CIOCIARIA, PICCOLE IMPRESE NELLA MORSA DELLA CRISI: MOLTE DONNE A FARNE LE SPESE

Redazione

Ciociaria – La  crisi economica che attanaglia il Paese non sta di certo risparmiando la provincia di Frosinone e la  Ciociaria è uno dei territori più colpiti perché l’intero motore dell’economia locale ruota intorno alle piccole e medie imprese messe a dura prova dalla pressione fiscale e dalla costrizione dei consumi.

 Annarita Alviani, candidata al consiglio regionale del Lazio con “Fare per fermare il declino” di Oscar Giannino, descrive un quadro della situazione economica ciociara sconfortante: “La situazione è insostenibile: la  pressione fiscale sta letteralmente falcidiando la nostra terra dalle piccole  medie imprese che fino a pochi anni fa erano il motore trainante dell’economia ciociara ”.

Dichiarazioni forti che viaggiano a braccetto con le opinioni degli  imprenditori di Federlazio grazie a proposte che intendono rilanciare la ripresa e l’occupazione:  “Quello che proponiamo noi di Fermare il declino – spiega la candidata – è  liberare totalmente le potenzialità di crescita, lavoro e  creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato  del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non  esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo;  occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la  discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione,  facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità  meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente,  rifondare il sistema educativo”.

Sussidio di disoccupazione, strumenti di formazione per facilitare la ricerca di un nuovo lavoro, ovvero “flexsecurity” in entrata e in uscita e soprattutto attenzione all’occupazione femminile:  “Il tasso di occupazione femminile – riferisce Annarita Alviani – nella nostra  regione, peraltro trattasi di regione capitale, nel 2011 era solo del 49% il  che la inserisce al terzultimo posto tra le regioni capitali dopo Atene (47.5%)  Bruxelles (48,6%) e con circa 10 punti di scarto sulla media europea (58,4%) e  con un divario ancora maggiore con p.e. Amsterdam (71,4% ) e Parigi (61,9%)”

“Il nostro programma – continua la Alviani –  è molto chiaro sulla cosiddetta questione femminile: le donne italiane rappresentano un enorme capitale umano in termini di competenze, diversità, produttività e spirito imprenditoriale; oltre la metà degli immatricolati universitari sono donne, e su 100 donne che lavorano nel nostro paese 16 sono lavoratrici autonome e 3,6 hanno dipendenti (ben al di sopra delle medie europee). Eppure le donne risentono in modo particolarmente marcato della dualità che affligge il mercato del lavoro e sono sottooccupate; meno di una donna italiana su due lavora, meno di una su tre tra quelle con più
figli, meno di una su cinque tra le giovani nel meridione (cifre tra le più  basse d’Europa). Inoltre, le donne tendono ancora a essere remunerate meno  degli uomini, hanno carriere e quindi storie contributive discontinue e sono  poco rappresentate ai vertici decisionali dell’imprenditoria e della politica”.




MORLUPO, CHIUSO LOCALE E IN MANETTE GESTORI PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE

Redazione

 Morlupo (RM) – I poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo, diretti dalla dott.ssa Angela Cannavale, dopo giorni di appostamenti, nella serata di ieri hanno fatto irruzione nel locale ed hanno arrestato proprietario e consigliere di quella, che sulla carta, doveva essere un’associazione culturale senza scopo di lucro.

Quando gli agenti sono entrati all’interno, la situazione è apparsa subito chiara.

Donne in abiti succinti, corridoi con luci soffuse divisi in piccole sale con tanto di divanetti e tende oscuranti, dove le ragazze intrattenevano i clienti per consumare rapporti sessuali a pagamento.

Il locale, inoltre, che, contrariamente a quanto previsto dall’atto costitutivo, era stato adibito alla ricezioni di clienti occasionali, offriva la possibilità di consumare bevande alcoliche, senza la prevista autorizzazione per la somministrazione.

Durante il controllo, gli investigatori hanno anche ascoltato alcuni clienti del locale, che pero’ si sono mostrati poco collaborativi.

Da una prima ricostruzione, comunque, è stato accertato che le ragazze venivano assunte direttamente dal proprietario e percepivano la somma di 50 euro a serata solo per intrattenere  gli avventori e fargli consumare bevande al bar.

