FRANCOFORTE: AUTO IN FIAMME E PROTESTE PER LA NUOVA SEDE BCE DA UN MILIARDO

di Maurizio Costa

Francoforte – Si inaugura la nuova sede della Bce e cominciano ad alimentarsi le proteste. I movimenti anti-austerity, infatti, hanno manifestato per le strade di Francoforte dalle sei di questa mattina, creando barricate in mezzo alle vie e dando alle fiamme transenne e bagni chimici.

La polizia ha cercato di respingere i manifestanti con idranti e, secondo alcune fonti, anche con gas lacrimogeni. Intorno alla nuova sede della Bce, costruita nel quartiere di Grossmarkthalle, sono state piazzate delle transenne per tenere i militanti dei movimenti lontano almeno 10 metri dal grattacielo.

Dalle sei di questa mattina, la polizia tedesca ha fermato 350 persone, che appartengono soprattutto al movimento anticapitalista 'Blockupy'. I manifestanti hanno lanciato sassi contro la polizia, ferendo 8 agenti. Sono state bruciate anche 8 auto della polizia. Colpite anche le camionette dei vigili del fuoco che cercavano di sedare le fiamme divampate dai mezzi delle forze dell'ordine.

Il motivo della protesta è l'inaugurazione della nuova sede della Bce a Francoforte, un grattacielo immenso costato circa 1,3 miliardi di euro. Uno smacco verso tutti quei paesi, come la Grecia, che contrattano con l'Europa sulle questioni del debito pubblico e dei debiti verso la 'troika'. 




ELEZIONI ISRAELE, EXIT POLL: NETANYAHU ED HERZOG DI PARI PASSO

di Maurizio Costa

Tel Aviv – Sono stati trasmessi gli exit poll delle elezioni in Israele. Il premier uscente, Benyamin Netanyahu, avrebbe conquistato 27 seggi. Canale 1 e Canale 10, le due televisioni di stato, hanno fatto trapelare questi primi dati. Il diretto oppositore del premier andrebbe di pari passo con il leader della destra Netanyahu. La coalizione di sinistra 'Campo sionista' di Isaac Herzog avrebbe vinto le elezioni in 27 seggi, proprio come Netanyahu. Secondo un'altra fonte, Canale 2, il Likid di Netanyahu, però, avrebbe conquistato un seggio in più di Herzog, sebbene i sondaggi davano il leder di sinistra come favorito.

La 'Lista araba unita', che raggruppa la popolazione islamica israeliana, avrebbe ottenuto ben 13 seggi, come i sondaggi avevano previsto.

L'affluenza alle urne è stata buona, anche grazie all'annuncio di Netanyahu, che, a votazioni ancora in corso, ha chiamato i suo elettori alle urne. Secondo il comitato locale, alle 20, ha votato il 65,7% degli aventi diritto, la percentuale più alta dal 1999.

In caso di vittoria del premier uscente, Netanyahu ha promesso che Israele non riconoscerà mai lo stato della Palestina. Per questo, i sondaggi a Gerusalemme, contesa da sempre da tre religioni, sono stati positivi per il leader della destra, al potere da nove anni.




IRAQ: ISIS INNALZA BANDIERE DEL CALIFFATO SULLE CHIESE

di Maurizio Costa

Ninive (Iraq) – Dopo aver distrutto il museo e alcuni templi di Mossul, i jihadisti dell'Isis hanno cominciato anche a depredare chiese e ad abbattersi su statue e icone cristiane. Seguendo la legge di non poter rappresentare le divinità in nessuna maniera, i miliziani hanno gettato statue della Madonna, bassorilievi e crocifissi per sfregiare i luoghi sacri cristiani. In una chiesa di Ninive, i jihadisti sono saliti sul campanile della struttura e hanno levato la croce che dominava sulla sommità, sostituendola con una bandiera dell'autoproclamato califfato islamico.

