NEMI, FIUME DI REAZIONI DOPO IL SUCCESSO DELLA PROIEZIONE "FREE CHINA"

A.P.

Nemi (RM) – Un fiume di reazioni a seguito della enorme partecipazione in occasione della proiezione di "Free China" promossa da Insieme per Nemi.

E' la volta di Francesca Rotondi, la quale ancora entusiasta del successo ottenuto, ha voluto parlarci della pratica Falun Dafa: "Quando ho iniziato a praticare la Falun Dafa sono venuta a conoscenza della crudele persecuzione ancora in atto da parte del regime cinese verso il Falun Gong – racconta Francesca –  e per me è stato davvero scioccante. Spesso mi viene chiesto "Va bene, ma anche in altre parti del mondo ci sono situazioni critiche e persecutorie, perchè dovremmo interessarci della Cina?" Le persone non sono sempre consapevoli fino a che punto sono coinvolte. La Cina, come riferito anche in Free China, è la seconda potenza economica mondiale dopo l'America. Fermiamoci un attimo a riflettere: ogni volta che andiamo semplicemente ad acquistare capi di abbigliamento, calzature, giocattoli a basso costo, basta prestare un minimo di attenzione in più per leggere le etichette dove viene riportata la provenienza. A volte dietro il nostro acquisto si può nascondere il lavoro forzato nei centri di detenzione cinesi, dove vengono sfruttati bambini, donne e uomini innocenti, molto spesso praticanti della Falun Dafa.

Non andiamo in questo modo a ricompensare pure i responsabili di queste disumane violazioni dei diritti umani? Considerando anche il macabro mercato dei trapianti di organi – prosegue Rotondi – dove le vittime non sono consenzienti, e alle quali viene effettuato l'espianto degli organi da vive per mantenere l'organo più sano possibile per il trapianto, come possiamo restare indifferenti? Ci sono persone coraggiose in Cina che continuano a lottare per la libertà di credere. In occidente non possiamo ignorare questo diritto e questa dignità universali. Il coraggio di credere. Cosa possiamo fare? Già solo utilizzando i nostri account dei social media (Facebook, Twitter, ecc.) per diffondere la verità è già prendere una posizione e non essere complici silenziosi di questa atroce crudeltà."

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CERVETERI, "GOVERNO CIVICO PER CERVETERI": NON C'E' TEMPO DI STARE DIETRO A POLEMICHE E DENIGRAZIONI MEDIATICHE

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Riceviamo e Pubblichiamo – "Governo Civico per Cerveteri"

Spesso vediamo il dibattito quotidiano scadere nel ridicolo. Da molto tempo il nostro movimento civico viene denigrato, con la complicità di giornalisti poco professionali, su qualsiasi tema politico ed amministrativo senza mai uno straccio di prova documentale, senza mai nient’altro che illazioni e supposizioni. Sono cose, certo, che lasciano il tempo che trovano, perché la gente non ha l’anello al naso, e poi, come si dice, chi vivrà vedrà. Comprendiamo anche l’afflizione di certi personaggi che facendo (o sperando di poter prima o poi fare) politica per mestiere anelano accanitamente un briciolo di visibilità.  Ma questa farsa va per le lunghe e sarebbe ora di piantarla, se non per pudore, almeno per rispetto verso i cittadini di Cerveteri.

Ci dicono di essere a favore del biogas a Pian della Carlotta, contrari all’area artigianale a Pian del Candeliere, a favore della cementificazione della Palude di Torre Flavia, contrari allo sviluppo del Centro storico, a favore della speculazione edilizia, contrari alla realizzazione di nuove scuole, a favore degli inceneritori, contrari alla riqualificazione delle Frazioni. Qualcuno ha detto che siamo a favore del mega centro commerciale in località Zambra. Scrivono e dicono che siamo corrotti, concussi, l’anno scorso hanno scritto persino che siamo sessualmente degenerati. È chiaro si stanno veramente dando i numeri.

Ma non fa nulla, si stancheranno, prima o poi. C’è un motivo serio per il quale Governo Civico non partecipa alla polemica mediatica, che ha toni spesso stucchevoli: il motivo è che non abbiamo tempo per queste cose di poco conto. Abbiamo preso degli impegni chiari e precisi, c’è solo il tempo di portarli a termine, per cambiare radicalmente il volto di questa Città.




NEMI, IL CENTROSINSTRA TORNA SUL CASO ILCESA: E' STATO GIUSTO O NO FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DEGLI ANNI '70?

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Massimo Dionisi – Partecipazione Democratica 

[ LA VIDEO CONFERENZA DI VAIRO CANTERANI SULLA QUESTIONE ILCESA ]  Anche in fondo al presente articolo

Nemi (RM) – Nemi affascinante e particolare territorio,  meta preferita dai turisti italiani e stranieri che visitano Roma e i siti  più importanti e suggestivi della provincia romana. Scelgono  Nemi poiché,  nel tempo, ha, con caparbia fatica, mantenuto quasi inalterate le bellezze del suo territorio, diventando il fiore all’occhiello dei Castelli Romani.

 E non è stato facile, perché anche nel piccolo  territorio nemese, dagli anni “70 la spinta alla speculazione edilizia, all’equazione stolta- sviluppo=cemento- è stata fortissima come su tutti i Castelli Romani. 

Complice una classe di politici e amministratori locali incapace di resistere a quelle spinte, vuoi per mancanza di sensibilità e cultura dell’ambiente, vuoi perché  collusa con i costruttori, il territorio degli altri paesi Castellani è stato, nell’ultimo trentennio, devastato e degradato,  compromettendo irreparabilmente le risorse tipiche dell’intera area ricca invece di storia, cultura, folklore e non ultime tipicità agro-alimentari. Anche a  Nemi,  agli inizi degli anni ’70, le amministrazioni democristiane  approvarono  un  Piano Regolatore Generale (PRG) che da un numero di abitanti, da sempre stabile fra i 1600/1800 , prevedeva tante nuove abitazioni sparse ovunque,con un incremento abitativo che avrebbe portato il totale a  15000/16000 abitanti.

