Giornalisti come i narcotrafficanti: Massimo Giannini svegliato alle 4 di notte per notificargli una querela

Montano le polemiche politiche, dal vicepresidente di Azione, Enrico Costa, al leader di Avs, Nicola Fratoianni, che arriva a chiedere l’intervento del ministro dell’Interno Piantedosi, dopo che l’ex direttore della Stampa ed editorialista di Repubblica Massimo Giannini ha raccontato durante la puntata di ‘Otto e mezzo’ in onda ieri sera su La7 un episodio che lo riguardava, mentre in studio si discuteva delle polemiche sui tre giornalisti fermati a Roma dalla polizia mentre documentavano un blitz di ‘Ultima Generazione’. “Due mesi fa a Milano, reduce da una puntata di Fazio, nella quale avevo dato giudizi critici rispetto a questa maggioranza, sono andato a dormire in hotel – ha raccontato Giannini – e alle 4 di notte mi hanno svegliato 4 agenti di polizia per notificarmi una querela per diffamazione”.

“Alle 4 di notte”, ribadisce il giornalista che poi spiega di aver chiesto ai poliziotti il motivo dell’urgenza di questa notifica. “Si fa, è la prassi”, la risposta degli agenti. “Ma è la prassi quando dovete prendere un narcotrafficante, non quando dovete notificare una querela a un giornalista”, la replica di Giannini che poi si è detto convinto che non ci sia “alcun dubbio” che dietro c’è una regia politica: “Qualcuno ha dato ordine agli agenti di notificare una querela alle 4 di notte in albergo, così come avevano dato ordine alla Digos – ha aggiunto – di identificare il loggionista della Scala che aveva urlato ‘Viva l’Italia antifascista’, cosi’ come hanno dato ordine di prendere e chiudere in cella per un’ora tre giornalisti”. “Con tutto ciò che rappresenta il dissenso rispetto a questa maggioranza, a questa coalizione e al partito che guida il governo – ha concluso – si adotta il manganello, l’intimidazione”.

Cronisti fermati, Piantedosi: “Un equivoco”

E sulla vicenda dei tre giornalisti fermati a Roma durante una manifestazione di Ultima Generazione, interviene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Come spiegato nei comunicati ufficiali della Questura di Roma e del Dipartimento della Pubblica sicurezza si è trattato probabilmente di un equivoco fondato sul fatto che legittimamente le persone che sono state fermate non hanno dichiarato subito le proprie generalità e pertanto la propria condizione di giornalista e altrettanto legittimamente sono state poi assoggettate a procedure di identificazione che hanno fatto un po’ rumore”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto al festival dell’Economia di Trento al tavolo “Criminalità, confisca, gestione e destinazione dei beni”, in merito ai tre cronisti fermati ieri a Roma dalla polizia prima di un’azione di Ultima Generazione a via Veneto.

“Talvolta può succedere pure che ci siano delle sbavature, non è stato in questo caso ma può succedere – ha spiegato il ministro Piantedosi – non faccio professione di perfezione dell’azione delle forze di polizia, mi dispiace quando viene ricondotta ad un clima generale presunto o dalle direttive perché questo va contro quella che è la professionalità intrinseca delle nostre forze di polizia che prescinde da qualsiasi direttiva politica”. “In Italia non si può dire che ci sia un limitazione del dissenso – ha concluso – e men che meno della libera manifestazione di quella che è una nobile professione come quella del giornalista”.




Velletri, droga ordinata dal carcere e familiari complici: 33 arresti

Velletri – Ordinavano la droga dal carcere e i familiari pagavano su carte prepagate. Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, nelle province  di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Latina e Chieti, con il supporto dei comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP presso il Tribunale di Velletri – nei confronti di 33persone, per lo più italiane (di cui 5 donne), – 11 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 22 agli arresti domiciliari – gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente (art. 73 D.P.R. 309/90), estorsione (art. 629 c.p.) ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.).  Sedici delle persone destinatarie delle odierne misure cautelari sono già detenute in carcere.
L’articolata e complessa indagine portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri (oltre a due episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari, per forniture di sostanze stupefacenti non pagate), commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del citato istituto di pena per un volume d’affari di circa 80.000 €.
Nel corso dell’indagine sono emersi elementi indiziari in ordine alla presenza di un collaudato sistema, finalizzato all’ingresso nella casa circondariale dello stupefacente, sia cocaina che hashish, che veniva occultato, unitamente a generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità, all’interno di pacchi destinati ai detenuti, inviati tramite spedizionieri e una volta all’interno della struttura ceduta anche a terzi. Gli ordini di droga venivano pagati tramite ricariche su carte prepagate da parte di figli, mogli, fidanzate, fratelli, nonni, zii e amici dei detenuti.