Il gesto ha seguito la distruzione del museo di Mossul e dei templi iracheni. L'Isis non accetta nessun'altra religione o idolatria, ma soprattutto non contempla la possibilità di rappresentare le divinità, anche se appartenenti al passato.

Le foto delle razzie sono state pubblicate dal Middle East Media Research Institute (Memri), che monitora l'attività dell'Isis soprattutto su Twitter. Steven Stalinsky, direttore del Memri, ha affermato che “l'Isis non si cura affatto di quello che sta compiendo, segue la sua ideologia e se la prende con chiese e minoranze. La sua campagna contro la cristianità – prosegue Stalinsky – prosegue ormai da tanto tempo”.

Uomini vestiti da donna – Dopo aver perso la città di Tikrit, lo Stato islamico sta mano mano ritirandosi da quella zone nell'Iraq del nord. Per sfuggire all'esercito iracheno, alcuni uomini del califfato si sono travestiti da donna, per scappare ai severi controlli delle guardie di stato. Le donne, seconda la Sharia, la legge islamica, non possono combattere e quindi non possono essere catturate e fatte prigioniere.

Isis in Libia – Secondo il presidente del parlamento libico di Tobruk, riconosciuto dalle autorità mondiali, “l'Isis e al-Qaida possono passare in Italia ed è un grande pericolo visto che molti terroristi sono in Libia”. Aqila Saleh, intervistato dall'Ansa, auspica un intervento dell'Italia per sconfiggere l'Isis nel nord Africa: “Siamo vicini, ci separano solamente 300 chilometri di mare. L'immigrazione clandestina in Italia è motivo di inquietudine anche per il popolo libico. L'Italia e la Libia sono unite da storici rapporti di amicizia”.

“L'Italia – secondo Saleh – deve levare l'embargo imposto all'esportazione di armi in Libia, perché deve sostenere l'esercito libico nell'addestramento del suo esercito per assicurare una lotta duratura contro l'Isis”.

Intanto, continua la fuga dei profughi dalla Siria, paese vessato dall'autoproclamato califfato. Sarebbero centinaia di migliaia le famiglie che sfuggono dal loro paese d'origine vista la guerra civile, che vede Assad combattere contro delle fazioni locali, e la minaccia dell'Isis.




JOBS ACT, INPS: “IN UN MESE 76MILA RICHIESTE DI ASSUNZIONE CON DECONTRIBUZIONE”

di Maurizio Costa

Roma – Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha fornito i primi dati riguardanti la riforma del lavoro approvata dal governo: “I primi dati che abbiamo – afferma Boeri – sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, cioè dal primo al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta per assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione”, cioè senza pagare i contributi all'Inps per tre anni. I numeri sono già confortanti ma a fine mese si avranno cifre ancora più convincenti secondo le fonti dell'istituto previdenziale.

La riforma – Le imprese, infatti, potranno assumere, per adesso solamente per l'anno 2015, a tempo indeterminato e senza pagare i contributi per tre anni fino a un tetto di 8.060 euro. Dalla decontribuzione sono esclusi i premi Inail. Secondo l'Inps, però, le assunzioni potrebbero essere anche più di 76mila, in questo caso potremmo parlare di una svolta epocale. La riforma, detta anche Jobs Act, è entrata in vigore con la legge di Stabilità approvata dal governo di Renzi.

Al forum di Cernobbio dedicato alla finanza trapela molto ottimismo. Il ministro delle Finanze, Padoan, è molto soddisfatto, e con lui anche il governatore Visco. Le aziende sono spronate ad assumere e potranno anche ricevere una diminuzione delle tasse per questo. Sebbene Renzi abbia sempre detto che il lavoro a tempo indeterminato non esiste più, questa nuova ondata di contratti a tempo indeterminato daranno una svolta sostanziale all'economia e ai consumi italiani.