Uno scempio.

In pratica ogni pezzo di territorio, dalle Vallette a Pontecchio sarebbe potuto essere  coperto da una colata di cemento, con pesanti ripercussioni in termini di degrado ,  consumo di territorio  e risorse naturali, in primis l’acqua. Se oggi Nemi è rimasto un luogo di una bellezza estrema, come lo definì Byron, è perché quello scempio si è riusciti con fermezza a bloccarlo. Certo che cancellare previsioni di PRG pesantemente espansive e che avevano attirato su Nemi le mire di molti “palazzinari” castellani non è stato semplice e ancora adesso vi sono strascichi giudiziari con chi non avendo potuto speculare cerca “indennizzi”. Oggi, prima di qualunque disquisizione sull’argomento, prima di lanciare accusare e  “linciare” pubblicamente ex amministratori, prima di nascondere proprie presenti e future  incapacità dietro al risarcimento ILCESA, per correttezza le forze politiche nemesi  dovrebbero esprimersi pubblicamente  su di   un punto fondamentale: è stato giusto fermare quanto previsto da quel PRG? Noi siamo fermamente convinti che è stato giusto. Che  quelle previsioni urbanistiche, se attuate,  avrebbero aperto scenari disastrosi  con possibili effetti devastanti per la nostra comunità. Non solo. Siamo fermamente decisi a contrastare chiunque, in futuro,  abbia in mente qualcosa del genere.

 Le altre parti in campo, che nell’ultimo periodo, hanno detto di tutto  attraverso  l’etere o in sedute di consiglio comunale  contro quella strategia di tutela del territorio come la pensano? Chiariscano, una volta per tutte,  questo punto. Escano da un equivoca posizione che li ha visti in questi anni porsi solo come amministratori “vittime” di una situazione da altri creata e costretti a ripararne i guasti, continuando ad alimentare stucchevoli polemiche sull’argomento, dando l’impressione che alle amministrazioni di sinistra, che hanno cancellato quelle previsioni di insensato sviluppo edilizio, rimproverassero il fatto di  aver avuto l’ardire di mettersi contro  il potere dei costruttori castellani. Alberto Bertucci / Giovanni Libanori – Alessandro Biaggi / Cinzia Cocchi e gli  altri dell’ultima ora, prima di lanciare accuse chiariscano ai cittadini prima di tutto questo importante punto: 

È  stato giusto fermare lo scempio previsto da quel piano regolatore? 

Fermare quel PRG è stato un pericolo scampato per Nemi oppure una opportunità mancata?

All’inizio degli anni ’80 ad un’ amministrazione della democrazia cristiana ne subentrò una del  partito comunista, giovane e con grande sensibilità per la tutela ambientale, che ereditato quel PRG, lo modificò e ridusse, una prima volta nel 1985 da circa 16000 abitanti a 7000/8000, affrontando già allora cause e battaglie contro i “palazzinari”, per salvare in particolare, l’area pregiatissima di Pontecchio.

Nel frattempo  il partito della cementificazione castellano ( allora molto forte con padrini trasversali sia a destra che a sinistra ) si era messo  in moto,  acquistando i terreni interessati dal PRG. Numerose  società di costruzioni erano scese in campo “fiutando” l’affare Nemi. Quindi,  qualunque intervento riduttivo dei mc previsti da quel  piano, sarebbe andato a  colpire gli  interessi particolari di queste.   Nel 1992 con  una variante al PRG  di salvaguardia, si ridussero  ancor più drasticamente i  mc di cemento. Si avviò così  un’altra guerra dei ricorsi  dei costruttori fra Tar e Consiglio di Stato.  Nel ’95 la sentenza del Consiglio di Stato lo annulla con la motivazione che si erano ridotte le cubature solo all’edilizia privata mentre si erano lasciate intatte quelle di edilizia popolare. L’amministrazione reiterò il PRG di salvaguardia con modifiche di recepimento della sentenza, cancellando alcune cubature destinate a zone  167. Nel frattempo intervenne la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani che includeva tutto il territorio comunale. Contestualmente l’amministrazione di sinistra agevolò l’ edilizia privata legata ai restauri ed al riuso di manufatti abbandonati o fatiscenti del centro storico ed urbano per non sacrificare ulteriormente quegli operatori privati che volevano investire in modo alternativo e sostenibile  in linea con la vocazione turistica e  di salvaguardia del territorio nemese.  Soluzione  intollerabile  per  dei costruttori che  avevano  come unico interesse quello di  costruire e far fruttare al massimo  i loro terreni e che perciò fecero altri ricorsi.  

Nel ’99 cambio di colore amministrativo. A Canterani (sinistra)  subentrò Biaggi(destra). Nel 2001 l’amministrazione comunale,  della quale erano parte attiva anche alcuni degli attuali amministratori, sindaco compreso, produsse un  nuovo PRG, attraverso  il quale  venivano  ripristinate alcune zone  abitative, precedentemente cancellate, destinandole all’edilizia pubblica.

Considerazione:  la strategia messa in atto dalle precedenti amministrazioni, al di là se condivisa in toto o  meno, mirava comunque  a  fermare un  progetto che, potenzialmente,  poteva avere effetti disastrosi per l’intera comunità nemese. E, poi,  c’erano le azioni giudiziarie in atto   dei costruttori contro il Comune. Sarebbe stato logico, quindi,  che i nuovi inquilini dell’Ente proseguissero nel solco tracciato dai predecessori  continuando  a sostenerne i provvedimenti. Eventuali ripensamenti avrebbero, infatti,  esposto l’Ente al pericolo di  soccombere  nei    ricorsi in atto.  Con il nuovo PRG invece si scelse di cambiare. Una evidente sconfessione dell’impostazione precedente e soprattutto un grave errore tattico. Vediamo perché.

