre. Così riferisce Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia in un suo comunicato all’ANSA: del 23 novembre: "La Commissione Antimafia, all'unanimità, mi ha incaricato di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla Procura della Repubblica di Napoli in merito a eventuali indagini in corso, agli atti e ai documenti acquisiti e alla posizione dei soggetti coinvolti, – Vincenzo De Luca ndr –  per verificare i presupposti per l'avvio di una inchiesta da parte della nostra Commissione, che naturalmente sono legati al tema mafia. Abbiamo sempre agito così per avviare le nostre inchieste e useremo lo stesso metodo". La stessa ANSA riporta la replica del governatore: "Apprendiamo della richiesta avanzata dalla Commissione Antimafia. Ci rende curiosi conoscere l'iter previsto sul reato di battuta e come evolverà la crociata del calamaro". De Luca è finito sulla graticola, insieme a calamari e totani, a causa di un ‘fuori onda’ in cui, a porte chiuse, invitava i sindaci riuniti a far votare SI’ al referendum, promettendo, se necessario, anche fritture miste e totani arrosto, ricordando gli investimenti di Matteo Renzi per la Campania. La Bindi ha dichiarato che la richiesta è arrivata durante l’ufficio di presidenza da parte dei gruppi Gal, Fi, Lega, Sinistra Italiana, M5S. il senatore Carlo Giovanardi ha così commentato: “Al dilà delle infelici battute, dalla registrazione, che la Commissione non potrà ascoltare formalmente, emerge un pressante incitamento agli amministratori a procacciare voti, contando sul ‘rispetto’ che imprenditori e professionisti devono alla Regione per finanziamenti erogati e da erogare.”

 

 
   



ITALIA-USA CI SERVE UN TRUMP

ITALIA-USA, CI SERVE UN TRUMP
DI ROBERTO RAGONE
 
L’8 novembre del 2016 Donald Trump ha tenuto davanti al Congresso, un discorso molto chiaro, senza peli sulla lingua. In questa occasione denuncia l’establishment che lui ha voluto combattere con la sua discesa in campo, nonostante per la sua posizione non avesse bisogno di mettersi in gioco. È un discorso che ci fa apprezzare ancora di più l’uomo, e quello che sarà il suo programma. Un ultimo sondaggio da’ in salita di 9 punti la sua popolarità, fino al 46%, ma qualcuno dice che se i dati ufficiali parlano del 46, sicuramente sarà più del 50. Trump non gira intorno alle questioni, va dritto allo scopo: a qualcuno dei nostri, abituati a sofismi e diplomazie ipocrite, potrà non piacere. Abbiamo di fronte esempi come il nostro presidente emerito in pensione Giorgio Napolitano, che ama esprimersi in tutt’altro modo, con larghe circonlocuzioni e allusioni poco esplicite, quando deve attaccare qualcuno, per cui a volte è necessario  decrittare l’elaborato per far capire al colto e all’inclita cosa mai voglia dire. Senza offesa, è giusto che un uomo di cultura come lui si esprima in una certa maniera. Personalmente amo più chi va dritto per dritto, come si dice a Roma, dritto al bersaglio, senza equivoci e senza tentennamenti. Certamente Donaldo Trump, nonostante le contestazioni pilotate, sarà un presidente formidabile, l’uomo giusto al momento giusto per gli States. Così inizia il suo discorso: “Il nostro movimento è nato per sostituire un fallito e corrotto establishment politico con un nuovo governo controllato da voi, il popolo americano. L’establishment di Washington e i gruppi finanziari esistono per un’unica ragione: proteggere e arricchire se stessi. L’establishment ha trilioni di dollari in gioco con queste elezioni. Coloro che controllano le leve del potere a Washington, e per gli interessi particolari globali, fanno accordi con queste persone, che non hanno il vostro bene in mente. La nostra campagna rappresenta una reale ed esistenziale minaccia, come non hanno mai visto prima. Questa non è semplicemente una fra le tante elezioni: questo è un bivio nella storia della nostra civiltà, dove si deciderà se noi, il popolo, rivendicheremo il controllo sul nostro governo.” Questo l’esordio di Donald Trump di fronte al Congresso. L’intenzione è chiara, lineare, e la denuncia che essa contiene lo è altrettanto. L’establishment a cui fa capo la Clinton è il bersaglio della sua campagna elettorale. Un establishment che anche noi in Italia non facciamo fatica ad individuare in coloro che tengono in mano le leve del potere, palese od occulto, con Matteo Renzi che si presta a questo gioco che si potrà concludere solo con la nostra sconfitta, quella del popolo italiano, se, Dio non voglia, sarà approvata questa infame riforma costituzionale. “L’establishment politico che sta cercando di fermarci, è lo stesso gruppo responsabile dei nostri disastrosi accordi commerciali, massiccia immigrazione illegale e politiche estere che hanno dissanguato il nostro Paese. L’establishment politico ha portato la distruzione delle nostre fabbriche e posti di lavoro, che sono andati in Messico, Cina e in altri paesi in tutto il mondo. È una struttura di potere globale che è responsabile delle decisioni economiche che hanno depredato i nostri lavoratori, ripulito il nostro Paese della sua ricchezza, e messo quel denaro nelle tasche di un manipolo di grandi corporations ed entità politiche. Questa è una lotta per la sopravvivenza della nostra Nazione, e questa sarà la nostra ultima chance per salvarla.” Una condizione che sembra la fotocopia della nostra condizione italiana. Quando si parla di ‘struttura di potere globale’, e di ‘establishment politico’, si intende esattamente quella fantomatica – ma poi mica tanto – società ‘riservata’ che si chiama Bilderberg, che opera nel mondo da decenni e di cui fanno parte, senza essere poi neanche tanto nascosti,  personaggi della politica e dell’informazione. Quando si parla di disastrosi accordi commerciali e di massiccia immigrazione illegale, sembra di parlare non degli USA, ma dell’Italia. Uguale impressione si ha quando si sente Trump parlare di delocalizzazione delle industrie. Quante delle nostre aziende, soffocate da imposizioni fiscali da rapina, sono andate a produrre all’estero, moltiplicando la disoccupazione e impoverendo il nostro tessuto produttivo? Salvo poi, in un empito di carità pelosa, detassare irragionevolmente le nuove assunzioni con un Jobs Act assolutamente fallimentare, non solo nei risultati, ma anche per le casse del Paese. Mentre i soliti noti continuano bellamente a riempirsi le tasche, aumentando la povertà e concentrando la ricchezza in mani sempre meno numerose. Bene si esprime Trump quando parla di ‘lotta per la sopravvivenza della nazione’, ciò che in Italia non abbiamo ancora capito, ma quando questo avverrà sarà forse troppo tardi.  “In questa elezione si deciderà se saremo un Paese libero o se avremo solo l’illusione della democrazia, ma saremo di fatto controllati da una élite di persone con interessi particolari che manipolano il sistema, e il nostro sistema è manipolato. Questa è la realtà: voi lo sapete, loro lo sanno, io lo so, e credo che tutto il mondo lo sappia.” Parafrasando Trump, possiamo  dire la stessa cosa del referendum costituzionale. Basta sostituire le parole ‘In questa elezione’ e sostituirle con ‘In questo referendum’, non cambia nulla. “La macchina dei Clinton è al centro di questo sistema di potere. L’abbiamo visto di prima mano nei documenti di Wikileaks, nei quali Hillary Clinton incontra in segreto personaggi di banche internazionali per complottare sulla distruzione della nostra sovranità al fine di arricchire questi poteri finanziari globali, gli interessi particolari dei suoi amici e dei suoi donatori. Con tutta franchezza, quella dovrebbe finire in galera!” In Italia tanti dovrebbero finire in galera, ma di solito quelli che dovrebbero andarci non ci vanno, e se ci vanno ‘rimbalzano’, ne escono con periodi di detenzione ridicoli – parliamo sempre di politici, quelli che, ad ogni comunicazione giudiziaria, si affrettano a dichiarare ad ogni cronista di buona volontà dotato di telecamera, che ‘sono sereni’, ‘hanno fiducia nella giustizia’, ed altre amenità consimili. Di solito, tranne pochi, sintomo di sicura colpevolezza. Parliamo naturalmente di coloro che s’incontrano di nascosto con ‘personaggi delle banche internazionali’ – da noi anche nazionali (!) – per complottare sulla fine della nostra sovranità: qui non ci troviamo, la nostra ‘sovranità’, come la verginità, l’abbiamo già persa da tempo. “La più potente arma dispiegata dai Clinton sono i media, la stampa. Qui dobbiamo fare chiarezza: i media del nostro Paese non si occupano più di giornalismo. Anche loro sono al servizio di interessi politici, e sono simili ai lobbisti e alle entità finanziarie con un definito programma politico. E quel programma non è per voi: è per loro stessi. Chiunque sfidi il loro controllo è tacciato di razzismo, sessismo, xenofobia. Loro mentono, mentono, mentono e fanno anche peggio: faranno tutto quanto necessario.” Tutto il mondo è paese: anche da noi, per lo più, i media non fanno più giornalismo, ma nella maggior parte sono al servizio di interessi politici, dei lobbisti e delle entità finanziarie di contorno. Pronti a cercare di calunniare e squalificare anche con la menzogna chiunque sfidi il loro controllo e i loro controllori. “Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato: era solo questione di tempo. E sapevo che il popolo americano si sarebbe ribellato, votando per il futuro che merita. L’unica cosa che può fermare questa macchina corrotta. L’unica forza abbastanza forte per salvare il nostro Paese, siamo noi. L’unico popolo abbastanza coraggioso per cacciare questo establishment corrotto, siete voi, il popolo americano. La nostra grande civiltà deve fare i conti con se stessa. “ Ascoltare queste parole apre il cuore alla speranza. Poi ti ricordi che non sei in America. È  vero, l’unica cosa che può fermare la macchina corrotta che ci vuole ulteriormente e definitivamente fagocitare siamo noi, il popolo italiano. La parte buona, quella che non si fa incantare da chi vuol degradare il populismo ad un termine negativo; quella che si ribella quando viene chiamata ‘razzista’, mentre invece è costretta a subire le conseguenze di un dissennato ingresso di chiunque nel suo paese, mentre le pratiche per l’identificazione permettono a questi clandestini di rimanere qui per anni, mantenuti dallo Stato a vantaggio delle ONG che se ne occupano a volte in maniera fraudolenta; contro l’espulsione è consentito il ricorso, passa altro tempo. Il decreto definitivo diventa poi un foglietto dimenticato in una tasca dei pantaloni; posto che sia possibile, dopo due o tre anni, rintracciare la persona a cui va consegnato. La parte buona è quella che si rimbocca le maniche senza aspettare le elemosine del governo, piene di promesse non mantenute, quando c’è una catastrofe come quelle che hanno colpito di recente Amatrice e dintorni. Così conclude il tycoon più famoso del mondo: “Non avevo bisogno di scendere in campo, credetemi. Ho costruito una grande azienda e ho avuto una vita straordinaria. Avrei potuto godere dei frutti e dei privilegi di successi imprenditoriali e delle aziende che ho creato per me e per la mia famiglia invece di sottopormi a questo spettacolo orripilante di bugie, inganni, aggressioni indegne, chi l’avrebbe mai immaginato. Lo sto facendo, perché il mio Paese mi ha dato così tanto che mi sento tanto forte per restituire ciò che ho avuto al Paese che amo. Lo sto facendo per i cittadini e per il movimento, e ci riprenderemo questo Paese per voi, e renderemo l’America grande di nuovo!” 
 
