Ronciglione, terremotati: una crocchetta sotto l'albero per i nostri amici a quattro zampe

 
di Roberto Ragone

RONCIGLIONE – Orchidea Garden è un negozio di Ronciglione, che alla vendita di piante e fiori abbina quella di tabella per animali. Il proprietario, Gianluca Iezzi,  tutti gli anni organizza una raccolta di beneficenza per animali, in genere cani e gatti, da destinare ai vari canili e gattili della zona. Quest’anno ha voluto pensare anche alle zone terremotate, dove certamente gli umani sono ben assistiti, ma dove pochi si preoccupano degli animali. ‘Una crocchetta sotto l’albero’ quest’anno sarà dedicata a cani, gatti e altri animali, anche non di compagnia, che abbiano bisogno di cibo, ad Amatrice e dintorni. La raccolta sarà attiva fino al 24 di dicembre, dopodiché lo stesso Gianluca, con altri, si preoccuperà di portare il ricavato, tradotto in cibo per animali, che lui fornirà a prezzo di costo, in zona terremoto. La raccolta è organizzata con il patrocinio dei Comuni di Ronciglione e Caprarola, Comunità Montana dei Cimini e Prov-Arci Gruppo Monti Cimini Ronciglione. Per informazioni e per tutti coloro che volessero contribuire: Orchidea Garden – Telefono 0761.625765 – Cellulare 335.1295185 – e-mail: orchideagarden@libero.it



L'italietta dei due pesi e due misure: Sala subito santo!

 

di Roberto Ragone 


MILANO – L’adozione di due pesi e due misure da parte del potere politico in Italia è sempre stata una cosa macroscopica, ma non è mai arrivata agli assurdi di oggi, con il PD che, durante il regno di Renzi, ha acquisito ogni e qualsiasi centro nevralgico di comando. Senza alcuna vergogna, assistiamo ad assurdi quotidiani, non ultimo l’attaccamento alla poltrona del ministro della (D)istruzione Valeria Fedeli, che, in un paese serio, non avrebbe dovuto essere neanche presa in considerazione. Infatti, dopo la candida confessione del falso in curriculum, data la mancanza di una laurea prima ivi menzionata, ma mai conseguita, si viene a scoprire che, nella migliore tradizione di questo governo, latita perfino un misero e doveroso titolo di studio di scuola media superiore. E va bene che la Lorenzin, inamovibile e blindata dalle case farmaceutiche – non si spiega altrimenti la sua riconferma al ministero della Salute (di chi, poi, la sua? Non certo quella dei cittadini) – anch’essa non dispone di una laurea, magari in medicina, che la renderebbe perlomeno adeguata al compito, svolto abitualmente inviando per indagini negli ospedali ‘ispettori’ non meglio identificati, che certamente ne sanno più di lei.  Nessuno le ha mai chiesto, dall’alto, di dimettersi; a differenza di quanto succede ‘dal basso’, da parte di cittadini che ne hanno chiesto l’intervento, senza mai ricevere un benché minimo cenno di interesse, nonostante situazioni gravi: non ultima, quella di Vincenza Sicari, l’ex maratoneta ora ricoverata a Bari, che da anni attende da parte dei sanitari una diagnosi precisa del suo male che la sta portando alla tomba all’età di 37 anni.

 

Lorenzin, che ha garantito che con la vittoria del SI’ al referendum anche i bambini ammalati di cancro avrebbero ricevuto cure più efficaci: anche questo un’indegna assurdità della nostra politica malata. Quindi, Valeria Fedeli, avendo già mentito in apertura di giochi sul suo curriculum ufficiale, e non avendo i requisiti che possano certificarla come adeguata ad un Ministero che tratta ciò che lei non è mai arrivata a conseguire, dovrebbe dimettersi. Ma, in base alla consuetudine di due pesi e due misure, il personaggio, sponsorizzato, manco a dirlo, da don Matteo per altri meriti che non quelli che l’avrebbero portata a cotanto soglio, resiste, senza vergogna – e qui siamo in linea con Renzi e il suo governo -, ma anche senza dignità personale. Altro caso è quello che ci permette di confrontare due situazioni palesemente simili, quella della sindaca di Roma Virginia Raggi, e quella del sindaco di Milano Giuseppe Sala.


Acque tranquille a Milano, agitatissime a Roma, con l’attacco dell’artiglieria pesante nei confronti di Raggi e del M5S. ipotesi le più truci viaggiano e scorrazzano sui quotidiani, soprattutto su quel Messaggero il cui patron Caltagirone fu colpito negli interessi più cari quando la Raggi decise il NO per le olimpiadi a Roma; quello stesso Messaggero la cui desistenza da attacchi giornalistici  il Marra arrestato per corruzione voleva ottenere con le sue telefonate. Nella realtà, nessun crimine ha commesso Virginia Raggi, di fronte alla legge, nonostante i giornali stampati e parlati insistano sulla posizione di Marra ‘molto vicino’ al sindaco di Roma. L’illecito di Marra, presunto fino a giudizio definitivo, sarebbe stato commesso nel 2013, sotto ben altra amministrazione, vedi un po’ proprio quella del Piddino Ignazio Marino. Ma nessuno si è mai peritato di specificare che, magari, il Marra era ‘molto vicino’ a Marino, molto di più di quanto non sia stato, visto il limitato tempo trascorso, ‘vicino’ a Virginia. E giù tutti a chiedere le dimissioni di Raggi e della sua giunta, dopo aver ripescato la Muraro, già scagionata a suo tempo dall’indagine di Mafia Capitale. Altro clima a Milano, da minuetto, con tanti ‘prego, si accomodi’, ‘dopo di lei’, ‘ma che fa, si autosospende?’, ‘ma non era necessario’, ‘ma lei è troppo corretto’, ‘suvvia, si controsospenda’, ‘ma no, aspetto ancora un po’’, ‘ma no, la città ha bisogno di lei’, ‘dice?’ ‘certo, non faccia così’, ‘quasi quasi ci ripenso’, suvvia, faccia il bravo’. E così pare che Giuseppe sala, indagato in prima persona, e non squalificato dalla scelta sbagliata di un assessore – ma ai suoi assessori nessuno va a fare le pulci?- fluttua su di una nuvoletta, aspettando che la folla acclamante lo spinga a rifare il sindaco. Sala, indagato in prima persona; De Luca, indagato per l’ennesima volta; Fedeli, falso curriculum; un solo comune denominatore: tutti del partito di governo. La verità è amara: in Italia, quando ti metti contro certe persone, ti sguinzagliano contro i cani. Contro la Raggi , che non ha commesso alcun crimine, i carri armati, l’artiglieria pesante, le cluster bomb. Sala, soggettivamente indagato, indisturbato, pregato, corteggiato, affinchè riprenda il suo ruolo. All’orizzonte, nuvole nere per Raggi e M5S, che deve essere squalificato a tutti i costi, perché rischia di arrivare al governo: hanno anche inventato che i suoi esponenti parlano per frasi fatte, estrapolandole dalle varie registrazioni. Questo succede a chi non si adegua al regime, a chi vuole andare contro corrente. Questo succede ad un paese  governato da chi ha come scopo soltanto il proprio vantaggio. Questo succede quando il potere, comunque ottenuto, viene usato come una clava per abbattere i propri nemici, a dispetto della democrazia e dei cittadini.




