LA STANZA D'OVATTA DI GRILLO

di Maurizio Costa

Esattamente come nel film "Forrest Gump", Beppe Grillo adesso si sente "un po' stanchino". Le innumerevoli vicende che hanno caratterizzato l'entrata in parlamento del Movimento 5 Stelle hanno affaticato il leader pentastellato, che adesso sembrerebbe volersi fare da parte. Con un post sul suo blog, Grillo ha proposto la creazione di un direttorio costituito da cinque persone del movimento che opereranno sul territorio e che si incontreranno periodicamente con il leader per discutere dei fatti più salienti. Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco e Sibilia prenderanno de facto il posto di Beppe Grillo, sebbene l'ex comico rimarrà comunque garante del M5S. La mossa di Grillo sembra un via di fuga dalle critiche che recentemente hanno colpito il movimento a causa delle varie espulsioni e della perdita netta di voti alle elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria. Il cerchio si sta chiudendo intorno al leader che adesso delega un gruppo di persone che sarà attivo sul campo, come forse Grillo non è riuscito mai ad essere. C'è il rischio che questo porti ad un distaccamento drastico tra il vertice del M5S e le parti basse. Grillo potrebbe rinchiudersi in una stanza di ovatta, parlando solamente con questo gruppo e basta, senza scendere sulla terra e provare a parlare con i cittadini. Questi sono i rischi e sicuramente cozzano incredibilmente contro le prime idee del movimento, nato per avvicinare la politica ai cittadini e sentire le opinioni di tutti. La stanchezza in politica non è prevista e se Grillo sente affievolite le sue forze di cambiamento, allora possiamo veramente pensare che il movimento si avvii verso una fase di calo. La forza del leader deve essere quella di mantenere vivo un movimento e non quella di scansarsi alle prime avvisaglie di fallimento. La stanchezza dovrebbe nascere dopo un periodo di sforzi che però hanno portato vittorie e non da un sentimento di afflizione generale. Forse Grillo è lo specchio dell'Italia della disoccupazione al 13,2%: siamo tutti stanchi.




UE, IL PIANO DI JUNCKER PREVEDE SOLO 21 MILIARDI DI INVESTIMENTI

di Maurizio Costa

Roma – La Commissione europea approva un piano di investimenti da 315 miliardi di euro, ma i soldi messi a disposizione dall’Europa sono una somma molto inferiore di quella annunciata. La manovra voluta da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e anche dal premier Matteo Renzi, prevederà l’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) che erogherà questi fondi agli stati europei.

La somma messa a disposizione dall’Europa, però, non sarà di 300 miliardi, ma di appena 21 miliardi di euro, di cui 5 erogati direttamente dalla Banca europea degli investimenti (Bei), creata nel 1957 proprio per aiutare i paesi meno sviluppati del continente e per ammodernare le infrastrutture di ogni stato dell’Unione.

La somma sarà costituita anche da fondi di programma già investiti. Di questi, 8 miliardi di euro saranno costituiti da risorse da riallocare ma già esistenti all’interno dei piani europei: 2,7 miliardi verranno presi da Horizon 2020, un programma europeo per la ricerca e l’innovazione e altri 3 miliardi proverranno dal Cef, un programma per incentivare lo sviluppo delle infrastrutture e i trasporti. La rimanenza proverrà da margini di bilancio e da risorse che ancora devono essere reperite.

La Commissione prevede che questi 21 miliardi diventeranno 315 perché entreranno in gioco altri investitori all’interno dei progetti dei singoli stati, che faranno lievitare gli introiti di quindici volte: ogni euro investito dall’Europa porterà 15 euro sul mercato.

Queste previsioni non sono certe, ma sono state fatte in base alle esperienze economiche precedenti. I soldi investiti verranno utilizzati per trasporti, infrastrutture, energia pulita, ricerca ed educazione. Nessun paese avrà delle priorità e i risultati si vedranno tra qualche anno.