Se ci fosse stata condivisione sul fatto che la posta in gioco  era quella di  un  territorio messo in pericolo da chi ne voleva fare solo un  affare personale,sarebbe stato logico proseguire nel solco tracciato dal predecessore  mantenendo il punto sulla non edificabilità in todo  e   affrontando i ricorsi dei costruttori che puntavano ad evidenziare la disparità dei provvedimenti dell’Ente che favorivano solo l’edilizia pubblica.  Invece si mise  mano ad un nuovo PRG con il quale l’amministrazione Biaggi  aprì ad un  nuovo e  parziale  consumo di territorio,  commettendo, secondo noi, un gravissimo errore  tattico,  destinando questa nuova edificabilità all’edilizia pubblica. Come dire,  a Nemi si poteva   tornare a costruire, però  solo case popolari. Un autogol clamoroso. Era proprio l’accusa che i costruttori sostenevano  nel ricorso contro la giunta Canterani.  Praticamente  andò a rafforzare  quella che era l’accusa dei costruttori nei confronti dell’Ente nei precedenti ricorsi. Infatti nel 2002 i costruttori chiesero  il dolo e quindi che venisse riconosciuto loro un risarcimento. Nel 2010 il TAR da  loro ragione. L’amministrazione  Cocchi/Biaggi/Libanori/Bertucci avrebbe avuto un’altra carta da giocarsi: quella di un ricorso al Consiglio di Stato , evidenziando le ragioni che a suo tempo motivarono l’azione dell’ente: l’interesse pubblico-la tutela dei valori storico-ambientali, archeologici, sociologici, territoriali della comunità nemese, riconosciuti in seguito da enti sovra comunali (regione-provincia-ente parco-sovrintendenza archeologica). Invece, inspiegabilmente,decisero  di non ricorrere al Consiglio di Stato e la  sentenza divenne esecutiva

Recentemente il TAR ha quantificato  il danno ai costruttori a 300.000 euro. Purtroppo Bertucci e la sua giunta hanno deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro questa sentenza. Altro errore gravissimo. Nell’interesse della nostra comunità,  il Comune di Nemi avrebbe avuto il dovere di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che condanna l’Ente a risarcire alla società Ilcesa circa 300 mila euro. 

All’azione ricorrente avrebbe dovuto  altresì garantire  adeguato e convinto sostegno inteso ad evidenziare, non solo la ingiusta pretesa di risarcimento a fronte di un già avvenuto sostanzioso guadagno, ma, soprattutto,  i principi che hanno ispirato  le scelte politico-urbanistiche delle amministrazioni di centrosinistra,  riconducibili esclusivamente all’obiettivo di salvaguardare la nostra cittadina  da un attacco speculativo imponente che avrebbe devastato  il  territorio e stravolto  la sua comunità. 

Invece in questo modo , la giunta Bertucci  oltre a sconfessare i principi ispiratori suddetti,  in modo implicito, fa un ulteriore ammissione di colpa  che, in caso di ricorso al Consiglio di Stato della contro parte (ILCESA)  pone  quest’ultima  in una posizione di indubbio vantaggio, ed espone l’Ente a rischi economici ben più elevati.

Da anni, ormai, la questione Ilcesa tiene banco nella quotidiana razione di critiche che investe Nemi.  Una  vicenda  che  oggi viene  evocata anche come spettro di future disgrazie economiche che porterebbero  l’ente al dissesto economico.

“Se in futuro verranno meno i servizi essenziali per la comunità, la colpa è degli ex amministratori (passati e recenti) che con i loro errori hanno  dato origine alla storia” sono più o meno le parole  usate dal sindaco Bertucci in uno degli ultimi Consigli  in cui venivano resi noti alla cittadinanza l’entità del risarcimento, stabilito dalla recente sentenza del TAR, (300 mila euro) che il Comune è chiamato a risarcire alla società Ilcesa.

Agitare questo “fantasma” è pretestuoso. Infatti nelle casse del Comune sono da tempo già state accantonate somme ampiamente sufficienti (avanzo economico già accantonato circa 500.000 Euro) senza dover intaccare i servizi ai cittadini. Non vorremmo che questo mettere le mani avanti del sindaco  Bertucci sia propedeutico a coprire eventuali mancanze conseguenti   la sua incapacità amministrativa. 

Ultima considerazione: se non avessimo avuto altre opzioni, se non ci fossero state strategie alternative a quelle che hanno portato all’ultima sentenza del TAR ( abbiamo visto che invece c’erano) , comunque crediamo che per la  comunità nemese, questi 300 mila euro sono un danno  infinitamente minore rispetto   allo sfracello ambientale che si prospettava sul suo territorio e i costi che avrebbe dovuto affrontare per servizi come strade-fogne-acqua– e quelli non quantificabili dovuti al fatto che alterare profondamente e irreversibilmente questo territorio ne avrebbe di fatto cancellato la vocazione altamente turistica e di attività legate alla cultura, alla storia e all’ambiente, settori che hanno potenzialità economiche nel tempo durature ed eco-compatibili.

Il consigliere Giovanni Libanori, in un recente Consiglio Comunale, ha promesso un dibattito pubblico sull’argomento.

Attendiamo fiduciosi !

 

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NEMI, IL CENTROSINSTRA TORNA SUL CASO IL CESA: E' STATO GIUSTO O NO FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DEGLI ANNI '70?

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Carlo Testana – Coalizione di centrosinistra di Nemi

Nemi (RM) – Nemi affascinante e particolare territorio,  meta preferita dai turisti italiani e stranieri che visitano Roma e i siti  più importanti e suggestivi della provincia romana. Scelgono  Nemi poiché,  nel tempo, ha, con caparbia fatica, mantenuto quasi inalterate le bellezze del suo territorio, diventando il fiore all’occhiello dei Castelli Romani.

 E non è stato facile, perché anche nel piccolo  territorio nemese, dagli anni “70 la spinta alla speculazione edilizia, all’equazione stolta- sviluppo=cemento- è stata fortissima come su tutti i Castelli Romani. 