Ma l'Italia è una nazione seria?

 

di Roberto Ragone

 

Brexit insegna: dopo la debacle, Cameron è scomparso dalla scena, lasciando il potere in mano a chi il referendum aveva vinto di misura, pur avendo dalla sua un numero di consensi non trascurabile. Ma l’Inghilterra è un paese serio. Gli Inglesi si possono amare o no, ma hanno una grande qualità: esprimono un carattere nazionale che prescinde da ogni scelta politica o finanziaria, un attaccamento alla nazione e alla casa regnante che è la loro spina dorsale. Una spina dorsale che gli Italiani hanno perso, insieme al loro carattere nazionale. Se oggi parli da patria, ti danno del fascista. Ma l’amor patrio non appartiene al ventennio. Durante il regime è stato esaltato e sfruttato politicamente, ma è nato prima, e sarebbe molto bello che venisse ritrovato, a dispetto di chi vuole renderci soltanto una colonia. Insomma, l’Inghilterra è una nazione seria. Tutt’altra cosa che l’Italia. O meglio, tutt’altra cosa che i suoi politici, attaccati al cadreghino con resina epossidica. In UK, il giorno dopo, nonostante le proteste di parecchi fan del Remain, la cosa è andata avanti, pur contestata dalla Merkel e Soci europei, e per quanto ne sappiamo, la felice separazione da una Unione Europea vampiresca, pur non consensuale, andrà avanti fino a compimento. Intanto la borsa in UK vola, l’economia è ripresa, le tasse sono, o saranno ridotte, e il sacrificio economico sull’altare del Moloch di Strasburgo è stato cancellato: tutti quei miliardi di sterline da versare ogni anno nelle casse di un’amministrazione oscura, infatti, rimarranno all’interno del Regno Unito, a tutto vantaggio di chi ci vive. Nessun timore per i nostri ragazzi che vogliano andare a lavorare a Londra, sempre che trovino posto: nessuna barriera alle dogane. Tutt’altra solfa ascoltiamo da noi.

 

Sconfitto amaramente dal voto referendario, per quanto si sia dato da fare in ogni modo, Renzi non si toglie dai piedi, anzi, prepara il ritorno. Anzi, la maggior responsabile – almeno secondo la storia – di una riforma costituzionale raffazzonata e faziosa, Maria Elena Boschi, è stata promossa, mentre l’amico personale di don Matteo, Lotti, ha ricevuto in dono un ministero tutto nuovo, creato apposta per lui, il Ministero dello sport. Forse per la sua capacità nel reperire urgentemente nelle pieghe di bilancio, sottraendo risorse a chi ne aveva diritto, 68 mln di euro per pagare Ecclestone e consentire la gara di Formula 1 a Monza e non scontentare Marchionne, testimonial autorevole del SI’. Dopo averci inflitto, Renzi,  complice un Napolitano sempre nell’ombra, ma sempre operativo, un governo noioso come chi lo guida, ha imposto la ‘sua’ squadra di governo, continuando nei fatti a comandare anche dopo le ‘dimissioni’, che ormai meritano le virgolette. Gentiloni è grigio, grigio nell’abito, grigio nei capelli, grigio nel volto, grigio nell’eloquio, incapace di esprimere una supposta personalità, per scelta, per istruzioni ricevute, o per carattere: propendiamo per quest’ultima ipotesi. Anzi, tante sfumature di grigio, magari cinquanta, come il libro che ne porta il titolo – ma senza il pepe che me è contenuto: solo la copertina.

