Prima mostra virtuale in 3d sull’Italia ritrovata a cura di Enit

È la prima volta che viene collegato un archivio ad uno spazio espositivo digitale in 3D senza la collocazione fisica di una mostra. Lo fa Enit-Agenzia Nazionale del Turismo aprendo virtualmente le porte del proprio archivio storico con migliaia di ritrovamenti in un’esposizione globale totalmente digitale e anche in inglese intitolata “Enit e l’Italia. Una gran bella storia“.

Ad aprirla Alberto Angela che ricorda come “l’Italia abbia la maggiore biodiversità culturale presente sul Pianeta, 3mila anni di civiltà ininterrotti, cosa che gli altri Paesi non hanno. Ed è nostro dovere conservare questo patrimonio affinché arrivi integro alle generazioni future, ancora non nate e che potranno sentirsi stimolate da questi collegamenti storici. Custodire questo patrimonio vuol dire anche mettere in luce le meraviglie che lo costituiscono. Attraverso le opere del passato riceviamo valori che ci aiutano a vivere il presente per indirizzare il futuro. La missione di Enit è fondamentale per rimanere sulla stessa lunghezza d’onda delle generazioni passate“.

“La forgia dell’ospitalità italiana passa da Enit. Il turismo oggi muove l’economia ed è un’attività scientifica, settorializzata e segmentata, diventando un prodotto che coinvolge non solo fattori materiali, tangibili (trasporti, ristoranti, ecc.), ma che comprende e valorizza anche fattori immateriali, come le tradizioni, la cultura locale, il senso di appartenenza, le emozioni. Fattori che esaltando l’unicità delle località turistiche hanno un ruolo determinante sulle scelte dei viaggiatori” aggiungeilPresidente Enit Giorgio Palmucci.

 “L’industria dell’accoglienza segue una linea tendenziale ascendente: in 100 anni il movimento turistico è esploso da 900mila visitatori nel 1911 a quasi 64 milioni di arrivi odierni. L’apporto al sistema economico dal 1924 ad oggi è passato da 2 miliardi e mezzo di lire a quasi 42 miliardi di euro. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’Enit entrò nel mondo del cinema per produrre cortometraggi di promozione turistica e inoltre lanciò i notiziari di settore nella Radio Nazionale sin dal 1927. Esisteva un consorzio di vendita di pacchetti turistici  negli anni ’20 tra Enit e Ferrovie ad esempio”. Così il Direttore Enit Giovanni Bastianelli ricordando anche il primo presidente Enit Luigi Rava, Ministro delle Finanze e dell’Istruzione che già al tempo esaltava il ruolo dell’ambiente e dei beni culturali.

“Enit rimise in circolo la cultura: per l’ente lavorarono grafici e pittori di fama diversa e provenienti da ambienti diversi. Le pellicole dell’Enit, presentate alle maggiori rassegne del settore e realizzate con la volontà di trascendere i documentari sull’Italia allora disponibili, furono affidate ad autori d’eccezione. raccontano, tra gli altri, nel loro saluto ad Enit, gli ambasciatori internazionali che organizzeranno eventi dedicati alla mostra Enit nelle sedi delle ambasciate in giro per il mondo” dichiarala Maria Elena Rossi.

A ricordare l’importanza di Enit le ambasciate italiane all’estero intervenute per la presentazione del lancio della mostra dell’Agenzia Nazionale del Turismo. Tra gli altri, a ricordare il contributo di Enit alla promozione dell’Italia l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano secondo il quale “il ruolo di Enit emerge anche all’interno della Federazione Russa. L’Agenzia è presente con un ufficio di rappresentanza fino dal 1997 poco dopo il crollo dell’Unione Sovietica. E ha sempre compreso le potenzialità di una popolazione di 150 milioni di abitanti tutti appassionati a quanto l’Italia può offrire. E grazie all’intensa attività Enit, che fa leva sul tradizionale amore che lega le nostre culture, è riuscita a far diventare la Penisola una delle prime tre nazioni preferite dai viaggiatori russi. Già nel 1921 Enit aveva intuito la possibilità di influenzare i flussi turistici dall’estero attraverso campagne”. Una strategia vincente e lo è ancora, sostiene l’ambasciatrice italiana in Francia Teresa Castaldo mentre, per l’ambasciatrice italiana in Belgio Elena Basile, “Enit è protagonistain Belgio insieme alla rete estera del Ministero degli Esteri, svolge un lavoro encomiabile per la produzione istituzionale economico culturale e turistica. Il Belgio ama l’Italia e una comunità di 500mila italiani”. Plauso ad Enit anche dall’ambasciatore italiano in Brasile Francesco Azzarello: “Enit è la nostra stella, la nostra bandiera per il turismo e confidiamo di riprendere presto i rapporti con enormi flussi dal Brasile all’Italia“. L’ambasciatore italiano a Tokyo Giorgio Starace rammenta che le “straordinarie bellezze del nostre Paese vengono celebrate attraverso il lancio della mostra virtuale Enit in Italia. Ci sono dati incoraggianti, solo nel 2019 sono stati oltre 2 milioni e mezzo i turisti giapponesi che hanno visitato l’Italia nel 2019 e la Penisola è stata la prima destinazione europea per i turisti giapponesi l’anno scorso“. L’ambasciatore italiano a Vienna Sergio Barbanti: “Enit ha un compito difficile che assolve con pazienza e tenacia e infatti l’Italia è per gli austriaci la prima meta delle vacanze“. Anche l’ambasciatrice in Australia Francesca Tardioli elogia “Enit e Italia, una storia che ha superato il secolo. Il turismo verso l’Italia ha portato nel 2019 quasi un milione e mezzo di viaggiatori australiani e neozelandesi. Le restrizioni ci fanno sentire ancora di più la voglia di Italia, sperando di poterla raggiungere il prima possibile”.

La mostra è un unicum perché è il risultato di un progetto di innovazione digitale dove un archivio storico dialoga direttamente con una piattaforma 3D. Questo permette ad Enit di avere uno spazio virtuale di proprietà – come se realmente fosse un luogo espositivo – dove organizzare e allestire infinite mostre attingendo direttamente dal proprio patrimonio culturale. La valorizzazione del patrimonio acquisisce così una dimensione interattiva, tecnologica e globale mai raggiunta prima.

