Nemi, suicidio 22enne: una tragedia per l’intera comunità

NEMI (RM) – Grave lutto per la comunità nemese, è morto P. D. S. un giovane di 22 anni, figlio di un noto imprenditore e produttore di miele e prodotti agricoli nella valle del lago. Il noto ponte di Ariccia si trasforma di nuovo in un teatro di morte. Questa mattina ragazzo di Nemi ha deciso di farla finita gettandosi nel vuoto.

Durante la notte il giovane, in compagnia di altri amici, ha fatto un incidente con la sua auto, una Fiat Panda

In macchina era da solo. L’auto è finita contro un palo e il giovane è stato trasportato al pronto soccorso di Albano. Al ragazzo è stata sequestrata l’auto perché sarebbe risultato positivo all’alcool test ma soltanto perché aveva bevuto un po’ in compagnia come potrebbe accadere a chiunque. Non aveva problemi di droga o alcool.

Paolo è conosciuto da tutti come una persona splendida, sempre sorridente, disponibile e un gran lavoratore

Tant’è che insieme allo zio Ivo aveva tanti progetti, organizzava le escursioni per promuovere tutte le bellezze del territorio e aveva programmato viaggi all’estero per promuovere i prodotti di famiglia.

Gli zii Ivo, Pietro e Stefano sono senza parole. Adesso vogliono capire bene come sono andati i fatti anche perché il giovane non aveva litigato con nessuno e il giorno precedente era tranquillo. Forse si è spaventato quando ha fatto l’incidente? Si è dispiaciuto per il sequestro dell’auto e ha deciso di farla finita? Il ragazzo era molto sensibile e tanto attaccato allo zio Ivo.

Sul posto molti cittadini hanno assistito alle operazioni per il recupero della salma sulla quale è stato steso un velo. Sotto al ponte, per i relativi compiti, due pattuglie della Polizia del commissariato di Albano Laziale, un’autoambulanza del 118 e la polizia locale d’Ariccia.

Gianpaolo Plini

 

 

 




Roma, stazione Termini: treno esce da binario

ROMA– Il treno freccia bianca, il numero 8601, è stato protagonista di uno sviamento: un asse di ruote del primo vagone è uscito dai binari. A darne notizia il sito di Trenitalia: “L’indisponibilità (di alcuni binari ndr) è provocata dall’uscita dal binario di un solo asse di un treno vuoto in manovra (senza viaggiatori). Le cause sono in corso di accertamento.

L’incidente è avvenuto a pochi metri dal punto di partenza dalle Stazione Termini, sul binario 21 intorno alle 10 e 20 di questa mattina. Non si registrano feriti nel convoglio Etr 460, dato che quest’ultimo stava praticando la manovra per dirigersi al deposito. Molte le lamentele dei pendolari che hanno visto posticipati o addirittura annullati numerose tratte. In maggior numero quelle relative ai Castelli Romani, Napoli via Cassino, Grosseto e linea Tirrenica che usufruiscono solitamente dei binari 21 e 24. Dalle 10 e 30 la circolazione ferroviaria è rallentata con ritardi per 30 minuti mentre il sistema di trasporto per l’aeroporto di Fiumicino è stato ripristinato con un convoglio ogni mezz’ora. Per sicurezza è stato inibito momentaneamente l’accesso e l’utilizzo ai binari 19, 20, 21.

Gianpaolo Plini




Albano laziale, scritte di minaccia al liceo Foscolo

ALBANO LAZIALE (RM) – Atti vandalici al liceo classico Ugo Foscolo di Albano Laziale dove alle 4:19 di questa mattina è suonato l’allarme anti-intrusione dell’istituto.

All’interno del liceo sono stati trovati alcuni banchi a terra mentre sul muro esterno del liceo la scritta “state attenti” e il disegno stilizzato di un impiccato con al di sotto una parola da completare, forse un nome”.

Il dirigente scolastico Lucio Mariani, contattato telefonicamente, ha fatto sapere che l’atto è di natura puramente vandalica e che i sistemi di sorveglianza hanno immediatamente allarmato il personale. Il dirigente appare dunque tranquillo e provvederà, come di prassi, ad avvisare le forze dell’ordine che secondo indiscrezioni hanno già effettuato un sopralluogo rilevando le impronte.

Lucio Mariani inserisce tali atti nella sfera del dimenticatoio, asserendo che è necessario dare loro la giusta rilevanza per far si ché chi li abbia commessi fallisca nel tentativo di recare nocumento all’istituto. Difatti il Foscolo è uno dei licei più attivi nell’area dei Castelli Romani e risulta nelle prime posizioni di molti concorsi letterari tra cui i famosi Colloqui Fiorentini. Il preside sottolinea l’importanza che l’amministrazione scolastica ed i professori attribuiscono in primis all’istruzione ed alla formazione degli studenti. Allora appare chiaro che un gesto come quello consumatosi stamane non può che essere un esempio di inciviltà da combattere e denigrare soprattutto con la consolidata prassi dell’indifferenza. Il liceo è da sempre la agorà di dibattiti politici e culturali, fucina di menti eccellenti e pronte con una solerte coscienza critica a difendere le proprie idee e valori. Insomma un terreno fertile per animare una diatriba e risolverla rapidamente e coralmente.
Informiamo i vandali che l’obiettivo è stato mancato. Al contrario il loro comportamento ha rinforzato l’ossatura già solida dell’istituto.