Scandalo frode nei fondi europei tra Nemi e Bruxelles: l’Italia archivia mentre l’Europa indaga e sanziona

A Nemi, in Italia, su ordine del tribunale olandese​ sono stati sequestrati diversi immobili

Un caso di presunta frode che coinvolge la società Percuros B.V. e il suo fondatore Alan Chan oltre ad altri soggetti, ha attirato l’attenzione delle autorità europee e italiane. La Procura Europea ha avviato un’indagine approfondita sulla gestione dei fondi europei destinati a progetti di ricerca, in seguito a segnalazioni di irregolarità.

In parallelo, una serie di inchieste giornalistiche di questo quotidiano online L’Osservatore d’Italia ha contribuito a portare alla luce dettagli inquietanti sulla vicenda.

Le Indagini della Procura Europea

Le indagini della Procura Europea si concentrano su presunte manipolazioni e utilizzi impropri dei fondi europei da parte di Percuros B.V., coinvolta in vari progetti scientifici come CHARMED e CANCER. Le autorità hanno rilevato discrepanze significative nei documenti presentati dalla società, tra cui versioni differenti di scambi di e-mail e bilanci manipolati. La situazione si è ulteriormente complicata a causa della mancata restituzione, da parte di Percuros B.V. di Alan Chan, di documenti e dischi rigidi essenziali per l’indagine, nonostante l’intimazione del tribunale dell’AIA​.

Le Connessioni tra Percuros B.V. di Alan Chan e Pilotality di Katja Bierau

L’indagine della Procura Europea sui fondi destinati alla ricerca ha rivelato un vasto schema di frode che coinvolge due società di punta nel settore biomedico: le olandesi Percuros B.V. di Alan Chan e Pilotality gestita da Katja Bierau. Pilotality era registrata all’indirizzo di Alan Chan a Eerbeeklaan a L’Aia. In un messaggio di posta elettronica al quotidiano Omroep West, la Bierau ha negato di essere il socio in affari di Chan. Ma secondo gli ex studenti di dottorato, i due si sono sempre visti insieme. Secondo diversi ex dottorandi, come riportato da Omroep West entrambi hanno anche dato istruzioni di mentire durante i controlli da parte della Commissione europea. Questo scandalo ha portato alla luce una serie di connessioni tra le due aziende, sollevando domande sull’uso dei fondi europei destinati alla ricerca scientifica.

Il Ruolo della Guardia di Finanza Italiana

Parallelamente alle indagini europee, la Guardia di Finanza italiana ha condotto approfondite verifiche che hanno portato a ipotizzare diversi reati, tra cui truffa ai danni dello Stato, malversazione, e associazione per delinquere. Queste indagini hanno coinvolto diverse persone ubicate tra Nemi e Velletri, rivelando una rete complessa di attività illegali connesse ai fondi europei. Nonostante la gravità delle accuse, il Gip italiano ha deciso di archiviare i reati, sollevando controversie e domande sulla gestione del caso in Italia​.

Percuros B.V. e la Leiden University Medical Center

Percuros B.V., con sede nei Paesi Bassi, è stata al centro delle indagini dopo che il vice-presidente del consiglio di amministrazione del Leiden University Medical Center (LUMC), Pancras Hogendoorn, si è dimesso a seguito delle rivelazioni di frode. Le accuse riguardano l’appropriazione indebita di fondi europei destinati a progetti di ricerca attraverso una serie di manipolazioni contabili e false dichiarazioni. Secondo i rapporti, Percuros ha deliberatamente gonfiato i costi e falsificato i risultati per ottenere finanziamenti maggiori​.

Il Ruolo di Pilotality

Pilotality, guidata da Katja Bierau, è stata identificata come un partner chiave in diversi progetti di ricerca con Percuros B.V.. Le due società hanno collaborato in numerosi progetti finanziati dall’Unione Europea, tra cui il progetto ACORN, dove Pilotality ha svolto un ruolo significativo. Le indagini hanno rivelato che questa collaborazione non era solo scientifica ma anche strategica.

Percuros si trasferisce a Napoli e diventa AKA Biotech

Percuros B.V. ha successivamente trasferito parte delle sue operazioni a Napoli, dove la società è stata rinominata AKA Biotech. Questa nuova entità ha continuato a beneficiare dei finanziamenti europei per la ricerca, mantenendo Bierau e Chan come principali soci. AKA Biotech ha dichiarato di focalizzarsi sulla ricerca avanzata in biotecnologie, ma ci sarebbero indagini in corso anche su questa realtà.

Sequestri e misure giudiziarie

A Nemi, in Italia, su ordine del tribunale olandese​ sono stati sequestrati diversi immobili, collegati alle attività di Percuros B.V. e dei suoi collaboratori. Questi sequestri fanno parte degli sforzi per recuperare i fondi europei utilizzati in modo improprio e per prevenire ulteriori irregolarità. Alcuni degli immobili che si trovano nel territorio di Nemi, di proprietà di Alan Chan, amministratore di Percuros B.V. sono stati acquistati in comproprietà con la titolare di Pilotality Katja Bierau. Tuttavia, le indagini in Europa continuano, con la Commissione Europea e l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) impegnati a fare chiarezza su tutti gli aspetti del caso​​.

