LAZIO REGIONE, IDV PRESENTERA' MOZIONE ALLA POLVERINI PER RITIRARE LE DELEGHE ALLA BIRINDELLI

A.P.

Sul caso dell’assessore regionale Angela Birindelli, l’Italia dei Valori presenterà una mozione per chiedere  alla presidente Polverini di ritirare le deleghe assegnate all’assessore. «Poichè i recenti fatti giudiziari mettono a repentaglio la credibilità e l’affidabilità dell’amministrazione regionale ci auguriamo – dichiara il segretario regionale Idv Vincenzo Maruccio – che la discussione della mozione venga calendarizzata al più presto, in quanto è interesse di tutti fare chiarezza sulla vicenda e fugare ogni dubbio. Chiederemo nella stessa occasione chiarimenti anche sull’assegnazione dell’appalto e sui costi degli allestimenti per lo stand del Lazio al Vinitaly, perchè anche in questo caso l’assessore pecca in scarsa trasparenza». I consiglieri del Pd, Giuseppe Parroncini e Mario Perilli in una comunicazione congiunta hanno dichiarato: “L’estenuante guerra in corso da oltre un anno tra l’assessore Pdl all’agricoltura Angela Birindelli e colui che l’ha scelta per l’incarico cioè il presidente Pdl della commissione agricoltura, Francesco Battistoni, oltre a interessare la magistratura sta massacrando l’agricoltura del Lazio. Sarebbe utile che entrambi lasciassero libero il campo. E sarebbe anche il caso che il Pdl si assumesse le proprie responsabilità. La faida in corso infatti è solo una brutta pagina delle lotte intestine e all’ultimo sangue tra le varie e numerosissime anime del Pdl viterbese. Non facciamo i giudici e non vogliamo intervenire in merito all’inchiesta giudiziaria in corso. La magistratura faccia il suo compito fino in fondo. Nel frattempo però è un dato di fatto che l’agricoltura di questa regione, i suoi coltivatori, le famiglie che vivono lavorando la terra, le imprese, sono ostaggio da due anni di questa Giunta e di questi personaggi. Per mesi la legge sulla tracciabilità dei prodotti è rimasta ferma al palo solo per le incomprensioni e i dissapori tra i due esponenti del Pdl viterbese. Le mancanze di comunicazione tra assessorato e commissione hanno creato sconquassi nel centrodestra e fatto mancare in aula il numero legale per tante, troppe sedute. Una legge votata all’unanimità in commissione è rimasta al palo per mesi ed è diventata terreno di scontro, specchio fedele delle guerre intestine e fratricide tra componenti locali del centrodestra. Peggio è successo per i fondi destinati alle fitopatie, alla lotta al cinipide del castagno e alla batteriosi del kiwi. Stanziamenti praticamente spariti per il 2012. Questa vicenda alla ‘Capuleti e Montecchi’, francamente, ci ha davvero stancato. Cos’ha intenzione di fare la Polverini, proseguire con il nulla? Fare al solito finta di niente?”




BRACCIANO, SUCCESSO DI PUBBLICO ALL'INCONTRO DI SABATO SCORSO ORGANIZZATO DA LIBERA E LEGAMBIENTE

A.P.

