Napoli, dedicata all’archeologo Sebastiano Tusa la mostra “I pionieri dell’archeologia subacquea nell’area flegrea e in Sicilia”

NAPOLI – Partita la mostra, tanto attesa, “I pionieri dell’archeologia subacquea nell’area flegrea e in Sicilia”, nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei fino al 6 gennaio nel suggestivo Castello di Baia.

L’esposizione, con allestimento e curatela realizzati da Teichosarcheologia, offre ai “viaggiatori” una narrazione della stagione dell’archeologia subacquea in Italia, ed è un omaggio all’archeologo Sebastiano Tusa scomparso tragicamente agli inizi di marzo.

L’esposizione è un racconto fin dalle prime fasi pionieristiche subacquee, partendo dagli anni ’50, contrassegnate dalle grandi scoperte che ne sono derivate e che hanno dato un significativo impulso alla ricerca scientifica in questo settore, alla relativa applicazione delle tecnologie più avanzate e alla nascita di strumenti di tutela specifici, fino a giungere alla costituzione della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia da parte dell’archeologo Sebastiano Tusa.

Il percorso espositivo è un “viaggio” del nostro passato tra i reperti archeologici, tra questi le lucerne che sono una parte delle 12.000 mila ritrovate, e gli strumenti che hanno aiutato i “pionieri” ai ritrovamenti. I viaggiatori con l’exhibition vivranno un’esperienza emozionante ed immersiva grazie all’aiuto delle tecnologie, materiali video e fotografici d’epoca con allestimento multimediale e sensoriale grazie anche all’aiuto degli effetti sonori, un focus sugli aspetti dell’archeologia subacquea e al contempo in una location storica dove i lavori iniziarono ben nel 1495.

In occasione dell’esposizione “I Pionieri” il Castello Aragonese ha riaperto due nuove stanze ed è non solo una suggestiva cornice, ma è esso stesso un elemento integrante e fondamentale di quanto accaduto in quegli anni.
I viaggiatori in visita ai Campi “ardenti” troveranno al suggestivo Castello un’offerta museale significativa, un percorso espositivo tra documenti d’archivio, foto d’epoca e lettere dei protagonisti della ricerca subacquea, provenienti dagli archivi delle Soprintendenza del ministero per i Beni e le attività culturali, da Istituti specializzati, da archivi privati, dalle Soprintendenza della Regione Siciliana. Un’esposizione ricca d’informazioni, attraverso i relitti ritrovati, e come la ricerca sia riuscita a comprendere i flussi migratori e i rapporti commerciali lungo le coste portuali, le mete del commercio, che sin dall’antichità sono stati luoghi nevralgici dei processi di trasformazione cultura.

La mostra al Castello Aragonese Flegreo è un antefatto ed anticipa “Thalassa. Meraviglia dei Mari della Magna Grecia e del Mediterraneo” che sarà inaugurata il prossimo 18 dicembre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), nel Salone della Meridiana. Un progetto promosso dal MANN, del Parco archeologico dei Campi Flegrei, dall’assessorato dei Beni culturali e dell’identità Siciliana e da Teichos, grazie al protocollo che hanno sottoscritto per sviluppare, nel prossimo triennio, una serie di attività culturali, di ricerca, di divulgazione e informazione. Hanno partecipato alla conferenza del 24 maggio al Castello di Baia, il Direttore del Mann, Paolo Giulierini e Direttore ad Interim del Parco Flegreo, il nuovo Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, il Direttore del castello di Baia, Pier Francesco Talamo.




Napoli, a Castel dell’Ovo partita la 15ima edizione di VitignoItalia

NAPOLI – Partita a Napoli la 15esima edizione di “VitignoItalia 2019” nel maestoso Castel dell’Ovo, il Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani ospita ben 280 aziende provenienti da tutto il Bel Paese ed oltre 2.500 etichette in degustazione, attesi per l’occasione 35 buyer da 20 paesi e 5 giornalisti internazionali.

Per la XV edizione Vitignoitalia festeggia l’ulteriore crescita del brand, forte di un nuovo assetto societario collaudato e di una partecipazione sempre più incisiva di operatori esteri e aziende che sono al top nel settore. In rappresentanza tutte le migliori marche vitivinicole di tutta la Penisola, in testa la Campania, l’elemento caratterizzante di quest’anno è la marcata presenza di aziende proveniente dal Sannio Falanghina, proclamata Città Europea del Vino 2019.

La kermesse a tema vino ha come location Castel dell’Ovo un teatro d’eccezione, già dalle prima ore dall’apertura ha avuto una notevole affluenza, il Castello è l’emblema della dimora di Partenope, un appuntamento da non perdere dove la tradizione, la qualità, la biodiversità e il business trovano un alleato reso ancora di più immancabile da un cartellone ricco di appuntamenti che accompagnerà i viaggiatori in un’esperienza davvero eccezionale, tra workshop e seminari, guidati da alcuni dei più importanti esponenti del settore e renderà la manifestazione ancor di più fra gli appuntamenti più attesi non solo del Mezzogiorno, ma a livello nazionale.

Maurizio Teti, Direttore di Vitignoitalia spiega: “L’edizione rappresenta un traguardo storico e soprattutto un momento decisivo per sancire l’escalation che stiamo vivendo in questi ultimi anni. Di edizione in edizione, infatti, richiamiamo a Napoli un numero crescente di produttori, buyer, giornalisti ed esperti, sia dall’Italia che dall’estero, ma anche appassionati e semplici curiosi. Ciò a dimostrazione di un format vincente, capace di stare al passo con i tempi per intercettare i trend del settore, gli interessi e i gusti del pubblico di riferimento.”- Prosegue Teti –“Una continua evoluzione, dunque, che si affianca ad un percorso orientato da sempre sulla qualità e sulla volontà di valorizzare il meglio del made in Italy enoico, legato indissolubilmente al piacere, alla cultura e agli affari. Proprio l’impronta business oriented e dal respiro internazionale, quest’anno, sarà caratterizzata dalla presenza di 35 buyer qualificati in arrivo da 20 paesi, tra cui Usa, Cina, Hong Kong e Svezia, e di 5 giornalisti esteri, selezionati e invitati in collaborazione con l’Agenzia ICE”.