Complice una classe di politici e amministratori locali incapace di resistere a quelle spinte, vuoi per mancanza di sensibilità e cultura dell’ambiente, vuoi perché  collusa con i costruttori, il territorio degli altri paesi Castellani è stato, nell’ultimo trentennio, devastato e degradato,  compromettendo irreparabilmente le risorse tipiche dell’intera area ricca invece di storia, cultura, folklore e non ultime tipicità agro-alimentari. Anche a  Nemi,  agli inizi degli anni ’70, le amministrazioni democristiane  approvarono  un  Piano Regolatore Generale (PRG) che da un numero di abitanti, da sempre stabile fra i 1600/1800 , prevedeva tante nuove abitazioni sparse ovunque,con un incremento abitativo che avrebbe  portato il totale a  15000/16000 abitanti.

Uno scempio.

In pratica ogni pezzo di territorio, dalle Vallette a Pontecchio sarebbe potuto essere  coperto da una colata di cemento, con pesanti ripercussioni in termini di degrado ,  consumo di territorio  e risorse naturali, in primis l’acqua. Se oggi Nemi è rimasto un luogo di una bellezza estrema, come lo definì Byron, è perché quello scempio si è riusciti con fermezza a bloccarlo. Certo che cancellare previsioni di PRG pesantemente espansive e che avevano attirato su Nemi le mire di molti “palazzinari” castellani non è stato semplice e ancora adesso vi sono strascichi giudiziari con chi non avendo potuto speculare cerca “indennizzi”. Oggi, prima di qualunque disquisizione sull’argomento, prima di lanciare accusare e  “linciare” pubblicamente ex amministratori, prima di nascondere proprie presenti e future  incapacità dietro al risarcimento ILCESA, per correttezza le forze politiche nemesi  dovrebbero esprimersi pubblicamente  su di   un punto fondamentale: è stato giusto fermare quanto previsto da quel PRG? Noi siamo fermamente convinti che è stato giusto. Che  quelle previsioni urbanistiche, se attuate,  avrebbero aperto scenari disastrosi  con possibili effetti devastanti per la nostra comunità. Non solo. Siamo fermamente decisi a contrastare chiunque, in futuro,  abbia in mente qualcosa del genere.

 Le altre parti in campo, che nell’ultimo periodo, hanno detto di tutto  attraverso  l’etere o in sedute di consiglio comunale  contro quella strategia di tutela del territorio come la pensano? Chiariscano, una volta per tutte,  questo punto. Escano da un equivoca posizione che li ha visti in questi anni porsi solo come amministratori “vittime” di una situazione da altri creata e costretti a ripararne i guasti, continuando ad alimentare stucchevoli polemiche sull’argomento, dando l’impressione che alle amministrazioni di sinistra, che hanno cancellato quelle previsioni di insensato sviluppo edilizio,  rimproverassero il fatto di  aver avuto l’ardire di mettersi contro  il potere dei costruttori castellani. Bertucci/Libanori – Biaggi/Cocchi e gli  altri dell’ultima ora, prima di lanciare accuse chiariscano ai cittadini prima di tutto questo importante punto: 

È  stato giusto fermare lo scempio previsto da quel piano regolatore? 

Fermare quel PRG è stato un pericolo scampato per Nemi oppure una opportunità mancata?

All’inizio degli anni ’80 ad un’ amministrazione della democrazia cristiana ne subentrò una del  partito comunista, giovane e con grande sensibilità per la tutela ambientale, che ereditato quel PRG, lo modificò e ridusse, una prima volta nel 1985 da circa 16000 abitanti a 7000/8000, affrontando già allora cause e battaglie contro i “palazzinari”, per salvare in particolare, l’area pregiatissima di Pontecchio.

Nel frattempo  il partito della cementificazione castellano ( allora molto forte con padrini trasversali sia a destra che a sinistra ) si era messo  in moto,  acquistando i terreni interessati dal PRG. Numerose  società di costruzioni erano scese in campo “fiutando” l’affare Nemi. Quindi,  qualunque intervento riduttivo dei mc previsti da quel  piano, sarebbe andato a  colpire gli  interessi particolari di queste.   Nel 1992 con  una variante al PRG  di salvaguardia, si ridussero  ancor più drasticamente i  mc di cemento. Si avviò così  un’altra guerra dei ricorsi  dei costruttori fra Tar e Consiglio di Stato.  Nel ’95 la sentenza del Consiglio di Stato lo annulla con la motivazione che si erano ridotte le cubature solo all’edilizia privata mentre si erano lasciate intatte quelle di edilizia popolare. L’amministrazione reiterò il PRG di salvaguardia con modifiche di recepimento della sentenza, cancellando alcune cubature destinate a zone  167. Nel frattempo intervenne la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani che includeva tutto il territorio comunale. Contestualmente l’amministrazione di sinistra agevolò l’ edilizia privata legata ai restauri ed al riuso di manufatti abbandonati o fatiscenti del centro storico ed urbano per non sacrificare ulteriormente quegli operatori privati che volevano investire in modo alternativo e sostenibile  in linea con la vocazione turistica e  di salvaguardia del territorio nemese.  Soluzione  intollerabile  per  dei costruttori che  avevano  come unico interesse quello di  costruire e far fruttare al massimo  i loro terreni e che perciò fecero altri ricorsi.  

Nel ’99 cambio di colore amministrativo. A Canterani (sinistra)  subentrò Biaggi(destra). Nel 2001 l’amministrazione comunale,  della quale erano parte attiva anche alcuni degli attuali amministratori, sindaco compreso, produsse un  nuovo PRG, attraverso  il quale  venivano  ripristinate alcune zone  abitative, precedentemente cancellate, destinandole all’edilizia pubblica.

