CAPRANICA CRISI IDI: I LAVORATORI NON PRENDONO LO STIPENDIO DALL'ESTATE SCORSA

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Redazione

Capranica (Vt) – “Esprimo la solidarietà mia personale e della Provincia di Viterbo ai lavoratori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, che con grande senso di responsabilità e con molta professionalità continuano ad assicurare servizi sanitari ai cittadini pur non percependo lo stipendio dall’estate scorsa”. Il presidente dell’amministrazione provinciale di Viterbo, Marcello Meroi, interviene sulla delicata situazione che riguarda i lavoratori dell’IDI, che nella Tuscia sono impiegati nella struttura di Villa Paola a Capranica.

“Lo stipendio è l’unica fonte di reddito di questi lavoratori, i quali, nonostante la crisi del gruppo sanitario, non usufruiscono di ammortizzatori sociali – continua il presidente -. E’, quindi, comprensibile che siano ricorsi a proteste estreme, incatenandosi o manifestando il proprio disagio sul tetto della struttura romana. E’ necessario trovare una soluzione a questa vertenza, in modo da far avere ai dipendenti in tempi brevi almeno una parte delle spettanze dovute, garantendo così la sopravvivenza loro e delle loro famiglie”.

L’argomento IDI è stato affrontato questa mattina anche in consiglio provinciale. “La Provincia di Viterbo è disponibile a collaborare con le istituzioni competenti, Regione Lazio in primis, e con l’azienda IDI al fine di giungere al superamento di questa vertenza – spiega Meroi -. Insieme ai consiglieri provinciali, tra cui il sindaco di Capranica Angelo Cappelli, ho perciò ribadito la necessità di avviare il prima possibile il dialogo con i vertici del gruppo sanitario e con gli altri interlocutori coinvolti”.

“Non possiamo permettere – conclude Meroi – che venga messo a repentaglio l’eccellente servizio sanitario offerto dai lavoratori dell’IDI. Villa Paola a Capranica, al pari delle altre sedi del gruppo, rappresenta un polo specialistico di qualità irrinunciabile per il nostro territorio. La sua efficienza, tuttavia, oggi è messa fortemente in discussione dalla situazione delicata che si è venuta a creare e che va assolutamente risolta in tempi brevi, così da salvaguardare i lavoratori e gli utenti”.




ROMA TORRE MAURA: COLPISCE PIU' VOLTE ALLA TESTA CON UN MARTELLO LA COMPAGNA PER COSTRINGERLA AD UN RAPPORTO SESSUALE.

Redazione

Roma – Sequestro di persona, tentata violenza sessuale, lesioni aggravate e resistenza a Pubblico Ufficiale.

Questi i reati per i quali è finito in manette un 44enne, cittadino rumeno.

E’ stato un nuovo atto di violenza – nel pomeriggio di ieri –  nei confronti della sua compagna a far scattare “l’allarme”; la chiamata giunta alla Sala Operativa della Questura tramite “113” ha segnalato una donna sanguinante in strada, all’altezza di via Procaccini, a Torre Maura.

Al loro arrivo le pattuglie del Reparto Volanti, diretto dal dr. Eugenio Ferraro, non hanno trovato nessuno, ma da un immediato controllo delle vicinanze, hanno individuato – all’interno di un prato adiacente – una “baracca” dalla quale provenivano dei rumori.

Determinante nella circostanza l’intervento dei poliziotti.

Al loro ingresso hanno visto la donna in terra con il volto coperto di sangue e un uomo con un coltello in mano; quest’ultimo vistosi “braccato” ha cercato di fuggire aggredendo gli agenti, venendo però immediatamente disarmato e bloccato.

Identificato per J.I.K., 44enne rumeno, è stato accompagnato negli uffici del Commissariato di zona. Da accertamenti, sono emersi a carico dell’uomo altri precedenti di Polizia.

La vittima, una 50enne di nazionalità polacca, è stata soccorsa e accompagnata in ospedale; alla donna è stato riscontrato un trauma cranico, oltre ad altre contusioni ed escoriazioni.