Per loro sono già in programma numerosi incontri B2B e walk around tasting all’interno del suggestivo ed emblematico Castel dell’Ovo, per favorire lo scambio diretto con i produttori in un’ottica di promozione mirata in mercati chiave per l’export del vino italiano. Nella giornata di apertura domenica 19 maggio di Vitignoitalia, si è svolgerà la finalissima della terza edizione del “Napoli Wine Challenge”, premierà i protagonisti della tanto attesa kermesse, infatti premierà i vini in gara per ognuna delle cinque categorie (rossi, bianchi, rosati, spumanti e dolci). Il concorso realizzato da in collaborazione con per la prima fase da Luciano Pignataro Wine Blog e Doctorwine.

Vitignoitalia si svolge con il patrocinio del Comune di Napoli, Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ISMEA, Ordine degli architetti di Napoli e in collaborazione con Regione Campania, Unioncamere Campania, Camera Commercio di Avellino, Camera di Commercio di Benevento, ICI – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.




Napoli, un fine settimana all’insegna delle porcellane d’epoca

Anche Napoli, nell’ambito della manifestazione “Buongiorno Ceramica” in programma oggi e domani, aderirà all’iniziativa, due giorni di eventi aperti al pubblico insieme ad oltre duecento iniziative nelle 40 principali città italiane di affermata tradizione ceramica.

L’Associazione Italiana Città della Ceramica nata nel 1999 ha lo scopo di valorizzare la ceramica artistica e artigianale italiana, importanti enti appartenenti alla città partenopea aderiranno all’iniziativa organizzando tantissimi appuntamenti per gli amanti dell’arte ed anche per bambini.

Un appuntamento che offrirà ai viaggiatori un immersion nel mondo della ceramica, offrendo un ulteriore arricchimento culturale, un fine settimana napoletano dedicato interamente alle porcellane d’epoca, e alle nuove sensibilità.

Due giorni dedicati interamente alla scoperta della manifattura artistica e artigianale italiana, un percorso tra le antiche tradizioni e le nuove tecniche, per l’iniziativa “Buongiorno Ceramica” ci saranno aperture straordinarie di botteghe ceramiche, musei, studi e atelier, visite guidate, mostre, forni, laboratori, attività per bambini, performances, un percorso nel mondo dell’artigianato ed artistico a tutto tondo.

Parteciperanno all’iniziativa del capoluogo campano il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Polo Museale della Campania ed il Museo della Ceramica Duca di Martina, l’Istituto ad indirizzo raro G. Caselli- De Sanctis- Real fabbrica di Capodimonte, e il Comune di Napoli con il patrocinio dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte onlus, Pandora Artiste-Ceramiste organizzatrice del Matres Festival, Gres.Po, Città della Ceramica, il gruppo europeo AeuCC e la tv Chanel.

Una manifestazione che ha come centralizzazione la Traditio e l’innovazione, insieme per costruire una comunità ed una sinergia per incontrare il mercato internazionale e creare nuove strategie. “Buongiorno Ceramica” farà conoscere ai visitatori la storia e le tecniche di lavorazioni delle porcellane napoletane fin dalle sue origini ai giorni nostri, il fine dell’iniziativa è di recuperare la memoria storica e di far (ri)scoprire il meraviglioso mondo delle porcellane custodite.

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, sabato 18 e domenica 19 alla scoperta delle porcellane e delle maioliche, per la manifestazione prevede ben due visite guidate alla mostra “Depositi” e alla collezione “Mario De Ciccio”, il Real Museo conserva ben oltre 6.500 pezzi di ceramica, e per una buona parte di provenienza borbonica. I pezzi di ceramica nel Real sito vennero radunati da Annibale Sacco, egli era curatore e conservatore della Reggia di Capodimonte per incarico dei nuovi regnanti Savoia, la collezione del Museo di Capodimonte comprende pezzi di porcellana di notevole importanza, come il Salottino di porcellana della regina Maria Amalia, proveniente dalla Reggia di Portici, e la Caduta dei Giganti, il più grande gruppo in “Biscuit” mai realizzato. In esposizione pezzi provenienti da tutta Europa, le porcellane provenienti da Vienna, portate dalla moglie di Ferdinando, Maria Carolina d’Austria, oppure donati dalla corte imperiale asburgica, di Berlino, di Sèvres, di Dagoty, ed ancora terraglie “all’uso inglese” delle Manifatture napoletane di Del Vecchio e Giustiniani e siciliani del Barone Malvica, in particolare il Servito da tavola con uccelli, da poco esposto in una Sala dell’appartamento Reale insieme ad altri arredi provenienti dal Real Sito di Carditiello.

Altro appuntamento da non perdere per la prestigiosa manifestazione è il Museo della Ceramica Duca di Martina nella Villa Floridiana di Napoli, il sito apre le porte ad iniziative espositive che riguardano l’arte della ceramica contemporanea. Il Museo delle Ceramiche, sede dal 1931 ha una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative e comprende oltre ben 6.000 opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, la collezione è stata costituita nella metà dell’Ottocento da Placido de Sangro, duca di Martina, e venne successivamente donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi.

La mostra dal titolo “Matres Week in Floridiana” promossa dall’Associazione Pandora Artiste Ceramiste, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Ceramica, il museo che da tre anni partecipa attivamente all’iniziativa anche con i nuovi linguaggi creativi e le moderne tecniche artistiche, ed al recupero di opere custodite nei depositi. Quest’anno la mostra si presta a promuovere soprattutto creazioni di matrice femminile, in continuità con il “Progetto Ceramica Donna” e patrocinata anche dal gruppo europeo AEuCC che favorisce la cooperazione fra paesi membri per lo sviluppo di progetti relativi al settore della ceramica.

