IL PD DI VELLETRI ESPELLE I CONSIGLIERI TADDEI E BAGAGLINI

Redazione

Fuori dal Pd! Il gruppo consiliare del Partito democratico di Velletri ha espulso i consiglieri Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini. I due avrebbero contrastato l’azione amministrativa, addirittura dando corda, talvolta, al centrodestra. “Un partito fatto di regole – si legge in una nota –  non può più tollerare che consiglieri comunali agiscano in aperto e sistematico contrasto con tutto il Gruppo consiliare e la dirigenza del partito come accade continuamente da circa un anno con azioni volte a mettere in difficoltà l'amministrazione anche mediante uno stretto e palese collegamento con l'opposizione di centro destra".




REGIONE, PIANO RIFIUTI: LEGAMBIENTE NON CONVINTA SOLLECITA DEFINIZIONE PIANO INVESTIMENTI PER RACCOLTA "PORTA A PORTA"

Redazione


“Nel piano rifiuti ci sono molteplici elementi che non convincono, ma almeno la Regione metta sul tavolo i soldi necessari per permettere ai Comuni di raggiungere gli obiettivi fissati dal piano stesso per riduzione, riuso e porta a porta -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Non si può solo far proprio l'obiettivo di legge del 65% al 2012 e poi subito rincorrere la possibilità delle deroghe, servono convinzione e scelte concrete su tempi e modalità, ma soprattutto investimenti seri per raggiungere gli obiettivi che si fissano. Altrimenti lo 'scenario di piano', che risponde alle norme di legge, sarà superato dall'assurdo 'scenario di controllo' e il pasticcio sarà servito, visto l'attuale ridicolo 15% di differenziata del Lazio.”

Legambiente Lazio torna a criticare il surreale 'scenario di controllo' inserito nel testo del piano, 'a scopo puramente descrittivo come è testualmente scritto, nel quale si 'valuta il fabbisogno impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti urbani nel caso in cui: – non si realizzino le politiche di riduzione e si abbia una crescita “inerziale” della produzione dei rifiuti; – non si raggiungano gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal Piano in linea con la normativa vigente, ma si abbia una crescita pari alla media dell’incremento annuo del triennio 2006 -2008; la capacità operativa degli impianti di termovalorizzazione non risulti pari a quella autorizzata.' La differenza tra i due scenari è enorme: nello 'scenario di piano', infatti, il CDR recuperato sarebbe al 2017 di 415.456 tonnellate, ma nello 'scenario di controllo' il CDR raddoppierebbe quasi, arrivando a 793.423 tonnellate, addirittura creando con un deficit di capacità di incenerimento di 85.523 tonnellate (visto che anche la capacità di incenerimento diminuirebbe a 707.900 tonnellate non considerando le altre due linee autorizzate ma non realizzate). Stessa storia per il trattamento meccanico biologico: 'permanendo le ipotesi dello scenario di controllo' (…), 'potranno essere autorizzate ulteriori capacità di trattamento per il rifiuto indifferenziato e di termovalorizzazione. In particolare: – 425.000 t/a di ulteriore capacità di trattamento per il rifiuto indifferenziato localizzate nei sub ATO di Roma (400.000 t/a) e Rieti (25.000 t/a); – 320.000 t/a di ulteriore capacità di termovalorizzazione da localizzarsi nell’ATO regionale.

“Per evitare di ritrovarci i rifiuti per strada, va subito definito un piano dettagliato per la raccolta differenziata porta a porta, la riduzione e il riuso -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. E' molto preoccupante, infatti, l'abuso che nel piano e nello 'scenario di controllo' si fa delle discariche, legato a numeri davvero sovrastimati per il trattamento meccanico biologico, dal quale escono un 35% di CDR, un 2% di Metalli ma ben il 63% di materiali che continuano a finire in discarica tra scarti, FOS e perdite di processo. Insomma siamo alle solite, il piano rifiuti rischia di fatto di servire solo a giustificare l'autorizzazione di ulteriori capacità di trattamento e di incenerimento, piuttosto che a imboccare davvero e con decisione la strada della riduzione, del riuso, della differenziata.”