Un pubblico entusiasta ha accolto l’invito delle associazioni Libera e Legambiente, a Bracciano sabato scorso per parlare di “Territorio, diritti e legalità”. Davanti a circa 200 persone dei sei paesi del comprensorio intorno al lago e a 16 associazioni ambientaliste locali, si sono sollevati alcuni interrogativi scottanti sulla cementificazione del territorio, sul ciclo dei rifiuti, sulle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni nel Lazio. Numerosi i relatori, tra questi Antonio Turri, referente per il Lazio dell’associazione di don Ciotti, ha spiegato i meccanismi delle mafie locali, un fenomeno presente fin dagli anni ’70 e che è andato trasformandosi in mafia economica, mafia politica, fino alla mafia che spara. I figli di mafiosi sono ormai la seconda generazione cresciuta nelle migliori scuole; gli anni ’90 segnano gli  investimenti dei capitali in tutto il paese (130 miliardi il fatturato più altri 60/70 provenienti dalla corruzione) mentre, agli inizi del 2000, come risulta dai processi per associazione a delinquere di stampo mafioso, appaiono coinvolti anche cittadini con il ruolo di capi, nati in questa regione. Un fenomeno culturale, che contamina il potere, la società e l’economia diventando sistema. Ecco perché come cittadini, come persone e come associazioni, incalza Turri, “ci dobbiamo caricare della nostra responsabilità, il primo antidotto è la nostra carta costituzionale. I sindaci non sono i padroni delle città, ma amministratori pro tempore, sono i cittadini i proprietari delle loro città. Soltanto uniti si possono eliminare le mafie”. A Libera ha fatto eco Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, che ha insistito per mantenere  massima attenzione su quanto sta accadendo, sulle diverse inchieste aperte dalla magistratura, sul fenomeno dell’esodo dalla capitale previsto nei prossimi anni,  che sta condizionando le scelte urbanistiche del lago di Bracciano, del litorale Nord, dei Castelli.  In particolare, si sta discutendo su alcune zone verdi di maggiore pregio intorno al lago: 50 ettari di verde da trasformare in 125.000mc ad Anguillara, 60 ettari nel comune di Bracciano che potrebbero diventare attività sportive, ristoranti, aree giochi, e 40 ettari a Trevignano si trasformerebbero in 40.000mc di cemento. 
Enrico Fontana, giornalista noto per le battaglie con Libera e Legambiente ha insistito sulla scelta di vivere e difendere la legalità: ha fatto presente ai tanti giovani presenti e alle associazioni l’urgenza di impegnarsi tutti insieme: “chi amministra dovrebbe essere orgoglioso di avere cittadini come quelli di Bracciano, con la voglia di partecipare. Non ci sono isole felici, bisogna prevenire. Le mafie, approfittando delle crisi economiche, iniettano ingenti flussi finanziari, si comprano a pezzi  il paese e, attraverso l’economia delle imprese, si stanno comprando a pezzi anche la politica”. Tra i numerosi interventi, quello dell’urbanista  Corrado Placidi, che ha rilevato come la Regione Lazio si collochi al quinto posto nell’elenco negativo delle diciannove regioni italiane, con 80.427 edifici fantasma, e una percentuale del 7,43 per cento sul totale italiano. Mentre, le domande in sanatoria solo per i tre paesi del lago, dal 1985 al 2004 sono state 1.745 a Trevignano, 3.646 ad Anguillara e 2.516 a Bracciano. Alberto Spampinato presidente di Ossigeno, l’organizzazione a tutela dei giornalisti minacciati dalla criminalità e dalle mafie, ha deprecato le denunce mosse dall’amministrazione locale contro giornalisti e cittadini che avevano criticato alcuni cantieri edili di Bracciano, poi sequestrati dalla procura. Nel corso del lungo incontro, si è parlato anche di discariche e di ciclo della differenziata con Antonio Piras della rete Zero Waste Lazio e con Fabio Musmeci, ricercatore dell’ENEA. Tra le associazioni intervenute, Cristiana Mancinelli di Salviamo il Paesaggio ha ricordato il censimento richiesto in questi giorni a tutti i comuni d’Italia per conoscere gli edifici pubblici non utilizzati. Anguillara Bene Comune che ha posto l’accento sulla battaglia contro le mafie. Un documentario realizzato da Libera  che spiega la Quinta mafia, quella di carattere locale, fatta di potere gestito alla maniera delle mafie, ha concluso l’intensa giornata, che è stata suggellata con l’apertura di un presidio di Libera sul lago di Bracciano.

ALTRI tabella:

22/03/2012 BRACCIANO, DON CIOTTI E LEGAMBIENTE INCONTRANO ABITANTI E ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO


 




VITERBO, LOTTA ALLE LEUCEMIE, SMANTELLAMENTO DI EMATOLOGIA

E.G.

“L’iniziativa dell’Ail di questi giorni a Viterbo ha un significato ancora più grande: è urgente che la Asl garantisca locali idonei al reparto di Ematologia”. Il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Parroncini, ha portato la propria solidarietà all’associazione, presente nei punti di distribuzione delle uova di Pasqua per la campagna nazionale di sensibilizzazione.

“La lotta alle leucemie – dice Parroncini – sta attraversando un periodo difficile a causa dello smantellamento di Ematologia. Nelle ultime settimane c’è stato anche l’appello lanciato dal professor Franco Mandelli, una figura di grande rilievo che ha speso parole per la situazione di Viterbo”.

Di fronte all’indebolimento del reparto ci sono state le richieste della presidente dell’associazione, Patrizia Badini, insieme a quelle del dottori Marco Montanaro, primario di Ematologia a Belcolle. “Ma dalla Asl – continua – non c'è alcuna risposta. Eppure si tratta di istanze ragionevoli: servono locali idonei all’ospedale del capoluogo per continuare un lavoro che ha reso il reparto un'eccellenza a livello nazionale”.

