Piacenza: operaio travolto e ucciso da un tir durante picchetto

di Paolino Canzoneri

Piacenza – All'esterno di una azienda di logistica GLS, noto corriere espresso con sedi sparse in molte città italiane nella periferia del comune emiliano, a tarda sera intorno alle 23:45 è stato travolto e ucciso da un camion un uomo egiziano di 35 anni. Al momento dell'impatto l'egiziano stava picchettando con gli   altri operai e l'autista sfuggito d'un soffio ad un vero e proprio linciaggio è stato fermato dalla Polizia accorsa sul luogo. Soccorritori del 118 hanno cercato disperatamente e invano di rianimare il povero operaio aderente al sindacato Usb che lascia 5 figli. Agenti della Polizia presenti allo sciopero come servizio d'ordine pubblico hanno assisitito a tutte le fasi della disgrazia. Riccardo Germani dell'Unione Sindacale di Base presente allo sciopero ha riferito chiaramente che il conducente del camion è stato incitato da un addetto dell'Azienda a forzare il picchetto con urli e incitamenti a cui poi sono seguiti la sciagurata partenza e l'investimento fatale. I lavoratori della SEAM, ditta in appalto della GLS di Piacenza,  stavano manifestando da tutta la giornata per il mancato rispetto di accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo indeterminato e la tensione era palpabile; "Ammazzateci tutti!" è l'urlo provocatorio e disperato dei lavoratori dell'Azienda e l'Usb ha annunciato una conferenza stampa sul posto per le 11 e ha diradato un comunicato in cui riassume le fasi della disgrazia: "Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato e proprio durante azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco. La testimonianza dei ricatti e dei soprusi che subiscono i lavoratori della logistica". Il sostituto procuratore Emilio Pisante insieme al comandante provinciale dei Carabinieri e il vicario del questore di Piacenza accorsi sul posto hanno avviato immediatamente le indagini dovute e nella notte l'autista del camion è stato interrogato dagli inquirenti. 




Fiction Catturandi – Nel nome del padre. Convenzionalità troppo classica e obsoleta?

di Paolino Canzoneri

Catturandi. Nel nome del padre – Palermo città d'arte e di storia da tempo immemore è stata usata, abusata e presa a pretesto quale ottima sceneggiatura cinematografica per film, sceneggiati e gialli racchiusi con un unico denominatore comune che è la mafia. Luca Rossi e Alessandro Fabbri hanno curato regia e sceneggiatura per una nuova coproduzione Rodeo Drive e RaiFiction di un nuovo evento televisivo che ha fatto capolino tra le primissime novità dei palinsesti televisivi della TV di Stato per questa estate che volge al ternine. Un nuovo evento presentato in pompa magna da giornali e media come una Fiction diversa dalle solite, una Fiction legata alla lotta delle istituzioni contro il fenomeno criminale mafioso ma espressa e raccontata da un squadra della Polizia, la Catturandi che svolge un azione coordinata di indagine capillare fatta di appostazioni, spionaggio, sorveglianze elettroniche e intercettazioni con lo scopo di mettere le manette ai grandi capi di cosa nostra. Fabrizio Costa regista per la televsione di Don Matteo e dei serial La bella e la bestia e Rosso San Valentino ha scelto un cast di attori del calibro di Anita Caprioli che interpreta Palma Toscano una donna determinata e col chiodo fisso di voler catturare Natale Sciacca (Vincenzo Amato), Massimo Ghini, Leo Gullotta e Alessio Boni. Una trama che durerà sei puntate che evidenzia lo sforzo e l'impegno della Rai per provare a rappresentare e offrire un prodotto alternativo e di facile presa da porre in contrapposizione allo strapotere delle fiction delle altre emittenti a pagamento che con investimenti da capogiro dentengono al momento la piena padronanza del genere. Basti pensare alla famosa serie "Gomorra" le cui due stagioni sono state tradotte e vendute in decine di paesi di tutto il mondo. In casa Rai proviamo ma arranchiamo un po nel cercare di proporre prodotti avvincenti dalla facile presa ma contestualizzati in realtà dolorose ai limiti del cattivo gusto. Non sempre la mafia, argomento serio e doloroso non solo per i siciliani, è stato abusato per innesti romanzeschi dal sapore vagamente poliziesco e spesso di scarsa fattura. Lo sforzo di raccontare il lato umano, le conflittualità della protagonista Palma Toscano alle prese con  incubi personali, il padre ucciso e amori non facili, provano ad "insaporire" una trama lunga forse un po già vista come forse già viste e un po obsolete appaiono quelle immagini al "rallenty" un po in pieno "american style" che neanche le serie culto di oggi come appunto "Gomorra" o "Il trono di spade" ne hanno mai usate come effetto in qualche scena. Ad oggi la fiction italiana soffre una concorrenza fortissima dove servono idee veramente originali.  Perseverare scegliendo ambientazioni e soggetti un po troppo inflazionati non portano a niente e non funzionano neanche più quelle fiction biografiche dove un personaggio storico diventa protagonista principale in cui si esaltano solo le doti e troppo spesso si omettono e nascondono scivoloni, lati oscuri e scheletri negli armadi. Non è più tollerabile che le direzioni della TV di Stato seguino una linea "borghese-cattolica" con fiction leggere e con la classica e serafica conclusione del "e vissero tutti felici e contenti" in un mondo dove la realtà, la cronaca e il serio lavoro della lotta delle istituzioni contro la mafia non fa nessuno felice e contento. La serie Catturandi riesce ad offrire una notevole prova di recitazione ma da attori di quella portata questo elemento appare scontato e non ci si poteva aspettarne il contrario. Serve forse più coraggio nel ricreare scenicamente la realtà cruda senza alleggerimenti e tecniche di riprese e montaggio meno sorpassati provando a sviluppare meglio le trame di cronaca distaccandosi dalle convenzionalità classiche del genere poliziesco.




