Dissonanze: la convivenza con l’epilessia in un documentario

Roma – La Fondazione Epilessia LICE Onlus, parte integrante della Lega Italiana contro l’Epilessia, un’Associazione composta da medici ed operatori sanitari dediti prevalentemente alla diagnosi e terapia dell’Epilessia con sede a Roma in Via Nizza 45, nel 2016 ha realizzato un docu-film della durata di 50 minuti dal titolo “DISSONANZE”. Il film racconta la storia di vita con l’epilessia di due persone “vere” che la vivono sulla propria pelle da molti anni a diretto contatto con una dura realtà che troppo spesso si scontra con una errata percezione e conoscenza della malattia da parte delle persone che per futili pregiudizi e false conoscenze tendono a temere e/o ad emarginare coloro che ne sono coinvolti. Un comportamento che arreca un ulteriore disagio e malessere del tutto immotivato ed esteso anche alle famiglie che si trovano costrette a vivere dentro dinamiche discriminatorie del tutto fuori da qualsiasi parvenza di legittimità. Il film vede per protagonisti due attori, Lucrezia e Francesco, che raccontano la loro vita e la loro storia mostrando a nudo le difficoltà di essere “pazienti” con forme di epilessia difficili da curare ma che vivono la loro vita avendo un livello intellettivo normale; una vita vissuta altalenante fra rari momenti di serenità e momenti di tristezza e speranza di guarirne. L’obiettivo del film è anche quello di poter essere proiettato in modo itinerante presso Istituti scolastici superiori dando modo ai ragazzi di conoscere a fondo la malattia e incentivare la riflessione sulla necessità di evitare comportamenti di “derisione” totalmente insensati e fuori luogo. L’iniziativa è stata realizzata dalla Fondazione Epilessia LICE che è parte integrante della Lega Italiana contro l’Epilessia, un’Associazione composta da medici ed operatori sanitari dediti prevalentemente alla diagnosi e terapia dell’Epilessia che ha tra gli obiettivi statutari di LICE il miglioramento della qualità di vita delle persone che soffrono di Epilessia e soprattutto la diffusione di una conoscenza più corretta tra la popolazione generale delle tematiche che la riguardano. La LICE è una Società Scientifica senza scopo di lucro a cui aderiscono oltre mille specialisti in ambito neurologico che operano in tutto il territorio nazionale curando e assistendo pazienti e occupandosi anche del loro inserimento nella società promuovendo attività finalizzate a questo scopo. Il 25 dicembre a mezzogiorno è prevista in Prima Visione Assoluta la proiezione in streaming video sul canale Youtube dell’Associazione del docu-film “DISSONANZE”; un modo di condividere con gioia la felice e utile realizzazione del progetto.

L’epilessia è una malattia neurologica che colpisce improvvisamente, spesso senza alcun preavviso, il soggetto che ne è affetto; il corpo si irrigidisce e inizia a tremare in modo convulsivo, dalla bocca  spesso fuoriesce sangue a seguito di una chiusura improvvisa, come una morsa che dilania la lingua. Lo spettatore rimane spesso attonito e impaurito, inerme. L’attività cerebrale cessa momentaneamente, tutto si spegne, tutto diventa buio e nero e la normalità che vi era fino ad un attimo prima si trasforma in un oblio fatto di confusione, incertezza  e paura. Al risveglio si genera  invece rabbia e frustrazione perché subentra la consapevolezza che per l’ennesima volta ha vinto lui, “il grande male”,  tanto grande quanto apparentemente impossibile da sconfiggere. Voltaire disse che “Il pregiudizio è un’opinione senza giudizio”  ma chi soffre di epilessia deve fare i conti ogni giorno con il triste velo di maya che spesso risulta impossibile da squarciare; l’informazione in merito all’argomento è ancora superficiale e approssimativa e la malattia viene spesso associata ad altre patologie mentali/croniche che non hanno nulla a che fare con l’epilessia stessa. Per un epilettico non è semplice aprire il guscio di un cuore già profondamente colpito da una malattia che lo ha segnato nel corpo e nell’anima poiché il confronto con il prossimo spesso si trasforma in diniego da parte di chi non è in grado di capire e alla comprensione preferisce fuggire, in quel caso l’unico rifugio rimane il silenzio.

Angelo Barraco e Paolino Canzoneri

 




Palermo, tutti pazzi per l’Arancina Day: tra gusto, fantasia e devozione a Santa Lucia

PALERMO – Da sempre città di tradizioni e folklore, Palermo quest’anno si prepara a festeggiare il 13 Dicembre ricordando con devozione Santa Lucia che puntuale, ad appena una settimana dalla festa dell’Immacolata, si manifesta nel suo splendore e nella sua tradizione storica e culturale.

