ROMA, LA RESA DI NIERI: GIUNTA MARINO ALLA DERIVA IN DIREZIONE "RIMPASTONE"

di Matteo La Stella

Roma – Dopo le dimissioni di Luigi Nieri, il vicesindaco capitolino che ha sventolato bandiera bianca nel tardo pomeriggio di martedì, la giunta Marino imbarca acqua da ogni dove. Non c'è terra all'orizzonte neanche a scrutarlo con il cannocchiale e la nave del “Campidoglio” continua a perdere pezzi, compromessa dalla recente tempesta giudiziaria legate all'inchiesta su “Mafia Capitale” e dalle dimissioni delle ultimissime settimane.

Dopo la burrasca, però, non splende il sole, anzi: la nebbia lambisce ciò che resta dell'imbarcazione, spinta verso il "rimpastone tappa buchi" dalle “correnti decisionali”, la democratica e poi quella targata Gabrielli, che indirizzano con forza la nave non guidata da capitan Marino, che c'è, ma non ha abbastanza polso per dirigere il timone, ultimo appiglio utile per mantenersi a bordo, tanta è la paura di finire in acqua.

Certo è che al sindaco la nave piace poco: preferirebbe al timone il manubrio della sua bicicletta, più ecologica e facile da guidare anche senza particolari attitudini e attributi, qualità che gli sarebbero tornate utili per evitare di consegnare la sua nave in pasto alle correnti e agli squali e quelli che gli servirebbero ora, indipendentemente dalla decisione di Alfano, per alzare i tacchi, consapevole che senza ciurma, né leadership, né nave, nessuna manovra potrà essere quella giusta, ad eccezione delle dimissioni che dopo anni di inconsistenza, decisioni sparate con il bersaglio alle spalle e tante pedalate, conserverebbe nell'uomo Ignazio Marino un po' di dignità, destinata a dissolversi definitivamente quando gli scogli spezzeranno in due lo scafo della nave-giunta, nascosti dalla nebbia fino all'ultimo istante, e la caduta in acqua sarà di quelle memorabili, da prima pagina anche per lui, che ormai fa scalpore solo per la fama da collezionista di messaggi minatori, o per le ultime smentite sul “rimpastone” ora più che mai palesemente necessario per salvare le apparenze e mantenere il posto al timone, solo da spettatore.

Nieri si dimette.
L'ultimo fulmine che ha colpito la nave-giunta romana è senza dubbio la ritirata del vicesindaco Luigi Nieri, scivolato giù dal Monte Capitolino senza alcun evidente preavviso. Le avvisaglie delle rassegnate dimissioni del numero 2, però, c'erano già da tempo: dopo mesi passati nel limbo dell'amarezza e dei tormenti, nell'ultima parte della sua carica da vicesindaco Nieri era finito all'angolo, pressato dalle richieste del Pd per un nuovo vice-Marino, divenute sempre più altisonanti con l'avvento del “rimpastone” figlio dell'imminente "fase 2" dell'esecutivo. A questo si erano sommate anche le polemiche che avevano investito Nieri per i presunti contatti con la coop di Salvatore Buzzi, emerse dalla relazione prefettizia oltre ai tanti dissidi che ultimamente imperversavano anche con i suoi di Sel, dove la protezione cantata per il vicesindaco, a suon di barricate promesse, era andata via via scemando. Per questo, in un caldo pomeriggio di metà luglio, in vista del "rimpasto” a cui si avvia la giunta Marino, Nieri ha deciso di deporre le armi, onde evitare inutili spargimenti di sangue nei giorni avvenire. Composto è salito in Campidoglio per comunicare la sua decisione al sindaco-medico che non è riuscito a farlo desistere. Dimissioni:”Irrevocabili, anche se non sono indagato” ha precisato l'uscente vicesindaco. “Luigi ora mi ha comunicato la sua decisione di volersi sentire libero, per rispondere con tutta la forza necessaria alla continua delegittimazione di cui è bersaglio”, ha spiegato Ignazio Marino, molto legato al vendoliano. Dunque, quelle di Nieri seguono altre dimissioni che hanno contribuito a rendere la nave un rottame alla deriva nel giro di pochi giorni: prima del segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello, poi del collaboratore di Marino Mattia Stella. Senza contare, poco più indietro nel tempo, l'abbandono dell'assessore alla Casa Daniele Ozzimo, del presidente dell'assemblea capitolina Mirko Coratti e di diversi consiglieri finiti in manette per l'inchiesta di Mafia Capitale, oltre all'annunciato ritiro dell'assessore ai Trasporti Guido Improta.