Considerazione:  la strategia messa in atto dalle precedenti amministrazioni, al di là se condivisa in toto o  meno, mirava comunque  a  fermare un  progetto che, potenzialmente,  poteva avere effetti disastrosi per l’intera comunità nemese. E, poi,  c’erano le azioni giudiziarie in atto   dei costruttori contro il Comune. Sarebbe stato logico, quindi,  che i nuovi inquilini dell’Ente proseguissero nel solco tracciato dai predecessori  continuando  a sostenerne i provvedimenti. Eventuali ripensamenti avrebbero, infatti,  esposto l’Ente al pericolo di  soccombere  nei    ricorsi in atto.  Con il nuovo PRG invece si scelse di cambiare. Una evidente sconfessione dell’impostazione precedente e soprattutto un grave errore tattico. Vediamo perché.

Se ci fosse stata condivisione sul fatto che la posta in gioco  era quella di  un  territorio messo in pericolo da chi ne voleva fare solo un  affare personale,sarebbe stato logico proseguire nel solco tracciato dal predecessore  mantenendo il punto sulla non edificabilità in todo  e   affrontando i ricorsi dei costruttori che puntavano ad evidenziare la disparità dei provvedimenti dell’Ente che favorivano solo l’edilizia pubblica.  Invece si mise  mano ad un nuovo PRG con il quale l’amministrazione Biaggi  aprì ad un  nuovo e  parziale  consumo di territorio,  commettendo, secondo noi, un gravissimo errore  tattico,  destinando questa nuova edificabilità all’edilizia pubblica. Come dire,  a Nemi si poteva   tornare a costruire, però  solo case popolari. Un autogol clamoroso. Era proprio l’accusa che i costruttori sostenevano  nel ricorso contro la giunta Canterani.  Praticamente  andò a rafforzare  quella che era l’accusa dei costruttori nei confronti dell’Ente nei precedenti ricorsi. Infatti nel 2002 i costruttori chiesero  il dolo e quindi che venisse riconosciuto loro un risarcimento. Nel 2010 il TAR da  loro ragione. L’amministrazione  Cocchi/Biaggi/Libanori/Bertucci avrebbe avuto un’altra carta da giocarsi: quella di un ricorso al Consiglio di Stato , evidenziando le ragioni che a suo tempo motivarono l’azione dell’ente: l’interesse pubblico-la tutela dei valori storico-ambientali, archeologici, sociologici, territoriali della comunità nemese, riconosciuti in seguito da enti sovra comunali (regione-provincia-ente parco-sovrintendenza archeologica). Invece, inspiegabilmente,decisero  di non ricorrere al Consiglio di Stato e la  sentenza divenne esecutiva

Recentemente il TAR ha quantificato  il danno ai costruttori a 300.000 euro. Purtroppo Bertucci e la sua giunta hanno deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro questa sentenza. Altro errore gravissimo. Nell’interesse della nostra comunità,  il Comune di Nemi avrebbe avuto il dovere di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che condanna l’Ente a risarcire alla società Ilcesa circa 300 mila euro. 

All’azione ricorrente avrebbe dovuto  altresì garantire  adeguato e convinto sostegno inteso ad evidenziare, non solo la ingiusta pretesa di risarcimento a fronte di un già avvenuto sostanzioso guadagno, ma, soprattutto,  i principi che hanno ispirato  le scelte politico-urbanistiche delle amministrazioni di centrosinistra,  riconducibili esclusivamente all’obiettivo di salvaguardare la nostra cittadina  da un attacco speculativo imponente che avrebbe devastato  il  territorio e stravolto  la sua comunità. 

Invece in questo modo , la giunta Bertucci  oltre a sconfessare i principi ispiratori suddetti,  in modo implicito, fa un ulteriore ammissione di colpa  che, in caso di ricorso al Consiglio di Stato della contro parte (ILCESA)  pone  quest’ultima  in una posizione di indubbio vantaggio, ed espone l’Ente a rischi economici ben più elevati.

Da anni, ormai, la questione Ilcesa tiene banco nella quotidiana razione di critiche che investe Nemi.  Una  vicenda  che  oggi viene  evocata anche come spettro di future disgrazie economiche che porterebbero  l’ente al dissesto economico.

“Se in futuro verranno meno i servizi essenziali per la comunità, la colpa è degli ex amministratori (passati e recenti) che con i loro errori hanno  dato origine alla storia” sono più o meno le parole  usate dal sindaco Bertucci in uno degli ultimi Consigli  in cui venivano resi noti alla cittadinanza l’entità del risarcimento, stabilito dalla recente sentenza del TAR, (300 mila euro) che il Comune è chiamato a risarcire alla società Ilcesa.

 Agitare questo “fantasma” è pretestuoso. Infatti nelle casse del Comune sono da tempo già stati accantonate somme ampiamente sufficienti (avanzo economico già accantonato circa 500.000 Euro) senza dover intaccare i servizi ai cittadini. Non vorremmo che questo mettere le mani avanti del sindaco  Bertucci sia propedeutico a coprire eventuali mancanze conseguenti   la sua incapacità amministrativa. 

Ultima considerazione: se non avessimo avuto altre opzioni, se non ci fossero state strategie alternative a quelle che hanno portato all’ultima sentenza del TAR ( abbiamo visto che invece c’erano) , comunque crediamo che per la  comunità nemese, questi 300 mila euro sono un danno  infinitamente minore rispetto   allo sfracello ambientale che si prospettava sul suo territorio e i costi che avrebbe dovuto affrontare per servizi come strade-fogne-acqua– e quelli non quantificabili dovuti al fatto che alterare profondamente e irreversibilmente questo territorio ne avrebbe di fatto cancellato la vocazione altamente turistica e di attività legate alla cultura, alla storia e all’ambiente, settori che hanno potenzialità economiche nel tempo durature ed eco-compatibili.

Il consigliere Libanori, in un recente Consiglio Comunale, ha promesso un dibattito pubblico sull’argomento.

Attendiamo fiduciosi !