Solidarietà per il preside e parole di condanna per il gesto anche da parte di Massimiliano Borelli, consigliere Pd della Città Metropolitana di Roma Capitale e consigliere di maggioranza al Comune di Albano: “Esprimo forte condanna per le scritte minacciose comparse questa mattina, ancora una volta, sui muri del Liceo Foscolo di Albano; – dichiara Borelli – e tutta la mia solidarietà e vicinanza – prosegue – al Preside Lucio Mariani, direttamente coinvolto da questo atto vile ed offensivo. Si avvicinano giornate di impegno didattico e di passione civica, nelle quali il ricordo, la memoria, l’informazione, il contagio delle idee di democrazia, libertà e uguaglianza, saranno centrali nelle tante manifestazioni che coinvolgeranno le scuole, le ragazze ed i ragazzi, le Istituzioni. Questi atti, di sicuro, non limiteranno l’impegno e la volontà di proseguire il percorso di sensibilizzazione e conoscenza; non dimenticare significa non ripetere gli errori/orrori del recente passato… e noi come ‘giovani testimoni’ non permettiamo a nessuno di tapparci la bocca!”

Il liceo Foscolo nel 2015 era stato già imbrattato da scritte filo naziste “Onore al Fhurer” “Compagni tremate” firmate Skins nazi 88. Per i fatti di oggi sembra che gli inquirenti abbiano già rilevato le impronte dei responsabili.

Gianpaolo Plini




Castel Gandolfo, Incontriamoci: lo spazio condiviso fra le associazioni dei Castelli Romani

CASTEL GANDOLFO (RM) – Le associazioni costituiscono la parts costruens del territorio. Sono loro che organizzano i più differenti eventi per migliorare la quotidianità cittadina. Ma spesso il loro lavoro è individualistico e poco conosciuto. Incontriamoci è una realtà che nasce nell’ottobre 2017 con lo scopo di raccogliere, registrare e coadiuvare l’attività delle associazioni nel territorio, a Castel Gandolfo dove mai prima di ora era presente un’anagrafe delle associazioni.

Perciò Incontriamoci è divenuto uno spazio condiviso fra le associazioni dei Castelli Romani, aperto a chiunque, che lavora con lo scopo di creare progetti finalizzati alla condivisione, alla manifestazione, all’aumento della sensibilità rispetto alcuni temi. Proprio il 23 novembre che inaugurava il primo evento intitolato “Non è amore” in riferimento alla violenza sulle donne, alla sala del teatro Petrolini si sono riunite 23 associazioni tra cui le ragazze portatrici di handicap di Mettiamoci In Gioco, Centro Dike, Centro Arte di Castel Gandolfo che ha realizzato gli addobbi. La serata prevedeva un dibattito con diverse figure professionali come la criminologa Angela Tibullo, la psicologa Stefania Borghetti, l’assistente sociale di Castel Gandolfo Cristina Nardini, l’avvocato Mariagrazia De Pasquale, la psicologa Centro anti violenza SOStegno Donne di Frascati Rita De Paola, Bruna Benelli psicologa dello sviluppo, il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi, l’assessore al sociale Francesca Barbacci, la relatrice Clara Borri, la cantante Raffaela Risi che ha intonato le note di Donna di Mia Martini.

Tutte le 23 associazioni si sono dette entusiaste dell’iniziativa ed hanno reso disponibili i loro statuti per l’inserimento nell’anagrafe che non solo rende più fluido il lavoro dell’amministrazione territoriale ma che genera benefici anche al volto pubblicitario delle iniziative, ora rintracciabili sul sito del Comune di Castel Gandolfo. La composizione di Incontriamoci è eterogenea e plurale perciò i temi che affronta sono diversi in funzione delle associazioni coinvolte: musica, teatro, attività ludiche, laboratori per bambini con handicap, sostegno famiglie, raccolta fondi, mercatini natalizi, arte, poesia, incontri per centri culturali, spazi di studio, lettura, pittura a giovani associati (Castel Romano), accoglienza locale ed internazionale con le focolarine, pesca, manifestazioni territoriali, aiuto parkinsoniani con Asdauto. Per tale motivo al primo incontro l’amministrazione del Comune di Castel Gandolfo ha rilasciato una scheda dove le associazioni potevano inserire il nome, il tipo di lavoro, i progetti in corso, un progetto futuro e i contatti che preferisce utilizzare.

Incontriamoci ha creato una rete dove più realtà hanno potuto conoscersi per la prima volta anche avendo svolto da sempre attività con lo stesso scopo. Un esempio di questa forza comune è la Lega Navale che ha ottenuto in concerto con la ASL Roma H, gli strumenti per la vela terapia col fine di aiutare ragazzi autistici o vittime di bullismo. Questo progetto è stato esteso ad AFDEL (Associazione Famiglie Disabili) ed perciò alle scuole. Ma come è nato Incontriamoci? La volontà di dar vita ad un sistema di registrazione con l’anagrafe e di coordinamento delle associazioni locali ha visto il connubio tra cittadini interessati al locale come Clara Borri e l’amministrazione del Comune di Castel Gandolfo (Milvia Monachesi e Francesca Ambrogi Barbacci). C’è chi pensa ad una mossa politica del sindaco Monachesi per raccogliere voti e consensi. Tale ipotesi sembra non coerente per due ragioni. La prima è da rintracciarsi nel passato del sindaco, un passato sociale che trova nel Centro Anziani il suo cardine, e di Francesca Barbacci neoeletta assessore con delega al sociale. In secundis, Milvia Monachesi è al secondo mandato come sindaco (2012-2017 il primo, e eletta nuovamente nel 2017) e da costituzione all’articolo 51 “Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche.”