"Assopigliatutto" nel Casertano. Quella rete fra imprenditori e funzionari pubblici

di Paolino Canzoneri

CASERTA – Carabinieri e Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazone denominata "Assopogliatutto" hanno eseguito in alcuni Comuni del casertano misure di custodia cautelare emesse dall'ufficio G.I.P del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per 20 persone fra amministratori locali, politici, pubblici funzionari e imprenditori locali con la pesante accusa di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta e nello specifico sull'assegnazione illecita di appalti milionari.

 

Nomi di spicco Tra gli arrestati alcuni nomi di rilievo: il presidente della provincia di Caserta nonchè Sindaco di Avignano Angelo Di Costanzo di Forza Italia, il sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello del PD, il presidente del Consorzio di bonifica Sannio Alfano Pietro Andrea Cappella,  il comandante della Polizia municipale di Alvignano con l’assessore all’Ambiente e tra gli imprenditori locali spiccano Francesco Lavazzi fratello del titolare della squadra di Pallacanestro Juve Caserta e titolare della Impresud che si occupa di servizi ambientali, Luciano Sorbo, Luigi Imperadore imprenditore di Gioia Sannitica, Francesco Raucci, Pietro Terreni, Gaetano Russo, Antonio Manca, Pietro Andrea Cappella e Simone Luigi Giannetti. Domiciliari disposti per Giuseppe Simonetti, Antonella Tedesco, l'ex-sindaco di Casagiove Elpidio Russo, Giuseppe Imperatore, Gennaro D'Onofrio, Fabio Menditto e Domenico Marra. Risultano indagate altri quindici funzionari pubblici attualmente in stato di libertà.

 

Le indagini L'inchiesta della dalla Guardia di Finanza di Caserta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è frutto di capillari indagini che riguardano il biennio dal 2013 al 2015 dove dichiarazioni dell'ex presidente Cub Antonio Scialdone e l'impreditore Alberto Di Nardi, hanno potuto fare luce su accordi criminali tra pubblici amministratori e imprenditori indagati facendo emergere un sistema di assegnazione illecita di appalti del settore rifiuti a imprese consenzienti e amiche in cambio di appoggi, facilitazione e ovviamente denaro a fiumi. La dottoressa Antonietta Troncone ha condotto una esaustiva conferenza stampa presso l'ufficio del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere

 

Gli appalti I reati contestati sono turbata libertà degli incanti, corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai loro doveri d'ufficio, truffa ai danni di enti pubblici e abuso d'ufficio, tutti compiuti nell'interesse o, comunque, a vantaggio della Termotetti S.a.s. e di altre società riconducibili al gruppo Termotetti, colosso imprenditoriale operante in vari settori e in varie regioni d'Italia, riconducibili all'imprenditore originario di San Potito Sannitico, Luigi Imperadore. Le indagini hanno dimostrato che la Termotetti S.a.s., è riuscita ad aggiudicarsi illecitamente, tra il 2013 e il 2015, le gare d'appalto per l'affidamento del servizio d'igiene urbana e altre commesse pubbliche relative al delicato settore del ciclo integrato dei rifiuti, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove.Un'altra società del gruppo e, precisamente, il Consorzio stabile Sannio appalti S.c.a.r.L, sempre previa corresponsione di utilità illecite a pubblici funzionari, si è aggiudicata, anche, l'appalto di lavori relativo al Lotto Presenzano I, presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, diretto da Pietro Andrea Cappella. Con specifico riferimento agli appalti concernenti il ciclo integrato dei rifiuti, i minuziosi accertamenti – condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni locali, indagini finanziarie, nonché, mediante la disamina della copiosa documentazione cartacea e informatica sequestrata presso la sede del predetto gruppo societario e dei predetti enti pubblici – hanno evidenziato, infatti, come le procedure di gara per l'assegnazione del servizio di igiene urbana (raccolta, conferimento, trattamento e smaltimento) e di altri servizi collaterali, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove, siano state condizionate dai rapporti di favoritismi tra gli amministratori locali e i dirigenti del gruppo