COTRAL, IL CONSIGLIERE CDA GIOVANNI LIBANORI CONTESTA TITOLO E PARTE DELL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE LAZIALE

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Di seguito si pubblica la richiesta di rettifica da parte del consigliere di amministrazione Cotral SpA Giovanni Libanori:

In riferimento agli tabella pubblicati sul quotidiano online "L'Osservatore laziale", in data 01.07.2013, dal titolo "Roma, Cotral. Paura per la perdita della poltrona: si manifesta o si strumentalizza?", a firma di Chiara Rai, il sottoscritto Giovanni Libanori, nella sua qualità Consigliere di Amministrazione di Cotral SpA, chiede formale rettifica del titolo e di parte dei contenuti dell'articolo in quanto ritenuti lesivi della propria dignità personale e istituzionale, oltre che denigratori per la propria immagine. In particolare, nell'articolo, che riferisce della protesta dei lavoratori Cotral Spa dovuta ad ritardato pagamento della 14a mensilità, si legge che "…in mezzo a loro, c'era il Consigliere del CdA Cotral Giovanni Libanori…". A tal proposito, come si evince dalla sequenza dei comunicati stampa inviati anche alla vs testata dall'ufficio stampa Cotral, é su iniziativa del sottoscritto che si é svolta la protesta dei dipendenti davanti la sede di Atac Spa. In secondo luogo, nell'articolo si legge che "…Lui non é un lavoratore… ma un politico…", intendo precisare che conosco perfettamente le problematiche dei lavoratori perché io stesso, oltre ad essere un politico, sono prima di tutto un uomo che lavora nel suo campo professionale da circa venticinque anni. Certamente, la politica non mi distoglie da quelle che sono le problematiche sociali che decido di affrontare. Quanto, poi, alla parte in cui si fa espressamente riferimento "…al suo facoltoso stipendio o al suo personale autista…", tengo a precisare che il compenso corrisponde a quanto stabilito da una delibera dell'Assemblea dei Soci Cotral indistintamente per ogni membro del CdA e che non si tratta di una cifra così facoltosa come subdolamente si vuole far credere all'opinione pubblica. Mentre la dotazione di un autista é legata alle esigenze di servizio: Cotral, come tutti sanno, é un'azienda di trasporto extraurbano, con strutture e impianti presenti in tutto il territorio del Lazio e va da se che si rendono spesso necessari spostamenti per risolvere le problematiche che, di volta in volta, si possono verificare. Per concludere, alla luce di quanto detto, appare del tutto fuori luogo il contenuto del titolo dell'articolo che avrebbe dovuto semmai focalizzarsi all'oggetto vero e proprio della notizia che era la manifestazione dei dipendenti indetta per il ritardato pagamento della 14a mensilità.

Si chiede, pertanto, al fine di ottenere una attitudine informativa equivalente alla notizia ritenuta diffamante e di soddisfare l'esigenza legittima del sottoscritto di riportare la propria verità in merito ai fatti esposti, di volere pubblicare la presente rettifica integralmente, con il medesimo rilievo della stessa notizia e secondo i tempi previsti dalla legge. In difetto e nel perdurare di tale atteggiamento persecutorio che va avanti da mesi attraverso la pubblicazione di tabella pretestuosi e al limite della diffamazione da parte della Vs testata nei miei confronti, mi vedrò costretto a far valere le mie ragioni nelle sedi opportune.

Giovanni Libanori

Consigliere di Amministrazione Cotral SpA

 

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ROCCA DI PAPA: SI FESTEGGIANO I 400 ANNI DEL PATRONO SAN CARLO BORROMEO

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Redazione

Rocca di Papa (RM) – Dopo la rievocazione storica della vita di San Carlo Borromeo di sabato 29 giugno presso l’auditorium del Sacro Cuore dei Campi d’Annibale, ad opera della Compagnia La Fenice di Fonte Laurentina, parte oggi il calendario dei festeggiamenti per il Patrono di Rocca di Papa, che quest’anno compie quattrocento anni.

Ricorre infatti quest’anno il quattrocentesimo anniversario della scelta, da parte della comunità dei fedeli di S. Carlo Borromeo a patrono della città di Rocca di Papa, nel lontano 1613.

La Confraternita Santissimo Sacramento, in collaborazione con il Comune di Rocca di Papa e la Pro Loco, ha organizzato una serie di appuntamenti musicali e danzanti che animeranno la città fino al culmine dei festeggiamenti, previsto per domenica 7 luglio, quando avrà luogo alle ore 9 la solenne processione del simulacro del Santo e la Santa Messa, con la partecipazione delle autorità locali, dei sindaci del territorio e della banda musicale “Corbium”.
A corredo delle iniziative anche numerosi giochi popolari e la corsa amatoriale podistica “Corsa all’americana – Trofeo di San Carlo” prevista per domenica alle ore 15.

La Parrocchia di S.Maria Assunta in Cielo e l’Amministrazione comunale hanno promosso, inoltre, una serie di ricerche finalizzate alla realizzazione, per il prossimo 4 novembre – giorno in cui si festeggia il Santo – di una piccola esposizione storico-documentaria e di un opuscolo, ripercorrenti i fatti salienti legati alla storia del Patrono di Rocca di Papa.

“Quest’anno ricorre un anniversario importante per la nostra Città – afferma il sindaco Pasquale Boccia -. La scelta del Patrono è parte fondamentale della storia di una comunità e delle sue radici. Ed è proprio in virtù di questa valenza storica che abbiamo deciso di festeggiare la ricorrenza  rievocando e divulgando i sentimenti che guidarono i roccheggiani nella scelta fatta ben 400 anni fa, affinché diano nuova linfa all’identità e alla coesione popolare”.