La storia ricorda che Santa Lucia nacque a Siracusa nel 283 dopo Cristo da famiglia agiata e, perso il padre quando era ancora una bambina, Lucia fu promessa sposa ad un pagano ma decise di recarsi a Catania al sepolcro di S. Agata in pellegrinaggio per pregare alla guarigione della madre colpita da una grave malattia. Nella sua preghiera ella promise di dedicare tutta la vita a Dio, di non sposarsi e di donare ai poveri tutto quello che possedeva. Il pagano pretendente non accolse la promessa di Lucia e la denunciò quale cristiana in un periodo in cui l’imperatore Diocleziano condannava il cristianesimo con torture e persecuzioni d’ogni genere. Nell’anno 304, dopo processo e torture, Lucia venne decapitata ma divenne presto venerata come santa protettrice degli occhi dal suo nome che vuol dire “promessa di luce”.

Leggenda vuole che un giovane innamorato della santa volle in regali i suoi occhi bellissimi e Lucia glieli diede e le ricrebbero più belli di prima. Proprio per questo Santa Lucia è la protettrice della vista e protettrice della città di Siracusa ma ha un posto speciale nel cuore dei palermitani che al 13 dicembre, per osservanza, non mangiano pane e pasta in ricordo di un miracolo attribuito alla Santa. All’origine di questa vicinanza e di questa devozione la storia ci ricorda che l’anno 1646 per i palermitani fu un anno di tremenda carestia, sofferenze e fame.

Un bastimento carico di grano giunse al porto di sorpresa e la gente che per mesi aveva patito fame non ebbe la pazienza di attendere di macinare il grano e lo bollì aggiungendo solo poco olio saziandosi frettolosamente. Questo procedimento dette luogo alla creazione della “Cuccìa”; ed è cosi che per tradizione in quel giorno i palermitani si astengono dal mangiare pane e pasta ma non per una questione di penitenza ma per una precisa tradizione volta all’utilizzo esclusivo di questi ingredienti usati anche per risotti e timballi vari che diedero vita alle famosissime “Arancine” divenute un vero vanto e gioia assoluta per il palato per quel giorno.

L’arancina sembra sia nata da un antica modalità araba di mangiare il riso e si narra che il timballo stesso sia stato inventato da un emiro. L’idea di appallottolare pugni di riso con lo zafferano per poi condirlo con erbe e carne divenne presto cibo prelibato alla corte di Federico II nel 13° , dove si pensò di panarlo e friggerlo per renderlo compatto, croccante per infonderne una sorta di versione “gourmet” che piacque molto e che ad oggi lo configura come un cibo prediletto e amatissimo dai siciliani. Le arancine classiche erano condite con carne o burro ma con il passare degli anni, chef ed appassionati crearono delle varianti coraggiose e magari azzardate inserendo altri gusti come i frutti di mare, caviale di lumaca, pesce spada, verdure, spinaci fino ad approdare a gusti dolci come il cioccolato. Meta assoluta dei palati anche dei turisti, le arancine sono diventate un vero investimento commerciale e una sfida culinaria presa sul serio praticamente da tutti i bar e pasticcerie che al 13 dicembre sfoggiano orgogliosi accanto alle classiche carne o burro anche la propria versione di arancina quasi come fosse una sfida da contrade del Palio di Siena.

Un evento sacro e culinario in un giorno che la tradizione popolare designa quale giorno più corto dell’anno con meno luce difatti nei giorni tra il 7 e il 15 dicembre il sole tramonta poco prima dell 16:30.

Paolino Canzoneri




“Liberi e Uguali”, Pietro Grasso ufficializza la nascita della nuova sinistra: le premesse sono ottime. Vedremo il cammino

Di primo acchito viene subito da pensare che il paese in questi anni difficili abbia bisogno di interventi e riforme urgenti su vasta scala e una ennesima formazione politica sembra un piatto prelibato servito tardivamente al ristorante a fine pasto nel momento in cui i commensali sono oramai abbondantemente sazi.

Ma il quadro politico italiano, al momento, conta e vede una egemonia delle destre che non trovano sul terreno di confronto politico nessuna contrapposizione e nessuno schieramento che possa dargli filo da torcere. Non è chiaro se la debacle delle sinistra sia tutta da attribuire a Matteo Renzi allo stesso modo come erroneamente una dozzina di anni fà si attribuivano tutte le colpe possibili e immaginabili al cavaliere.

