AEROPORTO CIAMPINO: DISAGI PER UN GUASTO AL RADAR

di Maurizio Costa

Ciampino (Rm) – L'aeroporto Pastine di Ciampino ha avuto qualche problema la mattina del 15 maggio: un guasto al radar che controlla lo scalo e il flusso aeroportuale ha mandato in tilt il terminal, causando non pochi disagi ai passeggeri.

L'Enav, l'Ente Nazionale di Assistenza al Volo, ha diramato un comunicato per rassicurare i passeggeri: "Al centro di controllo Enav di Roma Ciampino, per cause tecniche, intorno alle 13.30, c'è stato per dieci minuti un rallentamento nella presentazione dei dati radar. I sistemi di riserva previsti sono immediatamente entrati in funzione. Alcuni voli in arrivo a Fiumicino e Ciampino sono stati fatti atterrare su altri scali".

Inoltre, l'Enav ha continuato: "Il traffico in partenza, in entrambi gli scali, è stato rallentato. Il sistema è ora pienamente tornato operativo e il traffico aereo sta progressivamente rientrando nella normalità".

Il sistema di emergenza si è attivato subito e ogni pericolo è stato scongiurato. Il guasto ha causato disagi in tutto il centro-sud Italia, visto che gli aerei sono stati spostati su rotte differenti per non causare incidenti in volo.




NAPOLI: UOMO FERISCE LA MOGLIE E SPARA DAL BALCONE

di Maurizio Costa

Napoli – Un uomo armato con un fucile a pompa ha ferito la moglie nel quartiere di Secondigliano, in via Napoli. Dopo aver compiuto l'aggressione si è barricato in casa e ha cominciato a sparare sulla folla con la stessa arma, ferendo almeno altre tre persone. Colpiti dall'assalitore anche un carabiniere e un poliziotto.

Non si sanno ancora le condizioni effettive della moglie, che, si trova all'interno con il marito. Potrebbe essere morta o ferita. L'uomo, in preda a un raptus, ha compiuto prima il folle gesto, colpendo prima la moglie, e poi cominciando a sparare all'impazzata sulla folla dal proprio balcone di casa.

I feriti sono stati portati subito in ospedale: il poliziotto, il carabiniere e un'altra persona non identificata stanno ricevendo le cure del caso dopo essere stati colpiti dai proiettili del fucile.




ROMA: BASTA ANTENNE VICINO A SCUOLE E OSPEDALI

di Maurizio Costa

Roma – Il comune di Roma stabilisce che le antenne per la telefonia mobile verranno installate lontano da scuole e ospedali. La modifica strutturale darà il via ad un Piano per il censimento e il monitoraggio dell'inquinamento elettromagnetico. Le antenne, infatti, sono molto dannose per la salute se l'esposizione è lunga e duratura.

La delibera, approvata con una larghissima maggioranza dall'assemblea capitolina, stabilisce che "in primis via le antenne da ospedali, case di cura e di riposo, scuole, asili nido, oratori, orfanotrofi, parchi giochi. Quelle attualmente installate – si legge dal sito di Roma Capitale – presso questo siti saranno spostate altrove. Vietato collocare impianti su edifici costruiti abusivamente".

Anche un Piano di rimozione quindi, che verrà effettuato su tutto il territorio romano. Il censimento stabilirà quali zone e quali antenne verranno rimosse o spostate.

Le installazioni potranno essere messe su "aree libere, prevalentemente non edificate o a basso carico urbanistico, preferibilmente su centri commerciali e grandi complessi alberghieri". Inoltre, il comune ha stabilito che verrà effettuato un piano di "co-siting (accorpamento degli impianti su strutture comuni di supporto), l’interramento delle antenne e la collocazione sugli edifici più alti in un gruppo di palazzi vicini".

Infine, la delibera prevede una "redazione di un piano territoriale della telefonia mobile; costituzione di un registro cittadino delle antenne e di un osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico; pubblicazione sul web del "piano antenne"; dislocazione sul territorio cittadino di centraline per la misurazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, le cui rilevazioni saranno periodicamente pubblicate sul web e liberamente consultabili online".