L’Inchiesta de L’Osservatore d’Italia

Questo quotidiano online L’Osservatore d’Italia ha svolto un ruolo cruciale nel portare alla luce la vicenda, pubblicando una serie di articoli dettagliati sulle attività di Percuros B.V. e di Pilotality. Le inchieste giornalistiche hanno evidenziato alcuni aspetti poco chiari legati all’utilizzo dei fondi destinati alla ricerca scientifica. Questi articoli hanno alimentato il dibattito pubblico e hanno spinto le autorità europee e italiane a intensificare le indagini​​.

Il caso Percuros B.V. rappresenta un esempio significativo di come la collaborazione tra giornalismo investigativo e autorità giudiziarie possa portare alla luce gravi irregolarità finanziarie. Mentre in Italia alcune accuse sono state archiviate, le indagini europee proseguono, puntando a fare piena luce sulla gestione dei fondi europei e a recuperare le somme utilizzate in modo improprio. Gli sviluppi futuri saranno cruciali per determinare le responsabilità e per prevenire ulteriori frodi nel contesto dei finanziamenti europei.




Anbi Lazio, settimana della Bonifica: ad Anagni per la prima Corsa dell’Acqua presente l’Assessore Regionale Giancarlo Righini

Partite in tutta la regione Lazio le iniziative legate alla Settimana della Bonifica che termineranno domenica prossima 26 maggio. “L’Acqua ci nutre e dà la vita” è il tema prescelto a livello nazionale che anche nel Lazio il sistema dei Consorzi di Bonifica porta avanti con una serie di manifestazioni. Ad Anagni ieri, presso l’impianto irriguo di Tufano, che serve oltre 3.000 ettari assicurando a diverse centinaia di imprese agricole e, soprattutto agli allevamenti bovini ed ovini l’acqua grazie ad un sistema di pompaggio davvero importante, è stato presente l’Assessore Regionale al Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste Giancarlo Righini.
 
“Un sentito ringraziamento all’assessore Righini per aver mantenuto la promessa di essere presente alla prima Corsa dell’Acqua che si è tenuta, grazie all’Atletica Frosinone del Presidente Roberto Ceccarelli e della Opes, proprio presso uno dei nostri impianti ha chiosato Sonia Ricci, Presidente di Anbi Lazio e Commissaria dei Consorzi di Bonifica della provincia di Frosinone”.
 
Nella cornice dell’impianto si è svolta una gara podistica di quasi 10 km che ha permesso ai circa 200 partecipanti di ammirare il contesto ambientale davvero incantevole della zona. A ricevere l’Assessore il direttore dei Consorzi di Bonifica di Anagni e Sora, Aurelio Tagliaboschi, con quello di Cassino, Remo Marandola ed il direttore di Anbi Lazio, Andrea Renna. “La presenza dell’assessore – hanno detto i direttori – è un segno importante di sensibilità ed attenzione che il settore merita e che deve essere sottolienato. In un momento particolarmente delicato, a causa anche dei continui cambiamenti climatici, proprio Righini sta dimostrando attenzione ed ascolto alle nostre necessità che poi sono quelle delle imprese consorziate ma anche di cittadini ed imprese, rispondendo concretamente con atti conseguenti a quanto evidenziato. Aver sbloccato, per esempio, pagamenti ed iter di procedure che erano restate ingessate o incagliate ha permesso e sta permettendo di programmare al meglio le nostre attività – hanno concluso i tre dirigenti. Nelle varie sedi dei Consorzi di Bonifica laziali previste passeggiate ecologiche, pedalate sociali, visite degli impianti di bonifica storici e poli museali, oasi ambientali e paesaggistiche e passeggiate fotografiche.
 
“È fondamentale – ha dichiarato Sonia Ricci, Presidente di Anbi Lazio – che le persone abbiano modo di comprendere al meglio il lavoro che grazie ai nostri operai e dipendenti garantiamo ogni giorno. Visitare territori fortemente legati al mondo della bonifica rappresenta un tassello importante in quel lavoro di ulteriore conoscenza che intendiamo portare avanti con ancor maggiore vigore e determinazione. Grazie a veri e propri reperti storici e agli impianti di bonifica, nonché alle aree faunistico paesaggistiche che coesistono con l’opera di bonifica e di irrigazione, è possibile comprendere ancora meglio quanto questa sia attuale e soprattutto, in grado, di far fronte alle sfide dei cambiamenti climatici che nostro malgrado coinvolgono tutti gli aspetti del territorio. Sul sito www.anbilazio.com tutti gli appuntamenti previsti e le modalità di adesione.
 