Il ricavato dalle prestazioni “extra”, invece, veniva diviso equamente tra gestore e consigliere dell’”associazione” ai quali le ragazze, a fine serata, consegnavano tutto il “malloppo”.

Al termine del controllo, gli agenti hanno posto sotto sequestro l’intero locale e accompagnato presso gli uffici del Commissariato i responsabili del “night”.

Identificati per N.M.D. e D.M.D., rispettivamente di 66 e 47 anni, ai due è stata sequestrata una consistente somma di danaro, l’incasso della serata, e un’agenda manoscritta ove erano riportate cifre e incassi delle serate precedenti, il numero delle prestazioni sessuali consumate ogni sera e persino la durata.

Terminate le procedure per i due sono scattate le manette.

Messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria dovranno rispondere del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.




GENZANO, AL VIA LA MANUTENZIONE DEL VERDE IN CITTA'

Redazione

Genzano (RM) – Sono iniziati in tutta la città i lavori di manutenzione del verde e potatura degli alberi a ridosso delle strade e all’interno dei parchi pubblici di Genzano ai Castelli Romani, lavori che termineranno, tempo permettendo, entro la fine del mese di febbraio e, comunque, prima dell’inizio della stagione di fioritura. “Nel corso del mese di gennaio – ha detto il Sindaco Flavio Gabbarini – sono stati portati a termine i lavori di potatura su molte strade e aree verdi della città e, contemporaneamente, sono stati messi a punto i lavori di rifacimento stradale in via De Gasperi e via Di Vittorio, sono stati eseguiti i lavori di messa in sicurezza dell’area di cantiere di via Pizzicannella restituendo alla città quella parte di aree pubblica fino ad oggi occupata dal cantiere stesso, e sono ripartiti i lavori di riqualificazione di piazza Buttaroni. Proseguiremo in questa direzione – ha detto ancora il Sindaco – per arrivare alla stagione primavera-estate con una città più bella e accogliente”.

Nello specifico, i lavori di potatura e manutenzione del verde sono stati eseguiti finora a Parco Armenise, lungo tutto il Corso e su via Colabona, in zona Don Bosco e vie limitrofe, nella zona del Parco di via Lenin, al boschetto di via Achille Grandi e nell’area di Padre Pio, in via Ugo La Malfa e  in piazza Pertini e strade circostanti. A seguire saranno invece realizzati i lavori al Parco Togliatti, in viale delle Regioni, in via Romana, all’interno delle scuole “De Amicis” e “Garibaldi”, in tutto il centro storico, via Emilia Romagna, via Nenni, via Garibaldi, via di Colfiorito, viale Unione Sovietica e nel Parco di via Napoli.




RIETI, RISERVA NATURALE DEI LAGHI LUNGO E RIPASOTTILE, SI GETTANO LE BASI PER IL PIANO DI ASSETTO

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Alberto De Marchis

Rieti – Tutto esaurito nella sala consiliare della V^ Comunità Montana in via Manzoni a Rieti, dove si è tenuto un incontro pubblico organizzato dalla Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, in collaborazione con la Regione Lazio, Assessorati Enti Locali e Sicurezza, Ambiente e Sviluppo Sostenibile dal titolo "Paesaggio, Ambiente e Agricoltura della Piana Reatina". Un evento non solo partecipato ma anche atteso perché La Riserva sta vivendo un momento storico rivoluzionario e importante: si sta iniziando a delineare il Piano di Assetto della Riserva. L’unico, eccetto una bozza scritta a mano che risale a oltre dieci anni fa, da quando è stata costituita la Riserva Naturale, istituita esattamente nel 1985, quando nel giugno venne emanata una Legge Regionale apposita, la n. 94, che tra l'altro affidava la gestione della Riserva stessa ad un Consorzio tra i Comuni di Cantalice, Colli sul Velino, Contigliano, Poggio Bustone, Rivodutri, Rieti, la Comunità montana Montepiano reatino, 5° zona. Forte il desiderio dei cittadini di condividere quello che sostanzialmente si profila quale strumento di tutela per la pianificazione urbanistica a livello comunale e sovra comunale, ma non solo.