La stessa ha poi raccontato agli investigatori l’accaduto per cercare di ricostruire la vicenda; da diverso tempo era oggetto aggressioni per futili motivi, in particolare quando l’uomo faceva abuso di sostanze alcoliche.

Come anche in quest’ultima occasione, quando J.I.K. l’ha costretta –  sotto costante minaccia – a rimanere all’interno della baracca senza possibilità di uscire.

L’uomo –  in evidente stato psico-fisico alterato – al rifiuto della donna di un avere rapporto sessuale, ha preso un martello colpendola più volte alla testa.

Lei, quasi esanime e sanguinante, è riuscita ad uscire arrivando in strada – facendosi così notare – ma è stata raggiunta e riportata indietro dall’uomo.

L’uomo ha proseguito con le sue minacce, questa volta brandendo un coltello, sino all’arrivo provvidenziale dei poliziotti.

Alla luce degli accertamenti effettuati dagli investigatori, anche con  l’ausilio della Polizia Scientifica,  e da quanto emerso in sede di denuncia, per l’uomo è scattato l’arresto.  

 




ROMA CENTOCELLE, FURTO IN UN ISTITUTO SCOLASTICO: RUBATI 10 COMPUTER DURANTE LA NOTTE

Redazione

Roma – Il furto è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana in un istituto scolastico superiore nella zona di Centocelle.

I ladri, dopo essere entrati all’interno attraverso la scala di sicurezza ed aver forzato la porta antincendio della biblioteca, hanno asportato 10 computer, completi di tastiere a mouse.

Al direttore della scuola, constatato il furto, non è rimasto altro che recarsi presso il Commissariato Prenestino, diretto dal dr. Mauro Fabozzi, denunciando l’accaduto.

Subito sono iniziate le indagini, e i poliziotti si sono recati sul posto per il sopralluogo.

Alcuni dei computer asportati sono stati ritrovati sulle scale interne, forse lasciati sul posto dal ladro con l’intenzione di riprenderli successivamente.

Nello stesso punto veniva inoltre ritrovato un borsone, all’interno del quale venivano rinvenuti dei documenti, grazie ai quali gli agenti sono riusciti ad identificare un giovane di 20 anni, che aveva frequentato negli anni scorsi l’istituto scolastico.

Ottenuto dall’autorità giudiziaria decreto di perquisizione, a casa del 20enne i poliziotti hanno ritrovato uno dei computer mancanti, mentre altri due computer sono stati rinvenuti all’interno dell’autovettura a lui in uso.

Il ragazzo pertanto, al termine, è stato denunciato per rispondere di furto aggravato. I computer, una volta dissequestrati, saranno restituiti all’istituto scolastico.

 




MONTE PORZIO CATONE ANNO DELLA FEDE, TANTE PERSONE ALL'INCONTRO CON IL VESCOVO MARTINELLI

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Redazione

Monte Porzio Catone (Castelli Romani) – Sabato 24 novembre u.s., S.E. Mons. Raffaello Martinelli ha convocato, presso Villa Campitelli, tutti i Pubblici Amministratori di Comuni, Municipi ed Enti ricadenti nel territorio della Diocesi di Frascati per un incontro organizzato dall’Ufficio diocesano “Iustitia et pax”, in occasione dell’Anno della Fede recentemente indetto da Benedetto XVI.

Il confronto tra politica e fede con particolare attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa è iniziato con una sintetica e chiara presentazione del Vescovo: “Quali i requisiti di un buon amministratore pubblico?” dove è stata sottolineata l’attenzione che la Chiesa pone nei confronti della persona; quindi, Mirko di Bernardo – dell’Università di Roma Tor Vergata – con il suo intervento: “Chiamati a servire il bene comune: governo, partecipazione e responsabilità”, ha sottolineato l’importanza di considerare la politica come servizio e vocazione, illustrando la natura antropologicamente relazionale dell’uomo. Più tecnico l’intervento del Alessandro Gratton – esperto di finanza e responsabile amministrativo dell’area corporate dell’ENI –: “Dalla crisi economica e finanziaria può scaturire un rinnovamento profondo?”, che ha sottolineato i meccanismi incorsi alla formazione di debiti stratosferici a partire dai mutui sub prime.