Prova ad ustionare la moglie con un ferro da stiro, scarcerato

Red. Cronaca

MILANO – Il 47enne camionista dello Sri-Lanka Marakkala Manage è stato scarcerato dal giudice che ha accolto l'istanza di sostituzione della misura cautelare del carcere dove era rinchiuso richiesta dall'avvocato difensore Chiara Campanello di Milano. L'uomo asiatico aveva provato a scottare la moglie con un ferro da stiro il 26 agosto scorso e in passato aveva addirittura provato a darle fuoco. Disposto anche il divieto di avvicinamento alla moglie e l'allontanamento dalla casa della famiglia. La moglie della vittima aveva presentato denuncia per maltrattamenti e uno dei cinque figli aveva pure testimoniato contro il padre e le motivazioni della disposizione del giudice sono scaturite dalla piena ammissione di colpevolezza dei fatti commessi e dalla consapevolezza che le cause della aggressività vanno ricercate nel suo abuso di bevande alcoliche. Una storia di disagio e violenza iniziata dal 2004 anno di trasferimento in Italia dalla lontana terra dell'asia meridionale nell'ennesima speranza di una vita migliore.




Ragusa: negoziante freddato con due colpi di fucile

Pao. Canz.

VITTORIA (Ragusa) – Ieri in un negozio di ricambi per automobili nella strada provinciale Vittoria-Santa Croce Camerina un uomo è stato freddato con due colpi di arma da fuoco da due sicari fuggiti poi con il furgone della vittima posteggiato all'esterno del negozio. Salvatore Nicosia di 39 anni è stato trovato cadavere in una pozza di sangue da un cliente entrato nel negozio che ha dato subito l'allarme. La Polizia del commissariato di Vittoria accorsi nel luogo hanno potuto appurare che l'uomo è stato colpito al capo con un oggetto contundente e successivamente finito con due colpi di fucile da caccia uno alla spalla e un secondo al torace. Le prime indagini hanno rivelato che la vittima senza precedenti penali di rilievo era piuttosto noto in città come persona dal carattere scorbutico, violento e litigioso, arrogante tale da essere soprannominato "Turi Mazinga" vista la sua prestanza fisica dovuta a culturismo sportivo. Elemento di rilievo che può portare verso una pista di indagine è una denuncia per stalking avuta in passato ma poi ritirata. Nel pomeriggio è stato rinvenuto il furgone usato dai due sicari per la fuga dopo l'omicidio. Il PM Andrea Sodani della procura ragusana si sta occupando delle indagini interrogando sia il teste cha ha chiamato il 113 dopo aver scoperto il cadavere che parenti e amici della vittima per cercare di ricostruirne le ultime ore di vita.




USA 2016, Hillary Clinton: crescono timori complottistici

 

di Paolino Canzoneri

 

New York – Ieri domenica 11 Settembre durante la commemorazione annuale a Ground Zero per le vittime della strage delle due torri gemelle del 2001, la candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali Hillary Clinton è stata improvvisamente sorretta dagli uomini del Secret Service a causa di un lieve malore e successivamente introdotta in una automobile e accompagnata fino all'appartamento della figlia a Chelsea in città dove fortunatamente si è ripresa e lasciando l'abitazione ha salutato i suoi sostenitori ed ha raggiunto serenamente e con le sue gambe la sua casa a Chappaqua nella contea di Westchester. Un lieve mancamento dovuto all'aria umida e ai 28° circa di temperatura che hanno accentuato i disturbi allergici e tosse protratta per oltre 4 minuti interminabili, segni evidenti di un lieve attacco di polmonite diagnosticatale dal suo medico nelle successive ore. Una infiammazione agli alveoli polmonari che non consentono la normale respirazione curabile con antibiotici e riposo proprio nelle fasi conclusive della campagna elettorale dove invece serve proprio uno sforzo finale, una energia supplementare che i candidati devono tirare fuori per convincere elettori titubanti di alcuni stati  a votare o cambiare preferenza.


Se la ride sotto i baffi o meglio sotto il ciuffo dell'ipotetico parrucchino il candidato repubblicano Donald J. Trump presente alla commemorazione a pochi passi dalla contendente alla corsa per la Casa Bianca durante la lunga e angosciante lettura di ogni singolo nome e cognome delle vittime della tragedia, che vede la sua popolarità e il suo consenso in leggera rimonta in vista del primo vero confronto televisivo previsto per il prossimo 26 Settembre. La Clinton al momento ha annullato i prossimi comizi previsti per i prossimi giorni e questo imprevisto fomenta ancora di più teorie complottistiche da parte anche del sindaco repubblicano Rudolph Giuliani relative ad una ipotetica inadeguatezza alla carica di Presidente degli Stati Uniti a causa di una malattia non specificata e nascosta già evidenziata  durante un recente comizio della Clinton per il Labor Day dove fastidiosi colpi di tosse hanno disturbato e interrotto piu volte il suo comizio. La pronta frase spiritosa per giustificare questa tosse è stata "Sono allergica a Trump.." e la conseguente risata dei presenti può aver sviato la cosa ma il mancamento di ieri, seppur di lieve portata, pone interrogativi seri che dovranno al più presto essere chiariti perchè ma se si paventa un complotto lo si deve ipotizzare sia nel caso che la Clinton nasconda una sua patologia grave e sia nel caso che Trump possa aver progettato di "agevolare" la patologia della sua contendente ma tutto questa sembrerebbe una trama di un film Hollywoodiano..magari non troppo.