Ci si potrà muovere a 360 gradi e lanciare approfondimenti in audio guida e utilizzare materiali multimediali che interagiscono tra loro a celebrare il genio italiano e l’evoluzione sociale della Penisola, influenzata dallo sviluppo turistico. Tra le opere che si incontreranno anche i manifesti storici e le foto con estratti dei lavori documentaristici cinematografici commissionati da Enit al celebre regista italiano Luciano Emmer, che raccontavano le bellezze dell’Italia attraverso lo narrazioni dei sentimenti. E poi le campagne pubblicitarie firmate dai migliori designer degli anni ’30-’40-’50, che hanno indirizzato l’Italia verso la ripresa post bellica e ora post Covid e siglato alleanze strategiche con importanti enti statali del comparto turistico, promosso concorsi e campagne fotografiche per documentare lo stato d’essere delle risorse italiane. La mostra è visibile sulla piattaforma www.mostrevirtuali.enit.it. L’evento celebra anche l’ente più antico d’Italia con il ruolo fondamentale svolto in oltre cento anni di storia di promozione turistica. Fondato nel 1919 con il compito di far conoscere e appassionare l’estero all’Italia come destinazione turistica d’eccellenza, Enit continua a lavorare per elevare la quantità e la qualità dei flussi di visita nel nostro Paese e raccontarne e influenzarne la storia. La mostra si strutturata in quattro sezioni tematiche con sei stanze in un viaggio virtuale lungo l’Italia e una panoramica fotografica tratta dall’Archivio che ripercorre la Penisola dal Nord a Sud.  

Enit ha avviato inoltre la digitalizzazione di oltre 30mila reperti ad oggi, su un patrimonio di 100mila ritrovamenti di inestimabile valore storico e artistico, una parte di quali sono contenuti nel libro “Promuovere la Bellezza” il libro-evento con cui Enit ha festeggiato i 100 anni e curato dal ricercatore Manuel Barrese, frutto di oltre un anno di ricerche storiografiche e di analisi di migliaia di diapositive, manifesti e vetrini che hanno ricostruito di uno spaccato dell’Italia dai tratti inediti ed eterogenei e riportato alla luce i manifesti storici di artisti contemporanei: Dudovich, Cambellotti, Boccasile, Retrosi, Mino Delle Stile. Tutto il materiale confluirà in un archivio storico digitale che insieme all’Open Library con il materiale fotografico delle Regioni Italiane costituirà il più qualificato patrimonio sul turismo italiano.

La mostra e’ disponibile sul sito

www.mostrevirtuali.enit.it




Cremona, Pianolink International Amateurs Competition: ecco i vincitori del prestigioso concorso internazionale

CREMONA – Sono stati resi noti a Cremona i nomi dei vincitori del concorso Pianolink International Amateurs Competition: Michael Cheung (Canada), Carl Di Casoli (Florida USA), Joowon Kim (South Korea), Irene Longacre Whiteside (Texas USA), Zachary Weiner (California USA). Il primo premio assoluto PianoLink Grand Prize è andato a Zachary Weiner.

I vincitori sono stati selezionati tra i 10 finalisti in gara, dei quali 4 hanno sostenuto la prova da remoto, da 4 nazioni diverse (California, Texas, Florida, Grecia)  e con altrettanti fusi orari diversi. Gli altri 6 hanno sostenuto la prova a Cremona presso Palazzo Affaitati.

Tutti i momenti della giornata sono stati trasmessi in diretta in live-streaming, contemporaneamente sulle pagine Facebook di PianoLink, Yamaha Pianos, Bösendorfer Italia, Cremona Fiere e Cremona Musica e sul canale YouTube PianoLink International Amateurs Competition. Hanno preso parte alla competizione tutti i pianisti amatori di ogni nazionalità suddivisi in due categorie, diplomati e non diplomati. La giura era presieduta dal pianista americano Jeffrey Swann e composta inoltre da Bruno Monsaingeon (FRA), Eric Schoones (NLD), Alberto Nosè (ITA) e Alexander Romanovsky (UKR).

 I cinque vincitori del Concorso si aggiudicano: Recital dei Vincitori a Milano all’interno del MiAmOr Music Festival 2021, Recital dei Vincitori a San Pietroburgo, Recensione scritta e autografata dalla giuria, Intervista su Pianist Magazine. Il Primo Premio Assoluto vinto da Zachary Weiner consiste in un’iscrizione al Workshop di Pianoforte e Orchestra PianoLink edizione 2020/2021 con la frequenza delle lezioni e prove con orchestra a Milano, e Concerto Finale con Orchestra Sinfonica, dal valore €4.000, messo a disposizione da Yamaha Music Europe Branch Italy. Il Premio CremonaMusica, del valore di 1.000 euro, andrà al video che avrà registrato il maggior numero di like e voti espressi dal pubblico presente in sala durante il MiAmOr Music Festival, si potrà votare fino a maggio 2021.




Tiepolo sbarca ad Helsinki con la Venezia nel Nord

La fama del maestro veneziano Giovanni Battista Tiepolo (1696–1770) si diffuse in Europa già all’inizio del XVIII secolo. Ben presto attirò l’attenzione di grandi collezionisti d’arte. Sebbene non abbia mai viaggiato in Russia o in Scandinavia, i suoi dipinti lo hanno fatto.

È una testimonianza della forza della sua arte che dipinti, disegni e incisioni hanno goduto di una popolarità continua sul mercato dell’arte per tutto il XIX secolo e fino al XX secolo. Per la prima volta in Finlandia, la mostra Tiepolo – Venice in the North ( Tiepolo – Venezia del Nord) riunirà oltre una ventina di dipinti ad olio, disegni e acqueforti di Giovanni Battista Tiepolo e di suo figlio Domenico. Capolavori provenienti da importanti collezioni museali in Scandinavia, Russia, Gran Bretagna e Italia metteranno in luce la fortunata diffusione dell’arte del Tiepolo nelle parti più settentrionali dell’Europa. La mostra si concentra su persone, eventi e le affascinanti storie dietro le opere d’arte.

Giovanni Battista (Giambattista) Tiepolo rappresenta un compendio della cultura veneziana del Settecento, rinomato per i suoi esuberanti affreschi sul soffitto, dove antichi miti e sacre leggende diventano visioni grandiose e teatrali. Come pittore era ricercato in tutta Europa da aristocratici e re, anche nell’estremo nord. I suoi due figli, Giandomenico (1727–1804) e Lorenzo (1736–76), lo assistono nel suo studio, a conduzione familiare come da tradizione veneziana.  Il punto di partenza della mostra, che si apre ad Helsinki il 17 settembre,sono i due dipinti della collezione del Museo d’arte Sinebrychoff – parte della Galleria nazionale finlandese – e il lavoro di ricerca sulla loro provenienza. Questi dipinti, Il Ratto delle Sabine, di Giambattista Tiepolo e I Greci che saccheggiano Troia, del figlio Giandomenico Tiepolo, sono entrambi bozzetti a olio, i cosiddetti modelli, che sono preparativi per i dipinti a grandezza naturale. La National Gallery di Londra ha anche altri due schizzi ad olio, che appartengono alla stessa serie del cavallo di Troia, vale a dire L’edificio del cavallo di Troia e La processione del cavallo di Troia in Troia. Sappiamo che questi tre bozzetti ad olio erano ancora insieme all’inizio del XIX secolo, quando furono venduti all’asta nella tenuta del mercante d’arte veneziano Niccolò Leonelli, a San Pietroburgo ed elencati nel catalogo d’asta. Ora, per la prima volta in 200 anni, questi tre dipinti sono riuniti a Helsinki. Questo segna uno dei momenti salienti dell’evento.