Hanno partecipato alla conferenza avvenuta il giorno 14 maggio nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo Comune di Napoli, il Vicesindaco di Napoli con delega alle Attività Produttive, Enrico Panini, l’Assessore al Lavoro, Monica Buonanno, Luisa Ambrosio, Direttrice del “Museo Duca di Martina” nella Villa Floridiana di Napoli, Valter Luca de Bartolomeis, Dirigente Scolastico dell’Istituto ad indirizzo Raro per la Porcellana di Capodimonte G.Caselli – De Sanctis e Real Fabbrica di Capodimonte, Paola Giusti, Curatrice e delle porcellane del Museo di Capodimonte. Maggiori informazioni sul sito: www.buongiornoceramica.it




Napoli, stazione dell’arte Salvator Rosa: stile ecclettico e senza tempo

NAPOLI – Da visitare la Stazione dell’arte ‘Salvator Rosa’ per chi è in vacanza nel capoluogo campano progettata dall’Atelier Mendini. La metrò dell’arte partenopea nacque da una stretta collaborazione tra architetti e artisti di livello internazionale, il progetto fu coordinato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva ed è caratterizzata da ben due entrate, ed insieme all’area circostante costituiscono una galleria d’arte a “cielo aperto”, un ponte che dialoga con il mondo antico e l’epoca contemporanea, un immersion che i “viaggiatori” faranno nell’arte in maniera totalitaria, tra reperti archeologici e opere di artisti appartenenti alla nostra epoca.

Lo spazio urbano dell’area è concepito come palcoscenico senza confini e rendono tutta la zona un’opera d’arte e di altre opere d’arte, Alessandro Mendini definì la stazione: “è un’opera estetica globale, che coinvolge profondamente il cittadino e fa da palcoscenico alla sua vita quotidiana.”
I visitatori di Salvator Rosa sono coinvolti in un “viaggio” culturale, in un continuo dialogo tra l’arte antica e contemporanea, un percorso espositivo che trasporta i “visitatori” in altri mondi e tra le varie epoche. Fra le testimonianze artistiche del passato da fruire di notevole importanza nell’atrio sono i resti di un ponte romano, ed anche una cappella neoclassica, grazie a questi ritrovamentl vi è stata una valorizzazione dei palazzi circostanti, trasformandoli a loro volta in attrattori turistici grazie agli interventi di artisti come Mimmo Palladino, Ernesto Tatafiore, Mimmo Rotella, Renato Barisani e Giovanni Pisani.

La stazione dell’arte Salvator Rosa è caratterizzata dallo stile ecclettico e senza tempo, grazie all’uso delle antiche tecniche come il mosaico, interessante la facciata su di un palazzo realizzato dall’artista partenopeo Renato Barisani dal titolo “Origine” in mosaico vetricolor. L’artista napoletano di fama internazionale faceva parte del “Gruppo Napoletano Arte Concreta”, l’opera “Origine” sembra dialogare perfettamente con le opere dell’area di Salvator Rosa, realizzate in materiali come l’acciaio del tunnel delle scale mobili, dà la sensazione ai visitatori di essere proiettati nel futuro, mentre i vetri colorati della stazione ed i marmi dorati sembrano far viaggiare in mondi fantastici.

Fra le opere che si trovano collocati nella stazione di artisti di notevole importanza che accolgono i viaggiatori nel loro percorso di transito di Perino & Vele sono le Quattro Fiat Cinquecento dal titolo “A Subway è chiù sicura” chiarendo il messaggio poetico: ossia meglio la metropolitana dell’automobile, è più sicura, e più ecologica. Fra le opere collocate all’esterno della stazione di Salvator Rosa da fruire in maniera meditativa è la scultura dal titolo Tebe (Edipo e la Sfinge) di Augusto Perez ( Messina, 1929 –Napoli, 2000), l’artista partenopeo d’adozione e Professore dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli realizzò l’opera Tebe in bronzo dando ai visitatori un forte impatto visivo, la scultura è di carattere sepolcrale e rappresenta una figura supina con una testa leonina. Tebe (Edipo e la Sfinge) si presenta palesemente con una grande potenza espressiva ed identicativa dell’artista scomparsa nel 2000 e trova la giusta collocazione nel piazzale perché offre ai viaggiatori la possibilità di poter fruire la scultura in maniera totalitaria.

Il parco della stazione è formato da diversi livelli che conducono al piazzale dei giochi e venne progettato da Salvatore Paladino e Mimmo Paladino, sul pavimento ad intarsi in travertino su pietra lavica vi sono i giochi praticabili, il Tris, la campana e il labirinto e le sculture ludiche con colori vivacissimi di Mimmo Paladino.

Nel percorso espositivo i fruitori troveranno opere di Renato Barisani, Augusto Perez, Lucio Del Pezzo, Nino Longobardi, Riccardo Dalisi, Alex Mocika e Ugo Marano, la stazione-museo è anche ricca di installazioni realizzate da Raffaele Nappo, Enzo Cucchi, LuCa, Santolo De Luca, Quintino Scovalino, Natalino Zullo, Perino & Vele e Anna Sorgenti.

La seconda uscita è sempre progettata dall’Atelier Mendini ha al centro una guglia ricoperta dai rilievi in ceramica di Enzo Cucchi e raffigura alcune icone dell’immaginario partenopeo, a poco distante un altro simbolo della città, il Pulcinella di Lello Esposito, e alle sue spalle il palazzo che fu abitato da Giovanni Capurro, autore di “O sole mio” la facciata è arricchita da una serie di stendardi colorati e da una scenografica pioggia di raggi dorati, l’opera è stata realizzata da Mimmo Paladino.

Interessanti sono gli incontri organizzati per far conoscere le opere singolarmente con Metro Art Focus Exhibition, gli appuntamenti propongono un approfondimento culturale e sono a cura del Critico d’arte Maria Corbi e Marco Izzolino e presentano le opere della collezione d’arte contemporanea del metrò in chiave inedita da esperti e storici dell’arte.
.