La politica locale è di fondamentale importanza in uno stato frammentato e frammentario come il nostro. Iniziative come quella di Incontriamoci non vanno solo difese ma, se possibile, aiutate, finanziate e mai combattute con critiche sterili. La volontà di crescere è il primo punto del programma di tutte le associazioni che compongono Incontriamoci e il campo di prova lo offriamo noi cittadini con una costante partecipazione, sponsorizzazione e condivisione.

Gianpaolo Plini




Amatrice, tre questioni da risolvere: “casette”, imprese e macerie

AMATRICE (RI) – È passato un anno e quattro mesi dalla tragica notte del 24 agosto 2016 e molti mezzi di informazione registrano esclusivamente le difficoltà nel cratere del sisma, ricordandosi qualche volta delle iniziative. L’Osservatore d’Italia è andato ad Amatrice, ha parlato col sindaco e con il suo ufficio stampa, ma soprattutto è stato a contatto con la gente dell’Alto Reatino. Siamo convinti che parlare del sisma e della ricostruzione senza riferirsi agli abitanti di Amatrice sia futile come Pirozzi stesso chiosa.

La video intervista al sindaco di Amatrice

Le questioni aperte sono essenzialmente tre: SAE (soluzioni abitative di emergenza), imprese, macerie. Tutte importanti e degne di analisi e consigli. Ma la quarta questione l’unica positiva sono le persone ed il clima della “Nuova Amatrice”.

 

Maria, una storica commerciante di abbigliamento. Tutto inizia nel centro di Amatrice grazie al suo bis-nonno calzolaio. Lei nel 1970 si allontana dalla sua professione di insegnate per portare avanti l’azienda di famiglia. Maria è una donna sincera ed accogliente, ci ha aperto le porte del suo negozio nel prefabbricato del centro commerciale. Parla del sisma come di una grandissima tragedia umana e di un inesorabile mancamento delle forze. Ma, orgogliosa e commossa, afferma che è l’amore per questa terra ciò che permette di andare avanti a testa alta e proprio per questo sentimento che l’essenza della ricostruzione “siamo noi abitanti”. Maria infatti come altri commercianti, dovrà affrontare dal 16 dicembre l’obbligo imposto dal commissario straordinario alla ricostruzione, Paola De Micheli, di versare alle Entrate i tributi non pagati nell’ultimo anno e mezzo per effetto della sospensione. A ciò è prevista un’esenzione, nel caso il fatturato sia diminuito del 25%, ed aiuti da richiedere in base alle tasse pagate nel 2015 e nel 2016, a cui si aggiungono sgravi fiscali per ogni nuova assunzione.

La video intervista a Maria storica commerciante di Amatrice

Una formula a svantaggio degli amatriciani che risultano aver pagato pochissime imposte negli scorsi due anni a causa del sistema famigliare delle loro imprese, ed a vantaggio delle imprese di nuova costituzione le quali usufruiscono degli sgravi in funzione di ipotesi di future assunzioni senza dover dimostrare la perdita del 25%.

 

Quando la redazione del nostro giornale è andata ad Amatrice era una giornata piovosa, e la signora Giulia ha deciso di mostrarci la sua nuova “casa”, la SAE. Un prefabbricato di pochi metri quadri, accogliente e caldo. La  ignora ci mostra i caloriferi funzionanti, e contenta, ci riferisce che la casetta era già completamente arredata.

 

Giulia si ritiene fortunata: oltre mille le persone senza una soluzione d’emergenza nelle 69 frazioni, con un inverno che trascina le temperature ben oltre sotto lo zero. Ma anche qualcuno che vive nella SAE deve scontrarsi con tubature che perdono, termosifoni non funzionanti e servizi igienici carenti, per non parlare della preoccupazione circa le tasse con modulo seconda casa. Giulia ci mostra le fotto della “Vecchia Amatrice” e ci spiega la sua topografia. Fuori ci sono gli addobbi. L’Albero di Natale a simboleggiare il ritorno alla normalità.