Oltre ai dipinti, una parte importante dell’opera di Giambattista e Giandomenico Tiepolo sono i loro disegni e acqueforti, e anche questi sono ben rappresentati in mostra. Il Sinebrychoff Art Museum ha recentemente acquisito un raro disegno bifacciale di Giambattista. Gli schizzi Studio di una testa femminile (recto) e Studio di una testa maschile (verso) sono legati agli affreschi perduti di Palazzo Archinto a Milano. Entrambi gli studi sono eseguiti a gesso bianco e nero su carta grigio-bianca e sono datati intorno al 1730–31. Gli studiosi conoscono solo alcune delle prime opere in gesso di Giambattista e quindi questi studi costituiscono un importante punto di riferimento. Una menzione speciale deve essere fatta per un raro prestito dalla Biblioteca Nazionale di Finlandia, un album contenente la produzione completa di acqueforti dei membri della famiglia pubblicati da Giandomenico dopo la morte del padre. Questo album è un esempio unico e ben conservato di una prima edizione fino ad ora sconosciuta agli studiosi del Tiepolo.

 L’idea preliminare per il concetto della mostra nel 2015 era di riunire la serie del Cavallo di Troia. Tuttavia, ci si è presto resi conto che dovevano essere inclusi anche i dipinti su piccola scala del Tiepolo e gli schizzi a olio esistenti in altri paesi nordici, ed in Russia. Molti dei dipinti hanno un’importante provenienza legata alle case reali e imperiali sia in Svezia che in Russia dove vi erano già arrivati ​​durante la vita di Giambattista. La mostra e il relativo catalogo si concentrano sulla storia connessa alla sua vasta fama e sulla diffusione della sua arte nelle parti più settentrionali dell’Europa.

Informazioni:

Su Tiepolo:

http://www.treccani.it/enciclopedia/giambattista-tiepolo/

https://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/tiepolo.htm

https://www.giunti.it/catalogo/tiepolo-9788809762114

Cataloghi della mostra:

Tiepolo Venice in the North, ediz. Skira e Museo d’arte Sinebrychoff. A cura di:  Hanna-Leena Paloposki.

Tiepolot matkalla – Resa med Tiepolo. Sinebrychoffin taidemuseo. A cura di: Hanna-Leena Paloposki

In collaborazione con:

Ministero dell’Istruzione e della Cultura di Finlandia; Istituto Italiano di Cultura di Helsinki; Amici del Museo d’arte Sinebrychoff;  Fondazione Musei Civici di Venezia; Museo statale dell’Ermitage, San Pietroburgo; Consorzio Tutela Prosecco DOC

Dal 17 settembre 2020 al 10 gennaio 2021

Ingresso: 15/13 € / Museum Card

Visite guidate: sales@fng.fi

Orari di apertura: martedì, giovedì, venerdì 11-18, mercoledì 11-20, sabato-domenica 10-17, lunedì chiuso.

Contatto: Sinebrychoff Art Museum, Bulevardi 40, 00120 Helsinki, +358 (0) 294500460, www.siff.fi    Seguire su: Facebook @siffmuseo  Instagram @Sinebrychoffartmuseum  Twitter @Sinebrychoffart




Alba, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco spegne 90 candeline

Un luogo meraviglioso, nel cuore delle colline Unesco, per il tradizionale evento di presentazione al territorio della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: l’anfiteatro Horszowski di Monforte d’Alba ha fatto da scenario all’incontro in cui è stato svelato il ricco programma della 90ª edizione, che non si lascia fermare dagli avvenimenti di questo 2020, e anche quest’anno torna a profumare le colline di Langhe, Monferrato e Roero dal 10 ottobre all’8 dicembre, portando a nove le settimane di apertura al pubblico della manifestazione.

La Fiera coglie l’occasione di ripartenza per dare inizio a un nuovo corso, innovandosi nelle forme di dialogo con l’esterno senza stravolgere i propri concetti fondanti. Il filo conduttore di questa edizione è “Il Mondo” per rappresentare il ruolo di ambasciatore e facilitatore di relazioni del Tartufo Bianco d’Alba. Nel corso dei 90 anni di storia della Fiera, il Tuber magnatum Pico è arrivato sulle migliori tavole del mondo, e grazie anche a un grande personaggio quale Giacomo Morra, è diventato uno dei prodotti iconici dell’alta gastronomia a livello mondiale. Così come il Tartufo Bianco d’Alba aveva raggiunto i gourmet di tutto il mondo, così gli estimatori iniziarono ad arrivare ad Alba di anno in anno più numerosi e desiderosi di scoprire i segreti delle colline su cui nasce il fungo più prezioso al mondo.

Numerose le conferme, a partire dal fulcro della Fiera che è e rimane il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, unitamente alla rassegna Albaqualità, in uno spazio – il Cortile della Maddalena – che sarà rivisto quest’anno nella forma, con un’innovativa soluzione a cielo aperto, che garantisce tuttavia la fruibilità degli spazi anche in caso di maltempo, con accessi contingentati e predisposizione di tutte le misure del caso, mantenendo inalterata la sostanza. Sarà il luogo in cui poter acquistare magnifici esemplari di Tuber magnatum Pico accuratamente selezionati dai giudici di Analisi Sensoriale del Tartufo, formati dal Centro Nazionale Studi Tartufo.

Quindi l’Alba Truffle Show (Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena), pronto ad accogliere, nel consueto clima di raffinata famigliarità, e nella più totale sicurezza degli ospiti, le creazioni gourmet nate dall’estro sapiente di grandi firme della cucina nazionale e internazionale, i seminari di Analisi Sensoriale del Tartufo – esperienza immersiva che consente di conoscere in modo semplice, ma profondo, le caratteristiche del tartufo e le Wine Tasting Experience dedicate ai grandi vini di Langhe, Monferrato e Roero –; tanti gli chef pronti a firmare i Foodies Moment dei numerosi cooking show, lasciandosi sedurre e ispirare dall’aroma del nostro diamante più prezioso.

Il Salotto dei Gusti e dei Profumi accoglierà il meglio delle eccellenze piemontesi, con la novità del Salotto del Folclore, e le proporrà ai visitatori attraverso esperienze sensoriali e laboratori. La Fiera conferma la propria attenzione nei confronti delle nuove generazioni di visitatori, allestendo per i bambini che visiteranno Alba con le loro famiglie l’area dell’Alba Truffle Bimbi, presso il Palazzo Mostre e Congressi intitolato a Giacomo Morra.

Il tema benefico vedrà confermata anche quest’anno, domenica 8 novembre, l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, evento internazionale che quest’anno festeggerà la sua XXI edizione, e sempre sul fronte della beneficienza vale la pena segnalare la presenza dei Fratelli Cerea, protagonisti della prima Cena Insolita e campioni di solidarietà con la cucina presso l’ospedale da campo degli Alpini di Bergamo, durante la fase più acuta della pandemia.