Corea del Nord, nuovo test nucleare: lʼOnu valuta inasprimento misure

 

di Paolino Canzoneri

 

PECHINO – A pochi giorni dall'ennesimo test atomico, il quinto per l'esattezza, eseguito dalla Corea del Nord guidata e governata dall'impertinente Kim Jong-un, le risposte del mondo non si sono fatte attendere. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha ulteriormente inasprito le sanzioni in modo durissimo con il preciso scopo di scoraggiare e rendere oggettivamente impossibile al regime di Pyongyang di ottenere risultati oltremodo ancora più pericolosi nella folle corsa coreana nel programma nucleare. Continuando cosi il panciuto coreano, malato di protagonismo e con la faccia da schiaffi, potrebbe essere in grado entro pochi anni di realizzare testate nucleari in grado di raggiungere parti del mondo disparate e rappresentare ancora di più un serio pericolo per l'umanità. Esperti militari convengono preoccupati sui progressi rapidi che test sempre più sfacciati e di enorme potenza possono arrecare all'ambiente. Basti pensare che la potenza sprigionata dalla detonazione sotterranea al sito di Punggye-ri è stata di poco inferiore a quella della prima bomba del secondo conflitto mondiale, siamo a circa 10 kilotoni rispetto ai 15 di Hiroshima e ha causato un terremoto di magnitudo 5 e come se non bastasse questo, il regime di Pyongyang, dopo la bomba all'idrogeno del Gennaio scorso, ha rivelato gli enormi progressi nella miniaturizzazione degli ordigni tali da poter essere introdotti in missili a medio e lungo raggio cosi da essere in grado di raggiungere zone del globo molto distanti. L'emittente di Stato KCVT con il volto sereno ma sempre più pallido della conduttrice Ri Chun-hee in pompa magna e con un falso sorriso fisso come una paresi ha dato notizia del grande evento come un grande successo ottenuto nel sessantottesimo anniversario della fondazione dello Stato.

 

Una follia che il mondo non si può permettere. Il presidente Barack Obama ha convocato d'urgenza, dietro esplicita richiesta degli alleati Giappone e Corea del Sud, una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Fra le misure di inasprimento delle sanzioni si prevedono ispezioni obbligatorie ai cargo in entrata e in uscita, bando assoluto delle armi, blocco degli alimenti e medicinali destinati all'esercito del Nord e stop all'addestramento di polizia offerti da Pyongyang. Altri dirigenti del regime, banche e aziende sono stati inseriti in una lista nera lista che congela conti correnti e risorse finanziarie e molto altro. La Russia conviene sul fatto che le sanzioni sembrino non essere efficaci o prese sul serio, erano in effetti già state annunciate ma il dittatore coreano dal parrucchiere inesperto aveva perseverato mostrando un disinteresse assoluto per gli accorati appelli da tutto il mondo e ancor più dalle minacce di serie sanzioni poste dall'ONU anche se la Russia stessa, dietro le quinte, da sempre ha sostenuto il regime coreano anti-USA e Pechino teme che i giochetti pericolosi del bulimico dittatore coreano possano portare ad una unificazione delle due Coree, divise dal lontano 1953, sotto una unica conduzione di Seul alleata degli USA. Indignazione e preoccupazione emerge anche dai nostri eponenti politici e di governo, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un breve comunicato sui social ha commentato: "una provocazione inquetante", mentre l'Alto rappresentate dell'Unione Europea Federica Mogherini ha chiesto l'abbandono di armi e programmi nucleari in modo completo, assoluto, irreversbile e verficabile. Bisogna fermare ancora una volta l'ennesimo dittatore pericoloso di turno. 