Alla fine dell’incontro il moderatore, Maria Tesresa Tamassia – direttore dell’Ufficio diocesano “Iustitia et pax”-, ha condotto un nutrito e sentito dibattitto.

Monte Porzio Catone ha partecipato all’incontro con un nutrito gruppo di amministratori, presenti: il Sindaco Luciano Gori e gli assessori Giulio Cupellini, Caterina Morani, Giuliano Imperatori e Giovanni Sbardella. “È stato un incontro proficuo – ha detto il Sindaco Gori all’uscita della sala –, il momento di profonda crisi economica ed istituzionale ha scaturigine dalla profonda crisi della PERSONA nelle sue dimensioni più intime e personali, che fanno riferimento alla dimensione valoriale e forse anche spirituale”. Poi ha aggiunto: “indipendentemente dal proprio credo politico e dal rapporto personale con la fede, le richieste che S.E il Vescovo e tutta la Diocesi hanno espresso per bocca dei relatori preposti, sono da tenere in attenta considerazione; del resto il pensiero, la sensibilità e la cultura occidentale sono frutto di un simbiotico rapporto con il cristianesimo… libera Chiesa in libero Stato affermava Cavour e noi lo seguiamo, ma è bene che ci siano dei momenti di confronto e dialogo che possano contribuire a tracciare il percorso verso il Bene Comune, che ha come origine e fine la persona”.




FRASCATI FIAMME GIALLE, UNA COMMERCIALISTA EVADE TOTALMENTE LE TASSE

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Redazione

Frascati (Castelli Romani) – Una commercialista di Frascati, che forniva consulenza alle imprese sull’osservanza della normativa tributaria e quindi sulla corresponsione dei tributi allo Stato, avrebbe occultato al Fisco, negli ultimi cinque anni, oltre 300.000 euro, nonché evaso l’IVA per oltre 60.000.

A scoprirla le Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati che, al termine di  una complessa verifica fiscale, hanno anche appurato che la professionista, al fine di aggirare la sospensione dall’albo disposta nei suoi confronti dal Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, avrebbe costituito appositamente una società di consulenza, pur esercitando di persona l’attività professionale.

I finanzieri, che si sono avvalsi degli accertamenti presso le banche, le poste e gli altri intermediari finanziari per ricostruire il presunto giro d’affari dell’attività, hanno poi ricondotto i compensi non dichiarati apparentemente dalla società in capo alla commercialista, reale erogatrice dei servizi di consulenza.

A garanzia dei crediti dello Stato per le imposte evase, le pene pecuniarie e gli interessi maturati, è stata proposta all’Agenzia delle Entrate l’applicazione delle misure cautelari amministrative sui beni immobili e mobili nella disponibilità della donna.  




ROMA, UNA 23 ENNE ESTORCE DENARO IN CAMBIO DI DOCUMENTI SMARRITI.

Redazione

Roma – Ha ricevuto una “strana” telefonata nella mattinata di ieri.

Dall’altra parte della cornetta, una ragazza che aveva trovato i suoi documenti e chiedeva di incontrarlo per restituirglieli; in cambio però di 30 euro.

Protagonista della vicenda un cittadino che aveva smarrito il portafoglio con all’interno alcuni documenti e carte di credito.

Dopo l’iniziale sorpresa, la vittima di questo tentativo di estorsione, ha deciso di concordare un luogo d’incontro per lo “scambio”; non prima però di andare a denunciare quanto stava accadendo alla Polizia.

Proprio mentre stava raccontando agli agenti la sua “disavventura” ha ricevuto una seconda telefonata dalla ragazza che era in possesso del suo portafoglio, la quale aveva deciso di alzare il prezzo: adesso “occorrevano” 70 euro.