Un reparto che da Montefiascone è stato spostato prima a Ronciglione, poi a Belcolle, “dove però – conclude Parroncini – sono disponibili solo due locali di degenza. La parte più qualificata, quella per la cura delle leucemie acute e per i trapianti di cellule staminali, non c’è e gli utenti sono costretti ad andare fuori provincia. Non bastano le rassicurazioni del direttore generale Adolfo Pipino: per la realizzazione del corpo A3 di Belcolle i tempi infatti non sono certi e i locali servono subito. La Regione Lazio? Per arginare questo scempio irragionevole ho presentato anche un’interrogazione, ma come al solito non ha risposto nessuno”.
 




FRASCATI INVESTE SULLE ENERGIE RINNOVABILI E SUL RISPARMIO ENERGETICO

A.P.

Si terrà mercoledì 28 marzo, nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati, l’incontro pubblico organizzato dall’Ecosportello del Cittadino del Comune di Frascati.
Durante l’incontro un esperto del settore illustrerà ai cittadini le opportunità offerte dalle tecnologie e dalla legislazione attuale per l’utilizzo domestico delle energie rinnovabili per la produzione di energia (solare fotovoltaico) o di acqua calda (solare termico).
Verrà inoltre presentato e distribuito il primo volumetto della collana “I quaderni dell’Ecosportello” dedicato alle energie rinnovabili. Il quaderno oltre ad affrontare i temi dell’educazione ambientale e dell’energia (idroelettrica, solare, eolica, geotermica e da biomasse); prevede anche una parte dedicata alle scuole: schede didattiche e spunti per lavorare in classe sul concetto di energia e sue trasformazioni. “L’informazione ai cittadini va di pari passo con l’attività di educazione verso le nuove generazioni. Per questo si è pensato di realizzare questa prima pubblicazione per coinvolgere i ragazzi e sensibilizzarli sull’importanza del risparmio energetico e sulla potenzialità delle energie rinnovabili” – dichiara Paola Ramondo, Presidente dell’Associazione Terraverde e Responsabile del progetto Ecosportello
 




CIAMPINO AEROPORTO, TIMORI PER UNA POSSIBILE DELOCALIZZAZIONE DEGLI ABITANTI PER FAVORIRE L'AMPLIAMENTO ULTERIORE DEI VOLI

Redazione
 

Il Consigliere comunale di Marino Adolfo Tammaro si fa portavoce di numerosi cittadini che pongono alcune importanti domande sulla questione dell'ampliamento dei voli all'aeroporto di Ciampino.

Tammaro pone, in una lettera aperta indirizzata ai Sindaci di Ciampino e Marino, una serie di domande. Con l'auspicio di ricevere presto delle risposte dai diretti intyeressati da pubblicare sul nostro quotidiano, riportiamo il testo della lettera aperta.  

 

Gentili Sindaco di Ciampino Lupi e Sindaco di Marino Palozzi,
con la presente lettera aperta vorrei porvi importanti domande che da giorni stanno ponendosi molti degli abitanti della pianura di Marino e molti abitanti di Ciampino.
Anche in relazione ad incontri tenuti con lei Sindaco Lupi nelle scorse settimane, tra i movimenti dei Cittadini che da oramai 7 anni si battono per il rispetto della legge e la conseguente riduzione dei voli dell'Aeroporto di Ciampino, sono circolate informazioni nelle quali si paventa la possibilità che il Sindaco di Ciampino in riunioni tenute con ENAC abbia affermato la disponibilità ad una delocalizzazione degli abitanti della fascia della sua città limitrofa all'aeroporto. Stiamo parlando di oltre 1500 potenziali persone di Ciampino che potrebbero essere colpite da una vera e propria deportazione fatta al solo scopo di vanificare l'esito della Conferenza dei Servizi di Luglio 2010, che imponeva di assumere decisioni per riportare alla norma l'attuale situazione dell'aeroporto, riscontrata fuorilegge dalla Conferenza stessa.
Tutto questo per consentire all'ENAC di continuare nei suoi piani di ampliamento del Traffico aereo a Ciampino ed ignorando completamente il danno sulla salute di tutti gli altri Cittadini di Ciampino e Marino coinvolti da un ulteriore aumento dei voli.