 

Resta il fatto che la sinistra di oggi, più che mai, ha perso il “senso di se stessa” e le ideologie, che sembrano forse ritornare ad avere un barlume di senso e coerenza, servono forse a ristabilire un certo ordine per schieramenti politici oramai divenuti vere e proprie “insalate miste” contrassegnate solo da una sigla ed un nome che richiamano i soliti valori puri e positivi.

 

Il Presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso durante l’assemblea del Movimento Democratico e Progressista ha ufficializzato la nascita di una nuova entità politica a sinistra dal nome “Liberi e Uguali”. Una sala gremita ha applaudito ed acclamato il primo discorso politico di Grasso all’indomani dalle dimissioni da un PD disastroso in corsa accellerata verso un suicidio politico e storico che vedrà probabilmente l’epilogo alle prossime elezioni previste a Marzo 2018.

Grasso è apparso un uomo deciso che con forza e la voce spesso rotta dalla commozione ha chiuso con un passato scomodo e doloroso. Al microfono ha esordito alla platea: “Le dimissioni dal PD sono nate da una esigenza interiore. Poi mi hanno offerto seggi sicuri e mi hanno chiesto di fermarmi un giro, di fare la riserva della Repubblica. Mi dispiace ma questi calcoli non fanno per me”.

Un chiaro taglio con un passato per una sinistra che si spera possa tornare ad essere una forza politica importante per il paese quale bilanciamento fra opposte visioni politiche che allontanano rigurgiti del passato già “ricomparsi dalle fogne” e rischi di revisionismo già in corso nell’intenzione malsana di cambiare la storia, quella vera.

 

La destra di oggi sembra essersi persa in una demagogia spiazzante e desolante adottando una strategia politica basata sul “chi va là” e focalizzando “l’uomo nero invasore e cattivo” come unico nemico colpevole d’ogni male e la sinistra, incapace di autocritica, mostra un assoluto ed evidente interesse negli equilibri interni di potere e di mantenimento delle poltrone litigando fra di loro e dando le spalle al cittadino che oramai diserta i seggi elettorali ancor meno stimolato da leggi elettorali create quasi per raggirarlo.

 

In questo quadro caotico e disastroso la prima forza politica, il M5S, cammina da sola e paga il prezzo di una organizzazione che per ragioni ovvie spesso fà acqua da tutte le parti nell’anomalia di credere di voler essere “democatici ma solo come dicono e vogliono i vertici”.

 

Grasso sà benissimo che lo aspettano confronti e problemi che non si possono certo risolvere con l’ennesimo bel programmino politico che oramai, nella sua sostanza, risulta uguale e chiaro per tutti. Se “Liberi e Uguali” riuscisse a rappresentare una forza di coalizione capace di intendersi ed ascoltare i cittadini e i buoni propositi provenienti da qualsiasi opposizione, allora una speranza di “dire e fare una cosa di sinistra” potrebbe davvero apparire all’orizzonte.

 

Piace il coraggio e l’idea che una forza alternativa di sinistra corregga la propria vecchia parte oramai corrosa e inutilizzabile. Risulta comunque fortemente incoraggiante, non solo per i cittadini siciliani, che un leader come Pietro Grasso scenda in campo di persona quale protagonista assoluto della lotta contro la mafia, prima metastasi di un paese morente, che portò a termine importanti catture di latitanti storici e presenziò fra i giudici al maxi processo mettendoci la faccia e rischiando la vita. E le premesse sono ottime. Vedremo il cammino.

 

Paolino Canzoneri




Palermo: Il nuovo governo regionale di Lello Musumeci nasce con grane urgenti

PALERMO – Ad una manciata di giorni dalle elezioni Regionali in Sicilia il quadro politico vede il nuovo presidente della Regione Nello Musumeci alle prese con le nomine e deleghe degli assessori che faranno parte del nuovo governo.

Nella rosa degli eletti figurano elementi fedeli a Musumeci e spicca la presenza anche di ex DC mentre si è notata l’assenza della Lega. Una lunga notte trascorsa a creare un quadro politico che avrà il compito arduo di regolare bilanci e occuparsi di tutta una serie di incombenze e deleghe di non poco conto.