 
 
 
 
 



LET'S MAKE AMERICA GREAT AGAIN

TRUMP, LETS’ MAKE AMERICA GREAT AGAIN

DI ROBERTO RAGONE

Diciamo la verità: ultimamente l’America vera, quella autentica, quella di cui Mario Soldati ebbe a dire che non era ‘una nazione ma uno stato d’animo’ si era un po’ troppo imbolsita. Aveva a poco a poco perso lo smalto, quello della nazione delle opportunità, dove tutto è possibile, per assumere la connotazione delle banche criminali che imbastiscono truffe internazionali e macchinazioni globali. Un po’ troppo in mano ai grossi capitali, come Rotschild, Rockfeller, JP Morgan, Morgan Stanley, Lemon Brothers e compagnia cantante, (sappiamo che il figlio di Monti lavora per Lemon Brothers), e ai personaggi che le controllano, e molto meno quella delle stelle e strisce ad ogni costo, del sogno americano; quel sogno che ognuno di noi, sono pronto a scommettere, ha accarezzato almeno una volta nella vita. Insomma, il procedimento di europeizzazione – nel senso negativo del termine – stava snaturando una nazione fiera delle proprie tradizioni e della propria breve storia. C’era voglia di ripristino, in USA, voglia di ritornare ad essere un po’ cow-boys, un po’ bikers, un po’ easy rider, molto Stars anna Stripes. Perché l’America, quella della pancia, dellal Bible’s belt, è fatta proprio di questo, a dispetto delle grandi città, quelle sulla east e sulla west coast, dove chi comanda è il denaro allo stato puro. E quando si arriva a far comandare quello che Lutero definiva ‘lo sterco del demonio’, siamo messi male. L’America ha voluto tornare padrona di se stessa, intuendo il grande inganno che c’era sotto la presidenza Clinton e rifiutando l’egemonia economica di pochi oligarchi. Non per nulla Hillary ha denunziato una spesa di 83 milioni di dollari contro i 70 del tycoon; spendendo per l’acquisto di spazio sui media 66 mln, contro i 23 mln di Trump, spesi solo nel mese di settembre; 800 impiegati la Clinton, contro i 350 di Trump, giustamente fiero della sua campagna low cost. Il candidato che ha ricevuto i finanziamenti più cospicui è la Clinton, e le sono arrivati proprio da Qatar e Arabia Saudita, vedi caso. Due nazioni petroliere che hanno un grosso zampino nella politica europea, e a cui avrebbe fatto piacere che Hillary fosse stata eletta – tenendo presenta che anche lei è annoverata nelle file della Bilderberg. Tralasciamo, perché il discorso sarebbe troppo lungo, e richiederebbe una conoscenza specifica, la posizione di Hillary nei confronti della giustizia americana, dopo le rivelazioni di Wikileaks. Donald Trump è arrivato come un masso – non un sasso – nello stagno, sconvolgendo ogni previsione. Un po’ come Berlusconi nel ’94, fatte le debite proporzioni. All’inizio tutti ci siamo messi a ridere. Ogni volta, quando ci sono elezioni americane, o anche no, c’è qualcuno che tenta la sorte, e questo sembrava il caso in questione. Donald Trump, un magnate pieno di soldi, più famoso per le sue mogli che per altro, si candidava alla poltrona di quello che, almeno in teoria e per tradizione, sarebbe l’uomo più potente del mondo. Certamente l’avremmo perso per strada, durante le primarie. Solo che le votazioni si susseguivano, e lui era sempre in sella. Fino a quando lo stesso partito repubblicano, suo malgrado, lo ha pregato di ritirarsi. Sappiamo come è andata finire. La macchina ben oliata del maneggio occulto è partita subito, truccando i dati dei sondaggi – che sono sempre un’indicazione per gli elettori – e mostrando in prospettiva una luminosa e indubbia vittoria di Hillary. Nel contempo i media trasmettevano notizie negative sul candidato venuto fuori dal cilindro del prestigiatore, cercando di squalificarlo in tutti i modi, quella che, con un’espressione trita e ritrita, qui da noi si chiama la ‘macchina del fango’. Questa competizione elettorale americana è stata la meno corretta di tutte quelle che abbiamo potuto seguire. Gli armadi dei due contendenti sono stati svuotati di ogni minimo scheletro che potessero contenere. S’è arrivati ai ferri corti, speculando perfino su di una frase che Trump avrebbe pronunciato anni addietro; una frase definita ‘sessista’ – come se fosse la colpa più grave del mondo – che magari ognuno di noi ragazzi ha potuto pronunciare ai tempi del liceo, come una vanteria. Da parte sua, Trump ha sfruttato un momentaneo malore della Clinton per dire che non era adatta a guidare una nazione così grande, non ne aveva né la capacità né le forze. Le ragioni della vittoria di Trump sono sotto gli occhi di tutti. L’America ha ripreso se stessa. La Clinton non era convincente, non perché donna, ma perché s’intuiva sotto la patina dell’ex segretario di Stato una personalità meno schietta, meno genuina, più portata alla politica nel senso meno nobile del termine. Trump ha detto di lei che sarebbe stata una guerrafondaia: c’è da credergli. Le guerre che l’America ha dovuto subire negli ultimi decenni, sono state sempre decise in alto loco, e sempre per motivi economici, non ultimo quello della vendita di armi, in ossequio alle lobby dei grossi trafficanti. L’opposizione era pronta, come dimostrano le dimostrazioni di piazza in buona parte del paese, pagate 15 dollari al giorno, a cui partecipano più che altro studenti usciti da scuola. Lo scopo è evidente: squalificare l’avversario di fronte alla nazione e rendergli difficile formare la squadra di governo; e magari preparare il terreno per una eliminazione fisica: ricordiamo i presidenti uccisi: Abraham Lincoln, 14 aprile 1865; James Garfield, 2 luglio 1881; William Mc Kinley, 6 settembre 1901; John Kennedy, 22 novembre 1963. Oltre a Bob Kennedy (eliminato prima che potesse presentarsi come candidato democratico). Molto lunga la lista di attentati falliti, da Theodore Roosvelt a Franklin Delano Roosvelt, Andrew Jackson, Harry Truman, Richard Nixon , Gerand Ford, Jimmy Carter, Ronald Reagan, George H. W. Bush, lo stesso Bill Clinton, e George W. Bush. La casistica e l’ambiente impongono di temere per la vita di Donald Trump. Sta di fatto che il tycoon ha tutte le carte in regola per essere uno dei più grandi presidenti che la storia degli USA possa annoverare, a dispetto di chi vuol farcelo vedere in una luce negativa; e qui ci mettiamo anche i nostri media, quelli italiani, sempre piegati al potere che sta divorando l’Italia, connesso con il Grande Inciucio Mondiale; del quale fa parte la nostra classe dirigente. Trump è arrivato in tempo, a ciò che sembra, per evitare anche la ripresa di una guerra fredda irragionevole con la Russia di Putin. Una guerra fredda che avrebbe presto potuto trasformarsi in calda. Sbagliamo se pensiamo che dietro tutto questo c’è anche la Cina, i suoi capitali e le sue smanie espansionistiche? Il tempo ci darà ragione o torto. Intanto piacerebbe anche a noi, in Italia, un presidente che pensasse un po’ di più alla pancia della sua nazione, senza false remore e pretesti che sfocino nella condanna del ‘populismo’, come se fosse un reato passibile di detenzione. Populista è colui che bada alla condizione fondamentale affinchè un popolo sia sereno e tranquillo, cioè la pancia piena. Se saremo tutti affamati – come l’Unione Europea, Monti, e Merkel ci hanno voluti – saremo più facilmente gestibili. Un grande economista del secolo scorso diceva che le nazioni si conquistano con la guerra o con la fame. Allora ben venga anche da noi un Donald Trump, che guardi più all’interno della nazione, anche con un sano protezionismo che dia più impulso alle nostre imprese, e consenta meno una delocalizzazione che causa disoccupazione e impoverimento. E che soprattutto rifiuti tout court l’egemonia di una Unione Europea che nessuno ha chiesto, nessuno ha voluto. Se questo si chiama populismo, bene, ben venga un presidente populista: almeno rimetteremo a posto le nostre cose, quelle degli Italiani.