 

Ristorante Giovannino. Ci accoglie Roberta, la proprietaria di 26 anni. Lei insieme a Roma e Patrizia hanno potuto riaprire il 26 luglio 2017. Cominciamo a parlare davanti ad un piatto di amatriciana e gricia. Sottolinea come la Regione, rappresentazione dello Stato-istituzione, non si sia nemmeno presentata. La promessa del rimborso dell’80% delle spese per la riabilitazione delle imprese è fallita. Roberta, sconsolata, racconta come la sua famiglia si sia dovuta rialzare da sola incalzata dall’aiuto  organizzato dal comune con il fondo di solidarietà. La Regione Lazio le ha regalato 200 piatti, 100 bicchieri ed un forno, chiedendo ai commercianti le vecchie fatture per un eventuale rimborso degli strumenti che necessitano all’attività. Secondo la titolare ci vorranno anni prima di poter ripartire seriamente: non c’è ricostruzione nemmeno per le pratiche B (abitazioni con danni lievi). Ma Giulia è solare, come anche tutto il suo giovane staff. Amatrice è divisa in due. Da una parte la Vecchia Amatrice, ormai rasa al suolo dal sisma e dalle ruspe. Silenziosa. Vi rimane poco: il campanile, i resti della chiesa, la statua di Cola, un complesso di campane di tutte le frazioni vicine, la statua di Camilla il cagnolino che ha salvato in molti la notte del 24.

 

Dall’altra la Nuova Amatrice, caratterizzata da prefabbricati, container e traffico di veicoli. Movimentata ed ansiosa di rifiorire. Ci siamo stupiti della forza di volontà di quei cittadini così vessati psicologicamente dal terremoto. Vi è un clima surreale, si percepisce la sensazione di stare in una famiglia molto solidale, ci si saluta con un sorriso accompagnato da una lacrima. Ci si stringe forti appena si può. Non esistono ospiti o visitatori ad Amatrice, quando si passa il Ponte della Speranza si entra a far parte di un sistema di solidarietà grandioso, di una famiglia piuttosto allargata che non si pone confini e dove l’unica forza che muove il tutto è l’amore reciproco e nei confronti di quella terra. La signora Maria ci ha ringraziato molte volte, ci sembra doveroso ricordare lei come tutti gli amatriciani che il ringraziamento più sincero è il nostro.

Gianpaolo Plini

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Amatrice, agevolazioni tariffarie terremotati: oltre il danno anche la beffa

AMATRICE (RI) – Ad aggiungersi alle ripetute scosse del 24 agosto, del 30 ottobre 2016 nonché all’ultima del 4 dicembre 2017, è il venir meno delle agevolazioni tariffarie previste per i residenti nelle SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza), secondo quanto stabilito dall’Autorità per l’Energia elettrica, il gas ed il Servizio Idrico la quale aveva garantito la sospensione momentanea delle fatturazioni e l’abolizione per 3 anni degli oneri applicati nelle tariffe di luce e gas. In risposta, il 17 ottobre 2017 con il protocollo 25473, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi scriveva a Guido Bortoni, presidente Autorità per l’Energia elettrica il gas ed il Servizio Idrico, spiegando che l’adozione di tale modus operandi per i cittadini “già psicologicamente provati dalle difficoltà” avrebbe porato a fargli “lasciare la residenza della casa di provenienza “.

Gli intestatari delle SAE scegliendo il contratto “seconda casa” e col successivo estinguersi del sostegno, dovranno pagare imposte maggiormente gravose

Per svincolarsi, perciò, dovranno affrontare la scelta della residenza anagrafica tra la loro abitazione e la SAE. I tempi però sono brevi, secondo nostre fonti, le tasse riguardo le soluzioni abitative inizieranno ad essere imposte verso marzo. Per questo motivo, Pirozzi sollecita ad adottare “un provvedimento che tenga conto di questa realtà e che consenta a tutti i cittadini” che saranno attestati essere residenti ad Amatrice al 12 ottobre 2017 dal sindaco, di “accedere ad un contratto per abitazione principale e mantenere lo stesso tipo di contratto anche sulla casa inagibile”. Non a caso il primo cittadino di Amatrice utilizza la locuzione “abitazione principale” che vuole indicare il luogo dove la famiglia ed il contribuente dimorano abitualmente e che è soggetta a detrazioni fiscali. Questa è la sintesi della manovra economica che si dovrebbe applicare nelle zone terremotate. Il ritorno alla normalità è il primo passo per rivestirsi della dignità persa con violenza a causa del sisma. Si tratta di persone che in meno di un minuto e in poco più di 4 scosse hanno perso amici, parenti e lavoro.

Le detrazioni fiscali che creano un onere nelle tasche dello Stato sono un diritto costituzionale sancito dall’articolo 81 previsto nel caso di eventi straordinari. Come il terremoto.

Ad amatrice non è mancata né la forza di ripartire degli abitanti né la solidarietà italiana ed estera. Ad Amatrice è mancato il Governo e la realizzazione di diritti e promesse. Situazioni così delicate psicologicamente come praticamente, non vogliono soluzioni sbrigative come interviste o visite di passaggio. Necessitano provvedimenti immediati, concordati con i sindaci, le autorità più vicine ai bisogni dei cittadini. Ogni giorno le famiglie di Amatrice si alzano e vedono cumuli di macerie a ricordare loro che la notte del 24 agosto 2016 è ancora lì, che lo Stato come la Regione distano solo pochi chilometri ma la loro voce di aiuto non li raggiunge. Dinnanzi a queste tragedie che vessano tutta una Nazione, le istituzioni dovrebbero dare una risposta concreta, pratica, tangibile. Al contrario la burocrazia sembra essere il nemico invisibile dei terremotati e dei loro sindaci. Per ovviare a questa macchina farraginosa ed aberrante, la Merkel ha deciso di finanziare, secondo le ultime indiscrezioni, la ricostruzione dell’ospedale ad Amatrice senza passare per lo Stato italiano.