Legambiente è critica anche sull'enorme incremento della produzione rifiuti prevista, basata su irragionevoli indicatori socio-economici (PIL e spese per famiglie residenti): dalle 3.332.572 tonnellate di RSU (rifiuti solidi urbani) registrate nel 2009 nel Rapporto rifiuti ISPRA, si passerebbe a ben 3.675.893 tonnellate di rifiuti nel 2017, con una crescita costante. Poi su questi numeri si applicherebbero le azioni di prevenzione, pur affermando che gli 'interventi proposti tuttavia sono difficilmente quantificabili perchè spesso legati alla sola responsabilità dei cittadini, in quanto consumatori, e troppo poco a quella dei distributori e dei produttori.” Eppure, negli ultimi anni la produzione è diminuita senza particolari azioni di prevenzione da 3.343.551 tonnellate del 2008 a 3.332.572 tonnellate del 2009 e, se si valuta la produzione pro-capite, la diminuzione è stata costante in tutto l'ultimo quinquennio.

 




A CACCIA DELL'ENERGIA DEL SOLE NEI LABORATORI DI FRASCATI

Redazione

Fondere l’atomo invece di spezzarlo. Imbrigliare le reazioni che alimentano il sole e le stelle producendo grandi quantità di energia a basso costo senza aumentare le emissioni di gas serra. Questi gli obiettivi sempre più vicini delle ricerche italiane sulla fusione nucleare che potrebbe risolvere parte dei problemi energetici e climatici. L’Italia – hanno sottolineatogli esperti riuniti in questi giorni a Frascati – consuma circa 60 GW di potenza ogni giorno: con 40 centrali a fusione si potrebbe soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del nostro paese. Il futuro dell’energia parte dal Lazio: i meccanismi che si producono all’interno del Sole verranno ricreati in laboratorio, attivando investimenti per circa 300 milioni, cui se ne aggiungeranno 50 per le infrastrutture, destinati in parte alle piccole imprese del settore meccanico, elettronico ed elettrotecnico della regione. Serviranno per costruire e avviare FAST, uno dei più importanti esperimenti europei sulla fusione nucleare. La nuova macchina capace di confinare il plasma a milioni di gradi verrà ospitata a Frascati, nei laboratori Enea dove già si trova il tokamak FTU, la struttura che finora ha dato alcuni dei maggiori risultati scientifici nel campo della ricerca in campo di fusione nucleare.

Se ne parla nel workshop nazionale “Prospettive per il programma italiano sulla fusione: un satellite europeo a partire dalla proposta FAST” in corso in questi giorni a Frascati.

La nuova macchina di Frascati avrà un ruolo abbastanza concreto: sarà, certo, una sorta di ‘satellite’ di ITER, il vero e proprio progetto di ricerca, ma servirà anche e soprattutto a studiare le soluzioni per DEMO, il prototipo di centrale a fusione nucleare che dal 2030 dovrebbe cominciare a immettere energia nella rete. FAST costerà circa 350 milioni di euro, poco più di un ventesimo di ITER (10 miliardi di euro di cui 6 miliardi e 600 milioni stanziati dall’Europa).

La localizzazione degli impianti di ricerca rappresenta per il territorio una grande opportunità che innesca un impatto occupazionale sia diretto che indiretto. L’industria italiana, con il supporto tecnico dell’ENEA, solamente l’anno scorso ha avuto commissioni pari a circa 500 milioni di euro per la realizzazione di ITER.