 
LA SETTIMANA NAZIONALE DELLA BONIFICA E DELLA IRRIGAZIONE
 
Valorizzazione culturale del territorio di bonifica, promozione della mobilità sostenibile, divulgazione delle attività consortili di difesa e tutela del territorio e dell’importanza della risorsa idrica a scopi irrigui: sono le più importanti sfide che ANBI promuove e che i Consorzi di Bonifica pongono in evidenza all’interno degli eventi della “Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione”.
 
I Consorzi di Bonifica hanno affrontato con politiche condivise a livello nazionale, la gestione delle acque superficiali. In questo lungo periodo, grazie anche alla capacità innovativa, l’attività dei Consorzi di Bonifica si è costantemente evoluta, affrontando di volta in volta nuove sfide. Si è partiti dagli obiettivi igienico sanitari per concentrarsi immediatamente dopo sull’esigenza irrigua delle colture, passando dal secondo dopoguerra con l’impegno contro il dissesto idrogeologico in montagna.
 
Negli ultimi decenni del XX secolo è emersa la sensibilità ambientale, per arrivare al terzo millennio con una consapevolezza sempre maggiore del ruolo centrale dei Consorzi strutturati a livello nazionale e regionale.
 
 
 



Fiumicino, furti all’aeroporto: denunciate 7 persone

I Carabinieri della Compagnia Aeroporti di Roma presso lo scalo aeroportuale “Leonardo Da Vinci”, hanno identificato e denunciato 7 persone per tentato furto e sanzionato 4 autisti NCC mentre procacciavano clienti tra i passeggeri.
 
Nello specifico, cinque autisti NCC sanzionati dai Carabinieri della Stazione Aeroporto di Fiumicino, sorpresi nei pressi del Terminal 3 Arrivi, mentre procacciavano illecitamente clienti tra i passeggeri in transito, al di fuori degli stalli, senza averne titolo, per un importo totale di circa 10.300 euro.
 
Poco dopo, invece, sempre i Carabinieri della Stazione Aeroporto di Fiumicino, in distinte attività, hanno denunciato 7 persone, tutti cittadini stranieri, che hanno tentato di superare le casse dei duty free situati all’interno dello scalo aeroportuale, senza pagare, mentre erano in attesa dei rispettivi voli. I militari hanno rinvenuto diversi prodotti di profumeria e cosmesi, per un valore di oltre 2.500 euro. I viaggiatori sono stati notati dal personale addetto alla vigilanza che ha subito allertato i Carabinieri, riuscendo così a recuperare la refurtiva e a riconsegnarla ai responsabili degli esercizi commerciali.
 
Per tutti è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Civitavecchia per il reato di tentato furto.
 
Infine, al termine di un’attività info-investigativa, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia Aeroporti di Roma hanno denunciato quattro dipendenti, con mansione di magazzinieri, di età compresa tra i 54 anni e i 64 anni, tutti italiani, gravemente indiziati di furto aggravato in concorso.
 
Nello specifico, i quattro dipendenti, mentre si trovavano per ragioni di lavoro all’interno dell’area cargo city, si impossessavano di 75 Epal (euro pallet – pedane in legno per facilitare la movimentazione delle merci), per un valore commerciale pari a circa 2.000 euro.
 

Privo di virus.www.avast.com




Verona, all’Arena di pace oltre 10mila persone per Papa Francesco

Papa Francesco all’Arena di Verona, per l’evento “Arena di pace”, è stato salutato con applausi da oltre 10mila persone.

L’arrivo del Pontefice ha “interrotto” il discorso che stava svolgendo sul palco don Luigi Ciotti, incentrato sul no alla guerra e alle armi. “E’ vietato illudersi, vietato arrendersi. Se tutto dice guerra, le scelte individuali di pace restano possibili e indispensabili” ha detto don Luigi Ciotti.

Papa Francesco, durante l’incontro, ha abbracciato l’israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas il 7 ottobre, e il palestinese Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello, ora amici e collaboratori, applauditi all’Arena con una standing ovation. “Credo non ci sia bisogno di dire niente” ha commentato il Papa.

Papa Francesco è arrivato in auto all’Arena di Verona per presiedere l’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”. Nel corso dell’evento il Pontefice risponde ad alcune domande sul tema, poste da operatori e associazioni.

“La cultura fortemente marcata dall’individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E questa in termini politici è la radice delle dittature. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l’autorità. Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un’istituzione politica, oppure in un’impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l’autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno”. Lo ha detto papa Francesco nell’incontro all’Arena di Verona sulla giustizia e la pace, rispondendo a una domanda sul tema “La pace va organizzata” rivoltagli dall’afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, e da Giulia Venia del gruppo di lavoro sulla democrazia.