ROMA: ATAC ALLA CONQUISTA DELLE FERROVIE URBANE

di Maurizio Costa

Roma – L'Atac vuole mettere le mani sulle ferrovie urbane della capitale. Le linee Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Viterbo sono di proprietà della Regione Lazio ma l'azienda municipalizzata, che le gestisce, vorrebbe la proprietà diretta per compiere alcuni rifacimenti strutturali in vista del Giubileo indetto dal papa.

L'azienda capitolina vorrebbe trasformare le tre linee. La Roma-Lido potrebbe diventare una metropolitana leggera, così come la Roma-Viterbo, per cercare di avvicinare le periferie alla città. La Roma-Giardinetti, invece, che ha perso importanza con l'apertura della prima tratta della Metro C, potrebbe trasformarsi in tranvia.

L'amministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, ha inviato una lettera all'assessore regionale Michele Civita e ai vertici della Direzione Mobilità. Nella missiva, l'ad spiega che "appare urgente procedere alla stipula di un contratto di servizio ponte per il biennio 2015/2016 che assicuri corrispettivi congrui ed adeguati alla gestione del servizio così come configurato".

"Bisognerà procedere a scelte inevitabili" continua l'ad. Anche perché le tre linee ferroviarie non sono tenute in maniera eccellente. La Roma-Lido è stracolma e spesso è soggetta a furti di rame, soprattutto nella zona di Acilia. Una compagnia di trasporti francese, tra l'altro, era interessata all'acquisto del "trenino di Ostia", per trasformarlo in una realtà economica che crei anche profitti, ma la trattativa è saltata.

Roma-Viterbo – Broggi spiega che "si rappresenta la necessità di procedere alla sostituzione con bus del servizio ferroviario nella tratta extraurbana mentre per il servizio urbano è indispensabile procedere a una profonda ristrutturazione dei binari e del materiale rotabile in modo da costruire le condizioni per essere pronti alle integrazioni con le reti di Roma Capitale".

Roma-Lido – In questo caso "Atac, con risorse certe per investimenti aggiuntivi nella misura di 180 milioni, è in grado di trasformare la linea in metropolitana, con standard di qualità e regolarità del servizio e con frequenze, nell'ora di punta, inferiori a 6 minuti".

Roma-Giardinetti
– Per cercare di differenziarla dal servizio offerto dalla terza metropolitana di Roma, questa linea potrebbe essere sottoposta a "riclassificazione in tranvia con la realizzazione del progetto (già trasmesso agli uffici regionali) che prevede l'attestamento del servizio all'altezza della stazione Parco di Centocelle della Metro C".




ROMA: VENERDÌ SCIOPERO DEI TRASPORTI

di Maurizio Costa

Roma – Il sindacato Usb ha indetto uno sciopero del trasporto pubblico per la giornata di venerdì 15 maggio per la durata di 24 ore. Atac, Roma Tpl e Cotral si fermeranno dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Inoltre, anche il sindacato Sul protesterà, fermano le linee Atac per altre 4 ore (dalle 8.30 alle 12.30). Le Ferrovie dello Stato non parteciperanno allo sciopero, garantendo un servizio regolare.

Bus, metro, tram, filobus e alcune linee ferroviarie salteranno sicuramente. Anche la Roma-Lido, la Roma-Viterbo e la Termini-Giardinetti. Le fasce di garanzia sono differenti di città in città ma per quel che riguarda Roma lo sciopero sarà effettuato dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio.

L'Unione Sindacale di Base (Usb), che ha organizzato lo sciopero nazionale di 24 ore, dichiara i motivi della sospensione dell'attività sulla sua pagina web: "Lo sciopero è indetto contro i provvedimenti del jobs act; le privatizzazioni selvagge che dirottano capitali pubblici verso soggetti privati; i continui innalzamenti dell'età pensionabile; le pesanti discriminazioni imposte dal Testo Unico sulla Rappresentanza; le gravi penalizzazioni di un Contratto Nazionale fermo da ben 8 anni".