Di Forza Italia sono stati eletti ben cinque poltrone: si occuperà dell’economia Gaetano Armao 55enne avvocato e docente universitario e fondatore di Siciliani Indignati con cui si era inizialmente candidato; Vittorio Sgarbi 65enne famoso e “burrascoso” critico d’arte di Ferrara sottosegretario del governo Berlusconi si occuperà dei Beni Culturali; alle infrastrutture Marco Falcone capogruppo di FI nell’ultima legislatura; la 58enne Bernadette Grasso del collegio di Messina eletta in FI si occuperà di Funziona pubblica e Autonomie Locali mentre per l’agricoltura e pesca la delega è stata assegnata al 43enne Edy Bandiera assessore per la prima volta dopo esser stato supplente del deputato Sorbello nella scorsa legislazione.

Il Presidente Nello Musumeci ha voluto a fianco i suoi fedelissimi e ha assegnato gli altri ruoli ad altrettanti assessori di schieramento politico differente come Vincenzo Figuccia 43enne sociologo dell’UDC che avrà il compito non certo facile di gestire energia rifiuti e servizi di pubblica utilità; sempre dell’UDC si occuperà delle attività produttive Mimmo Turano di 52 anni procuratore legale e deputato di lungo corso all’Ars laureato in giurisprudenza; fra i piu giovani il 37enne Ruggero Razza della lista Diventerà Bellissima avvocato penalista che ha sempre definito Musumeci “suo maestro” si occuperà della sanità; di Fratelli D’Italia, Musumeci ha designato il 50enne tenente colonnello dei carabinieri Sandro Pappalardo al turismo e sport; il 50enne avvocato Totò Cordaro dei Popolari e Autonomisti si occuperà invece del territorio e ambiente; della stessa provenienza politica l’ex direttore dell’università di Palermo Roberto Lagalla avrà il compito di occuparsi della formazione mentre per Lavoro e Famiglia ci sarà ad occuparsene Mariella Ippolito, 57enne farmacista di Cattolica Eraclea. Un nuovo governo pronto ma con grane da risolvere in tempi strettissimi come la soluzione del problema rifiuti che ieri sera ha visto lo scadere dell’ordinanza che consentiva di utilizzare oltre i limiti di legge gli impianti di biostabilizzazione che hanno il compito di separare le parti umidi da quelle secche per quel che riguarda lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti prodotti quotidianamente.

Musumeci per avere un quadro chiaro a 360° ha mandato una richiesta a tutti i dirigenti dei dipartimenti per avere sulla sua scrivania relazioni complete e dettagliate su tutte le emergenze necessarie per poter spronare gli assessori a darsi da fare il prima possibile.

Le parole del nuovo presidente della Regione Sicilia a proposito delle difficili grane da risolvere: “Abbiamo deciso di tenere un profilo basso nella comunicazione esterna, spero vogliate apprezzarlo.

Il momento è drammatico, preferiamo parlare solo quando le cose sono avviate o sono state fatte. Abbiamo scelto questa linea, sappiamo che incontrerà il vostro favore e la vostra comprensione. Qualcosa faremo e vi diremo nei prossimi giorni, dateci il tempo di avviare questa macchina e poi vi sorprenderemo”. Vittorio Sgarbi intanto, dopo la nomina ha salutato i colleghi assessori e se ne è andato rinunciando a presenziare per la foto di rito del nuovo governo appena insediato.

Paolino Canzoneri




Palermo: catturato il terzo malvivente del commando che aggredì il nipote di Sandro Pertini

PALERMO – Conclusa la fuga per il terzo componente del gruppo di ragazzi malavitosi che si erano resi colpevoli di un raid a casa del sacerdote argentino Miguel Angel Pertini nipote dell’ex partigiano e Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini caro agli italiani e scomparso nel 1990 a Roma.

 

La Squadra Mobile del commissariato di Polizia del quartiere di San Lorenzo nel capoluogo siciliano ha individuato ed arrestato il giovane venticinquenne Nicolò Biondi nei pressi di una villetta in periferia, luogo che aveva scelto come nascondiglio da quando le indagini in corso, sempre capillari ed assidue, avevano consentito l’arresto pochi giorni fa del complice Giovanni Caviglia.

 

L’operazione di arresto del giovane ieri in tarda sera è stata fulminea ed organizzata con perizia; la villetta è stata circondata e non c’è stato scampo per il giovane che nel giro di pochi minuti è stato ammanettato e condotto in questura. Da un primo sommario sopralluogo gli agenti della Mobile hanno trovato una pistola giocattolo. I fatti risalgono al 27 Dicembre scorso quando, nella chiesa San Filippo Neri in via Fausto Coppi, Don Pertini aveva subìto con i suoi genitori una aggressione e rapina da quattro individui, fra cui uno armato di rivoltella, che si era avventato dapprima sulla madre del parroco strattonandola e subito dopo sul sacerdote per rubargli la coppa in metallo prezioso che custodisce le eucarestie all’interno del tabernacolo (la pisside).