Confermato il posto – un distributore di carburanti in localita’ Falcognana – e l’orario per l’appuntamento, la vittima si e’ incontrata il giorno successivo con la donna.

A breve distanza, si sono pero’ appostati anche gli agenti del Commissariato Esposizione, diretto dal dr. Giuseppe Miglionico.

I poliziotti hanno seguito “in diretta” il momento dello scambio documenti –denaro e sono intervenuti bloccando la giovane.

B.A.C., 23enne di nazionalità rumena, è stata accompagnata negli uffici di Polizia ed al termine degli accertamenti arrestata per il reato di estorsione.

Il portafoglio con i documenti sono stati poi riconsegnati dai poliziotti al legittimo proprietario.

 




ROMA POLICLINICO GEMELLI, PROTESTA DEI LAVORATORI: 80 IN CASSA INTEGRAZIONE

A.P.

Roma – Questa mattina (lunedì 26 novembre) hanno protestato fino alle 13 davanti all'entrata di via Trionfale i lavoratori del Policlinico Gemelli di Roma. Circa 300 operatori sanitari aderenti ai sindacati Coina ed Fsp hanno indetto uno sciopero e hanno manifestato in via della Pineta Sacchetta. Lo sciopero è determinato dal rinnovo contrattuale, che prevede la riduzione del 30% dello stipendio rispetto al contratto della sanità pubblica.

Il sindacato ha espresso la propria contrarietà al ricorso alla cassa integrazione, mentre è favorevole a verificare altre modalità di risparmio.

“Il fatto che alcuni lavoratori di una delle strutture sanitarie d’eccellenza dal Lazio, il Policlinico Agostino Gemelli, stiano protestando e abbiano manifestato contro la cassa integrazione che ha colpito 80 di loro, e che l’anno prossimo potrebbe essere estesa a un numero ancora più grande di persone, è un segnale di come la Regione debba riprendere a occuparsi presto e con attenzione di questi temi. Intanto ai lavoratori in protesta va tutta la mia solidarietà, nella speranza che si  possa chiudere la vicenda senza creare danni ai servizi e agli operatori”. Lo afferma in una nota Eugenio Patanè, presidente del Pd Roma.

“E’ chiaro che questioni come il livello dei servizi nella sanità e le condizioni dei lavoratori non possano essere derubricate a semplici voci in un bilancio, ma siano temi che coinvolgono direttamente la qualità della vita e dell’assistenza, oltre che i diritti fondamentali delle persone. Per questo c’è bisogno di una Giunta regionale nel pieno dei propri poteri e di un Consiglio che lavori a pieno ritmo per dare al Lazio una prospettiva di sviluppo ed eccellenza”.

 




FROSINONE, VERTENZA VIDEOCON: APPELLO AL GOVERNO PER PROLUNGARE GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI A 1.300 LAVORATORI

Angelo Parca

Frosinone – Circa 1.300 lavoratori Videocon entreranno in mobilità dal 14 dicembre. La loro situazione è drammatica. A lanciare l'allarme è la federazione di Sinistra. Nel corso del pomeriggio sono arrivate le risposte dell'assessore Zezza.

“Il ministero del Lavoro prenda subito in considerazione la richiesta di proroga per altri sei mesi della cassa integrazione per i 1300 lavoratori dell’ex Videocon, che dal 14 dicembre prossimo entreranno in mobilità, e riconosca lo stato di crisi nel territorio della provincia di Frosinone”. E’ quanto dichiara il capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi, presente questa mattina insieme al responsabile regionale lavoro del Prc, Claudio Fiorella, all’assemblea organizzata sotto la Prefettura di Frosinone  dai dipendenti dell’ex azienda di cinescopi per televisori, dichiarata fallita nei mesi scorsi.

“Il Governo ha il dovere di intervenire – continua Peduzzi – soprattutto considerato il vuoto istituzionale della Regione Lazio che con il suo disinteresse sta rischiando persino di mandare in fumo quei 500 milioni di euro previsti per progetti europei mai avviati dall’attuale Giunta, che comprendono, tra l’altro, anche la riconversione industriale”.