Inoltre, il sindacato spiega che "dalla ripresa delle trattative sul contratto tra le associazioni datoriali e CGIL-CISL-UIL-UGL, FAISA CISAL si preannunciano lacrime e sangue per gli autoferrotranvieri. Sarà questo il motivo – continua la nota – per il quale si moltiplicano in questi giorni i segnali di una forte volontà del mondo politico di giustificare un nuovo attacco al diritto dell'esercizio di sciopero dei lavoratori del Trasporto Pubblico Locale: lo fa in prima persona lo stesso Ministro Graziano Delrio accompagnato dagli inseparabili sindacati concertativi".

Anche Atac, dal proprio sito, dirama un comunicato per spiegare meglio la situazione dello sciopero e delle linee urbane: "Nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 non sono garantite le corse delle linee notturne da n1 a n27, la linea 913 e le corse delle linee diurne previste dopo la mezzanotte nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 non sono garantite le corse delle linee notturne da n1 a n27 e delle linee metro b/b1-ma1-ma2, 913 e delle linee diurne che hanno in programma corse nella notte tra venerdì e sabato. Inoltre nella stessa giornata è stato indetto uno sciopero di 4 ore, dalle 8,30 alle 12,30 dalla sigla SUL CT".

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EBOLA: ACCERTATO NUOVO CASO IN ITALIA

di Maurizio Costa

Roma – L'infermiere di Emergency, che ha contratto l'ebola in Sierra Leone, è atterrato alle 2.50 di questa mattina a Pratica di Mare ed è stato trasportato all'ospedale Spallanzani di Roma per le cure previste. Il 37enne verrà curato con farmaci non ancora ufficiali ma che possono far guarire dal virus africano.

Durante una conferenza stampa, i medici hanno spiegato che "al momento della presa in carico il paziente era febbrile, lucido e collaborante". L'infermiere di Emergency sa affrontare il virus, essendo stato in contatto con i malati africani per lunghi mesi.

I medici hanno affermato che "il paziente ha iniziato il trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato, autorizzato da un'ordinanza Aifa. Abbiamo già contattato il Centro Nazionale Sangue e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell'Oms".

Il direttore dell'ospedale ha dichiarato che potrebbe essere utilizzato il plasma di un donatore già guarito dall'ebola, una cura che è stata fruttuosa in molti casi in giro per il mondo.

Luigi Arru, assessore regionale alla Salute della regione Sardegna, dove l'infermiere abitava, ha dichiarato che "il rischio di contagio è trascurabile e il personale che ha preso in carico il paziente è altamente specializzato e attrezzato. Inoltre – ha aggiunto Arru – la struttura clinica interaziendale che ha gestito l'emergenza legata all'infezione da virus Ebola contratta in Sierra Leone dall'infermiere sassarese di 37 anni ha disposto un periodo di quarantena per altre tre persone".

L'infermiere aveva avuto i primi sintomi qualche giorno fa, subito dopo il ritorno dalla Sierra Leone. La febbre altissima ha fatto salire le preoccupazioni dell'infermiere, che ha quindi raggiunto subito l'ospedale sardo più vicino.




IMMIGRATI: ECCO IL PIANO UE PER RISOLVERE IL PROBLEMA

di Maurizio Costa

Bruxelles – Finalmente la Commissione europea si muove: è stato varato un nuovo Piano di intervento per cercare di risolvere le morti in mare e il problema dell'immigrazione in Europa. L'obiettivo è quello di distribuire i richiedenti asilo e i profughi in tutto il continente, aumentando la portata dell'operazione Frontex e i mezzi a disposizione.

Il Piano – Ogni paese europeo riceverà una percentuale di immigrati e di profughi, in quote prestabilite. Per quello che riguarda i profughi che hanno le prerogative per avere lo status di rifugiati, l'Italia ne prenderà a carico il 9,94% del totale (circa 2.000 su 20mila). Per i nuovi immigrati o per quelli che ancora non hanno il permesso d'asilo, l'Italia dovrà prendere l'11,84% del totale.

Queste percentuali sono stata fatte in base ad alcuni parametri come numero di abitanti del paese ospitante, Prodotto Interno Lordo, numero di profughi già presente nel paese e livello di disoccupazione. L'Italia è schierata in prima linea, essendo il terzo paese che potrà ospitare più immigrati, dopo Germania (18,42%) e Francia (14,17%).