 

Con un bottino di 150euro e 5mila pesos argentini, una catenina, degli oggetti preziosi e un computer portatile, i malviventi si erano poi dileguati. La notizia aveva suscitato enorme scalpore e solidarietà da parte dei cittadini palermitani. Minacce e intimidazioni erano già avvenute nel 2009 quando Don Pertini nel giorno del 16esimo anniversario dell’uccisione di Padre Pino Puglisi, durante una messa, vide entrare in chiesa una trentina di individui che fecero irruzione con spranghe e bastoni spaventando i presenti. Le indagini della Squadra Mobile del Commissariato di San Lorenzo nel giro di quattro giorni avevano portato all’arresto di un giovane diciottenne di origini tunisine Sami Ben Lazrag che messo sotto torchio dagli inquirenti si era mostrato restìo nel rivelare i nomi dei complici della vile aggressione. Ieri con l’arresto del terzo malvivente, il Gip del Tribunale di Palermo ha potuto eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giovanni Caviglia.

Paolino Canzoneri




Morte Totò Riina: chiuso un capitolo doloroso per l’Italia intera

PALERMO – Poco prima delle 4 del mattino, precisamente alle 3.37 al reparto detenuti dell’ospedale di Parma è morto Totò Riina ad un giorno dal suo 87esimo anno di vita.

Il boss dei boss muore e si chiude un capitolo doloroso e storico per l’Italia intera. Riina nonostante abbia subito diversi interventi, riusciva a rimanere al vertice del vecchio corso di cosa nostra e il Tribunale di Sorveglianza del capoluogo emiliano lo scorso luglio aveva respinto la richiesta del differimento di pena richiesta dagli avvocati per le condizioni di salute dapprima cagionevoli poi divenute sempre più gravi.

Riina è stato il capo di quella mafia corleonese che invase Palermo nel tentativo becero ed animale di sopprimere il dominio criminale organizzato che in città vedeva diverse famiglie gestire le zone nei traffici de malaffare fra richieste di “pizzo” e traffico di stupefacenti. Decine di morti e sangue per le strade negli anni più buii nel cuore dei palermitani costretti quotidianamente ad assistere inermi ad uno scontro tra famiglie dove comandavano le armi e il sangue nelle strade diveniva una cornice macabra attorno ai corpi freddi senza vita riversi nelle strade.

Quella mafia si era ritenuta responsabile anche degli attentati dei primi anni 90 per un agghiacciante e folle piano di lanciare una offensiva contro lo Stato che nel corso del tempo riuscì a fermare grazie allo sforzo e al sacrificio di tantissimi servitori dello Stato fra cui Falcone e Borsellino.

Il figlio Salvatore che ha scontato una pena detentoria di 8 anni ha pubblicato un post di auguri sui social per il padre. Quel che lascia ulteriormente sbigottiti è l’assenza totale di un briciolo di pentimento che Riina non ha mai espresso in tutto il tempo di detenzione ai regimi durissimi del 41bis che dimostra appieno tutta la sua folle ferocia che non merita nessuna minima considerazione che è giusto invece riservare per gli esseri umani.

 

Paolino Canzoneri




Regionali siciliane, astensionismo e impresentabili: le due note stonate di una democrazia sull’orlo del baratro

Quel che si vede nelle strade del capoluogo siciliano oggi è un frenetico viavai di cittadini impegnati nelle loro faccende, che concentrati a testa bassa rincorrono i loro impegni quotidiani a poche ore da un verdetto politico che ha messo in risalto la reale situazione politico-sociale in Sicilia.

Si percepisce una sensazione celata di mesta rassegnazione e nelle code agli uffici postali o nelle sale di attesa degli uffici burocratici non si assiste agli improvvisati e consueti scambi di opinioni fra persone sconosciute un po’ per “ammazzare” il tempo nell’attesa del proprio turno e un po’ perché in fondo persiste una certa curiosità che porta a discutere con il vicino per comprendere meglio gli umori alla ricerca di qualche dettaglio magari sfuggito. Questa volta no. Sembra che i palermitani abbiano la sensazione che, ancora una volta, persista l’ennesimo “deja-vu” che induca a rinunciare a credere che sia arrivato il momento in cui la politica possa finalmente tornare ad essere una svolta concreta per il bene del cittadino.