ROMA: LE CATACOMBE DI SAN SEBASTIANO IMMERSE NEL DEGRADO

di Maurizio Costa

Roma – Uno dei siti turistici più visitati del versante sud della capitale usato come discarica e abbandonato in uno stato pietoso: le Catacombe di San Sebastiano, che si trovano tra l’Appia Antica e l’Ardeatina, sono circondate da rifiuti e degrado. In particolare, all’inizio di via delle Sette Chiese, in un vicolo cieco che porta ad una delle cappelle dedicate al martire, migliaia di turisti si trovano davanti lo spettacolo di una vera e propria discarica abusiva.

Come dimostrano le nostre fotografie, calcinacci, sanitari, buste dell’immondizia e rifiuti vari vengono gettati lì da incivili, proprio davanti a una cappella che costeggia le Catacombe di San Sebastiano.

Sebbene i rifiuti vengano rimossi di tanto in tanto, la situazione rimane sempre la stessa. Ogni giorno, infatti, il vicolo che si trova all’inizio di via delle Sette Chiese viene utilizzato come discarica, e il fatto che si trovi in una zona appartata non fa che invogliare gli scaricatori a lasciare lì i propri rifiuti.

Il problema è che quella zona viene visitata da migliaia di turisti ogni anno, che, visitando le Catacombe e la zona dell’Appia Antica, si trovano davanti a questo scempio.

Le Catacombe di San Sebastiano sono uno dei luoghi più importanti del territorio romano e, in particolare, la cappella davanti alla quale vengono lasciati questi scarti, è stata realizzata nel 1610 dal cardinale Scipione Borghese e, se non presentasse tutti questi rifiuti, offrirebbe ai turisti uno spettacolo unico, immerso nella natura.




NEMI, PALAZZO EVACUATO: CONDOMINI DISPERATI PRONTI AD UN GESTO ECLATANTE

di Maurizio Costa

Nemi (RM) – Continuano i problemi all’interno della palazzina “I Gradoni” in piazza Roma 28 a Nemi: da ormai molti mesi, l’acqua piovana che si accumula nel parcheggio che sovrasta l’immobile continua ad entrare all’interno delle case dei condomini. “Se la situazione non verrà risolta – dichiarano alcuni abitanti dello stabile – siamo pronti ad occupare il municipio e ad incatenarci al suo interno. Non ce la facciamo più”. La situazione va avanti da molti mesi: il 5 marzo di quest’anno, il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, con un’ordinanza sindacale, ha stabilito di “sgomberare immediatamente l’edificio e la conseguente interdizione temporanea all’accesso agli appartamenti dall’interno 7 all’interno 12 compreso”.

Quest’ordinanza ancora sussiste e i condomini non sanno più dove andare. E intanto, l’acqua continua ad inondare le case: le infiltrazioni che provengono dalle pareti adiacenti al muro che sorregge il parcheggio, si riversano all’interno degli appartamenti, infiltrandosi nei lampadari dei piani sottostanti e cadendo sui letti dei bambini. “Stiamo sempre con il pensiero – dichiarano alcuni inquilini – non possiamo lasciare le nostre case, sennò l’acqua arriverebbe fino al primo piano”.

La famosa ordinanza, però, oltre che ad obbligare allo sgombero, ordina che vengano fatti i lavori di regimentazione delle acque nel parcheggio soprastante l’immobile. E l’esecutore del lavoro dovrebbe essere “il condominio “Domus Ninfea Egeria” e la Società Se. Fo. Immobiliare S.r.l., che dovranno effettuare dei carotaggi e i lavori necessari per porre fine al problema della stagnazione dell’acqua nel parcheggio.

I lavori non sono stati fatti e le persone ancora non potrebbero occupare le loro case: “Noi paghiamo il mutuo – continua un condomino – e non possiamo sopportare questa situazione. Quando abbiamo provato ad entrare nel parcheggio per sturare i buchi di scolo dell’acqua dalle foglie siamo stati denunciati”. Tra l’altro, secondo gli inquilini “quel parcheggio apparterrebbe al nostro condominio e non a quello della “Domus Ninfa Egeria””.