“Una nuova macchina tokamak nel Lazio sarebbe la conferma che l’Italia è leader in Europa nella ricerca sulla fusione nucleare”, spiega Giuseppe Mazzitelli, responsabile della macchina FTU e presidente di Frascati Scienza, l’associazione che riunisce tutti gli enti scientifici di Frascati e che organizza ogni anno la Notte Europea dei Ricercatori. “Si tratta di un progetto che può fare del nostro Paese, e in particolare del Lazio, uno dei centri di eccellenza di formazione e sviluppo scientifico e tecnologico che porterà alla realizzazione di una sorgente di energia sicura, sostenibile per l’ambiente e praticamente illimitata. Continuando a investire nella ricerca– dice Mazzitelli- arriveremmo ad avere la commercializzazione di energia da fusione a partire dal 2050. Un’energia a basso costo, sia in termini economici che ambientali, con grande potenza: due centrali da 1,6 GW sarebbero sufficienti per coprire il fabbisogno attuale di una città come Roma.”




PARERE FAVOREVOLE AL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL LAZIO

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Parere favorevole a maggioranza della commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Roberto Carlino (Udc), al piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI) dell'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio. Nella stessa seduta via libera, sempre con voto a maggioranza, anche ad un'altra proposta di deliberazione consiliare: quella relativa all'approvazione del piano della Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa. Entrambi i provvedimenti attendono ora di essere messi all'ordine del giorno dell'Aula. "Per quanto riguarda l'approvazione del piano della Riserva naturale della Valle dei Casali – ha detto il presidente Carlino – abbiamo deciso invece di rimandare la discussione a giovedì 26 gennaio in modo da esaudire le richieste di audizioni pervenute alla Segreteria". Ha partecipato alla seduta l'assessore all'Ambiente, Marco Mattei.

Il piano per l'assetto idrogeologico è uno strumento per l'individuazione delle aree, nel territorio di competenza dell'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, da sottoporre a tutela per la prevenzione e rimozione delle situazioni di rischio. Inoltre esso pianifica e programma sia gli interventi di tutela dal rischio di frana e di inondazione sia le norme d'uso del territorio. Sono stati censiti a questo proposito, negli ultimi 5 anni, 1067 eventi calamitosi. Tra le novità che caratterizzano il PAI: una cartografia che evidenzia le aree per le quali non ci sono elementi per la classificazione di rischio in modo tale da non farne presumere la "sicurezza"; indagini sul direttamente sul territorio; nuovi modelli matematici per la zonizzazione di rischio portando ad una loro revisione. Il consigliere Angelo Bonelli (Verdi) ha chiesto che prima dell'approvazione del piano siano ascoltati l'Ordine dei geologi e le associazioni ambientaliste. L'assessore Mattei si è impegnato a consultare tali soggetti prima della discussione e del voto in Consiglio regionale.

Il piano di assetto della Riserva Tevere-Farfa che ha ottenuto oggi il parere favorevole è stato presentato nella stessa formulazione con cui era stato presentato nel 2008 alla commissione Ambiente della precedente legislatura. In più sono stati introdotti, con voto favorevole a maggioranza, cinque emendamenti correttivi di situazioni di fatto o di errori materiali. Un sesto emendamento per l'abbattimento selettivo dei cinghiali, presenti in numero eccessivo nella riserva, è stato ritirato dall'assessore Mattei su richiesta del consigliere Filiberto Zaratti (Sel), il quale aveva segnalato che ciò fosse già regolamentato da una deliberazione di Giunta del 2006. Sulla questione "cinghiali" nel Lazio è intervenuto Pier Ernesto Irmici (Pdl) sollecitando di tornare sull'argomento perché, a suo avviso, questi animali determinano un pericolo per l'agricoltura e il bilancio a causa dei risarcimenti da sborsare per i danni da essi provocati.

Hanno partecipato alla seduta Lidia Nobili (Pdl), Andrea Bernaudo (Pdl), Francesco Storace (La Destra), Francesco Pasquali (Fli), Claudio Mancini (Pd) e Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella).