“Questo auguro a voi e alle vostre comunità: una ‘santità capace’, una fede viva che con carità audace semini il Regno di Dio in ogni situazione della vita quotidiana. E se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall’odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell’odio e della morte. Sognatela così, Verona, come la città dell’amore. E che l’amore di Dio vi accompagni e vi benedica”. Ha evocato la vicenda di Romeo e Giulietta papa Francesco al termine del suo discorso ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose durante l’incontro nella Basilica di San Zeno, a Verona.

“Nella nostra società viviamo questa tensione: da un lato, tutto ci spinge ad agire velocemente, siamo abituati ad avere una risposta immediata alle nostre richieste e diventiamo impazienti se si verifica un ritardo. La rivoluzione digitale degli ultimi anni ci ha permesso di essere costantemente connessi, di poter comunicare facilmente con persone molto distanti, di poter svolgere il nostro lavoro a distanza. Dovremmo avere più tempo a disposizione e invece ci accorgiamo che siamo sempre in affanno, rincorrendo l’urgenza dell’ultimo minuto. Dall’altro lato, sentiamo che tutto questo non è naturale”, ha detto il Papa.

“Se c’è vita, se c’è una comunità attiva, se c’è un dinamismo positivo nella società, allora ci sono anche conflitti e tensioni. È un dato di fatto: l’assenza di conflittualità non significa che vi sia la pace, ma che si è smesso di vivere, di pensare, di spendersi per ciò in cui si crede”, ha detto papa Francesco nell’incontro sulla giustizia e la pace all’Arena di Verona, rispondendo a una domanda sul tema ‘La pace va sperimentata’ formulata dai rappresentanti del Tavolo Disarmo, Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e Sergio Paronetto di Pax Christi.

“La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri” ha detto papa Francesco al termine dell’incontro all’Arena di Verona.

L’elicottero partito dal Vaticano è atterrato nell’antistadio del Bentegodi ed è stato accolto dal vescovo Domenico Pompili, dal presidente del Veneto, Luca Zaia, dal sindaco Damiano Tommasi, e dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. E’ quindi salito nell’auto papale, che lo ha portato nella prima delle sue tappe della visita alla città scaligera, nella basilica di San Zeno.

Papa Francesco è arrivato in auto alla Basilica di San Zeno, a Verona, dove, come primo appuntamento della sua visita nella città veneta, incontra i sacerdoti, i religiosi e le religiose. Al termine, in Piazza San Zeno, il Pontefice ha incontrato i bambini e i ragazzi, prima di trasferirsi all’Arena di Verona per l’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”.

“Cari fratelli sacerdoti, mi fermo su una cosa: i sacerdoti che sono ministri del sacramento della penitenza, per favore, perdonate tutto! Perdonate tutto. E quando la gente va a confessarsi, non andare lì a inquisire. E se voi non siete capaci in quel momento di capire, andate avanti, il Signore ha capito”. Lo ha detto papa Francesco ‘a braccio’ durante l’incontro con i sacerdoti e i consacrati nella Basilica di San Zeno, a Verona.

“Una visita importante e storica. E’ soprattutto importante che si parli di pace, bisogna ricordare il valore della pace, il valore della diplomazia in questo particolare momento storico”. Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che stamani ha accolto papa Francesco a Verona. “Mi auguro – ha proseguito Fontana – che questo possa essere un appello che parte dal Papa da qui, da Verona, per tutta l’Italia ma soprattutto per tutto il mondo in questo difficile momento storico”.

“Il sentimento è di gioia per questo incontro lungamente atteso tra Verona e Papa Francesco, ma direi anche di speranza per questo incontro all’Arena di Pace, che mette al centro la realtà che oggi sembra perfino censurabile per la mente di molti, e invece è l’attesa che secondo me sta nel cuore di tutti”. Lo ha detto il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, poco prima di accogliere papa Francesco per la visita alla città scaligera. “Papa Francesco – ha proseguito Pompili – avrà la possibilità di conoscere la città di cui ha sentito parlare tante volte, soprattutto per la musica lirica, di cui è appassionato. Per noi è l’occasione di ritrovare con lui la gioia del Vangelo, di cui è l’interprete più affidabile, e ripeto anche questa causa della pace, oggi così necessaria”, ha concluso.

“Sono pagine di storia alle quali magari non ci rendiamo conto di partecipare. La visita del Santo Padre in un momento nel quale il messaggio di pace che lui porta è attualissimo”. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, che stamani ha accolto papa Francesco per la visita a Verona. “Il Papa – ha aggiunto Zaia – sta facendo queste visite pastorali con questo messaggio che è importantissimo, in una regione che è l’unica al mondo che nella sua bandiera porta la parola ‘pace’ per millecento anni di storia. Hemingway diceva che la guerra è il contesto nel quale gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori: ecco, cerchiamo di fare in modo che aumenti il ‘peso’ degli uomini migliori rispetto agli uomini peggiori”, ha concluso.