 

E Gentiloni questo è, la copertina di un esecutivo pilotato da remoto, come in un videogioco: ma all’interno solo fogli bianchi. Non  sappiamo quanto durerà; la data di metà settembre 2017 è cruciale per ottenere, da parte di molti parlamentari – pare poco meno di 600 – il diritto all’erogazione dell’agognato vitalizio, che ormai è rimasta l’unica ragione valida per molti per stare in politica. Se Renzi lo riterrà vantaggioso per la sua politica, potrà arrivare a fine legislatura, nel 2018, quando si spera che non si giunga al quinto governo non eletto, e si vada finalmente a votare. Nel frattempo don Matteo avrà maneggiato e rimestato tanto, da avere una posizione di vantaggio, annientando in qualsiasi modo gli avversari politici – leggi Cinquestelle – e accordandosi con i sodali – leggi Verdini – ancorchè scontenti per essere rimasti a far da tappezzeria, mentre sulla pista tutti ballano tranne loro. Berlusconi sta alla finestra, sicuro dei fatti suoi, e sempre disposto a tornare nella stanza dei bottoni: la politica del partito di minoranza che fa da contrappeso sulla bilancia del potere glie l’ha insegnato anni fa il suo amico Bettino Craxi, che riusciva a condizionare la vita politica della nazione con il suo piccolo risultato elettorale. Intanto in TV impazzano presunti sondaggi che mostrano il gradimento di Gentiloni da parte degli intervistati oltre il 50%. Preferiamo non commentare i risultati, ma basta parlare con chiunque per rendersi conto che la situazione è ben diversa. Vien da chiedersi dove siano state fatte le interviste, e come. Ma tant’è: ormai i risultati dei sondaggi in TV servono ad orientare le scelte dei cittadini, e a tranquillizzarli. Non è successo nulla, proprio nulla, infatti Gentiloni da’ proprio l’idea del nulla, e dell’impossibilità di esprimere se non il nulla. Tutto in attesa del ritorno di Renzi, come quando Putin, scaduto il suo mandato, mise al suo posto Medvedev, in attesa di sostituirlo successivamente alla guida della grande Russia. Non che Renzi abbia la personalità dell’ex agente del KGB, nel bene e nel male, tutt’altro. La dimensione dell’uomo è diversa, salta agli occhi. Abbiamo visto Putin sul tatami, portare alcune tecniche di Judo, o a cavallo, stile Mussolini: di contro, abbiamo visto Renzi alla Ruota della Fortuna, senza fortuna, o peggio ancora, vestito da boy scout, con le gambe pelose sotto i calzoncini e il fazzoletto variopinto al collo, sempre con quell’espressione mutuata da Rowan Atkinson nei panni di Mr. Bean. Da rabbrividire. Intanto tutto scorre, ‘Panta rei’, come diceva Eraclito, la vita continua. Ci hanno messo un cappuccio sulla testa, per farci credere che fuori è buio, cerchiamo di strapparcelo dagli occhi. Oppure il nostro destino sarà simile a quello di quel tizio che s’era buttato dall’alto di un grattacielo di più di cento piani, e ad ogni piano si ripeteva: “Fino ad ora, tutto bene”.




IV Governo dei presidenti: per la democrazia in fondo a destra…

 

di Roberto Ragone

E’ ormai chiaro che gli Italiani, con il sonoro NO del 4 dicembre, sono sfuggiti, più o meno consapevolmente, a quella trappola che Renzi &Co. avevano teso loro, combinando il tutto – il famoso ‘combinato disposto’ tanto caro a Berlusconi – con la nuove legge elettorale, un Italicum che sarebbe andato benissimo se a vincere fosse stato il SI’ (I Piddini non parlano di vittoria del SI’, ma di Renzi, lapsus freudiano), ma che improvvisamente s’è scoperto anticostituzionale, nonostante il suo pregresso. Infatti la legge Italicum era stata  a suo tempo dichiarata anticostituzionale da un Mattarella in quota alla Corte Costituzionale; lo stesso Mattarella che, da presidente della Repubblica, l’ha firmata senza batter ciglio.

 

Con il SI’ al referendum, l’Italicum avrebbe chiuso definitivamente le manette ai polsi di noi tutti. Ma a volte basta un sassolino per confondere il meccanismo più perfetto. Gli autori: Sensi, spin doctor di don Matteo, e Messina, il guru venuto da lontano ad incassare, pare, 400.000 euro per garantire la vittoria referendaria: che poi in realtà sarebbe stata la vittoria di Renzi e della sua politica. Non avevamo torto quando, da queste colonne, mettevamo in guardia i chiamati al voto, nonostante la propaganda martellante su tutti i media, senza alcun rispetto per una presunta par condicio, coinvolgendo anche la stessa scheda utilizzata per il voto, palesemente faziosa. Ed anche i ricorsi contro la scheda sono andati a vuoto, facendo per lo meno sospettare dell’obiettività dell’esame dei ricorsi stessi. Così, dopo un meraviglioso 60 a 40, pensavamo finalmente che la volontà dei cittadini fosse chiara, e che i preposti alla nostra amministrazione pubblica ne facessero tesoro.

 

Ma no, tutto continua come prima, con il quarto governo non eletto, ma imposto dall’alto, e gli Italiani inviperiti. Dov’è la democrazia, in questo paese? Forse in fondo a destra, come quando al ristorante cerchi la toilette. Dopo Prodi con l’euro, Monti con l’austerity assassina, Letta l’indeciso e Renzi l’arrogante, oggi ci godiamo Gentiloni il ‘felpato’ – così è stato definito – un presidente del consiglio a sua insaputa che pare scorrere su ben lubrificati cuscinetti a sfere, tanto la strada è facile, è già tracciata, ed è controllata da  re Giorgio. Anche se oggi il PD & Co. non sanno più dove sbattere la testa. La priorità non è, come potrebbe sembrare, la prosecuzione della legislatura, ma una legge elettorale che consenta di tagliare fuori i Cinquestelle, evidentemente in grande crescita. Nel frattempo continua la cerimonia di avvicendamento alla guida del governo, con un Gentiloni più che malleabile, scelto proprio per la sua capacità di adattarsi a qualsiasi evento politico. Se vogliamo, Nardella, Gentiloni e Mattarella hanno una cosa in comune: l'essere una proiezione degli originali: Nardella di Renzi come sindaco di Firenze, Gentiloni come presidente del consiglio; Mattarella di Napolitano. Un Napolitano che a noi piace vedere ancora come una presenza attiva nelle decisioni di questo governo, una specie, mi si passi il termine, di 'presidente ombra'. Se vogliamo prevedere ciò che succederà, basta guardare ciò che Napolitano farebbe se fosse al potere – in modo evidente.

