Consorzio Chianti: il 25% dei viticoltori sono donne

 

Su 1.688 viticoltori soci del Consorzio Vino Chianti oltre il 25% sono donne. Ben 429 imprenditrici che lavorano e investono in un settore che per anni è stato monopolizzato dalla presenza maschile. Un numero che fotografa un trend in crescita registrato negli ultimi anni dal Consorzio che ha deciso di tirare le somme alla vigilia dell'8 marzo. Il dato più incoraggiante, si legge in una nota, è che l'aumento della presenza femminile si sta manifestando anche fra quelle figure del settore dove fino a qualche anno fa le quote rose erano pressoché inesistenti, come vinificatori e imbottigliatori. Una crescita complessiva, dunque, che non risparmia alcuna area e che fa ben sperare sul futuro dell'intero mercato. Consolidati invece da tempo i ruoli femminili per i comparti legati alla commercializzazione e al marketing del vino, con risultati sempre più apprezzabili. "Nel mondo del vino cresce sempre di più la rappresentanza femminile – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – e se da una parte lo confermano i dati che abbiamo per quello che riguarda i nostri vinificatori, dall'altra la componente femminile è ormai una certezza consolidata in settori quali il marketing e il commerciale. Sono infatti sempre di più le aziende che decidono di affidarsi a professioniste in questo campo e che hanno permesso di rinnovare il nostro mondo. Un influsso positivo e un trend che non riguardano solo il nostro Paese, ma che registriamo nei tanti viaggi internazionali che il Consorzio organizza".




Oms choc: l'inquinamento uccide 2 milioni di bimbi all'anno

di Marco Staffiero

Facciamo qualcosa per fermare queste assurde morti. C'è ancora chi fa finta di niente. Nel nome del progresso senza anima, la vita non ha più valore. Più di una morte su 4 fra i bambini sotto i 5 anni è attribuibile a un ambiente insalubre. È il duro prezzo dell'inquinamento, secondo i dati choc diffusi dall'Organizzazione mondiale della sanità. Smog e inquinamento indoor, fumo passivo, acqua non potabile, carenza di servizi igienico-sanitari e igiene inadeguata: sono i rischi ambientali che, secondo due nuovi report dell'Oms, rubano le vite di 1,7 milioni di bimbi. Il primo documento (Inheriting a Sustainable World: Atlas on Children’s Health and the Environment) è una sorta di 'atlante' sulla salute infantile e l'ambiente, in cui si rileva che una grande parte delle più comuni cause di morte tra i piccoli che hanno da un mese di vita fino a 5 anni – diarrea, malaria e polmonite – sarebbe prevenibile con interventi noti per la capacità di ridurre il rischio ambientale, dall'accesso all'acqua sicura ai combustibili di cottura puliti.
 
"Un ambiente inquinato è letale in particolare per i bambini più piccoli", sottolinea Margaret Chan, direttore generale dell'Oms. "I loro organi e sistema immunitario in via di sviluppo e le vie respiratorie, e in generale il corpo, più piccoli, li rendono particolarmente vulnerabili all'aria e all'acqua sporche". Le esposizioni dannose possono iniziare nel grembo materno e aumentare il rischio di parto prematuro, si spiega nel report. Inoltre, quando i neonati e i bambini in età prescolare sono esposti all'aria inquinata, sia outdoor che indoor, e al fumo passivo hanno un aumento del rischio di polmonite durante l'infanzia e, per tutta la vita, un aumento del rischio di malattie respiratorie croniche, come l'asma. L'esposizione all'inquinamento atmosferico può anche aumentare il rischio permanente di malattie cardiache, ictus e cancro. Un secondo documento, un report di accompagnamento, fornisce una panoramica completa dell'impatto dell'ambiente sulla salute dei bambini e spiega la portata della sfida che urge affrontare.
 
I dati permettono di stilare la 'top 5' delle cause di morte fra gli under 5, legate all'ambiente. Ogni anno, riferiscono gli autori del rapporto Oms, 570.000 bambini sotto i 5 anni muoiono per infezioni respiratorie, come la polmonite, attribuibili all'inquinamento dell'aria interna ed esterna e al fumo passivo; 361.000 muoiono a causa di diarrea, risultato di scarso accesso ad acqua pulita e servizi igienici; 270.000 muoiono durante il loro primo mese di vita per condizioni, tra cui la prematurità, che potrebbero essere evitate attraverso l'accesso ad acqua non contaminata e servizi igienici nelle strutture sanitarie e attraverso la riduzione dello smog; 200.000 sono i decessi per malaria che potrebbero essere evitati attraverso azioni ambientali, come la riduzione dei siti di riproduzione delle zanzare o la copertura degli stoccaggi di acqua potabile; e infine 200.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di lesioni involontarie attribuibili all'ambiente, come avvelenamenti, cadute e annegamenti.
 