Non tutti i paese sono d'accordo. La Gran Bretagna, per esempio, non vuole ricevere immigrati. Theresa May, ministro dell'Interno, ha scritto in un editoriale che "l'Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del nord, con un programma attivo di ritorno". Anche la Repubblica Ceca e la Slovacchia non sono in linea con le decisioni della Commissione europea.

Operazione Frontex – L'Ue vuole aumentare la portata dell'operazione che ha sostituito Mare Nostrum. La Commissione vorrebbe aumentare i mezzi messi a disposizione ma anche il raggio d'azione.

L'alto rappresentante Federica Mogherini ha dichiarato che "l'agenda Ue sulle migrazioni è stata adottata dalla Commissione. Dividere le responsabilità in Europa significa acquistare credibilità e la collaborazione con l'Onu è essenziale se vogliamo risolvere il problema". Solo in questo modo, continua la Mogherini, "riusciremo ad affrontare le cause alla radice dell'emergenza distruggendo le organizzazioni criminali e aiutando i migranti a fuggire dalle loro mani".

L'alto rappresentante esclude una missione di terra in Libia. Dal canto suo, il governo di Tobruk ha affermato che di non invadere il territorio marittimo libico perché in caso contrario "reagiremo con bombardamenti come quelli contro il cargo turco ".




FRASCATI: LA VERGOGNA DELLE PALAZZINE ATER

Era febbraio del 2012 quando parlavamo della vergogna delle palazzine Ater di Frascati. “Non appena ho letto l’articolo di Chiara Rai, esordì l'allora presidente Ater Massimo Cacciotti –  sono venuto di persona a rasserenare gli inquilini rispetto ai prossimi interventi che interesseranno la palazzina Ater”. Ebbene sono passati più di tre anni da quel giorno e la situazione più che migliorata è ormai una vera e propria emergenza tra cui i cassoni di eternit.. Gli inquilini sono disperati. 

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di Maurizio Costa

Frascati (Rm) – Gli inquilini delle palazzine Ater di Frascati, in via Angelo Celli, non ne possono più. Le numerose denunce che giornalmente vengono inviate all'agenzia che dovrebbe gestire queste abitazioni non vengono prese in considerazione e la situazione diventa sempre più insostenibile. Crepe nei muri, fogne che straripano e cassoni dell'acqua in amianto mettono a repentaglio la sicurezza di uomini, donne e bambini che vivono all'interno delle palazzine.

“Non ci lamentiamo per un fattore estetico – dichiarano gli inquilini – ma è proprio un problema strutturale. Dai balconi del palazzo cadono pezzi di cornicione molto grandi, che rischiano di colpire passanti e pedoni, ma soprattutto le persone che abitano al piano sottostante”. Appena entrati nello stabile, infatti, abbiamo subito notato i grandi pezzi di intonaco che i condomini hanno accuratamente messo da parte per utilizzarli come prova, qualora ce ne fosse bisogno. Inoltre, i cornicioni cadono dai piani alti, aumentando la pericolosità e le probabilità di un incidente.

Le numerose lettere inviate all'Ater per denunciare questi problemi non hanno avuto gli esiti sperati. Le risposte dell'agenzia sono state molto vaghe: “Gli stabili di via Celli 21/23 – si legge in una lettera dell'Ater -, in gestione all'azienda, sono stati inseriti in un progetto di recupero, con finanziamenti della Regione Lazio. Non appena ci sarà la copertura finanziaria – continua la missiva – sarà cura di questo servizio mettere in atto opportuni interventi”. L'Ater ammette di non avere soldi e, quindi, di non poter avviare interventi strutturali, ma la situazione è ancor più complicata.

Le proprietà sono del demanio e sono state concesse all'Ater, usufruttuario degli stabili. I condomini dicono che “il problema è che il comune di Frascati ha detto che si prenderebbe gli appartamenti ma il demanio deve accatastarli”. Infatti, da quello che ci hanno detto gli abitanti, gli appartamenti non sono accatastati totalmente e molti piani non compaiono nelle piante comunali. Per questo, tutta la responsabilità per gli interventi strutturali ricaderebbe sull'Ater, che però ammette di non avere disponibilità finanziarie.