Per evitare equivoci su un tema così importante come la tutela della salute dei Cittadini e per dare la possibilità di rispondere pubblicamente a lei, Sindaco Lupi, ma anche al Sindaco Palozzi, pongo le domande seguenti:

1.    E’ vero che il sindaco di Ciampino Lupi ha offerto a ENAC la possibilità di “delocalizzare” (significa spostare obbligatoriamente dalle loro case) i Cittadini dalle abitazioni più colpite di Ciampino (oltre 1.500 persone) e che questo può servire a ENAC per aumentare i voli?
2.    E' vero che ENAC e AdR invece di fare un piano per ridurre i voli ne hanno presentato uno che aumenterà moltissimo la dimensione dell'aeroporto e da subito il numero dei voli?
3.    E' vero che la prossima estate 2012 i voli a Ciampino saranno ogni 3 minuti, ignorando le leggi sull'impatto ambientale ed i risultati della Conferenza dei Servizi del Luglio 2010?
4.    E' vero che entro 3 mesi andranno via da Ciampino i voli militari e di Stato e l'aeroporto diventerà civile facendo ulteriormente diminuire le garanzie a tutela dei Cittadini?
5.    E' vero che voi Sindaci siete per legge i primi responsabili della salute dei Cittadini di Ciampino e Marino e che vi eravate impegnati nel vostro programma elettorale ad agire per far rispettare le leggi? Cosa avete fatto concretamente da quando siete stati eletti nel 2011?
6.    E' vero che ENAC ha autorizzato possibile l'aumento da 6 a 8 del  numero di aerei Ryanair con base fissa a Ciampino senza avvisare il comune di Ciampino, andando in direzione contraria alla conclusione della Conferenza dei servizi di Luglio 2010?

Gentili Sindaci,
non sfugge a nessuno che se un qualsiasi accordo nel senso della “delocalizzazione” fosse firmato la battaglia per la tutela della salute degli abitanti di Ciampino, Marino e X Municipio di Roma sarebbe irrimediabilmente persa. Persa definitivamente.

Insieme a tutte le migliaia di Cittadini coinvolti attendo le vostre risposte pubbliche.

Adolfo Tammaro
Consigliere Comunale a Marino, Movimento per il Cambiamento
 




RIETI, NON PARTE IL LICEO MUSICALE.

Redazione

Sulla mancata attivazione del liceo musicale reatino, il consigliere regionale del Pd Mario Perilli ha rilasciato la seguente nota:

“A poche ore dal convegno ‘Rieti, una provincia trascurata’, abbiamo assistito a un nuovo schiaffo per l’intero territorio provinciale: quello della mancata attivazione del Liceo Musicale che ora, tristemente, si aggiunge alla perdita di tre presidenze con tutte le conseguenze del caso. Quando si parla di opportunità mancate e realtà frammentate, spesso nel Reatino si pensa a quanto accaduto negli ultimi periodi, e specialmente negli ultimi mesi, con l’assenza di attenzione e di volontà politica per la creazione di nuove opportunità. Al problema così delle infrastrutture, della sanità, dei trasporti e del lavoro, si aggiunge quello della scuola (divenuto già un paradosso con il piano di dimensionamento regionale e con il ricorso presentato da Comune  e Provincia contro la Regione) e, nello specifico, quello del venire meno di occasioni di crescita e di specializzazione dei nostri ragazzi. Quanto avvenuto con la mancata attivazione del Liceo Musicale testimonia di fatto una linea politica approssimativa che, dopo l’assegnazione di questo corso ad Anzio per il precedente anno scolastico, vede quest’anno prevalere Viterbo su Rieti e il tutto in una chiave che odora di vero e proprio smacco. In pochi giorni utili a disposizione, docenti e dirigenti non hanno avuto di fatto il tempo per presentare ad alunni e famiglie un’offerta formativa specifica e questo ha determinato la mancata attivazione di un corso che poteva rappresentare un’importante novità per la città capoluogo e non solo. Spesso in consiglio regionale, anche se in minoranza, siamo chiamati in causa come parte attiva per promuovere politiche di sviluppo per il territorio e il sentimento, in questi casi (come per il finanziamento da destinare al Guidobaldi pari a 1milione  e 500mila euro) è condiviso e totale per ovvie motivazioni di sviluppo e quindi, come questa volta, assistere al fallimento di un percorso specifico per mancanza di capacità politiche, viene vissuto come un pesante insuccesso. Le politiche da sostenere in favore della provincia sono molte e da parte mia non ci sono certo resistenze affinchè si possano creare tali condizioni, ma di certo dispiace constatare che il bene comune non sia una regola assoluta. Spero che nei prossimi mesi e nei prossimi anni di vita della maggioranza di centrodestra possa esserci un intendimento migliore che sappia scremare le reali politiche di sviluppo dalle logiche di interesse personale che rischiano di soffocare in maniera dannosa uno scopo che non dovrebbe avere fini diversi da quelli comuni”.