“Dal canto nostro – conclude Peduzzi – andremo avanti al fianco dei lavoratori, fino a quando non sarà convocato l'incontro al ministero del Lavoro, sotto il quale continueremo a manifestare nel caso in cui non vengano assunti accordi significati per il futuro occupazionale di ben 1300 lavoratori”.

“In seguito alle ultime verifiche tecniche effettuate con il Ministero del Lavoro, siamo pronti a convocare le parti coinvolte nella vertenza Videocon al fine di ottenere la prosecuzione degli ammortizzatori sociali”.

È quanto dichiara l’assessore alle Politiche per il lavoro e formazione professionale, istruzione e diritto allo studio della Regione Lazio, Mariella Zezza.

“Come sempre ho fatto e  dimostrato, – prosegue – la mia vicinanza ai dipendenti coinvolti e alle loro famiglie è massima, così come l’impegno per trovare una soluzione sul piano occupazionale e produttivo. Il coinvolgimento dell’Asi e la richiesta di 8 milioni di euro per attivare il FEG sono la risposta più efficace a chi, solo a parole e per troppo tempo, si è interessato alla vicenda Videocon esclusivamente per fini propagandistici”.




ARICCIA, GIOVEDI' SGARBI PRESENTA "LA MORTE DI CLEOPATRA" A PALAZZO CHIGI

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Redazione

Ariccia – Giovedì 29 novembre, ore 18,00, Vittorio Sgarbi presenterà a Palazzo Chigi in Ariccia la Morte di Cleopatra dello “Pseudo-Caroselli”, uno straordinario dipinto inedito di un misterioso pittore del ‘600 così detto per l’affinità con il pittore caravaggesco Angelo Caroselli, con cui è stato a lungo confuso.

La conferenza si inserisce nell’ambito del programma di presentazione e mostra presso il Palazzo Chigi di Ariccia, sede del Museo del Barocco, di dipinti inediti del Barocco italiano da parte di studiosi di livello internazionale, specialisti sui singoli artisti e le rispettive scuole pittoriche. I dipinti, provenienti da collezioni private estere, rimangono in mostra per due mesi nel Palazzo Chigi.

Le opere, tutte di altissima qualità, sono tutte inedite, per la prima volta esposte e pubblicate di volta in volta in singoli fascicoli, nella collana “Quaderni di Palazzo Chigi”.

Un’iniziativa di alto livello scientifico e culturale, che si propone di fornire un significativo ed inedito contributo allo studio della pittura del Seicento e Settecento. Tra gli studiosi che hanno sino ad oggi partecipato, Alberto Lattuada, Vincenzo Pacelli, Massimo Pulini, Erich Schleier, Annalisa Scarpa, Nicola Spinosa, Nicholas Turner ed altri.


La morte di Cleopatra

La composizione illustra un tema caro alla pittura del ‘600, svolto con particolare originalità e caricato di complessi connotati simbolici di non immediata decodificazione. L’impostazione è quella di una carnascialesca e sguaiata messinscena teatrale.

L’episodio della morte di Cleopatra, avvenuto nell’agosto del 30 a. C., dopo la sconfitta di Azio e il suicidio del suo amante Marco Antonio, è ricordato dai classici (Virgilio, Orazio, Lucano, Svetonio, Velleio Patercolo, etc.). Viene descritto con particolare attenzione da Plutarco, il quale racconta che la regina “raccoglieva ogni sorta di veleni mortali, tra i più forti che ci fossero, e di ciascuno di essi provava se erano efficaci e nello stesso tempo indolori, propinandoli ai detenuti in attesa di morire. Poiché vide che quelli istantanei procuravano una morte subitanea, ma dolorosa, e i più dolci non erano rapidi, provò gli animali, osservandoli di persona, mentre venivano applicati uno dopo l'altro. Fra tutti trovò quasi solo il morso dell'aspide, che induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo…” (Vita di Marco Antonio). Le fonti dicono che  si  suicidarono  con  lei  anche  due  fedeli ancelle, quelle presenti nel dipinto, come ha riproposto William Shakespeare nella  sua  tragedia  Antonio e Cleopatra  edita nel 1623, chiamandole Carminia e Ira.