In una formula rivista, il 3 e 4 ottobre, nel weekend che anticipa l’apertura della Fiera troveranno ampio spazio folclore e tradizione, grazie all’impegno della Giostra delle Cento Torri. Confermato il Palio degli Asini, che tornerà a corrersi nella sua antica sede, intorno al Duomo di Alba: porte chiuse, per garantire salute e sicurezza, ma rilancio digitale, con la trasmissione della corsa in live streaming. A impreziosire il fine settimana, il Salotto del Folclore, con rievocazioni storiche fluide e diffuse in tutto il centro storico, avendo il proprio cuore pulsante in piazza Risorgimento.

Un’autentica immersione nel territorio e nella cultura verrà quindi offerta grazie al ricco calendario di mostre, eventi sportivi, rassegne, incontri, concerti.

La sera del 20 settembre ha visto quindi in calendario “Tuber Primae Noctis”, occasione per brindare – dopo il fermo biologico – alla prima notte dell’anno in cui si dà l’avvio alla cerca per i trifulau. Allo scoccare della mezzanotte, al Castello di Roddi si brinda per il Capodanno del Tartufo in compagnia dei rappresentanti di tutte le fiere piemontesi legate al tartufo bianco, con Alba a fare da capofila. La serata vedrà anche il coronamento del progetto “The Langhe Supper – La Penultima Cena”, progetto cominciato lo scorso anno che è culminata con l’esposizione della finestra digitale realizzata nelle Langhe da Marco Tabasso, Robert Andriessen e Tatiana Uzlova del collettivo artistico Anotherview Project.

Ma la 90ª edizione della Fiera Internazionale Bianco d’Alba sarà molto di più, con la tradizione che sposerà l’innovazione. La sede principale di questo sodalizio sarà il Castello di Roddi, che diviene la sede del “Truffle Hub”, la principale novità di questa edizione: grazie all’importante investimento della Regione Piemonte, l’antico castello torna a vivere, proiettato verso il futuro nella veste di hub digitale territoriale. La pertinenza del castello sarà sede dell’Alba Digital Truffle Lab: un’esperienza digitale che, attraverso i Giudici del Tartufo del Centro Nazionale Studi Tartufo, accompagnerà i partecipanti alla scoperta del fungo più pregiato del mondo. Ancora, per gli amanti del vino sarà possibile prendere parte al Langhe Digital Wine Lab, che offrirà degustazioni digitali guidate alla scoperta dei grandi vini piemontesi, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e Consorzio Alta Langa DOCG.

Fra le altre novità, a dare continuità al percorso cominciato nel 2017, alla ricerca della bellezza e della praticità, per tutti i gourmet e gli appassionati di tartufo si arricchisce di un nuovo elemento il kit dedicato al Tartufo Bianco d’Alba. Un diamante della terra così prezioso merita un kit dedicato, che quest’anno si arricchisce di un nuovo oggetto, sempre alla ricerca del giusto equilibrio tra il design e la funzionalità. Prende forma così un omaggio al “fiuto” di Giacomo Morra e alla sua intuizione, negli anni ’50, di promuovere nel mondo il Tartufo Bianco d’Alba: ecco quindi arrivare “Giacomo”, la spazzola da tartufo disegnata dal prestigioso Studio Job e realizzata da Gufram, il brand italiano di radical design.

Spazio, infine, alle dichiarazioni. Il Presidente della Regione, il Vice Presidente e l’Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio sottolineano che il Piemonte va avanti in sicurezza e con grande attenzione, ma ripartendo dai suoi simboli più forti. Come le colline Unesco di Langhe, Roero e Monferrato e un prodotto della terra unico e conosciuto in tutto il mondo come il Tartufo bianco d’Alba.

L’importanza della filiera agroalimentare, tra i propulsori più potenti dell’economia piemontese, è richiamata dagli Assessori alla Sanità e all’Agricoltura del Piemonte, promotori del Tavolo di consultazione regionale “Il cibo è salute”, al quale partecipano tutti i soggetti del comparto. L’unità di intenti e la collaborazione tra Sanità, mondo agricolo ed enti locali è l’elemento che, anche nel caso della storica Fiera del Tartufo, ha consentito di superare le oggettive difficoltà del momento.

Il Sindaco di Alba afferma che sarà una Fiera speciale e sicura, che si è voluto con forza organizzare. Innanzitutto per celebrare le 90 edizioni, un anniversario importante in cui onorare una lunga tradizione e l’intraprendenza dei pionieri di quella che è diventata la più importante manifestazione del territorio, trasformando le nostre umili terre nelle colline Patrimonio dell’Umanità e facendo diventare le eccellenze enogastronomiche e il turismo il più importante motore economico dell’area. Alba ancora una volta ha voluto essere capofila di questo territorio, capitale delle Langhe, dando un segnale forte in un periodo di difficoltà e incertezze. Per questo la Fiera del tartufo 2020 si farà, anche se riformulata e ripensata, mettendo al primo posto la sicurezza dei visitatori e degli operatori. Grande attenzione e professionalità nei momenti dal vivo, appuntamenti in streaming ed eventi studiati appositamente per questa edizione saranno gli ingredienti principali, oltre all’immancabile energia che si respira ogni anno in autunno ad Alba.

Questa edizione della Fiera sancirà un patto di amicizia tra Alba e Bergamo, nel segno delle Città Creative Unesco, un momento che sarà suggellato dalla presenza del sindaco Gori in città. L’Assessore albese al Turismo, manifestazioni ed eventi si dice orgoglioso di poter confermare, grazie al lavoro straordinario realizzato con la Giostra delle Cento Torri e tutti gli attori del sistema, il Palio degli Asini che rappresenterà un grande segnale di ripartenza e celebrerà ancora una volta il legame indissolubile tra la città e i suoi borghi.

La Presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena dichiara: “Sono lieta di poter annunciare ufficialmente che dal 10 ottobre all’8 dicembre avrà luogo la 90ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Abbiamo interpretato il particolare periodo trascorso come momento di trasformazione, cercando di cogliere le opportunità che si sono presentate e di affrontare l’emergenza come un acceleratore del cambiamento. Con tutti i Soci dell’Ente Fiera si è deciso di realizzare un’edizione che rilancia e si rinnova.  Sarà una Fiera fondata sui nostri più tradizionali valori quali la solidarietà con il distretto enogastronomico locale e con il mondo degli Chef, dando particolare attenzione al tema della sostenibilità interpretata su tutti i suoi assi: ambientale, economico e sociale. La sintesi tra storia, tradizione ed innovazione sarà ben rappresentata dalla più importante novità di questa edizione, la pertinenza del Castello di Roddi, prestigiosa sede da cui il Tartufo Bianco d’Alba, i grandi vini e i prodotti del Piemonte colloquieranno in digitale con il mondo. Si presterà la massima attenzione al tema della sicurezza garantendo e attuando i protocolli sanitari previsti che permettano allo stesso tempo di mantenere le tradizioni del folclore cittadino. Cogliere le opportunità per accelerare la trasformazione guardando al futuro come una pagina bianca da scrivere insieme, questo ci pare il miglior modo per celebrare il nostro 90° compleanno”.