 

La svolta che tutti aspettavamo dopo il 4 dicembre, e che non c'è stata, sembra proprio portare la sua firma. Ignorare ciò che è successo, e continuare installando il quarto governo non eletto, contro il volere della maggioranza dei cittadini, democraticamente espressa con un voto plebiscitario, è da gesuita: cioè, ignorare semplicemente che sia successo qualcosa, come fa la Chiesa Cattolica quando è in imbarazzo. Come quando un giornalista gli chiese se si fosse accorto del boom del Cinquestelle, alle ultime politiche, e lui rispose che l'ultimo boom di cui si era accorto era stato quello degli anni '60, il boom economico. Per re Giorgo i Cinquestelle rappresentano una spina nel fianco, come per tutto il PD, oltre che per Berlusconi e Forza Italia, e questo si respira nelle sue esternazioni. Insomma, via Renzi, arriva Gentiloni, e il voto del 4 dicembre va a pallino. Come niente fosse. Si notano comunque le tracce di contatti di corridoio avuti con gli esponenti delle varie forze politiche. Romani, FI, con a fianco un Brunetta stranamente mansueto, ha dichiarato che Gentiloni darà il via ad un governo 'normale', come se il governo di Gentiloni fosse ‘normale’, e non una stortura della democrazia; e questo la dice lunga su chi Berlusconi appoggerà in parlamento. Ricordiamo tutti Brunetta inviperito tuonare contro Renzi, e il suo governo, oggi stranamente – o prevedibilmente – silenzioso. E questo è solo uno dei sintomi che in appresso andremo ad annotare. Non ha importanza chi sarà nominato a capo dei vari ministeri in queste ore, tanto non cambierà nulla. E non è cambiato neanche Renzi, dopo la batosta che ha preso. In direzione PD ha ritrovato – ove mai l'avesse persa – tutta la sua arroganza. Speravamo che avesse capito, ma sembra di no. Il governo Gentiloni è nato per arrivare a fine legislatura, come appare molto probabile, nonostante voci di elezioni anticipate, delle quali Renzi dice di non aver paura. Allungare i termini per un confronto gioverebbe certamente al potere in carica, consentendo di consolidare alleanze  più o meno legittime: con il dichiarato proposito di spegnere tutte e cinque le stelle di Grillo, chissà, con qualche scandaluccio, tipo firme fasulle, opportunamente montato sui media a traino. Mentre il presidente emerito, re Giorgio Napolitano muove le fila per distruggere il nemico – politico. Si vedrà.

 




Addio Zhang Yao, il papà: "Vogliamo la verità sulla morte di mia figlia"

 
di Roberto Ragone

ROMA – Oggi alle 16,30 alla stazione di Tor Sapienza, in prossimità del punto in cui è stato trovato venerdì scorso il corpo martoriato dall'impatto con un treno, della giovane Zhang Yao, la studentessa cinese ventenne giunta a Roma nel mese di marzo per studiare moda all’Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta, svanita nel nulla lunedì  5, e per la cui scomparsa s’erano fatte le più svariate ipotesi – era anche stata offerta una ricompensa per il suo ritrovamento – siè svolta la commemorazione della giovane, organizzata dalla comunità cinese di Roma, e presieduta dalla responsabile della comunità. “Siamo cittadini di Roma come voi” ha detto ai vari giornalisti e troupe televisive intervenute a Tor Sapienza la signora, con accento italiano senza inflessioni “e per favore lasciateci in pace.”
 
La comunità cinese chiede con fermezza maggior protezione per suoi appartenenti, e soprattutto rimarca il fatto che l’Ufficio Immigrazione, dove la giovane Zhang Yao si era recata con tre amiche e connazionali per  ritirare il suo permesso di studio, e dove anche altri cittadini di nazionalità cinese risulta che  abbiano bisogno di accedere continuativamente per i vari permessi di legge, sia ubicata in una zona di Roma particolarmnete degradata, al confine con un campo rom che viene guardato con apprensione da chi è costretto a costeggiarlo. Infatti, la commemorazione era stata programmata nelle vicinanze dell'ufficio Immigrazione, ma poi è stata spostata perchè si sarebbe svolta troppo vicino al campo rom. Tutto per evitare attriti con la comunità rom che vi abita, e dalla quale, presumibilmente, sono usciti i tre giovani che hanno scippato la ragazza, provocandone la triste fine.
 
Alla commemorazione ha partecipato anche il padre di Zhang Yao: "Diteci la verità di come è morta mia figlia". È il disperato appello del Papa di Zhang Yao, la studentessa cinese morta dopo essere stata travolta da un treno mente rincorreva i tre malviventi che l'avevano rapinata. "Non è possibile vivere nel terrore in pieno giorno – dice con la voce rotta dal pianto -. Ancora non riesco a credere che sia successo alla mia unicamente figlia. Vi prego, aiutateci a capire". Il papa partecipa al sit-in omaggio in corso a Tor Sapienza, dove si è radunata la comunità cinese e diversi abitanti della zona "Non è possibile che sia successa una cosa del genere a due passi dalla Questura", dice il papà di Zhang Yao: La ragazza era appena uscita dall'ufficio immigrazione in via Patini, dove aveva rinnovato il permesso di soggiorno per motivi di studio. "Grazie a tutti per aver voluto ricordare mia figlia. Durante il viaggio ho pensato tanto. Sapevo che era sparita e pensavo ad un rapimento per riscatto, mai mi sarei immaginato di andarla a riconoscere in obitorio".
 