Il Piano di Assetto, come ha spiegato l’agronomo Fabio Brini il quale coordina tutto il lavoro di programmazione e redazione del Piano stesso, servirà sostanzialmente ad individuare aree per le quali i vincoli di tutela manterranno livelli alti e aree invece, dove potrà essere disgelato lo sviluppo della popolazione coerentemente con le esigenze di crescita del territorio: “Finora la Riserva è andata avanti in regime di salvaguardia – ha detto Brini – ciò significa che tutta l’area della Riserva, compresi i Comuni in essa ricadenti, hanno convissuto con il massimo livello di tutela. Da qui a 18 mesi ci prefiggiamo l’obiettivo di portare all’approvazione un Piano che sia il risultato di un lavoro che si sarà prefisso la finalità di coniugare il rispetto dei vincoli di tutela del territorio con le esigenze della popolazione che in esso insistono”.

Per il commissario straordinario Guido Zappavigna, lo strumento essenziale per varare un buon Piano è quello della condivisione: “La direttiva – dice Zappavigna –  è quella di porre basi e condizioni per valorizzare le numerose risorse come possono essere il Cammino di Francesco, la pesca sportiva nei laghi lungo Ripa Sottile e le correnti ascensionali che permettono la pratica del parapendio. Siamo convinti che tenendo a mente l’obiettivo di valorizzazione dell’ambiente che circonda condurremo in porto un grande risultato”.




ARICCIA, "ME LO MERITO": SCONTI SUL TRASPORTO PUBBLICO PER GLI "UNDER 30"

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Redazione

Ariccia (RM) – A partire dal 25 gennaio 2013 si potrà presentare domanda al Comune di Ariccia, Castelli Romani, per accedere alle agevolazioni per l’acquisto del titolo di viaggio per il trasporto pubblico.

La procedura di ottenimento della “card 2012”, rinnovata nel 2013, prevede riduzioni dei costi dal 50 al 90 per/cento, in base a: reddito, composizione del nucleo familiare, distanza dal luogo di studio/lavoro, merito scolastico e condizioni di disagio sociale.

Ne possono beneficiare i cittadini residenti nella Regione Lazio, con una età compresa tra 10 e 30 anni e con un reddito ISEE non superiore ai 20.000 € ed i cittadini residenti nella Regione Lazio, con una età compresa tra 10 e 30 anni, con un reddito ISEE maggiore di 20.000 € ed inferiore (o uguale) a 35.000 € e che posseggono particolari requisiti di merito scolastico.

Per maggiori informazioni e per scaricare il modulo di richiesta www.ariccia.rm.gov.it

CANALE MONTERANO ALLARME TERRITORIO, LA REGIONE SI PRONUNCIA SULLA DELIBERA 37 DEL 9 AGOSTO

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 [ PARERE REGIONE SU DELIBERA 37 DEL 9 AGOSTO 2012 ]

 

Chiara Rai

Una notizia che ha del clamoroso. Siamo di fronte ad un parere ufficiale della Regione Lazio (Area legislativa giuridico e conferenza dei servizi) rispetto alla delibera 37 del 9 Agosto. Sostanzialmente il parere viene dato  in merito alla equiparazione, con deliberazione di Consiglio Comunale, delle aree I e II della Riserva regionale di Canale Monterano ai fini dell'applicazione del condono edilizio e del cosidetto Piano Casa. Questo documento è stato possibile ottenerlo grazie all'interessamento dei cittadini di Canale Monterano e, L'osservatore laziale è lieto di aver sempre dato spazio a questo argomento.

Il parere della Regione in merito, siglato in calce dal dirigente Marina Ajello e dal direttore del dipartimento Demetrio Carini, non lascia spazio a dubbi: "si ritiene che la deliberazione del Comune di Canale Monterano 9 agosto 2012, n° 37  – si legge nella nota regionale – sia illegittima per l'incompetenza dell'ente locale a disporre della materia. Si chiede pertanto di annullarla con la massima urgenza".

La direzione regionale Ambiente ha già intimato al Comune il 4 dicembre di annullare la delibera in sede di autotutela perché ritenuta illegittima.