Finnair, test antiCovid più facili per i passeggeri

La compagnia aerea di bandiera finlandese, Finnair, ha avviato una collaborazione con la società privata di servizi sanitari finlandesi Terveystalo per offrire ai propri clienti un accesso facile e veloce ai test sul coronavirus prima del viaggio. Il servizio parte dal 28 settembre 2020.

Alcuni paesi richiedono un risultato negativo del test del coronavirus e un certificato ai passeggeri in arrivo nel paese per cui l’accordo tra Finnair e Terveystalo garantisce che ai clienti venga fornito un certificato di test richiesto dal paese di destinazione in modo conveniente e tempestivo. Inoltre, i clienti Finnair ottengono l’accesso ai servizi di test a un prezzo scontato e con la possibilità di acquistarlo con i punti Finnair Plus.

La sicurezza e la facilità di viaggio sono estremamente importanti per noi. Sfortunatamente, i viaggiatori devono affrontare sempre più esigenze in questi giorni. Attraverso la nostra collaborazione con Terveystalo, vogliamo rendere più facile viaggiare per la nostra clientela nei paesi che richiedono un certificato di prova del coronavirus “, dichiara Jaakko Schildt, Chief Operations Officer, Finnair.

Man mano che le restrizioni di viaggio vengono rimosse, è importante consentire di viaggiare con la massima tranquillità. Sebbene l’interazione attraverso i canali digitali sia una buona opzione per molte situazioni, gli incontri faccia a faccia sono ancora necessari sia per il lavoro che per il tempo libero. In Terveystalo, vogliamo anche supportare le aziende e offrire soluzioni per chi viaggia per lavoro “, afferma Karita Reijonsaari, direttrice dello sviluppo aziendale, Corporate Health, Terveystalo.

Il test PCR da naso e gola utilizzato da Terveystalo soddisfa gli standard internazionali di qualità ed è il  metodo più accettato al mondo. Paesi diversi hanno requisiti diversi per i test del coronavirus e i documenti correlati. Gli specialisti di Terveystalo discutono questi requisiti con il cliente e al cliente viene fornito un test adeguato e un certificato che soddisfa i requisiti del paese di destinazione validi al momento. Il cliente può anche scegliere un’opzione di solo test e riceverà il risultato tramite il servizio Oma Terveys immediatamente dopo che il risultato è pronto. Questa opzione serve ad esempio i cittadini finlandesi che tornano a casa da paesi ad alto rischio e che desiderano abbreviare i 14 giorni di quarantena sottoponendosi a test dopo l’arrivo.

I clienti Finnair vengono indirizzati al servizio digitale di Terveystalo tramite il sito web di Finnair e possono scegliere la clinica Terveystalo più vicina per i test da un’ampia rete in tutta la Finlandia. Il test ed i  risultati sono programmati in modo da soddisfare i requisiti di destinazione. I clienti hanno accesso a un servizio di test rapido e il tempo di attesa per i risultati è ridotto al minimo. Nell’area della capitale della Finlandia, il risultato è pronto in 24 ore e in altre parti della Finlandia in media in 36 ore. I clienti ricevono le informazioni sul risultato con un breve messaggio e il certificato viene consegnato in formato elettronico o stampato.

I clienti di Finnair ricevono uno sconto del 10% dal normale prezzo del test PCR di Terveystalo. Per i soci Finnair Plus Platinum Lumo, Platinum e Gold lo sconto è del 15%.Maggiori informazioni e istruzioni dettagliate per i clienti disponibili su www.finnair.com nel mese di settembre.




Roma, presentato il 72° Prix Italia della ripartenza: 65 organismi di 38 Paesi presentano 250 titoli

ROMA – È stata presentata a Roma la 72a edizione del Prix Italia, la rassegna internazionale, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa dalla Rai a partire dal 1948 per presentare il meglio di programmi di radio, televisione e web da tutto il mondo, con un’offerta di 250 titoli da 65 organismi di 38 Paesi. Ed il Prix, anche in questo anno difficile, torna a premiare le sue dodici categorie, con un’edizione intitolata “Public Service and the Virtual Newsroom: Back to the Future?”, (Servizio pubblico e redazione virtuale: ritorno al futuro?) , che, dal 24 al 26 settembre, per la prima volta dall’emergenza Covid19, riunisce fisicamente al Maxxi di Roma i rappresentanti delle emittenti più importanti al mondo al fine di scambiarsi competenze, proposte ed esperienze.

Durante la presentazione, il Presidente della RAI, Marcello Foa, ha affermato come non fosse affatto scontato che si potesse essere qui, con “un’edizione che abbiamo fortemente voluto e, almeno in parte, voluto in presenza, nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza, proprio perché fosse un segnale di fiducia nella ripresa. Un grande servizio pubblico deve reagire alla crisi e in questa pandemia la Rai ha fatto scuola agli altri paesi. Oggi vogliamo farlo anche nella ripartenza“. A cominciare dai giovani e dall’accordo siglato tra Foa e il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Ferruccio Resta, per aprire le porte della rassegna agli studenti universitari nei prossimi tre anni (a loro anche l’onore di un Premio speciale da assegnare).

Nonostante la crisi non ci siamo mai fermati“, a sua volta ha dichiarato il segretario generale del Prix Italia, Annalisa Bruchi, presentando la nuova edizione insieme al presidente Graham Ellis e al Direttore di produzione Tv, Roberto Cecatto. Anzi, “abbiamo avuto dieci nuovi emittenti iscritte da otto Paesi” ovvero Colombia, Danimarca, Francia, Monaco, Regno Unito, Thailandia, Uruguay e Venezuela. “Anche se ridotto – ha aggiunto – il calendario è molto ricco: cerimonia di inaugurazione”, e poi “conferenze, relazioni, anteprime e una parte importante dedicata all’YLAB animato dagli studenti delle Università pubbliche del Lazio“. Sui temi, “molti prodotti presenti raccontano la pandemia nel mondo, un modo anche per condividere esperienze e soluzioni”. Due le produzioni Rai nella selezione finale: “La mia jungla” di Rai Fiction (Web Fiction) e “Labanof, corpi senza nome dal fondo del Mediterraneo” di Radio3 (sezione Radio Documentary”.

Tra gli eventi, un omaggio a Sergio Zavoli con Renzo Arbore, Michele Mirabella e Renato Parascandolo; quindi, per Rai2 “Fenomeno Ferragni” con Simona Ventura che intervista Chiara Ferragni e per Rai 4 “Stranger Tape In Town” con Ema Stockholma. E ancora, il 25, l’anteprima Rai Cultura di “Sinfonie di Rinascita (2020)”, in onda su Rai5, e quella di Rai Fiction “Io ti cercherò” con Alessandro Gassmann. Mentre il 26 per “Sapiens. Un solo pianeta” Rai3 presenta la puntata “La vita dal fuoco – Storie di uomini e vulcani” di Mario Tozzi e Rai Cinema il film “The Rossellinis”, dalla 77a Mostra del cinema di Venezia. L’annuncio dei nomi dei vincitori previsto durante la cerimonia del 25 settembre al MAXXI, visibile anche in streaming e tradotta nel linguaggio dei segni su www.prixitalia.rai.it.