 
La comunità cinese manifesta rabbia e paura dopo l'accaduto. "Gli studenti che si trovano a Roma non si sentono più sicuri," riferiscono persone vicine alla comunità "e hanno chiesto all'ambasciata di essere protetti." "Ci chiediamo come una ragazza di vent'anni possa rincorrere tre scippatori fino laggiù, invece di chiedere aiuto alla polizia o alle sue amiche. Tutto questo è successo in pieno giorno, davanti ad un ufficio della Questura. Come è possibile essere aggrediti così, in pieno giorno?" "Era una ragazza felice, non meritava questa fine."
 
Tutto questo addolora, ma purtroppo non suscita meraviglia in chi sa come vanno le cose in questo paese. Depenalizzazione dei reati cosiddetti 'minori', indulto, buona condotta, intasamento dei tribunali, prescrizioni, decreti svuotacarceri, portano ad avere in circolazione proprio quei piccoli malviventi che sono più pericolosi per il cittadino comune, esposto a qualsiasi rischio, in casa e fuori. La magistratura prosegue le indagini per rapina, ed è facile ipotizzare che presto l'impegno degli investigatori darà il suo risultato, anche se viene da pensare che i tre responsabili, data la gravità delle conseguenze del loro atto, abbiano preferito prendere il largo, in attesa di tempi migliori. Ci auguriamo tuttavia, in caso di arresto, che finalmente il tribunale preposto emani una condanna esemplare, senza sconti o riti abbreviati che tagliano la pena, senza denunce a piede libero; e che il carcere, sacrosanto per chi commette questi odiosi reati, a torto considerati 'minori', serva anche di punizione e non solo di una pretesa, e non sempre realizzabile, riabilitazione.



Governo: È Gentiloni l'erede di Renzi

 

di Roberto Ragone
 
Riesce difficile pensare che il nuovo presidente del consiglio designato Paolo Gentiloni, già ministro degli Esteri, sia stato incaricato di fatto da Matteo Renzi, ma è quello che salta agli occhi dopo i colloqui privati con il premier dimissionario, durante i quali don Matteo deve avergli raccomandato di avere un occhio di riguardo per la Boschi e Lotti. Naturalmente dopo avere passato il vaglio di Giorgio Napolitano, la cui ‘ombra lunga’, come avevamo già scritto, s’allunga ancor di più sul quarto governo non eletto dai cittadini: il che fa certamente gridare allo scandalo e al fallimento della democrazia, non quella che il PD si autoattribuisce nel proprio acronimo, ma quella vera, orientata e risultante da libere e democratiche elezioni. Se qualcuno l’avesse dimenticato, ‘democrazia’ nella sua accezione originale, vuol dire ‘governo del popolo’; e invece sembra proprio che con tutte queste manfrine politichesi il popolo sia accuratamente tenuto fuori da ogni decisione. Insomma, che tutto cambi il meno possibile, purchè tutto resti come prima, con un Paolo Gentiloni ‘buono per tutte le stagioni’, come alcune marche di pneumatici. Il quale Gentiloni, prima d’essere indicato da Renzi a Mattarella, ha dovuto incassare il gradimento di Napolitano.
 
Che il M5S se ne faccia una ragione: con Napolitano in vita – e gli auguriamo di campare altri cent’anni –  loro non saranno mai al governo. Tacciati di populismo, come se fosse una nuova forma di lebbra contagiosa, paragonati alla forma più bieca di totalitarismo, che va da Mussolini a Marx; accusati di ‘poca democrazia’ al loro interno per aver preteso che si rispettassero le regole sottoscritte all’ingresso nel Movimento; accusati come malfattori d’aver fatto – e altri ne fanno di peggio – ciò che tutte le sezioni di partito fanno, in merito a firme clonate perché riportate da altre liste, mentre più grave è inventarsi le tessere di partito in vista di congressi, e mentre nessun giornale parla degli inciuci del Molise e dei suoi reggitori accusati dello stesso abominio, solo che le firme in questo caso erano totalmente inventate, secondo la magistratura: l’unica voce con una base elettorale cospicua che darebbe credito al voto popolare è stata trascurata, nonostante la ragionevolezza delle proposte, corroborate anche da tutte le opposizioni; mentre nessuno parla del denaro a cui hanno rinunciato, mettendo in evidenza solo quello che incassano; e nessuno parla degli aiuti concreti alle PMI, già andati a buon fine.
 
Già, le opposizioni: create dal sistema democratico come un contrappeso a chi è al governo, in Italia sono totalmente ignorate, se non peggio. Andare al voto subito, dopo avere corretto la legge elettorale, cosa che avrebbe potuto fare il governo Renzi, dimissionario ma ancora in carica, dopo avere incassato il parere della Consulta, sarebbe stata, in uno Stato in buona fede, la soluzione più onesta. Imporre il quarto governo non eletto, sostituendo Renzi con Gentiloni, –  il che in pratica serve a salvaguardare tutte le posizioni acquisite, – non è una soluzione che possa far bene ai cittadini. Anche perché il 24 gennaio, con il parere della Corte Costituzionale, il ‘nuovo’ governo – una volta si rivoltavano i cappotti, oggi i governi – sarà perfettamente in carica. E scusate se questa fretta è sospetta. Aspettare il parere consultivo su Italicum e  Consultellum con Renzi dimissionario ma ancora in grado di funzionare, sarebbe stato il segno della buona fede di chi questo paese comanda e vuole continuare a comandare, invece no. Così continuerà quella politica che l’esito del referendum ha sonoramente bocciato, e ‘Er popolo se gratta’, per dirla con Trilussa. Cioè, noi non esistiamo proprio per ‘loro’, la casta, quella che persegue sempre e soltanto i propri interessi.
 