 




CONSIGLIO REGIONALE, OK A INDIRIZZI PER I CONTRIBUTI AI CONFIDI AGRICOLI

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Via libera, all'unanimità, dalla commissione Agricoltura agli indirizzi per la concessione dei contributi in favore dei confidi agricoli. Il relativo schema di delibera torna ora in Giunta per l'approvazione definitiva. "Con questo parere positivo – osserva il presidente Francesco Battistoni (Pdl) – la legge approvata lo scorso marzo (legge 3/2011 "Interventi in favore di organismi di garanzia collettiva dei fidi nel settore agricolo") è pienamente applicabile e il settore agricolo può ricevere un concreto sostegno". L'atto fissa i principali criteri applicativi della normativa regionale. In particolare, vengono stabiliti: il numero minimo di imprese agricole aderenti al consorzio fidi, la misura dei contributi, i criteri di ammissione delle domande e le modalità di erogazione dei contributi, la priorità nell'erogazione, i criteri cui devono attenersi i consorzi nell'erogazione delle garanzie e nell'attività di consulenza, gli obblighi dei confidi verso la Regione e le modalità per i controlli sulla corretta utilizzazione dei contributi. La legge regionale prevede uno stanziamento di un milione di euro a favore degli organismi di garanzia collettiva dei fidi per ciascun anno, dal 2011 al 2013. Erano presenti i consiglieri Gina Cetrone (Pdl), Rodolfo Gigli (Udc), Angelo Miele (Lista Polverini),Giuseppe Parroncini (Pd), Ivano Peduzzi (Fds) e Mario Perilli (Pd).

La commissione ha inoltre tenuto questa mattina un'audizione sulle modalità di applicazione della "misura 511" (servizi di assistenza tecnica inerenti il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lazio), richiesta dal vicepresidente della commissione Mario Perilli e dal consigliere Angelo Bonelli (Verdi). Nel corso della seduta è emersa, in particolare, la questione della scadenza contrattuale di 17 unità di personale non prorogate. Presenti l'assessore all'agricoltura Angela Birindelli, il presidente dell'Arsial Erder Mazzocchi e il direttore regionale Roberto Ottaviani.

L'assessore Birindelli ha spiegato che della complessiva dotazione finanziaria in carico alla "misura" (24 milioni di euro) sino ad ora sono stati spesi solo 4 milioni, ma che il rischio di disimpegno della somma restante si verificherà soltanto al termine del periodo di validità del PSR, cioè nel 2013. Ha poi ricordato che il bilancio 2011 dell'Arsial – incaricata già dalla precedente amministrazione di dare seguito alla "misura" – presenta un disavanzo di 10 milioni di euro e non è stato approvato. Essendoci perplessità, quindi, sulla reale capacità dell'Agenzia di anticipare somme si è ritenuto necessario sospendere temporaneamente la "misura": "Nei prossimi mesi sarà concordato un piano di rientro e di rilancio dell'Arsial. Solo allora potremo riattivare una misura che riteniamo importante a sostegno del PSR". Il vicepresidente Perilli ha domandato quale sia la politica dell'assessorato rispetto all'Arsial: "Non sono convinto che il disimpegno delle somme non avvenga automaticamente. Temo che questi fondi andranno perduti e ritengo un errore non prorogare i contratti delle 17 alte professionalità". Chiesta, sempre dal consigliere Pd, la convocazione di una seduta di commissione in cui l'assessore possa chiarire "con quali fondi si intende sostenere l'agricoltura nel 2012".

Gina Cetrone ha sollecitato una maggiore collaborazione tra commissione e assessorato "per pianificare insieme il programma di sviluppo del settore agricolo" ed ha chiesto "maggiore sostegno alle imprese agricole e snellimento delle procedure burocratiche". Chiarimenti sono stati chiesti da Bonelli sui rapporti tra la direzione dell'Assessorato e Arsial, che ha una propria autonomia. Bonelli ha invitato il presidente Arsial a prorogare i lavoratori, sottolineando che si stanno mettendo a rischio i fondi. Ivano Peduzzi, anche lui per la proroga, ha inoltre chiesto di mettere all'ordine del giorno della commissione la legge di riordino dell'Arsial e, entro marzo, "un programma che definisca ruolo e potenzialità che l'Arsial può svolgere per il mondo agricolo". Giuseppe Parroncini ha chiesto la proroga dei contratti per consolidare le competenze acquisite e di ragionare sul patrimonio, le risorse e le competenze dell'Agenzia.Rodolfo Gigli, infine, ha suggerito di dedicare alcune sedute della commissione ai problemi dell'Agenzia.