Dopo la chiusura, ha inoltre commentato la sindaca della capitale Virginia Raggi, intervenuta alla presentazione, “sta emergendo è la nostra capacità di adattamento. Roma è stata la prima città del progetto 100 Resilient Cities. Ottimo il Prix Italia in presenza, ottimo sfruttare tecnologie e nuove forme di connessione. Questa pandemia ha fatto da catalizzatore di tante trasformazioni di cui prima si sentiva solo parlare e che ora, finalmente, vediamo in atto” ed ha concluso formulando “complimenti a tutti e grazie per aver deciso di organizzare questo evento,per Roma è un onore ospitare il Prix Italia. Rappresenta la capacità di andare avanti di fronte a questo virus maledetto che ha bloccato tutto il mondo”.




Ruska, esplosione dei colori autunnali in Lapponia

I colori delle foglie durante l’autunno (“ruska” in finlandese) rappresentano uno spettacolo naturale unico che colma il paesaggio di mille sfumature. Ricca di foreste e terre ancora incontaminate, la Finlandia è una meta ideale per ammirare paesaggi autunnali indimenticabili.

In altre parti del mondo, questo periodo può esser chiamato ‘foliage’, oppure ‘Indian summer’, oppure ‘estate di San Martino’ ma la definizione non significa identità del modo in cui la natura appare ai nostri occhi. L’alternarsi delle stagioni in Finlandia è ancora percepibile e ricco di contrasti.

Il colore delle foglie d’autunno trasmette segnali forti e chiari: è un malinconico addio alle lunghe giornate estive e un monito per ricordare che il lungo e gelido inverno ed il ‘kaamos’, la lunga notte artica, si stanno avvicinando a grandi passi. Il periodo ottimale dura circa due settimane e varia di anno in anno. Per non sbagliare, meglio scegliere settembre per un eventuale viaggio. La stagione della “ruska” è il sogno di ogni fotografo: la varietà di latifoglie e conifere che si distendono su un tappeto di muschio, bacche e frutti di bosco produce una tavolozza che comprende ogni sfumatura di verde, arancio, blu, rosso e giallo, con un effetto talmente straordinario che non immortalarlo sarebbe un peccato… non veniale: un fenomeno naturale che dipinge i paesaggi del nord con toni profondi e morbidi.

Le prime gelate sulle colline che circondano Saana, Lapponia, la seconda montagna più alta della Finlandia con i suoi 1.029 metri, potrebbero arrivare già alla fine di agosto o all’inizio di settembre. I cambiamenti nei colori dell’arbusto e del fogliame degli alberi accelerano man mano che le notti diventano più fredde, specialmente nelle colline più elevate intorno a Kilpisjärvi nel nord-ovest, dove si trova Saana.

In finlandese, il fenomeno è denominato ‘ruska’ e descrive il momento nel quale colline e foreste si esibiscono in un vivido spettacolo di rossi, arancioni e gialli, come per protestare contro l’imminente inverno. Questa breve e bella, se non sempre prevedibile, stagione dura poco , come detto, in tutta la regione, e gli escursionisti affollano i rifugi e gli chalet della Lapponia, partendo per lunghe passeggiate giornaliere o trekking più aspri.

Le giornate sono fresche e spesso limpide e calme, clima perfetto per il trekking, con  il vantaggio di trovare succulenti funghi porcini e mirtilli e loro varietà. La tradizione finlandese dei diritti di ogni persona significa che la persona può scegliere e raccogliere tutti i tesori commestibili che trova nei grandi spazi aperti. E come se la ‘ruska’ non fosse sufficiente come sfondo, ci sono molte possibilità di concludere la giornata con un tramonto sbalorditivo seguito dall’apparizione del ‘revontuli’, ovvero l’aurora boreale, le incredibili luci del Nord che stanno diventando sempre più attrattiva per turisti intelligenti e attratti dai fenomeni naturali visibili solo in queste aree artiche.




Martina Franca, arte e fotografia si incontrano in cortile

MARTINA FRANCA (TA) -Da venerdì 18 fino al 30 settembre, nella splendida cornice del cortile di uno dei palazzi settecenteschi più suggestivi di Martina Franca, sito lungo corso Vittorio Emanuele al n. 38, è in corso tutti i giorni la mostra dal titolo INCONTRI IN CORTILE con i dipinti realizzati da Vito Marzo e le fotografie di Marcello Nitti, ad ingresso libero nel pieno rispetto nelle norme anti-covid.

Uno spazio espositivo originale e che, in un certo modo, rompe con la tradizione dello spazio chiuso di una galleria per offrire un accesso aperto e libero, inserito in un contesto di una cittadina nota per la vivacità dei suoi fermenti culturali.

Gli acquerelli di Vito Marzo in mostra sono stati realizzati in gran parte nel periodo della chiusura, e hanno come tema alcune immagini femminili e sensazioni di attesa, solitudine, riflessione; a sua volta, Marcello Nitti ha già realizzato rinomate mostre delle  sue fotografie all’estero, in Svezia, e quelle esposte in cortile sono un estratto delle sue tematiche illustrative, qui sintetizzate in giochi di trasparenze monocromatiche.

L’allestimento è ideato e realizzato secondo criteri minimalisti, che rispettano il contenuto delle opere allo stesso tempo valorizzando il contenitore che le accoglie.

La mostra si offre quasi come un contrappunto tra due forme espressive che spesso si assimilano a seconda dei contenuti trattati e delle quali spesso è difficile distinguere la caratteristica artistica o documentaria.




Roma, palazzo Borromeo: ricordato il cardinale Achille Silvestrini, fine diplomatico al servizio della Chiesa e della pace

Si è svolta a Roma nella suggestiva cornice di palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, un interessante convegno dal tema A 45 anni dagli Accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Östpolitik vaticana”, organizzata dalla stessa ambasciata e dedicato al ricordo del cardinale Achille Silvestrini, scomparso a Roma nel 2019.