Pavia: 80 enne uccide il figlio disabile e si toglie la vita

 

di Roberto Ragone

PAVIA – Domenica mattina attorno alle 11, a  Sant’Alessio, frazione di Pavia, un anziano agricoltore, Fancesco Sali, di 80 anni, ha ucciso il figlio 50enne invalido, Carlo Alberto, e poi s’è tolto la vita con la stessa arma, una pistola regolarmente detenuta. Per l’omicidio-suicidio l’uomo ha atteso che la moglie e la badante andassero a messa. Il gesto estremo dell’anziano agricoltore è stato con tutta probabilità dettato dal fatto che, dopo la morte sua e della moglie, entrambi molto avanti nell’età, nessuno avrebbe potuto occuparsi del figlio disabile. Questo è l’ennesimo gesto di un anziano, o di più anziani, nelle stesse condizioni: il pensiero che, morti loro, il figlio rimarrà senza nessuno al mondo, e nessuno se ne occuperà come necessario.

È molto triste dover rimarcare una notizia di questo genere in un momento storico in cui l’Italia è occupata a rivolgere la sua attenzione ai cosiddetti ‘migranti’, per i quali si spendono cifre da capogiro, come ha rivelato un’intercettazione telefonica rivolta ad uno degli indagati per mafia capitale: “E’ meglio della droga” diceva Buzzi al suo interlocutore, parlando dell’accoglienza. È addirittura grottesco che tutto l’impegno del governo, in questo momento, sia rivolto all’approvazione di una dubbia riforma costituzionale, lo scopo della quale non è certamente quello dichiarato, e della quale non si sentiva la necessità, quando le priorità nazionali sono ben altre.

Una riforma costituzionale che ha visto inviare agli Italiani all’estero una ‘letterina’ a colori e con foto di Renzi e Obama che si stringono la mano, allo scopo di distorcere e condizionare in maniera eticamente scorretta il voto degli ignari nostri compatrioti, e il cui costo è risultato essere di 4 milioni di euro. Sì, avete capito bene, non è un refuso, quattro milioni di euro sperperati per vincere questa competizione che porterà l’Italia a livello di uno stato africano.

Quattro milioni – otto miliardi delle vecchie lire, per intenderci – con cui si sarebbero potute dare 200 piccole case in legno ad altrettante famiglie di terremotati. Quattro milioni di euro che si sarebbero potuti impiegare per costituire un fondo per l’assistenza agli invalidi lasciati soli, ed evitare tragedie di questo genere. Ma al nostro caro Matteo Renzi non importa che il popolo che è stato chiamato a governare abbia di queste necessità. Diciamo pure, come pare abbia detto il suo carissimo governatore della Campania De Luca, a cui in breve tempo ha destinato 11 miliardi di euro, che ‘vuole i soldi’ e ‘se ne fotte’ di tutto il resto, come riportato dal Fatto Quotidiano di qualche giorno fa in prima pagina.

Questa è la classe politica che ci ritroviamo, senza averla votata, ma solo per i maneggi poco ‘democratici’ di alcuni personaggi ben noti, a cui va tutta la nostra deplorazione. È triste vedere che una persona, arrivata ad un’età in cui dovrebbe godere un po’ di serenità e di famiglia, prenda una decisione come questa, senz’altro dettata da un’eccessiva preoccupazione, ma comprensibile, tenendo conto del paese in cui viviamo. Un paese che, appunto, parafrasando De Luca, ‘se ne fotte’ dei suoi cittadini; un paese che ‘vuole i soldi’ delle tasse, della ex-Equitalia – comunque si chiami oggi, non è cambiato nulla – ; un paese che nulla offre a chi paga le tasse; un paese che sa soltanto aumentare l’IVA sulle onoranze funebri e  aumenta il costo dei ticket sanitari, costringendo milioni di pensionati a non accedere più alle cure mediche; un paese dove la sicurezza personale è a rischio, dove le carceri straripano e non si provvede se non svuotandole, dove difendersi è diventato un reato; un paese dove gli appalti non si assegnano se non ai soliti noti, mentre le opere pubbliche necessarie al vivere civile languono; un paese in cui le forze dell’ordine sono in uno stato di impotenza, e si utilizzano i soldati per il controllo del territorio; un paese che mantiene privilegi ingiustificati a vantaggio di pochi, con le intoccabili pensioni d’oro; che, anzi, con la riforma, se passa il SI’, assegnerà un vitalizio agli ex-presidenti della Repubblica, di 600.000 euro all’anno (leggi Napolitano); con un governo totalmente fallimentare, che invoca il Nuovo Ordine Mondiale, fondato sulle ‘fantasie’ di pochi, che vuole stringerci nella morsa delle lobby di oltreoceano con il pretesto di una riforma costituzionale, targata Boschi, ma redatta non si sa da chi, perché a noi non è dato di saperlo. A meno che, visto che a Renzi una volta è scappato detto ‘la riforma di Napolitano’, non sia stato proprio lui. Questa gente, riesce a dormire la notte? Io mi auguro di no, ma non ci conto.




questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo

QUESTO PAZZO PAZZO PAZZO PAZZO MONDO

DI ROBERTO RAGONE

Finta lite di Renzi con l’UE, ormai un must dei loro rapporti, per cui s’è creata una complicità fra lui, la Merkel – che non si sente più fiatare – Juncker, che dopo una parentesi in cui ha detto che ‘se ne frega’ dell’Italia e di Renzi, pare aver capito e lo lascia giocare, Moscovici, con i suoi interventi né carne né pesce, mentre Schauble è sparito, forse perché è il più fegatoso, e non è capace di trattenere le sue espressioni. Il ragazzo bisogna lasciarlo fare, con una strizzatina d’occhio, purchè porti a casa il risultato. I conti li faranno dopo il 4 dicembre, ma per ora ha bisogno di tutta la collaborazione per portare a casa il SI’, decisivo per la continuazione dell’inciucio globale, quello del Nuovo Ordine Mondiale, a cui il SI’ aprirebbe le porte per una conquista incruenta del Bel Paese, e chiuderebbe definitivamente le manette ai polsi degli Italiani. Per cui, lasciamolo fare, lasciamogli credere che è importante, anche se Trump, alla notizia delle congratulazioni di Renzi per l’elezione, ha reagito come don Abbondio, quando veniva ruminando su Carneade, dicendo fra sé “Chi era costui?” Intanto Obama, a dispetto delle raccomandazioni di Trump, è andato di corsa in Grecia, a stringere la mano a Tsipras, quello che ha incominciato da una parte e ha finito dall’altra: l’Italia fa scuola. Ha poi portato il regalino d’addio ad Angela Merkel, per concludere ciò che andava concluso, cioè la sua collaborazione per gli accordi commerciali internazionali, che, ora che c’è Trump, andranno a margherite. Mentre Renzi, credendo d’essere una pedina di rilievo, una pietra angolare per l’Europa, continua a tuonare dai vari pulpiti, minacciando Berlusconi e Grillo di confronti in TV o alla radio; mentre non parla di Di Maio, con cui non s’incontrerebbe mai. E l’Unione Europea frena le riserve sulla politica economica italiana fino a dopo il referendum: non bisogna disturbare il manovratore. Qualcuno dice ancora che non c’è un inghippo transnazionale? Che interesse potrebbe avere la Germania, o meglio tutta l’Europa alla Costituzione repubblicana di uno dei suoi membri? Che, ci siamo mai preoccupati noi di criticare o avallare le Costituzioni di Francia, Belgio, Olanda Germania, Lussemburgo eccetera eccetera? Ma saranno cavoli nostri, o ci volete mettere becco anche in quelli? Nel frattempo gli studenti, pagati a 15 dollari al giorno, escono da scuola in USA, in tutti gli Stati che hanno appoggiato la Clinton, e vanno in giro con cartelli contro Trump, mentre gli inquilini dei Trumplace fanno togliere quella brutta scritta ‘Trump’ dalla facciata dei palazzi. Lasceranno solo ‘Place’, o ci scriveranno qualcos’altro, per esempio ‘A Summer Place’, evocando le ipocrisie sessuofobe tipicamente puritane degli anni ’70, portate sullo schermo in Italia con il titolo di Scandalo al Sole? Ipocrisia per ipocrisia; puritanesimo per puritanesimo; tutto rigorosamente a stelle e strisce, Stars and Stripes forever. Forse Berlusconi è diventato matto, come il mondo in cui stiamo vivendo: infatti ha dichiarato che l’unico leader oggi è soltanto Renzi: il che può essere letto in diverse maniere. O è sul serio diventato matto, e così ha porto un assist formidabile a chi vota il ragazzo di Rignano pur tappandosi il naso, perché tanto ‘non c’è più nessuno’; o intendeva dire ‘dopo di me’, ma lui è fuori gioco. Oppure sta cercando di creare le basi per un Nazareno-bis, visto che la fregatura che ha preso con il primo non gli è bastata. Non è esatto dire che Renzi è l’unico leader: Renzi, come sostengono tanti, è solo la testa di ponte di un coacervo di persone che lo controllano e dirigono, altro che leader. In vista della battaglia finale, quella per il controllo dell’Europa, dei suoi cittadini, del commercio e così via. Ma intanto lui continua la campagna acquisti per il SI’ , con 600 milioni a disposizione dello sgravio fiscale per chi assume nel sud. Mentre crescono le spese per i funerali. Come sempre,  ancora di più con Renzi, ciò che esce dalla porta rientra dalla finestra: di morire non si può fare a meno, è un’entrata sicura: aspettiamo quella sul respiro, con respirometro collegato in via cibernetica con l’Agenzia delle Entrate-ex Equitalia. Altra bufala. Ma l’abbiamo detto, questo mondo è matto. Spacciare per rottamazione di Equitalia un semplice cambio di nome e di competenze, è una bugia grossa quanto il mondo, ma nessuno protesta: anche questo è follia, ‘un correre dietro al vento’ come dice Salomone nel suo libro ‘Ecclesiaste’, Antico Testamento. Berlusconi licenzia Parisi, Riccardo Bossi – ricordate questo nome? – primogenito del fondatore della Lega si becca dieci mesi di carcere per non aver pagato dei gioielli, poi Berlusconi dice che Parisi non è in contrasto con Salvini – in fondo l’unica destra possibile oggi – e non lo licenzia più, ma Parisi promette, ‘Il cav. mi sosterrà’; poi, ancora, referendum e costituzione panacea universale, dopo che  la Lorenzin che ha detto che con la riforma tutti i malati saranno miracolati, pare che anche lo spread dopo il SI’ calerà immantinente; ma questo non è un miracolo, è la logica conseguenza dei giochi di potere delle banche internazionali collegate a Bilderberg/Unione Europea/Merkel/Renzi. Anzi, con le riforme pare che salga il Pil, chissà come, e questa è veramente opera miracolosa. Non c’entrerà Madre Teresa? E se Umberto eco avrebbe votato SI’, cosa avrebbe fatto la santa albanese? Ancora Berlusconi dichiara, pur essendo Renzi l’unico vero leader al momento, che è ora che vada a casa. Pazzo pazzo mondo. Si affaccia la Boldrini, in un’Ansa del 17 novembre, nell’intervento di saluto al forum sulla governance in Europa, organizzato da Eunews, il giornale italiano per gli affari europei – del quale si sentiva molto il bisogno – per dire che "Oggi più di ieri c'è un diffuso interesse affinché l'Europa fallisca. La congiuntura politica fa capire chiaramente che alcuni partner non hanno interesse ad un 'Europa coesa". Ma la presidenta della camera non dovrebbe avere un ruolo super partes, senza fare politica? Di che s’impiccia? Ma lo fa d’abitudine, purtroppo, fino al punto da voler riformare la lingua italiana. Ancora Renzi, disperato, non sapendo più a che santo votarsi, ma sapendo che la Casta è odiata dagli Italiani – anzi ‘la più odiata dagli Italiani’ – prova a insinuare che ‘chi vota NO difende la Casta’: senza rendersi conto che la Casta è lui e tutti i suoi del Giglio d’Oro e oltre. Ma Matteo, ma secondo te, ma chi è la Casta, al di là di una giovin pulzella pura di mente e di corpo? Forse Beppe Grillo, o Salvini, o la Meloni? Ma, Matteo, e Verdini dove lo metti? E quel Berlusca con cui state preparando l’ennesimo inciucio, a cui il Cav. s’inchina, pur di rimanere con un piedino nella stanza dei bottoni? E Alfano, la Lorenzin, e tutti i tuoi ministri, viceministri e sottosegretari, non sono la Casta? Forse pensi ancora a D’Alema, a Rosy Bindi, a Bersani, alla vecchia guardia che avevi dichiarato di voler rottamare? Ma Matteo è scatenato: se parte il Sud, l’Italia leader in Europa. Mentre dai dati ISTAT il Pil del mezzogiorno non è in buona salute. Ma don Matteo vola in Sardegna ad abbracciare il sindaco di Cagliari Zedda, a cui sono destinati 168 milioni di euro – in cambio dei un SI’? – ufficialmente per interventi infrastrutturali, recupero geologico e scuole. Cagliari tra le grandi capitali europee. Pazzo pazzo mondo.
 




Ronciglione: prosegue l'emergenza ladri


di Roberto Ragone

RONCIGLIONE (VT) – Prese di mira abitazioni e ville fuori del paese di Ronciglione, in provincia di Viterbo. Insomma, quella che era una piaga quasi soltanto estiva, agevolata dal tenere aperte porte e finestre per avere un pò di sollievo dal calore del solleone, continua ancora alle porte dell’inverno. Purtroppo un tipo di crimine che è massimamente pericoloso per il privato cittadino che non dispone di mezzi adeguati per organizzare una difesa passiva della propria abitazione, è sempre sottovalutato da parte di chi invece dovrebbe farsene carico, ed è stato delegato in sede di governo, appunto, alla sicurezza dei padroni di casa.

 

Non parliamo dei furti miliardari che non si fanno certo col piede di porco e cacciavite, ma di quelle incursioni diurne e notturne che spogliano chi ancora deve lottare con la fine del mese, del furto vigliacco di quelle risorse indispensabili alla sopravvivenza. Piccoli tesori di oggetti d’oro raccolti in una vita, ricordi di prime comunioni o di matrimoni, doni fatti in occasione di una ricorrenza particolare, tutto viene a far parte del bottino di malviventi che, in spregio alla società civile, vivono una vita di sopraffazioni e di violenze. Salvo poi, sulla soglia del carcere, ad incontrare i soliti buonisti a prescindere che, fra indulti e amnistie, riducono la pena a qualcosa di ridicolo, tanto da rimetterli prestamente in carreggiata, dopo un breve periodo di riposo. In questo agevolati dai tanti negozi ‘Compro oro’, in realtà, salvo pochi onesti, veri e propri ricettatori autorizzati, che hanno di fatto incrementato con la loro presenza le incursioni di rapina. Ma come sempre il pesce puzza dalla testa.