 Decidere di mettere gli intestatari delle SAE davanti al bivio tra la loro vera casa, costruita con sacrifici, ricordi ed amore e un prefabbricato temporaneo è da codardi.

Giocare sul tempo di visualizzazione mediatica, per infliggere tale colpo è detestabile. Pirozzi aveva già detto che questo tema delle esenzioni era una vergogna modulata secondo l’atavico sistema di promesse non mantenute. Da qui l’idea di una franca contea per Amatrice e per i 55 comuni con zone rosse. Per rispettare la popolazione terremotata bisogna adottare silenzio e quotidiano, umile lavoro. Per imparare basta passeggiare per Amatrice.

Gianpaolo Plini




Regionali Lazio: ai Castelli Romani c’è chi fa “dietro front” e converge su Zingaretti

A marzo in concomitanza con le elezioni nazionali, si stabilirà un nuovo assetto politico nella composizione del Consiglio Regionale del Lazio. E’ di qualche giorno fa la notizia che il sindaco di Ariccia, Roberto Di Felice ha reso noto il suo sostegno al Governatore uscente Nicola Zingaretti. Roberto Di Felice, dunque, che alle ultime comunali di Ariccia era sostenuto da una coalizione formata da ben sei liste civiche che decidevano di convergere unite su linee programmatiche condivise, con l’obiettivo di togliere lo scettro ariccino al candidato del Pd, ha duellato con il candidato di quel  partito Democratico che ora invece appoggia.

 

Un cambio di vedute per Roberto Di Felice? E pensare che il portavoce della coalizione rappresentata da “Patto Sociale Ariccia”, “Uniti per Cambiare Ariccia”, Un’Altra Ariccia”, “Lista Civica Ariccina Indipendente”, “Alternativa Democratica” e “Ariccia Popolare Di Felice sindaco” durante la campagna elettorale dichiarava: “Sei simboli che accolgono persone pulite, pensieri e sentimenti diversi ma tutte tese alla realizzazione di un programma condiviso che faccia finalmente il bene della città, senza nessuna intromissione di partiti o forze politiche esterne che voglio imporre le loro scelte e i loro interessi personali.”

 

E stesso modus operandi dei sindaci di Rocca di Papa e Grottaferrata. Tale dietro front, che ha scosso molti elettori, è stato confermato all’inaugurazione della “Foresta incantata” dove come ospiti di eccezione vi erano due deputati PD e il presidente del Consiglio regionale del Lazio. Sul sito internet www.sindaciperzingaretti.it si legge l’appello, firmato da 203 sindaci, “Ora non dobbiamo fermarci e non possiamo tornare indietro”. Affermando perciò la salda fiducia a che Zingaretti venga rieletto al vertice della Regione Lazio in risposta alla “china positiva degli ultimi 4 anni”.

 

Non la pensa allo stesso modo, invece, il sindaco pentastellato di Marino Carlo Colizza che ha visto pubblicare, sul social Facebook di Beppe Grillo, una sua lettera in risposta al comportamento di svariati sindaci dell’area dei Castelli Romani, i quali caldeggiano per la ricandidatura e conseguente vittoria di Nicola Zingaretti. “Ho letto dell’appello sottoscritto da tanti colleghi sindaci del Lazio che caldeggiano la ricandidatura del Presidente Zingaretti, affermando che la Regione sia ora più sana e che la china positiva degli ultimi 4 anni debba proseguire con la sua presenza. – Scrive Colizza – Trovo veramente mortificante – prosegue – che alcuni miei colleghi si stiano prestando a questa evidente opera di strumentalizzazione, nonché deprecabile il mettere a disposizione il ruolo istituzionale di sindaco, quindi amministratore di tutti i cittadini, a favore di una parte politica. Rispetto le opinioni di tutti ma raccontare di una Regione finalmente avviata alla soluzione dei problemi che la caratterizzano sa molto di spot e poco di realtà. Alla nostra amministrazione, ad esempio, hanno respinto i bandi di finanziamento delle palestre con motivazioni capziose, adducendo delle mancanze che, in base alla normativa, non c’erano. Il risultato? Abbiamo dovuto finanziare tutto con nostre risorse. Reale, invece, è l’azione pre‐elettorale messa in campo dal Presidente che punta a una miriade di liste locali, sfruttando le istituzioni, per recuperare i voti che il Pd ha ormai perso e anche questo “appello” sa di escamotage per apparire forte di un consenso che non c’è. Quindi, all’appello di Zingaretti, oppongo un “controappello” a tutti i miei colleghi laziali: rispettate i vostri cittadini, siate liberi e non vi fate coinvolgere in questa penosa operazione elettorale. Non voglio pensar male, ma non vorrei che alcuni siano stati indotti a sottoscrivere l’appello di Zingaretti dietro qualche forma di pressione, considerato quanto i comuni siano collegati  e spesso dipendano – dalle decisioni della Regione.”