“Qui c’è un megafono delle tante voci, che già ci sono, di tante persone, delle associazioni, dei movimenti che si stanno impegnando e che possono essere oggi uniti, per capire che non siamo da soli a pensare che che una delle alternative possibili è la pace”. Lo ha detto Damiano Tommasi, sindaco di Verona, che ha accolto papa Francesco al suo arrivo in città. “Al di là dell’empatia che papa Francesco sa creare ogni volta – ha aggiunto – credo che ci sia grande attesa perché c’è grande speranza anche per la nostra città, perché l’Arena di Pace è un luogo di dialogo, e la pace è molto sentita dalla comunità veronese”, ha concluso.

Un’enorme statua in bronzo e acciaio di oltre 10 metri, installata in piazza San Zeno, è stata benedetta da papa Francesco nella sua prima tappa della visita a Verona. La scultura, dal titolo “L’abbraccio”, è opera di Roberto Brizzi ed è stata realizzata nella fonderia artistica Bmn Arte di Verona, ideata dallo scultore Alessandro Mutto e realizzata con la collaborazione con lo specialista in bronzi artistici Ivo Adami. Pesa 4,5 tonnellate, con mani e piedi realizzate in bronzo fuso, mentre il corpo e le figure stilizzate sono fatte con l’acciaio. Nelle prossime settimane, la statua sarà smontata e trasportata a Gerusalemme, dove sarà collocata sul tetto del palazzo della Custodia, di fronte al Muro della Città vecchia, con un sistema di illuminazione interna che la renderà particolarmente suggestiva. Il progetto è stato voluto dall’associazione “Una Via Crucis per Gerusalemme” e dalla Custodia di Terra Santa, con il sostegno di mons. Rino Fisichella, di mons. Giorgio Benedetti e il placet del vescovo Domenico Pompili.

Nell’incontro di Papa Francesco con i detenuti del carcere di Montorio, a Verona, mancano numerosi reclusi, uomini e donne, del penitenziario, che hanno espresso il timore di essere riconosciuti nelle immagini delle telecamere di Vatican media, ammesse nella struttura. Lo si apprende da fonti del carcere.

Non c’è solo il pranzo con detenuti e operatori a segnare l’attenzione di papa Francesco per il mondo del carcere, nella sua tappa alla casa circondariale di Montorio a Verona. Tutta la visita del Pontefice ha visto la valorizzazione anche del lavoro dei carcerati.

“Speriamo ci sia riuscito di farle arrivare l’abbraccio che arriva da questa comunità Santo Padre e di poter condividere con lei la vita che scorre tra queste mura. Perchè qui scorre la vita, non si ferma”. E’ uno dei passaggi dell’indirizzo di saluto che la direttrice del carcere di Montorio, Francesca Gioieni, ha rivolto a Papa Francesco.




Colleferro, furto al supermercato: arrestato un 27enne

COLLEFERRO – I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato un 27enne georgiano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di furto aggravato nei pressi di un noto supermercato di Colleferro.

Nello specifico, ieri pomeriggio, i militari nel corso di mirati servizi di prevenzione nei pressi delle attività commerciali, hanno ricevuto una segnalazione da parte degli addetti alla sicurezza interna di un centro commerciale. I militari sono intervenuti rapidamente all’interno del supermercato dove hanno bloccato il 27enne. Il giovane aveva effettuato il pagamento di alcuni prodotti, del valore di pochi euro, oltrepassando poi le barriere antitaccheggio con lo zaino pieno di prodotti per l’estetica e repellenti anti-zanzare del valore complessivo di circa 450 euro. I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui l’uomo si è impossessato della refurtiva, interamente restituita all’avente diritto.

Nella mattinata, il Tribunale di Velletri ha convalidato l’arresto e condannato il 27enne a quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) e 200 euro di ammenda, previo patteggiamento.