 




ALBANO TERMOVALORIZZATORE, IL DELEGATO AI RIFIUTI FA CHIAREZZA SULLA SCOTTANTE VICENDA CHE STA SCONVOLGENDO I CASTELLI ROMANI

Redazione

La sentenza del Consiglio di Stato sull’Inceneritore di Roncigliano, anche se anticipata dal Ministro Clini, ha spiazzato un po’ tutti. Da quando è uscita si è scatenato un putiferio di dichiarazioni, attribuzioni di colpa, proclami e rimpianti. Luca Andreassi è l’incaricato del sindaco di Albano per i rifiuti. Con lui abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza sulla questione inceneritore.

Consigliere, come commenta questa sentenza?
Una sentenza assurda che significa far west. Ha ribaltato la decisione del TAR e consente, di fatto, la realizzazione dell'inceneritore ma, allo stesso tempo, blocca il finanziamento CIP6 all'opera. E fa questo non riconoscendo al TAR la competenza di esprimersi su questi temi.  La sentenza e tutto quello che è accaduto dimostra che non si è più proprietari nemmeno del proprio territorio


Sembra di capire che in futuro questa sentenza potrebbe rivalersi anche su altri territori?

D’ora in poi ogni Regione potrà fare quello che vuole: è sufficiente dimostrare di essere in regime emergenziale. Questo non solo è folle ma costituisce un precedente pericoloso.


Che cosa avete intenzione di fare, come comune di Albano?
Noi andremo avanti convocando immediatamente il tavolo dei sindaci e stabilendo le procedure per il ricorso alla Corte Europea. Stiamo ragionando su un'assemblea pubblica da fare dopo la conferenza coi sindaci. Non è finita. Non ci arrendiamo. E' la mia priorità assoluta come delegato ai rifiuti.


Con questa sentenza si bloccherà anche la strada che porta alla raccolta differenziata?

No, al contrario, continueremo con ancora maggiore energia ad investire nel progetto della raccolta differenziata (che partirà ad ottobre) che riteniamo essere l'unico strumento per ovviare alla costruzione di inutili e nocivi impianti.


Forse se fosse partita prima, si sarebbe potuto evitare la costruzione del termovalorizzatore…

Sfatiamo il luogo comune che se i comuni dei Castelli avessero fatto la raccolta differenziata, l'inceneritore sarebbe stato bloccato. L'inceneritore è l'inceneritore di Roma e serve a risolvere i problemi di Roma.


Sembra di percepire una certa critica a come viene condotta la politica di Roma nei confronti delle aree circostanti.
Roma è Roma Capitale quando si tratta di prendere i finanziamenti statali. Diventa Area Metropolitana quando si tratta di scaricare in Provincia campi nomadi, discariche ed inceneritori. L'impegno per la differenziata porta a porta non solo non si indebolirà ma trarrà un'energia ancora maggiore da questa vicenda incresciosa.

In questo momento più che mai è necessaria la domanda delle domande, perché non è giusto fare di tutta l’erba un fascio. E’ giusto distinguere, è giusto attribuire le responsabilità. Chi ha voluto l’Inceneritore di Albano e soprattutto ad Albano?
Oggi sono tutti contrari. Ma l'ubicazione dell'inceneritore ad Albano nasce a seguito di una proposta dell'allora Sindaco di Albano Marco Mattei all'allora Presidentre della Regione Lazio Pietro Marrazzo per la realizzazione di un impianto autoctono per i Castelli.

Allora ce n’era necessità?
L’impianto come detto da tutti era senza senso economicamente parlando, quindi il Sindaco Mattei mentiva sapendo di mentire. In questo modo però ha dato la possibilità ad un imbarazzato Marrazzo di risolvere un problema enorme che aveva. L’ex presidente della Regione si è detto: “Se addirittura è dal territorio mi chiedono di fare l'inceneritore, perché negarglielo?”
 




ANGUILLARA, SE NON SEI AUTOCTONO, IO TI ABBATTO.