Arriva la “fase 2”, A.A.A. vicesindaco cercasi.
L'unica chance per mascherare il fallimento resta ora, per Marino, il “rimpasto” del suo esecutivo mutilato, suggellato a più riprese dalla corrente dem. Il sindaco vuole fare in fretta, e dopo la caduta dell'ennesimo pezzo conta di mettere un punto entro la fine di luglio. Il problema è che nessuno crede più nel suo progetto, difficile da avallare già agli albori, destinando Marino a fare incetta di:” No, grazie” da parte dei parlamentari Pd interpellati, ancorati al seggio data l'impossibilità della doppia carica. La prima in lista per sostituire Nieri è Lorenza Bonaccorsi, renziana fedele ritenuta da molte la persona giusta. La democratica però non ci pensa proprio a raggiungere il Campidoglio, che potrebbe raggiungere solo nel caso in cui dal piano più alto di casa Pd arrivassero delle sollecitazioni a fronte di una richiesta d'aiuto da parte del sindaco. Altro personaggio ben lontano dalla carica in Aula Giulio Cesare è Matteo Orfini, Commissario del Pd capitolino e figura chiave nei giorni più difficili del buio sul Campidoglio. Da altre direzioni giugnono i nomi del magistrato Alfonso Sabella, divenuto assessore alla legalità per mano del sindaco-chirurgo dopo la tempesta giudiziaria per “Mafia Capitale”, quello di Fabio Melilli, segretario regionale dem, oppure di Roberto Morassut, ex assessore all'urbanistica per il comune di Roma. Chi se la sentirà di puntare tutto sulla partita di Ignazio Marino? Non si sa. Nessuno punterebbe sapendo già di aver perso. 




ROMA, TERMINI: MAXI BLITZ CONTRO I PARCHEGGIATORI ABUSIVI

di M.L.S.

Roma – Nel torrido pomeriggio di martedì 14 luglio, 16 agenti della Polizia Locale di Roma Capitale sono scesi in strada nei pressi della stazione Termini per sferrare un duro colpo alla “macchina” dei parcheggiatori a pagamento senza licenza.

La manovra degli agenti. Dopo aver notato i parcheggiatori abusivi impegnati nel riscuotere somme di denaro dagli automobilisti che indirizzavano verso parcheggi liberi, guidandone l'ingresso nelle zone delimitate da strisce o in quelle con divieto di fermata con rimozione, 16 agenti del I gruppo Trevi hanno dato vita all'operazione in Via Marsala. L'intervento dei vigili, che ha prodotto il fuggi fuggi generale degli abusivi, ha comunque consentito di elevare 6 contravvenzioni nei confronti di altrettanti parcheggiatori senza licenza. Di questi, quasi tutti con precedenti penali, 2 cittadini romeni sono stati identificati direttamente in loco perchè in possesso di documenti. Per gli altri 4, invece, originari del Bangladesh, della Tunisia e dell'India, è stato necessario il trasferimento al centro di identificazione in modo tale da chiarire la loro posizione sul suolo italiano.

Multe da 800 euro. Inoltre, l'illecito provento è stato confiscato dagli agenti del Reparto Termini che, in funzione della violazione approntata dai soggetti nei confronti dell’articolo 7, comma 15 bis del Codice della Strada hanno anche elevato multe da 800,00 euro per esercizio dell'attività da parcheggiatore senza titolo alcuno. 




ROMA, PARCO DELLE VALLI: SGOMBERATO INSEDIAMENTO ABUSIVO

di Ma. La.

Roma – È scattato intorno alle 8 di martedì mattina il maxi blitz in Via Val D'Ala all'interno del Parco delle Valli dove circa 50 uomini sono stati impegnati nello sgombero di un insediamento abusivo già denunciato più volte dai residenti della zona.

I numeri del blitz. Le ruspe inviate dal Campidoglio hanno operato lo smantellamento di 38 alloggi, soprattutto tende allestite di tutto punto con attrezzatura per cucinare, bracieri e vivande. Nel corso dell'operazione, inoltre, sono state rinvenute diverse tonnellate di rifiuti da smaltire. Gli agenti, oltretutto, sono riusciti ad identificare gli abitanti dell'insediamento: si tratta di 30 cittadini romeni tra cui figurano anche 6 minori.