 

Qualche sera fa, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi è stato avvistato alla cena per la nascita del nuovo quotidiano web dell’Ugl (sindacato storicamente vicino alla destra) nel palazzo romano Rospigliosi, in compagnia di Storace, Salvini, Meloni, Toti, Schifani e Gasparri. Appare evidente, ormai, il clima caldo pre-elettorale e l’attenzione degli elettori deve essere finalizzata ad un’informazione quanto più eterogenea al fine di evitare facili giochi di potere e di galvanizzazione.

Gianpaolo Plini – Ivan Galea)




Fiumicino, serata per la piccola Alice: standing ovation per il sindaco di Amatrice

FIUMICINO (RM) – Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ospite speciale della serata di beneficenza, dedicata ad Alice, bambina affetta da SLA ed organizzata dall’associazione “Laboratorio una Donna” di Maricetta Tirrito e da Simone Carabella testimonial contro la violenza sulle donne. L’evento, dello scorso 25 novembre, si è svolto nel ricordo delle vittime del femminicidio, nella lotta contro la violenza sulle donne alla stregua delle ultime statistiche che riportano come una donna su tre sia vittima di violenze domestiche. Il sindaco di Amatrice, dopo essere stato accolto da un fragoroso applauso dai circa 300 presenti, ha speso gran parte della serata per parlare con gli ospiti. Momento particolarmente emozionante quello che ha visto protagonista Massimo Ciarpella, presidente dell’associazione Insieme con Giordano, padre del piccolo rimasto vittima del sisma del 24 agosto 2016 ad Amatrice, insieme con Sergio Pirozzi, il sindaco che ha fatto da guida in un momento così difficile.

 

Sergio Pirozzi ha poi tenuto un discorso volto soprattutto al ringraziamento di quelle associazioni e di quelle persone che si sono prodigate immediatamente per cercare di dare una mano agli abitanti delle frazioni terremotate. Un piccolo accenno alla sua candidatura alle prossime regionali del Lazio, dove il sindaco di Amatrice si presenterà con una lista civica, aperta a chi ne condividerà i contenuti.

Pirozzi ha poi risposto, al nostro quotidiano, a due domande, dopo aver consegnato il premio annuale per una donna che fa la differenza edizione 2017. Quindi, dopo aver salutato gli ospiti, Sergio Pirozzi è tornato nella sua Amatrice.

 

Una serata speciale, dunque, interamente dedicata ad Alice e alle donne vittime di violenza domestica, per la quale Sergio Pirozzi ha reppresentato l’ospite speciale insieme a Simone Carabella, quest’ultimo da sempre impegnato nel sociale e nelle battaglie per i diritti dei più deboli.

 

Gianpaolo Plini

 

 




Legge elettorale, ecco come funziona

A distanza di circa 4 mesi dalle prossime elezioni nazionali è importante conoscere il metodo attraverso cui il popolo farà valere la sua sovranità eleggendo i propri rappresentanti, ossia la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis. La fiducia passata al Senato il 26 ottobre 2017 con 214 voti a favore (PD, Ap, Fi, Lega Nord, Ala scelta civica e verdiniani) e 61 sfavorevoli (Movimento 5 stelle e Mdp), prevede un sistema elettorale misto con il 36% dei seggi ripartiti con formula maggioritaria e 64% proporzionale.

 

Per quanto spetta al sistema maggioritario lo scontro elettivo verrà deciso in collegi uninominali, mentre per il proporzionale si deciderà attraverso collegi plurinominali formati da una lista bloccata composta da un minimo di due ad un massimo di quattro nomi. Inoltre è prevista una soglia di sbarramento del 3% a livello nazionale e del 10% per le coalizioni. L’elettore potrà votare unicamente per la lista corrispondente al collegio uninominale votato (no voto disgiunto). Questo sistema elettorale varrà sia per la Camera dei deputati che per il Senato della Repubblica.

Eletto il candidato nel collegio uninominale che avrà ottenuto il maggior numero di voti, nell’ambito dei collegi plurinominali la ripartizione dei seggi avverrà con metodo proporzionale tra le coalizioni e le liste che abbiano superato la soglia di sbarramento. Per le coalizioni non vengono computati i voti delle liste che non abbiano superato l’1%.

 

Voto all’estero

Secondo l’articolo 5 è prevista la possibilità di votare quegli elettori italiani che possono candidarsi in una sola ripartizione della circoscrizione estero.

 

La rappresentanza di genere

La rappresentanza di genere è garantita dal Rosatellum bis. Nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%.

 

Negli ultimi mesi si è discusso animatamente dell’importanza da attribuire alla legge elettorale. Il 23 novembre è intervenuto all’università LUISS il padre della nuova legge, Ettore Rosato (PD), evidenziandone il processo di formazione e il ruolo dei pentastellati. Per il primo, il capo gruppo del PD alla Camera ha ricordato come il Rosatellum sia il frutto di un compromesso tra le parti politiche. Infatti all’inizio dell’iter decisionale della nuova riforma elettorale la prima scelta ricadeva sul sistema tipico dettato dal Mattarellum (75% maggioritario e 25% proporzionale) che avrebbe potuto garantire, secondo Rosato, una governabilità. Questa proposta ha avuto scarso successo all’interno del Parlamento a causa della struttura del sistema politico attuale caratterizzata da un eccessivo particolarismo ideologico che produce effetti nefasti sulla stabilità. In seguito il compromesso politico riguardante la ripartizione dei seggi nella formula maggioritaria o proporzionale ha condotto alla scelta dell’attuale riforma.