Intervenendo dopo una introduzione istituzionale dell’ambasciatore Pietro Sebastiani, per il quale “il Pontefice, Casaroli e Silvestrini capirono pienamente il valore di un’assise in cui si riuniva l’Europa una e cristiana. Ne conseguì una proposta che sarebbe stata poi accolta nell’art.7* della Dichiarazione e che molto contribuì a rovesciare il malcelato disegno sovietico di utilizzare Helsinki per dividere l’Occidente”, il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, rendendo omaggio al cardinale Silvestrini, grande protagonista della “Ostpolitik vaticana”,  ha ricordato che gli Accordi di Helsinki rappresentarono, negli anni ’70 e seguenti, un strumento fondamentale per la transizione da “una timida distensione” tra Occidente e blocco sovietico ad un vero percorso di dialogo, “arma più importante per arrivare a una pace che non sia solo assenza di conflitto”. Parolin ha sottolineato come al cuore degli Accordi di Helsinki vi fosse la concezione che la pace sia un “concetto morale ancor prima che una questione politica” e che la libertà di culto e religione costituisca “un valore fondamentale dei rapporti tra popoli”. Per Parolin il porporato romagnolo fu “un sottile interprete” della politica di apertura e dialogo verso i Paesi del blocco sovietico durante il pontificato di Paolo VI, ricordando come fosse riuscito a portare avanti il suo lavoro diplomatico con determinazione, nonostante, talvolta, “colloqui dal successo ridotto o addirittura infruttiferi”. A sua volta, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha delineato la figura cardinale Silvestrini e il suo ruolo di “diplomatico, educatore, uomo di chiesa di fede cristallina e studioso interprete dei suoi tempi, anzi dei tempi nuovi“, sottolineando il contributo del porporato per ”fornire una salda base di legittimazione al servizio diplomatico della Santa Sede, altrimenti percepita come un residuo del potere temporale della Chiesa”. AncheConte ha ricordato l’impegno di Silvestrini nelle trattative che condussero, il 1° agosto 1975,  alla sottoscrizione dell’Atto Finale di Helsinki con particolare attenzione al valore dei diritti umani, ” in tempo di rigide contrapposizioni figlie della guerra fredda“. Silvestrini fu fautore del dialogo con i regimi dell’Est “e raccolse anche critiche per questo“, ha ricordato Conte, ma non si fermò davanti agli ostacoli e si batté anche per ”l’affermazione del principio della libertà religiosa”. Per Conte, Silvestrini seguiva “la stella polare della pace universale. Era uomo di pace, una pace che deve trovare il suo fondamento nella giustizia e che non si riduce ad essere un’assenza di guerra, si costruisce giorno per giorno“. Tanto che Silvestrini, ha rimarcato Conte, praticava la “teologia della grazia”.

Silvestrini si avvalse anche della maestria di monsignor Agostino Casaroli, che appose la firma per il Vaticano al documento finale, a proposito del quale Casaroli, il cardinale Giovanni Battista Re, a margine del convegno, ha ricordato che, al ritorno a Roma, questi gli confidò di esser molto soddisfatto per aver potuto inserire nel suo intervento, che era quello conclusivo, la parola “Dio”.

Durante il convegno sono intervenuti con annotazioni e contributi, anche il professor Carlo Felice Casula (Università degli Studi Roma Tre) e il prof. Gennaro Acquaviva (Presidente della Fondazione Socialismo).

L’Atto Finale di Helsinki suggellò la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, CSCE, svoltasi nella capitale finlandese con la saggia guida del Presidente finnico Urho Kekkonen, nel luglio e nell’agosto 1975, documento sottoscritto da 35 Paesi, tra i quali Stati Uniti ed Unione Sovietica, le due potenze del tempo.

*  VII. Rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo..

Gli Stati partecipanti rispettano i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, per tutti senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.

In questo contesto gli Stati partecipanti riconoscono e rispettano la libertà dell’individuo di professare e praticare, solo o in comune con altri, una religione o un credo agendo secondo i dettami della propria coscienza.




Roma, Raggi presenta i nuovi bus Atac: 30 mezzi già in servizio per il quadrante nord capitolino

Con la slogan +BusXRoma, la sindaca Virginia Raggi ha presentato, sulla piazza Saxa Rubra a Roma Nord, gli autobus ATAC nuovi di zecca,  di cui 30 già  in servizio nel quadrante nord della città, nell’ambito della fornitura da 328 veicoli acquistati dal Comune di Roma.

I nuovi bus serviranno le zone di Grottarossa, Prima Porta, Fidene, Saxa Rubra, via Flaminia e Cassia. Presenziavano all’incontro con cittadini e stampa l’amministratore unico di Atac Giovanni Mottura, l’assessore alla Città in Movimento Pietro Calabrese, e, per il Municipio XV, il presidente Stefano Simonelli e l’assessore all’ambiente Pasquale Annunziata.

Portiamo nuovi bus nel quadrante di Roma nord per migliorare e velocizzare gli spostamenti. Grazie ai nuovi mezzi già in strada e a quelli in arrivo nelle prossime settimane potremo migliorare i collegamenti tra i quartieri della periferia nord e potenziare le linee di connessione con il centro, garantendo un servizio più efficiente per cittadini e residenti”, ha dichiarato la sindaca di Roma, e, a sua volta, l’assessore Calabrese ha aggiunto che “Continua il nostro percorso di rinnovo e potenziamento della flotta di ATAC Questa fornitura ci permetterà inoltre di abbassare drasticamente l’età media dei mezzi nel deposito di Grottarossa, il più grande della città, portandola da oltre 11 a circa 4 anni. È un passo avanti importante per il servizio di trasporto pubblico in un’ampia zona della Capitale”.

Virginia Raggi ha rivendicato il forte impegno profuso dalla sua gestione nella salvezza di una società che, con il suo miliardo e trecento milioni di debito, era praticamente fallita e che è stata risollevata fino a produrre gli ultimi due bilanci in attivo. 

Per anni ATAC è stata al servizio della città e doveva restare pubblica. Si è trattato di un investimento complessivo iniziale, per questa nuova flotta, di ben 167 milioni di euro. Mottura ha specificato che “si tratta di autobus di nuova generazione, dotati di tecnologie avanzate. L’obiettivo è quello di dare ai romani il piacere di prendere il mezzo pubblico, di reinnamorarsi di Atac”.

Per il  presidente Simonelli i nuovi autobus arrivano in un territorio “che è una città nella città: infatti  questa piazza (quella di Prima Porta ndr) – ha spiegato – è un luogo simbolo: l’interconnessione della città con i comuni limitrofi, lo scambio tra gomma e ferro”.

Il capolinea dei bus ATAC adiacente è anche una delle fermate principali della Ferrovia Roma Nord usata dai pendolari in arrivo da Viterbo, dai territori lungo la Flaminia. “Quando inizierannoi lavori sulla Roma-Civitacastellana-Viterbo diventerà uno snodo ancora più fondamentale e serviranno interventi. Già questi nuovi mezzi sono un segnale importante per la periferia”.  S

i arriverà ad oltre 800 nuovi autobus entro il 2021, con più di metà della flotta Atac completamente rinnovata. Per Calabrese “Questi sono i fatti reali di una Capitale che rinasce dopo decenni di malaffare, che evidentemente a qualcuno danno molto fastidio”. I Citymood, prodotti da Industria Italiana Autobus, sono veicoli di moderna concezione, dotati di impianto di videosorveglianza, climatizzazione e pedana manuale per i portatori di disabilità. Sono 100 in tutto i bus che, nell’ambito della fornitura citata arriveranno nella rimessa lungo la Flaminia.




Roma, palazzo Braschi: oltre 700 giocattoli antichi alla mostra “Per Gioco”

La grande selezione della Collezione capitolina esposta fino al 10 gennaio 2021

ROMA – Fino al 10 gennaio 2021 le sale espositive del Museo di Roma a Palazzo Braschi presentano un ambiente magico e ricco di sorprese in occasione della mostra Per Gioco. La collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina, inizialmente programmata a partire dal 29 aprile 2020 e sospesa a causa dell’emergenza sanitaria, ricca di oltre 700 esemplari di giocattoli antichi appartenenti alla Collezione capitolina animano infatti 22 sale al primo piano del museo, accompagnando i visitatori attraverso un percorso espositivo suddiviso per aree tematiche.