 

Le due note stonate che rendono amaro l’esito delle ultime elezioni Regionali in Sicilia sono stati l’astensionismo e l’impresentabilità di una serie di candidati a cui si è permesso con “charme” di partecipare alle elezioni. Due note stonate che segnano i tempi e che rappresentano un campanello d’allarme da non sottovalutare.

L’astensionismo registrato ad un valore di oltre 53% conferma in modo definitivo che la politica sembra non essere presa “sul serio” e che viva e percorri una linea parallela accanto a quella dei cittadini senza che stimoli o interessi possano in determinate circostanze unirsi insieme. Una credibilità persa che non sembra mai impensierire nessuno ma che invece appare come un elemento accettato e quasi “fisiologico dei tempi moderni”. Una dissociazione pericolosa a scapito della sicurezza e della autorevolezza del sistema politico e della società che dovrebbe esserne rappresentata e guidata. Una “strafottenza” forse imposta dall’assoluta inaffidabilità di una politica interessata solo dai propri “giochetti di poltrona” che, una volta scrollatosi di dosso l’importanza del valore storico della propria ideologia politica, è diventata per alcuni solo una opportunità di arricchimento dove l’interesse principale è resistere il più a lungo possibile per garantirsi pensionamenti e vitalizi da nababbi alla faccia del cittadino che come unica arma “democratica” gli resta una matita per segnare una croce su un logo con partito e “sponsor”.

Risulta davvero arduo contestare quel senso di nausea che ha spinto due palermitani su tre a disertare le urne ma è pur vero che darla vinta gettando la spugna sul ring non consente alla speranza di poter agire come farmaco contro la nausea stessa che va combattuta nell’interesse collettivo.

La storia parla chiaro. I cambiamenti seppur lenti arrivano e anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa magari nella tomba si potrà avvedere che gli sforzi per cambiare le cose prima o poi pagheranno davvero. Detto questo si deve comunque iniziare a ripulire la contesa politica da una sempre più dilagante accettazione che coloro che partecipano alla cosa pubblica possano farlo essendo persone “pulite e pure” senza macchia e senza che la loro agenda di appuntamenti sia farcita di date di partecipazione ad udienze in corso per reati commessi o pendenti.

 

La squadra più forte è quella che vince in modo pulito non approfittando certamente di bacini di voti garantiti da persone impresentabili. Se si accettano “impresentabili”, allora si gioca “sporco” e poco vale l’ipocrita e risibile frase di comodo “riguardo gli impresentabili non li votate”. I Siciliani sono un popolo che soffre il peso di una malattia che non guarisce e che il tempo ha reso forse “cronica” ma non ci sono i presupposti per una dilagazione totale e fatale senza speranza di guarigione. E prima o poi, come prassi vuole, si paga sempre il conto di scelte errate sia da parte di coloro che disertando le urne hanno mostrato disinteresse per il proprio futuro e chi, pur di vincere, ha scelto di avvalersi nella propria squadra di elementi a cui la legalità non rappresenta un valore assoluto.

Paolino Canzoneri




Palermo, messa Ognissanti: Micari nella polemica

PALERMO – Polemiche sull’intervento del candidato Micari durante la celebrazione della messa a Palermo. I fatti sono questi: ieri nella chiesa di Maria Santissima delle Grazie al C.so dei Mille nel centro storico del capoluogo siciliano, durante la messa celebrata per la ricorrenza di Ognissanti erano presenti in mezzo ai fedeli anche l’ex presidente di circoscrizione Antonio Tomaselli, il candidato del centrosinistra per le elezioni Regionali del 5 novembre Fabrizio Micari e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Una presenza motivata da un intervento concesso dal parroco don Ugo Di Marzo noto a Palermo per il suo incessante sforzo nel recupero dei giovani in un quartiere difficile come quello di Roccella alle prese con problemi non indifferenti di vivibilità.

Coadiuvato dalle parole di conferma del sindaco, Fabrizio Micari ha da subito evidenziato i passi avanti compiuti dal Comune e dall’Università di Palermo per gli accordi tecnici che consentiranno l’affidamento alla parrocchia di Maria Santissima delle Grazie di un terreno attiguo di proprietà dell’Eni per attività legate alla parrocchia stessa e ai giovani. Detto questo sembra che in chiesa si siano levati dei mormorii di dissenso e Micari prontamente si è scusato non avendo voluto, nelle intenzioni, nè urtare la sensibilità de presenti e tantomeno strumentalizzare il suo intervento per fini politici visto che a meno di tre giorni sono previste le votazioni.