L’otto ottobre del 2014 un sopralluogo della Asl Roma H aveva stabilito che a ridosso del terrapieno “non sono state rilevate su pareti, soffitti e pavimenti, umidità o segni di infiltrazione d’acqua in atto”, ma la situazione ad oggi è ancora molto grave, come si può vedere dalle foto. Gli inquilini hanno dovuto creare delle grondaie all'interno delle loro case per cercare di incanalare l'acqua e portarla fuori casa.

La Se. Fo. dovrebbe rimediare alla situazione, in caso contrario i condomini sono pronti ad un gesto eclatante. Tra l’altro, il Comune dovrebbe, in questi casi, rimediare e farsi carico dei lavori. Dopo i crolli che ci sono stati nelle zone alluvionate nel Nord Italia, bisogna stare molto attenti a questi segnali d’allarme, che rischiano di tramutarsi in vere e proprie tragedie.




IGNAZIO MARINO: "NON HO NESSUNA MULTA PENDENTE"

di Maurizio Costa

Roma – Ignazio Marino, sindaco di Roma, durante l'assemblea capitolina di martedì, chiarisce la sua posizione riguardo alle multe e ai permessi della Ztl, vicende che hanno fatto traballare, e non di poco, la sua poltrona di primo cittadino della Capitale.

"Il sindaco ha diritto a 4 permessi Ztl – ha dichiarato Marino – per quattro differenti automobili. Per il rilascio di questi permessi non è necessario che il sindaco faccia diretta richiesta. La prassi vuole che siano gli uffici amministrativi ad occuparsene e a dover garantire che le automobili siano fornite di regolare permesso". Alla scadenza annuale del contrassegno, gli uffici non lo hanno rinnovato automaticamente e l'Agenzia della mobilità, in attesa del rinnovo ha prodotto una certificazione temporanea elettronica: "Proprio per questo motivo le multe sono state automaticamente annullate".

Quindi la Panda rossa era coperta dall'Agenzia della mobilità quando sono state fatte quelle multe per passaggio attraverso il varco Ztl senza il permesso. "Ritengo che siano errori di gravità assai limitata – ha continuato il sindaco – che non giustificano il clamore che si è costruito intorno a questa vicenda".

Riguardo al divieto di sosta vicino al Senato, Marino fa un mea culpa: "Di questo mi assumo la responsabilità. Per ironia della sorte, per quell'infrazione non ho ricevuto nessuna multa perché purtroppo non sono passati i vigili a controllare. Tutti possono sbagliare".

La posizione del sindaco è molto chiara e si spera che non ci siano più questi errori e queste dimenticanze, per cercare di fare riforme e aggiustamenti piuttosto che becero gossip.




ROMA CAPITALE: IL SINDACO AFFRONTA L’EMERGENZA MALTEMPO

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, affronterà l’emergenza maltempo facendo partire i lavori di messa in sicurezza di via Procaccini, a Prima Porta, e avendo particolare attenzione per le zone più soggette ad allagamenti, come Piana del Sole, Saline di Ostia, Infernetto e Casal Palocco.

L’obiettivo è quello di non ripetere gli stessi errori e di ovviare ai problemi che colpiscono Roma ogni volta che piove intensamente. Dopo una riunione tecnica con l’assessore ai Lavori Pubblici e alle Periferie, Paolo Masini, e con gli uffici tecnici del Campidoglio, il primo cittadino ha deciso di stanziare 5 milioni di euro (tutti provenienti dalle casse del comune) per mettere in sicurezza la zona di Roma Nord posta al di sotto dell’argine della marana di Prima Porta.

Il lavoro prevederà la realizzazione di una stazione di pompaggio delle acque, di una vasca interrata e di opere fognarie collaterali.