Ardea, beccati in flagrante mentre tentano una rapina in casa

ARDEA (RM) – I Carabinieri della Tenenza di Ardea hanno arrestato in flagranza due uomini italiani, un 46enne e un 47enne, già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati per il reato di tentata rapina ai danni di un commerciante, 58enne.
La scorsa notte, una ragazza si è presentata presso gli uffici della Tenenza dei Carabinieri di Ardea, chiedendo aiuto e denunciando un furto in atto presso la propria abitazione di Ardea, via Modena.
Ragion per cui, due Carabinieri, liberi dal servizio e in borghese, acquisita la segnalazione, si sono recati immediatamente presso l’abitazione della donna dove hanno trovato un uomo in fase di colluttazione con il padre della ragazza. Immediatamente bloccato, i Carabinieri, su indicazioni della vittima, hanno appurato della presenza di un secondo complice e si sono messi alla ricerca dell’uomo che, prima dell’arrivo dei militari si era dileguato nei campi limitrofi, ma è stato immediatamente rintracciato e bloccato a circa 50 metri di distanza, nascosto tra gli arbusti.
La vittima, soccorsa, è stata trasportata presso l’Ospedale Sant’Anna di Pomezia, per le escoriazioni riportate durante la colluttazione ricevendo cinque giorni di prognosi.
I Carabinieri, ricostruendo la dinamica dei fatti, hanno appurato che, i due indagati si erano introdotti all’interno della cantina, con l’intento di asportare generi alimentari (olio e vino).
Per questo motivo, i due indagati, sono stati arrestati e condotti in caserma e sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo. Al termine dello stesso, il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi e disposto per loro la misura cautelare degli arresti domiciliari.



Marcellina, perseguita moglie e figlia dagli arresti domiciliari: portato in carcere

I Carabinieri della Stazione di Marcellina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con custodia in carcere a carico di un uomo italiano di 55 anni.
L’esecuzione del provvedimento da parte dei Carabinieri rappresenta l’epilogo di attività investigative mirate a far emergere i molteplici e duraturi comportamenti violenti denunciati dalla ex moglie dell’uomo, costretta a subire le vessazioni del compagno per lunghi periodi, oltre che frequenti violenze fisiche e psicologiche, fino a quando decideva di porre fine alla relazione.
A gennaio dello scorso anno, l’uomo usava violenza anche nei confronti della figlia, all’epoca 17enne, colpevole di essere andata a mangiare una pizza con sua madre, causandole lesioni al volto. Quest’evento ha convinto la donna a denunciare tutto, compresi i maltrattamenti subiti in passato, oltre l’ultimo gravissimo evento a danno della figlia. All’uomo veniva applicato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, e divieto dio comunicazione con la parte offesa.
L’uomo, non rispettando il divieto imposto, inviava messaggi minacciosi tramite social network alla ex moglie ed alla propria figlia, cercando di influenzare le loro deposizioni nel processo che si stava svolgendo a suo carico, arrivando a minacciarle anche in aula di tribunale.
In considerazione dei gravissimi fatti accaduti, dell’inosservanza della misura cautelare imposta al 55enne e della necessità di salvaguardare l’incolumità delle donne vittime di violenza, la Procura della Repubblica richiedeva ed otteneva dal Tribunale di Tivoli l’emissione di un aggravamento della misura cautelare in atto con quella della custodia cautelare in carcere, che veniva eseguita lo scorso 9 maggio dai Carabinieri di Marcellina, che traevano in arresto il soggetto e lo conducevano presso la casa Circondariale di Rebibbia.