Questa agevolazione va a sostituire un'altra riforma del 1990, eliminata per l'occasione dal Jobs Act. Di queste 76mila imprese che hanno chiesto la decontribuzione, 16mila sono in Lombardia e 10mila nel Lazio. D'altra parte, però, non è detto che siano tutte nuove assunzioni: la riforma prevede che la decontribuzione e il successivo contratto a tempo indeterminato possano sostituire un contratto a tempo determinato di un lavoratore che già lavora nell'impresa, quindi senza aumentare il numero di assunzioni all'interno di un'azienda.




ALBANO LAZIALE: NOVITA' SU MARCO SILVESTRONI CHE LANCIA LA SUA CANDIDATURA

 

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di Maurizio Costa

Albano Laziale (Rm)Marco Silvestroni si candiderà alle elezioni per il rinnovo del sindaco e della giunta di Albano Laziale con la sua lista civica, che sarà appoggiata da altre liste e movimenti, come 'Fratelli d'Italia' o 'Il Cigno'. Venerdì 13 il consigliere comunale presenterà la sua candidatura e soprattutto il suo programma, che si fonda su azioni semplici e chiare, come la sicurezza e l'abbassamento delle tasse. Abbiamo intervistato in anteprima Marco Silvestroni che ha chiarito il suo concetto di politica e le sue idee per far crescere Albano: “Il motivo della mia candidatura nasce da una richiesta del territorio. I cittadini vogliono un comune che in un momento così difficile stia vicino alla popolazione. Io ho incarnato questo spirito – continua il consigliere – e penso che l'amministrazione si debba mettere a disposizione dei cittadini”.

Marco Silvestroni spiega i motivi della sua candidatura: “Si cercano in questo periodo dei candidati che siano l'espressione dell'anti-casta e non siano troppo attaccati al mondo politico. Albano Laziale non ha un bilancio chiaro – continua il candidato – e con una situazione del genere credo che ci debba essere un uomo che abbia un'ampia conoscenza della macchina amministrativa: io, infatti, sono stato 10 anni al comune di Albano e sono consigliere anche della città metropolitana di Roma e, soprattutto, non faccio parte della casta. Per questo posso incarnare la figura giusta, il nuovo ma con esperienza nel mondo amministrativo. Nel 2010 ho preso il 47% alle comunali e questo è un altro segno del fatto che la mia candidatura sia, tra tutte, la più idonea, contrapponendosi all'attuale amministrazione”.

I punti del programma di Marco Silvestroni non sono grandi promesse non attuabili, non “un libro dei sogni”, ma misure concrete soprattutto “sul piano della sicurezza”. Su questo punto il consigliere è molto chiaro: “Vorrei una sicurezza partecipata, non con le ronde che fanno nel nord Italia, ma con un progetto di sussidiarietà che vedrà la Polizia Locale a capo di un coordinamento con Carabinieri e Questura per tenere sotto controllo il territorio, creando una polizia di quartiere formata da Ps e Carabinieri. Punto fondamentale – afferma Silvestroni – sarà il rinnovo dell'illuminazione cittadina, che spesso è carente, permettendo atti criminosi”.

L'impegno è anche quello di abbassare le tasse: “Questo comune ha alzato tutte le aliquote e io mi impegnerò a diminuirle. Bisognerà tagliare la spesa, risanando le criticità”. Silvestroni vorrebbe anche risanare eventi culturali da fare bene ma “abbassando i costi”.

In cantiere c'è anche un piano parcheggi: “Vorremo anche aumentare il numero dei parcheggi perché Albano si trova sull'Appia e se un guidatore vede che non ci sono posti o che sono tutti a pagamento non si fermerà mai. Noi vogliamo abbattere questo ostacolo creando dei parcheggi multipiano e modulari a basso impatto ambientale. Vedrò di trovare una soluzione a basso prezzo”.

Nel programma di Marco Silvestroni ci sono anche alcuni punti che vertono sulle feste cittadine: “Albano Laziale non deve vivere di ricordi. Noi faremo in modo che la gente possa rivivere momenti del passato, riproponendo feste da rendere attuali, come avviene a Marino con la festa dell'uva”.