Tagli orizzontali e indiscriminati alle forze dell’ordine, che impediscono un organico adeguato al controllo del territorio; mezzi obsoleti e insufficienti; addestramento inesistente, turn over ridotto al 30%; leggi che tutelano i delinquenti piuttosto che i difensori dei nostri diritti: insomma, tutto concorre a fare in modo che quello che una volta era il Bel Paese, non sia più tale. Il tutto incorniciato in carceri a dir poco ‘allegre’, come dimostra la recente evasione da Rebibbia di tre pericolosi albanesi: non è per razzismo, o xenofobia, ma la cronaca ci ha insegnato che questa gente che viene da oltre cortina non ha alcun rispetto per la vita umana. Anziani soffocati da un bavaglio troppo stretto, o morti di paura, o ancora massacrati di botte pur avendo ceduto ad ogni richiesta dei banditi…

 

Lo scorso 11 agosto 2016 avevamo evidenziato il fatto che a Ronciglione, sede del Comando di Compagnia dei Carabinieri e Stazione territoriale, soltanto una macchina con una pattuglia formata da due militi è delegata a controllare un territorio vastissimo. E’ chiaro che il pattugliamento notturno è decisamente deficitario, dato che i militari delle caserme di paesi limitrofi ne hanno già abbastanza del loro.


A Ronciglione la banda che opera è presumibilmente composta da quattro o cinque elementi, esperti nel violare porte e finestre, un modus operandi che li fa targare est europeo. Raggiunto telefonicamente, il cap. Tammelleo, comandante della Compagnia Carabinieri che ha sede a Ronciglione, ci ha rassicurati sull’impegno suo e dei suoi uomini. Certo, come già sapevamo, il territorio da controllare è molto vasto, arriva fino a Monte Romano, e i tempi d’intervento ne risentono. Ci ha anche rassicurati sull’efficienza dei mezzi a loro disposizione. “Si è detto che addirittura non avevamo la benzina, bene questo non è vero, i carabinieri non sono mai rimasti senza benzina. Le auto sono efficienti, e soltanto qualche volta abbiamo dovuto mndare fuori anche il piantone.” Furti e intrusioni si sono verificati anche in altri comprensori residenziali, come Colle Lydia, Colle Diana, Fontevivola. “Il territorio che dobbiamo controllare è molto vasto “ ci ha detto il cap. Tammelleo “e loro sanno che non possiamo fargli niente, se non impedire i furti. In realtà hanno imparato a scendere dalla macchina in corsa, macchine rubate che poi vengono abbandonate mentre i ladri fuggono per i noccioleti. Comunque” prosegue il capitano “siamo riusciti ultimamente, anche con la collaborazione dei cittadini, ad impedire l’80% dei furti. Facciamo posti di blocco, pattugliamenti notturni, io stesso stanotte alle 3,30 ero presso il cancello di Villaggio 91.” Ringraziamo il capitano per la sua disponibilità, ma soprattutto per l’impegno che dimostra nel contrasto al crimine, anche da lui definito “molto pericoloso”, anche se fortunatamente fino ad ora non ci sono stati episodi di sangue. Nel frattempo gli abitanti di Poggio Cavaliere  hanno organizzato una rete con What’s App, in modo da poter efficacemente e rapidamente dare l’allarme, in caso di bisogno, anche alle forze dell’ordine. 

 




ancora la piaga dei furti in casa

 
ANCORA LA PIAGA DEI FURTI IN CASA
DI ROBERTO RAGONE
Prese di mira abitazioni e ville fuori del paese di Ronciglione, in provincia di Viterbo. Insomma, quella che era una piaga quasi soltanto estiva, agevolata dal tenere aperte porte e finestre per avere un po’ di sollievo dal calore del solleone, continua ancora alle porte dell’inverno. Purtroppo un tipo di crimine che è massimamente pericoloso per il privato cittadino che non dispone di mezzi adeguati per organizzare una difesa passiva della propria abitazione, è sempre sottovalutato da parte di chi invece dovrebbe farsene carico, ed è stato delegato in sede di governo, appunto, alla sicurezza dei padroni di casa. Non parliamo dei furti miliardari che non si fanno con piede di porco e cacciavite, ma di quelle incursioni diurne e notturne che spogliano chi ancora deve lottare con la fine del mese, del furto vigliacco di quelle risorse indispensabili alla sopravvivenza. Piccoli tesori di oggetti d’oro raccolti in una vita, ricordi di prime comunioni o di matrimoni, doni fatti in occasione di una ricorrenza particolare, tutto viene a far parte del bottino di malviventi che, in spregio alla società civile, vivono una vita di sopraffazioni e di violenze. Salvo poi, sulla soglia del carcere, ad incontrare i soliti buonisti a prescindere che, fra indulti e amnistie, riducono la pena a qualcosa di ridicolo, tanto da rimetterli prestamente in carreggiata, dopo un breve periodo di riposo. In questo agevolati dai tanti negozi ‘Compro oro’, in realtà, salvo pochi onesti, veri e propri ricettatori autorizzati, che hanno di fatto incrementato con la loro presenza le incursioni di rapina. Ma come sempre il pesce puzza dalla testa. Tagli orizzontali e indiscriminati alle forze dell’ordine, che impediscono un organico adeguato al controllo del territorio; mezzi obsoleti e insufficienti; addestramento inesistente, turn over ridotto al 30%; leggi che tutelano i delinquenti piuttosto che i difensori dei nostri diritti: insomma, tutto concorre a fare in modo che quello che una volta era il Bel Paese, non sia più tale. Il tutto incorniciato in carceri a dir poco ‘allegre’, come dimostra la recente evasione da Rebibbia di tre pericolosi albanesi: non è per razzismo, o xenofobia, ma la cronaca ci ha insegnato che questa gente che viene da oltrecortina non ha alcun rispetto per la vita umana. Anziani soffocati da un bavaglio troppo stretto, o morti di paura, o ancora massacrati di botte pur avendo ceduto ad ogni richiesta dei banditi… A Ronciglione la banda che opera è presumibilmente composta da quattro o cinque elementi, esperti nel violare porte e finestre, un modus operandi che li fa targare est europeo. Raggiunto telefonicamente, il cap. Tammelleo, comandante della Compagnia Carabinieri che ha sede a Ronciglione, ci ha rassicurati sull’impegno suo e dei suoi uomini. Certo, come già sapevamo, il territorio da controllare è molto vasto, arriva fino a Monte Romano, e i tempi d’intervento ne risentono. Ci ha anche rassicurati sull’efficienza dei mezzi a loro disposizione. “Si è detto che addirittura non avevamo la benzina, bene questo non è vero, i carabinieri non sono mai rimasti senza benzina. Le auto sono efficienti, e soltanto qualche volta abbiamo dovuto mndare fuori anche il piantone.” Furti e intrusioni si sono verificati anche in altri comprensori residenziali, come Colle Lydia, Colle Diana, Fontevivola. “Il territorio che dobbiamo controllare è molto vasto “ ci ha detto il cap. Tammelleo “e loro sanno che non possiamo fargli niente, se non impedire i furti. In realtà hanno imparato a scendere dalla macchina in corsa, macchine rubate che poi vengono abbandonate mentre i ladri fuggono per i noccioleti. Comunque” prosegue il capitano “siamo riusciti ultimamente, anche con la collaborazione dei cittadini, ad impedire l’80% dei furti. Facciamo posti di blocco, pattugliamenti notturni, io stesso stanotte alle 3,30 ero presso il cancello di Villaggio 91.” Ringraziamo il capitano per la sua disponibilità, ma soprattutto per l’impegno che dimostra nel contrasto al crimine, anche da lui definito “molto pericoloso”, anche se fortunatamente fino ad ora non ci sono stati episodi di sangue. Nel frattempo gli abitanti di Poggio Cavaliere  hanno organizzato una rete con What’s App, in modo da poter efficacemente e rapidamente dare l’allarme, in caso di bisogno, anche alle forze dell’ordine. 
 