É evidente l’importanza da attribuire alle coalizioni, senza cui non sarebbe possibile il raggiungimento di una maggioranza e, quindi, di una stabilità. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle, lontano dalla visione tradizionale della politica, si trova in una situazione di svantaggio non potendo e non volendo accordarsi con altri partiti. A tal proposito Ettore Rosato afferma: “attraverso questa legge elettorale si creerà un sistema politico con una coalizione di centro-sinistra ed una coalizione di centro-destra. Cosa farà il M5S? In tutto questo non c’è proseguo, o penserà anche lui di costruire una coalizione oppure si considererà dal punto di vista sistematico inutile come proposta di governo, può darsi che cambierà il suo atteggiamento.”

 

Gianpaolo Plini




Regione siciliana: indagato il neo eletto Luigi Genovese per riciclaggio

Indagato Luigi Genovese, neoeletto di Forza Italia in Sicilia. Il suo nome appare nell’ordinanza di sequestro della Guardia di Finanza per beni di valore pari a 100 milioni di euro: azioni, beni mobili ed immobili, società di capitali e conti correnti. ”Sto’ già valutando insieme al mio legale di fiducia le iniziative da assumere in sede giudiziaria. – ha detto Genovese dopo aver appreso la notizia dell’inchiesta coordinata dal procuratore De Lucia e dall’aggiunto Ardita – Certo di dimostrare la linearità e la regolarità della condotta mia e dei miei congiunti, – ha proseguito Genovese – nella gestione dei beni di famiglia. Anche se la tempistica di questo provvedimento può apparire sospetta, voglio credere che non vi sia alcuna connessione con la mia recente elezione all’Assemblea Regionale Siciliana. Non consentirò nessuna eventuale strumentalizzazione in chiave politica”.

Le accuse promosse dai giudici del tribunale di Messina sono precise

Luigi Genovese “è il prestanome e beneficiario dell’operazione del padre compiuta per sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto” da addizionarsi agli “interessi e sanzioni amministrative comminate dalla commissione Tributaria”. È infatti allo studente ventunenne Luigi che il padre Francantonio ha intestato parte del suo patrimonio. Sotto il torchio giudiziario anche la moglie, Chiara Schirò, già condannata qualche mese fa a 2 anni e due mesi nell’ambito dello scandalo per la formazione professionale, il nipote Marco Lampuri e la figlia Rosalia.

La nuova famiglia Malavoglia però si regge salda all’operato di Padron ‘Ntoni (Francantonio), primo segretario Pd in Sicilia, deputato del partito renziano e approdato finalmente a Forza Italia solo dopo essere stato condannato in primo grado per associazione per delinquere, riciclaggio, truffa, frode fiscale, peculato inverso la Regione Sicilia tramite enti gestiti personalmente o dai suoi famigliari. È da inserirsi in questa truffa da 20 milioni di euro, la messa in accusa del figlio Luigi.

 

Lo storico naufragio che ha dato il via alla catastrofe è iniziato quando le autorità hanno chiesto al fisco elvetico i nominativi degli italiani con polizze assicurative sospette

La Guardia di Finanza di Milano, proprio nell’analizzare i documenti di provenienza svizzera, sono incappati in 16 milioni di fondi esteri schermati da una polizza accesa attraverso un conto presso la società Credit Suisse Life Bermuda Ltd. Il parlamentare è perciò accusato di aver riportato nella penisola 6 milioni di euro in modo da non essere rintracciabili.

Dal 2016 gli Genovese vengono inseguiti dall’Agenzia delle Entrate al fine di verificare le discrepanze tra redditi e patrimonio, svelando così una complessa attività di riciclaggio per eludere e frodare il fisco. Ciò è stato orchestrato servendosi di enti a loro correlati i quali hanno realizzato operazioni di trasferimenti immobiliari e finanziari per aggirare la rete del fisco con lo scopo di allontanare dal vortice del ciclone i 16 milioni e per sottrarsi al versamento delle imposte e delle sanzioni amministrative di 25 milioni di euro, nate dallo scandalo della formazione professionale.

 

Subito dopo Luigi si rende complice del padre per rendere nullo il pignoramento effettuato da Riscossione Sicilia sulle quote di Francantonio che nel mentre si era sbarazzato di tutto il patrimonio finanziario per sfuggire all’aggressione dell’Agenzia delle Entrate. Il deputato ha partecipato come custode delle quote alle assemblee dove si è deciso di azzerare il valore delle proprie azione (svariati milioni) e il subentro del figlio Luigi nella società Gefin con la sottoscrizione di aumenti di capitale, resi possibili con un versamento di denaro bonificatogli nei giorni precedenti dal padre, a dimostrazione delle finalità illegittime ed illecite.

 

I giudici così riassumono l’accaduto: “Dapprima artificiosamente (gli indagati N.D.A.) determinavano un aumento di capitale, rispetto al quale Francantonio Genovese rinunciava a sottoscrivere le quote, affinché in esisto ad esso il figlio, benché privo di risorse economiche proprie sottoscrivesse i nuovi titoli acquisendo il 51,61 per cento del capitale”. In ultimo i giudici fanno riferimento ad indizi gravi, plurimi e convergenti sottolineando il rischio di una possibile correlazione con somme sparite ed a successivi introiti da ricercare nel passato della famiglia.