Sulla necessità di ridefinire la mission si è detto d'accordo il presidente Mazzocchi: "Però bisogna tener presente l'excursus economico degli ultimi anni. Le attività si portano avanti se ci sono le risorse". Birindelli ha tenuto a precisare che non c'è intenzione da parte dell'assessorato di "mettere sotto tutela" l'Arsial o di smantellarne l'operatività: "L'assessorato vuole esercitare il potere di controllo e vigilanza previsto dalla legge, pertanto nelle more degli approfondimenti che si sono resi necessari dopo aver accertato il deficit di bilancio di 10 milioni di euro, si è ritenuto doveroso sospendere un'attività, come quella della "misura", che prevede bandi". Ha poi precisato che "faremo le proroghe se avremo gli strumenti legislativi che ce lo permetteranno".

"La discussione di oggi è stata importante perché ci ha permesso di capire meglio quello che è successo – ha detto in conclusione il presidente Battistoni – Credo che la situazione meriti un'attenta valutazione. Dedicheremo sicuramente altre sedute ad approfondire le questioni che interessano l'Arsial".

 




CASSINO, ALLARME BOMBA AL TRIBUNALE

Redazione

Si sono concluse le verifiche al tribunale di Cassino, nel Frusinate, dopo l'allarme-bomba, lanciato questa mattina con una telefonata anonima ai vigili del fuoco della ''citta' martire''. Si sarebbe trattato di un falso allarme.Le forze dell'ordine, dopo aver fatto sgomberare gli uffici per precauzione, hanno svolto accertamenti accurati ma senza trovare niente. Dopo le verifiche e' stato quindi consentito al personale di rientrare negli uffici.




MARINO, IN VIA MOROSINI CONTINUE PERDITE D'ACQUA. I RESIDENTI: "E' PERICOLOSO C'E' ANCHE UNA SCUOLA"

Chiara Rai

Aumentano i disagi dei residenti di via Morosini a Marino, dove c'e' anche la scuola materna d’infanzia Don Morosini.

I disagi sono dovuti alle continue perdite d’acqua che allagano l’intera via. Con le basse temperature di questi giorni, l’acqua ghiaccia e diversi residenti hanno rischiato scivoloni.

Serafina, un’anziana ha rischiato di rompersi una gamba: “Le perdite sono sempre più frequenti – dice la donna – solo oggi dopo sette giorni di allagamento della strada, hanno riparato il guasto alla meno peggio.

La mattina prendere la macchina con l’acqua che ha ghiacciato è impossibile, la strada è dissestata c’è anche fango dove si parcheggiano le auto ed è impossibile salire a bordo. Per di più, davanti la scuola comunale ci sono anche rifiuti ingombranti e recinzioni arrugginite”.

In via Morosini e dintorni risiedono centinaia di persone, alcune di queste si sono lamentate addirittura sulla bacheca Facebook del sindaco Palozzi: “In via Morosini è da venerdì scorso che c'è un guasto alla tubazione idrica con fuoriuscita d'acqua in vari punti – scrive Sandra –  si è creato un fiume con disagio per i pedoni e pericolo per le auto perché in prossimità dell'asilo, l'acqua ieri mattina (martedì) era ghiacciata, e forse anche stamattina considerando le temperature.

Il Comune ha detto che prima di sabato non possono intervenire, e tutto sto spreco chi lo paga? Se il danno fosse stato in via Manara l'intervento sarebbe stato più tempestivo!”.  La signora Sandra, incontrata personalmente in via Morosini, ha detto che nella vicina via Manara non ci sono questi problemi e che l’asfalto è stato persino rifatto di recente. E in effetti è così.