L'operazione. La manovra di sgombero è stata effettuata dagli agenti dello SPE, gruppo Sicurezza Pubblico Emergenziale della Polizia capitolina, in totale sinergia con gli uomini del III gruppo Nomentano. Intervenuti sul posto anche i guardiaparco di Roma Natura, personale del Gabinetto del sindaco e il presidente del III Municipio Paolo Marchionne.

La parola al minisindaco. Proprio in merito allo sgombero si è espresso il presidente del III Municipio che ha sottolineato come l'azione di martedì mattina sia stata :” Un punto di partenza”.”Si tratta di un'operazione complessa, che non era più rinviabile” ha aggiunto il minisindaco Marchionne. Ed è proprio sull'onda della situazione emersa da Via Val D'Ala che il presidente del III Municipio ha richiesto:”Un maggior controllo del territorio e di aree verdi come questa. Ora- ha poi concluso- occorrerà chiamare a raccolta tutte le realtà civiche e di volontariato presenti nel quartiere per preservare e fruire quotidianamente il parco, affinché non ritorni nel degrado.

I 30 identificati. Intanto, i 30 soggetti identificati hanno rifiutato gli alloggi messi a loro disposizione dal Sociale di Roma Capitale, ed ora sarà l'associazione 21 luglio ad occuparsi di loro. 




ROMA, CASALE DI SAN NICOLA: DOPO L'OK DI GABRIELLI GLI ITALIANI FANNO MURO

di M.L.S.

Roma – Clima infuocato tra i cittadini del presidio fisso di Via Casale di San Nicola dopo l'ok all'accoglienza arrivato lunedì mattina sulla scorta del sopralluogo compiuto nei giorni scorsi dal Prefetto Franco Gabrielli nella ex scuola Socrate, convertita in fretta e furia per ospitare un centinaio di rifugiati nella zona di La Storta, a cavallo tra il XIV e il XV Municipio dove si innalzano le barricate degli abitanti, condannati ad un'accoglienza forzata, senza alcun diritto di replica. Mentre all'imbocco di Via Casale di San Nicola compaiono i poliziotti in tenuta antisommossa, pronti a scortare da un momento all'altro l'arrivo dei profughi, i residenti impegnati da oltre 80 giorni a piantonare l'ingresso alla zona dalla Via Braccianese non allentano la presa e, supportati da Casa Pound rincarano la dose. Dopo la notizia del pollice rivolto al cielo da parte del prefetto di Roma scendono in strada in 150, spalle a casa loro e con gli occhi rivolta all'unica lingua d'asfalto che consente l'accesso all'agglomerato residenziale. I cittadini alzano un muro, tutti uniti sotto un solo credo:” Di qui non passerà nessuno”.

L'ex asilo nido. Dopo la vittoria del bando da 2 milioni di euro, la cooperativa “Isola Verde” inizia lo scorso aprile i lavori di conversione di quello che un tempo era un asilo nido, condannato alla chiusura perchè soffocato dalle opere di messa a norma troppo onerose. I lavori si fermano con le 4 frecce il 27 maggio scorso, quando la Polizia Locale di Roma riscontra delle irregolarità amministrative e pone i sigilli al fabbricato. Una boccata d'aria fresca per gli abitanti di Casale di San Nicola che in quel momento vedono avvicinarsi l'ipotesi di un lieto fine, con i migranti dirottati verso un altro centro alla luce delle anomalie. Ma l'ossigeno è destinato a durare ben poco: le irregolarità vengono sanate e i lavori riprendono, rendendo sempre più verosimile l'arrivo dei 100 migranti fino a ieri mattina, quando la prefettura di Roma sigla la convenzione con la cooperativa “Isola Verde”. La stretta di mano tra le parti che sancisce definitivamente l'arrivo dei profughi da un momento all'altro non intimorisce i cittadini che promettono di sorvegliare l'ingresso tutti i giorni e le notti avvenire, mentre fanno sapere:”Nessuno ha preso in considerazione le nostre argomentazioni. Questo è un vero e proprio abuso di Stato”. Anche se le forze dell'ordine smentiscono l'arrivo nelle prossime ore dei profughi, al presidio i cittadini restano schierati e pronti a respingere l'eventuale ingresso dei migranti. 