Ecco, di seguito la nota di Stefano Sciferri, capogruppo consiliare Voci di Strada

Dopo i ripetuti richiami anche del gruppo consiliare Voci di Strada ad un gesto di responsabilità da parte della amministrazione e del Sindaco, dopo che ormai tutti gli atti deliberativi in tema di urbanistica sono stati analizzati, sottoposti a pareri, contestati nella loro validità giuridica, impugnati nel merito e nella forma, dopo che Ministero dell’ambiente ma anche Prefettura chiedono spiegazioni in merito ci chiediamo cosa tiene ancora il Sindaco legato a tali provvedimenti.

Probabilmente ammettere che la politica urbanistica di questa amministrazione è stata completamente fallimentare è ammettere una sconfitta pesante. Ma a questo punto vale la pena ricordare che alla sopravvivenza  politica ci sembra più opportuno e necessario adesso iniziare ad anteporre il bene della collettività.

Non è logico ne tantomeno rispettoso dei cittadini che una amministrazione rimanga in silenzio su una vicenda complessa ma anche di estremo interesse come questa.

Il fatto:

I gruppi consiliari di minoranza del Comune di Canale Monterano nel settembre scorso hanno presentato alla Regione Lazio – Area Urbanistica alcuni quesiti di legittimità riguardanti aspetti contenuti nella Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9.08.2012  “Introduzione della pratica della perequazione urbanistica e del trasferimento delle volumetrie. Graficizzazione del sistema dei paesaggi agrari di cui alla delibera consiliare 13/2012. Individuazione delle aree A e B, già Area I e Area II, disciplinate dall’art.7 della L.R. 79/1988 e dell’ambito ove trova applicazione l’art. 2, comma 2 della L.R. n. 10/2011. Recepimento della rete ecologica provinciale del PTPG”

Nello stesso periodo  anche la Riserva Naturale Monterano ha richiesto alla Regione Lazio parere sulla Delibera in questione.

Ecco cosa risponde l’Area Legislativa con il parere n. 524492 del 30 gennaio 2013.

Il Sindaco di Canale Monterano nelle premesse della Delibera 37/2012 precisa che nella Riserva che è priva di Piano di Assetto l’area A va tutelata mentre l’Area B è suscettibile di condono edilizio. Ne consegue che il condono edilizio e il c.d. Piano casa nelle intenzioni del Comune, diventano applicabili nella massima parte dell’area Protetta, pari all’88 % del territorio.

In merito a tale proposto si precisa che: l’equiparazione delle aree i e ii alle zone a e b non puo’ essere disposta unilateralmente dal comune ne’ opera il via di automatismo.

Ovvero per equiparare le aree I e II censite nella Riserva con le Zone A e B introdotte dalla Legge Regionale 29/97 si deve richiedere l’intervento della Regione Lazio.

L’applicazione del piano casa richiede l’approvazione del piano di assetto che istituisca la zona b nel rispetto delle procedure previste dalla legge.

L’applicazione del piano casa nel territorio della riserva naturale regionale monterano, come in ogni altra area protetta della Regione presuppone la perimetrazione della zona B secondo modalità procedimentali che ne attribuisce la competenza alla Regione Lazio.

In sintesi il Comune di Canale Monterano, per citare solo le questioni principali, a propria discrezione ha adeguato il piano regolatore al PTPR, ha approvato modifiche aventi natura di variante urbanistica al PRG, ha introdotto la perequazione urbanistica con relativo trasferimento di cubature, ha riclassificato le aree della Riserva Monterano al fine dichiarato di applicare il condono edilizio e il piano Casa in quasi tutta la Riserva.

Questi passaggi sono stati effettuati unilateralmente senza il rispetto della normativa vigente che definisce procedure e competenze.

Se a tutto questo si aggiungono segnalazioni di gravi violazioni nell’esercizio della funzione delegata in materia di paesaggio emerge un quadro d’insieme allarmante.

Si chiede nuovamente al comune di canale monterano di annullare la delibera 37 entro 30 giorni. Si chiede inoltre di astenersi dal dare attuazione alla stessa e di annullare atti esecutivi gia’ emanati.