Davanti ad un bar all’angolo con via Morosini ci sono Americo e Luciano che non appena gli è stato chiesto se gli allagamenti fossero frequenti o meno hanno detto: “Le tubature sono vecchie e non vengono sostituite, spesso la strada si allaga di acqua e c’è pericolo che qualcuno si faccia male”. Monia, una ragazza che vive lì, ha detto che le perdite durano anche diversi giorni e sono frequenti. Ebbene, queste sono le testimonianze di cittadini che hanno il sacrosanto diritto di manifestare i disagi quotidiani, siano essi piccoli oppure grandi. Non importa. L’informazione serve a dare voce alle persone.




OLIMPIADI A ROMA: UN'OCCASIONE DI RILANCIO PER LA CAPITALE

Redazione

Roma ha presentato ufficialmente la sua candidatura come città disponibile ad ospitare i Giochi Olimpici nel 2020.

L'occasione importante, ha confermato Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Presidente onorario del Comitato promotore Roma 2020, in un'intervista a Radio Uno:

"In un momento di difficoltà e di crisi, le Olimpiadi potrebbero essere un'occasione per mobilitare gli italiani, un segno di rinascita e ripresa per tutto il Paese".

 Mario Pescante, presidente del comitato promotore di Roma 2020, ha detto:

"Credo che in un momento difficile di crisi il nostro progetto possa considerarsi un investimento per il futuro, in linea con la seconda fase dell'iniziativa del Governo, cioè quella per la crescita. L'Italia è un Paese che ha bisogno di una scossa, di credere nel futuro, un Paese che deve riacquistare fiducia".

Ottimista anche il ministro del Turismo e Sport Piero Gnudi il quale, durante la conferenza stampa di presentazione dello studio della commissione Fortis chiamata a valutare la compatibilità economica della candidatura, ha dichiarato:  "Il sogno di un ministro dello Sport è portare le Olimpiadi nel proprio Paese. Se dipendesse da me, la risposta sarebbe scontata, ma il Governo dovrà tenere i piedi per terra, perché il momento è difficile e l'impegno molto oneroso. Ma a sostenere l'ottimismo generale ci sono ora anche i dati della relazione".




FROSINONE, UN ALTRO SIT DEI LAVORATORI DELL'AGENZIA FROSINONE FORMAZIONE SOTTO LA PROVINCIA

Redazione

Ancora un altro sit-in per davanti la sede dell'amministrazione provinciale dai lavoratori dell'Agenzia Frosinone Formazione. Furiosi, in tanti si sono ritrovati a ricordare al Presidente Iannarilli, che i loro diritti sono calpestati in maniera del tutto illegittima. Anche l'on. Francesco Scalia ha partecipato al sit-in, esprimendo la sua vicinanza alle famiglie coinvolte nella vicenda. "Esprimo tutta la mia solidarietà ai dipendenti dell'Agenzia Formazione – dichiara Francesco Scalia tra i manifestanti – ai quali, purtroppo, non sono bastate le numerose sentenze emanate dal giudice del lavoro per poter tornare al lavoro." Si tratta di una vicenda che ha del paradosso e che vede il Presidente provinciale Iannarilli, contrapporsi continuamente alle sentenze che hanno dato ragione ai lavoratori. "Il giudice del lavoro ha confermato per ben 23 volte che la procedura per la stabilizzazione dei dipendenti è stata correttamente eseguita – chiude Scalia – ma il problema è la furia distruttrice di Iannarilli la cui unica ossessione è cancellare tutto quanto fatto in passato".

 

 



GRAVE INCIDENTE SUL RACCORDO ANULARE, PERDONO LA VITA 5 RAGAZZI

Redazione

Cinque ragazzi tra i 20 e i 25 anni hanno perso la vita in un incidente stradale stanotte intorno alle 2.00 sul Grande raccordo anulare di Roma. Un camion ha travolto un auto ferma per un guasto nella corsia di emergenza all'altezza dell’uscita Ardeatina, colpendo anche una vettura della polizia stradale che stava prestando assistenza al primo veicolo. Le cinque vittime sarebbero tutti gli occupanti della Citroen C1, schiacciata dal mezzo pesante che trasportava una cella frigo. Le vittime sono state trasportate all'ospedale Sant'Eugenio. Entrambi gli agenti della polizia stradale sono rimasti feriti ma non gravemente.