NEMI, L'INCHIESTA SULLE AUTO NCC: TUTTE LE LICENZE PORTANO A ROMA

Chiara Rai

Nemi (RM) – E’ proprio vero quando si dice che tutte le strade portano a Roma. Ma quando gran parte delle licenze Ncc portano a Roma, allora la curiosità cresce intorno a questo discusso fenomeno. E’ da qui che nasce la nostra inchiesta. Infatti, sulla scia della curiosità e anche delle notizie riguardanti sequestri da parte delle Forze dell’Ordine di licenze di Noleggio Con Conducente (NCC) irregolari nei Comuni di Fiumicino e Ciampino, abbiamo effettuato una sorta di monitoraggio a Nemi, in Piazza Roma, delle auto NCC che quotidianamente trasportano turisti in paese. E ci siamo resi conto che il mondo è bello perché è vario: la rivelazione ci è stata data dallo scudetto, posto nella parte posteriore dell’autoveicolo, che riporta il Comune che ha rilasciato la licenza. Abbiamo visto molti NCC autorizzati dal Comune di Roma, o da altri Comuni del circondario (Genzano di Roma, Rocca di Papa, Frascati), mentre altri fanno riferimento a Comuni un po’ più lontani (Campodimele in provincia di Latina): ma ci sono anche quelli che in base alla normativa, non dovrebbero trovarsi a Nemi. Sono forestieri, insomma. Abbiamo quindi immortalato un’auto abilitata NCC con licenza rilasciata addirittura dal Comune di Milazzo (Sicilia), una da Loreto Aprutino (Abruzzo), distanza minore ma pur sempre apprezzabile, come anche un’altra proveniente da Manopello (Abruzzo). Che dire poi della licenza NCC rilasciata dai Comuni di Cicala (Calabria), di San Michele Salentino (Puglia) e da Castel di Sangro (Abruzzo), quest’ultima da un nostro controllo  risulta addirittura con partita Iva cessata, e quindi non abilitata a tale servizio. Ci sono inoltre alcune licenze che fanno capo a cooperative con sede legale nel Comune di Roma e con rimessa nel comune di Roma: come si configurano queste posizioni nella normativa?

Esiste però un comune denominatore che spiega l’arcano: tutti gli intestatari delle licenze sono residenti a Roma. Quindi, presumiamo che  sicuramente non faranno ritorno con gli automezzi nelle rimesse dei Comuni che hanno rilasciato le licenze.

E regolare tutto questo? Sicuramente curioso e certamente c’è una base di materiale pronto per eventuali indagini. Che c’è di male nel fatto che gli automezzi non fanno ritorno nelle rimesse dei Comuni che hanno rilasciato le licenze?

Per poter conseguire e mantenere l’autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente è obbligatoria la disponibilità, in base a valido titolo giuridico, di una sede, di una rimessa o di un pontile di attracco situati nel territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione. E’ inoltre d’obbligo lo stazionamento dei veicoli esclusivamente all’interno della rimessa e la legge in materia impone che l’inizio ed il termine di ogni singolo servizio di noleggio con conducente avvengano alla rimessa situata nel Comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Mentre sia il prelevamento che l’arrivo a destinazione dell’utente possono avvenire anche nel territorio di altri Comuni.

Immaginare dunque, per esempio l’auto che prima abbiamo citato, abilitata al NCC con licenza rilasciata addirittura dal Comune di Milazzo: tra la partenza dalla rimessa ed il ritorno alla stessa, in 24 ore, rimane giusto il tempo di una visita a Nemi, con grande stress del conducente.  

Dunque ci si chiede, è normale che licenze rilasciate ad automezzi Ncc in Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzo poi riconducano la loro attività nella città eterna che accoglie con le sue grandi braccia sia i conducenti che i mezzi forestieri?

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CERVETERI CONTRASTO AL VANDALISMO, L'IDEA DEL SINDACO: COSTRUIRE UNA RETE PER VIGILARE SUGLI EPISODI DI VANDALISMO

Luca Pagni

Cerveteri (VT) – Il Comune di Cerveteri ha preso una singolare quanto lodevole iniziativa per contrastare l’escalation di atti vandalici contro il bene pubblico, con muri imbrattati ed arredi urbani distrutti.

Il Sindaco Alessio Pascucci ha lanciato un appello alla cittadinanza: costruiamo una rete per vigilare sugli episodi di vandalismo. Con quest’appello il Comune di Cerveteri mira a sensibilizzare le coscienze di tutti, concittadini e turisti, affinché ogni bene comune venga percepito come proprio.
In virtù delle imposte e delle tasse pagate, ciascuno di noi è benefattore e dunque tutore, dei beni e servizi erogati dalle istituzioni. Un bene di tutti non è un bene di nessuno e bisogna piantarla di delegarne sempre ad altri la sorveglianza e la tutela.

Un muro o un monumento pulito non possono essere trattati come se fossero la lavagna di tutti.
Se quando qualcuno imbratta e deturpa qualcosa, tutti ci girassimo e lo guardassimo con sdegno, forse il vandalo ci penserebbe due volte prima di reiterare nel proprio sgarbo. Se invece nessuno se lo fila, lui continuerà a sporcare e rompere cose di tutti, con la falsa convinzione che se nessuno gli dice niente, lui si sfoga ed in fondo non fa male a nessuno.

La crisi economica in atto coinvolge sempre più famiglie ed è naturale che vi siano sempre più persone per così dire “a spasso”. Ma la loro frustrazione non può certo ricadere sui membri di una collettività che può e deve tornare ad avere uno spirito civico alto, nell’interesse del nostro essere uomini e donne.