"Un ambiente inquinato si traduce in un pesante tributo pagato dai nostri figli in termini di salute", spiega Maria Neira, direttore Oms nel Dipartimento di sanità pubblica, ambiente e determinanti sociali della salute. "Investire nella rimozione dei rischi ambientali, come il miglioramento della qualità delle acque o l'utilizzo di carburanti più puliti, si tradurrà in benefici per la salute di massa". Ci sono rischi emergenti, segnala l'agenzia Onu, come i rifiuti elettrici ed elettronici (ad esempio vecchi cellulari) che vengono riciclati impropriamente, che espongono i bambini a sostanze tossiche in grado di portare a una riduzione delle loro capacità intellettive, a deficit di attenzione, danni ai polmoni e cancro. Tanto più che si prevede un aumento dei rifiuti elettrici generati (quantificabile in un +19% tra il 2014 e il 2018) che porterà a raggiungere quota 50 milioni di tonnellate entro il 2018. Ancora: i cambiamenti climatici, le temperature e i livelli di diossido di carbonio in aumento favoriscono la crescita di pollini associata a un aumento dei tassi di asma nei bambini. In tutto il mondo, l'11-14% dei bambini dai 5 anni in su riporta attualmente sintomi di asma e si stima che il 44% di questi siano legati a esposizioni ambientali. L'inquinamento atmosferico, il fumo, le muffe al coperto e l'umidità rendono l'asma più grave nei bambini.



Gite scolastiche, gomme lisce e fari rotti: un bus su 5 è irregolare

 

ROMA – Su 15.546 autobus (di cui 10.126 su richiesta delle scuole) controllati nel 2016, pari al 15% circa del parco veicolare in Italia, sono state rilevate irregolarità su 2.549 veicoli (1.287 di quelli controllati su richiesta delle scuole). E' quanto emerso nel corso della conferenza stampa di 'Gite scolastiche in sicurezza', iniziativa congiunta che mette a disposizione delle istituzioni scolastiche la competenza e il supporto della Polizia stradale. Le principali violazioni accertate hanno riguardato irregolarità documentali (2.117 violazioni); inefficienza dei dispositivi di equipaggiamento quali, ad esempio, pneumatici lisci, cinture di sicurezza guaste, fari rotti ecc. (624 violazioni); mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo (449 violazioni); eccesso di velocità (262 violazioni); carte di circolazione ritirate (68); patenti di guida ritirate (46) e omessa revisione (36).
 
A rinnovare la collaborazione, al Miur, sono stati Gabriele Toccafondi, sottosegretario del ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca; Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, e Giuseppe Bisogno, Direttore del Servizio Polizia stradale del ministero dell’Interno. L'intervento della Polizia stradale non è obbligatoria, si ricorda, ma si intende come un servizio a disposizione delle scuole. Le istituzioni scolastiche potranno segnalare alla Polizia stradale i loro viaggi o programmare controlli lungo l’itinerario, che saranno effettuati a campione, inviando richiesta scritta tramite modulo preposto. Inoltre, le scuole potranno richiedere, prima della partenza l’intervento della Sezione Polizia stradale della provincia di appartenenza per un controllo del mezzo di trasporto e per la verifica dell’idoneità del veicolo e del conducente.
 
"I numeri registrati lo scorso anno – ha osservato Toccafondi – ci dicono che dobbiamo continuare in questa direzione, proseguendo con i controlli sui mezzi che portano le nostre ragazze e i nostri ragazzi in gita". "L’educazione stradale è un tema fondamentale per la formazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi – ha ricordato Bisogno – se pensiamo che la sicurezza sulle strade è ancora un problema nel nostro Paese. Nel 2015, infatti, sono stati 3.428 i morti sulle strade e nello stesso anno, per la prima volta dopo molti anni, si è registrato di nuovo un aumento dei decessi per incidenti stradali dopo anni di trend in diminuzione".