Napoli, Maggio dei Monumenti 2019: aperta al pubblico la biblioteca Filangieri

NAPOLI – Aperta al pubblico la biblioteca del Museo Filangieri a Napoli per la prima volta, in esposizione il prezioso carteggio inedito tra Gaetano Filangieri senior e Benjamin Franklin, e circa quindici lettere con Melchiorre Delfico, Francesco Mario Pagano e di Filippo Briganti.

L’exhibition è nell’ambito della 25esima edizione del ‘Maggio dei Monumenti 2019’ a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli dal titolo “Il diritto alla felicità di Filangieri e il ‘700 dei Lumi”. L’illuminista partenopeo ebbe nella sua breve vita una notevole corrispondenza con i più grandi filosofi, intellettuali e politici europei e degli Stati Uniti d’America, arrivando ad ispirare in Benjamin Franklin l’esigenza del “Diritto alla ricerca della Felicità” come diritto inalienabile di tutti gli uomini, inserito nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776.

La biblioteca del suggestivo Museo situato a via Duomo imponente con la sua facciata a bugnato è conosciuto anche come il “Palazzo che cammina” è si trova nella strada dei musei in pieno centro storico del capoluogo partenopeo, oltre ad esporre 10.000 volumi che consente ai viaggiatori un immersion totale nell’epoca di Filangieri potrà fruire anche dell’edizione originale della “Storia dell’Arte e dei Mestieri di Napoli e Provincia” scritta dall’illuminista giurista fondatore del museo.

In esposizione nel museo partenopeo anche diverse cinquecentine, classici latini e greci, la “Description de l’Egypte”, il fondo di D’Ambra con libretti di opere degli antichi teatri, Guide antiche di Napoli, tavole e disegni del Regno, rari libri inglesi e rari spartiti musicali. Le missive in esposizione tra Gaetano Filangieri junior e Benjamin Franklin tra cui quella del 14 ottobre del 1787 tra cui Franklin gli trasmise una copia della Costituzione che appunto venne varata il 17 settembre 1787. I fruitori potranno ammirare nell’antica biblioteca anche lettere, tra le altre, di Melchiorre Delfico che gli dice di aver letto la “Scienza della Legislazione” e di aver apprezzato i contenuti, la lettera di Bernardo Tanucci ministro del Regno quando Filangieri si trovava in Sicilia quando iniziò la sua carriera militare, ma anche “L’Elogio funebre” che fu letto nel 1799 da Mario Pagano.
“Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stessi evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”. (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, documento che segna la nascita degli Stati Uniti d’America, ratificato a Filadelfia il 4 luglio 1776).

Il nuovo percorso espositivo del Museo Filangieri diretto dal Direttore Paolo Jorio mette in esposizione quadri mai visti prima, tra i quali i due dipinti di Grandi che ritraggono Riccardo de Sangro e Argentina Caracciolo, il ritratto di Humboldt, dodici rari acquerelli con ricami e, in omaggio alla famiglia Filangieri, altri dipinti di personaggi legati alla nobile famiglia napoletana. Alla conferenza avvenuta il 9 maggio sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele, il Direttore del Museo Paolo Jorio, il discendente della famiglia Filangieri, l’avv. Riccardo Imperiali di Francavilla nonché presidente della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli.




Napoli, partita la 25 ima edizione del “Maggio dei Monumenti”

NAPOLI – Si riparte a Napoli con ‘Maggio dei Monumenti’ 2019 con il tema ”Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi” fino al 2 giugno.

L’appuntamento
è alla sua 25esima edizione ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al
Turismo del Comune di Napoli in occasione del 220esimo anniversario dei moti
rivoluzionari del 1799 di cui Gaetano Filangieri, il suo pensiero e la sua
opera furono ispirazione e premessa fondamentale.

Il programma
si articolerà in una serie di iniziative che saranno coinvolte tra i più importanti
enti culturali del capoluogo partenopeo, i “viaggiatori” grazie al programma
ricco del Maggio dei Monumenti potranno partecipare e vivere appieno la città,
infatti il programma prevede reading, concerti, spettacoli teatrali e di guarattelle,
conferenze, mostre, convegni e visite guidate.

Lo spazio urbano diventa spazio scenico dando libero sfogo ai tanti linguaggi artistici con ospiti davvero eccezionali che si esibiranno, tra questi ci sarà l’Etoile internazionale Roberto Bolle che dal 18 e 19 maggio con la grande festa della danza voluta ed organizzata dal ballerino dal titolo: “OnDance – Accendiamo la Danza”.

Nel Maggio
dei Monumenti come da tradizione la bande dei corpi militari, il 3 maggio
al’Auditorium RAI si terrà lo “Spring concert”, a cura della Banda delle Forze
Navali USA in Europa in collaborazione con il coro “That’s Live Show”, mentre
il 6 nella Sala Scarlatti del Conservatorio di San Pietro a Majella ci sarà il
concerto della Banda  Musicale
dell’Esercito. L’11 maggio al Maschio Angioino ci sarà il concerto “Suspiro”
del trio “Suonno D’Ajere”, complesso musicale che nel nome, evoca il singolo
omonimo realizzato da Pino Daniele nel disco d’esordio Terra Mia del 1977,
composto da Irene Scarpato, Marcello Smigliante Gentile e Gian marco Libeccio.
L’appuntamento sarà un’ottima occasione per reinterpretare la canzone
napoletana, quale ideale punto di connessione tra il classicismo mediterraneo e
la contemporaneità.

Nel Maggio
dei Monumenti sono coinvolti l’Università degli studi di Napoli Federico II,
l’Università  degli studi di Napoli
“L’Orientale”, L’Università degli studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli,
l’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, l’Accademia di
Belle Arti di Napoli, l’Istitut Francais di Napoli, la Biblioteca Nazionale di
Napoli, il Teatro di San Carlo, l’Instituto Italiano per gli studi Storici
“Benedetto Croce”, la Società Napoletana di Storia Patria, l’Istituto italiano
per gli studi Filosofici, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, il Museo
Civico Filangieri di Napoli, Palazzo Zevallos di Sigliano e il Certame Vichiano.