 


Il pittore

 

La tavola è riferibile al cosiddetto “Pseudo-Caroselli”, un misterioso ‘pittore di genere’, forse di origine nordica, ma di cui non conosciamo il nome, prossimo ai modi di Angelo Caroselli (Roma 1585-1652), con cui è stato spesso confuso; l’incognito generista è autore di una serie di dipinti di soggetto allegorico dai toni caricaturali, tra il magico, lo stregonesco, l’occultistico, il negromantico e la vanitas, non privi di erotismo dissacrante e accentuazioni volgari, con donne vestite sfarzosamente e spesso discinte, cortigiane e prostitute. Emerge la predisposizione a pittore di natura morta, abile nella rappresentazione di stoffe e tappeti, ma anche di animalista.

Il dipinto oggetto dello studio in esame si pone chiaramente come un caposaldo nell’opera dello “Pseudo-Caroselli”, sia in termini qualitativi che per la presenza di personaggi a figura intera. Raro è anche il supporto su tavola, che dimostra una matrice culturale cinquecentesca, peraltro comune ancora una volta a diverse composizione del maestro.

Molto suggestiva l’ipotesi di Federico Zeri, come riferisce Fabrizio Lemme, il quale riteneva che il pittore potesse identificarsi con il paesaggista fiammingo Balthasar Lauwers (Anversa 1578 – Roma 1645), italianizzato Baldassarre Lauri, la cui figlia Brigida sposò nel 1642 in seconde nozze Caroselli. Il pittore romano fu peraltro maestro dei suoi due figli: il paesaggista Francesco Lauri (1610-1635), che secondo la testimonianza di Passeri collaborò nell’esecuzione della Messa di San Gregorio in Santa Francesca Romana, e soprattutto il più noto Filippo Lauri (1623-1694), che copiava e abbozzava le sue opere imitandolo alla perfezione, come ricordava Baldinucci.

Rimane indubbia la matrice caroselliana di tale produzione, sia in termini iconografici che formali. Il Passeri attesta la predilezione da parte del Caroselli di dipinti in “tela da testa” a sfondo ritrattistico, poiché “In cose picciole, e nelle mezze figure prevalse più ch’ in altra cosa…”. Gli antichi inventari confermano l’esecuzione di soggetti affini a quelli riconducibili al suo anonimo imitatore.

L’analisi dei dipinti oggetto di questo contributo mostra tuttavia la mano di un altro artista, non solo per la tipicità rustica e ruvida dei soggetti, ben distanti dalla classicità e dall’eleganza del Caroselli, ma soprattutto per la tecnica esecutiva che è completamente diversa. Come la pittura del romano è progressivamente sempre più sciolta e libera, quella del suo imitatore è invece sempre estremamente levigata nella finitura e accurata in termini descrittivi, mostrando una cultura di matrice cinquecentesca. La descrizione della figura umana evidenzia impacci e licenze anatomiche, oltre ad un’esasperazione espressiva in termini grotteschi e caricaturali.

Si tratta sicuramente di un artista che aveva frequentato la bottega del Caroselli, ma di estrazione nordica, per i caratteri espressionisti della sua ispirazione.    

L’origine di questa pittura è riconducibile ad una matrice culturale olandese o fiamminga, fortemente realistica e materialistica, ben distante dall’idealizzazione della scuola italiana, forse con implicazioni di carattere religioso ed escatologico. Motivi che accomunano l’anonimo generista a pittori come Francois de Nomé detto Monsù Desiderio, Didier Barra, Filippo Napoletano in alcuni suoi momenti, etc.