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MARINO SANITA', PEDUZZI (PRC – RIVOLUZIONE CIVILE): GIU' LE MANI DAL CONSULTORIO DI MARINO

Redazione

Marino (RM) – “I consultori sono una risorsa, una conquista, un'opportunità di cura e di prevenzione per molte donne. Sono un bene comune e vanno difesi dai continui attacchi mossi da chi li vorrebbe smantellare. Insieme alle donne, in piazza come in Consiglio regionale, abbiamo resistito ai tentativi di soppressione voluti dalla legge Tarzia. Ma non basta. Il consultorio di Marino è chiuso perché senza termosifoni funzionanti e le utenti sono costrette ad andare a Ciampino. Con la scusa dei costi per la sanità, si vuole in realtà lasciare spazio alla sanità privata e all’intramoenia, scardinando l’efficacia e la capillarità dei consultori. Non possiamo permetterlo. Per questo motivo mi associo alla mobilitazione promossa dall’Assemblea delle donne dei consultori Asl Rmh, dal Comitato cittadino diritti civile e dai Lavoratori autorganizzati Sanità, che domani hanno indetto un’assemblea pubblica presso l’ospedale di Marino, a partire dalle 10, presso la sala della scuola infermieri del terzo piano. La difesa dei consultori è stata ed è tutt’ora uno dei punti chiave del mio programma politico. Un obiettivo che porterò anche nel prossimo Consiglio regionale”. E’ quanto afferma Ivano Peduzzi, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, candidato del Prc nella lista di Rivoluzione Civile Lazio.

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UNIVERSITA', DATI ALLARMANTI: I FONDI CALANO E ANCHE I 19 ENNI SCAPPANO DALLA LAUREA

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Redazione

Picchiata per l’Università italiana. Lo denuncia il Cun (Consiglio universitario nazionale) che evidenzia che dal 2009 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è sceso del 5 per cento ogni anno.

In dieci anni gli immatricolati sono scesi da 338.482 (2003-2004) a 280.144 (2011-2012), con un calo di 58.000 studenti (-17%). Come se in un decennio – quantifica il Cun – fosse scomparso un ateneo quale la Statale di Milano. Il calo colpisce tutto il territorio A ragazzi di 19 anni ottenere la laurea interessa sempre meno: le iscrizioni sono calate del 4% in tre anni: dal 51% nel 2007-2008 al 47% nel 2010-2011.

L’Ocse ci dice anche che l’Italia è al trentaquattresimo posto su 36 Paesi per i laureati. Solo il 19% dei 30-34enni ha una laurea, contro una media europea del 30%. Il 33,6 % degli iscritti, infine, è fuori corso mentre il 17,3% non fa esami. Inoltre negli ultimi 3 anni, il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l'84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%.

In sei anni sono stati eliminati 1.195 corsi di laurea. Quest'anno sono scomparsi 84 corsi triennali e 28 corsi specialistici/magistrali. Se questa riduzione è stata inizialmente dovuta ad azioni di razionalizzazione, ora dipende invece in larghissima misura alla pesante riduzione del personale docente.

Infatti, in Italia abbiamo 6 mila dottorandi in meno che si iscrivono ai corsi di dottorato. L'attuazione della riforma del dottorato di ricerca prevista dalla riforma Gelmini è ancora al palo e il 50% dei laureati segue i corsi di dottorato senza borsa di studio.

In soli sei anni (2006-2012) il numero dei docenti si è ridotto del 22%. Nei Contro una media Ocse di 15,5 studenti per docente, in Italia la media è di 18,7. Il calo è anche dovuto alla forte limitazione imposta ai contratti di insegnamento che ciascun ateneo può stipulare.

 Anche i finanziamenti Prin, cioè i fondi destinati alla ricerca libera di base per le università e il Cnr, subiscono tagli costanti: da una media di 50 milioni all'anno si è passati ai 13 milioni per il 2012. Infatti dai 100 milioni assegnati nel 2008-2009 a progetti biennali si è passati a 170 milioni per il biennio 2010-2011 ma per progetti triennali, per giungere a meno di 40 milioni nel 2012, sempre per progetti triennali. (Fonte: Corriere della Sera)

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ALBANO RIFIUTI, RICORSO AL TAR CONTRO CLINI E SOTTILE: LO STATO DI EMERGENZA E' CESSATO