Gaetano
Filangieri (1753-1788) fu uno dei massimi giuristi e pensatori
dell’Illuminismo, con l’opera “La scienza della Legislazione” auspicò,
attraverso una riforma generale della legislazione, la realizzazione dello
sviluppo socio-economico degli Stati, della pace e della “pubblica felicità”,
innovando in senso moderno la filosofia del diritto. L’immagine guida della XXV
manifestazione è stata realizzata dall’artista di fama internazionale Ernest
Pignon-Ernest attualmente in città con la mostra dal titolo “Extates” nella
chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. L’artista francese
nato a Nizza ha lavorato al progetto per la manifestazione in collaborazione
con gli allievi del primo biennio del corso di Design per la Comunicazione
pubblica dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli guidato dalla professoressa
Enrica D’Aguanno.

Alla
conferenza del Maggio Monumenti è avvenuta nella Sala Giunta il 24 di aprile del
Palazzo San Giacomo Comune di Napoli, hanno partecipato l’Assessore alla
Cultura e al Turismo, Nino Daniele, l’attrice Marisa Laurito, il Direttore del
Museo del Tesoro di San Gennaro e del Museo Filangieri di Napoli, Paolo Iorio e
tantissimi ospiti.

fffffffff




Napoli, quel filo rosso tra San Giuseppe Moscati e la sua città d’adozione che non si è mai spezzato

NAPOLI – San Giuseppe Moscati, il Santo medico ha lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti i napoletani, nel Vico Cisterna dell’Olio dove viveva a pochi passi dalla Chiesa del Gesù Nuovo nel pieno centro storico del capoluogo partenopeo. Attualmente vi sono custodite le sue spoglie e i suoi arredi, gli abitanti e i commercianti di tutta la zona ne parlano con emozione e con voce tremolante nonostante sia passato quasi un secolo da quando si spense a soli 46 anni nel 1927 nella sua camera.

Il Santo nacque a Benevento e veniva chiamato il “medico dei poveri” perché curava i bisognosi per i quali non chiedeva nessun compenso. Venne canonizzato il 25 ottobre del 1987 da Giovanni Paolo II, nella sua intensa carriera ha ricoperto ruoli di prestigio, fu infatti docente di Biochimica all’Università di Napoli e Primario all’Ospedale degli Incurabili del capoluogo campano, è rimasto nel cuore delle persone perché dalle innumerevoli testimonianze affermano che il Santo-medico non curava solo i corpi, ma allo stesso tempo stesso con grande amore le anime.

Il filo rosso tra il San Giuseppe Moscati e la sua città d’adozione non si è mai spezzato, l’affluenza dei viaggiatori nella Chiesa-Museo del Gesù Nuovo è continua di fedeli provenienti da qualsiasi paese.

Il “viaggio” spirituale che si ripercorre nel visitare la chiesa inizia quando appena si entra, infatti nella seconda navata della Chiesa a destra nella ‘Visitazione’ è custodita l’urna del Santo, a rendere ancora di più suggestiva l’esperienza mistica è anche la luce proveniente dall’alto che investe le opere che raffigurano il Santo che sembra scardinare il tempo regalando ai fedeli una pace interiore.

Visitare la Chiesa-Museo è un “viaggio” religioso, ma anche di arricchimento culturale, a cominciare dalla facciata imponente della chiesa, a bugnato, ed è un adattamento della facciata del Palazzo dei San Severino, principi di Salerno costruito nel 1470; i viaggiatori appena entrano nella chiesa hanno già la netta percezione della potenza dell’Altissimo attraverso l’arte che nei secoli ha dato vita a tanta magnificenza; la chiesa custodisce opere di artisti come importanti come di Francesco Solimena, con la “Cacciata di Eliodoro dal Tempio di Gerusalemme”, le tre tele di Luca Giordano sull’altare S. Francesco Saverio, le tre tele di S. Ignazio di Layola (fondatore della Compagnia di Gesù, l’Abside con statua Immacolata e monogramma.

La triplice attività del Santo è illustrata dal trittico, scolpito sull’urna da Amedeo Garufi artista palermitano, sulla sinistra il Professore è rappresentato in mezzo ai suoi allievi, ed è posto al centro il Santo Illuminato dall’Eucarestia, a destra è rappresentato da medico consolatore dei malati e dei sofferenti all’Ospedale degli Incurabili.

La Chiesa ha tantissime altre opere e visitarla è un’esperienza di grande commozione, ed inoltre il mercoledì accoglie e dà speranza ai tanti ammalati che vengono per San Giuseppe Moscati a chiedere guarigione.

Nel percorso spirituale si possono ammirare alle pareti delle ‘Sale Moscati’ i regali a carattere votivo dei fedeli come segno di ringraziamento e di testimonianza della grazia ricevuta, oppure del voto esaudito.

Nelle Sale si possono visitare i ricordi del Santo – Medico che la sorella donò alla Chiesa quando si spense nella piccola stanza sulla poltrona alle ore 15 al terzo piano del Palazzo di Via Cisterna dell’Olio dove attualmente al piano terra vi è affissa una targa commemorativa che ricorda il Professore.

La Chiesa Gesù Nuovo si trova nella conosciuta Spacca Napoli, la strada dalle innumerevoli bancarelle e dalle attività commerciali a pochi passi vi è la strada dei presepi, attualmente il capoluogo si presenta come una città più cosmopolita e con un turismo dinamico ed eterogeneo.

Appena si entra nel vicolo di Cisterna dell’Olio dove viveva il Santo si coglie subito l’impressione di entrare in un luogo senza tempo e sacro, si vive una simbiosi con la fede, ripercorrere gli stessi passi del Santo-Medico regala ai viaggiatori la sensazione di dialogare e di essere in connessione con lui.