L’artista poteva avere certamente rapporti con la “Bent” (Houbraken), la cosiddetta Nederlandsche Schildersbent, cioè la “Banda dei pittori neerlandesi”, “costituente una vera e propria compagnia artistica che accoglieva la rigogliosa colonia di pittori, scultori, incisori e decoratori, provenienti dai Paesi Bassi e dalle Fiandre. Come ricorda Hoogewerff i membri, tutti ragazzi tra i venti e i venticinque anni, erano chiamati bentveughels, cioè ‘uccelli della banda’, a ‘costituire una solidarietà professionale e collegiale fra i soci’. La colonia viveva nella zona attorno a piazza di Spagna, tra via Margutta, la Strada Felice (via Sistina) e la via Paolina (via del Babuino). Frequenti erano le scampagnate, le ubriacature nelle osterie romane e le feste che si protraevano fino all’alba presso il Mausoleo di Santa Costanza, noto come ‘Sepolcro di Bacco’. La Schildersbent nasceva in contrapposizione all’Accademia di San Luca, sia per il rifiuto della stessa pratica accademica che per l’atteggiamento anticlassico. Era costituita infatti da artisti che sulla scia del caravaggismo praticavano il naturalismo, con una propensione alla specializzazione e alla pittura di genere; era in pratica una “controversia fra due principi artistici contrastanti”, il naturalismo e il realismo, che nel 1633 era culminata nella causa contro l’Accademia di San Luca, quando la congrega di artisti nordici si rifiutò di pagare la tassa annua a suo favore stabilita da un Breve di Urbano VIII”.

ROMA CAMPIDOGLIO: "JULIJA TYMOSENKO LIBERA".

Alberto De Marchis

Roma – Domani sarà il compleanno di Julija Tymošenko. Un drappo con il suo volto è esposto su piazza del Campidoglio: "Julija Tymošenko libera".

Vittima di un processo politico. Una donna forte simbolo della tenacia del popolo di Kiev. Il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev ne ha ordinato l'arresto nel processo che la vede imputata per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del governo; la Tymošenko aveva ripetutamente contravvenuto alle disposizioni della procura di non lasciare Kiev. Una delle tesi sulle ragioni dell'arresto è quella di aver insidiato le rendite degli oligarchi russi del gas.

Julija Tymošenko è stata arrestata in aula dove sono scoppiati tafferugli. Alcuni deputati vicini alla Tymošenko hanno tentato di impedire l'intervento dei poliziotti ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Uscendo dall'aula l'ex eroina della Rivoluzione Arancione ha gridato "Vergogna! Vergogna!, io ho sempre lavorato nell'interesse esclusivo dell'Ucraina!". L'arresto ha seguito quello del suo ex ministro degli Interni Jurij Lucenko, detenuto in carcere da tre anni con la medesima accusa. Il giorno successivo, i sostenitori della Tymošenko sono scesi in piazza per protestare contro quello che la "lady di ferro" ha definito un processo politico. Il giorno 11 ottobre 2011 è stata condannata a 7 anni di carcere per aver esercitato pressioni su un accordo per la fornitura di gas con Putin. Lei ha ascoltato la sentenza "seduta" in tribunale con in mano un ìpad!, annunciando in seguito che farà ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo.

Il 22 novembre la Tymošenko è stata ricoverata in ospedale a causa di dolori lombari che da giorni la costringono a letto. Il 23 dicembre, la corte d'appello ha confermato la sentenza di primo grado a sette anni di reclusione. L'ex premier ha sostenuto che si tratta di una sentenza politica e che si rivolgerà alla Corte europea per i diritti umani.

Nell’Aprile del 2012, il partito della ex premier ucraina ha diffuso varie fotografie che riprendono la leader dell'opposizione seduta su un letto mentre mostra alcuni lividi che lei afferma esserle stati procurati nel corso di un'aggressione delle guardie carcerarie.