Sisma, commissione speciale su esenzioni fiscali, casette e appalto Astral

Redazione

È sull’imminente avvio dell’iter di conversione del decreto sul sisma che il presidente Pietro Di Paolo ha richiamato l’attenzione dei componenti della commissione speciale sul terremoto del Consiglio regionale al termine della seduta di oggi. Un argomento sul quale ha invitato i consiglieri ad attivarsi, affinché nel decreto possano essere inserite iniziative di interesse per il Lazio. E quello della “zona franca” di esenzione fiscale per i territori del cratere e le altre richieste delle Regioni coinvolte dalle calamità a governo e parlamento è stato uno dei temi dell’audizione dell’assessore Fabio Refrigeri tenutasi questo pomeriggio alla Pisana. Assessore alle infrastrutture, enti locali e politiche abitative che ha riferito delle istanze già avanzate in occasione di un’altra sua audizione – questa volta in commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, lo scorso 22 febbraio – oltre che per le agevolazioni fiscali, anche per consentire ai comuni e alla protezione civile regionale di assumere personale e per variare l’estensione del cratere.
 
La seduta in commissione speciale alla Pisana è stata la prosecuzione della precedente audizione di Refrigeri dello scorso 20 febbraio nel corso della quale aveva fatto il punto sugli interventi regionali. La maggior parte dei chiarimenti sono stati chiesti da Francesco Storace (Mns). Tra questi quelli sulla notizia, pubblicata ieri da un quotidiano nazionale, che finanza e carabinieri di Rieti starebbero analizzando i profili di alcune società che hanno ottenuto appalti da Astral per sorveglianza stradale, pronto intervento e manutenzione ordinaria nelle zone terremotate. Si tratterebbe delle stesse ditte, fuori dagli appalti del Giubileo nel 2015 su segnalazione Anac, oggetto proprio di un’interrogazione sull’appalto da 50 milioni che Francesco Storace ha presentato durante il question time del consiglio regionale dello scorso 1 febbraio.
 
Il consigliere del Movimento nazionale per la sovranità è dunque tornato a chiedere i perché di bandi di Astral con criteri così restrittivi da escludere perfino grandi ditte, del mancato coinvolgimento di Anac, dei controlli della Regione più tutta una serie di questioni su cui ha chiesto chiarezza. L’assessore Refrigeri, a questo proposito, dopo aver richiamato quanto detto in occasione del question time, ha informato di un focus sulla vicenda – la cui documentazione il presidente Di Paolo ha chiesto la trasmissione alla commissione speciale – e ha dato la disponibilità ad ascoltare, per un approfondimento, il vertice di Astral in audizione insieme ai consiglieri regionali.
Refrigeri ha poi affermato, sollecitato da Di Paolo sull’argomento “casette” (Sae), che il Lazio tra aprile e giugno avrà sistemato la stragrande maggioranza degli alloggi provvisori ad Amatrice e Accumoli. Altri argomenti toccati la demolizione dell’ospedale “Grifoni” di Amatrice, ordinata dal sindaco e che seguirà un cronoprogramma del Dicomac, lo stato delle rimozioni di macerie degli edifici pubblici (rimosse entro marzo) e privati (con la conferma dell’impegno della Regione a supportare i sindaci nelle notifiche ai proprietari che è difficile rintracciare); la necessità di porre attenzione al Cicolano che conta numerosi edifici inagibili dopo la scossa del 18 gennaio e, su sollecitazione di Fabrizio Santori (FdI), delle difficoltà del settore zootecnico delle zone colpite. Hanno inoltre partecipato all’audizione i consiglieri Daniele Mitolo (Pd), Enrico Panunzi (Pd), Daniela Bianchi (Si-Sel), Piero Petrassi (Centro democratico), Devid Porrello (M5s) e Giancarlo Righini (FdI).



Accelera l'inflazione: in un anno +1,5%

di Marco Staffiero

Senza false considerazioni, ci confrontiamo con la realtà. La ripresa c'è? ci sarà? i segnali del risveglio e cosi via, tra frasi fatte e comunicati istituzionali disgnati a tavolino. Nessuno ancora può descrivere con un'onesta cosa ci aspetterà. Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione giovanile al 40%. Un dato tragico, che si confronta con un incredibile costo della vita, che spinge sempre di più intere famiglie verso la povertà più assoluta. Secondo le stime preliminari, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,5% nei confronti di febbraio 2016 (era +1,0% a gennaio).
 