Al terzo piano del Palazzo dove vi abitava, attualmente la stanza è vuota ed il tetto un anno fa è crollato rendendola inagibile, e non è visitabile al pubblico, i proprietari hanno concesso a noi de L’Osservatore D’Italia di poterla vedere e fotografare di quella che resta, la piccola stanza ha le impalcature e una piccola finestrella che affaccia sul campanile della chiesa, stare lì è un’esperienza di grande impatto percependo subito una forte emozione e di essere in un luogo sacro.




Napoli, a Villa Pignatelli riflettori puntati su “Handbags”: la mostra fotografica del Fashion System a livello internazionale

NAPOLI – Interessante la mostra del fotografo Jurgen Teller dal titolo “Handbags” a Villa Pignatelli – Casa della fotografia a Napoli promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’esposizione, a cura di Mario Codognato e Adriano Rispoli è visitabile fino al 19 maggio

La mostra dell’artista tedesco, testimone per eccellenza del Fashion System a livello internazionale della sua generazione per quanto riguarda la fotografia di moda, offre ai viaggiatori un campo d’indagine, un focus mirato ad un accessorio dell’outfit che è uno dei massimi feticci della moda: la borsa.

Un’esposizione che offre ai visitatori un altro punto di vista, un punto di contatto con l’elemento bag che mette a nudo con lente d’ingrandimento a livello documentaristico le abitudini contemporanee degli ultimi trent’anni. Considerato tra i fotografi nell’ambito della pubblicità tra le personalità più rilevanti, ma anche nel mondo dell’arte, con Handbags Juergen Teller dimostra di essere superfluo fare distinzioni fra di esse.
Il filo rosso di tutto il percorso espositivo concepito per il capoluogo partenopeo comprende ben 600 foto che accompagna il i visitatori nella dimora della Casa della fotografia partenopea di cui i lavori incominciarono all’inizio dell’800.

Juergen Teller offre ai fruitori l’istantaneità e rivelandosi di essere precursore della cultura dello snapshot, della quotidianità molte volte ostentata su alcuni social network dei giorni nostri.

Un “viaggio” che ha inizio trent’anni fa fino ai giorni nostri ed accompagnerà i viaggiatori attraverso l’oggetto a volte fetish e a volte usato consapevolmente come status symbol, i fruitori faranno un percorso tra visioni kitsch oppure superbamente chic, un approfondimento di chi siamo attraverso immagini di modelle di professioni che si mescolano ad attori, danzatori, stilisti, artisti, cantanti, bambini, sculture e pupazzi nelle ambientazioni più disparate e piene, oppure location vuote, foto con paesaggi, oppure di città, all’interno di musei, ma anche di supermercati, la mostra è un’introspezione attraverso l’occhio dell’artista dal punto di vista antropologico delle abitudini del mondo.

Jurgen Teller approdò alla fotografia a livello internazionale con la musica, accompagnando i Nirvana nel loro tour, “NEVERMIND”, per poi lavorare con Bjorg, Courtney Love, Sinead O’Connor , Arnold Schwarzenegger, Elthon John e Sofia Coppola e tanti personaggi dello Star System, ha lavorato nella sua carriera come fotografo di moda con marchi famosi in tutto il globo come Celine, Valentino, Yves Saint Laurent, Marc Jacobs, Louis Vitton e tantissime case di moda. La mostra è stata possibile grazie allo studio Tellers, all’Associazione Incontri Internazionali d’Arte e alla Direzione di Villa Pignatelli, Denise Maria Pagano e Direttore del Polo museale della Campania, Anna Imponente.




Napoli, tutti pazzi per il Caravaggio: la mostra espositiva fino al 14 luglio

‘Caravaggio Napoli’ al Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Pio Monte della Misericordia nel capoluogo partenopeo fino al 14 luglio 2019, curata da Maria Cristina Terzigni e Sylvain Bellenger.

L’esposizione-mostra offre ai “viaggiatori” la possibilità di fruire alla Real Reggia ben 6 opere accertate di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, e 22 opere di artisti “Caravaggisti”, tutte le opere del maestro lombardo insieme agli artisti sono in esposizione nella Reggia di Capodimonte nella Sala Causa e sono provenienti da istituzioni italiane ed internazionali.

L’installazione
di ‘Caravaggio Napoli’ è un’opera nelle opere, ed è un viaggio immersivo nei
dipinti seicenteschi, è un’estensione del linguaggio artistico del “maestro della
misericordia umana” che tanto lo ha caratterizzato, un’esposizione che offre ai
visitatori la possibilità di dialogare con l’artista e di accrescere la propria
conoscenza e di collocare ancor di più il Museo di Capodimonte e Pio Monte
della Misericordia tra i custodi dei tesori del Bel Paese ancor di più a livello
internazionale.

 “L’artista della luce”, così definito grazie ai
suoi chiaroscuri decisi è considerato grazie alla sua tecnica precursore del
cinema e della fotografia, il suo sogno di libertà la si vive appieno con la
sua drammaticità della produzione artistica napoletana breve, ma intensa, con
la sua particolare tensione morale a distanza di secoli dalla sua morte ancora
emozionano.

Le opere del
maestro della luce in esposizione a ‘Caravaggio Napoli’ vennero realizzate
complessivamente nel suo soggiorno nella città di Parthènope tra il 1606 e
giugno 1607, successivamente, nell’autunno del 1609 per circa un anno fino alla
morte avvenuta a Porto Ercole nel suo viaggio di ritorno verso Roma, nel luglio
del 1610. Michelangelo Merisi arrivò a Napoli quando era in fuga da Roma, dove
era stato coinvolto nell’omicidio di Ranuccio Tommassoni, ricercato e
condannato dalla giustizia romana.