Anbi, concorso fotografico “Obiettivo Acqua”: vincono Lazio e Toscana

Sono la toscana Pamela Doretti (con lo scatto “Splash” nella categoria “colore”) ed il romano Franco Tulli (con lo scatto “L’impero dell’Acqua” nella sezione “bianco e nero”) i vincitori della 5° edizione del Concorso Fotografico Nazionale “Obiettivo Acqua”, organizzato da ANBI, Coldiretti e Fondazione Univerde.
Oltre 800 sono state le opere concorrenti a testimonianza del crescente successo del contest, che ha, come protagoniste, diverse sfaccettature della risorsa idrica.
“Non bisogna dare per scontata la disponibilità d’acqua ed il concorso serve a ricordare la vitale funzione della risorsa – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e elle Acque Irrigue (ANBI) – E’ altresì necessario riprendere una politica di programmazione degli interventi per uscire dalla logica degli stati d’emergenza e va trovato un giusto equilibrio fra agricoltura ed ambiente, facce imprescindibili di una realtà chiamata territorio.”
“Senza acqua non può esserci nè qualità, né quantità in agricoltura; non solo: l’acqua è elemento determinante per la bellezza dei nostri territori – afferma Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti – Per questo occorre programmare investimenti per efficientare le infrastrutture idriche esistenti e realizzarne di nuove, consapevoli che la gestione dell’acqua è fondamentale anche per la manutenzione del suolo: servono bacini di accumulo, che abbinino prevenzione idrogeologica e disponibilità irrigua. In questo, chiediamo più coraggio alla politica.”
“Il concorso fotografico Obiettivo Acqua ci ricorda la necessità di dare impulso ad azioni concrete per la conservazione e la gestione sostenibile degli ecosistemi, che devono continuare a prosperare – aggiunge Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente di Fondazione UniVerde – Dobbiamo essere più responsabili nei confronti dei paesaggi d’acqua dolce, tutelarli dalle frammentazioni, dalla cementificazione e dal degrado causato dagli inquinamenti. L’uso insostenibile dei territori sta portando molti ecosistemi pericolosamente vicini al collasso: è ancora possibile passare a pratiche più sostenibili per la qualità dell’acqua, ripristinando anche la salute del suolo; i paesaggi con un ciclo idrologico funzionante forniscono acqua e cibo, sostengono la biodiversità e contribuiscono alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.”
Alla premiazione sono intervenuti anche Nazario Palmieri, Generale Comandante Carabinieri Tutela Forestale e Parchi; Aldo Mattia, Componente Commissione Ambiente Territorio Camera; Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti; Francesca Salvemini, Capo Segreteria Tecnica Ministero Ambiente Sicurezza Energetica.
Durante la cerimonia conclusiva, svoltasi a Roma in Palazzo Rospigliosi, sono state assegnate anche 9 menzioni speciali: “Le forme dell’acqua” al lavoro dell’umbro Fulvio Sudati per l’immagine “Rugiada”; “Un tesoro per l’uomo” al toscano Flavio Vieri per la fotografia “Sentieri curvi”; “Crisi climatica: difendere l’acqua – difendersi dall’acqua” al romagnolo Massimo Cavallari per lo scatto “Alluvione Maggio 2023: cascina nelle campagne di Lugo completamente isolata”; “Acqua fonte di cibo” dalla Fondazione Campagna Amica all’emiliana Donatella Drovandi per lo scatto “I prati di Sara”; “A due ruote lungo l’argine” dalla F.I.A.B. (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) al lombardo Marco Carè per l’opera “Tramonto sull’argine dell’Oglio”; “Scatti d’acqua, lo scorrere perpetuo da ANBI E.R. alla romagnola Elena Ghini per l’immagine “Alluvione in Romagna – Maggio 2023”; “Come ti cucino il Consorzio: acqua dolce, dal canale alla tavola” da ANBI Liguria al genovese Vittorio Ricci per la fotografia “Val Gargassa”; “Lombardia, una regione disegnata dall’acqua” da ANBI Lombardia al bresciano Andrei Domanin per lo scatto “Lago di Garda”; “Myacqua” da ANBI Marche alla pesarese Paula Castelli per l’opera “Nell’acqua, sull’acqua”.
“La cultura dell’acqua è uno dei tasselli della strategia ANBI per incentivare l’adattamento alla crisi climatica e che si fonda anche su nuove infrastrutture idriche, efficientamento di quelle esistenti ed investimenti in innovazione – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – La nostra azione non si ferma e sabato prossimo, 18 Maggio, in tutta Italia inizierà la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione.”

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Roma, Torpignattara: “Dammi i soldi, io ho il ferro, ti ammazzo, fammi controllare le tue tasche”. In manette banda di 6 ragazzi

I Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica di Roma – nei confronti di 6 uomini (tutti di età compresa tra i 19 e i 21 anni, 1 di origine egiziana 1 di origine brasiliana, gli altri italiani), gravemente indiziati di aver compiuto una violenta rapina, ai danni di un 32enne pakistano avvenuto nel quartiere Torpignattara la scorsa estate.
Il provvedimento è frutto di un’articolata attività investigativa, condotta a seguito dell’episodio criminoso, dai Carabinieri della Stazione di Roma Torpignattara, diretti dalla Procura della Repubblica di Roma, gruppo reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti.
La puntuale ricostruzione dei Carabinieri ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei 6 indagati, in concorso con un minore, in ordine alla violenta rapina consumata nella notte del 28 giugno 2023 in un bar di via Acqua Bulicante.
L’incubo per la vittima inizia all’interno del locale ove sta tranquillamente consumando da bere quando un gruppo di persone fa ingresso nel bar; uno di loro lo affianca e gli chiede di offrigli da bere; al rifiuto dell’uomo inizia a minacciarlo dicendogli “dammi i soldi, io ho il ferro, ti ammazzo, fammi controllare le tue tasche”, mostrandogli un coltello e colpendolo improvvisamente con un pugno al volto; la vittima viene così accerchiata e trascinata fuori dal locale ove il pestaggio continua e la vittima viene presa a pugni e calci in faccia da tutti. Mentre la vittima è a terra gli strappano il marsupio contenente il portafoglio con la somma di circa 350 euro, il cellulare e le carte di credito, lasciando il pakistano sanguinante a terra per poi darsi alla fuga. Mentre trascinavano fuori il malcapitato 1 del gruppo intima al proprietario del bar di farsi gli affari propri così questi rimane all’interno senza intervenire. È la vittima con un altro telefono a riuscire ad allertare i soccorsi che lo conducono a mezzo ambulanza presso l’ospedale Vannini per i vari traumi riportati al volto.
Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina, dirette dalla Procura di Roma, attraverso i video delle telecamere di sorveglianza del locale e della zona, le testimonianze hanno consentito di risalire a un ragazzo della zona di origini brasiliane da cui poi si è arrivati agli altri 5.