Marino è molto soddisfatto del lavoro svolto: “Abbiamo stabilito che occorre eseguire nei prossimi giorni una valutazione economica dei costi per il potenziamento degli impianti dotati di idrovore, e dell’allargamento dei canali in diverse zone. A Prima Porta, – continua il sindaco – entro 10 giorni saranno in funzione tre nuove idrovore, che si aggiungeranno alle quattro già presenti. Altra buona notizia per via Procaccini: nello stesso quartiere, entro una settimana, partirà il cantiere per il nuovo impianto di sollevamento delle acque reflue, grazie ai fondi immediatamente disponibili dopo lo sblocco da parte del Mef di 150 milioni dal Patto di Stabilità, la scorsa settimana”.

Fondamentali per questi lavori sono stati i soldi sbloccati dal Ministero delle Finanze diretti a Roma Capitale. Con questi finanziamenti, Marino ha intenzione di risanare anche le spese del comune di Roma.




OSTIA: FORTI PIOGGE COLPISCONO IL LITORALE ROMANO

di Maurizio Costa

Roma – Forti piogge e violente raffiche di vento hanno colpito Ostia tra sabato e domenica. Nella giornata di oggi si sono allagate molte vie, soprattutto quelle limitrofe al lungomare, e sono molti i rami caduti sul territorio del litorale. Le raffiche di vento sono state così forti che hanno rovesciato interi cassonetti, che non sono stati ancora rimessi a posto.

Il nubifragio di sabato, che ha abbattuto alberi e tabelloni in molte zone, ha continuato a creare disagi anche nella giornata di domenica. Un ramo è caduto in via della Martinica, sfiorando di poco le macchine parcheggiate, andandosi ad abbattere sul marciapiede. La caduta del ramo avrebbe potuto causare non pochi disagi, ma per fortuna nessuno è rimasto ferito.

La forza del vento è stata talmente forte che un cassonetto è stato rovesciato su lungomare Duca degli Abruzzi, all’altezza di viale del Sommergibile.

Intanto, il lungomare di Ostia comincia ad allagarsi, visto che i tombini non riescono ad assorbire l’acqua che cade. Mesi di sabbia e di rifiuti hanno otturato le feritoie che contribuiscono a svuotare le strade dall’acqua delle piogge. La terribile situazione dei tombini di Ostia contribuisce a creare molti problemi soprattutto in inverno agli abitanti del litorale romano.




ROMA CAPITALE: AL VIA IL PIANO DI ASSESTAMENTO DEL BILANCIO 2014

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Il comune di Roma sta cercando di rimettere i conti in ordine. La giunta capitolina ha dato il via al piano di assestamento di bilancio del 2014: verranno sbloccati 160 milioni di euro, che verranno utilizzati per coprire le spese e per ammortizzare eventuali costi. Di questo tesoretto, 83 milioni arriveranno dal Patto di stabilità varato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha stanziato in totale 150 milioni di euro diretti al comune di Roma, che verranno erogati gradualmente dal governo.

Gli altri 80 milioni di euro verranno utilizzati per coprire le spese obbligatorie (per una quota di 60 milioni) e per assestare le maggiori esigenze di spesa (per altri 20 milioni).

Il sindaco è molto orgoglioso dei passi in avanti dell’amministrazione capitolina: “È un altro passo nella giusta direzione – ha dichiarato il primo cittadino – che si affianca al riconoscimento da poco ottenuto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze di 150 milioni per l'anno 2014. Questa amministrazione ha avviato un nuovo corso per la città di Roma e per i suoi bilanci: rigore e trasparenza, tagli agli sprechi e uso delle sole risorse che si hanno. Una linea che sta dando i suoi frutti e che speriamo possa presto dare nuovo impulso per il rilancio economico e occupazionale della città”.

Anche l’assessore Scozzese esprime la sua opinione: “Vogliamo condividere l’indirizzo di vincolare le azioni di ciascuna società partecipata all'autorizzazione preventiva da parte dell'assessorato controllante. In questo modo non potranno più essere disattesi i vincoli finanziari imposti”.