Il dissenso comunque si è ugualmente esteso se non ingigantito anche sui social con interventi di moltissimi iscritti che indignati non l’hanno mandata a dire e non si sono risparmiati i toni severissimi. Anche il parroco non immune dalle polemiche levate a gran voce sui social, dispiaciuto, ha evidenziato che l’intervento, forse inopportuno, non conteneva nessuno riferimento e nessun invito “celato” al voto mirato per le prossime elezioni Regionali previste fra 72 ore. Anche se non propriamente in questo caso, quel che resta è un timido ricordo dal sapore un po amaro e un po “democristiano” di certi stratagemmi usati e abusati ai tempi della prima Repubblica dove espedienti simili erano messi in atto in luoghi di culto con la precisa consapevolezza di una efficacia garantita dalla somma di elementi rassicuranti e convincenti come la sommità della chiesa e la presenza di figure autoritarie il cui “verbo” pesava ed echeggiava maggiormente risultando più incisivo.

Paolino Canzoneri




Regionali Sicilia, candidato impresentabile nella lista Musumeci: Berlusconi fa dietrofront su comizio a Catania

E’ di poche ore fa la decisione di Silvio Berlusconi di non presenziare a Catania, sabato prossimo, per il comizio conclusivo della campagna elettorale per le Regionali del 5 Novembre. La meravigliosa città di Catania con lo stupendo panorama del vulcano Etna non diverrà quindi lo scenario della sfida politica accesissima tra il centrodestra di Forza Italia e il M5S che vede invece confermata la presenza di Beppe Grillo per il “Catania Day”. Un mancato scontro, quello di Catania, tra i due leader carismatici che avrebbero dovuto, uno contro l’altro, supportare i rispettivi candidati oramai ad un passo dal voto decisivo di domenica.

 

La ragione di questo “passo indietro”, dell’ultimo momento, di Berlusconi sembrerebbe derivare dal fatto che l’ex consigliere provinciale di Catania, Ernesto Calogero candidato nella lista Musumeci “#DiventeràBelissima”, sia “impresentabile” per una condanna del Febbraio 2017 di 4 anni da scontare per falso. Ad aggravare il quadro, 8 anni fa nel 2009 Ernesto Calogero era stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Gela nell’ambito dell’operazione “Athena” sulla compravendita di diplomi; reato comunque che non costituiva impedimento di candidatura nella lista grazie alle norme del Codice Antimafia e della Legge Severino. Potrebbero essere queste le ragioni del cambio di programma del cavaliere che magari fiutando eventuali dissapori e possibili contestazioni abbia scelto di evitare un possibile scivolone o un “assist” garantito per Beppe Grillo che terrà ugualmente il suo comizio in terra etnea.

 

Domenica Beppe Grillo comunque correrà a Palermo per essere presente nel capoluogo siciliano con un altro comizio. Duri i commenti degli altri esponenti leader delle altre liste; Rosario Cancelleri del Movimento non le manda a dire: “C’è un nuovo condannato nella lista Musumeci e stavolta è nella sua lista personale “Diventerà Bellissima” che intanto è diventata “Impresentabilissima”; Si aprono le scommesse sulle scuse che avanzerà questa volta “Ponzio Pilato Musumeci”.

 

Nemmeno tanto sottile e altrettanto ironico a sinistra Claudio Fava candidato per la lista “I cento passi per la Sicilia” che ha commentato: “Adesso che il candidato condannato è nella sua lista, cosa dirà Musumeci? Non votatelo?, non votatemi?”. Quello che fino a ieri balzava agli occhi erano i sondaggi che davano il centrodestra come favorito ma è risaputo che fino all’ultimo nulla è certo e la sfida oramai è a poche decine di ore dal compiersi.

 

Direttamente con un volo Milano-Palermo Berlusconi atterrerà di buon mattino all’aeroporto Falcone Borsellino per trascorrere l’intera giornata in città e nel pomeriggio intorno alle 17 terrà il suo comizio al Teatro Politeama. La sfida dei candidati Lello Musumeci per il centrodestra e Giancarlo Cancellieri per il Movimento oramai sembra essere divenuta l’unico scenario che occupa l’interesse collettivo ma le soprese in politica sono sempre possibili. Prevista la presenza pure di Matteo Salvini che sarà impegnato in un suo comizio distante dalla piazza centrale di Palermo. Una precisa scelta di un comizio previsto per le 19 all’Astoria Palace alle falde del Monte Pellegrino.