Lo rileva l'Istat che oggi ha diffuso i dati provvisori dei prezzi al consumo a febbraio.Analogamente a quanto accaduto a gennaio, indica l'Istat, l'accelerazione dell'inflazione a febbraio 2017 è per lo più ascrivibile alle componenti merceologiche i cui prezzi sono maggiormente volatili e, in particolare, agli 'Alimentari non lavorati' (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e ai 'Beni energetici non regolamentati' (+12,1%, da +9,0% del mese precedente). A rafforzare l'inflazione c'è poi l'accelerazione della crescita dei prezzi dei 'Servizi relativi ai trasporti' (+2,4%, da +1,0% di gennaio).
 
Di conseguenza, l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si porta a +0,6% (da +0,5 del mese precedente) mentre quella al netto dei soli 'Beni energetici' sale a +1,3% dal +0,8 di gennaio. Aumentano i prezzi degli alimentari e ad accelerare maggiormente sono la frutta e la verdura, ma a crescere sono anche i prezzi dell'olio di oliva e del caffè. Il rialzo congiunturale dei prezzi degli 'Alimentari non lavorati' è dovuto in primo luogo, indica l'Istat, agli aumenti dei prezzi dei 'Vegetali freschi' (+12,5%) che segnano, su base annua, un'accelerazione della crescita particolarmente marcata (+37,3%, era +20,4% a gennaio) su cui incide il confronto con febbraio 2016 mese in cui i prezzi invece erano in calo (-1,3%).
Sono in aumento su base mensile, rileva ancora l'Istituto di Statistica, anche i prezzi della 'Frutta fresca' (+2,0%) con una crescita tendenziale che si amplia di 2,1 punti percentuali (+9,4%, era +7,3% il mese precedente). Per gli 'Alimentari lavorati' si segnalano gli aumenti su base mensile dell'olio di oliva (+0,5% sia su base mensile sia su base annua) e del caffè (+0,4%, variazione nulla rispetto a febbraio 2016).



Romanina, villa Casamonica alla Regione Lazio: sarà utilizzata per scopi sociali

 

La villa Casamonica alla Romanina è stata  assegnata alla Regione Lazio. Entro 10 giorni il bando pubblico per l’assegnazione gratuita rivolto alla cooperazione e all’associazionismo per il riutilizzo sociale della villa confiscata alla Romanina. L’appello, rivolto a tutto il terzo settore, è quello alla larga partecipazione al bando per l’utilizzo sociale di un immobile confiscato ad un clan che a Roma si caratterizza per il suo forte potere di intimidazione. “Oggi villa Casamonica alla Romanina confiscata e assegnata a Regione Lazio. Grazie a Questura di Roma, la utilizzeremo per scopi sociali”- è il commento, su Twitter, del presidente, Nicola Zingaretti. “Le strutture della società civile responsabile sappiano che lo Stato c’è e riesce a dare il meglio di sé nel contrasto alla criminalità organizzata perché a Roma sa fare squadra- parole di Gianpiero Cioffredi, Presidente dell'Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. Non finiremo mai di ringraziare per queste ragioni l’attività delle Forze di Polizia, del Prefetto Paola Basilone, del Tribunale per le Misure di Prevenzione, dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati e del Procuratore Giuseppe Pignatone”- ha detto ancora Cioffredi.



Amatrice: l'Alberghiero premiato dall'Accademia della Cucina Italiana

 

Redazione

 