ISIS: "PRIMA DI ROMA ATTACCHEREMO PARIGI"

di Maurizio Costa

L'Isis ha diffuso un nuovo video di propaganda che fa trasparire le ultime intenzioni dell'autoproclamato califfato: "Vogliamo prima Parigi e poi Roma". Lo comunica 'Site', piattaforma che monitora l'attività dell'Isis su internet e sui social network.

Il portavoce delle milizie jihadiste, Abu Muhammad al Adnan, all'interno del video, lancia nuove minacce a cristiani e a ebrei sparsi per il mondo. "Faremo esplodere la Casa Bianca, il Big Ben e la Tour Eiffel" afferma Adnan. Il cambio di iniziativa e di obiettivi dell'Isis potrebbe essere attribuito solamente al fatto che non c'è una vera strategia unita nell'organizzazione terroristica.

Nel video Adnan loda la decisione di alleanza di Boko haram, la cellula jihadista simile all'Isis ma stanziata in Nigeria. I miliziani africani infatti si sono ufficialmente alleati con l'autoproclamato califfato in Siria e Iraq.

Le notizie di un arretramento dell'Isis in Iraq nella città di Tikrit, riconquistata dall'esercito iracheno, vengono smentite nettamente da Adnan, che afferma che il califfato è più forte che mai.




ISIS GETTA BOMBE AL CLORO DURANTE I SUOI ATTACCHI IN IRAQ

di Maurizio Costa

L'Isis comincia a perdere terreno contro l'esercito iracheno e le milizie sciite. I jihadisti, infatti, hanno perso la città di Tikrit, nel nord dell'Iraq, che era stata conquistata dalle milizie dell'autoproclamato califfato qualche mese fa, con l'obiettivo di arrivare a Baghdad. A Tikrit i jihadisti hanno stanziato il loro quartier generale nel palazzo presidenziale. I miliziani dell'Isis hanno cercato di bloccare l'avanzata dell'esercito iracheno con cecchini piazzati sopra i palazzi e anche mine antiuomo.

La notizia del giorno è che i jihadisti avrebbero utilizzato delle armi non convenzionali durante i combattimenti. Secondo la Bbc, infatti, i miliziani avrebbero gettato delle bombe al cloro, riconosciute per il classico fumo arancione che scaturisce dopo la deflagrazione. Questo tipo di armi sarebbero state create in maniera rudimentale dai jihadisti. Respirare i fumi tossici di queste bombe causa secchezza dei bronchi e dei polmoni. Lo scopo dei miliziani sarebbe quello di terrorizzare la popolazione, perché, fino ad ora, non avrebbero causato vittime.

Khaled al Obeidi, ministro della Difesa iracheno, ha affermato che “le prossime ore saranno cruciali. L'operazione ha raggiunto finora tutti gli obiettivi prefissati”. L'esercito di Baghdad ha conquistato molti quartieri cruciali di Tikrit, tra i quali quello di al-Qadsiyah, al-Hayakel, al-Daiyoum, al-Asry e al-Sinai. Durante i combattimenti sarebbero morti decine di miliziani dell'Isis che non sono riusciti a placare l'offensiva militare dell'Iraq.

Sebbene gli Stati Uniti non stiano partecipando all'offensiva nella città di Tikrit, il governo di Obama ha chiesto all'Iraq di fermare l'offensiva militare per almeno tre giorni, in modo da evacuare tutti i civili che si trovano ancora in città.