Anche il versante Atac verrà riparametrato. L’azienda sarà sottoposta ad una ricapitalizzazione. “Vogliamo trasferire ad Atac 18 convogli Caf – ha affermato l’assessore Improta – per un valore complessivo di 150 milioni di euro, avviando così il processo di ricapitalizzazione che dovrà completarsi entro e non oltre il primo semestre 2015”.

Il processo di assestamento sta continuando e l’amministrazione comunale ha intenzione di proseguire il piano virtuoso: il debito è ancora altissimo ma Ignazio Marino vuole risanare i problemi delle giunte precedenti.




CANALE MONTERANO, CASO GANGITANO: IL SINDACO TACE

di Maurizio Costa

Canale Monterano (RM) – Il consulente all’urbanistica e al territorio, Giuliano Gangitano, da due anni firma gli atti comunali con il titolo di ‘architetto’, sebbene non sia iscritto all’Albo della professione. A far emergere ancor di più lo scandalo è il gruppo consiliare “Esperienza e rinnovamento”, che da tempo denuncia l’accaduto.

Il sindaco di Canale Monterano, Angelo Stefani, rimane in silenzio. Questo atteggiamento non viene apprezzato dai gruppi di minoranza, visto che la vicenda è molto grave e che è stato lo stesso Stefani, nel 2012, a conferire l’incarico di consulente in materia di urbanistica e di pianificazione territoriale a Gangitano. “Il sindaco non risponde alle nostre domande. – scrive in una nota il gruppo “Esperienza e rinnovamento – Noi vorremmo sapere perché, trattandosi di un conferimento di incarico pubblico, non si sono preventivamente acquisiti agli atti comunali tutti quei documenti indispensabili all’assegnazione dell'incarico”.

Ma la cosa che più infastidisce è il fatto che il sindaco “dal 24 settembre 2014 fosse ufficialmente al corrente della situazione, senza mai averne dato comunicazione ad alcuno” si continua a leggere nella nota del gruppo consiliare. A questo punto nasce anche il problema di tutti gli atti che il consulente ha firmato in questi anni: “Il sindaco, inoltre, non risponde su cosa farà per sanare la situazione verificatasi sia dal punto di vista amministrativo (legittimità degli atti firmati da Gangitano), che economico (compensi ricevuti dal soggetto medesimo in qualità di architetto e quindi, alla luce delle recenti rivelazioni, senza averne diritto), che giudiziario”. La nota del gruppo E&R è chiara.

Secondo Antonio Paolo Mascia, consigliere d’opposizione del gruppo “Esperienza e rinnovamento”, il sindaco “difende Gangitano, ricordando la vasta esperienza dallo stesso maturata” e, inoltre, accusando lo stesso gruppo, “reo di non essersi accorto prima della vicenda”.
 




METRO C: DESERTA E CON INFILTRAZIONI D'ACQUA

 

Una metropolitana di 4 giorni, e ripeto quattro giorni, non può permettersi uno scenario del genere.

 

di Maurizio Costa

Roma – Inaugurata in pompa magna dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, la Metro C soffre già l’usura del tempo. A soli quattro giorni dall’apertura al pubblico, alcune stazioni hanno grandi infiltrazioni d’acqua, che allagano in modo considerevole i pavimenti delle varie fermate. Inoltre, poca gente usufruisce del servizio metropolitano, che forse non è così utile come sembra. Abbiamo fatto un giro sulla metro c, da capolinea a capolinea, e abbiamo documentato lo stato delle stazioni e delle banchine.

Partendo dalla fermata di Torre Angela, abbiamo notato la prima infiltrazione d’acqua. Poco dopo l’entrata, l’acqua scende a gocce dal soffitto, passando per il controsoffitto e all'interno delle capsule di plastica delle lampade che illuminano la banchina.

Alcune luci sono state danneggiate dall’acqua e sono già spente. La grande pozza che si crea a causa dell’infiltrazione risulta essere molto pericolosa e scivolosa per le persone che transitano. Inoltre, l’acqua allaga anche il percorso per ciechi, che naturalmente rischiano maggiormente non potendo percepire il pericolo.