 Il suo tormento interiore e i suoi sensi di
colpa lo si “legge” nelle sue opere ricche di drammaticità e di contrasti forti,
dai colori intensi capaci di catturare l’attenzione del fruitore in maniera
totalitaria. Il legame di Caravaggio con il territorio ebbe un impatto incisivo
sulla scuola napoletana e nella costituzione della poetica del naturalismo
partenopeo, un’innovazione che non colpì solo gli artisti suoi contemporanei,
come il giovane artista Battistiello Caracciolo, ma anche gli artisti della
successiva generazione, quali Jusepe de Ribera e Massimo Stanzione. Il percorso
espositivo ‘Caravaggio Napoli’ incomincia con il primo, e potente dialogo con ‘La
Flagellazione’ conservata a Capodimonte e l’eccezionale prestito della ‘Flagellazione’
del Musée des Beaux di Rouen che mancava da Napoli da ben 35 anni ed è in
arrivo dopo un restauro. l’exibhition non è solo rivolta al grande patrimonio
artistico del nostro passato e su come Caravaggio influì  sull’arte europea, il percorso offre ai
viaggiatori un viaggio tra tradizione ed innovazione, pittura figurativa e
tecnologia insieme, infatti all’interno vi è allestito un luogo deputato
multimediale.

Il progetto ‘Caravaggio
Napoli’ comprende la ricostruzione di un percorso documentato, attraverso la
città partenopea, dei luoghi che il grande maestro visse. Tra questi luoghi il
Pio Monte della Misericordia in pieno centro storico dove si trova la
straordinaria opera ‘Sette opere di Misericordia’ realizzata dal Merisi per la
cappella del complesso religioso nel 1607 e fa parte delle tre opere permanenti
di Caravaggio a Napoli.  

‘Sette opere
della Misericordia’  è riconosciuta
tutt’oggi come una delle più significative rappresentazioni dei vicoli e dei
suoi abitanti, e manifesta la potente e quasi antropologica connessione tra i
dipinti di Caravaggio e l’indole napoletana, dove la si può raggiungere con una
navetta messa a disposizione dal Comune di Napoli in occasione della mostra.

Tra le opere
di Caravaggio al Museo di Capodimonte sono in esposizione: Flagellazione,
Napoli Museo e Real Bosco di Capodimonte; Flagellazione, Rouen, Musée des Beaux-Arts;
Salomè, Londra, National Gallery; Salomè con la testa di Battista; Martirio di
sant’Orsola, Napoli, Gallerie d’Italia Palazzo Zevallos Stigliano; San Giovanni
Battista, Roma, Galleria Borghese.

 Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo
De Luca ha dichiarato: “Iniziative di respiro internazionale, valorizzazione
dei luoghi storici, investimenti di risorse intellettuali sono i cardini del
progetto politica culturale della Regione Campania, che ha l’ambizione di
assicurare al territorio quel primato internazionale, assegnatogli fin dagli
anni del Gran Tour, che oggi nuovamente merita al rinnovato rispetto e al
ritrovato orgoglio per la tradizione, per il suo patrimonio artistico e infine
per la sua capacità.” – prosegue De Luca- “ con la mostra Caravaggio Napoli,
così inutilmente discussa e strumentalmente utilizzata, il Museo e il Real
Bosco di Capodimonte, insieme al Pio Monte della Misericordia, rendono omaggio
non solo a Caravaggio e a un’intera generazione di artisti, ma anche e
soprattutto alla dirompente forza generatrice di cultura della nostra regione,
in grado di travalicare i confini territoriali per diventare modello per la
cultura figurativa occidentale.” –Prosegue sempre De luca – “Siamo convinti che
sia questa la strada giusta per confermare e vivificare lo spessore del nostro
territorio patrimonio identitario, rinnovando quella storia che ci renderà
nuovamente unici all’estero, fuori dai luoghi comuni del passato, ma vivi di
uno slancio e di un’energia che stimolino l’ingegno e la visione delle nuove
generazioni, che sono poi l’utenza più prestigiosa a cui la Regione possa
ambire. Una mostra internazionale, come quella su Caravaggio, non solo rafforza
la levatura qualitativa della proposta culturale della Regione Campania, ma
testimonia come il nostro territorio sia in grado di produrre iniziative che,
per complessità e tenacia nella realizzazione, sono di carattere mondiale.”

Alla
conferenza stampa del l’11 aprile hanno partecipato il Direttore del Real Bosco
e Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, il Presidente della Regione
Campania, Vincenzo De Luca, l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di
Napoli, Nino Daniele, il Soprintendente del Pio Monte della Misericordia, Alessandro
Pasca di Migliano, la curatrice della mostra, Maria Cristina Terzagni.




Napoli, dopo 40 anni torna fruibile “Santa Luciella ai Librai”

NAPOLI – E’ tornata di nuovo fruibile al pubblico la chiesetta di “Santa Luciella ai Librai” a Napoli, ubicata nell’omonimo vico in pieno centro storico. Il sito torna dunque ad essere visitabile dopo quasi un quarantennio di abbandono a causa dei forti danni del terremoto dell’80.

Il progetto della messa in sicurezza e di valorizzazione è stato fortemente voluto dai ragazzi under 35 dell’Associazione “Respiriamo Arte” presieduta da Massimo Faella

L’associazione nata nel 2013 è formata da un gruppo di giovani laureati partenopei, spinti dalla passione e l’amore per la città, per il suo patrimonio e recupero. E grazie anche ad un’instancabile attività di raccolta fondi sono riusciti a dare una nuova luce a questo gioiello dimenticato, l’intero progetto ha avuto il supporto dell’Assessore ai Giovani e al Patrimonio del Comune di Napoli, Alessandra Clemente che ha seguito seguito tutte le fasi, della Curia di Napoli e del Pio Monte della Misericordia.

La chiesa è composta da unica navata ed ha elementi tipici dell’iconografia di Santa Lucia, e sono riprodotti in pannelli sulle pareti, dell’esistenza della chiesetta si hanno notizie certe fino all’inizio del XVI sec., ed è in adiacenza al Complesso conventuale di San Gregorio Armeno.

Il progetto dell’Associazione culturale “Respiriamo Arte” intende ora recuperare e valorizzare la chiesa di Santa Luciella sia come luogo di inclusione sociale che come elemento di sviluppo turistico-culturale del territorio.