L'APPELLO D'ITALIA NOSTRA CASTELLI ROMANI: "BASTA CEMENTO"

Riceviamo da Italia Nostra Castelli Romani e pubblichiamo 
 
 
BASTA CEMENTO AI CASTELLI ROMANI !
 
Per sottoscrivere l'appello basta cliccare sopra la seguente scritta e poi compilare le voci necessarie :
http://www.petizionionline.it/petizione/basta-cemento-ai-castelli-romani/5887
 
 
APPELLO RIVOLTO DA ITALIA NOSTRA Castelli Romani alle AMMINISTRAZIONI COMUNALI DEI CASTELLI ROMANI, alla REGIONE, all' ENTE PARCO DEI CASTELLI ROMANI, alla PROVINCIA DI ROMA, alla XI COMUNITA' MONTANA.
 
" L’area dei Castelli Romani  è da tempo gravemente minacciata da un’espansione preoccupante dell’edilizia diventata ormai irrefrenabile. La fisionomia dell’area sta subendo una radicale trasformazione con la conseguente perdita irreversibile dell’identità originaria. Il territorio vive una situazione di emergenza idrica, prova ne sia, in particolare, l’abbassamento del livello dei laghi, il progressivo depauperamento ed inquinamento delle falde idriche, conseguenza di uno sfruttamento indiscriminato del territorio, del crescente carico antropico e delle numerose perforazioni e prelievi abusivi.

Durante gli ultimi anni si è assistito anche al ricorso fin troppo frequente a strumenti urbanistici in deroga agli stessi piani regolatori comunali: patti territoriali e piani di utilizzazione aziendale, ad esempio,  hanno aggravato una situazione già da tempo insostenibile.

Verosimilmente si può ritenere come, in realtà, per alcuni comuni, considerando l’intera cubatura di edilizia esistente, comprensiva cioè anche di quella  abusiva e degli alloggi inutilizzati o fatiscenti, sia stata raggiunta ormai da tempo la soglia massima del numero di abitanti prevista dallo stesso piano regolatore, tenuto conto del fatto che la dotazione standard per abitante è pari a 90 m3 .

In particolare si osserva come in questi ultimi decenni, gli standard edilizi per i parcheggi ed il verde pubblico non siano stati quasi mai rispettati,  assistendo ad una  crescita abnorme delle cubature, decisamente superiore e sproporzionata rispetto alla crescita naturale della popolazione, favorendo in tal modo un carico antropico divenuto insostenibile.

L’istituzione del Parco Regionale dei Castelli Romani ha avuto proprio lo scopo di difendere e preservare l’integrità ambientale e culturale dei Castelli Romani. La legge istitutiva regionale n. 2/1984 prevede nell’articolo 11 l’adozione del Piano d’Assetto quale elemento cruciale ed indispensabile per il corretto funzionamento del Parco stesso.

Nonostante l’importanza di tale strumento e la gravità della situazione sopra descritta il Piano d’Assetto non è ancora diventato legge regionale.

 

Premesso quanto sopra, ITALIA NOSTRA Castelli Romani rivolge un appello a tutte le amministrazioni comunali dei Castelli Romani affinché decidano di assumere come propri i seguenti cinque impegni fondamentali:

 

1)   Svolgere tutte quelle azioni amministrative e politiche intese all’adozione definitiva del Piano d’Assetto.

 

2)   Evitare a priori il ricorso a strumenti urbanistici in deroga ai piani regolatori.

 

3)   Fare ricorso esclusivamente a varianti di salvaguardia che riducano effettivamente in modo drastico la crescita delle cubature nel          territorio comunale.

 

4)  Valorizzare i centri storici, tutelando gli immobili d’epoca passata e favorendo il restauro ed il  riutilizzo di  quelli eventualmente in disuso.

 

5)  Garantire la trasparenza delle informazioni circa la qualità dell’acqua in distribuzione sul territorio  rendendo pubblici sul sito informatico i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita  e  quelli relativi al bilancio idrico comunale.  "