Emanuel Galea

Nell’articolo pubblicato lo scorso 20 marzo (ANGUILLARA, IL VERDE E I RICORDI LASCIANO IL POSTO AL “FINTO” PROGRESSO) parlavamo, tra l’altro, dell’abbattimento di un albero, meglio conosciuto dagli abitanti del luogo come “il pignetto”. In merito alla necessità di abbattere questo pino, che rappresentava l’identità di un intero quartiere della cittadina lacustre, il Comandante della Polizia Municipale di Anguillara Francesco Guidi ha spiegato che oltre al “pignetto” sono stati abbattuti, anche nel recente passato, altri alberi di pino e che l’abbattimento di questa specie non richiede autorizzazioni da parte della Forestale o di altro Ente in quanto non appartenente a specie autoctone. A. C. residente del luogo, ha contattato telefonicamente la nostra redazione e vuole sapere se può tranquillamente tagliare gli alberi di pino che aveva piantato trent’anni fa. Ovviamente il quotidiano non è un Ente che può rispondere a questi quesiti e tantomeno concedere autorizzazioni. Abbiamo quindi consigliato al lettore, prima di procedere al taglio,  di sentire il Corpo Forestale. E in attesa del parere del Corpo Forestale e a  prescindere dal quesito sollevato da A. C., che sarebbe già stato chiarito dal Comandante Guidi, il discorso da fare è tutt’altro. Il concetto “non sei autoctono ed ergo ti posso abbattere” potrebbe portare ad ambigue interpretazioni. Innanzitutto stabilire se una pianta è autoctona o meno dovrebbe richiedere maggior ponderatezza. Esulando completamente da tutti questi tecnicismi qualcuno sul social network già ha accennato al vero vulnus del problema. Il punto di domandaè quindi: non essere autoctono vuol dire essere soggetto ad essere abbattuto? Chi e cosa ha o non ha diritto di essere? Lo status di autoctono interessa piante, persone, animali ed eventi. Un pino, che secondo il Comandante non è autoctono, perché deve essere abbattuto? Non estremizziamo il concetto a persone o animali per non entrare in sterili discussioni. Ogni colata di cemento, ogni albero sradicato, ogni fila di alberi tagliati, è  una parte di Anguillara che sparisce, che si seppellisce.

Foto n. 1 –  Via Ponte Valle Trave (Anguillara). Un tratto di strada alberata. Pini sul bordo della strada che si presume non possano mai dare  fastidio a nessuno.

Foto n. 2 – Via Ponte Valle Trave (Anguillara) – Un tratto della stessa strada alberata con alberi tagliati, per fare legna?  Il taglio mostra un tronco sano, in piena vegetazione, per niente malato. A qualcuno davano fastidio oppure ci sarà qualche mega costruzione in progettazione?.
La foto n. 2 è il proseguo della fila di pini che ormai non c’è più. Ha dato fastidio a qualcuno oppure a qualcuno serviva la legna? I pini stavano sul bordo della strada. Saranno autoctoni o non autoctoni? Chi ha tagliato quegli alberi ha sfregiato la faccia di Anguillara.
 
Sempre ad Anguillara a fianco della chiesa Regina Pacis, all’inizio di Via Maria Felice, si possono notare 5 tronchi mozzati di quelli che una volta erano alti pini con una folta fronda. Sono stati abbattuti anche loro di ricente. Magari qualcuno domani darà valide spiegazioni del loro abbattimento.

Non è così che si modernizza il paese. Di certo non tagliando gli alberi. Operazione alquanto discutibile. I giovani guardano ed imparano. In via del Molo, nella località  meglio conosciuta come “I Soldati”, già mancano 2 alberelli.

Ad aggravare la situazione, ad Anguillara non esiste alcuna associazione che tutela l’ambiente, così qualcuno ha gioco facile.

Perché non si prova a migliorare i servizi, l’urbanizzazione, il decoro urbano, la sicurezza stradale, l’illuminazione, l’erogazione regolare di acqua ed elettricità?

Queste sono le caratteristiche di un paese moderno. Il taglio degli alberi non motivato o motivato secondo i propri comodi fa retrocedere il paese verso le terre aride come la cultura che si trasmette ai più giovani.

tabella PRECEDENTI:

20/03/2012 ANGUILLARA, IL VERDE E I RICORDI LASCIANO IL POSTO AL “FINTO” PROGRESSO
18/03/2012 ANGUILLARA, CHI E’ CHE DIFENDE GLI ALBERI?