Il Centro provinciale di Formazione professionale Alberghiero di Amatrice ha vinto il prestigioso Premio “Orio Vergani” assegnato dall'Accademia Italiana della Cucina. Il premio, istituito per ricordare la memoria del Fondatore dell’Accademia, viene conferito a persone, enti o associazioni che, estranei all’Accademia, abbiano grandemente onorato, con la loro attività, la cultura gastronomica e la Civiltà della Tavola italiana, in qualsiasi campo, in Italia o all’estero. Il premio consiste in una pregevole opera grafica recante il nome del vincitore e una somma in denaro stabilita e approvata, di anno in anno, dal Consiglio di Presidenza dell'Accademia, che quest'anno è di 10 mila euro con i quali è stato acquistato un macchinario per la produzione di dolci messo a disposizione dell'Alberghiero gestito dall'Istituzione formativa della Provincia di Rieti. Oltre a questo, a 6 ristoranti e 3 aziende agricole dell'amatriciano saranno donati 91.943 euro che l'Accademia ha raccolto tra i suoi iscritti. La cerimonia di premiazione e la consegna delle somme di denaro agli operatori avverrà giovedì 23 febbraio alle ore 11.30 presso la Sala di Comunità Sant'Agostino ad Amatrice dove ci sarà l'assegnazione formale al presidente dell'Ifr, Licia Alonzi, da parte del presidente dell'Accademia, Paolo Petroni. La consegna del macchinario per la produzione dei dolci, corrispondente al premio “Orio Vergani”, verrà invece consegnato domani mattina, 22 febbraio, dal delegato reatino dell'Accademia della Cucina Italiana, Francesco Maria Palomba, al presidente e al direttore dell'Istituzione Formativa di Rieti, Licia Alonzi e Fabio Barberi.



Terremoto, scossa di magnitudo 4 vicino a L'Aquila

Redazione

La trema non semette di tremare. E ogni volta ritorna la paura. Una scossa di terremoto di magnitudo 4 è stata registrata la notte scorsa nella zona dell'Aquila. Intorno alle 4,13 il sisma è stato avvertito in un'ampia zona del centro Italia. Verificatosi a una profondità di 11 chilometri, l'epicentro è stato localizzato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia vicino a Montereale, 20 chilometri da L'Aquila e 40 da Teramo. Nell'area epicentrale ricadono anche i Comuni di Capitignano, Cagnano Amiterno, Barete, Pizzoli, Campotosto, Borbona, Posta, Amatrice, Scoppito, Cittareale, Antrodoco, Micigliano e Crognaleto.




Smog, arriva l'ultimo avvertimento dell'Ue all'Italia

di Marco Staffiero

Non bastano le morti per far prendere delle misure adeguate alle istituzioni. Gi si girà sempre dall'altra parte per fare finta di non sentire. Numerosi gli avvertimenti dalle varie assiociazioni ambientaliste e non. Adesso è proprio la Commissione europea, che ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell'aria per il biossido di azoto (NO2). Lo rende noto in un comunicato la stessa Commissione Ue che esorta "i cinque Stati membri ad agire per garantire una buona qualità dell'aria e salvaguardare la salute pubblica". Il parere motivato riguarda persistenti violazioni dei valori limite per l'NO2 in Italia in 12 zone di qualità dell'aria, tra cui Roma, Milano e Torino.
 
Sebbene spetti alle autorità dello Stato membro scegliere le misure idonee per far fronte al superamento dei limiti di NO2, sottolinea la Commissione Ue, "è necessario compiere maggiori sforzi a livello nazionale, regionale e locale, per adempiere agli obblighi della normativa Ue e tutelare la salute pubblica". Se gli Stati membri non ci adempiranno entro due mesi, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'Ue. L'inquinamento da NO2, rileva Bruxelles, costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale. Più di 400.000 cittadini muoiono prematuramente nell'UE ogni anno a causa della scarsa qualità dell'aria. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall'inquinamento atmosferico. Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70 000 morti premature in Europa: pressoché tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno.
 
La legislazione dell'Ue sulla qualità dell'aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l'NO2;in caso avvengano superamenti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell'aria che stabiliscono misure adeguate a rimediarvi nel più breve tempo possibile.Tra le eventuali misure volte a ridurre le emissioni inquinanti, accelerando al tempo stesso la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, figurano la riduzione globale dei volumi di traffico, i combustibili utilizzati, il passaggio ad autovetture elettriche e/o l'adattamento dei comportamenti al volante. In questo contesto, ridurre le emissioni dei veicoli diesel è un passo importante verso la conformità con gli standard Ue in materia di qualità dell'aria. Come più volte sottolineato, secondo una recente indagine del  CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell'Impatto dell'Inquinamento atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute con la collaborazione di varie Università e centri, oltre 34.500 italiani ogni anno muoiono 'avvelenati' dall'inquinamento atmosferico: è come se 'scomparisse' improvvisamente un'intera città delle dimensioni di Aosta. 'Veleni' dell'aria che uccidono soprattutto al Nord, dove si registrano 22.500 decessi annuali, ma che riducono in media di 10 mesi la vita di ogni cittadino.
 