Siria, dopo il gelo arriva l'intesa Usa – Russia per la tregua

di Paolino Canzoneri

GINEVRA – Venerdi scorso il ministro degli Esteri americano John Kerry e quello russo Sergey Lavrov a seguito di lunghe trattative durante una intera giornata hanno annunciato che Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un importante accordo per una tregua di sette giorni in Siria. La stipula dell'accordo, che se applicato partirà da lunedi prossimo primo giorno della festa islamica Eid al-Asha, prevede una interruzione dei combattimenti in tutto il paese tale da apparire al ministro americano Kerry un vero e proprio punto di svolta per l'intero conflitto e una concreta soluzione politica alla guerra civile in corso anche con una collaborazione militare sul posto. Una transizione politica per il paese troppo martoriato dal conflitto con l'obiettivo di creare condizioni ideali per riprendere concreti negoziati di pace. La tregua se rispettata consentirà il ritiro delle truppe siriane nella città di Aleppo per consentire l'entrata di aiuti umanitari. Aleppo è la città che ha pagato un conto altissimo per questo conflitto con oltre 700 civili uccisi dai bombardamenti tra cui 160 bambini. Mosca invece dovrà garantire che Assad rispetti la tregua mentre gli USA dovranno estirpare le forze dei ribelli laici e moderati da gruppi come Al Nusra e Isis cosi da poter poi continuare l'offensiva con azioni mirate a sconfiggere i terroristi dalla Siria creando l'opportunità per una mediazione diplomatica gestita dall'ONU e riportare la pace in quelle terre. Il regime di Assad controlla Homs, Latakia e Damasco città prevalentemente posizionate ad occidente e nella fascia costiera meridionale ed è sostenuto da Russia, Cina e dagli sciiti libanesi Hezbollah mentre risulta ancora poco chiara la posizione della Turchia che nonostante sia un paese della Nato ha aperto un dialogo con Putin e Assad ma riconosce nei curdi indipendentisti a nord della Turchia i veri nemici assoluti da combattere. Nessuno sembra appoggiare il regime di Abu Bakr al Baghdadi primo califfo e creatore dell'Isis ma ultimamente interessi economici legati alla vendita del greggio sembra abbia rafforzato la sua posizione e nonostante le Chiese cristiane in Giordania avessero chiesto pubblicamente di cessare ogni commercio di armi con i terroristi, la sconfitta del califfato appare lontano e pieno di insidie. Tenere unita la Siria in una sorta di federazione che lasci il controllo dei territori alle diverse etnie e religioni con la precisa volontà di eslcudere i terroristi sembra forse la strada da intraprendere ma al momento non trova l'accordo nè da parte di Assad che vuole mantenere il suo dominio e nè da parte della Russia di Putin. Simpatico il siparietto conclusivo della serata dei ministri USA e Russia in attesa del via definitivo all'annuncio di intesa dove Lavrov ha gentilmente offerto pizza e vodka ai giornalisti asserendo che la prima era stata offerta dalla delegazione degli Stati Uniti mentre la seconda dalla delegazione russa.




Il sacrificio della generazione giovanile degli anni di piombo e il tremendo conto da pagare per una Italia prepotentemente borghese