Paolino Canzoneri




Regionali Sicilia: nello stesso giorno Berlusconi e Grillo a Catania

Ultime due settimane per il 5 novembre, data che vedrà le Regionali Sicilia. La sfida oramai non risparmia gli ultimi colpi e il centrodestra di Forza Italia si assicura una importante presenza come a voler dire l’ultima parola prima delle elezioni. Silvio Berlusconi tornato nella mischia mediatica quale fondatore del suo partito FI chiude le porte ai possibili scenari che prevedevano scontri e sfide televisive e opta per le piazze da sempre baluardo del Movimento 5 Stelle quale luogo di vicinanza e contatto con la gente comune. I sondaggi danno per favorito proprio il centrodestra ma è risaputo quanto troppo spesso le aspettative vengano tradite dalla concretezza dei fatti.

 

L’ennesima scesa in campo di Silvio Berlusconi questa volta sembra foriera di motivazioni che vanno oltre la semplice campagna elettorale. Questa volta è interesse di Forza Italia dissipare e seppellire le polemiche e le accuse che da giorni vogliono il candidato leader del centro destra Nello Musumeci reo di aver incluso nella lista alcuni “impresentabili”. Venerdì prossimo Silvio Berlusconi presenzierà nel capoluogo siciliano con un comizio “apripista” per quello che invece sarà il comizio conclusivo della sfida previsto a Catania nella piazza della città con uno sfondo mozzafiato del vulcano Etna che splendido nella sua possenza farà sentire la sua presenza come un occhio attento e perentorio per i futuri assetti politici dell’isola.

 

Non è di meno il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che presenzierà a Catania nello stesso giorno per il proprio comizio a rappresentanza del leader candidato Giancarlo Cancellieri. Questa scelta delle due parti dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto le elezioni Regionali siciliane siano importantissime e detteranno i futuri assetti politici su molti fronti a livello nazionale. Le parole di Di Maio girano il coltello nella piaga del centrodestra per la questione “impresentabili”: “Un candidato come Cancellieri che ha una sola lista con 62 candidati tutti puliti ha superato nei sondaggi anche un altro candidato che ha svuotato le carceri. Siamo Davide contro Golia”. Il riferimento a Musumeci è palese ma le parole del vice commissario di Forza Italia Francesco Scoma sembrano una risposta: “Gli elettori siciliani sono stanchi di essere da sempre additati per mafiosi o inetti. I grillini tentano di far credere all’Italia e all’estero che non c’è democrazia in Sicilia e il voto è frutto di clientele mafiose e quindi chiedono l’intervento dell’Osce; non riescono a capire che questa pubblicità negativa colpisce duramente la Regione allontanando gli investitori”.

 

Anche Matteo Salvini ieri convinto di rappresentare da solo il vertice del centrodestra e oggi costretto a rincorrere una leadership che l’immortale Silvio Berlusconi non vuole e non vorrà mai cedere a nessun’altro all’infuori di se stesso; ha scelto di presenziare da domenica prossima per un tour di comizi nell’isola.

Paolino Canzoneri




Palermo, Policlinico senza acqua da domenica: intervengono i carabinieri

PALERMO – Da due giorni il Policlinico di Palermo “Paolo Giaccone” è alle prese con problemi di mancanza d’acqua. La grande struttura ospedaliera attende urgentemente alcune autobotti richieste dalla struttura stessa per cercare di rimarginare il disservizio causato da evidenti guasti alle tubature già in corso di riparazione.

Il disagio dei pazienti di alcuni reparti è divenuto insostenibile già dopo diverse ore dalla mancanza dell’acqua indispensabile e il nervosismo appare tangibile tanto da spingerli a segnalare i disagi e il disservizio al GdS. L’acqua che manca da domenica non è necessaria solamente per ragioni igieniche ma serve anche per tutta una serie di analisi cliniche di cui i pazienti ne attendono l’esito.

 

Intervenuti anche i Carabinieri che al momento controllano la situazione. Scontato immaginare come i bagni siano divenuti presto praticamente inaccessibili e come certi rischi possono incombere in aree che devono ovviamente essere igienicamente pulite. Il direttore sanitario dell’ospedale Maurizio Montalbano ha commentato rammaricato: “Sono profondamente indignato da quanto è accaduto e non me ne andrò da questo ospedale fino a quando non avrò scritto una circolare in cui obbligherò sin da subito tutti i reparti di piccola chirurgia a portare attraverso il nostro trasporto di biomateriali i campioni in Anatomia patologica o in qualunque altro luogo”. Nelle prossime ore il problema dovrebbe comunque essere risolto e l’incessante lavoro nella struttura dovrebbe tornare alla normalità.

Paolino Canzoneri