 

Questa serie di politici immischiati nei putridi olezzi del malaffare non si concludono qui. Purtroppo, finora, i Genovese occupano il quarto posto a livello cronologico in Sicilia. A 18 giorni dalle elezioni del 5 novembre in Sicilia, erano finiti indagati Riccardo Savano (FI) accusato di truffa e appropriazione indebita, Edy Tamajo (Sicilia Futura) per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e Cateno De Luca (Udc) per evasione fiscale. Se il futuro della Sicilia dovrà ancora scontrarsi con le magagne giudiziarie di chi la governa, non resterà nemmeno più la speranza, rinomata per essere l’ultima a morire, dei giovani siciliani. L’Italia tutta necessiterebbe di una rivoluzione di chiarezza e trasparenza, le basi di una democrazia salda e potente.

 

Gianpaolo Plini




Decreto Minniti-Orlando: su immigrazione è tutto da rifare…o quasi

Parlando col Senatore Compagna (PLI e membro commissione affari esteri) è venuto spontaneo chiedergli cosa ne pensasse del Decreto Minniti-Orlando. Il Senatore ha deciso di non esporsi troppo e, anche riconoscendo un generale successo delle politiche del Ministro dell’Interno, guarda alla situazione Libica con occhi diversi, più drammatici.

Tre giorni fa, Minniti è tornato a parlare dell’accordo stipulato con Tripoli alla stregua delle accuse del Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muznieks.
Il 28 settembre Muznieks spedisce una lettera, che non vedrà mai risposta, al Ministero dove sottolinea che “consegnare individui alle autorità libiche o ad altri gruppi in Libia li espone al rischio reale di torture o di trattamenti inumani e degradanti, ed il fatto che le azione siano portate avanti in acque libiche non esime l’Italia dai suoi doveri stabiliti dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo”.
Il commissario si riferisce chiaramente alle navi che il Governo italiano ha posizionato nella acque libiche con il preciso scopo di bloccare il flusso migratorio. Con particolare riguardo alla sentenza della Corte Europea del 2012 nonché all’articolo 3 della Convenzione che proibisce di esporre le persone alla tortura.
Il ministro Minniti, il 15 novembre, ha tenuto la question time alla Camera relativa all’accusa delle Nazioni Unite sul patto disumano siglato tra Italia e Libia, con allegati numerosi report che fotografano la situazione degradante e di schiavitù nella quale versano i migranti nei centri di detenzione libici.

Ne trapela la consapevolezza dell’esecutivo circa le atrocità che si consumano nelle “terrificanti prigioni”, Minniti dichiara che “la questione dei diritti umani è irrinunciabile” ma non “possiamo rassegnarci all’impossibilità di governare i flussi” e, anzi, “ se l’Unhcr ha potuto visitare i 28 sui 29 centri in Libia, lo si deve all’impegno del nostro Paese”.

Il ministro dell’Interno, in netta opposizione alle parole del Commissario Onu Zeid Raod Al Hussen che punta il dito sulla tolleranza italiana ed europea su tali circostanze di fatti, ritiene necessario l’accordo con Fayez Al Sarraj.

Il decreto Minniti-Orlando 13/2017, convertito il 12 aprile scorso, prevede la creazione dei Cpr (centri di permanenza per il rimpatrio nelle Regioni), 26 sezioni specializzate in immigrazione nelle sedi delle Corti d’appello, assunzione di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste d’asilo (aumentate del 47% dal 2015 al 2016, in tutto 123mila), l’eliminazione di un grado di giudizio ed il taglio dell’appello per i ricorsi contro il diniego dello status di rifugiato possibile solo in Cassazione, lo stanziamento di 19 milioni per garantire l’esecuzione di espulsione nonché piani per lavori socialmente utili.

Molti i favorevoli, per il Pd “l’Italia deve essere orgogliosa”, ma anche molti diffidenti tra cui Mdp, Sinistra Italiana che richiama alla violazione costituzionale, le Associazioni tra cui Libera e Medici Senza Frontiere che l’11 aprile hanno sottolineato come tale provvedimento faccia tornare indietro la civiltà giuridica del Paese.

Il ministro si augura l’apertura di corridoi umanitari e un cambiamento di strategia all’Agenzia Frontex in vista del piano operativo del 2018, insomma una gestione dei flussi che deve necessariamente avvenire nel quadro di “una gestione integrata e condivisa della strategia delle frontiere e della mutua solidarietà tra gli Stati Membri”.

Il tema dell’immigrazione è delicatissimo e non risolvibile con semplici chiacchiere populistiche al modus di Salvini o della Meloni che addirittura rintracciano nell’eccesso di stranieri in nazionale la
sconfitta dell’Italia contro la Svezia.

Come invece vede bene Travaglio la motivazione più lampante è che si tratta di una “squadra di pippe, di un allenatore pippa e di un presidente super-pippa”. Primo Levi così descrisse il comportamento antisemita che oggi ancora si respira: “A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager”.

Gianpaolo Plini