Ma i problemi non finiscono qui. “Le infiltrazioni d'acqua intaccano i fili elettrici, facendo saltare spesso la luce e rendendo lo stabile contro la norma. Inoltre, l'acqua arriva fino all'interno degli appartamenti, rendendo l'aria irrespirabile”. I numerosi interventi dei Vigili del Fuoco hanno fatto trasparire pericoli importanti, come, per esempio, le crepe nei muri portanti, così grandi da poterci infilare dentro una tessera telefonica. “L'Ater non è mai venuta a vedere le condizioni della palazzina – denunciano i condomini – e con i nostri soldi abbiamo rifatto l'ingresso, spendendo 9mila euro”.

Una delle cose più preoccupanti che abbiamo notato sono i cassoni dell'acqua costruiti con l'eternit. Queste vasche non sono più in funzione, ma il pericolo è enorme perché le sostanze volatili tossiche che si staccano dai cassoni potrebbero entrare tranquillamente nelle case, trovandosi in un locale con le finestre aperte e che dista solamente pochi metri dai balconi degli appartamenti. L'eternit è dannosissimo e provoca tumori con una percentuale altissima di mortalità.

La situazione è insostenibile e si spera che l'Ater, che fra poco cambierà nome con l'introduzione della Città Metropolitana, riesca a risolvere questi problemi strutturali per evitare incidenti come quello di Napoli, dove un ragazzo che stava passeggiando per la strada è morto colpito da un pezzo di cornicione.




ROMA: IL CAMPIDOGLIO DICE STOP A CAMION BAR IN CENTRO

di Maurizio Costa

Roma – L'amministrazione comunale della capitale ha deciso di eliminare i camion bar dal centro storico. Una decisione storica, che capovolgerà l'ambiente e la vista di uno dei centri archeologici più grandi del mondo. L'assessore al Commercio, Marta Leonori, e quello ai Lavori Pubblici, Maurizio Pucci, insieme al sindaco e al capo di gabinetto, hanno deciso di proibire la vendita di vivande, bibite e souvenir nel centro storico di Roma.

La fascia interessata al provvedimento, che prenderà il via il 22 giugno di quest'anno, va dal Colosseo a Piazza del Popolo, il centro nevralgico del turismo della capitale. Le postazioni interessate allo sgombero sono 76 e il Tavolo tecnico per il Decoro ha deciso che i camion bar non sono compatibili con le esigenze di tutela del patrimonio archeologico e artistico e con quelle di decoro pubblico.

Parliamo di 76 postazioni: 43 destinate agli urtisti (i venditori di souvenir), 22 ai camion bar che vendono bibite e vivande e 11 ai posteggi isolati e fissi, considerati anomali. Gli urtisti verranno, molto probabilmente, trasferiti in via di San Gregorio, tra Celio Vibenna e Porta Capena. I camion bar, invece, prenderanno sede a lungotevere Oberdan, lungotevere Testaccio, lungotevere Diaz e via della piramide Cestia. I posteggi anomali, infine, andranno in via Carlo Felice.

Il 22 giugno partirà lo sgombero e, chiunque non ottemperasse alle regole, verrà visto come abusivo e quindi probabilmente costretto allo sfratto del sito pubblico. Alfiero Tredicine, presidente di Apre, minaccia barricate: "Siamo pronti alla battaglia vera". 




PENSIONI: ECCO IL PIANO DEL GOVERNO

di Maurizio Costa

Roma – La decisione della Corte Costituzionale sulle pensioni rischia di stravolgere il piano economico che il governo si era apprestato a delineare con il Def. Lo stato dovrà rimborsare ai pensionati ben 14 miliardi di euro netti. Questo perché il governo Monti, con l'esecuzione dell'allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel 2012 e nel 2013 non adeguò gli assegni pensionistici all'inflazione, provocando una diminuzione del valore delle pensioni italiane.