Il progetto ha lo scopo di promuovere momenti aggregativi attraverso attività artistiche, quali la realizzazione di spettacoli teatrali per le persone del quartiere, interventi di musico-terapia per gli adolescenti, ascolto e narrazione per la popolazione anziana, ma soprattutto lezioni gratuite per i bambini, dedite a temi fondamentali quali la legalità, l’educazione civica e l’impegno sociale.

L’ottima ubicazione del sito e l’originalità dell’offerta ha permesso di prevedere circa 12mila visitatori l’anno con eventi e visite guidate, creando così nuova occupazione giovanile e riqualificazione del quartiere e nello specifico del vico Santa Luciella.

La chiesa si trova in un’area strategica dal punto di vista turistico nel pieno centro storico del capoluogo partenopeo e viene ricordata per essere stata la chiesa dei pipernieri che lavorando le rocce di piperno temevano danni alla vista, per tanto la consacrarono a Santa Lucia protettrice degli occhi.

La denominazione Luciella le fu data per distinguerla dalla Chiesa di Santa Lucia a mare in cui gli artigiani della pietra magmatica non furono accolti.
L’ipogeo della chiesetta di Santa Luciella con i tipici scolatoi e terresante custodisce dal XVI sec. la leggenda del “teschio con le orecchie”, le persone si recavano al suo cospetto affinché ascoltasse le preghiere essendo considerato per la sua particolarità tramite privilegiato tra il mondo dei vivi e dei morti.

All’apertura della chiesetta hanno partecipato il Sindaco Luigi De Magistris e l’assessore ai Giovani e al Patrimonio Alessandra Clemente.




Napoli, 4mila persone per la prima della mostra “Canova l’Antico”

NAPOLI – Arriva al MANN il “Novello Fidia” fino al 30 giugno dal titolo “Canova l’Antico” nel capoluogo campano, i “viaggiatori” potranno fruire di ben 110 opere  del maestro per eccellenza del neoclassicismo collocate tra l’ingresso principale e il Salone della Meridiana, un successo preannunciato a più riprese, al primo giorno di apertura ha registrato ben oltre 3900 visitatori.

La
mostra-esposizione del maestro definito “L’ultimo degli antichi e il primo dei
moderni” si prospetta tra gli “appuntamenti” dell’anno da non perdere del Bel
Paese, e anche di rilievo internazionale.

“Canova e l’Antico” colloca fortemente il Museo tra i percorsi cittadini più importanti, un esempio di museo sempre più connesso con la città e non più tempio custode della cultura accessibile a pochi, ma partecipativo in maniera totalitaria e contribuendo in maniera significativa allo sviluppo economico.

La mostra già annunciata con la presenza del Ministro per i Beni e le attività Culturali, Alberto Bonisoli è un ponte tra le antichità del passato, l’ottocento e la contemporaneità, ad accogliere i visitatori all’interno della Domus dell’arte due installazioni multimediali con C+by Magister ad alto contenuto scientifico e di grande potenza emotiva che “raccontano” in maniera immersiva ed esperienziale la vita dell’artista di Possagno.

L’exibhition
è un viaggio nel mondo del maestro veneto che tanto amò Napoli, egli trovò
ispirazione dai tesori appartenente al capoluogo partenopeo, Canova usava il
linguaggio del neoclassicismo che risultava essere comune al resto dell’Europa,
la fama dell’artista di Possagno già nell’ottocento era palesemente
internazionale. Tra in esposizione opere in marmo di notevole importanza che
hanno ispirato scrittori come Sthendal e Foscolo, riunite ora nel Salone della
Meridiana del Museo Archeologico napoletano come Maddalena penitente da Genova,
il Paride del Museo Civico di Asolo, la Stella Mellerio.

Capolavori
in assoluto e senza tempo da ammirare tra cui di “Le Tre Grazie” e “ Paolina
Borghese”, le opere risultano ancora le Star dell’arte e senza tempo, e
nonostante sono opere fortemente “utilizzate” dai media sembrano non aver perso
l’aura, ed offrono ai “viaggiatori” un’emozione unica, un esempio di bellezza
oggettiva capace ancora di incantare.

L’evento che
risulta essere epocale, grazie anche a prestiti internazionali, con ben sei
marmi provenienti dall’Ermitage di San Pietroburgo, che vanta la più ampia
collezione canoviana del mondo. L’amorino Alato, L’Ebe, La danzatrice con le
mani sui fianchi, Amore e Psiche stanti, la testa del Genio della Morte, La
Pace, proveniente da Kiev, l’apollo che s’incorona del Getty di Los Angeles.

Il
Governatore della Campania durante la conferenza stampa del 28 marzo
all’apertura ha dichiarato: “ Da San Pietroburgo, giungono a Napoli prestiti
unici e irripetibili, come i gruppi scultorei di Canova che, per la prima
volta, vivranno un emozionante confronto con i modelli che hanno ispirato
l’autore. A San Pietroburgo, reperti provenienti dal MANN e dal Parco
archeologico di Pompei danno vita alla mostra “Pompei, Uomini, dei ed eroi”.” –
Prosegue De Luca – “E’ il significato dell’arte come patrimonio universale e
collettivo. Ed è, per noi, motivo di orgoglio sentirci protagonisti di questa
eccezionale interazione, condividere la capacità quasi “olfattiva” del Mann di
intercettare, questo magma in movimento che è la Campania, un “sistema”
dell’arte unico nel suo genere, che possa indicare nuovi orizzonti nella
gestione della cultura della nostra nazione”.

La mostra ha
ottenuto il sostegno della Regione Campania, i Patrocini del Comune di Napoli,
Gypsoteca-Museo Antonio Canova di Possagno e del Museo Civico di Bassano del
Grappa ed è stata realizzata con la collaborazione di Ermitage Italia. All’inaugurazione
della mostra erano presenti il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De
Luca, Nino Daniele Assessore alla cultura e al Turismo del Comune di Napoli, il
Direttore del Museo archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, Sergej
Androsov, Capodipartimento delle arti figurative occidentali del Museo Statale
Ermitage, Giuseppe Pavanello, tra i massimi studiosi di Canova.