Quello dell'ormai ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, non è difficile prevederlo, non sarà un governo ‘di scopo’, buono solo ad approvare la nuova legge elettorale. Quello di Gentiloni – che siederà sulla sedia ancora calda di Renzi – è un governo che porterà l’Italia alla fine della legislatura del 2018, per consentire che tutti i programmi di Napolitano si possano concludere felicemente, alla faccia di ciò che vogliono gli Italiani. I quali, non potendo votare ormai da troppo tempo, si sono espressi plebiscitariamente nell’ultima possibilità che è stata loro concessa. Intanto nel 2018 potrebbero maturare quelle ‘larghe intese’ tanto agognate da un Berlusconi minoritario, l’unica manovra per tenere i Grillini fuori dal governo, e per tenere ancora un piedino nella stanza del bottoni. Mescolando quello che una volta era il diavolo con quella che una volta era l’acqua santa, a dispetto degli elettori di Forza Italia: tanto ormai PD e FI coincidono, avendo occupato entrambi il centro dello schieramento politico, nell'intento di catturare il maggior numero di consensi elettorali moderati: il resto rimane obsoleta ideologia. Saranno contenti i quasi 600 parlamentari che guardavano con timore a nuove elezioni, cosa che avrebbe causato una interruzione della legislatura con perdita conseguente di vitalizio. Non abbiamo dubbi che Paolo Gentiloni scioglierà molto presto le sue riserve di prassi, con tutta probabilità già lunedì. Re Giorgio sì è espresso, anche se soltanto nelle segrete stanze, ma la sua longa manus è palesemente evidente. Né ci aspettavamo che rimanesse a guardare. 



Ronciglione, continua l'allarme sicurezza: ladri a Poggio Cavaliere

 

di Roberto Ragone

RONCIGLIONE (VT) – Nuove incursioni di ladri a Ronciglione, questa volta è toccato nuovamente a Poggio Cavaliere. A nulla sembra esser valso l’appello del comandante della locale Compagnia dei Carabinieri, Capitano Alfredo Tammelleo, ai residenti, per una maggiore vigilanza. Infatti era stata trasmessa una richiesta di maggior vigilanza da parte di chi a Poggio Cavaliere abita stabilmente. "Qualsiasi presenza estranea, qualsiasi auto sconosciuta, qualsiasi rumore notturno va segnalato al 112 o al numero diretto dei Carabinieri di Ronciglione 0761.62921".
L'appello è quello di sostenere le forze dell’ordine ad aiutare la popolazione, cercando di creare, oltre alla rete Whatsapp già in atto per un rapido allarme dei residenti, una ronda virtuale, che segnali tutto ciò che non va.
Chi non ha la coscienza sporca non deve lamentarsi dei controlli: essi sono tesi unicamente alla protezione dei cittadini. Non sbuffiamo se magari la sera tardi una pattuglia ci ferma e controlla i documenti: il controllo del territorio è l’unica arma per prevenire i furti ed evitare che ladri senza ostacoli possano a loro volta controllare le nostre case. Non lampeggiare con le macchine che si incrociano quando si è appena passato un posto di controllo: è accaduto più volte che, in seguito a questo lampeggiamento, un’auto abbia fatto inversione di marcia, magari proprio quella, rubata, che avrebbe portato i ladri in casa nostra, senza controllo.

Con le nuove normative, grazie a questo governo, sono stati depenalizzati circa 220 reati per i quali non è possibile neanche l’arresto in flagranza di reato. Fra decreti svuota carceri e indulto, nessuno rimane in gabbia più di qualche ora, magari denunziato a piede libero e, appunto, ‘libero’ di continuare a delinquere. Adottiamo tutte le difese passive possibili, dagli impianti d’allarme, alle telefonate al 112.


Perciò, ascoltiamo l’appello di chi è preposto alla nostra sicurezza, senza orario d’ufficio, ma a volte rischiando la vita sulle auto per impedire una danno alle nostre proprietà: difendiamoci da soli, abbiamo avuto assicurazioni della più ampia disponibilità e di interventi il più possibile rapidi da parte dei Carabinieri di questo paese. E posso certificare, per esperienza diretta, che questo è vero.
 




Roma, morte ragazza cinese: chiarito il giallo


di Roberto Ragone


ROMA
– Era apparsa come una vicenda dai contorni poco chiari, ma le telecamere di sorveglianza della zona hanno aiutato gli investigatori a dipanare la matassa. La morte di Zhang Yao è stata provocata da un treno di passaggio, che l’ha urtata e l’ha catapultata nel cespuglio in cui è stata trovata, a qualche centinaio di metri di distanza. A rivelare la verità dei fatti una telecamera posta su di un capannone industriale nella zona di via Salviati.

 

Nel filmato si possono seguire gli ultimi momenti di vita della ragazza, nonché la fuga di tre uomini, che appaiono purtroppo come soltanto tre ombre in movimento, data la scarsa qualità delle immagini. Questo conforta la versione dell’amica di Zhang Yao, che ha riferito che la ragazza la chiamò al cellulare per dirle che stava inseguendo tre rapinatori, dei quali almeno uno di colore; altre versioni riportano che di colore fossero tutti e tre.

 

Nell’inseguire i tre, la ragazza sarebbe salita sulla massicciata, rimanendo travolta. Si vede infatti la cinese sui binari, un attimo prima d’essere investita, guardarsi intorno confusa. Poi lo schianto. Una vicenda molto triste per i familiari, una vita stroncata in conseguenza dello scippo di tre balordi che evidentemente vivono ai margini della società. Il fatto che siano stati descritti come ‘di colore’, alimenta l’odio razziale che in Italia ha avuto un’impennata in conseguenza delle varie vicende collegate ai migranti e comunque agli stranieri, non ultima quella della famiglia marocchina di Torbellamonaca. I genitori sono in viaggio verso l’Italia per occuparsi della parte più triste, il riconoscimento e il trasporto della salma in patria. Sulla scomparsa di Zhang Yao s’erano fatte le ipotesi più varie e disparate, compreso il sequestro di persona, o un sequestro simulato. Purtroppo la realtà è sempre più cruda di come noi la immaginiamo, e la povera ragazza ha spento i suoi sogni sulla massicciata di una linea ferroviaria. Il macchinista del treno, interrogato, ha dichiarato di aver sentito gridare, ma di non aver dato importanza al fatto. Il PM Pierfilippo Laviani, a cui è stata affidata l’indagine, ha aperto un fascicolo non più per sequestro di persona, ma per rapina. Introvabile il cellulare della ragazza, che potrebbe essere andato smarrito nell’urto: non può infatti, secondo la logica, essere in possesso dei rapinatori, che, nel filmato della telecamera a circuito chiuso, si vedono fuggire. Ultimo atto, i risultati dell’autopsia, che ci daranno maggiori particolari su questa vicenda che ha sconvolto la comunità cinese di Roma. Da trovare ed arrestare i tre balordi: nella borsetta di Zhang Yao, infatti, c’erano 1.500 euro in contanti.