CIVITAVECCHIA, APPROVATA LA VARIANTE AL PIANO REGOLATORE PORTUALE

Redazione

La Giunta regionale approva la Variante al Piano Regolatore Portuale di Civitavecchia. "E' un intervento atteso da anni dal territorio – ha dichiarato Renata Polverini – e che portera' un profondo cambiamento nella struttura portuale. – Il Presidente della Regione Lazio conclude poi – Un'ulteriore conferma dell'attenzione di questa giunta allo sviluppo e alle potenzialita' infrastrutturali, portuali, turistiche ed economiche di Civitavecchia". Quasi un quarto di secolo, il percorso per arrivare all’approvazione della variante. L’intervento dapprima approvato dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici nel 1990, poi proposto dal Comitato Portuale nel 2004 ha superato, nell’ultimo decennio, le valutazioni del ministero dell'Ambiente e del ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e del Dipartimento Territorio della Regione Lazio. "I principali obiettivi del documento – dichiara l'assessore regionale ai Trasporti, Francesco Lollobrigida – sono il rafforzamento della posizione del porto di Civitavecchia nel Tirreno e il rilancio della sua presenza nell'ambito dell'economia del territorio, il coordinamento dei traffici marittimi in relazione agli altri porti del Mediterraneo per costruire un polo efficace ed efficiente con l'incremento del traffico di cabotaggio". Una differenziazione netta, quindi, fra il porto storico e il porto commerciale, con l’obiettivo di allontanare le attività commerciali connesse ai traffici marittimi dal porto storico, alla predisposizione di calate portuali specializzate nell'area settentrionale del porto, all'individuazione di aree da destinare ad attivita' complementari a quelle portuali nell'immediato entroterra ed alla riorganizzazione stessa dell'ambito portuale. "Per quanto riguarda la crescita commerciale – ha aggiunto Lollobrigida – la variante permettera' di puntare all'incremento sia in termini di quantita' che di qualita' dei servizi offerti ai crocieristi ed agli operatori del settore marittimo".  L'intervento prevede inoltre inoltre il rilancio delle attività turistiche e culturali che interessano Civitavecchia, tramite il recupero del patrimonio storico culturale che caratterizza il porto storico ed il miglioramento dei collegamenti con l'entroterra. 

Quello di Civitavecchia è il principale porto crocieristico italiano. Con 2milioni e 420mila passeggeri movimentati, è seguito da Venezia (1.798.000) e da Napoli (1.207.000). Le tre città insieme, gestiscono oltre il 50 per cento del traffico crocieristico nazionale.




FRASCATI, INAUGURATA MOSTRA "L'ABITO NUZIALE NEL CONTESTO LITURGICO DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO"

Redazione

Si è conclusa con successo l’inaugurazione della mostra organizzata dall’Associazione dei Nuovi Castelli Romani, unitamente alla Diocesi di Frascati, con il patrocinio del Comune di Frascati e della Regione Lazio, intitolata “L'Abito Nuziale nel contesto liturgico del Sacramento del Matrimonio”. La stessa sarà visitabile fino al 1 aprile presso la sala del Centro Giovanile del Palazzo Vescovile in Piazza San Rocco a Frascati la mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 19. La mostra potrà essere anche un’importante occasione per ammirare l'esposizione sartoriale del Maestro Vito Di Pasquale. All’evento hanno preso parte il presidente del Consiglio comunale di Frascati Pietro Ciuffa, il Vescovo S. E. Mons. Raffaello Martinelli, il prof. Carmelo Pandolfi, l’imprenditore floricolo dott. Alberto Bertucci e il dott. Stefano Di Pasquale. A tal proposito Mons. Martinelli nel suo intervento ha sottolineato: “La liturgia della Chiesa riserva un ruolo importante ai segni liturgici, e dunque anche all'abbigliamento delle persone che partecipano alla celebrazione dei Sacramenti, e quindi anche del Sacramento del Matrimonio. Gli abiti festivi, in particolare nella celebrazione del Sacramento del Matrimonio, esprimono la fede e la devozione di coloro che li hanno commissionati, confezionati e di quanti li indossano. Tali vesti, oltre che esprimere, possono anche favorire, alimentare e rafforzare la fede e devozione di tutti i partecipanti alla celebrazione sacramentaria, i quali possono così comprendere maggiormente l'importanza della celebrazione anche dal particolare e festivo abbigliamento delle persone. Conta molto non solo ciò che i fedeli, durante la celebrazione liturgica, ascoltano, ma anche ciò che vedono. La trascuratezza anche nel modo di vestire è indice che la fede è debole e che scarsa è l'importanza attribuita all'azione che si sta compiendo”. “Ho accolto con piacere la proposta dell'amico e socio di NCR Stefano Di Pasquale – è intervenuto il Presidente di NCR Ettore Pompili – di realizzare nella cornice suggestiva del Palazzo Vescovile questa mostra che sarà un'occasione per ammirare le creazione della sartoria e discutere su come queste possono diventare segno di fede e simboli importanti nel giorno del Matrimonio. Ringrazio quanti si sono adoperati per la riuscita di questo importante appuntamento, in particolare il Vescovo della Diocesi di Frascati Sua Eccellenza Raffaello Martinelli, che è sempre molto disponibile e pronto a sostenere con forza questo tipo di iniziative, l’amministrazione comunale di Frascati nella figura del presidente del Consiglio Ciuffa, la Regione Lazio, l’amico Stefano Di Pasquale, che ha curato l’allestimento della mostra, Carmelo Pandolfi, Alberto Bertucci e tutti gli imprenditori che hanno sostenuto l’iniziativa fornendo la loro partecipazione e il loro aiuto: il ristorante ‘La Foresta’ di Antonella Ferri, l’Angolo dei fiori di Isabella Annibali, la gioielleria ‘Il Pomod’oro’ di Gianluca Mochi, Arredi ‘Marcotulli’, ‘Le foto di Sabrina’ e bomboniere ‘Carillon’ di Anna Lanzillo”.  Al termine degli interventi esibizione musicale del Maestro Tonino Tiberi e della cantante Paola Alessandri che hanno allietato con la loro classe le numerose persone intervenute.
 