Redazione

Albano Laziale (RM) – E' stato depositato ieri il ricorso del Comune di Albano Laziale al Tar del Lazio con la richiesta di immediata sospensiva del provvedimento emanato dal Ministro dell’Ambiente Clini e dal Commissario per il superamento della crisi rifiuti nella Provincia di Roma, Prefetto Sottile, che hanno di fatto imposto l’arrivo di 150 tonnellate al giorno (50mila l’anno) di rifiuti provenienti da Roma da trattare nell’impianto TMB annesso alla discarica di Roncigliano. Il tutto in assenza, peraltro, del più elementare rispetto istituzionale considerato che nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta all’Amministrazione Comunale. Il ricorso, sviluppato anche in sinergia con le altre province interessate dal provvedimento, prima fra tutte Frosinone si basa su alcuni punti fondanti:

1.       Cessazione dello stato di emergenza. Ovvero il superamento della data del 31 dicembre 2012 data oltre la quale lo stato di emergenza si ritiene esaurito così come decretato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 22 luglio 2011.  Pertanto la nomina del Commissario per provvedere al superamento dello stato emergenziale (cessato il 31 dicembre, come detto, e mai prorogato) avviene a gennaio 2013 in palese violazione della normativa e, peraltro, in contrasto coi principi comunitari e nazionali. 

2.       Incompetenza e Straripamento di potere. Alla luce della legge n.225/92 risulta essere l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e non un decreto di un dicastero ad individuare i poteri di un commissario per fronteggiare uno stato di emergenza.  Tuttavia, il decreto Clini prevede ulteriori compiti che non trovano alcuna copertura nei poteri attribuiti al Commissario. 

3.       Violazione normativa a proposito della trattativa instaurata tra il Commissario e la società Pontina Ambiente sulle quantità idonee a garantire le eventuali esigenze del territorio. E' evidente come tali provvedimenti siano stati portati a conoscenza del Comune  (tramite stampa e /o comunicazioni della Pontina Ambiente e non certo attraverso note ufficiali o ufficiose del Commissario) in violazione dello stesso decreto di nomina e, più in generale, del principio di leale collaborazione tra enti, costituzionalmente garantito. 

4.       Violazione Direttiva Comunitaria 2008/98. Eccesso di potere: erronea valutazione e travisamento dei fatti. La valutazione della disponibilità residua degli impianti di TMB è chiaramente erronea. Basti pensare che tale capacità di residua valutata in 930.247 tonnellate dal Decreto Clini è divenuta nella ricognizione del Commissario Sottile di 230.747 tonnellate. Peraltro in base alla direttiva europea di cui sopra, l'elaborazione della normativa dovrebbe avvenire in modo pienamente trasparente nel rispetto delle norme nazionali vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. La violazione è evidente se si considera che, come detto, nessuna interlocuzione è avvenuta tra il Commissario Sottile e l'Amministrazione di Albano Laziale. Bizzarro è poi che lo stesso Piano Regionale a cui fa riferimento il Commissario per la valutazione della capacità residua definisca insufficiente la capacità degli impianti TBM della Regione Lazio. 

5.       Violazione del principio di precauzione. A fronte dell'incertezza circa la capacità degli impianti di ricevere altri rifiuti non si vede come possa essere stato rispettato tale principio cardine. 

6.       Violazione del principio di autosufficienza e prossimità. La Direttiva 2008/98/CE prevede infatti che lo smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati debba avvenire in uno degli impianti più vicini ai luoghi di produzione o raccolta al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi. E' evidente come prevedere che rifiuti prodotti a Roma vadano a finire ad Albano o peggio ancora Frosinone o Latina contrastino duramente tale sacrosanto principio di prossimità. 

Nei prossimi giorni è prevista una decisione del Tar sulla eventuale sospensiva.