Renziade: la lunga ombra di Napolitano

 
di Roberto Ragone
 
Come previsto, l’ipotesi più probabile, conoscendo i nostri polli, rimane quella del quarto governo non eletto, che ci porti alla fine della legislatura. Un governo che permetta a circa 600 parlamentari di completare il periodo di 4 anni, 6 mesi e un giorno di esercizio, per poter ‘godere’ del vitalizio a cui ormai si fanno risalire tutte le vocazioni politiche, quasi che fare un periodo al governo fosse un’opera di beneficenza.
 
Di contro, la prima alla Scala, con grande dispiegamento di forze di polizia per proteggere i VIP, completamente avulsi dalla realtà e incapaci di comprendere le ragioni dei pochi che si sono radunati davanti al teatro per manifestare il loro disagio. Tutti gli intervistati nel foyer hanno parlato soltanto di una ‘grande emozione’ di fronte ad una versione della Butterfly mai rappresentata prima. Un contrasto stridente fra le ‘mise’ delle signore arrivate con grande codazzo di auto di lusso, e i cartelli di chi legittimamente manifestava perché non riesce a tirare la fine del mese, e magari neanche a trovare un lavoro vero, nonostante Renzi & Co. continuino, nel riassunto dei ‘meravigliosi mille giorni’, a decantare le bellezze delle centinaia di migliaia di posti di lavoro in più, circa 550 al giorno.
 
Peccato che nessuno se ne sia accorto, e che i salari siano sempre più bassi, e che le ore lavorate e pagate con i vaucher abbiano raggiunto la quota di 1 milione 700mila. Peccato anche che il 75% degli Italiani non riesca più a mettere da parte un soldo, e che i poveri siano più che raddoppiati in due anni e mezzo. Abbiamo anche imparato che si è poveri quando:
1) non si può cambiare la lavatrice;
2) non si può cambiare l’auto;
3) si lasciano indietro bollette da pagare;
4) non si può far fronte a spese impreviste;
5) non si può permettersi una breve vacanza, di una settimana.
 
Cioè praticamente la condizione generale di quasi tutti gli Italiani, tranne quei pochi ricchi che continuano a rastrellare denaro. Quindi ricchi sempre più ricchi, e poveri sempre più numerosi e sempre più poveri. Fra la Casta finanziaria e la vita reale la forbice s’allarga sempre di più, come accade anche con la Casta politica. Un’esercito di gente che ha in mano le leve del potere e dell’economia, a cui non importa nulla della condizione dei cittadini, soprattutto perché non la capiscono. E non la capiscono perché non si preoccupano minimamente di capirla. Pancia piena non pensa a quella vuota. Intanto, Napolitano parteciperà alle consultazioni per la soluzione del vuoto di potere, dopo la farsa della fiducia posta al governo dimissionario per l’approvazione della legge di bilancio. Abbiamo un Renzi abbondantemente squalificato sia come capo del governo che come segretario del partito, e ancora la sua presenza è condizionante per le decisioni da prendere, anche se non parteciperà alle consultazioni. A cui, invece, parteciperà il presidente emerito Giorgio Napolitano: in che veste, se c’è già Mattarella? Per controllare che l’incarico sia dato ad una persona di sua ‘fiducia’, per continuare la politica intrapresa?
 
Niente soluzione di continuità, quindi, si parla addirittura di un Renzi bis, anche se don Matteo fa il ritroso, giusto per far credere che poi avremo bisogno di lui, che proprio, se fosse per lui mollerebbe tutto, ci mancherebbe, dopo le dimissioni ‘irrevocabili’, accolte impropriamente da Mattarella ‘con riserva’. Mille giorni in cui l’Italia è andata sempre peggio. Renzi, se ci lascia – e tutti ce lo auguriamo, almeno il 60% degli aventi diritto al voto – ci lascia una nazione in pezzi, con gli stipendi ai minimi termini, i poveri che aumentano ogni giorno, la disoccupazione galoppante, i pensionati che fuggono all’estero, i migranti che arrivano in numero sempre maggiore, i guasti nella gestione delle case popolari che creano guerre fra poveri, e famiglie che vanno a vivere nelle cantine dei palazzi, ove trovino posto. Uno sfacelo che don Matteo definisce ‘mille giorni meravigliosi’. Cosa ci trovi di meraviglioso, lo sa solo lui. Lui che non solo non è guarito dalla sua solita arroganza, ma, dopo il lacrimevole discorso pronunciato con la moglie a tre metri di distanza, sullo sfondo, – discorso che pare non sia neanche farina del suo sacco – ha ripreso il suo solito atteggiamento. Certa gente non impara mai. Mentre fuori dal teatro alla Scala i poveri, quelli veri, si accalcano, cercando di manifestare della loro condizione a persone che, ingioiellate e vestite in alcuni casi, con un chimono come la protagonista –  “L’avevo nell’armadio, e ho pensato bene di metterlo”: perché mai una donna debba avere un chimono giapponese nel suo armadio, nessuno lo sa – sono arrivate con auto di lusso in fila indiana, ben protette e attente a non contaminarsi con gli straccioni che chiedevano solo un po’ di giustizia sociale.
 