Gli esemplari esposti sono principalmente riferibili agli anni compresi tra il 1860 e il 1930, la cosiddetta “età d’oro” del giocattolo. A questi si aggiungono la casa di bambole della Regina di Svezia, di fine ‘600, e i giocattoli più antichi della collezione: due bambole di epoca pre-incaica del XIV- XV secolo, di cui una che raffigura una madre con il figlio in braccio.

Una curiosità: la Collezione è nata da una passione dello svedese Peter Pluntky, che ha raccolto tra il 1970 e il 1999 una quantità pari a 10664 pezzi, per un totale di 33.000 componenti, molto distanti tra loro per gusto ma di un’epoca precisa, e conosciuta come l’età d’oro del giocattolo che va dal 1860 al 1930. Gli esemplari, davvero unici nella fattura e nella varietà, hanno affascinato anche il collezionista perugino, Leonardo Servadio, che li acquistò nel 1999, arricchendo e ampliando questo patrimonio immaginativo e artigianale di ulteriori elementi: tanto che oggi sono 32 le tipologie rappresentate per 99 categorie merceologiche. Visti in dettaglio, attraverso un ideale tour virtuale, le case di bambola (che sono 37) e i loro ricercati e favolosi accessori (circa 5000) iniziano il neofita e l’appassionato a un percorso nello stupore. Più della metà dei giocattoli sono di fabbricazione tedesca, un quarto di produzione svedese, il resto si divide tra manifattura francese, italiana, inglese e americana.

Non sembri strana l’attenzione per il giocattolo nelle terre del Nord Europa: in fondo, costituivano una utile distrazione per i bambini nelle lunghe serate invernali…

I sei nuclei tematici in cui si articola il percorso espositivo – la città e la campagna, giochi di strada e di cielo, il bambino in movimento, la famiglia, il lavoro, il viaggio – comprendono tipologie differenti di oggetti ludici: aerei e navi, castelli, edifici rurali, automobili, treni, case di bambola, bambole, lanterne magiche, oggetti del circo e del luna park, quadri, libri, giochi di strada, oggetti di trasporto per bambini e giochi di movimento (slittini, monopattini, bici, carrozzine, cavalli a dondolo), giochi didattici sul lavoro artigianale (filande, cucine in ghisa, caldaie e vapore).

Lungo le 22 sale espositive del primo piano del museo, le macchine gioiose – sorta di “Wunderkammer” per bambini e adulti che accolgono giocattoli reali ma anche virtuali – si alterneranno a percorsi labirintici che consentiranno una visione “ravvicinata” e dinamica dei giocattoli esposti.

La prima sezione è dedicata al tema della famiglia, di cui fanno parte 79 bambole disposte in un ideale giardino e 15 case di bambola, con un’installazione per “la casa di bambola regale” appartenuta alla Regina di Svezia. Un esempio della prima fase storica delle case di bambole (XVI e XVII secolo), prerogativa delle élites auliche e aristocratiche, è fornito da uno dei più preziosi reperti della collezione in esposizione, la casa d’epoca barocca, ritenuta con certezza la più antica che si conosca della Scandinavia, ordinata nel 1686 dalla regina madre Ulrika Eleonora, moglie del re Karl XI, all’ebanista d’origine tedesca Burchard Precht per la figlia Hedvig Sophia. Al pari di altri esempi precoci, come una casa databile intorno al 1700 che si conserva presso il Nordiska Museet di Stoccolma, anche nel lussuoso manufatto ordinato dalla sovrana l’unico ambiente a essere rappresentato era originariamente non la sala del trono, e nemmeno il salone da ballo, ma la cucina!

Una delle case esposte, alta quattro piani – costruita artigianalmente nel 1914 da John Carlsen, fratello della piccola proprietaria – possiede ancora un ascensore funzionante realizzato con parti di meccanismi di orologi.

Procedendo, si ammirano giochi di ambito urbano e rurale, con circa 70 edifici, castelli e ponti, botteghe, un faro, case e poi stalle, fattorie e animali. È poi la volta di aeroplani e navi, con un aliante e un grande aquilone, e dei giochi da strada, con trottole, corde, fionde, palle, tiro a segno, pattini a rotelle.

Seguono circa 60 pezzi collegati al tema del lavoro, con giochi ispirati alle varie attività economiche dell’epoca pre-industriale o degli albori della civiltà industriale. Sono filande, telai, motori elettrici, cucine, giochi di costruzioni e meccani, che nel passato avevano la funzione di sviluppare nei bambini competenze artigianali, artistiche e domestiche.

Il percorso continua con una selezione di 60 automobiline, tra cui le automobili tedesche in miniatura degli anni ’30, e un’installazione con piccoli automi, giochi di strada e carri in miniatura trainati dai cavalli. Non mancano le macchine a vapore, piccole caldaie e trenini, alcune lanterne magiche, giochi di visione, con una quarantina di oggetti legati al divertimento, tra i quali elementi del circo – clown giocolieri, circo itinerante con automi – e del luna park (gioco del calcio, galoppatoio, mutoscopi ovvero giochi legati alla visione del pre-cinema) e tre carillon.

Affascinante anche la biblioteca dei ragazzi con 84 libri della collezione selezionati tra libri pop-up, libri “parlanti” e favole.

Nell’ultima sala, un video di animazione di circa sette minuti presenta una storia ispirata agli oggetti della collezione: in un mondo in miniatura prendono vita i giocattoli colti in dettagli anche minimi, sullo sfondo della città immersa nelle sue attività quotidiane. Il video è stato realizzato dall’artista Francesco Arcuri – video maker curatore di tutti i percorsi visivi della mostra –con due tecniche di animazione: stop motion e animazione digitale 2D. L’intero allestimento è corredato da pannelli esplicativi sul significato del gioco, sulla storia della collezione, con informazioni più dettagliate sui pezzi di maggior valore.

In occasione della mostra tutti i giocattoli sono stati sottoposti ad accurati interventi di manutenzione e restauro, ad opera della Sovrintendenza capitolina con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura e dello specialista Cataldino Saracino.

La mostra è accompagnata da un breve catalogo dal titolo “Per gioco. Guida alla collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina” a cura di Emanuela Lancianese e di Amarilli Marcovecchio, con un saggio introduttivo di Filippo Tuena. La mostra – che fa parte di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale – è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la cura di Emanuela Lancianese, il progetto di allestimento e scenografia di Enzo Pinci, gli effetti sonori e multimediali del video artista, designer e musicista Francesco Arcuri.

L’accesso alla mostra è consentito nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19, come indicato nella scheda informativa della mostra. È consigliata la prenotazione con il preacquisto del biglietto sul sito www.museiincomuneroma.it. Per i possessori della MIC card è previsto l’ingresso alla mostra con biglietto ridotto, previa prenotazione gratuita allo 060608.