 
 
 



caro matteo

  
CARO MATTEO, NON SEI PIU’ CREDIBILE
DI ROBERTO RAGONE
Caro Matteo, permettimi di darti del tu, visto che ci chiami ‘ragazzi’ , come sul tuo profilo Facebook, dove il ‘Lei’ non esiste. So che ogni settimana i tuoi incaricati mandano una e-news a tutti i giornali, e questa settimana è toccato all’Osservatore d’Italia, uno dei pochi quotidiani non inquadrati – capisci a me. Quindi ho poche speranze che tu legga queste mie righe. So però che qualcuno le leggerà, e, se del caso, te ne riferirà. Ma non ci faccio conto. La tua imperturbabile espressione inglese, resa famosa da mister Bean, non si perturberà in ogni caso. E comunque, dovere m’impone di risponderti, altrimenti qualcuno – non tu – potrebbe pensare che siamo d’accordo con ciò che è stato pubblicato con la tua firma. Il messaggio è chiaro, ma è sempre il solito: meno spese, meno tempi morti, meno burocrazia, più risparmio, il futuro invece della paura… sembra la pubblicità di un detersivo per lavatrice, più resa, meno spesa. Ignorando tutti coloro che, al di là degli slogan, ti hanno risposto nel merito della riforma, e che tu bellamente metti da parte con un ‘non è vero’; anche se chi ti contesta porta degli argomenti validi, mentre tu continui con i tuoi slogan. Ora vuoi farci credere che con il SI’ avremmo più forza in sede EU: ma se sei proprio tu che stai battendo il pugno sul tavolo a sproposito, tanto che Juncker ha dichiarato che ‘se ne frega’ delle tue proteste, che non portano a nulla. In proposito mi torna alla mente la barzelletta di Totò, che raccontava di aver incontrato un tale che, chiamandolo Pasquale – che non era il suo nome – gli dava una gragnuola di cazzotti sulla testa. E lui non protestava, chiedendosi, alla fine, questo tale dove volesse andare a parare. Bene, anche i tuoi cazzotti sono dati ad uno che non si chiama col nome giusto, solo per farti bello davanti alla nazione; per far veder che i capi dell’Europa con te non possono far carte; per acquisire un po’ di merito con i cittadini più ingenui, nei confronti di una Unione Europea che nessuno ha voluto tranne voi, e che fin dalla sua fondazione ci ha tartassati, tradendo quei principi a cui voi vi rifate, quelli dei veri padri dell’Unione. I quali oggi si metterebbero le mani nei capelli se vedessero come avete falsato il loro progetto, rivendendolo alle banche, alle lobby e alla finanza internazionale, quella dell’ITTP: può anche darsi che si rigirino nella tomba, dopo tutto. Il tuo problema, caro Matteo, è che non sei più credibile. Vai in giro a nostre spese con aerei ed elicotteri per fare propaganda al SI’, contro ogni etica; permetti che la tua fedele ministra Maria Elena Boschi faccia altrettanto, andando a condizionare con i suoi begli occhi gli Italiani all’estero, spendendo trecentomila euro solo per il Sudamerica; ti vediamo in TV su ogni rete, in ogni programma o talk show, nei telegiornali fino alla nausea; tanto non possono rifiutare di accoglierti, specialmente in Rai; i giornali pubblicano solo notizie a tuo favore, e altrettanto fanno i Tiggì. Hai piazzato i tuoi fidi in ogni e qualsiasi posizione cruciale di potere. Insomma, sei sovraesposto, quello che attori e cantanti cercano di evitare, per fare in modo che i telespettatori cambino canale appena li vedono. Ormai la pappardella a proposito del referendum la conosciamo a memoria, e non regge; sei scontato, banale, non più credibile, e così tutti coloro che tirano il tuo carrettino, ministri, viceministri e sottosegretari del PD renziano. Sì, perché ti sei permesso anche il lusso di creare una tua corrente in seno al partito, e c’è che dice che ne fonderai uno tutto tuo, altro che andare a casa. Qualcuno ti ha mal consigliato, Sensi o Messina che sia. E poi, Matteo, davvero pensi che la gente possa apprezzare quelle che tu chiami ‘riforme’, dopo l’abolizione dell’art. 18, dopo il balletto degli occupati con i vaucher, dopo il debito pubblico che cresce, dopo che anche lo spread è tornato a minacciarci se vincerà il No, come ai tempi di Berlusconi, dopo che avete promesso di tutto purchè si voti il SI’? Ci manca che promettiate che con il SI’ in Italia non ci saranno più terremoti. Poi, ci spieghi, tu o la Boschi, perché l’italia con la nuova riforma dovrebbe essere più forte in Europa? E dopo che avete distrutto la scuola, state distruggendo i conservatori di musica, avete affamato milioni di pensionati a vantaggio dei pochi titolari di pensioni d’oro, avete preso in giro tanti con gli 80 euro prima dati e poi detratti, con la scusa che era ‘un conguaglio’; dopo la bufala della rottamazione di Equitalia, tanto per prenderci in giro per l’ennesima volta, e dopo aver boicottato il referendum sacrosanto sulle trivelle, per accontentare le lobby del petrolio e continuare ad inquinare l'Adriatico, lasciando intatte le trivelle quando smetteranno di funzionare, come un monumento all'italica idiozia; quando non hai risolto il problema dei migranti/clandestini/terroristi, guardandoti bene dall'entrare nel merito della faccenda, per salvaguardare gli interessi dei soliti noti a spese della vita di migliaia di poveracci, mentre sai benissimo che tutto ciò si potrebbe evitare, solo che lo si volesse, ma ci sono troppi soldi in ballo. Con l'Italia ridotta alla miseria, delinquenti impuniti per le strade, Milano che chiede i soldati, il tuo carissimo sindaco Sala, dubbio gestore di Expo 2015, che non sa più come fare per l'ordine pubblico; quando all'organico di polizia mancano almeno quarantamila uomini, i mezzi scarseggiano o sono obsoleti e l’addestramento pure. E poi un militare, addestrato per altri compiti, come, quando e perchè potrà usare l'arma in dotazione, senza passare un guaio? Come capo del governo sei decisamente insufficiente, almeno nei confronti dei cittadini: forse i tuoi referenti più in alto saranno contenti di te, ma noi no. La questione non è più se devi rimanere o andartene dopo il NO, non è mai stata così, anche se vuoi far credere agli sprovveduti che i ‘vecchi’ come D’Alema votino NO per mandarti a casa: hai riconosciuto anche tu che personalizzare la competizione è stato un errore, e ora non puoi più ciurlare nel manico. La riforma è sbagliata, raffazzonata, creata a vostro uso e consumo, piena di trappole. Non vedi la svolta autoritaria? Bene sei l’unico. Scommettiamo che se vince il NO, il giorno dopo modifichi l’Italicum con il proporzionale? E che se vince il SI’ lo lasci com’è? Sarebbe troppo lungo enumerare tutti i motivi per cui ormai chi pensa non ti crede più. Gli altri o sono poco pensanti, o hanno un vantaggio nella tua politica. Ormai i tuoi ‘compagni’ di cordata si distinguono subito, basta che parlino a favore della modifica. A chi legge queste righe, poi, indirizzo un appello: non vi fidate di Renzi, anche quando dice che il NO è in vantaggio: lo fa per farci allentare la guardia. Continuiamo con la nostra opera di propaganda del NO, senza lasciare spazio, senza cullarci nella previsione di una facile vittoria. Ricordiamoci che il nostro presidente del consiglio è come quel marito che, sorpreso a letto con l’amante dall’inatteso ritorno della moglie, continua a negare, mentre l’altra si alza, si riveste, rifà il letto e se ne va. Dopodiché lui guarda la moglie e dice: “Bè, cara, mi sa che ti sei proprio sbagliata.”
 