ROMA: TERZA MINACCIA PER IGNAZIO MARINO

di M.L.S.

Roma – Non c'è due senza tre, un detto che conta soprattutto nel caso del sindaco di Roma Ignazio Marino, oggetto di minacce per la terza volta nel giro di 3 settimane. Se il 24 giugno nell'area di smistamento postale dell'aeroporto di Fiumicino era stata rinvenuta una lettera minatoria indirizzata al sindaco medico, la notte tra l'1 e il 2 luglio era toccato ad un piccione, ucciso e posizionato nei pressi della sua abitazione nel rione Monti, la terza volta l'atto intimidatorio torna a vestire i panni di una lettera, intercettata sempre nell'area di smistamento postale dell' hub aeroportuale capitolino.

Mittente singolare. Minacce e ingiurie nella lettera individuata dagli agenti della Polizia Postale, oltre ad un bossolo calibro 38 ed un mittente quanto meno singolare. Il mittente, anzi i mittenti indicati sulla busta sarebbero Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, due indagati nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. 

Sabella "lettera inquietante". Il magistrato Alfonso Sabella, assessore alla Legalità per il comune di Roma, ha sottolineato come:”La nuova lettera di minaccia rivolta al sindaco di Roma Ignazio Marino risulta particolarmente inquietante perché il proiettile contenuto nella missiva, calibro 38 Special, è di quelli normalmente usati dalla criminalità organizzata che predilige l’uso del revolver perché, non lasciando bossoli a terra, si rivengono meno tracce”. Particolare che secondo Sabella: “Non bisogna sottovalutare l'ennesima minaccia ad un sindaco fortemente impegnato, nel clima avvelenato che si respira a Roma in questi mesi, in un’opera di tutela della legalità e del rispetto delle regole”. 




ROMA, METRO C: L'ANTICORRUZIONE INVIA LA RELAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI

di M.L.S.
Roma
– Giunta ad un costo complessivo di 3 miliardi e 739 milioni di euro, con un aumento dei costi di 692 milioni, la metro C è in lizza per essere eletta l'opera pubblica più costosa di sempre. Tra le molteplici varianti in corso d'opera, la carenza di mirati accertamenti archeologici e le innumerevoli vicissitudini che hanno portato il Comune di Roma a versare milioni e milioni di euro nei confronti del consorzio Metro C, nella giornata di venerdì l'Anac presenta la sua relazione alla Corte dei Conti. Secondo l'Authority, la metro c capitolina desta sospetti, tanti da far sembrare l'opera in sé un suicidio. Nello specifico, Anac, in una delibera approvata dal Consiglio dell'Autorità guidata da Raffaele Catone afferma di: “Ritenere l'operato della Stazione appaltante – cioè Roma metropolitane- non coerente con i principi di trasparenza e di efficienza per aver messo a gara un progetto di tale rilevanza in carenza di adeguate indagini preventive, per una parte molto estesa del tracciato, senza tener in debito conto i pareri espressi dalla Soprintendenza archeologica”.

A vantaggio del consorzio metro C.
L'anticorruzione, inoltre, sottolinea come:”Le modifiche introdotte in sede contrattuale appaiono a vantaggio del Contraente generale- in questo casoorzio m il consorzio Metro C-avendo comportato una riduzione degli oneri di prefinanziamento a carico dello stesso e una riprogrammazione delle attività, con anticipazione di opere apparentemente meno complesse, di contro a una, di fatto, mancata accelerazione delle attività di competenza di Metro C”.

Linea T2 fonte di riflessione. L'Anac, inoltre, richiama “I soggetti coinvolti ad assumere ponderate decisioni circa il prosieguo dell'opera, atteso che, per la tratta T2 – quella che dovrebbe intercorrere tra Piazzale Clodio Clodio/Piazza Mazzini e Piazza Venezia- allo stato di fatto sono ancora concretamente da valutare tempi e costi di esecuzione nonchè la stessa possibilità di realizzazione”. In tal caso, adeguate indagini pregresse sulla linea C avrebbero disincentivato la progettazione della T2, che per passare sotto il centro della Capitale troverebbe ostacoli evidenti di natura archeologica, valevoli per la disdetta dei lavori dettata dai costi esorbitanti e dalla scarsissima fattibilità.
Chi risponderà di ciò alla Corte dei Conti?