Anche a Torrenova l’acqua invade la banchina. Questa volta proviene da fuori ma la storia è sempre la stessa. Una metropolitana di 4 giorni, e ripeto quattro giorni, non può permettersi uno scenario del genere.

I treni sono nuovi e puntuali (tempo di attesa massimo di 12 minuti), ma qui si mette a rischio la sicurezza dei passeggeri, che, tra l’altro, sono davvero pochi. Viaggiando per due ore abbiamo subito notato come i treni fossero semi-deserti e infatti i dati ci danno ragione: in un’ora transitano solamente 860 passeggeri contro una media delle metropolitane del mondo di 24mila utenti l’ora. Questo anche perché il tratto di Metro C aperto al pubblico va da Monte Compatri Pantano a Centocelle e non è collegato con il centro della capitale.

Un addetto della metropolitana ci ha anche spiegato che i treni non hanno una frequenza molto alta perché alle stazioni di Parco di Centocelle e di Alessandrino non ci sono due banchine, una per l’andata e una per il ritorno, e quindi i convogli sono costretti a degli scambi che rallentano il servizio. “Quando aprirà Piazza Lodi – continua l’addetto – avremo un treno ogni 6 o 7 minuti.” La metà del tempo. Ci hanno anche proibito di fare le foto perché “poi sappiamo come va a finire."

La situazione è veramente sconvolgente e vogliamo denunciare con questo reportage fotografico i lavori fatti alla buona per tirare su la Metro C e che ci sono costati 3,7 miliardi di euro.




UNIVERSITÀ TOR VERGATA: QUELL'ENORME CUPOLA NELLA FACOLTÀ DI LETTERE

di Maurizio Costa

Roma – Una enorme struttura in ferro e plastica, che ricorda vagamente le linee della “Vela” di Calatrava, è stata piantata al centro dello spiazzale di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. La Samsung, infatti, sarebbe pronta a lanciare un nuovo cellulare proprio all’interno di un ambiente universitario. Questa trovata pubblicitaria fa storcere il naso agli studenti che si sentono presi in giro dall’Ateneo e dall’azienda sudcoreana.

Già dalla mattina di lunedì, un gruppo di operai ha cominciato ad installare questa cupola, che occupa quasi interamente lo spazio centrale della Facoltà. A suon di trapani e martelli, in poche ore la struttura ha preso forma, procurando non pochi disagi a tutti coloro che volevano studiare in santa pace.

Non è la prima volta che degli stand vengono installati in facoltà, per promuovere agenzie di telecomunicazione o nuovi prodotti tecnologici, ma così grandi erano anni che non se ne vedevano.

Abbiamo parlato con gli addetti ai lavori e anche con un funzionario dell’università: ci hanno confermato che la struttura è della Samsung e che l’azienda asiatica provvederà a “pagare per occupare quello spazio”.

Gli studenti non hanno accolto con molto entusiasmo la trovata: “Lucrano su di noi; siamo studenti e vogliamo studiare non trovarci davanti uno scempio del genere”.

Non hanno tutti i torti gli universitari: fare una pubblicità così maestosa all’interno di un luogo di studio importante come quello universitario sembra un po’ esagerato. Tra l’altro, i soldi che l’Ateneo incasserà dalla Samsung dovrebbero essere almeno utilizzati per migliorare la qualità della vita universitaria. Ci siamo già occupati dello stato pietoso di alcune aule (http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=12779): ci vorrebbero davvero pochissimi soldi per mettere a posto qualche sedia e un paio di banchi danneggiati.

Nessuno, però, saprà che fine faranno quei soldi. Sicuramente dovrebbero essere investiti dopo che alcuni allagamenti che hanno caratterizzato le facoltà di Economia e di Ingegneria.

Infine, potrebbe nascere un accordo tra l’Ateneo e la Samsung, che, in cambio di un posto per esporre i cellulari, avrebbe potuto fornire all’università alcuni computer che avrebbero sostituito quelli vecchi e mal funzionanti presenti nelle aule. Qui, però, parliamo di fanta-economia.