 
 



radio maria

 
 
 
RADIO MARIA E IL CASTIGO DIVINO
IL PUNTO DI VISTA EVANGELICO
DI ROBERTO RAGONE
 
 
 
È di questi giorni la diatriba provocata da padre Cavalcoli, un teologo cattolico, per una sua risposta alla domanda di un ascoltatore di Radio Maria, una radio che negli ultimi tre anni ha ricevuto finanziamenti pubblici per circa due milioni di euro, pur scagliandosi contro le iniziative del governo, vedi legge Cirinnà sulle unioni civili. Padre Cavalcoli è stato censurato dal Vaticano, e la sua trasmissione sospesa. Ma il buon frate domenicano non demorde, convinto d’aver ragione. Infatti, alle domande di una giornalista, ha risposto che non si rendeva conto del perché fosse stato così ripreso, e che forse il papa aveva ricevuto delle pressioni in tal senso, e dietro c’era sicuramente qualche manovra massonica. Ora, tralasciando il fatto che di certo i massoni – o presunti tali – hanno di meglio da fare che combattere le trasmissioni di padre Cavalcoli, vogliamo far luce sull’episodio da un osservatorio della chiesa evangelica, la Cenerentola della fede in Italia, poco considerata e conosciuta – o mal conosciuta – che segue il dettato della Bibbia invece di quello cattolico. Sorvoliamo sul perché la nostra fede sia così messa nell’angolo, in particolare la fede pentecostale, e tacciata a volte di eresia, o peggio, come fu di Lutero. È evidente che in Italia, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti, la chiesa preponderante è quella cattolica. Ma, ricordando che non è la religione che salva, ma soltanto Cristo Gesù, in questo momento storico in cui c’è parecchia confusione, e molti si convertono anche a sproposito, vogliamo rispondere da un punto di vista evangelico alla domanda dell’ascoltatore di Radio Maria, che non sappiamo se ci leggerà: noi ci auguriamo di sì. La domanda era rivolta a padre Cavalcoli a proposito dei recenti terremoti, se essi avrebbero potuto essere una risposta divina ai peccati dell’umanità in genere, e alle unioni civili degli omosessuali in particolare. Dal punto di vista evangelico, e quindi biblico, la domanda dell’ascoltatore è la prima causa dell’errore nella risposta. Dire che ‘l’uomo con il battesimo entra nella grazia di Dio’, non è parola di verità, cioè biblica; quindi con il battesimo l’uomo non entra ‘nella grazia’.  Se vogliamo parlare del battesimo, partiamo dal significato della parola: ‘battesimo’ viene dal greco ‘baptizo’, (βαπτίζω) che vuol dire ‘immergo’. Quindi il primo errore – parlo sempre alla luce delle Sacre Scritture – è quello di non praticarlo per immersione, ma per aspersione. L’immersione, nel battesimo, ha un significato preciso. Infatti il battezzando con l’immersione simboleggia la morte alla vecchia vita, e con l’emersione la rinascita alla nuova. Questa è una testimonianza che si rende di fronte a tutta la comunità di appartenenza, un segno esteriore del patto che il credente, divenuto tale, ha fatto interiormente con Dio attraverso la sua accettazione spirituale della persona di Cristo. Con la conversione, che ha cancellato l’effetto del peccato originale, l’uomo si riavvicina a Dio, realizzando lo scopo della venuta, morte e resurrezione di Cristo; il quale è venuto sulla terra proprio per riconciliare l’uomo con il Padre. Quindi il battesimo, essendo un patto, va fatto quando del patto se ne  conoscono e se ne  possono accettare le condizioni. Non ha senso, ad esempio, battezzare un bambino a pochi giorni dalla sua nascita. Non sarà infatti in grado di accettare un patto, e di conoscerne le condizioni, come non potrebbe essere in grado di firmare una cambiale. Né hanno senso il padrino, o la madrina, che parlano in sua vece. Il battesimo – e Gesù ce lo insegna – va fatto da adulti, quando consapevolmente abbiamo fatto un patto con Dio. Nè il battesimo, come l'ascoltatore di Radio Maria dichiara, ci fa 'entrare nella grazia di Dio'. Ma qual è la nuova vita, la rinascita simboleggiata dall’emersione dalle acque battesimali? Lo troviamo scritto nel Vangelo di Giovanni, al cap. 3, a proposito della visita notturna che Nicodemo, uno dei dottori del Tempio, fa a Gesù. “Bisogna nascere di nuovo” dice Gesù al suo visitatore, “d’acqua e di Spirito”. Ora, in questo caso l’acqua è simbolo della Parola di Dio, e lo Spirito è lo Spirito Santo. La nuova nascita, quindi, riguarda il ravvedimento e la conversione. La spiegazione continua in Giovanni 1, ai versetti 10-13:  "Egli [Gesù] era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non L’ha conosciuto. È venuto in casa Sua e i Suoi non l’hanno ricevuto [gli Ebrei]; ma a tutti quelli che L’hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel Suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio.” Quindi ‘nati da Dio’ vuol dire ‘nati di nuovo’. Ma cos’è che ci fa entrare nella grazia?  Stabilito che la grazia non deriva dal battesimo, dobbiamo stabilire: 1) da dove deriva; 2) se il peccato, nostro o del mondo, ha come conseguenza la morte fisica. Quella che l’ascoltatore e padre Cavalcoli chiamano ‘grazia’, e che noi evangelici chiamiamo ‘salvezza’, viene, come detto, dall’accettare Cristo Gesù nel proprio cuore come salvatore personale, diventando figli di Dio e coeredi con Cristo del Regno dei Cieli. Perché Gesù è il nostro salvatore personale?  Perché il nostro rapporto con Dio è diretto, e ha, come unici intermediari, lo Spirito Santo che Gesù lasciò sulla terra quando salì al Padre, e Gesù stesso, morto per noi, per riconciliarci con Dio dopo il peccato originale. Quindi ne consegue che chiunque accetta Cristo, è salvato, cioè, per dirla con padre Cavalcoli, è ‘nella grazia’. La seconda risposta l’abbiamo nella lettera ai Romani dell’apostolo paolo, al cap. 6. Infatti, al versetto 22 e seguenti, così dice: “Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.” Dal che si evince che : 1) la morte di cui parla Paolo è quella dell’anima, e non la morte degli abitanti dei Comuni terremotati, riguardando essa esclusivamente il peccato; 2) la vita eterna, cioè la salvezza, è un dono di Dio, conseguito con il ravvedimento e l’accoglimento di Gesù; quindi un dono è gratuito, non si paga, né abbisogna di riti e liturgie, né si consegue con opere, ma solo per grazia di Dio. Quanto ai cataclismi naturali, Gesù non ha mai detto che l’uomo sarebbe stato punito in questo modo, né ha mai parlato di punizione. La punizione divina, se vogliamo essere precisi, appartiene al Dio dell’Antico Testamento; ma la legge mosaica, vigente a quei tempi, è stata completata e superata da quel monumento dottrinale che è il Sermone sul Monte – Matteo 4,5,6 – nel quale Gesù proclama la grazia, il perdono, la salvezza, l’amore per i nemici e così via. Quindi, ‘A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio’: lasciamo alla natura gli sconvolgimenti tellurici e i cicloni, con i danni che ne conseguono. Né ha alcuna influenza la politica internazionale o nazionale nei confronti del volere di Dio: il Signore ci ha lasciati liberi di sbagliare, se non Lo seguiamo; di far bene se ascoltiamo la Sua Parola. Ad Adamo ed Eva non proibì di prendere il frutto proibito, ma li avvertì delle conseguenze.  Nel Vangelo di Giovanni, al cap. 3:1-3, ai discepoli che gli chiedevano chi avesse peccato perché un certo cieco fosse così dalla nascita, Gesù rispose: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così perché le opere di Dio siano manifestate in lui.” Quindi nessuna punizione giustificava la cecità del cieco nato, ma solo il voler manifestare in lui la grazia di Dio con la guarigione. Quanto agli omosessuali, l’apostolo Paolo ne parla come di pagani, nel cap. 1 della sua lettera ai Romani, dal versetto 18 al 32, per cui Dio li ha abbandonati alle proprie nefandezze. Ma la salvezza è per tutti coloro che la cercano con il ravvedimento e la conversione, quindi anche per loro. “Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabondata” dichiara l’apostolo Paolo al capitolo5, versetto 20 della lettera a i Romani. Abbiamo avuto casi, nelle nostre chiese, di persone che dopo la conversione hanno abbandonato le loro primitive pulsioni. A chi lo rimproverava di mangiare e bere con pubblicani e peccatori, Gesù rispose dì esser venuto per i ‘malati’, e non per i ‘sani’. Insomma, i cataclismi naturali non sono una punizione divina, né lo è la morte di innocenti: Dio sarebbe un dio pagano profondamente ingiusto se facesse questo, e assomiglierebbe tanto ad un Moloch che vuole sacrifici umani. Una piccola riflessione a proposito di questo episodio: se un teologo anziano della chiesa ufficiale giunge pubblicamente a queste conclusioni, citando la Bibbia a sproposito, bisogna che la chiesa riveda le sue posizioni, perché questa mostra d’essere la punta dell’iceberg. Ho sempre sostenuto che l’acqua è tanto più limpida e pura quanto più è vicina la sorgente. La teologia è filosofia della religione, e quindi un aggrovigliarsi di pensieri che nulla hanno a che fare con la Parola del Signore. A coloro che dicono che la Bibbia va interpretata e spiegata, rispondo che Dio fa le cose perfette, poi è l’uomo che le guasta: se avesse scritto un testo comprensibile solo a pochi, vorrebbe dire che anche Lui è accessibile solo a pochi. La Bibbia, in quanto Parola di Dio, è semplice, comprensibile a tutti coloro che accostandosi ad essa chiederanno la luce dello Spirito Santo per comprenderla. Quanto alle sue rivelazioni, Gesù ringraziò il Padre, come riporta il Vangelo di Luca, cap. 10, versetto 21, per averle rese accessibili a chi era più piccolo, sulla terra, o che tale si faceva davanti a Dio: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli.” Intendendo, come sempre, coloro che della propria sapienza facevano un idolo. 