Eppure, il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite l'anno. La nuova mappa dell'inquinamento è ottenuta applicando sofisticati modelli previsionali delle concentrazioni degli inquinanti su tutto il territorio nazionale. Emerge così che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge, ma anche che vi sono considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio. Come atteso, l'inquinamento colpisce maggiormente il Nord (per il 65% del totale), in generale le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali.Anche la combustione di biomasse (principalmente legno e pellet) è responsabile della maggiore incidenza di morti e malattie per l'esposizione al particolato. Questi scenari, afferma il Rapporto, mostrano come l'effettivo rispetto dei limiti previsti dalla normativa, e soprattutto l'ulteriore diminuzione del 20% della concentrazione media annuale degli inquinanti, avrebbero ricadute positive sulla salute pubblica e sull'economia: seguendo le statistiche dell'OMS, infatti, 10.000 decessi evitati all'anno corrispondono a circa 30 mld di euro.
 
Infine, la Commissione Ue ha intrapreso un'azione legale contro gli Stati membri a causa della scarsa qualità dell'aria fin dal 2008, concentrandosi inizialmente sul particolato (PM10), per il quale il termine per l'adempimento di conformità era il 2005, e sul biossido di azoto (NO2) – per quale il termine era il 2010. Ad oggi, l'azione legale imperniata sul NO2 riguarda 12 Stati membri, con casi d'infrazione in corso nei confronti di Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito. Potrebbero intervenire azioni nei confronti di altri Stati membri. Il traffico stradale è responsabile di circa il 40% delle emissioni di ossido di azoto (NOx) nell'Ue. A livello del suolo il contributo relativo del traffico è molto più elevato (in quanto le emissioni provenienti dalle ciminiere industriali sono diluite prima di raggiungere il suolo). Delle emissioni totali di NOx dovute al traffico, circa l'80% proviene dai veicoli con motore diesel.



Vaccini obbligatori nei nidi, pediatri ed esperti Aifa in audizione alla Regione Lazio

 

Giornata di audizioni in commissione Politiche sociali e salute sulla proposta di legge numero 361, di iniziativa della giunta, sull'assolvimento dell'obbligo vaccinale per l'accesso negli asili nido pubblici. Si intende intervenire così sulla legge regionale 59 del 1980 (Norme sugli asili nido) introducendo un articolo aggiuntivo sull'assolvimento delle prescrizioni relative ai quattro vaccini attualmente previsiti per tutti i nuovi nati: antidifteritica, antitetanica, antipoliomielitica e contro l'epatite B. Il primo esperto ad essere ascoltato è stata la dottoressa Maria Corongiu, segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), favorevole all'obbligatorietà dei vaccini e all'impianto della proposta di legge. Corongiu ha auspicato interventi "culturali" per spiegare meglio i rischi da non-vaccinazione, nonché per incentivare il ricorso anche alle immunizzazioni "raccomandate", come quello contro il morbillo. "Nel Lazio nel solo mese gennaio 2017 – ha dichiarato – abbiamo registrato 42 casi di morbillo, un quarto dell'intero 2016, e penso sia un dato da mettere in correlazione alla percentuale sempre più bassa di vaccinati per questa patologia, che nel Lazio è attualmente all'84,5%".
 
Di parere discordante, Eugenio Serravalle, pediatra e presidente di Assis, consorzio che promuove "una medicina rinnovata, personalizzata e umanizzata", secondo il quale "è troppo scarsa l'informazione in possesso dei genitori che vaccinano i propri figli". Per Serravalle "non sussistono possibilità di trasmettere in asilo le quattro patologie oggetto delle immunizzazioni obbligatorie, alcune delle quali non presenti in Italia dagli anni Novanta". "Il vero problema – ha aggiunto – è rappresentato semmai da malattie come la pertosse o il morbillo, i cui antidoti restano tuttora facoltativi". Auspicata infine la creazione di una anagrafe vaccinale informatizzata e centralizzata, nonché di vaccini singoli al posto degli attalli trivalenti o esavalenti.
Per l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) i dirigenti Paolo Foggi e Lorenzo Montrasio hanno posto l'accento sui compiti e sulle procedure in capo alla propria struttura per garantire al massimo chi assume farmaci e vaccini. L'agenzia metterà a disposizione della commissione un documento sugli eventi avversi a seguito di vaccinazioni.
 