Novità importanti anche sul fronte del controllo in termini igienico-sanitari e ambientali del sito di discarica. È giunta ieri, infatti, la risposta ufficiale della Regione Lazio alla lettera redatta dai sindaci di bacino il 9 gennaio scorso in cui si chiedevano ulteriori accertamenti urgenti in corrispondenza dei pozzi spia della discarica di Roncigliano. Con la nota di ieri, la Regione Lazio, stabilisce una serie di azioni da attuarsi per chiarire definitivamente lo stato ambientale dell’area. Due le linee d’azione che riguarderanno sempre la società Pontina Ambiente. La prima consta nel produrre una documentazione conclusiva relativa ai pozzi in cui si erano riscontrati superamenti dei valori degli idrocarburi aromatici (benzene), e per questo oggetto della diffida da parte della Provincia di Roma, in cui si certifichi il superamento dell’emergenza. Sarà poi un’apposita conferenza dei servizi, convocata dal Comune di Albano Laziale, cui parteciperanno Regione Lazio, Provincia di Roma e Arpa Lazio a valutare l’approvazione o meno del documento. La seconda linea guida si riferisce, invece, agli altri pozzi della discarica in cui il superamento è relativo a materiale di natura metallica non necessariamente ascrivibile a attività antropica. Per questo motivo la Regione Lazio impone alla Pontina Ambiente di effettuare tutte le analisi e caratterizzazioni necessarie al fine di stabilire se la concentrazione di elementi metallici sia dovuta alle caratteristiche del suolo anziché alle attività umane industriali. Anche in questo caso, la valutazione della documentazione prodotta sarà affidata alla conferenza dei servizi convocata dal Comune di Albano Laziale con gli stessi soggetti di cui sopra.

Sul fronte dei ricorsi, infine, come comunicato dal Sindaco Marini agli altri sindaci di bacino, relativamente alla denuncia alla Commissione europea i consulenti legali di Albano e l’avvocatura del Comune di Pomezia stanno procedendo alla definizione dell’atto. Relativamente al ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), invece, la conferenza dei sindaci è ancora in attesa che lo studio legale che assiste i comitati “No-Inc” trasmetta gli atti così da permettere ai comuni di aderire al ricorso.




VELLETRI, L'ASSESSORE ANDREOZZI CRITICO SULLE DICHIARAZIONI ACEA: "PERCHE' NON CI FANNO SAPERE I VALORI DI ARSENICO, FLUORURO E VANADIO?"

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Redazione

Velletri (RM) – Immediata la replica dell'assessore del Comune di Velletri Sergio Andreozzi, delegato ai rapporti con Acea e candidato alle regionali con Sel, il quale ha inteso mettere in chiaro qualche imprecisione (almeno a suo parere) che sarebbe emersa a segito della nota Acea Ato 2 che ha elencato i lavori effettuati nel territorio veliterno: "Il pozzo del Campo Sportivo – dice Andreozzi –  è stato potabilizzato dal Comune di Velletri, quello di Rioli e eredi Marrucco da proprietari privati. Sinceramente mi sembrano eccessivi i  cinque chilometri di nuove condotte che racconta di aver fatto Acea. Per il momento sommo i 600 metri di viale Oberdan, ai 600 metri di via Ponte della Regina, ai 1200 di via dei Genzanesi.

Se ne hanno fatte delle altre, sarebbe un piacere saperlo, come ci piacerebbe sapere gli attuali valori di arsenico, fluoro e vanadio all'interno della nostra rete, perchè ci sono zone turnate in pieno inverno. Che tipo di manovre vengono fatte? perchè non si riparano le perdite? perchè non si ripristina in maniera efficace?".

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MONTE PASCHI DI SIENA SCANDALO, SAMORI': COMPLIMENTI A MONTI PER LE MODALITA' PRESCELTE PER L'EROGAZIONE

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Redazione

"Ho appreso dai media  – dice in una nota Gianpiero Samorì, leader dei Moderati in Rivoluzione – che il Governo ha infine erogato 3,9 miliardi di euro di soldi pubblici alla Banca Monte Paschi di Siena. Non mi meraviglia tanto questo fatto quanto le modalità prescelte per l'operazione:

1. Lo Stato non è entrato nel capitale mantenendo il rischio economico e lasciando, tuttavia, alla Fondazione il potere di gestire. 

2. Non è stato previsto alcun limite ai compensi dell'alta dirigenza.

Due fatti veramente incredibili che allontanano l'Italia dai virtuosi comportamenti tenuti dagli Stati Uniti d'America in situazioni analoghe. Il Governo Monti, che dimostra così di nuovo di essere il Governo dei banchieri, continua la immorale e disastrosa politica di socializzazione delle perdite e di privatizzazione degli utili.

Complimenti Presidente Monti – conclude Samorì –  e complimenti a tutti quelli che richiamandosi alla dottrina sociale della Chiesa e alla tutela dei ceti deboli hanno tradito entrambi alleandosi con lui".