ancora guai giudiziari


ANCORA GUAI GIUDIZIARI PER VINCENZO DE LUCA, GOVERNATORE DELLA CAMPANIA


 


 


DI ROBERTO RAGONE

 
 
Un’ANSA del 28 ottobre 2016 riferisce del rinvio a giudizio del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Infatti il GUP del tribunale di Salerno, Pietro Indimineo, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Salerno e altre 26 persone, tra cui i componenti della giunta comunale di Salerno nell’anno 2010, oltre a imprenditori e tecnici comunali. L’agenzia riferisce che l’accusa per De Luca è di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta riguardante la costruzione di Piazza della Libertà a Salerno. I fatti risalgono al 2011, quando  il governatore era ancora sindaco della città campana. In proposito, De Luca ha detto di non voler rilasciare alcuna dichiarazione. Il prossimo 13 marzo il governatore comparirà davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Salerno. L’inchiesta nei suoi confronti e in quelli di altre 26 persone è nata dalla costruzione di Piazza della Libertà, che ha richiesto una variante, rispetto al primitivo stanziamento, di ben otto milioni di euro, a favore della società ESA costruzioni. Una piazza che affaccia direttamente sul mare e che, quando sarà completata, a detta di De Luca, sarà una delle più grandi d’Europa. La variante sarebbe stata necessaria, a detta di De Luca, a causa di un imprevisto geologico, una falda acquifera risultata più alta del previsto, e che impediva di portare avanti i lavori nella spiaggia di Santa Teresa. Secondo Guglielmo Valenti e Antonio Cantarella, magistrati della Procura di Salerno, invece, la variante sarebbe stata necessaria per ovviare ad un errore di progettazione, il cui costo si vuole ora far ricadere sulla collettività, piuttosto che sull’impresa. Ci aspettiamo una prescrizione per trascorsi termini. Ma De Luca non è nuovo a disavventure del genere: pare infatti che le attiri come un parafulmine. Dal settimanale Panorama rileviamo: lo scorso 29 settembre De Luca è stato assolto dalla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno “perché il fatto non sussiste” nell’ambito delle accuse legate al Sea Park, il parco marino mai realizzato, per la cui vicenda era stato inserito nell’elenco degli “impresentabili” dalla Commissione Antimafia. In realtà nel 2012 sono andati prescritti i reati di corruzione, truffa aggravata, falso e truffa. Per i restanti reati di associazione a delinquere e concussione, il governatore ha rinunciato alla prescrizione, al fine di ottenere una piena assoluzione. Nel gennaio del 2015, per aver illegittimamente nominato alla carica di project manager l’ingegnere del Comune di Salerno Alberto Di Lorenzo, De Luca viene condannato per abuso d’ufficio alla pena di un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici, assolto poi a febbraio 2016 perché “il fatto non sussiste”. Per questa condanna De Luca fu sospeso in base alla legge Severino; sospensione poi revocata quando fu eletto governatore. Nel dicembre del 2013 De Luca viene assolto perchè “il fatto non sussiste” dall’accusa di truffa ai danni dello Stato e falso in relazione alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Anche in questo caso aveva rinunciato alla sopraggiunta prescrizione. Il 15 maggio 2013 De Luca è stato condannato dal Tribunale di Napoli per diffamazione aggravata nei confronti del giornalista Marco Travaglio, a seguito di dichiarazioni fatte nell’ambito di una manifestazione organizzata dal PD per le elezioni regionali. Ancora nel 2013, da sindaco di Salerno e viceministro delle Infrastrutture del PD, viene indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e lottizzazione abusiva, in merito al complesso urbanistico Crescent, un piano che consentiva l’acquisizione di aree demaniali, insieme a sette consiglieri comunali, a fronte di un esposto di comitati cittadini che ne denunciarono il rischio idrogeologico. Nel 2012 De Luca fu iscritto nel registro degli indagati insieme al figlio e all’imprenditore Mario De Mese, per una faccenda relativa alle spese affrontate per il il comizio più importante della campagna elettorale delle regionali. Giuseppe Amato, erede del pastificio Antonio Amato, aveva raccontato di aver pagato alcune fatture relative al montaggio del palco in Piazza Plebiscito, a Napoli, in cambio di una variante urbanistica per un immobile del pastificio a Salerno. Anche da questa faccenda il nostro uscì completamente scagionato. Nel 2010 De Luca è condannato a pagare 23.000 euro per gli stipendi d’oro versati ad alcuni dirigenti comunali di Salerno. Per danno erariale, di circa 185.000 euro, vengono condannati con lui anche l’ex sindaco Mario De Biase e alcuni amministratori e burocrati. Ancora nel 2010 De Luca viene prosciolto dalle accuse di associazione a delinquere e truffa nell’ambito dell’inchiesta per la costruzione di una centrale elettrica da 800 megawatt sul suolo della Ideal Standard a cui si era opposto. Nel 2001 Vincenzo De Luca si trova coinvolto nell’inchiesta sullo sversamento illecito di rifiuti nella discarica di Ostaglio. Nel 2010 ha accettato la prescrizione del reato. (Fonte Panorama). Da un’ANSA del 12 giugno 2015 rileviamo poi che anche la compagna di Vincenzo De Luca, Maddalena Cantisani, dirigente del Servizio Trasformazioni Edilizie del Comune di Salerno, è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio. Insomma, tutto in famiglia. De Luca è il personaggio per cui Matteo Renzi ha rischiato oltre ogni ragionevole dubbio per averlo nella sua squadra. Certamente ciò che lo ha spinto è stata la percentuale di voti ricevuti da lui in più occasioni, oltre il 70%, quasi una maggioranza bulgara, ciò che dimostra un radicamento sul territorio decisamente robusto. Ma, si sa, la Campania è terra di miracoli e di speranze miracolose, come dimostra il cardinale Sepe, – già sospettato in passato di usura, – ogni anno, in occasione della ‘liquefazione’ del sangue di S. Gennaro. Una regione che ai miracoli ci crede, come ci crede chiunque non abbia più a che santo votarsi per sbarcare il lunario. In questo caso con ogni probabilità il santo è Vincenzo De Luca: altrimenti non si spiegherebbero le grandi percentuali di votanti a suo favore. Achille Lauro dava una scarpa prima del voto, e la seconda a voto concluso. Questa è la Campania, terra di conquista per chi voglia affermarsi facendosi paladino dei bisognosi. Purtroppo non possiamo concludere queste nostre righe con una riflessione positiva. I commenti da caserma, o peggio, di De Luca nei confronti dei Cinquestelle sono decisamente ributtanti. Ogni parola che viene pronunciata rimane nella memoria dei giornali e del web, e gli apprezzamenti di don Vincenzo sono rimasti nell’aria. Definire la Raggi, sindaco di Roma, ‘bambolina imbambolata’, oltre ad essere un commento stupido e di cattivo gusto, è un commento sessista e discriminatorio: come mai Laura Boldrini non l’ha colto, e non l’ha censurato? Forse che la presidenta della Camera ascolta solo in una direzione? Oppure don Vincenzo pensa di essere spiritoso? Ma la politica non è il palcoscenico di Zelig. Definire poi i tre Di Battista, Di Maio e Fico, rispettivamente, ‘gallo cedrone’, ‘chierichetto’ e ‘fico moscio’, va al di là di ogni limite di correttezza che si presume debba improntare l’attività di un uomo politico. Certi commenti di bassa lega denotano l’uomo, la sua educazione e la sua estrazione sociale, e ricordano tanto quelli che si facevano alle medie quando s’aveva di fronte un’insegnante di sesso femminile. Ma poi noi siamo cresciuti, evidentemente De Luca no, è rimasto alle elementari. Sotto un altro punto di vista De Luca è uomo d’alto mare, e tutte le controversie giudiziarie non gli tolgono il sonno, anche se tante assoluzioni, dopo indagini che costano denaro ai contribuenti, suscitano qualche interrogativo. Farebbe bene, però, a  presentarsi meglio al di fuori del suo feudo, astenendosi da certi apprezzamenti. Ne guadagnerebbe la sua immagine pubblica, già abbastanza compromessa da tante convocazioni in giudizio. La volgarità e la scurrilità piacciono forse ai suoi elettori, ma lo confinano in una posizione che non potrà che essere il definitivo traguardo della sua carriera politica. E questo noi tutti ci auguriamo.