ROMA, METRO C: CHIUSA LA STAZIONE PIGNETO PER ATTI VANDALICI

di M.L.S.
Roma
– Non è riuscita a raggiungere neanche la settimana di apertura al pubblico, la stazione Pigneto della nuova tratta della Metro C, chiusa sabato mattina su indicazione dei Vigili del Fuoco perchè presa di mira dai vandali. Lo comunica l'Agenzia per la Mobilità, indicando come causa un atto vandalico che ha interessato le vetrate esterne, infrante in prossimità dell'ingresso alla metropolitana.

Inaugurata lo scorso lunedì, la stazione del Pigneto è parte integrante della nuova tratta della linea C, insieme alle stazioni di Mirti, Gardenie, Teano, Malatesta, e Lodi. La brevità della sua operatività, sancita dall'insano proposito di un nullafacente viene sottolineata da Agenzia per la Mobilità che sottolinea come:”Il deprecabile gesto arriva a pochi giorni dalla apertura al pubblico della stazione, avvenuta lo scorso 29 giugno nell'ambito del l'attivazione della nuova tratta Parco di Centocelle – Lodi”.

Atac e l'appello alla civiltà. Atac, fa appello al senso civico dei cittadini, condannando il gesto riprovevole ed ogni altro atto lesivo nei confronti della cosa pubblica che ogni giorno dovrebbe essere ad uso e consumo del cittadino. Ovviamente un consumo sano.

La condanna del sindaco. Il vandalismo ha trovato la condanna del sindaco Ignazio Marino che sui social tuona: “Meno di 7 giorni e un'azione di vandali danneggia #MetroC al Pigneto. La stupidità di pochi danneggia tutta @Roma”.




MAFIA CAPITALE: I DISSENSI AFFONDANO IGNAZIO MARINO

di Matteo La Stella

Roma – Al termine della prossima settimana, giungerà al cospetto del ministro dell'Interno Angelino Alfano la relazione del prefetto Franco Gabrielli sul lavoro compiuto dalla commissione di inchiesta che si insediò sulla scia della prima parte dell'indagine su “Mafia Capitale”. Dopo la consegna dei documenti effettuata lo scorso 16 giugno, Gabrielli avrebbe avuto il compito di decidere, entro e non oltre 45 giorni, se avanzare o meno una proposta al ministro per lo scioglimento del Campidoglio per infiltrazioni mafiose. Il prefetto, però, sembra aver lavorato a pieno regime per accorciare i tempi, e, secondo quanto appreso, sarà in grado di estrapolare una conclusione già alla fine della settimana prossima, scalzando, oppure no, la giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino, che ormai fa incetta di pollici versi. Infatti, se la spider fiammante del prefetto anticipa i tempi, il sindaco dell'urbe, in sella alla sua bici, sembra aver perso lo smalto da “Giro d'Italia”, perlomeno in quanto a sostenitori: il 73% dei romani, infatti, non voterebbe più il sindaco-medico alla luce dei risultati raggiunti. Niente più mani che applaudono dunque, né sicuramente il conferimento di una “Maglia Rosa” al merito per il sindaco capitolino che potrebbe essere a 7 giorni dal traguardo di un percorso dal sapore inconsistente.

Risultati sondaggio Marino. Le prime immagini del sondaggio Demos, approntato nei giorni scorsi per conto de “La Repubblica” su un campione di elettori romani, lasciano trasparire un alto livello di delusione e di scontentezza. Una città in bilico tra il malaffare e la mala-gestione, che reclama invece trasparenza, concretezza ed una amministrazione direttamente proporzionale all'eterno splendore di Roma. Alla luce di questo, il 73% della fetta di romani interpellata da Demos, non voterebbe più Marino difronte ad una nuova elezione amministrativa. Basti pensare che più di ¼ degli elettori reputa il primo cittadino colpevole di essere colluso con la cupola di Mafia Capitale, mentre un numero analogo di abitanti, invece, pensa che il capo del Campidoglio sia estraneo ai fatti di Mafia, ma che comunque debba dimettersi. In fine, 4 su 10 lo considerano “irresponsabile” della collusione che imperversa nella capitale. Sta di fatto che nel corso del suo mandato tutto il “circo” sia andato in scena proprio dentro casa sua, aspetto, tra gli altri, utile a comprendere come 7 romani su 10 non siano contenti del lavoro da lui svolto. Pollice verso per quanto riguarda la totalità delle “politiche” adottate da Marino, che sembra peccare maggiormente quando si parla di: disoccupazione, manutenzione delle strade, viabilità, immigrazione, gestione campi Rom, criminalità. Mentre appare più positiva la valutazione sulla qualità dei servizi sociali e, soprattutto, culturali.