Il 29 agosto 2012 la Corte Suprema dell'Ucraina nell'ultimo grado di giudizio ha confermato la condanna a sette anni di reclusione per abuso d'ufficio,ora l'ex Primo Ministro ucraino può rivolgersi solo alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

“L’esposizione in piazza del Campidoglio del drappo per Julija Tymoshenko libera è motivo di grande soddisfazione. Si tratta di un importante segnale di solidarietà nei confronti di una donna che sta subendo una assurda ingiustizia, che fa seguito ad una mozione, approvata dall’Assemblea Capitolina e proposta proprio dal sottoscritto”: lo dichiara Salvatore Vigna, Capogruppo ApI in Campidoglio.

"E’ importante sottolineare – prosegue Vigna – come la piazza del Campidoglio, in questi ultimi tempi, stia assumendo sempre più un ruolo di esposizione e sensibilizzazione di vicende internazionali nelle quali vengono violati diritti fondamentali dell’uomo. La presenza di oggi nella capitale di autorità ucraine, di associazioni di cittadini e della stampa ucraina e della consigliera aggiunta Tetyana Kuzyk, ne sono la più alta testimonianza. D’altronde, la città di Roma, da sempre capitale dell’accoglienza e della solidarietà, non poteva rimanere a guardare di fronte ad una così grave violazione dei diritti umani e della libertà di espressione”.

 “L’augurio – conclude Vigna – è che anche grazie alle nostre iniziative, e attraverso il contributo di tutte le forze politiche, diplomatiche e istituzionali, Julija Tymoshenko sia presto liberata e adeguatamente curata fuori dal carcere. Questo sarebbe il più bel regalo che potrebbe ricevere domani, in occasione del suo compleanno”.

 




COLLEFERRO, BATTESIMO PER LA NUOVA SEDE DEI VIGILI

Redazione

Colleferro – Sabato scorso è stata ufficialmente aperta la nuova sede del Comando di Polizia locale in via Casilina. Con l’intera unità dei vigili schierata, alla presenza dell’assessore regionale agli Enti locali Giuseppe Cangemi, di numerosi agenti degli altri corpi di intervento, dei sindaci del comprensorio, di rappresentanti politici e del volontariato locali, il sindaco Mario Cacciotti ha inaugurato la nuova struttura che ospita i 23 vigili in servizio a tutela del territorio comunale, ovvero 1 comandante, 4 coordinatori  e 18 agenti. Dopo il classico taglio del nastro e la benedizione da parte di Monsignor Luciano Lepore, i convenuti hanno visitato i locali prima di riunirsi nella sala convegni. Qui il sindaco Cacciotti ha sottolineato l’utilità della nuova sede, in considerazione dei maggiori compiti che i vigili sono chiamati a svolgere da qualche anno a questa parte. “Per meglio rispondere alle richieste dei cittadini – ha detto – e per le aumentate competenze insieme alle nuove funzioni attribuite ai Corpi di Polizia locale. Al di là delle numerose funzioni stabilite per legge, abbiamo anche sempre cercato di promuovere attività ulteriori a favore della popolazione, per far sentire i cittadini sempre più sicuri e protetti nella propria città e per avvicinarli quanto più possibile, con fiducia, alle istituzioni”. Quindi ha ricordato, a titolo di esempio, l’educazione stradale a favore degli studenti e il piano comunale “Colleferro, città sicura”, realizzato grazie ad un finanziamento regionale. “Un progetto – ha sottolineato Cacciotti, nel ringraziare l’assessore Cangemi, che lo ha finanziato – che ci ha permesso di migliorare e implementare la vigilanza nelle zone più frequentate della città, a tutela della popolazione e per proteggere il patrimonio pubblico dal vandalismo”. L’assessore Cangemi, da parte sua, valutando il lavoro realizzato a Colleferro come esempio da trasferire anche in altre aree della regione, si è impegnato a completare il piano avviato, prima di lasciare il suo incarico. Il Comandante dei vigili Antonella Pacella, oltre a porre l’accento sul detto piano di videosorveglianza, con già una decina di punti di controllo nei luoghi nevralgici della città, ha illustrato le varie attività svolte, che sono suddivise in quattro settori: Amministrativo/Giudiziaria; Amministrativo/Commerciale; Viabilità e Infortunistica Stradale; Edilizia, Urbanistica, Ambientale.