“Gli atti vandalici sono atti contro il bene comune e contro i cittadini” dichiara il Sindaco Alessio Pascucci commentando la lunga serie di atti vandalici che in queste settimane hanno interessato diverse aree pubbliche disseminate in tutto il territorio comunale. “Non capiamo perché, specialmente in un momento storico così difficile, in cui reperire le risorse per realizzare anche i più elementari interventi di manutenzione pubblica non è facile per i tagli indiscriminati e i tetti di spesa imposti dallo Stato, ci sia chi impunemente distrugge e imbratta il bene pubblico. Ma è solo una questione di decoro, è anche e soprattutto una questione di sicurezza”. “Voglio sottolineare – ha continuato il Sindaco Pascucci – che il bene pubblico è prima di tutto la proprietà comune di tutti i Cittadini di Cerveteri. Credo che le famiglie, insieme alle Autorità competenti, possano dare un contributo importante nel vigilare che gli episodi di vandalismo e degrado ambientale non avvengano. In tutto il territorio comunale si stanno susseguendo in queste settimane, in maniera quasi sorprendente, danneggiamenti di ogni genere. Nel parco di Via Giordano sono state divelte le panchine e sono stati danneggiati e sporcati con la vernice spray i giochi dedicati ai bambini. A Cerenova, nel parco di Via Luni appena riqualificato sono già stati rotti i cestini gettacarte e lo stesso accade in diverse altre aree verdi della Città. Anche per le strade la situazione non è migliore, e costringe i servizi di manutenzione e decoro urbano del Comune a rincorrere le continue emergenze. Ma non si fa in tempo ad intervenire che è già tutto da rifare, come nel caso degli schizzetti posizionati dalla Multiservizi Caerite, che vengono sistematicamente rotti o rubati. Per non parlare dei muri della nostra città, deturpati dalle affissioni abusive e dalle scritte con la vernice spray che, non di rado, recano parole e simboli offensivi”. “Questi vandali, sempre che di vandali si tratti, vogliono ridurre la nostra meravigliosa città ad un luogo di degrado e sporcizia, ma non ci riusciranno. Stiamo studiando di installare, nel futuro, un sistema di telecamere nei luoghi nevralgici del territorio che potrà essere di supporto al lavoro delle Autorità competenti, ma questo non potrà essere sufficiente per un controllo capillare del territorio. Vorrei fare un appello a tutti i cittadini di Cerveteri: non esitate a denunciare gli atti contro il bene comune, dobbiamo realizzare una rete che sia in grado di rompere l’omertà e faccia emergere i nomi di chi distrugge e imbratta. Se davvero vogliamo valorizzare il nostro territorio e renderlo più accogliente per noi stessi e per gli altri, allora non dobbiamo accettare questa violenza".

Di Dante Alighieri è più facile seguire il "Non ti curar di lor, ma guarda e passa"
piuttosto che il monito “fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e canoscenza”
ma è proprio su questo che l’essere umano si distingue dalle bestie selvatiche.
 




CASSINO: L'ULTIMO SALUTO AL CAPITANO ADOLFO GIRMALDI

Redazione

Cassino (FR) – Dolore, commozione, cordoglio. Il Sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone, esprime a titolo personale ed a nome dell'intera Amministrazione comunale, il proprio cordoglio per la scomparsa del capitano Adolfo Girmaldi, comandante della stazione dei carabinieri di Cassino.

"Ho appreso con profonda commozione – ha detto il Sindaco – la notizia della morte del capitano Grimaldi; voglio esprimere le mie più sentite condoglianze alla famiglia Grimaldi, alla moglie Fortuna ed ai tre figli per la dolorosa perdita che li ha colpiti.

Al capitano Grimaldi ero legato da un rapporto di amicizia e di profonda stima per le indubbie qualità professionali ed umane, oltre che per l'elevato senso del dovere e per la grande disponibilità sempre a servizio dei cittadini."




IMU, ENTI NO PROFIT: PRESENTATO ORDINE DEL GIORNO IN SENATO

Redazione

Questione Imu in Senato – Dopo l’approvazione da parte della Camera, anche in Senato il Partito Democratico si appresta a presentare un ordine del giorno che impegna il Governo a rivedere l'Imu per gli enti non profit, affinché l'imposta sia pagata solo per gli immobili effettivamente destinati ad attività commerciali.

L’ordine del giorno al testo “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54 recante interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo" sarà discusso, secondo il calendario dei lavori di Palazzo Madama, la settimana prossima.

 “L’obiettivo è quello di impegnare il governo a valutare la possibilità di una revisione della normativa – dichiara il Senatore Scalia, cofirmatario dell’odg – chiedendo che sia chiarita la materia e che siano sanate le situazioni incresciose venutesi a creare in seguito alle norme che hanno decretato il pagamento dell’Imu per gli immobili nei quali le attività di tipo assistenziale, previdenziale, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive sono svolte “con modalità non commerciali”.

“Soprattutto sul concetto di commercialità  – conclude Scalia – occorre fare chiarezza in merito ai parametri di individuazione degli enti esenti dal pagamento dell’IMU. L’attuale sistema offre dei criteri vaghi e che troppo spesso danno adito a confusione. Non si può paragonare il valore di un servizio offerto da un non profit a quello previsto per analoghe attività svolte da società a scopo di lucro”.




ANZIO: QUANDO GLI ARRESTI DOMICILIARI SI PRENDONO PER GIOCO..E ADDIRITTURA SI ORGANIZZANO SERATINE IN CASA

Redazione

Anzio (RM) – Quando si ritiene che gli arresti domiciliari vengano assegnati così tanto per…ecco che i controlli serrati degli agenti della polizia di Albano Laziale smentiscono i tentativi dei "furbetti". P.M. di anni 30 si trovava agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Anzio per scontare la condanna inflittagli dal Tribunale di Velletri, in quanto nel 2010 era stato arrestato per spaccio di sostanza stupefacente.

In questo periodo l’uomo però non aveva sospeso la frequentazione di altri pregiudicati, che anzi lo andavano a trovare a casa per trascorrere le serate insieme, violando così le prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria ai soggetti in regime di arresti domiciliari, circostanza questa accertata a seguito di una serie di controlli incrociati posti in essere dagli investigatori della squadra di PG del Commissariato Distaccato di P.S. di Albano Laziale diretto dal Dr. E. Massimo Fiore.

Una volta riscontrate le violazioni effettuate da P.M., l’Ufficio di Sorveglianza di Roma, competente per i condannati ammessi alla detenzione domiciliare, ordinava l’immediato accompagnamento del predetto presso il più vicino istituto carcerario, provvedimento che veniva immediatamente eseguito dagli agenti del Comm.to di Albano.