ROMA: CONTO ALLA ROVESCIA PER I SALDI ESTIVI

di M.L.S.
Roma
– Arriveranno sabato 4 luglio, e imperverseranno nei negozi della Capitale e di tutta la regione Lazio per 6 settimane: sono ovviamente i saldi estivi. I negozianti hanno già iniziato a sbarrare prezzi per consentire acquisti low cost adatti a tutte le tasche. Tra sconti e offerte imperdibili, dunque, l'euforia degli acquirenti a ridosso della “stagione a ribasso”, sembra spegnersi di fronte alle aspettative tetre dei commercianti.

I numeri di Confesercenti.
Secondo Valter Giammaria, numero uno della Confesercenti di Roma, i saldi si svolgeranno:”Nel perdurare della crisi nel nostro mercato interno, che evidenzia la situazione di estrema difficoltà del settore abbigliamento e calzature. Stimiamo- continua il presidente di Confesercenti- che la spesa a famiglia a Roma e nel Lazio si attesterà in media intorno ai 150-180 euro. Incide su questa, oltre al peso impositivo già presente nel nostro territorio, la preoccupazione per l'incertezza occupazionale e di risorse che pesa sulle famiglie”. Una disamina spaventosa che vede strozzato il periodo di saldi alle porte.

Confcommercio ottimista. Decisamente più roseo, invece, il quadro che emerge dalle stime dell'Ufficio studi di Confcommercio Roma, secondo cui: “Le previsioni di vendite nella stagione dei saldi vedono una sostanziale conferma dei dati ufficiali delle vendite di fine stagione invernali: +5% rispetto ai saldi estivi 2014, con una spesa stimata di circa 210 – 240 euro a famiglia. Sulla base dei dati certificati dall'osservatorio Carta Sì per gli ultimi saldi estivi 2014, Federmoda Roma prevede che lo scontrino medio, ovvero la spesa all'internodi un negozio, si possa attestare intorno ai 100/105 euro. Un piccolo segnale positivo – continua – dopo molti anni di flessione delle vendite di fine stagione, in corrispondenza con la forte contrazione dei consumi e alla riduzione dei budget familiari che ha caratterizzato la crisi. Nonostante questo piccolo miglioramento, Confcommercio Roma ribadisce la necessità di mettere in campo azioni utili ad agganciare in modo stabile la ripresa e incentivare i consumi”.




STUPRO 15ENNE: GIUSEPPE FRANCO RESTA IN CARCERE

di M.L.S.
Roma
– Resta in carcere Giuseppe Franco, il sottoufficiale della Marina accusato di aver stuprato, la sera del 29 giugno, una 15enne di Bari nei pressi di Piazzale Clodio. Il Gip Giacomo Ebner, in seguito all'interrogatorio di garanzia del 2 luglio ha convalidato il fermo del militare 31enne, oltre ad emettere nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Custodia Cautelare.
Dopo aver spiegato davanti ai magistrati la sua versione dei fatti, sottolineando la natura consensuale del rapporto sessuale, la libertà del marinaio calabrese, già differito dal Ministero della Difesa è stata stroncata da diversi elementi che hanno portato il Giudice per le indagini preliminare ad emettere l'ordinanza. Nello specifico, Giuseppe Franco:”Sembra aver pianificato la violenza: individua una ragazza palesemente minorenne, esibisce un tesserino per accreditarsi come rappresentante delle forze dell'ordine; persuade la minore esercitando la forza solo nei momenti in cui la ragazzina tentava di ribellarsi”.

Indizi di colpevolezza.
Il sedicente poliziotto, inoltre, ha:”Approfittato dell'orario notturno e del luogo in cui appartarsi”, e, stando alle parole del Giudice che emergono dall'ordinanza:”Si ritengono sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato”. Peraltro, sempre secondo il Giudice :”Sussiste il pericolo di reiterazione dei reati”, oltre a quello di fuga, rafforzato dal tentativo del militare:”Di far perdere le proprie tracce-supportato anche dall'esperienza maturata nelle diverse missioni di Pace all'estero, per cui- potrebbe conoscere i luoghi in cui rifugiarsi”.