di Paolino Canzoneri

"Quando bruciai la mia carta d'identità mi sentii un uomo libero. Potevo diventare quello che volevo: ingegnere, avvocato, operaio. Un senso di libertà concreto, la perdita di ogni legame con il passato, l'assenza di una condizione sociale predeterminata, l'illusione di essere veramente padrone del proprio destino, un prendere in mano la propria vita dalle radici, a cominciare da ciò che ci è stato imposto per primo, il nome e il cognome." – Queste lapidarie parole di Alberto Franceschini ex dirigente locale della Federazione giovanile comunista, fondatore delle Brigate Rosse e arrestato nel 1974 successivamente dissociatosi nel  1983, mostrano in modo esemplare e chiarissimo quanto fosse forte e pulsante quella volontà di dissociazione da qualsiasi appartenenza civile e sociale di cittadino della Repubblica Italiana per diventare un latitante rivoluzionario all'interno di un movimento extraparlamentare con precisi presupposti ideologici di lotta sovversiva contro uno stato visto come imperialista, capitalista e usurpatore. La scelta della lotta armata nonostante appaia incosciente ed estrema prese vita e concretezza in un periodo storico convulso di una Italia irrigidita da una politica democristiana pressante e borghese e da un forte disagio giovanile subordinato da una gestione universitaria piuttosto padronale e classista che lasciava presagire forti incomprensioni e complesse difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e che aveva già causato in Europa e oltre oceano la nascita di movimenti studenteschi, occupazioni di università e manifestazioni con scontri di piazza piuttosto violenti. La strada che le istituzioni e la politica scelse sembrò incline a sottovalutare e non considerare le motivazioni giovanili aprendo la strada a numerose assemblee, riunioni e creazione di comitati di base dove il tema del dibattito si spinse oltre la riorganizzazione di nuove e precise metodologie di studio ma si espanse fino a tematiche di politica internazionale contestando l'intervento armato americano nel Vietnam e molto altro. Questo mostrò la matura capacità giovanile di saper individuare e inquadrare precisi interessi economici e politici che rivelavano quanto la presunzione di onnipotenza americana cercava di fare breccia in modo violento e sconsiderato facendo pure uso maldestro di bombe al napalm con la conseguente morìa di un gran numero di vittime civili in tutto il Vietnam. Una tensione e una sensazione destabilizzante che portò a numerosissime manifestazioni pacifiche e violente in tutta Italia. Gli Stati Uniti con l'appoggio degli altri stati membri della Nato progettarono di rinnovare in Italia le basi strategiche a settentrione e sud Italia. Molte manifestazioni di dissenso per questo riassestamento delle basi Nato causarono una sorta di imbarazzo nel Partito Comunista che si trovò incapace di gestire e considerare il fervore rivoluzionario giovanile, e peggio ancora prese la decisione più errata di espellere il dirigente Alberto Franceschini e altri iscritti. Questa radiazione pose Franceschini e altri in una condizione di totale dissociazione e isolamento da qualsiasi associazione politica legale riconosciuta e fece crescere una rabbia interiore e una sensazione di emarginazione forzata convincendoli che il Partito Comunista fosse in un certo senso colluso e falsamente collocato in una reale opposizione politica alla Democrazia Cristiana filoamericana e consenziente al rinnovo strutturale delle basi Nato. Del resto, col senno di poi, si intuisce che il PCI di quegli anni non ha saputo capire, gestire e interpretare quel fervore rivoluzionario giovanile su cui invece avrebbe dovuto dare una chiave di lettura, una migliore contestualizzazione del periodo turbolento e coadiuvare per creare nei giovani stessi una fiducia possibile per un futuro di integrazione con la società. Purtroppo invece l'isolamento e dissociazione politica fomentarono sempre di più una morale rivoluzionaria basata appunto sulla lotta di classe. Inizialmente e ingenuamente Franceschini, Renato Curcio e Mara Cagol, primo nucleo costituente delle Brigate Rosse, credettero davvero che il ricorso alla violenza politica fosse un elemento che sarebbe durato solamente per il periodo di lotta per la conquista del potere contro lo Stato mentre invece col passare del tempo e con l'aumento delle azioni eversive la violenza non potè che inasprirsi sempre di più. E' difficile comprendere quegli anni, forse impossibile giudicare a distanza di molto tempo stati d'animo, follia e incoscenza ma è palese che scegliere la lotta armata, e porsi nella condizione di maneggiare armi colloca l'individuo in una condizione reale di imprevedibilità, alle prese con l'istinto, forme caratteriali equilibrate o malsane che siano, posto nella possibilità di commettere atti criminosi a cui, una volta compiuti, non vi è rimedio, tracciano una strada sicuramente impervia in cui l'Italia ha dovuto pagare un conto salatissimo in termine di vite e di forte instabilità sociale. L'Italia era riuscita da meno di un ventennio a ricucire le tremende ferite di una guerra inutile e sanguinaria causata da una ottusa e scellerata presunzione di potenza, una vanità fuori da ogni raziocinio che convinse Mussolini di avere forza e capacità bellica per unirsi al peggiore dittatore tedesco in una guerra altrettanto folle come solo l'uomo sa essere. La lotta partigiana che vide le conclusive fasi del conflitto ci mostrano quanto importante sia nella coscenza italiana il senso di patriottismo e in effetti ad oggi risulta incompresibile come gli scritti del partigiano Beppe Fenoglio non facciano parte dei programmi scolastici di base. Ci si può chiedere se il senso di unione e di appartenenza non debba essere insegnato quale valore aggiunto in una nazione che ha subito nella storia dei tempi batoste pesantissime. Molti anziani ex combattenti partigiani hanno avuto l'opportunità di tramandare l'importanza e il senso dei loro gesti, della loro lotta e cosi è stato anche per Franceschini il cui nonno regalò la sua arma da battaglia; fucili o pistole tramandati come preziosi oggetti pregni di significato storico da custodire quali cimeli pregni di significato storico. Non è facile comprendere quanto il racconto della lotta partigiana sia stato compreso fino in fondo, è sorta senza dubbio una passione, si è acceso un fuoco nel loro animo, si è concretizzata l'esigenza di lottare anch'essi questa volta non per scacciare il tedesco invasore ma per lottare contro lo stato imperialista e capitalista. Una scelta, perdente sin dalla nascita, di sacrificare la loro gioventù, la loro vita intera nella lotta armata ispirandosi, in questo preciso caso, ai Tupamaros uruguaiani, una organizzazione guerrigliera urbana di ispirazione marxista-leninista attiva tra gli anni sessanta e settanta, in una folle presunzione di riuscita nell'intento.  Potrebbe sembrare paradossale e poco credibile giudicare questo passaggio come una sorta di fraintedimento della storia della lotta partigiana e lo stesso Renato Curcio ebbe a dire: – Quanti morti hanno fatto gli errori, ben più gravi, delle generazioni dei nostri padri e dei nostri nonni?. Il pregio delle rivoluzioni mancate è quello di non avere il difetto delle rivoluzioni riuscite: in qualche modo tutte le rivoluzioni riuscite hanno tradito le loro promesse, mentre quelle mancate possono tradire solo le analisi che le hanno mosse. Una colpa che, tutto sommato, mi sembra meno grave. D'altra parte, la generosità con cui una fetta della mia generazione si è gettata nella rischiosa avventura politico-idelogica rappresenta un valore positivo che, ad un certo punto, dovrà esserci riconosciuto. Oggi ho una grande pietas nei confronti di me stesso e della mia generazione sconfitta." Un enorme sacrificio generazionale e un enorme conto da pagare per l'Italia di cui sono responsabili le fazioni ideologiche sinistra e destra, un governo democristiano borghese e ottuso e una politica cieca e sorda incapace di comprendere le ragioni dei giovani in quegli anni turbolenti. 