L'Aifa si è detta tuttavia non competente rispetto alla scelte di "confezionare" in maniera aggregata o meno gli antidoti attualmente in commercio.Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente pediatra all'ospedale Bambino Gesù, ha richiamato l'attenzione sui tanti bambini che, per svariati motivi, non possono vaccinarsi e quindi sono particolarmente esposti a virus e batteri, che sarebbero maggiormente tutelati in caso di approvazione della proposta di legge all'attenzione della commissione. "La poliomelite non è affatto scomparsa e debellata, è presente in quattro grandi nazioni in cui è endemica: territori vasti come l'India con cui l'Italia intrattiene numerosi rapporti – ha tenuto a precisare -. A Roma, lo scorso anno, abbiamo poi avuto delle morti per pertosse, una patologia considerata banale ma per per la quale le immunizzazioni sono in evidente calo su base regionale".
 
Villani si è dichiarato favorevole, pertanto, a tutti i tipi di vaccini, obbligatori e raccomandati, e ha raccomandato alla Regione Lazio di abbinare all'intervento legislativo una adeguata campagna di informazione e di promozione rispetto al tema della prevenzione. Per Teresa Rongai, segretaria regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), bisogna prescindere dalle "epidemie mediatiche, come quelle da meningite, per concentrarsi sui dati scientifici che danno in netto aumento rosolia, parotite e morbillo". "Siamo a conoscenza di asili in cui la maggior parte dei bambini non è vaccinata in nessun modo e sono tanti i genitori che si rivolgono a noi pediatri preoccupati di questa circostanza sempre più frequente", ha aggiunto, sposando i contenuti della proposta di legge in discussione, pur ammettendo che "rendere obbligatori i vaccini all'atto dell'iscrizione al nido rappresenta una nostra sconfitta collettiva".



Regione Lazio, firmato il Protocollo per l’attrazione degli investimenti esteri

Redazione

 
Un Protocollo d’Intesa per l’attrazione degli investimenti esteri, con l’obiettivo di promuovere al meglio le opportunità d’investimento e rafforzare la presenza delle imprese estere sul territorio. Il Protocollo è stato firmato dal Sottosegretario Ivan Scalfarotto, dal Direttore dell’Agenzia ICE, l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane Piergiorgio Borgogelli, e dall’Assessore allo Sviluppo economico e alle Attività produttive della Regione, Guido Fabiani. Un’azione di coordinamento delle strategie di intervento e delle attività volte quindi a rendere più efficace ed efficiente l’azione delle istituzioni centrali e locali, nonché la ricerca di potenziali investitori a livello internazionale.
 
Un nuovo sistema di gestione tra Amministrazioni centrali e regionali. L’intesa segue le altre dieci già siglate con altrettante Regioni (Toscana, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Basilicata e Valle d’Aosta) e si inserisce in un percorso di confronto tra Amministrazioni, sviluppatosi anche nell’ambito del Comitato Attrazione Investimenti presieduto dal Sottosegretario stesso. La firma di questo Protocollo rientra nel più ampio Programma di internazionalizzazione 2016-2017 che prevede, come elemento innovativo rispetto al precedente, proprio il tema della “attrazione investimenti” tra le linee di azione che si stanno realizzando in questo biennio.
 
Per questo la Regione ha indicato la società in house "Lazio Innova S.p.A." come soggetto operativo per l'attuazione delle attività di attrazione investimenti esteri, in collaborazione con l’Agenzia ICE e secondo le indicazioni della Regione Lazio. I punti fondamentali delle collaborazioni tra MISE, ICE e Regioni? Lo scambio di informazioni sulle attività svolte, la raccolta e la promozione di opportunità presso gli investitori internazionali, in linea con le specializzazioni individuate dalle strategie regionali di internazionalizzazione. Essenziale il ruolo svolto dagli uffici dell’Agenzia ICE all’estero, dove alla tradizionale azione di supporto del Made in Italy, si affianca quella di promozione dell’Italia come meta di investimenti. Ed è per questo motivo che l’ICE, nelle principali piazze finanziarie mondiali come ad esempio New York, Londra, Dubai, Singapore e Tokyo, ha iniziato, già nel 2015, ad aprire dei desk dedicati all’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di progetti innovativi nel nostro Paese. Per il 2017 sono in programma le inaugurazioni dei desk di Hong Kong e Pechino.