LAZIO CONSIGLIO REGIONALE, AUDIZIONE IN COMMISSIONE SUI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE

Redazione

La Commissione Sicurezza ed integrazione sociale, lotta alla criminalità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Filiberto Zaratti (Sel), ha ricevuto oggi in audizione l'assessore ai Rapporti con gli enti locali e Politiche per la sicurezza, Giuseppe Cangemi, il direttore dell'Abecol – Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio – Michele Lauriola e il presidente dell'Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, Rosario Vitarelli.

E' stato proprio Filiberto Zaratti, in apertura di seduta, a spiegare i motivi di questa convocazione: "Più volte è stata sottolineata la fondamentale importanza del riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, non solo per motivi economici legati al recupero di una risorsa della collettività, ma soprattutto per il valore simbolico che tale atto ha nella lotta dello Stato contro le mafie. Per questo – ha spiegato Zaratti – è opportuno fare il punto sulla situazione e avviare una collaborazione e uno scambio di dati e informazioni tra le istituzioni regionali".
Posizione condivisa da Giuseppe Cangemi, il quale, dopo aver sottolineato come Abecol e Osservatorio siano due preziosi strumenti operativi a disposizione del suo assessorato, ha messo in evidenza che purtroppo ad oggi ci sono ancora delle difficoltà nelle procedure che riguardano il riutilizzo di beni confiscati. "In particolare – ha detto l'assessore – la legge mostra delle lacune nella fase di passaggio dalla confisca di un bene al suo concreto utilizzo. Si tratta di un procedimento lungo e complesso perché molto spesso comuni e province che si vedono assegnare i beni dall'Agenzia nazionale non sono poi in grado di gestirlo e di riassegnarlo. Per non parlare poi – ha aggiunto Cangemi – della presenza della criminalità anche nella fase successiva alla confisca, che crea non pochi problemi".
Rosario Vitarelli ha letto una dettagliata relazione, che ha lasciato agli atti della commissione, in cui è contenuta una sintesi dell'analisi del fenomeno criminale nel territorio laziale e della cosiddetta mappa del rischio, elementi sostanziali del rapporto annuale già presentato dall'Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio.
Anche Michele Lauriola ha presentato una relazione sulle attività dell'Abecol e sulle criticità da superare, visto che l'Agenzia, istituita nel 2009, è stata resa operativa solo da un anno. "Auspichiamo un intervento – ha detto – affinché Abecol venga dotata al più presto di ulteriori risorse umane".
Il vicepresidente della commissione Antonio Paris (Gruppo misto) ha condiviso la proposta dell'assessore Cangemi di lavorare a una proposta di legge che possa colmare le lacune della normativa nazionale, stando attenti a non superare le competenze regionali, mentre il consigliere della Lista Polverini, Giuseppe Palmieri, ha proposto di destinare una parte dei beni confiscati alla creazione di alloggi per gli appartenenti alle forze dell'ordine. Presente all'audizione anche il consigliere Giancarlo Miele (Pdl).