Versione da fornire alle coetanee.
Oltretutto, secondo il Giudice per le indagini preliminari, Franco avrebbe:”Concordato con la ragazzina una versione da fornire alle amiche della stessa”. 




ROMA TERRORISMO: TUTTO SUL PIANO DI SICUREZZA IN VISTA DEL GIUBILEO

di M.L.S.

Roma – All'alba di mercoledì, due uomini di nazionalità magrebina sono stati arrestati dai Carabinieri del Ros perchè accusati di terrorismo internazionale. Un terzo elemento è stato invece fermato in Marocco per reati di terrorismo. Nel mirino della Procura della Repubblica capitolina, una cellula di matrice qaedista che, secondo gli investigatori:” Si proponeva anche la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa”.

Proselitismo in rete. Le indagini messe in campo dai militari del Ros hanno appurato come la cellula del terrore fosse dedita al proselitismo telematico. L'organizzazione, infatti, utilizzava un sito web, creato e gestito dagli stessi indagati, come una grande rete da pesca per adescare nuovi adepti, indottrinarli ed addestrarli.

Piani di difesa contro un attacco potenziale. Roma, per far fronte alle minacce mosse più volte nei suoi confronti da parte dei fondamentalisti islamici, si prepara ad un eventuale attacco studiando strategie di emergenza per ogni potenziale obiettivo.
Dopo le stragi parigine e tunisine, la Capitale si muove e mette in campo una serie di strategie emergenziali che interessano diversi siti considerati sensibili, tra cui: scuole, monumenti, stazioni, luoghi istituzionali, ambasciate e addirittura centri commerciali. Dunque, per arginare la sete di sangue della jhiad, Viminale e forze dell'ordine hanno preventivato un piano di emergenza, contenuto in un file dedicato per ogni luogo a rischio. L'emergenza, qualora dovesse presentarsi, sarà fronteggiata mediante un sistema ad ingranaggi azionato dall'intervento di forze dell'ordine e soccorsi sanitari.

Piano di emergenza al Colosseo. Per quanto riguarda il piano emergenziale predisposto per l'anfiteatro Flavio, simbolo dell'urbe: Nocs, Digos, ambulanze, Protezione Civile e Vigili del fuoco sarebbero pronti all'intervento per mettere in sicurezza ed isolare la zona per un raggio di diversi chilometri. Per esempio, in seguito ad un'eventuale deflagrazione, i primi ad intervenire sarebbero i nuclei Nbcr dei Vigili del fuoco, mentre le unità dell'antiterrorismo sarebbero chiamate a circoscrivere l'area così detta “zona calda”. Nella “zona tiepida”, invece, ambulanze e mezzi di soccorso rimarrebbero in stallo, pronti aò trasporto di eventuali feriti. Nella zona dei Fori Imperiali, invece, sarebbero allestite una sala operativa mobile ed un residio sanitario utile all'assistenza dei feriti mentre, in corrispondenza del Circo Massimo, verrebbe allestito un eliporto.
Da via dei Fori Imperiali a Via San Giovanni in Laterano, l'arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimitano la “zona calda” e la “zona tiepida” da cui, tutti i mezzi di trasporto sanitario sarebbero pronti a dirigersi verso il nosocomio più vicino, l'ospedale San Giovanni, prima tappa dei feriti che verrebbero successivamente smistati in altre strutture ospedaliere.

Piano di emergenza San Pietro. Nel caso di un attacco al cuore della cristianetà, nella zona del Vaticano, precisamente a Piazza San Pietro, la “zona calda” sarebbe delimitata dal colonnato della Piazza stessa. In questo caso l'ospedale di riferimento sarebbe il Santo Spirito, che sarebbe raggiunto facilmente dai mezzi in attesa nella “zona tiepida” istituita in Via della Conciliazione. Per quanto riguarda i mezzi di elisoccorso, invece, atterrerebbero nelle piazze adiacenti la Basilica per trasportare gli eventuali reduci in Largo Giovanni XXIII.

Deviazioni. In caso di attacco terroristico, il traffico sarebbe deviato a seconda del obiettivo sensibile oggetto delle “brutali attenzioni” dei fanatici islamisti, permettendo così alle forze dell'ordine e ai mezzi di soccorso una manovra di avvicinamento immediata al luogo del delitto.