Si racconta che Maria Antonietta, di fronte al popolo che protestava fuori del palazzo reale, abbia chiesto alla sua servitù per quale motivo lo facesse. “Maestà” fu la risposta “Non hanno pane.” “E allora che mangino brioches” pare che sia stata la risposta. Ora, al di là della leggenda, sappiamo come è andata a finire, con la ghigliottina in piazza. Non siamo a quei tempi, ma la disuguaglianza sociale è arrivata a livelli insopportabili, specialmente se teniamo conto del fatto che il compito dei governi dovrebbe essere quello di creare le condizioni di vita giuste per i cittadini. Dopo la consultazione referendaria sarebbe stato giusto che chi ha fallito in maniera così clamorosa fosse andato veramente a casa. L’esito del referendum ha detto chiaramente che gli Italiani non sono soddisfatti di questa gente e delle loro politiche, tutte tese al vantaggio dei poteri forti, che ormai sappiamo bene chi sono e a chi fanno capo in Italia. Così stando le cose, è molto facile che, sotto la spinta di un Napolitano tanto emerito quanto redivivo, ci venga imposto un quarto governo non eletto. Chiamatelo come volete: tecnico, provvisorio, istituzionale: non c’è niente di più definitivo di una cosa provvisoria. Anche perché è chiaro come il sole che, a dispetto delle ‘gride’ della destra, Salvini in testa, la mira di chi è ancora al potere nonostante tutto, è di arrivare al 2018, cioè a fine legislatura. L’unica strettoia per chi dovrà decidere il prosieguo di questo disgraziato governo sarà l’attenzione ad adottare misure che taglino fuori i Cinquestelle. È probabile, e speriamo di sbagliare, che sarà adottata la soluzione del Renzi-bis, il che consentirebbe di non sconvolgere i piani Bilderberg/Unione Europea. Questo spiegherebbe il perché del mancato sconvolgimento dei mercati finanziari. Con buona pace di chi legittimamente chiede di andare finalmente a votare, dopo il parere della Consulta, il 24 gennaio o giù di lì: infatti non è necessario un nuovo governo per cambiare la legge elettorale, basta, appunto, la modifica della Corte Costituzionale.



ragazza cinese morta

CADAVERE DI GIOVANE DONNA ASIATICA SCOPERTO A TOR SAPIENZA
DI ROBERTO RAGONE
Il corpo di una giovane donna dai tratti  somatici di origine asiatica è stato ritrovato stanotte, verso l’1 e 30 presso la massicciata della ferrovia che corre nelle vicinanze di via Sansoni, a Tor Sapienza, periferia di Roma. Il corpo era nascosto in un cespuglio lungo la linea ferroviaria che costeggia il campo nomadi di via Salviati. Si attende una conferma ufficiale, ma gli inquirenti sono certi che si tratti del corpo di Zhang Yao, una studentessa cinese di 20 anni, in Italia da poco. Lunedì scorso, di pomeriggio, la ragazza, come testimoniano le riprese delle telecamere di sorveglianza, si era era recata presso l’Ufficio Immigrazione di via Patini, a 800 metri dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere, per ritirare il permesso di studio. Le riprese la mostrano tranquilla, con la borsetta a tracolla. Subito dopo la ragazza chiama al cellulare un’amica: “Aiuto, mi stanno aggredendo” avrebbe detto all’amica, chiedendo aiuto, dicendo che le avevano scippato la borsa e che stava inseguendo i ladri, poi il suo cellulare ha taciuto.  La sua scomparsa è stata segnalata anche durante la puntata di ‘Chi l’ha visto’ di mercoledì scorso. Si è fatta anche l’ipotesi di un rapimento, e sono stati messi sotto torchio dalla polizia i suoi amici, anche se un tragico epilogo non era stato scartato a priori. Oggi, la scoperta. Zhang Yao era di ottima famiglia, figlia di un importante funzionario di banca, ed era arrivata da poco in Italia per studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta.  La zona in cui è stato rinvenuto il corpo della giovane è adiacente al campo nomadi che si trova a ridosso dell’Ufficio Immigrazione di via Salviati, ed è accessibile soltanto attraverso un passaggio praticato tagliando  la rete di recinzione della ferrovia, direttamente dal campo nomadi. È legittimo perciò sospettare che i responsabili di un possibile omicidio siano tra gli occupanti del campo. Un’altra ipotesi racconterebbe che la ragazza è stata urtata da un treno in corsa: infatti secondo i primi riscontri necroscopici, il corpo presenterebbe ferite compatibili con l’impatto con un treno in corsa. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla segnalazione della presenza di un cadavere lungo la massicciata. Il corpo, trasportato presso l'Istituto di medicina legale, non presenta segni di decomposizione, il che fa pensare che forse la morte non risalga a lunedì, giorno della scomparsa, ma sia avvenuta successivamente. Bisognerà quindi aspettare i primi riscontri autoptici per una maggiore precisione.  Sembra che la ragazza dopo il furto abbia anche telefonato al padre, chiedendogli di bloccare le carte di credito, abbia parlato con un paio di amici, e che poi abbia chiamato la sua coinquilina Xiao Qing, dicendo di essere stata aggredita da tre uomini che le avevano strappato la borsetta, uno dei quali di colore. Sorprende il fatto che la ragazza, dopo essere arrivata all’Ufficio Immigrazione con i mezzi pubblici, in compagnia di tre amiche, si sia poi improvvisamente allontanata da sola in un quartiere che lei stessa in passato aveva definito ‘pericoloso’, forse comunque convinta di potere, da sola, recuperare la sua borsetta. La Polizia, interpellata, non ha saputo per ora fornire ulteriori notizie. 



boldrini

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