QUANTITATIVE EASING: COS'E' E PERCHÉ L'EURO CEDE VALORE RISPETTO AL DOLLARO

di Maurizio Costa

Roma – Il primo giorno del 'quantitative easing' comincia a dare i suoi frutti: la Banca Centrale Europea, infatti, ha già acquistato 3,2 miliardi di titoli del settore pubblico, inserendo liquidità nei sistemi bancari dei paesi dell'Eurozona e permettendo agli istituti di credito di emettere un maggior numero di prestiti a famiglie e imprese. Lo scopo del piano di Mario Draghi è quello di portare 1.140 miliardi di euro entro settembre 2016 nelle casse delle banche nazionali dei paesi europei, avendo un occhio di riguardo per quelli in recessione, come Italia e Portogallo. La Grecia non potrà usufruire del piano del 'quantitative easing', perché le sue obbligazioni non danno sicurezza all'Europa.

Calo dell'euro sul dollaro – Il Qe ha abbassato notevolmente il valore dell'euro, dato che ne viene immesso in maggior quantità all'interno dell'economia europea. Il rapporto euro-dollaro è sceso a 1,07 per la prima volta dal 2003. Il picco è staro raggiunto nella giornata di martedì, quando un euro valeva 1,0581 dollari.

Cos'è il Qe – La Bce acquisterà entro il 2016 i titoli obbligazionari sui mercati europei. L'Eurotower di Francoforte investirà 60 miliardi di euro al mese e ogni paese europeo riceverà acquisti di titoli nazionali in base alla quota che detiene all'interno dell'Europa. Per questo, l'Italia riceverà 140 miliardi di euro, che entreranno nelle banche del nostro paese. Il pericolo è che questi soldi rimangano all'interno delle casse degli istituti, senza intaccare l'economia reale. Comunque, la Bce deciderà tutte le mosse finanziarie, ma saranno le singole banche centrali nazionali a comprare i titoli del proprio paese. In caso di default, però, le perdite non intaccheranno la Bce ma la banca centrale nazionale.

Gli obiettivi del piano – Lo scopo del Qe è quello di fermare la deflazione, cioè l'abbassamento dei prezzi, che scoraggia le imprese ad investire e le famiglie ad acquistare. Questi soldi provenienti dalla Bce aiuteranno le banche nazionali, ma con l'obiettivo finale di fare entrare liquidità nell'economia reale: gli istituti di credito, infatti, concederanno prestiti a famiglie e imprese più facilmente, esponendosi maggiormente ai rischi derivanti dai prestiti.

Mario Draghi è molto soddisfatto delle mosse della Bce e del Qe: “Le recenti misure di politica monetaria sono uno strumento valido ed efficace per portare l’inflazione più vicino al nostro obiettivo del 2%. Possono sostenere un recupero più veloce e più sostenuto. I governi possono creare un ambiente più favorevole agli investimenti rapidamente, in modo credibile ed efficace tramite l’attuazione delle riforme strutturale”.

La diffidenza dei cittadini europei è altissima. Il rischio è che i soldi restino nelle banche e non entrino nei portafogli delle famiglie. In questo caso, il Qe diventerebbe un buco nell'acqua. Intanto, nella giornata di mercoledì, il Ftse Mib, alle 13, guadagna l'1,52%, mentre il rapporto euro-dollaro continua a scendere, toccando quota 1,057.




GRECIA, L'EUROGRUPPO GELA I FINANZIAMENTI: CI VOGLIONO RIFORME PIÙ CORPOSE

di Maurizio Costa

Bruxelles – Già sono state gettate al vento due settimane e la Grecia è ancora in attesa dei soldi dell'Europa. Dopo aver presentato il piano di riforme, la Grecia vede allontanarsi ancora di più l'obiettivo, visto che l'Eurogruppo non ha accettato interamente le riforme di Tsipras, reputate poco incisive.

Non c'è tempo da perdere e ogni settimana che passa le casse di Atene si svuotano sempre di più. Il quantitative esasing, il piano presentato da Mario Draghi per l'acquisto dei titoli di stato dei paesi europei, non sarà attivo in Grecia, che quindi non riceverà denaro liquido dall'Europa, che compra concretamente i titoli, e non potrà reinserire denaro nell'economia statale.

Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell'Eurogruppo, ha dichiarato che "mercoledì riprenderanno i negoziati con le istituzioni, cercando una conclusione rapida e di successo". La 'troika' agirà da Bruxelles, ma allo stesso tempo i rappresentanti saranno anche ad Atene. Abbiamo concordato che non c'è tempo da perdere".

La Grecia dovrà provvedere ad aumentare le riforme del piano da presentare all'Eurogruppo. I sette punti scritti da Tsipras e Varoufakis non sono ammissibili, troppo pochi per uscire dalla crisi. Non bastano le idee di dare soldi ai poveri o di inserire telecamere sui turisti per diminuire l'evasione fiscale di bar e ristoranti. "Abbiamo detto che sosterremo la Grecia se prosegue sul cammino delle riforme – ha commentato Dijsselbloem -, ma il confronto sulle riforme deve ripartire al più presto possibile, stiamo perdendo troppo tempo, l'estensione degli aiuti è solo per 4 mesi e abbiamo già perso due settimane".

La Grecia non ha più soldi, ma intanto continua a pagare i debiti europei: entro marzo Tsipras dovrà sborsare 1,5 miliardi di euro, in varie tranche. Intanto Taipras vuole inserire gli scontrini-lotteria per aumentare il numero di ricevute fiscali e la richiesta dei cittadini dello scontrino per partecipare alla lotteria.




MATRIMONI GAY: NON SONO VALIDI MA SOLO IL TAR PUÒ ANNULLARLI

di Maurizio Costa

Roma – Il Tar del Lazio ha annullato le decisioni dei prefetti di cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni gay celebrati all'estero. Le nozze omosessuali non sono comunque accettate dalla legge italiana, ma non saranno i prefetti delle città a decidere l'annullamento delle trascrizioni negli albi comunali.

Solo il tribunale civile potrà decidere sulle nozze gay. La sentenza arriva dopo il ricorso di una coppia gay di Roma, che, dopo aver usufruito delle trascrizioni decise dal sindaco Ignazio Marino, ha visto cancellare le firme al comune proprio per mano del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Il tribunale non accetterà comunque le nozze gay celebrate all'estero.

Aveva fatto scalpore la decisione di alcune città italiane, tra le quali Roma, Empoli, Milano e Bologna, di trascrivere in comune i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Le firme nell'albo non avevano comunque nessun valore legale, ma avrebbero significato un avvicinamento italiano alle altre nazioni che hanno già introdotto una norma. In quel caso, il 31 ottobre 2014, il prefetto di Roma Pecoraro aveva annullato le trascrizioni.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino, ha dichiarato che "avevo sempre affermato, pur non essendo un esperto di giurisprudenza, che sulla base delle normative nazionali e comunitarie fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un'unione avvenuta all'estero di due cittadini della mia città. Per me non è assolutamente una sorpresa, non credo ci sia stato mai un momento in cui ho mostrato un minimo dubbio sulla mia certezza".
 




MAFIA CAPITALE: ECCO LA REGISTRAZIONE ESCLUSIVA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

 

L'esclusiva testimonianza de L'Osservatore d'Italia di due ingegneri informati sui fatti. Un'intercettazione audio che mettiamo a disposizione in versione integrale, per poter dare il massimo dell'informazione ai cittadini di Roma e non solo…

 

di Maurizio Costa

Roma
– L'impianto di Mafia Capitale è talmente variegato e fluido da riuscire ad essere entrato in varie attività illecite romane: dai rifiuti ai campi rom, dalle opere architettoniche alle aule del Campidoglio. All'interno della nostra inchiesta riguardante la 'Vela' di Tor Vergata", abbiamo intercettato una conversazione che fa un quadro sulla situazione degli appalti capitolini. Le due persone che prendono la parola sono ingegneri, informati sui fatti poiché hanno partecipato a varie gare d'appalto istituite dal comune di Roma.