In ricordo di Lucio Battisti

di Paolino Canzoneri

Solo 18 anni fa l'Italia piangeva e perdeva uno degli artisti più importanti di sempre legati alla musica leggera italiana. Un numero di anni trascorsi oramai "maggiorenne" che conferma ad oggi l'importanza e il talento assoluto di quell'uomo simpatico, impacciato, timido dal nome Lucio Battisti. Poggio Bustone, nella provincia di Rieti, piccolo paese di meno di tremila anime fu il luogo di nascita di Battisti nel lontano 1943. Dopo le medie Battisti chiede ed ottiene come regalo di promozione una chitarra che diventerà uno strumento da cui non si separerà e la musica diventa una condizione essenziale di vita e di passione che lo porterà pure a trascurare i successivi studi. Nel 1962 Battisti, trasferitosi a Milano, inizia una gavetta come musicista e cantante che lo vedrà protagonista in diverse esperienze locali e nel 1965 alla ricerca di autori musicali e manager discografici ebbe l'opportunità di incontrare Giulio Rapetti in arte Mogol che divenne fondamentale mentore e autore dei brani e album che consacrò Battisti nell'olimpo degli artisti di punta assoluti nel panorama vasto della musica italiana. "Mi ritorni in mente", "Non è Francesca", "Il mio canto libero", "Emozioni" e moltissimi altri capolavori sono divenute in pianta stabile colonna sonora agro-dolce di una Italia che attraversava un periodo storico difficile e pieno di conflitti sociali e politici. Un periodo d'oro e piuttosto fecondo dove i migliori cantanti e cantautori regalarono al paese autentici capolavori assoluti di musica di impegno sociale e politico. Anche Battisti fece egregiamente la sua parte con brani fra cui spicca "Giardini di Marzo" dove lo si sente cantare con fil di voce sofferta ma altrettanto vigoroso e imponente nel ritornello dove raccontava proprio il disagio giovanile alle prese con una rivoluzione politica e un distacco generazionale praticamente netto e doloroso, "…ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.." sussurra come una desistenza, una rinuncia in una lotta frenetica a riordinare le proprie idee alla ricerca di una identità confusa e insicura. Il clamoroso successo  di Lucio Battisti fu oltremodo amplificato dalle sue pochissime ma efficacissime presenze in televisione dove cantando con altri artisti di alto spessore come Mina e sottoponendosi ad interviste e domande in diretta poste da Renzo Arbore, Boncompagni e Red Ronnie conduttori e autentici mattatori televisivi e giornalistici di quegli anni, gli conferirono una altrettanta notorietà che l'artista dal carattere schivo e riservato e costantemente timido cominciò un po a soffrirne. Il 23 aprile del 1972 Battisti si esibisce con Mina in televisione nella trasmissione "Teatro 10" duettando in modo spettacolare alcuni suoi brani e scrivendo una pagina di alto livello artistico musicale a livello televisivo che rimarrà per sempre l'ultima sua apparizione pubblica a cui seguirono pubblicazione di nuovi album che mantennero l'alto livello artistico a cui ci si era abituati. Le generazioni a venire subirono e subiranno l'enorme contributo storico e antologico della musica di Battisti perchè parole e musica hanno da sempre riscaldato i cuori e proiettato la mente verso luoghi immaginari e sensazioni uniche dai mille sapori, dalle mille sfaccettature che il nostro paese può vantarsi d'esser stato culla di geni simili. C'è da credere sul serio che album "Una donna per amico" capolavoro uscito nel 1978 sia nelle collezioni dei vinili di ogni appassionato di musica di qualsiasi genere a livello nazionale. La collaborazione fra Battisti e Mogol finisce bruscamente nel 1980 dopo l'album "Una giornata uggiosa" per motivi legati a divergenze artistiche di carattere economico. Nello specifico sorse una divergenza sui diritti d'autore sin da sempre suddivisi un quarto per Battisti, un quarto per Mogol e la rimanente quota alla società editoriale Acqua Azzurra che però al suo interno Battisti stesso ne godeva del 40% e proprio questo fatto suscitò in Mogol la motivazione di principio per opporsi visto che lui è sempre stato l'autore dei brani che portarono Lucio Battisti al successo. Mogol stesso voleva cambiare e allineare le quote azionarie ma Battisti fece "orecchio da mercante" ponendo fine cosi ad un idillio storico artistico durato praticamente più di vent'anni.  Solo due anni dopo nel 1982 Battisti pubblica un album spiazzante per i suoi fans abituati a tutt'altro. L'album "E Già" presenta sonorità elettroniche e massiccia presenza di sintetizzatori che proiettano l'artista verso sonorità ricche e appensantite da suoni melodici e arrangiamenti molto pop legate agli anni 80. Questa svolta fu frutto della nuova collaborazione di Battisti con il compositore Pasquale Panella con cui pubblicò altri 5 album successivi ma che non furono in realtà efficaci e riuscitissimi come i precedenti con Mogol ma furono apprezzati comunque da una fascia di estimatori più legati a generi musicali più complessi negli arrangiamenti e meno tradizionali per la musica leggera italiana. Nell'agosto del 1998 una notizia gela i fans italiani, Battisti è ricoverato in una clinica milanese. La famiglia non autorizza la diffusione dei bollettini medici e l'artista pochi giorni dopo, all'insaputa di tutti viene trasferito nel reparto di terapia intensiva dove spirerà il 9 Settembre divenendo in modo definitivo una icona assoluta della musica italiana.