Adesso la Corte ha deciso che è stata una manovra anticostituzionale e il governo deve correre ai ripari. Venerdì, il Consiglio dei ministri si riunirà e avrà all'ordine del giorno la ricerca di una soluzione per il problema delle pensioni. Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, ha affermato che “la commissione europea ci osserva attentamente”. Infatti, la l'Ue ha già stabilito di monitorare l'Italia per quel che riguarda questo buco monetario che ha dato il via alla decisione della Corte. Nelle raccomandazioni di mercoledì, dirette ad ogni stato membro, la Commissione inserirà anche questa grana per il governo Renzi.

I problemi riguardanti il rimborso delle perequazioni bloccate da Monti sono vari e difficili da superare. La somma da restituire ai pensionati tocca quota 14 miliardi di euro netti, una cifra insostenibile in un momento come questo. Allora, Padoan ha in mente un piano per sanificare la situazione.

Rimborso parziale e selettivo – Il governo vorrebbe spalmare questi soldi da rimborsare in più anni e in base a delle fasce. Si pensa ad un rimborso totale per le pensioni fino ai 1.500/1.700 euro. Salendo poi con il valore dell'assegno mensile, la cifra da riconsegnare ai pensionati si abbassa fino al 45% per gli assegni superiori ai 3.000 euro.

Da dove prendere i soldi? – Padoan dovrà fare i conti con il fondo cassa del governo. Il problema è che se Renzi dovesse pagare tutti questi rimborsi insieme sforerebbe il tetto della differenza deficit-Pil imposto dall'Europa (3%). L'Italia ha promesso che per quest'anno rimarremo al 2,5% e questa decisione ha fatto nascere il famoso tesoretto da 1,6 miliardi di euro (poiché il limite fissato deficit-Pil era al 2,6%). In questo caso, il governo potrebbe utilizzare questa somma per cominciare a rimborsare i pensionati. Il resto della cifra potrà provenire dai tagli strutturali o dall'aumento delle tasse, misure non gradite dalla popolazione italiana.

Pensioni ricche – Il governo sta pensando anche ad una tassa di solidarietà da applicare sulle pensioni più elevate. Un prelievo straordinario che penderebbe sui pensionati che percepiscono un assegno sopra i 5.000 euro al mese. Però, Renzi potrebbe anche applicare il “piano Boeri”, ricalcolando col metodo contributivo tutte le pensioni sopra i 5mila euro, creando un gettito di 1,5 miliardi di euro.

Qualsiasi sarà la decisione del governo, sicuramente qualcuno ci rimetterà. Adesso dovremo solo vedere chi e come.




ROGO AEROPORTO FIUMICINO: "CAUSATO DA UN CONDIZIONATORE PORTATILE"

di Maurizio Costa

Fiumicino (Rm) – L'incendio al Terminal 3 dell'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino sarebbe stato causato da un condizionatore portatile. Ad affermarlo l'informativa degli investigatori, appena arrivata sulla scrivania della procura di Civitavecchia, che sta seguendo il caso.

Le telecamere a circuito chiuso avrebbero inquadrato, intorno alle 20.40 del 6 maggio, due operai a lavoro intorno alla zona dalla quale sarebbe scaturito il rogo. Secondo le prime analisi, i due operatori stavano sistemando una sonda termica che avrebbe rilevato una temperatura troppo alta all'interno di un quadro elettrico. Proprio in quel momento, i due operai avrebbero attivato il condizionatore trasportabile.

Ma Aeroporti di Roma smentisce la notizia, dichiarando che "i due operai stavano sistemando un condizionatore portatile". Ancora non si sa, però, se è proprio quello strumento ad aver preso fuoco.

Gli inquirenti stanno svolgendo molte analisi per verificare anche l'effettivo funzionamento a norma di legge dell'impianto antincendio. Intanto, più di 500 tra addetti e dirigenti di Adr sono scesi in campo all'interno del T3 per aiutare il deflusso dei passeggeri e la normale ripresa del terminal.

Il T3 sta lentamente tornando alla normalità: è stata riaperta la cappella per i fedeli e gli operai sono all'opera per eliminare la sporcizia e l'odore acre di fumo nero.