Come è emerso poi dalle indagini, il modo più facile per fare soldi per Carminati e tutta la sua cricca era quello di entrare nei bandi comunali, vincerli e cominciare a macinare soldi.

Queste azioni illecite venivano effettuate attraverso la connivenza degli apparati comunali e attraverso vari giri di mazzette. Ci siamo anche interessati a questa circolazione di denaro delle cooperative romane attraverso l'inchiesta sul 'Nuovo Cinema Aquila', che fruttavano a Buzzi e Carminati milioni di euro l'anno.

Dall'intercettazione risaltano vari passaggi importanti: “Io le dico come sta la situazione perché nessuno vi dice la verità” afferma uno dei due uomini. All'inizio della conversazione si parte dalla situazione della 'Vela' di Tor Vergata, costruita per i mondiali di nuoto del 2009 e mai terminata. “Questi appalti come sono stati dati? È semplicissimo. Dovevano essere dati a prezzo chiuso – continua uno dei due interlocutori – dove adesso per finire ci vogliono altri 100 milioni”. In questo caso si parla del completamento della struttura di Tor Vergata, che è una cattedrale nel deserto e verrà forse ultimata se Roma dovesse vincere la candidatura alle olimpiadi.

Come è possibile che il proprietario è Caltagirone e hanno dato una concessione senza gara d'appalto? Non si può dare una concessione senza gara” ha continuato l'ingegnere.

Continuando sull'argomento della 'Vela', il signore afferma che “quello è il fatto della cricca, è stato un appalto dato col sistema del ministero delle Infrastrutture. Perché a Balducci non gli hanno sequestrato tutti i beni?”. Angelo Balducci è l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici: a giugno del 2013, Giuseppe Pignatone ha disposto il sequestro di 13 milioni di euro a Balducci per corruzione per i fatti dei mondiali del 2009 e il G8. Per i magistrati che si sono interessati di Balducci, il “sistema di patente illegalità e corruttela richiedeva inevitabilmente una copertura politica, rispetto alla quale gli episodi dei ministri Claudio Scajola e Pietro Lunardi (beneficiari di lussuosi appartamenti), la vacanza offerta al sottosegretario Carlo Malinconico a spese di Francesco De Vito Piscicelli su richiesta di Balducci e il coinvolgimento dell'onorevole Denis Verdini nella nomina di Fabio De Santis, braccio destro di Balducci e coimputato in due procedimenti, a provveditore della Toscana, rappresentano solo una piccola quota del fenomeno emersa in sede di accertamento giudiziale”.

Il secondo interlocutore continua la discussione, affermando che “appena hai fatto l'appalto e l'hai vinto con un ribasso esagerato immediatamente vai in variante (cioè cambi il prezzo originale n.d.r.), mettendoti d'accordo con la direzione dei lavori. Poi ti inventi qualche nuovo prezzo, come il costo del ferro, ed è tutto così”.

A questo punto la conversazione volge al passato, alle gare d'appalto di qualche tempo fa: “Quando si fece lo stadio Olimpico si partì con un prezzo di 80,5 miliardi (di lire) ed è finito almeno a 250 miliardi, ma potrebbero anche essere di più”.

I due interlocutori parlano anche della metropolitana C di Roma, che sarebbe partita con un grande vizio di legge: “Noi abbiamo fatto ricorso con quattro imprese, perché sul bando si legge che il primo lotto era un miliardo e 120 milioni. Chi prende il primo lotto – continua l'ingegnere – si aggiudica automaticamente il secondo lotto. Ma secondo la legge non può essere così, perché non puoi aggiudicarti l'appalto al finanziamento. Il Tar ci dà pure torto”.

Un'intercettazione audio che mettiamo a disposizione in versione integrale, per poter dare il massimo dell'informazione ai cittadini di Roma e non solo. Mafia Capitale ha avuto le mani sulla città di Roma per troppo tempo e adesso, grazie anche al lavoro del Ros e dei Carabinieri, tutto il marciume sta venendo fuori.