Sindacati: Cgil, Cisl e Uil frenano su pensioni minime

 

di Paolino Canzoneri

 

Che i sindacati si opponessero da subito sul complesso filtro del riccometro che dovrebbe stabilire l'aumento delle pensioni minime era scontato. Il confronto è aperto con un bivio fra l'incremento delle pensioni minime e l'aumento delle quattordicesime. Il nostro premier pensando agli oltre un milione di pensionati con anzianità avanzata e reddito familiare più basso avrebbe preferito proseguire con gli 80 o 50 euro in più aveva sostenuto: "Per incrementare il Cantiere sociale, nella prossima legge di stabilità provvederemo ad una misura di equità sulle pensioni minime e metteremo nuove risorse sul contrasto alla povertà". Facendo i conti con le magre risorse disponibili e con i musi duri dei sindacati tutti, al momento, l'intervento sulle minime è da contestare poichè in molti casi quel tipo di assegno non è coperto dai contributi versati nel corso degli anni lavorativi quindi sarebbe una misura non equa.

 

Mentre l'introduzione della cosiddetta "quattordicesima" ossia l'assegno in più da incassare a luglio che da 750,00 euro passerà a 1000,00 euro appare più congeniale per i leader di  Cgil, Cisl e Uil. Il ministro Giuliano Poletti commenta: "Abbiamo bisogno di fare un intervento sulle pensioni minime, o lo facciamo incrementando e allargando la quattordicesima, o lo facciamo in un’altra maniera, ma abbiamo bisogno di dare più soldi alle pensioni più basse. La lista delle misure in cantiere, comunque, è quella che abbiamo anticipato nei giorni scorsi e comprende: l’Ape, l’anticipo pensionistico, come strumento di flessibilità ma anche come una sorta di ammortizzatoresociale per i lavoratori disoccupati e quelli in esubero; l’aumento fino a circa 125,00 euro l’anno per la «quattordicesima», con ampliamento della platea dei beneficiari di circa un milione di persone, per effetto dell’innalzamento del limite di reddito da 1,5 a 2 volte il trattamento minimo (circa 13 mila euro l’anno); il passaggio dalle ricongiunzioni onerose al cumulo gratuito dei contributi; il bonus di tre mesi per ogni anno lavorato durante la minore età per i cosiddetti precoci; la previsione di requisiti meno drastici per il pensionamento dei lavoratori usuranti; l’abolizione delle penalità esistenti per le pensioni anticipate sotto i 62 anni di età. E se questo è il pacchetto, il sindacato ci sta." Paletti precisi e idee chiare anche da Carmelo Barbagallo segretario dell'UIL: "Riteniamo che debba essere affrontata e chiusa la partita degli esodati, allargata la platea dei lavoratori usuranti, rese gratuite le ricongiunzioni e definito il capitolo dei lavoratori precoci nel senso che chi ha 41 anni di contributi deve poter andare in pensione senza alcun’altra condizione. Inoltre, bisogna rivalutare le pensioni in essere facendo leva sulla «no tax area» e sulle quattordicesime. Mentre per l’Ape, i lavoratori più deboli devono poter andare in pensione prima e senza l’aggravio di oneri aggiuntivi". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista del Referendum sembra volenteroso nell'apparire più accondiscendente e più disposto ad ascoltare i sindacati e conviene magari forzatamente sul fatto che da un lato la forma di estensione dell'assegno aggiuntivo o bonus di 80 euro svuoterebbe troppo le casse dello Stato e dall'altro la complessità di affidarsi al "riccometro" Isee quale filtro di misura per stabilire reddito e patrimonio familiare sarebbe altrettanto troppo complesso e pieno di insidie.